[Bonelli] Dylan Dog

Editore che ha dato i natali ad alcuni dei personaggi più iconici della tradizione fumettistica italiana, toccando tanti generi diversi ma con uno stile unico e inconfondibile.
  • Dylan Dog Color Fest #1
    Questo è l'unico che mi interessava...
    Ma io sapevo, dall'annuncio fatto qualche mese fa, che sarebbe stato il primo volumetto di una serie con periodicità ancora da definirsi, contenente una storia sola.
    Vedo che hanno deciso di trasformarlo in un volume più corposo con 4 storie, forse hanno deciso di trasformare Dylan Dog a colori in una sorta di "speciale annuale"?
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    DYLAN DOG COLOR FEST #1

    Interessante iniziativa, questa. Dopo 20 anni di vita editoriale, e con un personaggio che ormai viene considerato stantio, la Bonelli cerca di rinnovare il suo fiore all'occhiello con una testata speciale (annuale?) che contiene 4 storie realizzate da autori che non lavorano abitualmente sull'indagatore dell'incubo. E a colori, con una colorazione moooolto riuscita.
    Ma vediamo quali sono le prime impressioni sull'albo: la copertina è buona, con un'illustrazione di Gabriele Dell'Otto davvero bella. Peccato che a rovinare il tutto ci sia quel "color fest" che sembra una scritta fatta con Word Art (sembra?) e appiccicata con lo scotch.
    Per non parlare dell'editoriale. Sergio Bonelli che spende un'intera pagina per raccontare di quanto lui sia vecchio, di come se fosse per lui non uscirebbero tutte queste testate nuove e questi esperimenti, e di quanto ormai lui sia stanco della vita. Ma per fortuna è circondato da carne fresca con tanta creatività e un po' di sana voglia di lavura', che ha prodotto queste belle storie:

    Dylan in Wonderland (Gualdoni/Brindisi)
    Il piccolo Dylan e la sua amica Alice riescono a crearsi un personale Paese delle Meraviglie, nel quale trascorrere il tempo e vivere le loro avventure. Saranno però attacccati da un Uomo Nero, ma soprattutto dovranno fare i conti con la realtà.
    Un episodio che gioca con la fantasia e il sogno, per poi porre davanti agli occhi la vita vera e i suoi risvolti dolceamari.

    Fuori Tempo Massimo (Recchioni/Carnevale)
    L'episodio "John Doe", opera dello sceneggiatore della serie e del celebre copertinista, ora all'opera sull'indagatore dell'incubo. Una vecchia conoscenza di Dylan Dog esce dal coma, e sembra volersela spassare sterminando vite qua e là, portando con sè un vero e proprio esercito di morti viventi. In una storia apparentemente sul generis, la storia si rivelerà poi una simpatica analisi/parodia del genere horror, anche se questa tendenza è partita da film come Scream, e quindi non risulta come il massimo dell'originalità. Comunque divertente.

    L'accalappiasogni (Faraci/Gianfelice)
    Dopo tre pagine che riescono a riassumere in modo sintetico e scanzonato il personaggio di Dylan Dog (e di questo va reso merito a Faraci, probabilmente avrebbe fatto figura ancora migliore a inizio albo, per presentare Dylan a chi proprio non lo conosce), la storia ci regala una classica indagine a cavallo tra fantasia e realtà. Un bambino ha perso Baldo (il nome vi dice nulla?), il suo amico immaginario, e Dylan Dog si metterà sulle sue tracce, viaggiando nel mondo della fantasia. Sulla carta questa potrebbe sembrare una storia vicina alla prima dell'albo, ma l'atmosfera e i risvolti che la compongono sono nettamente differenti.

    Il vampiro dei colori (Di Gregorio/Casertano)
    La storia che durante la lettura mi sembrava più traballante, mi puzzava di "già visto" e credevo fosse stata inserita qui solo perchè aveva a che fare col colore, e quindi impossibilitata ad essere messa in un numero normale. Ma invece no: lo spunto lo sviluppo sono quelli che penso siano una costante negli albi di DD, ma le ultime pagine rivelano la vera natura di quanto si è visto fino a quel momento, e non può mancare un sorriso sul volto del lettore che comprenderà cosa si celava dietro lo specchio della storia.

