Lucca 2016

Il popolo del pianeta Sollazzo e la sua orbita: siti satellite, ricorrenze, fiere ed eventi felici (e non)... Insomma tutto ciò che riguarda non solo il topic ma NOI, le meravigliose persone umane!
  • Primo Giorno: Simokku ha una certa qual barba

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    Premessa. All'inizio di ogni resoconto lucchese (questo è il numero 11) mi lagno. "Quest'anno è stato difficile organizzare, più degli altri anni", "Sto attraversando un momento un po' così" "E' un periodo schifoso" etc etc e poi finisce sempre che capitolo dopo capitolo partono pipponi su pipponi, e poi si conclude con un po' di retorica positiva, di riflessioni sul domani, di aria fritta sui sentimenti etc. Quest'anno non dico che farò così, né che non lo farò. E dico anche che non ho molta voglia di scriverlo, quindi lo scrivo in fretta prima che il mio corpo e la mia mente si accorgano della violenza a cui li sto sottoponendo. Quindi potrei dire che avrete un flusso di coscienza, però vi dico anche che NON lo avrete, dato che dovrò purgare/censurare/alludere a miliardi di cose che in un resoconto PUBBLICO non si possono scrivere. Insomma, la vita è piena di sfumature e contraddizioni, e crescendo lo si impara. Ma proseguiamo: innanzitutto confermo la cosa che ho realizzato nel resoconto #9 (2014) ovvero che per me Lucca è il Klondike. Quando ci vado avverto la fatale convergenza di ogni elemento che conta della mia vita: amicizie, amori, lavoro, passioni e ossessioni (cit.), tutto crossoverato insieme in un lieve torpore da ubriacatura (ri-cit.). E questo ti scuote, eh. Nel bene e nel male, perché io ho un corpo e un cervello solo e gestire questa gigantesca mole di emozioni e sentimenti spesso opposti è davvero dura. Però se Lucca dev'essere il mio Klondike, io ho deciso di essere Paperone e quindi intendo cavalcare l'onda di questo scompenso emotivo e spendermi interamente. A costo di tornare a casa del tutto svuotato.

    Nel dettaglio: quest'anno sono successe robe belle/brutte/interessanti. Un anno fa me ne sono andato di casa e da allora ho attraversato momenti difficili, ho lottato, ho perso, ho vinto, ho riperso, ho rivinto etc. Di certo qualcosa è avvenuto: ho terminato di pubblicare online il Compendium, consegnando ai posteri un lavorone unico che analizza TUTTO il corpus dei WDAS per la prima volta senza limitazioni. E poi mi sono riscoperto fumettista, ho comprato una tavoletta e mi sono inventato il Fumettazzo, ovvero un webcomic che narra la mia vita di webmaster, attraverso l'analisi di alcuni autori. Oltre a questo, il Sollazzo è molto cambiato e questo lo devo a Manfroze. Quest'uomo, più di un decennio fa, mi diede l'impulso per dare inizio all'avventura del Sollazzo. Poi fuggì, spaventato dal mostro che aveva creato. Il mostro però l'ha inseguito, l'ha afferrato e l'ha ingurgitato, ruttando forte e ridisegnando la sua stessa struttura molecolare. Per farla breve, io e froze ci siamo messi "in affari", annettendo il suo gruppo Pkers alla nostra rete di chat Telegram. E questo ha portato a grandi cose: la community è cresciuta, sono sorti nuovi canali, abbiamo rifatto daccapo il sito e messo il Fumettazzo al centro di tutto questo. Non tutti gli utenti storici sono sopravvissuti al cambiamento, alcuni se ne sono andati, altri invece sono arrivati, e altri ancora sono tornati dal passato. La Tana Lucchese di quest'anno, allestita proprio da Froze, è un po' il simbolo di tutto questo, nel suo aggregare persone nuove...o seminuove. Insomma, questa Lucca era cruciale per poter testare il Sollazzo 2.0 e raccogliere i frutti del paziente lavoro di semina che è stata la gestazione del Fumettazzo.

    Così mi sono messo in viaggio con un BlaBla Car, poi ho fatto tappa dalla zia che mi ha dato la mancetta, cosa che mi sembra del tutto normale per un ragazzino di 32 anni, e poi di corsa a Lucca. Dove trovo ad aspettarmi il vecchio Froze, con la sua voce buffa dall'accento siciliano ma non troppo, data la sua recente permanenza a nord. Un Froze un po' creolo, ecco. Lucca però si sta già spegnendo, ed è il momento di metterci in marcia per raggiungere la Tana, che questa volta è a Viareggio. Laggiù troviamo ad attenderci Lello Arena, poi guardo meglio e non è davvero Lello Arena, ma è il Dottor Jacoby di Twin Peaks. Anzi no, è solo Simokku. Così conosco dal vivo questo nuovo sollazziere, che è lo stesso sollazziere che ha avuto il coraggio di guidare i miei primi passi nel mondo della tavoletta digitale. Un uomo con una barba pazzesca, vi dico. Infine arriva il vecchio morbidoso Elik, che dopo il Fumettazzo adesso è diventato Polemik, e che tenendo fede al suo nuovo nome inizia a deliziare la Tana con le sue opinioni variopinte. E poi si dorme. Prima sparisce Elik, poi sparisce Froze, e così rimango solo a chiacchierare con Simokku. L'argomento? Ovviamente il Dottore Classico. Non esiste niente di più adatto a conciliare il sonn....zzzzz....

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  • Valerio ha scritto:Infine arriva il vecchio morbidoso Elik, che dopo il Fumettazzo adesso è diventato Polemik, e che tenendo fede al suo nuovo nome inizia a deliziare la Tana con le sue opinioni variopinte.
    Io rigetto questo ritratto della mia persona. Io non inizio con le opinioni variopinte. Io RISPONDO. Forte.
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Secondo Giorno: COSSA sono questi scleri, Valè?

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    Mi sveglio è c'è COSSA. Chi diavolo è COSSA? Un tizio che mica l'ho capito molto bene. Qualche mese fa mi piomba nel Sollazzo e decide che deve fare delle cose, e inizia a farle, e nemmeno male, va detto. Io non ho ancora capito se stia servendo il dio sollazzo, il gesù grrodoni o semplicemente la madonna della sbatta però oh, dati i risultati lascio fare. COSSA porta cose nuove: in primis la sua presenza fisica che mi era ancora ignota, poi sua moglie e infine... il fumettazzo in carne ed ossa. Sei fascicoli freschi di stampa che includono le mie prime due storie e che da questo momento in poi verranno diffuse presso alcuni eletti. Fra questi eletti ci sono io, che me ne accaparro subito una. Grazie COSSA. Meno cinque. Poi però mi giro e noto che manca Elik. Dov'è? Ma è chiaramente andato a Bologna, come chiunque si aspetterebbe da qualcuno in gita a Lucca. Mi pare una cosa normale e lineare, no?

