[WDAS #62] Wish

E' lo studio d'animazione più antico ma anche il più vitale. Tutto comincia da qui, e continua ancora oggi portando l'arte dell'animazione verso nuove frontiere. La mancanza di un nome riconoscibile ha portato per anni il grande pubblico a confonderne le opere con quelle delle altre filiali Disney, ma adesso tutto è cambiato. Benvenuti nel Canone Disney.
  • Ma hanno usato un nuovo software tipo Meander o l'effetto ''2D" è dovuto alle ombre e alla colorazione?

    Visivamente pare strabiliante. La storia pare molto "classica", ma mi aspetto comunque qualche sorpresa rispetto al trailer.
    Assurancetourix
  • Non si capisce bene. Da qualche parte ho letto proprio Meander, ma altrove che è CGI pura che però hanno saputo ornare e dipingere ad acquerello nello stile Tenggren.
  • Non ho alcuna speranza per questo titolo.

    protagonista "adorkable" (neologismo coniato da alcuni fans americani, che non ne possono più di scemette sottovalutate come protagoniste, che poi salvano il mondo contro ogni logica e aspettativa, facendo gridolini, smorfiette e pernacchiette varie).

    E temo che Valentino sarà una specie di Brian Griffin, che fa le scoregge e le battute idiote su "cu*o" e "chia**e".

    Eppure la disney attuale è il trionfo del "massima resa con minima spesa", senonchè la massima resa a cui aspirano è il sempre meno probabile "non-flop" al botteghino.

    Lungi dal credere che sia colpa degli artisti (che con Once-Upon-A-Studio hanno dimostrato di avere ancora a cuore il loro lavoro e l'eredità dello Studio), il problema è il market(T)ing e la miopia avida dei dirigenti, più interessati a farsi la guerra per spolpare la major, che non a fare i mecenati di arte e cultura (che pagherebbe ASSAI di più, a farla bene, come spettatori invocano).

    Questo porta questi film ad avere messe in scena povere, più adatte a essere replicate dal vivo alla parata di Disneyland, o sul palco di Broadway, che non scene immaginifiche e adatte solo al grande schermo.

    Se fosse per Iger e Co, la scena di "You can fly" da Peter Pan del 1953, sarebbe stata fatta tutta dentro la stanza da letto dei bambini, altro che riprese aeree di Londra.
    La mia gallery su Deviant Art (casomai a qualcuno interessi =^__^=)
  • Visto.

    La grande vittoria di Wish non è narrativa. Sì, c'è una storia caruccia, ma leggera. Funziona il giusto, e sa di già visto perché palesemente vuole proprio questo. Fa sfilare uno dopo l'altro gli ingredienti dei Classici già realizzati in questi 100 anni e un paio di citazioni mi hanno pure sorpreso per quanto erano esplicite. Di originale, su questo piano, ha solo una cosa: il villain. Che sembra essere una risposta a chi chiedeva incessantemente il ritorno di questa figura, anziché continuare con la deriva psicanalitica secondo cui il nostro nemico siamo noi. Ed è una risposta che secondo me è molto furba: è un cattivo pericoloso e gigione stile vecchi tempi, ma ha un atteggiamento assolutamente realistico, tipico di certe realtà che ho avuto il dispiacere di toccare con mano nella mia vita e quindi rimane attuale.