    Insomma, 4 storie decisamente buone, che possono affascinare il lettore aficionados come il neofita di Dylan Dog. A riguardo ho potuto notare nelle prime due storie un riferimento a personaggi/eventi già comparsi nella testata (ed evidenziati con una didascalia che rimanda al numero corrispondente): forse non riferimenti obbligatori, ma che di sicuro faranno piacere ai lettori di vecchia data, che potranno sfoggiare la loro conoscenza anche in un albo speciale come questo, che quindi si rivolge anche a loro e non solo ai lettori occasionali.
    Tutte le sceneggiature sono decisamente affascinanti: in un paio di casi potrebbe sembrare che le trame siano banali o noiose, ma sul finale vengono rimescolate le carte in tavola dando una lettura completamente differente alla storia, donandole un sicuro fascino.
    E personalmente ho apprezzato anche i disegni (e le meravigliose colorazioni): i quattro artisti sono riusciti al contempo a creare un tratto personale, ma che comunque non stona con gli altri. Insomma, non ci troviamo davanti a quattro differenti Dylan Dog (come poteva essere ad esempio nell'esperimento Rat-Man & Friends), ma possiamo ammirare lo stesso Dylan Dog con quattro sfumature caratterizzate dal disegnatore all'opera.

    Pollice su per questo esperimento editoriale, e confido sia un appuntamento regolare.
  • bah... questo color fest mi è sembrato fiacco, si salva IMHO solo la prima storia vuoi per i buoni testi di Gualdoni, vuoi per i disegni di Brindisi sempre gradevoli... il resto non mi ha convinto

    e poi il colore sulle storie di DYD lo trovo poco adeguato... -_-
    “I believe… whatever doesn’t kill you simply makes you…stranger.”
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  • Al Mantova comics sono stati svelati i nomi di due autore del secondo Dylan Dog Color Fest, in uscita quest'estate.
    [via ComicUS]

    Quindi finora sappiamo:
    • Tito Faraci e Giuseppe Camuncoli
    • Alessandro Bilotta e Carmine di Giandomenico
    • Nicola Mari
    • Angelo Stano (anche colorista)
    • Colori: Emanuele Tenderini
    • Copertina: Tanino Liberatore
    Se qualcuno ha qualche nome in più, o qualche correzione o qualche aggiunta, si faccia avanti... ad esempio Tenderini e Faraci, che se non sbaglio sono iscritti al Sollazzo :P
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • http://www.bloody-disgusting.com/news/11822
    Il film di Dylan Dog non si intitolerà Dead of night ma... Dylan Dog.
    Il regista sarà Kevin Munroe (che ha recentemente diretto TMNT) e l'attore che interpreterà l'indagatore dell'incubo è Brandon Routh. Nonostante il film abbia un budget di 35 milioni di dollari, sarà molto probabilmente una squallida produzione splatter/horror senza pretese, e invece di pretese dovrebbe averne -_- E' Dylan Dog, mica Spiderman! E' uno dei miti italiani, per bacco, non lo offendete!
    L'uscita è prevista per il 2009.

    A giudicare dal vecchio titolo, forse sarà l'adattamento del primo numero di DD...
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Uhm, ma si continua a recensire qui? Vabbè, il penultimo numero (quello di giugno) m'è piaciuto e ci scrivo qualcosa su. :P

    Dylan Dog #261: Saluti da Moonlight
    Testi: Di Gregorio
    Disegni: Freghieri

    Sì, è proprio lei, Moonlight: la cittadina dove Dylan, adolescente, trascorse la prima vacanza estiva "da solo". E dove incontrò quello che sarebbe diventato il suo primo amore, Marina Kimball. La storia, raccontata nel #74 di Dylan Dog, "Il lungo addio", è una di quelle considerate le più belle in assoluto della serie dai più (e dalla sottoscritta).
    Questo, però (cito pari pari dall'albo) "non è un vero seguito di quella avventura. Quindi, anche se qui e là affiorano delle precise citazioni, Giovanni Di Gregorio, lo sceneggiatore di Saluti da Moonlight, è stato tenuto sotto strettissimo controllo da Sclavi affinché non andasse a mettere il dito in certe ferite ancora aperte del nostro Indagatore".