    Poi si va in fiera, che è sempre la solita fiera. Solo che sono io a non essere sempre il solito grrodoni, anno dopo anno. La profezia del crossover cerebrale si avvera e io impazzisco di ansia e sconforto. Fare acquisti, visitare la fiera, parlare con gli autori, diffondere il fumettazzo, imbattersi in amici, nemici, colleghi, amori, dolori e allegria. Tutto nello stesso momento. Non ce la faccio, non gestisco tutto questo convergere e confliggere di interessi. E a chi appigliarsi dunque? Ma a gianduja, che mi arriva alle spalle tranquillo e serafico. Costui è l'utente che fottesega di tutto, uno scoglio di neutralità cerebrale nella burrasca emotiva a cui tento di sfuggire. Ma mica c'è solo lui, ecco che arriva il giovane Mistura, l'autore del Pk-Bufo, che mi si palesa col suo tenero e bufo nasone e con la sua donna, a mio avviso non bufa bensì valida. Tutt'altro che valida è invece la barba di Diglio, la nuova rockstar del fandom pikappico, colui il quale riesce a trovare del pathos anche nel concetto di Iron Ciccius, mentre fuma con Labadessa. Ah, gli eccessi di questa nuova e sfrenata gioventù. E non dimentichiamo Zangief, che arriva, chiacchiera un po', poi mi dice che il fumettazzo è una cagata pazzesca e se ne va al galoppo verso l'orizzonte, con una risata sardonica. S-Sniff?

    A Palazzo Ducale c'è la mostra di Casty, e così ci andiamo. In questo modo incontro un'altra manciata di persone con cui mi fermo a chiacchierare, come Pacuvio, Catenacci o la Ballerani. E ovviamente Casty, che mi redarguisce subito dicendo che devo aumentare la produzione di vignazze e fumettazzi, buttando fuori roba come se non ci fosse un domani. Oh no, l'ansia da produttività mi coglie di nuovo! Devo produrre, costruire, realizzare, realizzarmi. Va a finire che colto da tutti questi pensieri arrivo al meeting dei Pkers organizzato dal Sollazzo e NON MI FILO NESSUNO. Un cagone, proprio. Giusto giusto Goldensun alla sua prima apparizione pubblica, proprio quello che aveva fatto i cartoni animati del Sollazzo con Flipnote. E poi scappo via, evado, seguendo gianduja, il mio canto libero. Arriviamo al Games, dove mi rendo conto che non ho nemmeno pranzato degnamente e così mi slurpo roba giappa a caso, mentre riempio i suoi testicoli di lagne e tristezze, prima di congedarmi da lui per un altro anno. Riposa, adesso (cit.)

    E poi mi ripiglio, echeccavolo! E inizio con Froze la mia missione di diffondere i Fumettazzi stampati da COSSA. La prima copia non può che andare a Calcare stesso, che dopotutto è il protagonista del pilot. Poi già ai tempi la apprezzò e quindi va da sé che se la merita. Appena gliela dò lui MI DA' UN BACINO e io mi spavento, ma poi mi ricordo che essendo io del nord e lui del centro è più che normale. E così colmiamo questo culture gap con una bella foto ricordo, che va ad aggiungersi all'altra foto ricordo scattata poco prima, con Markeno vestito da Superpippo. I miei eroi. L'altra non può che andare a Foschini, ovviamente. E così ne rimangono tre, da distribuire i giorni successivi.

    E' tempo di andarsene, ma prima faccio un acquisto, ovvero il primo numero di Monster Allergy EVOLUTION, che è l'altro grande rilancio della scuderia Artibani/Centomo. Eh già, mica solo PK è tornato in pompa magna, non ci dobbiamo dimenticare di questo enorme fumetto, porca bomba. Noi poi ci siamo un bel po' legati dato che ha praticamente dato vita a questo posto. Ecco sì, le origini del Sollazzo, quale migliore occasione per riraccontarle daccapo? E così una volta tornati a Viareggio riunisco i poveri malcapitati intorno al fuoco (che sono io) e racconto loro gli eventi di quella Lucca di tanti tanti anni fa, eventi che portarono alla creazione del Sollazzo. E' una cosa che faccio ogni anno, in verità, come un vecchio arteriosclerotico, come Paperone col Klondike. E ogni volta il racconto si arricchisce di particolari nuovi, o cose inventate di sana pianta a cui decido di credere pure io. Prima o poi dovrò chiedere a Don Rosa di stilarne la cronologia definitiva, così faccio piangere pure qualche ventenne. Non appena li ho fatti secchi tutti quanti, e non ne è rimasto nessuno ancora sveglio, mi rifugio sotto le coperte per leggermi il fumetto tanto amato, che ancora una volta riesce a sorprendermi e a insegnarmi qualcosa su come guardare al futuro. E conscio di questo mi addormento, ignaro che il giorno dopo sarà proprio il passato a bussare alla mia porta.

    [CONTINUA...]
  • Terzo Giorno: Sciocco di un Orsetto...

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    E il passato bussa davvero alla mia porta! Mi sveglio e questa volta in casa c'è WAGO! Riemerso dal passato, dalle nebbie dei tempi, uno dei primi Pker storici, che aveva fatto perdere le sue tracce sin dai tempi dello SBONK!!1 La prima cosa che facciamo è perdere le sue tracce di nuovo, in modo maldestro. Il gruppo infatti si divide: da un lato ci siamo io, froze, Elik e i Cossas che tentiamo di giungere a Lucca in auto, dall'altro Wago e Simokku che prendono il treno. Non riusciremo a ricongiungerci tutti insieme MAI PIU'. Questa volta cerco di affrontare la giornata con più calma e cerco di fare tutto quello che devo fare senza ansie. E quasi ci riesco. Visito alcuni editori, parlando loro del Fumettazzo, dribblo l'obiezione - infondata - che il prodotto in questione contenga violazioni di copyright, poi faccio anche acquisti. Alla Panini infatti hanno messo in vendita la deluxe di Dracula, e dell'Isola di Quandomai di Casty, e già che ci sono mi accatto anche l'omnia della pezziniana I Signori della Galassia. Al carrello della spesa aggiungo il nuovo Rat-Man e il nuovo Darth Vader, e per oggi mi ritengo soddisfatto. A pranzo riusciamo addirittura a infilarci dentro un ristorantino in Piazza Napoleone per una pizza, cosa alla quale la folla mi aveva fatto rinunciare già da alcuni anni.