    La grande vittoria di Wish però è altrove, e sta nel visivo. No, non parlo di freddi dati tecnici, che possono essere banalizzati dall'onnipresente argomentazione "si, vabbè i soldi li hanno". Parlo proprio dell'idea visiva che c'è dietro, che ribolle da almeno un decennio e che finalmente erutta. Con la tecnica ibrida di Wish i WDAS recuperano la linea ma soprattutto recuperano il colore. Ovvero, il coraggio e la capacità di uscire da quella logica assurda e infernale che negli ultimi 20 anni ha ancorato il medium animazione all'emulazione del reale. Con il pretesto di omaggiare Biancaneve e Pinocchio con i loro acquerelli si torna a quel tipo di arte che offre un proprio punto di vista sull'immagine. Si torna così a decidere la resa delle cose, a volere che un frame appaia in un certo modo, con uno specifico contrasto o una specifica gradazione cromatica. E non c'è effettistica, fisica, rifrazione o trasparenza che tengano, ci si sgancia da tutto questo. Qui la filosofia è ottenere un cielo di un preciso blu e nient’altro. Questo è di importanza capitale, perché cambia completamente il modo in cui il fotogramma "dialoga" con la nostra percezione. Si può dire che le tecniche ibride ormai sono state sdoganate da molti competitor, ma qui tali elementi sono applicati alla character animation disneyana, che per qualità della recitazione e del movimento non aveva pari e non ne ha tuttora. Quindi il risultato è a tutti gli effetti nuovo.

    Poi ci sarebbe altro da dire. La colonna sonora, ad esempio. Inferiore ai vari Menken, Lopez e Miranda, ma infila un paio di momenti che rimarranno nei cuori a lungo. Purtroppo in Italiano non rende, e questo spiace. Non dico nemmeno più che sia una colpa di chi adatta, dato che so a quali direttive sono sottoposti. Ma l'impronta musicale di questi film sta andando sempre più in una direzione "rappata" e quindi la mancanza di spontaneità si sente sempre più. Quando il testo non è banalizzato suona contorto e questo è sempre più un guaio, per chi vuole che la cultura del musical in Italia venga preservata.

    Wish è una pellicola dovuta, che ci restituisce qualcosa che da troppi anni era stato tolto. Andatelo a vedere, perché dopo una stagione di brutti flop, se c’è un film il cui incasso può dare un input “sano” ai vertici di una Disney arrancante è sicuramente questo.
  • Ho visto Wish ieri sera a Praga, dove vivo, in lingua originale.

    Non avevo alte aspettative, e il trailer non mi aveva colpito molto ma, dopo aver ascoltato la colonna sonora un paio di volte, mi sono innamorato del tema principale, e sono andato di corsa al cinema.

    Il film secondo me è un magnifico omaggio ai 100 anni di cinema Disney, sintetizzando idee, tematiche, stili, e facendo alcune citazioni più o meno aperte. Quello che colpisce sono gli sfondi, i colori, gli animali, le stesse persone umane, che mostrano un realismo mai eccessivo, dosato dall'acquarello e da delicate pennellate.

    Asha è una ragazza determinata, sconvolta dal conoscere una verità piu grande di lei. Magnifico è eccezionale nell'essere un villain antico ma indiscutibilmente moderno. La sua vanità, il suo narcisismo, la sua capacità manipolatrice, la sua voglia di arringare il popolo, compiacerlo e imprigionarlo, ne fa un cattivo terribilmente attuale. Il regno di Rosas e una sorta di prigione dorata, al cui vertice c'è un diabolico dittatore che controlla la società tramite panem et circensem.

    In tal senso, la stupenda canzone "Knowing what I know now" e un ritmato inno alla rivoluzione e alla ribellione.

    A uscirne male dal film è sicuramente Valentino, che per fortuna non risulta ingombrante ma non è particolarmente riuscito. Molto meglio Star, cui non serve la voce per farsi capire perfettamente, e a cui avrei dedicato più spazio.

    Per il resto, mi sono emozionato (tradotto: ho pianto come una fontana) spesso durante il film, e ho trovato particolarmente riuscito il finale, in cui ritorna in maniera trionfale "This wish", e che permette una lettura positiva per tutta la comunità.

    Titoli di coda struggenti, [spoiler]onestamente molto dispiaciuto per l'assenza, non motivata, dei package movies (soprattutto three caballeros), di Taron, di Bianca e Bernie e dei Robinson[/spoiler].