    E per fortuna, direi. Il lungo addio è una di quelle storie che non vorresti mai venissero toccate/seguitate (esiste? Vabbè). Sarebbe come fare un sequel di Lost in translation o Stand by me, per intenderci. Ed in questo devo dire che Sclavi e Di Gregorio sono stati davvero bravissimi: sono riusciti a riportare i lettori all'interno della delicata atmosfera di Moonlight, delicata come il ricordo del primo amore, senza violentarla o aggredirla. Stavolta non è infatti su Marina (che appare solo sulla copertina dell'albo, e che per qualche secondo m'ha fatto tremare) che si concentra l'attenzione di Dylan Dog, bensì sugli altri adolescenti che trascorsero quella stessa estate insieme a lui lì. Quelli che ormai, proprio come Dylan, adesso sono diventati adulti, maturi, che hanno dovuto fare i conti con la realtà e rinunciare a qualche sogno per scenderci a patti. E, come ne "Il grande freddo", si incontrano nuovamente tutti, cresciuti, e si confrontano crudelmente col ricordo di come erano allora. Stavolta, è in questo che si cela l'orrore con cui L'Indagatore dell'Incubo avrà a che fare. Non vado oltre a descrivere la trama o spoilererei troppo, però ribadisco, secondo me merita davvero.

    Nella prefazione poi ho letto che avrebbero voluto lo stesso disegnatore de Il lungo addio per questo albo (Carlo Ambrosini), ma essendo questi impegnato con Jan Dix, hanno chiesto a Freghieri di prendere in mano le redini della cosa: scelta azzeccatissima, ho sempre adorato i tratti dei personaggi di Freghieri, e le espressioni pensierose, incantate, a volte confuse e smarrite che sa dare a Dylan sono ineguagliabili. La cosa ben si sposa con la sceneggiatura di Di Gregorio: i puntini sospensivi, il climax crescente ma mai teso da diventare insostenibile che riesce a dare fino allo scioglimento della trama alla fine del racconto, le atmosfere semioniriche degli incontri di Dylan con alcuni dei "giovani" del posto... bellobello. Un ottimo lavoro davvero.
  • Elaine Marley ha scritto:Uhm, ma si continua a recensire qui? Vabbè, il penultimo numero (quello di giugno) m'è piaciuto e ci scrivo qualcosa su. :P
    sì sì, io riguardo a Dylan Dog sono poco esperto quindi evito di mettermi a recensire, però quando c'è qualcosa di notevole mi limito a segnalarlo. Questa storia per me non era notevole visto che non conosco quella da cui prende spunto (e vivo nell'utopia che la Granderistampa arrivi a ristampare TUTTO :P), sicuramente è una delle storie migliori di questo periodo, dopo un'infilata di numeri quasi insopportabili (cito solo "Da una galassia lontana", che era partita benissimo e poi è diventata di una banalità sconcertante).

    Cambiando argomento, ComicUS segnala che è stata confermata la lista degli autori e la data di uscita di Dylan Dog Color Fest #2.
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    Uscita: 8 agosto
    Copertina: Tanino Liberatore
    Colori: Emanuele Tenderini
    Testi: Paola Barbato, Pasquale Ruju, Giovanni Gualdoni e Alessandro Bilotta
    Disegni: Angelo Stano, Nicola Mari, Roberto De Angelis e Carmine Di Giandomenico.
    Elikrotupos ha scritto:Quindi finora sappiamo:
    • Tito Faraci e Giuseppe Camuncoli
    ma questi che fine hanno fatto? Me lo sono sognato che Faraci avrebbe di nuovo scritto per DYDCF? No, è impossibile, perché non conosco Giuseppe Camuncoli, quindi non vedo come possa essermelo inventato :P
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
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    Prosegue l'esperimento cromatico sull'indagatore dell'incubo iniziato l'anno scorso; se il primo era un volume molto sperimentale (e questo secondo le intenzioni iniziali era lo spirito con il quale doveva essere condotta la serie), questo numero presenta nomi ben noti alla schiera Bonelli, con giusto qualche guest star.
    Peccato per la storia annunciata dell'accoppiata Faraci/Camuncoli, sulla carta il progetto più attraente.