    Quando la giornata volge al termine il passato torna a farmi visita, prepotente e dirompente. Perché mi ritrovo nuovamente davanti qualcuno che i miei ricettori neuronali percepiscono come rilevante. Solo che dai, non posso raccontare i cavoli miei senza alcun filtro, non posso continuare ogni anno a violare la privacy mia e delle persone che mi stanno intorno, solo per ragioni narrative. E' per questo che mi vedo costretto a optare per un recasting, e rimpiazzare questa persona con un altro caro ricordo del mio passato, ovvero PELULINO, l'orsetto di peluche che tanto amai quando ero bambino.

    E' tanto, troppo tempo che non mi facevo una bella chiacchierata con Pelulino, e inizialmente lui me lo fa pesare. E' un po' offeso Pelulino, e ha ragione, perché negli ultimi anni non me lo sono filato di pezza (!). Poi dopo un po' il gelo svanisce e finalmente ci ritroviamo a chiacchierare come ai vecchi tempi. E mi ricordo perché dopotutto è sempre stato Pelulino il mio preferito, perché con lui ci si capisce al volo. Tra me e lui è così: basta uno sguardo silenzioso che vale di più di mille goffe parole. Goffe parole che poi comunque sono costretto a pronunciare, per raccontargli un po' la mia vita attuale, il mio presente, le mie lotte, i miei problemi. E poi tocca a Pelulino mostrarmi le cose che fa lui, peraltro di valore. E alla fine della fiera, dopo aver passato insieme un'ora che contiene tre anni di vita, io e Pelulino ci abbracciamo e ci salutiamo. C'è una certa serena malinconia da ambo le parti, e tanta consapevolezza in più. Alla prossima, Pelulino, non ti dimenticherò. Nemmeno quando avrò 100 anni, e tu 99, sciocco di un orsetto.

    Conclusa la parentesi emotiva è il momento di capire cosa fare della serata. Prima che la fiera chiuda ci scappano due chiacchiere con Sio, poi bisogna radunare il resto del Sollazzo. Ma Elik è sparito, finito misteriosamente inghiottito ad una certa cena del Papersera della quale non sapevamo niente. Una cena con Casty, ma senza Casty. Perché quando c'è Elik, il paradosso tragicomico è di casa. Simokku pure è disperso, mentre Cossa e sua moglie sono tornati nel frattempo alle loro vite, concludendo la loro esperienza lucchese. Ci rimane Wago, però. Con lui e froze mi faccio un viaggetto in treno verso Viareggio, chiacchierando di fumetto e politiche editoriali, poi lo congediamo e raggiungiamo la base, alla quale piano piano ritornano anche Elik e Simokku. La serata trascorre così, come sempre a chiacchierare, poi sotto le coperte trovo Leo Ortolani ad attendermi, pronto a fottermi... le poche certezze di continuity che la sua saga di Rat-Man mi aveva lasciato. La storia volge al termine e l'intreccio si infittisce, e su questi confusi pensieri mi addormento sognando il Porcattivo, Sio, Pelulino, Wago e le mille emozioni conflittuali che questa magica fiera continua a volermi dare.

    [CONTINUA...]
  • Quarto Giorno: Grroze

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    Il problema delle Lucche lunghe è che la gente sceglie sempre giorni diversi per pernottare, e così può capitare di non arrivare alla fine tutti insieme. Questo ad esempio è il giorno della morte di Simokku, che ci abbandona per andare a fare un torneo di traduzioni senza mai più voltarsi indietro. La sua Lucca finisce qui. La nostra no, perché c'è ancora molto da fare. Oggi infatti toccano le conferenze Disney: prima quella di Duckenstein con Celoni e poi quella di Pk con mezza Disney... che ovviamente rappresenta il clou. In questo frangente ecco arrivare il vippo della giornata, ovvero Mastro Sisti, l'uomo dietro l'imminente "Cronaca di un Ritorno", di cui circolano già le prime tavole in anteprima. E l'atmosfera è già tanta. Fan del Compendium e - per sua stessa ammissione - del Fumettazzo, il Sisti si può dire un vero e proprio amico del Sollazzo, e lo dimostra lanciando un saluto via audio ai Pkers della nostra Tana Telegram, rimandandoli all'imminente Botta & Risposta. Poi per tutto il resto della giornata si rende disponibile per autografi e chiacchierate sollazzesche. A me elargisce preziosi consigli per la carriera, suggerimenti per diffondere il fumettazzo e altre utili dritte, mentre a manfroze regala un sacco di curiosità e retroscena da pikappero doc.

    Ecco, parliamo di manfroze. Vorrei spendere due parole di elogio per questo buffo uomo. Sono quasi 12 mesi che mi rallegra con le sue facezie, spingendomi a perseguire i miei obiettivi, dandomi consigli che la mia mente è in grado di assorbire e capire, e aiutandomi a correggere la rotta quando faccio cazzate... ma pur sempre attraverso percorsi compatibili col mio solco. Non è una cosa da tutti, eh. In particolare durante questa Lucca il Froze si rivela uno zelante PR, presentandomi gente di ogni tipo. E non si tratta soltanto delle sue innumerevoli ex, lui intende mostrarmi l'intera gamma umana che gravita intorno al FUMETTOMONDO. Autori, editori, indipendenti, amici, amiche e persino qualche imbonitore, nulla sfugge alla scuola di vita Manfredi Pumo. E quando andiamo a presentare il Fumettazzo in giro, la sinergia è perfetta: pestoni, pizzicotti e gomitate silenziose quando sbaglio, pacche sulle spalle e microscopici cenni quando faccio giusto e poi se proprio va male si sdrammatizza, due lollate e si va avanti. Bravo Froze. E così grazie a questa sincronia riusciamo a eleggere altri due portatori di Fumettazzo: Barbara Garufi della reda del Topo e nientepopodimenoche... Lupoi! Ci rimane solo un albo da donare, a chi andrà? Lo decideremo domani.

    In tutto questo vagare mi imbatto svariate volte in Pelulino, che scorazza fra gli stand tutto trafelato.

    <Valerio> Bella lì, Pelulino! Che ne dici di fermarti un attimo per un birrone?
    <Pelulino> Eh no, scusa, devo scappare! Ho interviste, reportage, incontri e riscontri!...
    <Valerio> Ma dai, ci fumiamo un sigaro cubano e ce la spassiamo come quella volta a Caracas...
    <Pelulino> Quel tempo è finito, ora sono un orsetto impegnato, io!
    <Valerio> Dannazione, Pelulino, dannazione!!