    In generale, è un classico Disney in tutti i sensi, e che merita assolutamente la visione al cinema (molto meglio in inglese, probabilmente).

    Invito tutti a sentire la colonna sonora qui: https://www.youtube.com/playlist?list=O ... KrONvUY1bk
  • Oggi è il grande giorno: esce Wish.

    Momento importante, importantissimo per chiunque abbia seguito un minimo un certo discorso cinematografico che dura da 100 anni. Wish per certi versi ne è il compimento, un punto d’arrivo… e di ripartenza. Perché è il film che ci libera dalla zavorra tecnica del realismo, che non si sa come e perché qualcuno a inizio millennio ha dato per scontato che la CGI dovesse portare con sé.

    Ma ovviamente il lieto evento non arriva in un momento particolarmente felice, né per WDAS, né per Disney, né per il cinema. Il mio consiglio è di andarlo a vedere prima di subito, e fare in modo che la proprie feste di Natale vengano colorate da questo splendido esperimento visivo.

    Per poterlo apprezzare come si deve è consigliabile un’infarinatura disneyana. Che non significa conoscere i film ma sintonizzarsi culturalmente con questo discorso che dura da un secolo. Qui sul Sollazzo abbiamo fatto le cose in grande e nel corso dell’anno abbiamo organizzato una visione cronologica insieme ad alcuni utenti dell’intera produzione WDAS dagli anni 20 a oggi. Tutto, lunghi e corti, spalmati lungo questo folle 2023.

    L’amico Manfredi Pumo ha provato a raccontarla in un reportage. Non si tratta di un fedele resoconto step by step ma di un jamesjoyciano flusso di coscienza. Cosa si prova a vedere i decenni scorrere con uno schiocco di dita? Cosa significa osservare 100 anni di storia del cinema in prospettiva? Che disegno emerge osservando dall’alto un’evoluzione artistica durata un secolo? Al cambiare delle generazioni i WDAS rimangono sempre i WDAS? E lo erano ancor prima di chiamarsi WDAS? Cosa sono i WDAS? Che discorso portano avanti PER DAVVERO? O sono più discorsi?

    100 anni di storia e un’unica enorme Nave di Teseo.

    Decifriamola insieme, e poi tutti al cinema a sostenere Wish.

    Facciamolo, è il messaggio giusto da dare in questo momento.
  • Visto e, forse, metabolizzato a sufficienza.
    Non mi sento conquistata al 100%. Mi sento un po' in difetto io stessa, perché leggo ovunque che è un capolavoro ma io non riesco a sintonizzarmi come vorrei. Credo che l'ostacolo più importante, per me, sia di tipo visivo. Mi è parso di assistere a un'opera di game engineering, più che di animazione nel senso classico del termine. Che poi, cosa voglia dire "animazione in senso classico" è suscettibile di tante interpretazioni. In parole povere, ho patito la CGI più qui che nei precedenti lineless. In un capolavoro come "Encanto", per esempio, c'era l'intenzione di dare fondo a tutte le potenzialità del mezzo CGI in quanto tale. Qui la CGI ha indossato una veste, ma forse avrei preferito che non ci fossero vesti di alcun tipo, che il mezzo venisse sfruttato onestamente per ciò che è, senza tentativi di ricercare uno stile "da classico Disney" che ho trovato invece pericolosamente in bilico con il manierismo, che comunque è un po' una tappa obbligata quando si transita da un'epoca d'oro a qualcosa di nuovo e c'è un sano timore del rischio.

    Questo non vuol dire che il film sia "brutto". Niente a che vedere con lo squallore di Don Bluth e compagnia. C'è una bellissima ricerca cromatica, come aveva scritto Valerio, finalmente si ritorna a cercare una certa gradazione di colore, un gioco pirotecnico di tonalità che è puro spettacolo.

