[WDAS #32] Il Re Leone

E' lo studio d'animazione più antico ma anche il più vitale. Tutto comincia da qui, e continua ancora oggi portando l'arte dell'animazione verso nuove frontiere. La mancanza di un nome riconoscibile ha portato per anni il grande pubblico a confonderne le opere con quelle delle altre filiali Disney, ma adesso tutto è cambiato. Benvenuti nel Canone Disney.
  • Eddy ha scritto: Mi verrebbe da dire "Man vs Corporation": per intenderci ciò che succede in Bambi aveva un supervisore con un certo modo di impostare certe sequenze, mentre Il Re Leone è un film che doveva seguire un diverso rigore un po' impreciso che caratterizza tutti i film del periodo '80/'90 (eccezion fatta in parte per quelli ove metteva mano il buon Howard Ashman), votato alla possanza e all'epicità tipicamente hollywooddiana.
    A me la scena di Simba piangente fa effetto, e ciò dipende evidentemente da me più che dall'emotività della sequenza (comunque presente), però mi trovo inevitabilmente d'accordo con te.
    C'è inoltre da dire che Bambi è un film "freddo" dall'inizio alla fine: non importa quanti sentimenti e tenere sequenze vengano messe in mostra, è quasi un documentario. Lo spettatore non era mai stato così "spettatore" davanti ad un opera animata prima d'allora, forse solamente davanti a Fantasia, che segue, in parte, la medesima via (le eccezioni sono ovvie L'Apprendista Stregone, la Pastorale e parzialmente anche la Danza delle Ore).
    La scena del corpo di Mufasa, per quanto ben gestita, non è molto diversa da mille altre scene viste nella storia del cinema, mentre il piccolo cerbiatto che chiama la mamma nel buio della tempesta senza ricevere risposta non è mai stata ripetuta e probabilmente mai lo sarà.
    Concordo. ;) In effetti La Sirenetta e La Bella e la Bestia mi sembrano piuttosto diversi, come stile narrativo e visivo, rispetto a quasi tutti i restanti film degli anni '90, nonostante siano anch'essi chiaramente molto differenti dai cartoni supervisionati da Disney in persona. Non sono molto d'accordo però sui film degli anni '80, ma questo è un altro discorso.
  • Lo sapete che questa animazione è fan made?

  • Leggendo l'articolo del Compendium (assai ben scritto) mi stupii nel non trovare alcun riferimento al cast vocale.
    La scena di Mufasa non sarebbe quello che è senza la voce di James Earl Jones, e il ruolo di Scar acquisisce immensa forza grazie alle capacità di Jeremy Irons.
    Spesso ci si dimentica di come Mozart abbia potuto scrivere Il flauto magico nei modi in cui conosciamo se nella compagnia non vi fosse stata una cantante in grado di arrivare alle vette della Regina della Notte.
    Allo stesso modo i personaggi guadagnano molto quando arriva una voce alla sua altezza, che consente di ridefinirne il ruolo. Senza Jeremy Irons Scar avrebbe rischiato di divenire un secondo Principe Giovanni...
    Valerio ha scritto:Lo sapete che questa animazione è fan made?
    Avevo visto il corto e non l'avrei mai detto.
    Zampe di gallina! Nient'altro che zampe di gallina! (Anacleto, La spada nella roccia)

    L'albero genealogico dei film Disney
  • C'è un motivo per cui glisso spesso sul cast vocale nel Compendium.

    Non dico che sia giusto, ma è l'elemento del film che "varia" di paese in paese e quindi, pur riconoscendo alla versione originale una posizione centrale, tendo a concentrarmi di più sugli elementi "fissi".

    E fidati che ho detrattori che mi accusano la mancanza di riferimenti agli adattamenti italiani :P
  • Valerio ha scritto:C'è un motivo per cui glisso spesso sul cast vocale nel Compendium.

    Non dico che sia giusto, ma è l'elemento del film che "varia" di paese in paese e quindi, pur riconoscendo alla versione originale una posizione centrale, tendo a concentrarmi di più sugli elementi "fissi".

    E fidati che ho detrattori che mi accusano la mancanza di riferimenti agli adattamenti italiani :P
    Ok capisco, è un modo per rendere il compendium più universale, anche visto che noi non siam cresciuti assieme agli originali (tanto che ognuno di noi ha passato la sua infanzia con la versione rigorosamente italiana).
    Osannare le voci inglesi servirebbe solo a far rimpiangere a qualcuno di averli visti doppiati mentre osannare quelle italiane rischierebbe di sminuire l'importanza degli originali.
    Poi posso comprendere come sia più utile dedicarsi all'aspetto dell'animazione visto che spesso salta meno all'occhio e all'orecchio (mentre dare i meriti agli attori è più semplice).