    E così anche questa giornata volge al termine. Domani toccheranno gli addii, e avremo meno tempo a disposizione, dato che si tratta solo di mezza giornata. Non rimane che avviarci all'appartamento di Viareggio. Siamo io, Froze e un Elik che nel frattempo ha scoperto come superare il limite del Super Sayan. E così la sera a casa ci ritroviamo a questionare con un Polemik di livello 100 sulle strategie editoriali migliori per rilanciare i nostri fumetti preferiti. Roba da chiodi!!1

    [CONTINUA...]
  • Quinto giorno: Chiudere ogni sottotrama

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    Gente, ora parliamo seriamente. Ma che razza di merda è la giornata conclusiva di Lucca? No, sul serio. Ogni anno è sempre peggio. Sempre. Peggio. Ti svegli e SAI che hai il bagaglio, la casa da riconsegnare, magari dare una pulitina, qualche altra sbatta random qua e là, che ti farà arrivare in fiera TARDISSIMO. Poi? Poi come se non bastasse iniziano gli addii, con gli amici che se ne vanno scaglionati e scoglionati in orari differenti, e avverti la decimazione progressiva. E non scordiamo che poi il bagaglio PESANTISSIMO te lo devi gestire tu, non lo puoi lasciare in appartamento se poi partirai direttamente da Lucca. E quindi o te lo porti appresso in fiera o ti tocca ricorrere al deposito bagagli. Che è vicino alla stazione, e quindi se poi te ne andrai in treno ok, ma se invece hai un blablacar da tutt'altra parte allora la sbatta è totale. Poi non è che non ci sia la fiera da visitare, perché c'è e lo devi fare, conscio di tutte queste limitazioni logistiche ed emotive. Il risultato è che hai questa enormità di sbatte concentrate in una finestra temporale ridicola, perché se non vuoi arrivare a casa tardissimo almeno a metà pomeriggio devi chiudere l'esperienza.

    Quest'anno non fa eccezione. C'è il triste addio di Elik che al risveglio se ne va, senza nemmeno una tappa in fiera. E poi la casa da sistemare col froze. Poi il treno per Lucca, l'arrivo verso l'ora di pranzo, una PANNOCCHIA in velocità ed eccoci dentro, per portare a termine la nostra missione e trovare l'ultimo designato possessore di Fumettazzo. Che è Recchioni, che incontriamo passeggiando. La tattica di marketing del froze ha dell'ammirevole:

    <manfroze> tieni, qui c'è pure la tua faccia
    <Rrobe> ah ok

    E poi è il momento di chiudere un po' di storyline. Così inizio il giro degli stand e dei saluti, a partire da Sisti. Fra una settimana ci rileggeremo grazie a Pk, al web, al Botta & Risposta, ma intanto devo dire addio al suo corpo fisico, alla sua spoglia mortale. E poi ecco, come posso dimenticarmi del mio orso di pezza? Trovo Pelulino vicino allo stand Panini e insieme ci concediamo una seconda chiacchierata, più lunga della prima. Premetto che, come spesso accade a Hollywood, il sequel non riesce a eguagliare la poesia e la spontaneità dell'originale, e si vede che è stato messo in lavorazione per soddisfare gli azionisti. Però, fra una chiacchierata e una pungolata, qualche concetto interessante emerge e quando arriviamo alla fine di ogni cosa l'orsacchiotto e il suo bambino non possono fare a meno di cingersi in un abbraccio forte, stritolante. Un abbraccio che contiene tutte le cose che si sono detti, quelle che non si sono detti e quelle che probabilmente non potranno dirsi mai più. Poi ci si lascia andare, io me ne vado da un lato, Pelulino dall'altro. Padova e la Terra degli Orsetti sono in direzioni opposte, dopotutto. Decido di non voltarmi indietro... ma lo faccio. E forse Pelulino se ne accorge.

    E se pensate che tutta questa poesia concluda degnamente il resoconto, sto gran cazzo! E' l'ultimo giorno di Lucca, ricordate? E' il giorno delle sbatte!! Quindi tocca correre in stazione a ritirare lo zaino, farsi strada fra la folla, riattraversare le mura e il centro città, dato che ho il BlaBla Car nella direzione opposta, e in tutto questo mi perdo froze. E allora tocca sentirsi, telefonarsi, darsi appuntamento, e un attimo che non c'è campo, dove cazzo sei, qui, no io sono là, ma io ero là prima, dove ci becchiamo?, va' che ho poca batteria, oddio panico paura etc etc.

    E poi finisce.

    Sono lì davanti a froze, che mi ha scortato fino all'auto. La tentazione è quella di abbracciarlo, ma quei due etti e mezzo di virilità rimastami me lo impediscono. Però lui lo sa che dentro di me l'ho fatto.

    Durante il viaggio sono perplesso. I sentimenti che si agitano dentro di me mi rendono un po' assente. Sono malinconico per la fine dell'esperienza, emozionato per certi incontri fatti, terrorizzato per il futuro, triste per il presente al quale sto tornando. Il mostro dentro me si agita, non è tranquillo, è irrequieto. Potete ben capire quanta voglia ho di mettermi a fare il gioco DEGLI INDOVINELLI che il conducente buontempone mi propone. E quindi preferisco scambiare due chiacchiere con la soldatessa seduta al mio fianco. Una volta a Padova non vado subito a casa, ma corro da Dapiz & Giada, ai quali spetta tradizionalmente la versione brutta e confusa di questo resoconto, recitato a voce con grandi gesticolazioni, un po' come Walt Disney quando spiegò per la prima volta Biancaneve al suo staff. Il Pipistronzo nel frattempo esce dal mio zaino nel quale si era infrattato per farsi cinque giorni di fiera senza pagare il biglietto... e per farmi il controcanto, evidenziando ovviamente ogni cavolata che ho fatto e detto in questi cinque giorni.

    E una volta che Dapiz mi riporta a casa faccio i conti con la dura realtà. Ci sono ancora i piatti da lavare di cinque giorni fa. Il Porcattivo purtroppo non ha potuto pensarci, non è stato molto bene ultimamente, e aveva lasciato il compito al Coniglio Spumiglio che se n'è del tutto scordato. I miei smadonnamenti sono forti, fortissimi, e il pensiero che da domani ricomincia il solito tran tran non mi dà pace. Tuttavia, una nota positiva in tutto questo c'è, e per ricordarmene corro a tirare fuori dal mio zaino l'acquisto più importante di questi cinque giorni di fiera: The Moneyman, di Alessio de Santa. Si tratta della biografia a fumetti di Walt... visto con gli occhi di suo fratello Roy, colui a cui spettava l'onere di fargli quadrare i conti. L'approccio è senza dubbio originale, e l'intento dell'opera è nobile, così non potevo fare a meno di farla mia. Nelle ultime pagine del volume è presente un articolo in cui De Santa spiega alcune cose importanti per comprendere appieno il suo lavoro, e fra queste è presente una citazione alla mia persona e al Disney Compendium, da lui frequentemente consultato per documentarsi.

    Grazie Alessio. Vada come vada, la riprova tangibile che quei due anni di lavoro non sono stati inutili me l'hai data. Forse è il caso di rimboccarsi le maniche, superare le difficoltà e mettersi al lavoro per costruire un altro anno di web ugualmente proficuo. Io sono pronto.