    La storia mi sta crescendo con il trascorrere dei giorni. E' un WDAS molto politico, se ci si fa caso, e lo è più di quelli che hanno deciso di tendere la mano alle proteste woke. Non è difficile riconoscere in Magnifico una certa narrazione politica del nostro tempo, che baratta la libertà con la sicurezza. Il film è solo apparentemente innocuo, credo che abbia potuto dare fastidio a una certa fascia di pubblico conservatrice molto, molto più dei film woke che alla fine indossavano solo un vestito. Qui invece c'è il cuore. E ha delle cose da dire.
  • Penso che il film WISH vada visto. Per la gioia visiva dell’estetica. Il tentativo, speriamo, di superare la CGI, almeno quella pura e per fare un punto fra passato e futuro della Disney.

    L'aspetto visivo è di disegni in movimento con un piacevole effetto pittorico. Il tema della stella dei desideri è il cardine ed è un riferimento a tutti i classici Disney. Anche il film è pieno di citazioni alla produzione precedente.
    I valori simbolici ci sono anche se sembra ci si sia fermati su quelli. La storia e i personaggi sono piacevoli ma basilari e non approfonditi. Asha è concepita come un’eroina goffa che deve credere di più in sé stessa. Il Re Magnifico è carismatico e raggiunge un egoismo e una cattiveria interessanti. I conflitti tra bene e male sono affrontati e risolti in maniera piuttosto sbrigativa, soprattutto sul piano simbolico appunto. Credere in sé stessi e aiutarsi con la guida di una stella. Quasi una rappresentazione più vicina ad alcuni cortometraggi Disney, in particolare le splendide Silly Symphonies, piuttosto che le impostazioni di caratteri approfonditi psicologicamente, come nelle ultime produzioni, ma nemmeno sentimenti e drammi dei lungometraggi più classici.
    Carini i personaggi di contorno. La capretta Valentino e gli animali che acquisiscono la parola e ricordano gli animali dei boschi Disney; il gruppo di amici di Asha, concepiti visivamente nel ricordo di Biancaneve e i Sette Nani, e la stella “Star”, essere magico che graficamente assomiglia più allo stile anime.
    Le canzoni sono abbastanza piacevoli, soprattutto quelle ritmate e il tema “This Wish” che un po’ si distingue dalle altre. Sono ben inserite nella messa in scena, così come le coreografie, anche se in sé non sembrano memorabili. Perdono se ascoltate da sole, e i classici Disney lo sono anche per le canzoni che ascoltiamo e ricordiamo da decenni. Probabilmente pesa la scelta di sonorità pop che possono sembrare più moderne ma già Lin-Manuel Miranda, almeno in “Encanto”, aveva prodotto una partitura moderna ma più efficace. Al cinema, e in Disney, solitamente funzionano composizioni da colonna sonora e soprattutto musical. Pensiamo, restando su esempi più recenti, ad Alan Menken, compositore da “La Sirenetta” a “Rapunzel” e i Lopez, autori delle canzoni dei “Frozen”.
    Sia delle musiche che del film Wish ci si può chiedere se li ricorderemo per molti anni a venire, così come altre recenti produzioni.
    Wish però ha un cuore devoto alla storia della Company e una bellezza visiva che mette a fuoco la tecnica più che la trama. Un po’ come i primi esperimenti Disney quali: l’evoluzione dell’animazione, il sonoro, il colore, la prospettiva e così via.
    Se non è il capolavoro che ci si poteva aspettare potrebbe essere un buon punto di ripartenza, che intanto restituisce in qualche modo la figura di un cattivo ma soprattutto smarca l’animazione dalla presunta esigenza di realismo e da quell’effetto plasticoso che rimane anche nella migliore computer grafica.
    Guardate anche i titoli di coda, per una carrellata di omaggi alla Disney, e una sorpresa finale.
  • Ho visto Wish. Effettivamente ha dei bei colori.