    Il Pianeta dei Morti (Bilotta/Giandomenico)
    Il primo racconto del volume è un'idea molto interessante, una sorta di Ritorno del Cavaliere Oscuro dylandoghiano; in un futuro prossimo (ma non troppo) l'indagatore dell'incubo è a capo di un gruppo di agenti che pattugliano la città indossando la sua celebre divisa di un tempo, per sbarazzarsi degli zombie che ormai hanno invaso il pianeta.
    Il soggetto è il più intrigante dell'albo, le atmosfere sono azzeccate, ed è un peccato che la sceneggiatura non sia all'altezza, lasciandosi sfuggire l'opportunità di sfruttare adeguatamente uno spunto di base con tante potenzialità.

    Videokiller (Barbato/Stano)
    Dylan Dog trova su Internet un video che ritrae la sua morte; passerà tutta la storia a cercare di trovarsi sul luogo del delitto all'ora esatto, per capire come sia possibile, e al contempo evitare la sua morte. Il tutto mi ha ricordato un po' il concetto di "Save the Cheerleader" e la storia di Milo Ventimiglia nella prima parte di Heroes, ma il tutto è comunque sviluppato più che bene.
    Alla fine della storia rimane quella sensazione che ci sia qualcosa che non va, rimane quel sapore straniante che a mio parere è perfetto per un personaggio come Dylan Dog, dove tutto può anche non quadrare alla perfezione.

    Il Mago degli Affari (Ruju/Mari)
    Un tale è ricco, ha tutte le donne che vuole, e ogni cosa gli va per il verso giusto; ovviamente dietro tutto ciò si nasconde qualcosa di inquietante, e Dylan Dog lo insegue per cercare di scoprire cosa ci sia sotto...
    Storia un po' deludente, il punto più basso del volume. Risaltano i colori di Tenderini (autore anche della colorazione della prima storia), a mio parere i più riusciti dell'albo.

    L'inferno in Terra (Gualdoni/De Angelis)
    Risalta qui la presenza di Groucho, grande assente in tutte le altre storie (tranne una comparsata "particolare" nella prima storia), che si vede qui giusto per un paio di paginette: le coincidenze hanno voluto che la spalla di Dylan fosse il grande escluso dell'albo, mentre nel primo Color Fest divideva abbastanza equamente la scena con il protagonista della serie.

    Bè, dai, le storie sono gradevoli. Nel primo numero c'erano racconti decisamente più interessanti, ma il livello rimane comunque alto, ancora degno dell'"evento annuale" che rappresenta.
    Speriamo però che questa iniziativa non si accartocci su sè stessa, come i vari Texoni annuali, ma rimanga quel qualcosa di fuori dalla norma che era stato il primo numero.
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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  • Beh, è stato fuori dalla norma anche questo, sebbene le storie non siano molto avvincenti (non lo erano nemmeno quelle dell'anno scorso... e tendenzialmente non lo sono nemmeno quelle del Dyd regolare...). In compenso questo si differenzia dall'albo precedente per il fatto che molte storie non le ho capite oO

    L'ambientazione futuristica de Il pianeta dei morti è un'idea simpatica e resa molto bene nei disegni e nei colori. Il soggetto si ispira a spunti fantascientifici non troppo originali (come un po' l'80% della fantascienza recente, di solito) il che a volte sa di ridicolo, ma molte cose su Dyd lo sono quindi non ci faccio più caso. Il Dylan coi capelli grigi assomiglia a un altro personaggio Bonelli di cui non mi viene il nome... Che [spoiler]Groucho fosse il "paziente zero"[/spoiler] era telefonatissima...