    [FINE]
  • Mamma mia, che resoconto floscio quello del Grrodoni qui sopra: non ne ricordo nessuno così piatto, senza speranza e con post così brevi… le belle Lucche di un tempo non tornano più, eh?

    Ad ogni modo, anche per me c’è stata una Lucca Comics targata 2016 :)
    Una Lucca diversa dalle precedenti, anche se segue il solco tracciato da quella del 2015: infatti anche stavolta mi sono organizzato autonomamente con il gruppo dell’anno scorso, vale a dire la mia ragazza Anna, la sua amica Clara e il buon Manuel (detto Zangief), al quale si è aggiunta Tigrotta, per trovare un appartamento dove pernottare nei giorni di fiera e per condividere l’esperienza lucchese.
    Ma se l’anno scorso questa linea d’azione nacque dal bisogno di fare di necessità virtù di fronte alla bassissima affluenza sollazza, e quindi portandosi dietro molte malinconie, compromessi interiori, cazzi e mazzi, stavolta avevo abbracciato con più naturalezza e tranquillità la situazione.
    Ormai i “tempi d’oro” del Sollazzo allargato e in grande stile, per quanto mi riguarda, sono archiviati: gli amici che li rendevano tali non sono ormai più interessati a Lucca o gli viene difficile parteciparvi per via di lavoro e impegni vari, mentre quelli della vecchia guardia che in qualche modo resistono – Valerio in primis – hanno un approccio alla fiera distante dal mio.
    Meglio dunque organizzarsi con un manipolo di gente fidata e cercare di godersi appieno e nel modo più genuino l’esperienza.

    Certo, rispetto all’anno scorso torno a casa un po’ meno soddisfatto dell’esperienza, complessivamente: nel 2015, pur avendo fatto solo due giorni (uno in meno di quest’anno), avevo l’impressione di essere riuscito a fare un po’ tutto quello che volevo, quest’anno invece mi sono portato a casa alcuni rimpianti: nessun disegno da autori (puntavo molto sugli autori Disney, visto che non c’era più la lotteria ma il “chi prima arriva meglio alloggia”, ignorando però che se arrivavi anche solo alle 9 e un quarto avevano già completato tutte le sessioni), persa la conferenza con Casty (e non sono riuscito a vederlo neanche per sbaglio), pochi incontri con i colleghi dello Spazio Bianco… e altre mancanze varie che mi è spiaciuto non riuscire a comprendere nel pacchetto generale.
    Ciò detto, non me la sono neanche presa tanto quanto avrei magari fatto anni fa: si cresce, ahimè, e temo che questo si ripercuota anche sulla visione della fiera, più disincantata anche solo rispetto a un paio d’anni fa.

    Ma nonostante tutte queste considerazioni, Lucca continua ad essere pervasa da un’aura magica alla quale non riesco ad essere indifferente, e che sa in qualche modo conquistarmi, anche se forse in modo meno pervasivo di un tempo.
    Arrivato sabato mattina dopo un viaggio tranquillo in treno, alle 11.00 ero già in fiera con braccialetto d’ordinanza: il tempo di raggiungere la mia ragazza e poi – nel modo più prevedibile – è subito PalaPanini, straripante di gente come lo ricordavo. La mia missione è intercettare Lorenzo Pastrovicchio, che quest’anno era ospite nientemeno che del lato Marvel del bancone, avendo illustrato una variant cover degli Avengers, ma quando arrivo ha ancora una lunga fila a cui fare sketch, quindi ne approfitto per comprare un po’ di robine Disney direttamente dalle capaci mani di una standista d’eccezione: Elisa, la compagna di Claudio Sciarrone che non vedevo da tempo immemore. È stata l’occasione per scambiare quattro chiacchiere e qualche battuta, rinverdendo un buon rapporto.
    Allungo una mano in casa Marvel per acquistare una graphic novel fondamentale su Daredevil (perché ogni tanto osare è bello), e poi vedo fuori dal padiglione proprio il Pastro! Mi fiondo fuori e passo 10 minuti a chiacchierare con lui come non ho potuto fare, dal vivo, da molto tempo.
    Nel frattempo ci raggiunge anche Gianduja, che è sempre bello rivedere, e poi è tempo di mangiare qualcosa.

    Ma prima di mettere sotto i denti qualcosa, ecco che incoccio in un gruppetto d’eccezione: Valerio insieme alla compagine del “nuovo Sollazzo”: Manfroze, Cossa e Simokku. Una presentazione veloce, ma sufficiente per assegnare un volto a quelli che fino a quel momento erano stati solo nomi in chat, e poi di corsa a pappa, ché poi alle 14.00 mi avrebbe aspettato l’incontro della BAO.
    Il pomeriggio è passato poi tra giri ameni per gli stand degli editori e per le sempre colorate vie della città, fino a quando non ho dovuto attraversare la camminata-ammazzata insieme a Zangief per portare il mio bagaglio alla sua macchina.
    Rifatto il percorso al contrario è tempo di dirigermi al palco di Lucca Music, dove insieme alle ragazze avrei seguito il concerto di Cristina d’Avena: ci sono andato più che altro per accompagnare Anna, ma poi io per primo mi sono divertito come un matto, cantando e saltando a più riprese. Uno dei momenti top di questa Lucca, insieme alla cena sociale con Lo Spazio Bianco fatta subito dopo, che mi ha permesso di chiacchierare e confrontarmi con i colleghi, facendoci anche un bel po’ di risate tra una portata e l’altra.

    La domenica sono arrivato in fiera più in ritardo del previsto a causa di una serie di imprevisti organizzativi, ma non mi sono perso d’animo e, momentaneamente solo, dopo aver mangiato un panino al volo vedo di portare a termine alcuni acquisti essenziali (il nuovo fumetto di Gipi, il libro illustrato di Benni, la raccolta di racconti di Gaiman), per poi ricongiungermi con Anna e passare le sue ultime ore di fiera insieme. A breve infatti abbandonerà il suolo lucchese insieme a Clara per tornare alla sua vita lavorativa, e quando questo avviene decido di occupare le ultime ore pomeridiane per tornare in Piazza Napoleone e godermi con calma le mostre dedicate e Zerocalcare e Casty, per poi tornare all’appartamento insieme ai due compagni superstiti.