    Scherzi a parte. La prima cosa che mi viene da rilevare è esiste un grosso scollamento tra la realtà e quello che ci arriva dai social. Nel cinema della mia città la sala era ancora piuttosto piena dopo una settimana di proiezione. Piena di famiglie coi bambini. Esattamente come 25 anni fa quando vedevo Hercules o Mulan coi miei genitori. Io stesso ero con mia sorella, mia cugina e mia nipote di 4 anni. E ai bambini è piaciuto, si sono divertiti, si sono emozionati. Alla fine hanno anche applaudito.
    E anche a me è piaciuto, mi sono divertito, mi sono emozionato. E anche io ho applaudito. Di cuore. E ringrazio Dio perché il miracolo si è compiuto anche quest'anno: sono riuscito a lasciare nel cellulare recensioni e digital forum, e a sentire l'arte dei WDAS.

    Ho dato tutta questa importanza all'aspetto delle famiglie coi bambini perché credo che sia un sintomo di come una fadcia di popolazione che non sa neanche cosa significhi woke ancora apprezzi i prodotti Disney. Addirittura mentre facevo la fila per il biglietto una signora ha cercato su Google il significato della parola "Wish". Magari non sanno neanche la differenza tra WDAS e Pixareh. Però quando scorrevano le immagini nei titoli di coda, tutti le riconoscevano, bambini piccoli compresi. Certo quando è comparso Oliver un papà ha detto "Gli Aristogatti". Però sicuramente tutto ciò qualcosa significa.
    E sono d'accordo con Grrodon quando dice che dovremmo andare tutti a vederlo. Non fatevi influenzare da nulla, neanche dallo Sputa di Grrodon stesso. Andate e fatevi una vostra opinione.

    Per quanto riguarda la tecnica di animazione all'inizio mi ha fatto strano. Mi sembrava - come ha detto qualcuno - un effetto da serie televisiva animata cheap. Poco dopo però mi ci sono abituato, e più il film procedeva più l'apprezzavo.

    Fermo restando che non è la trama il punto forte di un Classico, a me è piaciuta il giusto. E' stata capace di farmi provare tutte le emozioni che un film del genere dovrebbe trasmettere. Chiaramente non sarà ricordato come un Classico "maggiore", ma se fosse arrivato in un altro momento storico sarebbe potuto essere più apprezzato perché gli ingredienti ci sono. E credo che se non è piaciuto (ma davvero non è piaciuto?) è in buona parte per motivi extradiegetici. E poi francamente non capisco cosa i veu intendano quando invocano una fiaba classica di ambientazione europea e musical: con una protagonista bianca e storia d'amore? Perché a parte questi due elementi, io non credo oggi possano realisticamente sperare in qualcosa di più classico di quanto visto con questo film.

    Alcune sbavature ci sono: il cattivo alla fine viene un po' ridimensionato negli ultimi minuti di film in maniera anticlimatica, Asha a volte è un po' sopra le righe, Valentino non è il comprimario più simpatico. Ma davvero, sono convinto che anche nei Classici più celebrati ci siano sbavature più o meno importanti. Uno può bocciare il film per questi motivi solo se è in malafede.

    La colonna sonora e le canzoni mi sono piaciute più di quello che mi aspettavo. I miei parenti si sono lamentati per le troppe canzoni, ma a me non hanno dato quest'impressione di eccesso. Sicuramente non erano né Menken né i Lopez, ma non le ho trovate così inferiori a Miranda (che a me non ha mai convinto pienamente). Poi certo io non sono un grande intenditore di musica, e comunque entriamo nel gusto personale.