    Videokiller è la storia più sofisticata... cioè incasinata. Sembra un po' un nastro di moebius, o un'assurdo ricorsivo, una sensazione di inquietudine alla Lynch. Sembra. Secondo me però non è un esperimento riuscito, il Dylan Dog che si impegna così tanto per ricreare la scena della sua morte non è verosimile, e soprattutto non è verosimile che ci riesca in così poche tavole :P Ma vabè...

    La trama che meno mi attirava era quella del mondo della finanza. E invece è diventata subito la mia storia preferita del numero, forse per il suo autore, Pasquale Ruju, che ho conosciuto con Demian e con alcune storie che ha fatto recentemente su Dyd. O forse mi è piaciuta perché è l'unica che non è surreale o ambientata in una dimensione alternativa (come invece succedeva anche nelle storie del primo Color Fest). Insomma, che il fil rouge di questa collana a colori fosse una sorta di surrealismo mi stava pure bene, ma le singole storie non sono entusiasmanti. Il mago degli affari non segue questo andazzo surrealista ma in compenso è una buona storia (adoro il tema dei druidi... ci sono vecchie storie di Dylan alle prese coi druidi?). Peccato per l'abuso di didascalie...

    L'ultima, L'inferno in terra, è la più bof in assoluto... belle ambientazioni, bello lo straniamento di Dylan, però la manfrina moralista sulla guerra in Dylan Dog ci sta come il cavolo a merenda, soprattutto in una storia breve dove non puoi approfondire il messaggio.

    In sostanza, ammetto che questa testata annuale mi piace, però vorrei che la sua unica straordinarietà non fosse il colore e le "dimensioni parallele" (capisco che non sono un argomento che si può trattare nella testata regolare). Se deve essere solo un contenitore di storie brevi, tantovale fare dedicare la testata cromatica a una storia lunga, magari due (uscendo semestralmente), oppure una lunga corredata da una o due brevi. Però ecco... che il colore sia l'occasione anche per delle storie belle, memorabili, magari in continuity...
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Elikrotupos ha scritto:Il Dylan coi capelli grigi assomiglia a un altro personaggio Bonelli di cui non mi viene il nome...
    Nathan Never?
    No, perché ho avuto anch'io questa sensazione come ho visto il binomio "storia fantascientifica"+"Dylan con i capelli grigi".
  • esattamente!
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    anche se in Dylan è al contrario, capelli neri e basette grige
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Ok, letto tutto anch'io. In generale tutte buone storie con ottimi disegni e colori. Quella che mi è piaciuta meno è" Il mago degli affari" di Ruju, l'unica non ambientata in un contesto alternativo. "Videokiller" della Barbato non mi convince sul finale, ma tutto il resto è molto buono, e molto belli sono i disegni (e gli acquerelli) di Stano.
    Probabilmente la migliore del numero è "Il pianeta dei morti", che seppur inizialmente mi avesse lasciato stranito per via dell'ambientazione fantascientifica e del Dylan Dog "nathanneveriano", con il proseguo si è rivelata essere la più geniale dell'albo. Tra l'altro, ho apprezzato moltissimo che la Morte vada a prendere Dylan a bordo del Vascello (del quale, per chi non lo sapesse, l'Indagatore dell'Incubo non riesce mai a completare il modellino).
    A me poi è piaciuta molto anche "L'inferno in Terra" di Gualdoni e De Angelis (l'autore dell'immagine di Nathan Never postata da Elik, tra l'altro), che sarà forse la meno "dylandoghiana" ma che a mio parere è molto suggestiva. E leggendola non ho potuto fare a meno di chiedermi: ma che fine ha fatto il progetto Wondercity?
    Un plauso infine alla copertina di Tanino Liberatore, davvero molto bella.

    DeborohWalker ha scritto: Peccato per la storia annunciata dell'accoppiata Faraci/Camuncoli, sulla carta il progetto più attraente.
    Non sapevo che Tito stesse preparando una storia per il secondo "Color Fest"; qualcuno sa dirmi qualcosa in più?