    Lunedì è l’ultimo giorno, per me, e ho deciso di dedicarlo in massima parte alle conferenze: quindi, dopo aver accattato gli ultimi fumetti a cui tenevo, eccomi ad assistere al panel su Duckenstein con Fabio Celoni, a quello su PK (dove riesco a salutare, ancorché velocemente, Sciarrone), alla lection magistralis di Giorgio Cavazzano e all’incontro con Matteo Casali e Giuseppe Camuncoli su Batman: Europa.
    In mezzo rivedo Iry, con cui ho modo di chiacchierare un bel po’ apprendendo delle sue più recenti fatiche per Impero Disney e delle sue interviste a questa Lucca; incrocio anche i sollazzi e trovo infine pure dei paperseri, in special modo Gumi, Pacuvio, il Del Gusto e Carlotta, con i quali chiacchiero per una decina di minuti del più e del meno, in modo piacevole nonostante abbia mosso anche live alcune critiche al nuovo “volto” del forum, in cui mi rispecchio più difficilmente di un tempo. Si cambia, la mia laconica spiegazione, valida tanto per me quanto per le piattaforme web.
    È quasi ora di abbandonare la fiera, stavolta in modo definitivo per quanto riguarda il 2016, ma ecco che passando di fianco allo stand BAO scorgiamo facce note e amiche: Teresa Radice e Stefano Turconi, inavvicinabili per tutta la fiera causa impegni multipli e bambini al seguito.
    Stanno per andarsene anche loro, ma c’è perlomeno l’occasione di salutarsi, abbracciarsi e per Manuel di farsi autografare la sua copia del Porto Proibito; non è poco, dato che ormai avevo dato per scontato che non li avremmo proprio visti nemmeno di sfuggita.
    A quel punto era davvero ora di rincasare: all’appartamento subirò nell’ordine due mosse di wrestling, gli sbeffeggiamenti di Manuel al sentire i nomi di alcuni gruppi musicali che seguo e una scottatura da acqua bollette sul dito indice, ma tutto serve per caratterizzare comunque la serata finale, e accetto quindi di buon grado quanto accade.

    La mattina dopo ho lasciato di buon’ora l’appartamento, diretto in stazione, per arrivare qualche ora dopo a casa, concludendo un’esperienza che come dicevo è stata minata da alcuni inconvenienti ma che ha comunque mantenuto intatte le sensazioni positive di base, dettate dal girare per le vie di una città bellissima e ospitale gremita di appassionati, nerd e cosplayer, e dalla compagnia con cui le ho vissute, per la quale ringrazio quindi i miei compagni di viaggio :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

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  • Il graduale processo di artibanizzazione dell'esperienza lucchese sta colpendo tutti. Anch'io, che nemmeno l'ho frequentata annualmente, comincio a provare insofferenza. Al bilancio complessivo i fastidi, le fatiche, le spese, gli imbarazzi sono arrivati (quasi) a eguagliare gli aspetti migliori, come le novità editoriali, gli incontri, gli amici, le magnate, la città.

    Paradossalmente me la sono goduta di piú l'anno scorso, quando sono arrivato e ripartito in giornata, ho speso poco, tutti eravamo felici e spensierati e non avevo ancora idea dell'insopportabile mostro ROSICONY :fire: che aleggiava sul Sollazzo e al cui passaggio tutto marcisce. Che peccato.

    Comunque quest'anno, complice la coincidenza di un altro impegno che avevo a Bologna, ho deciso di partecipare alla fiera dal primo all'ultimo giorno, insieme con la (seppur scarna) delegazione del Sollazzo: quella che avete imparato a conoscere nel lungo resoconto di Valerio, e a cui il mio resoconto può fornire un punto di vista alternativo (uno dei sei).

    day 1
    Il primo giorno comincia con un cappuccino avvelenato. Sono le ore 5 del mattino alla stazione di Avezzano e nell'attesa che parta il treno ho la geniale idea di prendere un cappuccino da un distributore automatico lì sulla banchina. Banchina che frequento da dodici anni a tutte le ore del giorno e della notte e dal cui distributore automatico non ho mai visto nessuno prendere mai niente. Ora so il perché. Quel maledetto cappuccino, oltre a avere un pessimo sapore, ha probabilmente corroso tutto quello che ha trovato sul suo cammino all'interno del mio corpo, provocandomi spasmi e sudori per tutte le sei ore di viaggio fino a Viareggio.
    A Viareggio battezzo l'appartamento sollazzo prima di tutti, finché non arriva Manfredi a.k.a. Manfroze: un uomo che conosco e venero da quindici anni e che non avevo mai visto prima di allora. Ci scambiamo qualche convenevole. Poi ci guardiamo negli occhi e ci capiamo immediatamente: andiamo a letto. Ognuno nel suo, non vi agitate. Verso le 3 del pomeriggio ci svegliamo e ci ricordiamo che siamo qui per un motivo, la fiera di Lucca, e allora prendiamo il treno e ci andiamo.
    Lasciamo la stazione, attraversiamo il ponte riservato ai profughi fieranti, e vaghiamo alla ricerca della biglietteria finché un'anima pia non ci spiega che era proprio vicino alla stazione, prima del ponte. È il tramonto e di questa fiera non abbiamo ancora visto niente. Gli altri compagni nemmeno si erano ancora visti. Valerio era ancora a concupire la sua zietta a Firenze e Simokku pure sarebbe arrivato tardi. Nessuno risponde al mio appello di andare a vedere IL MIGLIOR FILM DELL'ANNO in anteprima solo per quella sera e che non uscirà in Italia per altri sei mesi, avendo tutti di meglio da fare, per cui mi accollo a chi queste cose sa apprezzarle: Marco a.k.a. Rebo, infatti, è già lí a monitorare l'ingresso del cinema Centrale, temendo un afflusso incontenibile di spettatori per questa anteprima imperdibile di "La tartaruga rossa" di Michaël Dudok de Wit, suo primo lungometraggio e prima coproduzione europea dello Studio Ghibli. Invece fino a mezz'ora prima dello spettacolo in fila non c'è un cazzo di nessuno. Nel frattempo faccio la conoscenza dei colleghi di Marco e ci raggiunge anche Manuel a.k.a. Zangief. Mancava solo Eddy e avremmo riunito al completo la cricca di Annecy (dove appunto ci perdemmo la prima occasione di guardare quel film). Alla fine del film siamo tutti estasiati, ma ormai è tardi dobbiamo tornarcene ai nostri covi. Senza vergogna chiedo a Manuel di accompagnarmi in macchina, egli già sapendo che è parcheggiata lontanissimo e che ci aspetterà quasi un'ora di stradine di montagna prima di raggiungere Viareggio e che mi avrebbe fatto rimpiangere il treno. Non sapeva però che i toscani sono degli enormi cogli...ehm, guidatori irresponsabili, specialmente di notte, specialmente nelle stradine di montagna, e che quella notte abbiamo rischiato la vita per risparmiare 3 euro di autostrada... Ma a parte questi inconvenienti, il viaggetto è stato piacevole e divertente. Specialmente la parte dove scopro che Manuel era parcheggiato ESATTAMENTE dove avevo parcheggiato io l'anno scorso. Sulla stessa strada. Alla stessa altezza. Tanto che a un certo punto sono io a indicargli dove svoltare per ritrovare la macchina.
    Le coincidenze non finiscono qui, perché quando finalmente ci avviciniamo a Viareggio, dove entrambi alloggiamo, ci accorgiamo che anche i nostri appartamenti sono vicinissimi, praticamente sulla stessa strada a tre isolati di distanza. In altri tempi una coincidenza del genere avrebbe portato a unire i due gruppi, a viaggiare tutti insieme, mangiare insieme, eccetera eccetera. Ma si cresce. Si costruiscono nuovi asili nido, più grandi. Mesto et errabondo per la mia cronica immaturità che mi impedisce di capire quanto importanti e serie siano le questioni che ci dividono e ci avvelenano questa costosissima fiera come un cappuccino di stazione, mi incammino per minuti 6 (sei) verso il mio appartamento, dove ritrovo finalmente il resto della banda: Manfredi, Valerio e Simone a.k.a. Simokku e si rimane a parlare fino a notte fond... no. L'indomani mi aspetta un altra levataccia, per raggiungere Bologna. Quindi la "seduta spiritica" di Valerio dovrà aspettare.