    In sintesi questo film mi ha rassicurato molto sullo stato di salute dei WDAS e sul mio amore per lo studio. Anzi, a me addirittura è piaciuto più questo che gran parte dei Classici degli ultimi anni più celebrati. E vi dico che la visione di questo film che si sentiva (anche se non in maniera troppo esplicita) essere un omaggio alla storia dello studio, e i bozzetti dei Classici nei titoli di coda, mi hanno fatto venire voglia di cronare più di tutti i discorsi (comunque interessanti) che abbiamo fatto qui dentro. E mi sono convinto che il problema non è interno allo studio, ma proviene da altrove. Altri film della Disney che contaminano l'immagine dei WDAS, lo zeitgeist, il marketing, i social... Non lo so con precisione, ma non era Wish il problema.
    E chiudo dicendo di rimanere anche fino alla fine dei titoli di coda perché c'è una scena che si ricollega direttamente a Once Upon a Studio ;)
    Se puoi sognarlo, puoi farlo :)
  • L'altro giorno, in leggero ritardo, ho recuperato Wish.
    Allora... di per sè è un film che funziona, ha diverse note positive che ho apprezzato molto, ma ha anche alcuni difetti secondo me abbastanza notevoli.
    Gli sfondi, Star e i paesani "comparse" sono effettivamente 2D puro, ma, e mi ci sono concentrato molto, gli umani che appaiono bene (protagonisti o secondari) non mi hanno dato l'impressione di NON essere in cgi neanche per un secondo, anzi spesso mi hanno fatto l'effetto di una cgi non rifinita nascosta con i bordi da simil-2D. Comunque i design (sia che siano cgi palese o il 2D, sono tutti pazzeschi, soprattutto Asha)

    Le canzoni sono meglio delle aspettative, anche se non proprio memorabilissime:
    - La canzone introduttiva l'ho trovata abbastanza fastidiosa
    - La canzone di Magnifico e Asha molto carina
    - La theme di Asha bellissima
    - La canzone di Magnifico odiata abbastanza, [spoiler]anche perchè l'ho trovata completamente fuori atmosfera rispetto a ciò che stava introducendo (la sua rapida discesa verso la quasi follia)[/spoiler]
    - Molto carina la canzone di Asha, i sette, Valentino e la regina

    Valentino è effettivamente un personaggio abbastanza del cazzo, ha pochissime battute e non risulta nè sufficientemente comico nè sufficientemente utile alla trama come invece è stato per la maggior parte dei suoi "predecessori", tuttavia non mi è stato antipatico e anzi spesso mi ha comunque strappato qualche risata. In generale, però, ho trovato una non grande attenzione a creare dei secondari (oltre ad Asha e Magnifico) che risultassero effettivamente d'impatto, efficaci, memorabili.

    Ho apprezzato le cit più nascoste ([spoiler]come la carrozza della bella e la bestia, gli alberi che ricordano Nonna Salice, l'orso che balla come in Bongo, la scena delle stelle del Re leone ecc[/spoiler]), mentre quelle veramente palesissime mi hanno fatto dire "meh" ([spoiler]Peter Pan a cazzo e Valentino che cita Zootropolis [/spoiler]mi hanno anche un po' cringiato perchè le ho trovata due forzature veramente troppo sputate in faccia)

    La trama è interessante, e spesso mi ha tenuto in grande attenzione, tuttavia ho riscontrato lo stesso problema che riscontrai in Encanto, ovvero la struttura che sembra passare direttamente da introduzione a scontro/risoluzione finale, bypassando la ciccia centrale.

    Ho apprezzato molto Magnifico, cattivo che mi ha fatto percepire la volontà di riprendere un tipo di personaggio antagonista come si faceva fino a qualche anno fa, dopo le innumerevoli critiche all'assenza di cattivi o all'assenza di cattivi davvero interessanti da Oceania in poi. Tuttavia mi devo accodare a chi ha ritenuto la sua backstory non sufficientemente approfondita per comprendere e spiegare il perchè fa ciò che fa. Ma a parte ciò è un personaggio figo, temibile e interessante (anche se, appunto, non sufficientemente approfondito). [spoiler]Mi pare di aver colto un riferimento a Jafar nella conclusione del suo personaggio, può essere?
    [/spoiler]

    Gli snani di per loro possono anche starci come spalle, ma mi ricollego a prima e devo dire che ho trovato il riferimento ai sette più noti abbastanza forzato e per due (i corrispettivi di Cucciolo e Gongolo), quasi manco fatto con attenzione (quando ho fatto il resoconto personale di "chi rappresenta chi", ho capito loro due chi erano solo per esclusione rispetto agli altri e perchè il tizio fa la roba delle orecchie).

