[Stephen King] La Leggenda del Vento ("La Torre Nera" 4bis)
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La Leggenda del Vento (La Torre Nera 4bis)
Titolo Originale: The Wind Through the Keyhole
Autore: Stephen King
Traduttore: Dobner Tullio
Anno: 2012
Pagine: 384
Prezzo: euro 19.00
Editore: Sperling & Kupfer
La scheda dal sito dell'editore
Ebbene sì. Finalmente arriva in Italia il nuovo romanzo di Stephen King ambientato nell'universo della Torre Nera.
La gigantesca e maestosa saga fantasy del Re era conclusa con il settimo volume già anni fa, che concludeva in modo ermetico ma per me riuscito e sensato il lungo ciclo.
Ma recentemente l'autore si era trastullato con l'idea di tornare a parlare di Roland e di tutti gli altri personaggi della saga: non volendo intaccare il finale della saga, però, decide di raccontare una storia che si pone in mezzo alla saga, per la precisione tra il quarto e il quinto libro.
E qualche mese dopo l'uscita americana, fra pochi giorni la Sperling lo proporrà anche ai lettori italiani.
L'uscita di questo romanzo è un piccolo evento, direi, e non vedo l'ora anch'io di rileggere di quei personaggi, anche se in una storia sicuramente non fondamentale per la saga. Mi farà semplicemente piacere rivedere quei luoghiAndrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...
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Ho appena finito di leggerlo, sacrificandomi come una delle rare (suppongo) cavie che l'hanno letto davvero subito dopo il quarto libro della saga, e ancora ignaro di quanto accadrà nei tre romanzi finali.
Bisogna dire che le sinossi che circolano sono fuorvianti quando si limitano a dire che è un romanzo che vuole raccontare una storia superflua per amore di quei vecchi personaggi. Il grosso del libro c'entra poco e niente con l'intreccio della saga di Roland.
"La leggenda del vento" (in originale "The Wind through the Keyhole", ovvero "Lo spiffero dalla serratura"...) è il titolo di una favola tradizionalmente raccontata ai bimbi di Gilead e dintorni. La raccontava anche Gabrielle al figlio Roland, quindi. E, come abbiamo imparato sulla nostra pelle durante il mastodontico quarto libro, Roland è l'essere piú logorroico di tutti i mondi (dopo Stephen King, ovviamente).
Lettura piacevole durante la favola, archetipica e puramente fantasy; molto meno durante l'ennesimo flashback western. Sempre esaltante la celebrazione dell'arte e della tradizione narrativa e le contaminazioni-citazioni del nostro mondo nel mondo fittizio. Mi sale moltissimo l'aspettativa per un finale che spieghi le cause/dinamiche di queste contaminazioni.
Quanto segue non è spoiler, a meno che non si voglia arrivare davvero ignari di tutto alla lettura.
STRUTTURA
In questo volume abbiamo il Roland adulto che racconta al suo ka-tet bloccato e rifugiatosi durante una starkblast (una tempesta distruttiva), di quando il Roland giovane, alla sua seconda missione da gunslinger, raccontò a un piccolo bimbo traumatizzato l'intera favola de "Lo spiffero dalla serratura".
Insomma è un meta-racconto su tre livelli: Roland adulto > Roland giovane > favola > Roland giovane > Roland adulto.
il racconto di Roland adulto (quello davvero ripreso dal quarto libro) è una mera cornice che non supera il 10% della paginazione, quasi tutto all'inizio. Fa in tempo a presentare un nuovo personaggio incontrato lungo il cammino, ma ho già dimenticato chi è.
Il racconto di Roland giovane occupa complessivamente un terzo del libro. Narra della seconda missione di Roland, subito dopo il ritorno da Mejis e l'assassinio di sua madre. Accompagnato da un nuovo "amico" (non piú Cuthbert e Alain), deve arginare i massacri di un certo mostro mutaforma in una città dove sua madre soggiornò molto tempo prima...
Il restante 56% consiste nella favola vera e propria, che "c'era davvero una volta, prima che i nonni dei tuoi nonni nascessero", ambientata quindi nel Mid-World, nei pressi di una foresta sotto il dominio di Gilead.
TRAMA
"Lo spiffero della serratura" narra del piccolo Tim, rimasto orfano di padre e finito, con la madre, nelle grinfie di un patrigno alcolizzato e rancoroso. Inizialmente il patrigno sembra avere le lodevoli intenzioni di badare a questa famiglia rimasta orfana di padre (suo amico di infanzia e compagno boscaiolo), ma cominciano presto le violenze, finché non interviene l'Esattore. "Quando arriva l'Esattore spesso molta gente muore", come dice una vecchia poesia. L'Esattore, circuendo il piccolo Tim, metterà in moto una serie di eventi che porteranno Tim a intraprendere un viaggio inaspettato nella Foresta Eterna alla ricerca di un rimedio per salvare la vita di sua madre. Nella foresta vivrà un sacco di avventure che ne forgeranno il carattere e le abilità quasi al pari dei Pistoleri.