    day 2
    Vado a Bologna a informarmi su questa nuova direttiva europea sulle revisioni dei veicoli che doveva essere ratificata in Italia quest'anno ma il Parlamento ha avuto altro a cui pensare e quindi boh. Chiamo una mia vecchia amica di Bologna, vegetariana, a cui chiedo consiglio su dove mangiare nei pressi della stazione Centrale. Ma lei tarda a rispondermi, e quando lo fa io ho ormai già divorato uno strabordante kebab, e lei ha una sincope. Al ritorno è già tardo pomeriggio e decido che non vale la pena fermarsi a Lucca per la fiera, perciò torno direttamente a casa a Viareggio, che c'è da accogliere l'arrivo della famiglia Cossa! Marco, fra l'altro, è un collega nell'ambito dell'autoriparazione, per cui abbiamo anche modo di discutere nel merito del seminario di aggiornamento a Bologna dove ero appena stato. Sarà ironico, l'indomani, scoprire che proprio la loro auto ha la revisione scaduta (o meglio, a giorni). Dopo aver denunciato Cossa, mi denuncio anche da solo: di ritorno da Bologna avevo fatto il biglietto fino a Lucca e invece sono sceso dopo, a Viareggio! Che sprezzo della legge!

    A sera guardiamo il motion comic di Watchmen su Neko TV, canale 45.

    day 3
    È domenica! E finalmente posso non puntare la sveglia! Ci svegliamo un po' quando cavolo ci pare e Simone mi porta anche la colazione al letto. In realtà, come mi accorgo poco dopo, sono i suoi calzini. E non li stava portando a me, li stava mettendo in valigia. Ma un uomo può sognare. Faccio colazione e poi vado a farmi la doccia. Esco dal bagno tutto gocciolante e mi ritrovo davanti Wago, che non vedevo esattamente da dodici anni (l'ultima volta ci vedemmo a un incontro con Silvia Ziche a Roma il giorno prima del Lucca Comics 2004). Usciamo decisi verso Lucca, chi in macchina chi in treno. In macchina (non revisionata) con i Cossa ci rendiamo conto che entrare in macchina a Lucca durante Lucca Comics di domenica è l'idea più idiota che io abbia mai potuto concepire, per cui dobbiamo deviare verso il vecchio e lontano polo fieristico dove quest'anno è stato allestito il PalaYoutubers (...) e da dove partiranno, molto lentamente, delle navette verso il centro.
    È ormai mezzogiorno ma comincia finalmente la prima giornata di fiera come si deve. Faccio il mio giro di stand, cominciando dal padiglione Napoleone, il tendone principale con dentro la piazzetta e la statua della Madonna su cui poi un bambino avrà fatto un disegnino con i pastelli comportando l'intervento della squadra SWAT che l'ha prontamente pulito con una spugna inumidita. Nel frattempo il sovrintendente dei beni culturali era però già morto e Franceschini dovrà a breve nominarne un altro. Poi passo anche al famigerato PalaPanini, dove mi riprometto di comprare solo cose poco costose e lasciar stare i cartonati e altri segni di sottomissione alla Disney. Spoiler: lo farò comunque il giorno dopo.
    Passando davanti allo stand Tunué trovo un ragazzo intento a dedicare alcuni libri. Mi avvicino e la copertina di quei libri mi cattura. Non ne avevo mai sentito dire prima, e quel libro era addirittura del 2013. E avviene una di quelle cose che rende impagabile Lucca Comics (e le ricche fiere in generale): rischio. Mi avvicino, gli chiedo una dedica, e compro il libro. È "Sottobosco", di Isaak Friedl (è italiano, pare). I disegni sono magnifici e la storia è allucinante. È valso il rischio, e ne ho ricavato un bel ricordo.
    Passo al padiglione Bonelli ma quest'anno ha poco da offrirmi, e quello che cercavo davvero era già andato esaurito (questo). Ma alla fine si torna sempre al PalaPanini, in un modo o nell'altro, perché è lì attorno che gravitano tutte le mie conoscenze. E infatti, verso fine giornata, ci trovo la calorosa delegazione del Papersera, con un altrettanto caloroso e disponibile Giorgio Cavazzano a cui finalmente sia io sia Manfredi per la prima volta stringiamo la mano, tradendo una spontanea e inaspettata emozione.
    Comunque sono stanco morto, la borsa mi pesa tantissimo per gli acquisti, e Roberto a.k.a. Pacuvio e il buon Alberto "McDuck", mossi a pena, mi fanno un po' di spazio sulle scale, su cui mi spiaggio e non mi muovo più finché Matteo Gumi non mi presenta a Casty, sperando probabilmente in una lotta a torso nudo davanti alla folla assetata di sangue. Invece ci salutiamo diplomaticamente, pensando chissà cosa l'uno dell'altro, e Gumi ci rimane malissimo.
    In un ennesimo tentativo pacificatore fra parti lontane, miseramente fallito, mi ritrovo l'unico del Sollazzo a accollarsi alla prelibata, armoniosa e rumorosa cena del Papersera, in cui ritrovo gli abruzzesi con cui avevo già desinato a base di arrosticini qualche giorno prima, altri che avevo già incontrato a Reggio Emilia l'anno prima durante le celebrazioni per Silvia Ziche (galeotta sempre lei :ammore: ) e altri nuovi.
    Di ritorno a casa dopo l'ennesimo tradimento possiamo finalmente attardarci in un abbozzo di "seduta spiritica". I Cossa nel frattempo hanno concluso la loro toccata e fuga e ci hanno lasciati nel pomeriggio, corsi a fare la revisione.