    Solo che credo che nel Re Leone (più che in altri) e sia in Italia sia negli Stati Uniti si sia verificato per la prima volta il fenomeno poi a lungo proseguito di richiamare nomi illustri come doppiatori di film d'animazione, e qui in modo assai più massiccio di quanto accaduto in precedenza. I cast vocali precedenti (e spesso successivi) si basano principalmente su doppiatori d'animazione professionisti.
    Invece Il Re Leone lanciò l'idea di un cast più celebre e meno interno alla Disney stessa (e fu in questo seguito dalla versione italiana, da Vittorio Gassman a Tullio Solenghi).
    Oggi molte star assai note vengono utilizzate nel cinema d'animazione americano (e anche italiano) come basi d'attrazione per il film. Vedasi ad esempio Kung Fu Panda, con Jack Black, Dustin Hoffman, Angelina Jolie, Jackie Chan, Lucy Liu (e i cinque cicloni non hanno tonnellate di battute)... ma anche Shrek tendeva a dar risalto a tutti i personaggi con un attore noto, soprattutto in Shrek 2 (indicativa in questo senso è la scena dei titoli di coda coi nomi dei doppiatori affiancati ai personaggi).
    A volte poi i risultati fanno davvero rimpiangere un doppiatore di professione (il punto più basso da me udito fu Belen Rodriguez in Gladiatori di Roma). Tony Jay è noto principalmente per Frollo, ma preferisco lui come Frollo a qualsiasi possibile nome sostitutivo più noto...

    Magari vi sono altri antecedenti più importanti, ma l'impressione scorrendo le liste di doppiatori dei vari film è che in questo in particolare il cast tutto fosse di altissimo spessore anche fuori dal genere del doppiaggio d'animazione e che uno degli effetti del suo successo (nel bene e nel male) sia stata la nascita degli attori di richiamo usati anche per il cinema animato...
    Cosa che la Dreamworks più che la Disney (Idina Menzel ha acquisito maggior prestigio cantando Let it go e doppiando Elsa, non è stato Frozen a guadagnar prestigio a priori perché tra le voci c'era Idina Menzel) ormai sfrutta a piene mani.

    E sotto questo punto di vista segnalavo l'assetto particolarmente importante del cast vocale, come punto di passaggio ed influsso sui film successivi (spesso più non disneyani che disneyani)...
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  • Zampe di Gallina ha scritto:A volte poi i risultati fanno davvero rimpiangere un doppiatore di professione (il punto più basso da me udito fu Belen Rodriguez in Gladiatori di Roma).
    Infatti ci sono film di animazione moderni che mi rifiuto di vedere in italiano proprio per questo motivo.
    Zampe di Gallina ha scritto:Osannare le voci inglesi servirebbe solo a far rimpiangere a qualcuno di averli visti doppiati mentre osannare quelle italiane rischierebbe di sminuire l'importanza degli originali.
    Personalmente tendo a preferire le canzoni originali però anche quelle italiane nella maggior parte dei casi sono ottime. Diciamo che se una canzone è bella funziona in qualunque lingua e con qualunque adattamento. Poi certo, conta non poco chi la canta.
    Nel caso de"Il cerchio della vita" Ivana Spagna e Carmen Twillie per me si eguagliano. Forse la prima è persino meglio.
  • Pangur Ban ha scritto:
    Zampe di Gallina ha scritto:A volte poi i risultati fanno davvero rimpiangere un doppiatore di professione (il punto più basso da me udito fu Belen Rodriguez in Gladiatori di Roma).
    Infatti ci sono film di animazione moderni che mi rifiuto di vedere in italiano proprio per questo motivo.
    In quel caso era un (pessimo, forse il peggiore) film d'animazione nato italiano (e spero rimastoci a forza perché se quella viene presa come qualità media un Vip mio fratello superuomo o un più recente Gabbianella e il gatto stanno freschi).
    Però il fatto che una modella che non è diventata certo famosa per la sua voce venga presa come doppiatrice è davvero preoccupante. :oO:

    Difatti lo citavo come pesantissimo rischio a cui ha portato il successo di tale operazione ne Il re leone.
    Rischia di contare più l'attore che il personaggio. E non tutti i bravi attori hanno voci spettacolari. James Earl Jones e Jeremy Irons la avevano (e difatti son incredibili da ascoltare), ma tutti i loro successori?
    In più si rischia di effettuare alcune operazioni di audio facile (ossia cercare di far sì che un personaggio sia inquadrabile in base all'attore che lo interpreta). Quando il miglior ruolo di Henry Fonda è stato proprio quello in cui Sergio Leone ha capito che sarebbe stato un ottimo antagonista.