Metto in spoiler la spiegazione del titolo, sennò me la scordo: [spoiler]Il tempo è una serratura [...] A volte ci chiniamo per sbirciare dalla toppa. E il refolo d'aria che sentiamo sulle guance, il Vento che attraverso quel buco soffia, è il respiro dell'universo intero che vive.[/spoiler]
Bisogna dire che le sinossi che circolano sono fuorvianti quando si limitano a dire che è un romanzo che vuole raccontare una storia superflua per amore di quei vecchi personaggi. Il grosso del libro c'entra poco e niente con l'intreccio della saga di Roland.
"La leggenda del vento" (in originale "The Wind through the Keyhole", ovvero "Lo spiffero dalla serratura"...) è il titolo di una favola tradizionalmente raccontata ai bimbi di Gilead e dintorni. La raccontava anche Gabrielle al figlio Roland, quindi. E, come abbiamo imparato sulla nostra pelle durante il mastodontico quarto libro, Roland è l'essere piú logorroico di tutti i mondi (dopo Stephen King, ovviamente).
Lettura piacevole durante la favola, archetipica e puramente fantasy; molto meno durante l'ennesimo flashback western. Sempre esaltante la celebrazione dell'arte e della tradizione narrativa e le contaminazioni-citazioni del nostro mondo nel mondo fittizio. Mi sale moltissimo l'aspettativa per un finale che spieghi le cause/dinamiche di queste contaminazioni.
Quanto segue non è spoiler, a meno che non si voglia arrivare davvero ignari di tutto alla lettura.
STRUTTURA
In questo volume abbiamo il Roland adulto che racconta al suo ka-tet bloccato e rifugiatosi durante una starkblast (una tempesta distruttiva), di quando il Roland giovane, alla sua seconda missione da gunslinger, raccontò a un piccolo bimbo traumatizzato l'intera favola de "Lo spiffero dalla serratura".
Insomma è un meta-racconto su tre livelli: Roland adulto > Roland giovane > favola > Roland giovane > Roland adulto.
il racconto di Roland adulto (quello davvero ripreso dal quarto libro) è una mera cornice che non supera il 10% della paginazione, quasi tutto all'inizio. Fa in tempo a presentare un nuovo personaggio incontrato lungo il cammino, ma ho già dimenticato chi è.
Il racconto di Roland giovane occupa complessivamente un terzo del libro. Narra della seconda missione di Roland, subito dopo il ritorno da Mejis e l'assassinio di sua madre. Accompagnato da un nuovo "amico" (non piú Cuthbert e Alain), deve arginare i massacri di un certo mostro mutaforma in una città dove sua madre soggiornò molto tempo prima...
Il restante 56% consiste nella favola vera e propria, che "c'era davvero una volta, prima che i nonni dei tuoi nonni nascessero", ambientata quindi nel Mid-World, nei pressi di una foresta sotto il dominio di Gilead.
TRAMA
"Lo spiffero della serratura" narra del piccolo Tim, rimasto orfano di padre e finito, con la madre, nelle grinfie di un patrigno alcolizzato e rancoroso. Inizialmente il patrigno sembra avere le lodevoli intenzioni di badare a questa famiglia rimasta orfana di padre (suo amico di infanzia e compagno boscaiolo), ma cominciano presto le violenze, finché non interviene l'Esattore. "Quando arriva l'Esattore spesso molta gente muore", come dice una vecchia poesia. L'Esattore, circuendo il piccolo Tim, metterà in moto una serie di eventi che porteranno Tim a intraprendere un viaggio inaspettato nella Foresta Eterna alla ricerca di un rimedio per salvare la vita di sua madre. Nella foresta vivrà un sacco di avventure che ne forgeranno il carattere e le abilità quasi al pari dei Pistoleri.
Metto in spoiler la spiegazione del titolo, sennò me la scordo: [spoiler]Il tempo è una serratura [...] A volte ci chiniamo per sbirciare dalla toppa. E il refolo d'aria che sentiamo sulle guance, il Vento che attraverso quel buco soffia, è il respiro dell'universo intero che vive.[/spoiler]
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
Ehm, sigh, non credo ne sarai soddisfatto. Io non lo fui, ed è un aspetto a cui tenevo molto.Franz ha scritto:Mi sale moltissimo l'aspettativa per un finale che spieghi le cause/dinamiche di queste contaminazioni.
Sono sicuro che con i giusti rimuginamenti la cosa possa diventare più chiara, come sono sicuro che ognuno di noi possa trovare tra le sue frequentazioni il kinghiano doc che ti tratta da scemo dicendo "guarda che è tutto chiaro, basta aver letto questo e quest'altro".
Eppure io a bocca asciutta su questo aspetto ci sono rimasto eccome, e non so se la colpa è mia o di King.