    day 4
    Col favore delle tenebre, e approfittando della mia assenza col Papersera, lo spirito del ROSICONY si è impossessato della casa, e stava per rovinare il resto della giornata. I miei tre compagni minacciano di andarsene senza di me, che mi ero attardato a fare i conti. Ci riuniamo in stazione a Viareggio dove per un pelo prendiamo il treno, sperando anche di non fare il biglietto, che invece ci fanno fare a bordo. Una volta a Lucca Simone ci abbandona per partecipare al Translation Slam dovevo volevo andare anch'io ma non avendo titoli mi avranno brutalmente scartato. Non ricordo perché e percome ma non ho modo di salutarlo, perciò lo saluto qui: ciao Simo! :ciao:
    Anche Manfroze, per qualche motivo, si dilegua, e io rimango solo con Valerio per la prima volta. E scopro con orrore che, lontano dal mio sguardo e dalla mia guida morigerante, ROSICONY ha lavorato come un cappuccino avvelanato per corrodere Valerio fino al midollo, e ormai è a briglia sciolta. Non si parla che di quella cosa. Non si parla che di quelle persone. E nulla di tutto ciò ha la minima importanza, il minimo interesse, il minimo valore per poter occupare cosí tanto tempo e cosí tante energie e cosí tanto dei soldi spesi per mettere in piedi questa gita. Avvilito, lo mando mentalmente a fanculo e vado a mettermi in fila per tre ore per una dedica dei fratelli Rincione (pensa, sono arrivato a preferire UNA FILA, la cosa che odio di piú nella vita, alla compagnia di Valerio). Il Rincione disegnatore, quando arriva il mio turno, dice di avermi già visto da qualche parte. Io non sapevo nemmeno che faccia avesse lui, perciò è improbabile. Eppure mentre ero in fila, che lui ancora non era arrivato, mi aveva colto uno strano deja-vu, come se io con 'sti Rincione avessi già avuto a che fare in passato. Ma non mi torna in mente niente, nemmeno adesso. Sono turbato.
    Prima di mettermi in fila però ero anche andato a sbirciare l'attesissima conferenza su PK, con tutto il "nuovo PK Team". La conferenza era già finita, e si era passati alle domande dal pubblico. Uno spettacolo avvilente di nostalgici e avvoltoi. Mi telefona mio padre e ne approfitto per scappare.
    Dopo i Rincione ho una folgorazione: non sono ancora passato dai miei beniamini! I Dentiblú! Corro al loro stand, con gli anni sempre piú grande, sempre piú ricco e sempre piú gioioso. Davanti a quello stand deve esserci una sacca di gas esilarante, perché non si riesce a trattenere il sorriso. Mi avvicino all'immancabile Barbara Barbieri e rinnovo la tradizione di farmi disegnare un bel cignalo, stavolta sul nuovissimo instant-graphic novel Stranger Pigs, parodia del fenomeno dell'estate Stranger Things.
    Nel tardo pomeriggio mi riunisco al giro promozionale di Valerio (e Massimo) e Manfredi, che mi portano dal Gatto e la Volpe, che ho ancora i brividi a pensarci. Usciti dalle loro grinfie, riusciamo a ottenere un invito per l'ultimo spettacolo della simpatica e originale Dylan Dog Experience, che come una casa dei fantasmi di un parco giochi ci regala quindici minuti di intrattenimento e comunione dylaniata. Il tipo in Bonelli mi ha anche appioppato due statuine di Magico Vento e Mister No (credo).
    Tornando a casa lo spirito del ROSICONY si accanisce sulle nostre giovani carni e non ci lascia fino a notte fonda. Questo, sommato alla tristezza dell'imminente addio, proprio non ci voleva.

    day 5
    Mi alzo, lavo i piatti e saluto le carcasse di Valerio (e Massimo) e Manfredi lasciate da ROSICONY la notte prima. È il 1° novembre, sono in maniche corte, e a mezzogiorno alla stazione di Firenze Santa Maria Novella batte un sole che ustiona. Ma dopo le strane coincidenze di questi giorni, non mi sorprende poi tanto. Lascio questa Lucca surreale e torno alla grigia realtà con piú vuoto non soltanto il portafogli.


    DEDICHE:
    Immagine Immagine Immagine
    BOTTINO LUCCHESE:
    Disney
    • Topolino #3179 (regular e variant), con "Duckenstein di Mary Shelduck"
    • Topolino e la spada di ghiacciolo
    • PK Giant #25 - Frammenti d'autunno
    • Le Storie della Baia #1
    • Topolino e i Signori della Galassia
    • Dracula di Bram Topker (De Luxe)
    • Topolino e l'Isola di Quandomai (De Luxe)
    • Dragon Lords e altre storie (Giunti)
    Tunué
    • Sottobosco, di Isaak Friedl
    • I figli del capitano Grant di Jules Verne, di Alexis Nesme
    Dentiblú
    • Stranger Pigs
    • Zannablú #15 - La notte del coccodrillo rampante
    Altri
    • Le avventure di Asterix #1-2 (spillati Panini)
    • Paperi (integrale), di Marco e Giulio Rincione
    • CineMAH presenta Star Trek: Eppur si movie!, di Leo Ortolani
    • Comics&Science #1 (con "Misterius" di Leo Ortolani)
    • Dylan Dog #361 - Mater Dolorosa (cover variant di Zerocalcare)
    • La terra dei figli, di Gipi
    Immagine
    &ldquo;DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!&rdquo;

    :solly:
  • Quest'anno sono tornato a Lucca anch'io, purtroppo solo il primo giorno e per poche ore. Avevo come obiettivo quello di comperare il librone che Larry Elmore ha finanziato con Kickstarter. Vado al suo stand nel padiglione dei Games e...

    Io: <Big Larry voglio il tuo lbro!>
    L.E.:<Non l'ho portato.>
    Io: <....>
    Io: <....Eeeeehhh!!? Ma comeeee!?>
    L.E.: <Sorry, ne ho solo una copia qui sul banco, se vuoi puoi sfogliarla.>
    Io: <Er...>
    L.E.: <Però ti dò un buono per avere uno sconto sulla spedizione dall'America.>

    Un po' come in quel film di Verdone: "...m'hanno fatto un buono, che vor dì?". *_*
    Poi sono andato al padliglione editori e lì ho avuto modo di rifarmi. Sono riuscito anche a rimediare un autografo di Frak Cho trovandomi al momento giusto al posto giusto.
    Altro, oltre Piazza Napoleone, non ho visto perchè dovevo ripartire. Sono comunque soddisfatto di questa toccata e fuga.
  • Pangur Ban ha scritto:Un po' come in quel film di Verdone: "...m'hanno fatto un buono, che vor dì?". *_*
    lol, povero
    &ldquo;DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!&rdquo;

    :solly:
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