Primo Giorno: La Mansion del Sollazzo
Quattordicesimo resoconto lucchese e quindicesima Lucca, per me. E se per tre lustri ripeti ininterrottamente un’esperienza, questa ti si appiccica addosso, diventa parte di te e del tuo modo di pensare. Che è un bene, perché alla fine sai chi sei, cosa ti piace, quanta tenuta hai e a cosa non puoi rinunciare, ma anche un male perché, per dirla alla Bilbo, dopo tutto questo tempo puoi sentirti sottile e stiracchiato come il burro spalmato su troppo pane. Nel corso degli anni ho visto gente venir conquistata dall’evento, e a volte disgustata, a volte semplicemente stanca. Io a volte mi sento stanco, a volte invece no, adoro andarci e ne vorrei sempre di più. A volte son felice, a volte ci soffro, e quindi alla fine cosa ha senso fare? Continuo, perché scegliersi una tradizione, un settore, un ambito e coltivarlo nel tempo può far bene. Può costituire un esercizio di equilibrio, un test di prospettiva, può insegnarti molto sulle persone, su cosa significhino il lungo e il breve termine. Può aiutarti a capire quali sono le meteore della tua vita e quali sono le costanti. Può aiutarti a individuare il tuo quid, e capire cosa di quello che fai ha senso continuare a fare e cosa invece è solo occasionale.
Quindi ecco rinnovarsi la tradizione: Elik che affitta una casa a Viareggio, io che mi reco nella copisteria sotto il mio ufficio per stampare i volantini sul progetto di quest’anno, ovvero il Don Rosa Compendium, Bordy che la mattina del 31 parte con me, stavolta in auto. Ci divideremo a Firenze, dove faccio la tradizionale tappa per salutare la zia, che è sempre più anziana e malata e che con un certo gusto del macabro alla fine di tutto mi saluta con un mesto addio, garantendomi la sua stessa morte prima dell’anno prossimo. Glom. Io di mio poi non è che sono messo benissimo, dato che sono reduce da una timpanoplastica che mi ha lasciato un dolorante buco in testa, promettendo di dissipare acufeni che per adesso non se ne sono ancora andati. Anzi.
Appena sbarco a Lucca trovo la pioggia e i feels ingombranti. Esorcizzo la cosa facendo tappa nei cessi chimici, ultimo e prezioso baluardo di intimità al cui ricordo mi aggrapperò nelle giornate successive, quando l’eccessiva marea di persone mi renderà alquanto disagevole spostarmi per l’urbe. Alla camera di commercio ritiro l’accredito stampa, il cartellino magico che ti dà il potere di saltare le file, e poi mi incontro con l’altisonante Cavalier Amedeo Badini Confalonieri, a cui ho appaltato buona parte del lavoro sul progetto Don Rosa. Ecco, persone come il Commendator Amedeo Badini Confalonieri svolgono un ruolo fondamentale in quel processo mentale di ricerca del proprio quid, che si attiva ogni volta che varco le porte della città toscana. Perché il Colonnello Amedeo Badini Confalonieri è sposato, vive e lavora a Praga, è a tutti gli effetti sistemato, ma allo stesso tempo continua a spendersi per coltivare i suoi interessi: propone progetti, fa pubbliche relazioni, imbastisce mercatini e compravendite, e soprattutto sembra divertirsi da matti. Il Maresciallo Amedeo Badini Confalonieri a conti fatti è una delle persone in grado di tenere in piedi quella parte di me che è bene non finisca per atrofizzarsi. Nelle scorse settimane Amedeo ha presentato il Don Rosa Compendium a Don Rosa stesso, andando quindi a creare un collegamento tra l’autore del Kentucky e il Sollazzo, che proprio in occasione di Lucca darà i suoi frutti. Don Rosa infatti si intratterrà a chiacchierare con noi, ospiterà il nostro materiale pubblicitario al suo bancone, benedirà il progetto e realizzerà un disegno per la galleria omaggi del Compendium. Benissimo, quindi. Adesso, chiaramente, mi aspetto che Amedeo faccia lo stesso per la sezione dedicata a Floyd Gottfredson, curando le pubbliche relazioni tra il nostro mondo e l’oltretomba.
A Viareggio trovo Bordy e Elik che nel frattempo hanno preso possesso dell’appartamento, e come ogni anno mi stupisco delle caratteristiche architettoniche delle case di zona. Ancora una volta bizzarrie, stranezze e geometrie non euclidee di matrice lovecraftiana. E così dopo la magione costruita lungo un corridoio del 2018 ecco che il 2019 offre invece l’appartamento costruito sulle montagne russe, raggiungibile arrampicandosi lungo una ripida scalinata, ma con una rampa di scale che di colpo ti porta in basso per raggiungere la camera. Per tacer della carta igienica posizionata all’altezza del soffitto. Bella però, e propedeutica all’inaugurazione di Luigi’s Mansion 3, capolavoro Nintendo in uscita proprio quel giorno, giusto in tempo per Halloween. Solo che ormai ho una certa età, vecchio sono, malato diventato e quindi dopo nemmeno un’ora di gioco mi addormento di botto con i controller tra le mani, crollando bocconi sul divano in una posa innaturale. Sarà Bordy a svegliarmi e indicarmi la strada verso il letto, dopo aver notato che il povero Luigi stava continuando autisticamente a sbattere il naso contro la stessa parete.
[CONTINUA]