da Valerio » giovedì 24 agosto 2017, 23:10
Mi ci sono voluti sei mesi per arrivare a concluderlo, dove per concluderlo intendo una specie di mio personale 100% (niente semini, quelli in futuro, quando giocherò le espansioni).
Che dire? Che questo Zelda è roba grossa. Che non è per forza un pregio. Anzi, è un gioco che rimane vittima della sua grandezza. In questi sei mesi ho vagato per un mondo enorme che avrebbe potuto anche essere grande la metà e non ci avremmo rimesso proprio niente. Perché in questo vagare alla fine la dispersività si è sentita, e la stessa struttura di gioco per favorire un'esplorazione "libera" e senza limiti ha dovuto scendere a patti con alcune semplificazioni e spersonalizzazioni. Fra le quali annovero una colonna sonora ambientale che sulle prime pareva affascinante e poi semplicemente insipida, pigra e il cui silenzio mi è parso assordante. Avrebbero potuto davvero renderlo più ricco, diversificando di più l'esperienza che al quattrocentesimo Korogu e al sessantesimo mini dungeon identico inizia a farsi ripetitiva. Mai sgradevole, va detto. Perché la piacevolezza del gameplay, la grandezza visiva, la cura del dettaglio suppliscono a questo "limite d'idee".
Aggiungo - ma questo è probabilmente un limite mio - che un mondo così enorme non mi ha affatto aiutato ad "affezionarmi" ad ogni posticino, come invece poteva capitare nei titoli precedenti. Negli scorsi Zelda 3d era tutto più gestibile, ci si orientava facilmente e capitava di voler visitare più volte le aree. Tutto era meno inflazionato, ogni luogo aveva un suo valore, una sua unicità e spesso un suo personale tema musicale che aiutava a imprimerlo per bene nella mente. Personalmente io ora faccio un po' fatica a ricordare con affetto ogni singolo colle identico, avvolto nel silenzio e sulla cui cima ho trovato un semino Korogu. Se prima percepivo Hyrule come una stilizzazione artistica di un mondo reale, adesso è reale per davvero, e io nella realtà non è che esploro ogni centimetro quadrato di mondo.
Ma al di là di queste amarognole considerazioni, nate da preferenze personali, riconosco la qualità pazzesca del titolo. Soprattutto, è uno degli Zelda migliori sotto il profilo narrativo. Una trama che non viene narrata in modo meccanico e didascalico, ma che sta nascosta nelle intercapedini e che mano a mano "si svela" con l'aumentare dei ricordi ottenuti da Link. Discreta eppure presente. Importante ma mai ingombrante. Non un inutile orpello, ma un elemento che diventa parte del gioco. Ed era dai tempi del primo Mario Galaxy che non si inventavano uno stratagemma simile.
Oltretutto i filmati animati che narrano i ricordi sono un lavoro di livello altissimo. Riescono a narrarci "la leggenda di Zelda" in una maniera inaspettata, raccontandoci una storia di maturazione. Cosa ancora più importante, riprendono il feeling tipico dei film Ghibli, per dimostrarci che tradurre in animazione questo franchise senza perdere nemmeno un briciolo della sua estetica è possibile. Anche solo osare parlare di doppiaggio un tempo era impensabile, e non solo per limiti tecnici, ma per una questione di registro narrativo. Ora il doppiaggio c'è, le interazioni tra personaggi pure e il tutto funziona e "sa di Zelda".
Complimenti quindi per il gameplay ma ancor più complimenti alla direzione artistica, che ha svelato che la saga in fin dei conti ha ancora il potenziale per affascinarci in modi che non ci possiamo aspettare. Quindi pur avendo riscontrato le mie belle delusioni, non me la sento di essere negativo, e per la prima volta dopo tanto tempo sento di potermi ancora pienamente fidare di Nintendo per il futuro.