    L'edizione italiana: Amadeus e Riondino mi hanno stupito, hanno fatto un lavoro di gran lunga superiore a quanto avrei pensato guardando i trailer, mentre Gaia è veramente qualcosa di atroce, sempre sempre sempre finta, impostata, fastidiosa. L'adattamento delle canzoni è veramente tremendo, soprattutto per le due di Magnifico: fuori metrica, difficile da seguire, frasi incasinate solo per riuscire a fare le rime; davvero tremendo, il picco di un peggioramento graduale che va avanti dal 2009 (ovvero da quando sono subentrate e Ermavilo le figlie).

    In definitiva, un film che, nel suo, funziona, ben fatto, pieno di cuore e che pare voler cercare davvero di riprendere lo stile e le atmosfere di periodi più classici (soprattutto anni '50-'60 e primo rinascimento), e che mi fa sperare in un seguito per lo stile grafico utilizzato, magari limando ulteriormente la per me troppo palese cgi dei protagonisti.

    P.S.: Rodo che nei titoli di coda non abbiano inserito Saludos, Caballeros, Musica, Perle, Bianca e Bernie e i Robinson (o almeno, li ho guardati tutti con attenzione e non ho visto nessuno di loro)
  • Non è il disastro che leggo in giro ma la cosa che mi ha lasciato più perplesso in assoluto è la mancata analisi del concetto di 'wish': non esiste che ogni desiderio sia buono e salvifico e sempre da salvaguardare. Esistono anche cattivi desideri ed aneliti di sopraffazione e dominio. In un film Disney una riflessione capitale su questo me l'aspettavo
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  • In che senso, scusa? Il film mica nega esistano desideri cattivi. C'è una scena in cui Asha dice proprio "ok, se il desiderio è pericoloso allora va fermato". Quello che si vuole impedire è che la gente dia a priori in gestione i propri desideri a terzi dimenticandosene, anziché perseguirli da sé. Se poi qualcuno perseguirà qualcosa di negativo ci si penserà, ma finché non se ne ha la certezza non ha senso che il Re applichi un filtro.
  • Mi rendo conto che non fosse quello il centro del film però, ecco, non tutti i desideri meritano di essere esauditi perché... banalmente non tutti i desideri sono uguali. Desiderare di ispirare la gente con la propria arte è una cosa, desiderare di sopraffare la gente con la propria forza è un'altra: ma sono entrambi desideri.

    Senza contare, poi, che crescita e maturazione portino anche maggiore assennatezza nella scelta dei propri desideri. Un po' più di labor limae avrebbe fatto comodo, secondo me
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  • Ma infatti l'equivoco di fondo è alimentato solo dal Re che dice che i desideri verranno esauditi uno a caso una volta al mese, senza che ci siano filtri di sorta. Il popolo se lo aspetta, e non è sbagliato decidere di non esaudirne alcuni. E' sbagliato il sistema di base che fa sì che in primis il popolo li ceda, li scordi e li dia in gestione a terzi che decideranno a priori se il desiderio è esaudibile o no.

    E' un sistema che porta a impigrire il popolo, e che dà un potere eccessivo a un individuo il cui criterio per stabilire l'esaudibilità è per giunta molto fallace, come si nota dalla scena in cui decide che il desiderio del nonno è da scartare solo perché potrebbe "ispirare" e dunque influenzare le genti.

    Film politico e non poco, ma non ci sono buchi o cose non spiegate, ogni obiezione viene messa in scena.
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