    DeborohWalker ha scritto: Bè, dai, le storie sono gradevoli. Nel primo numero c'erano racconti decisamente più interessanti, ma il livello rimane comunque alto, ancora degno dell'"evento annuale" che rappresenta.
    Speriamo però che questa iniziativa non si accartocci su sè stessa, come i vari Texoni annuali, ma rimanga quel qualcosa di fuori dalla norma che era stato il primo numero.
    Elikrotupos ha scritto: In sostanza, ammetto che questa testata annuale mi piace, però vorrei che la sua unica straordinarietà non fosse il colore e le "dimensioni parallele" (capisco che non sono un argomento che si può trattare nella testata regolare). Se deve essere solo un contenitore di storie brevi, tantovale fare dedicare la testata cromatica a una storia lunga, magari due (uscendo semestralmente), oppure una lunga corredata da una o due brevi. Però ecco... che il colore sia l'occasione anche per delle storie belle, memorabili, magari in continuity...
    A me, che non sono un lettore abituale di Dylan Dog, questo secondo "Color Fest" ha soddisfatto, però effettivamente mi piacerebbe che dal prossimo anno cambiasse un po' la formula. Che il colore sia l'elemento distintivo va benissimo, anzi leggendo le storie non ho potuto fare a meno di pensare quanto ci guadagnino le storie Bonelli con una colorazione e una carta come quelle del "Color Fest", però mi piacerebbe che per il terzo numero si puntasse anziché su 4 storie brevi su una storia lunga o su 2 storie di media lunghezza.
  • Komix.it afferma, ma che dico afferma... ASSERISCE che ci sia una cinquina di autori con le scamorze che si appresta a fare uno speciale umoristico per Dylan Dog.
    Ai testi c'è Tito Faraci (sorpresa, eh? :D) e alle matite (ma magari anche ai testi? non si sa) questo bel poker: Giorgio Cavazzano, Corrado Mastantuono, Leo Ortolani e Fabio Celoni.
    In realtà non c'è niente di ufficiale, ma quelli certi sembrano essere Cavazzano e Mastantuono.

    :sbav:
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Elikrotupos ha scritto: Ai testi c'è Tito Faraci (sorpresa, eh? :D) e alle matite (ma magari anche ai testi? non si sa) questo bel poker: Giorgio Cavazzano, Corrado Mastantuono, Leo Ortolani e Fabio Celoni.

    :sbav:
    Ok, wow... semplicemente "wow"!

    :sbav:
  • Elikrotupos ha scritto:In realtà non c'è niente di ufficiale, ma quelli certi sembrano essere Cavazzano e Mastantuono.
    Confermo che Cavazzano è già al lavoro. Fonte: Facebook. :P
  • Su ComicUs è stata pubblicata una news che parla delle storie presenti nel prossimo Color Fest e in quello del 2010:

    "Ora apprendiamo maggiori dettagli su tre delle storie che comporranno il volume.
    Una sarà appunto disegnata da Giuseppe Camuncoli e scritta da Tito Faraci, mentre Patrizio Evangelisti farà coppia con Claudio Chiaverotti e per la terza, dal titolo "Una stella lontana", Daniele Caluri raffigurerà una sceneggiatura di Giancarlo Marzano.

    Ultimissime indiscrezioni rivelano già alcune delle firme per l’uscita del 2010, tra cui la stessa Paola Barbato, Riccardo Burchielli e Roberto Recchioni.
    "
  • hanno riciclato la storia di faraci che si prevedeva per l'anno scorso... non me l'ero sognata, allora :P
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • great news, non vedo l'ora!
    Quando lessi la notizia a dicembre si parlava di Cavazzano e di altri tre nomi da vertigini: Corrado Mastantuono, Leo Ortolani e Fabio Celoni. Ortolani immagino che ci abbia rinunciato, dato che non se ne sta sentendo più parlare.

    Fantastico il Dylan di Cavazzano! :sbav:
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
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