    Come detto Tony Jay era bravissimo e non era certo un attore di richiamo.
    Ed era bravissimo anche Jonathan Freeman nel dare a Jafar una voce dall'accento arabizzante senza far perder nulla all'antagonista che ha contribuito a costruire (prima del suo arrivo gli studios lo stavan facendo peggio) e neanche lui era noto per diecimila film diversi.
    Zampe di Gallina ha scritto:Osannare le voci inglesi servirebbe solo a far rimpiangere a qualcuno di averli visti doppiati mentre osannare quelle italiane rischierebbe di sminuire l'importanza degli originali.
    Personalmente tendo a preferire le canzoni originali però anche quelle italiane nella maggior parte dei casi sono ottime. Diciamo che se una canzone è bella funziona in qualunque lingua e con qualunque adattamento. Poi certo, conta non poco chi la canta.
    Nel caso de"Il cerchio della vita" Ivana Spagna e Carmen Twillie per me si eguagliano. Forse la prima è persino meglio.
    In alcuni casi quelle italiane son migliori, ripensandoci.
    • Gigi Proietti è molto più bravo di Robin Williams a cantare, tanto che un amico come me risulta moolto meglio in italiano (i meriti di Robin Williams sono più le gag improvvisate e la rielaborazione del genio).
    • Lo stesso vale per Jack Skeletron, che secondo Tim Burton canta meglio in italiano che in inglese (soprattutto ha adorato Renato Zero in Re del blu, re del mal).
    • Mi disser che Pocahontas in originale ha una voce fin troppo maschiaccia, quella italiana è più dolce (senza toglier nulla al personaggio) e canta anche meglio.
    Sul cerchio della vita devo chiedere ad una persona del cui giudizio canoro mi fido e che mi aveva detto qualcosa in proposito (solo che non lo ricordo).

    Poi c'è il problema per cui per adattar la canzone spesso obbliga a stravolgimenti testuali veramente stranianti, che causano la perdita completa di senso ad alcune canzoni, ma temo sia un problema vecchio come il canto :D
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  • Le celebrities americane il più delle volte in originale funzionano perché semplicemente non doppiano, recitano, e poi costruiscono l'animazione intorno al labbiale dell'attore e non il contrario come da noi. Il lavoro del doppiatore italiano è doppiamente faticoso e quindi risulta difficilissimo riuscire ad avere una buona prestazione dai talent...

    Per quanto mi riguarda ci sono film che in originale non mi convincono, ne il Re Leone Matthew Broderick non mi trasmette granché e Scar con quel formale tono inglese mi fa sinceramente ridere. Frozen al contrario in Italiano non mi convince, i talent sono appena sufficienti, Brignano non ci azzecca per niente e la Auteri sembra che canti e reciti col raffreddore. Poi fortunatamente arriva Zootopia che in italiano riesce a farmi buttare giù persino Fran Matano e il Ruffini e in generale.
  • Mister Mxyzptlk ha scritto:Le celebrities americane il più delle volte in originale funzionano perché semplicemente non doppiano, recitano, e poi costruiscono l'animazione intorno al labbiale dell'attore e non il contrario come da noi. Il lavoro del doppiatore italiano è doppiamente faticoso e quindi risulta difficilissimo riuscire ad avere una buona prestazione dai talent...
    Alla fine è accaduto anche questo in base al successo della scelta delle voci di richiamo: i doppiatori son divenuti attori a tutto tondo, con l'animazione che viene fatta dopo per adattarsi a loro (merito di Re Leone e Aladdin con Robin Williams) e con i doppiatori che devono rendere in italiano gag fatte sul momento in studio di registrazione...

    Poi c'è stato anche un abbassamento generale nella qualità attoriale italiana, causata da una diminuzione del ruolo del teatro nella formazione (e parlo di ottimo teatro, non di spettacoli teatrali che comunque vengon fatti) e dall'appiattimento di tutti i generi sulla commedia abbastanza scialba.
    C'è un motivo per cui Adolfo Celi e Claudia Cardinale hanno avuto importanti carriere anche fuori dall'italia, o per cui attori italiani al tempo prendevano l'oscar (da sempre premio americano e quindi dato all'estero solo in casi assai particolari)...
    Scar con quel formale tono inglese mi fa sinceramente ridere.
    Christopher Lee, James Earl Jones e Jeremy Irons sono state le prime tre voci a farmi rimpiangere la presenza di un doppiaggio...
    Zampe di gallina! Nient'altro che zampe di gallina! (Anacleto, La spada nella roccia)

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  • Ieri ho rivisto Il Re Leone, un grande film della Walt Disney che oggi più di ieri con la sua drammaticità shakespeariana ha tanto da insegnare ad una moltitudine di prodotti contemporanei (anche della Disney stessa) che divertono ma lasciano poco.

    Noi abbiamo perso Vittorio Gassman ma gli americani hanno ancora James Earl "Darth Vader" Jones che presterà la sua voce a Mufasa anche nel remake di Jon Favreau previsto per la prossima estate.



    Nel '95 comperai la videocassetta appena uscì in commercio in Italia e giorni dopo acquistai pure una cassetta con i greatest hits di Elton John °_° che però mi si rovinò subito (punizione dal Cielo? :D).



    Un bel libro degli anni '90:

    http://www.ilsollazzo.com/forum/viewtop ... =85&t=5635
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