Valerio ha scritto:RASL #1
Oh, finalmente ho avuto tempo di leggerlo anch'io, dopo averlo comprato a Lucca!
E a me è piaciuto, molto. Più di
Bone? No, perlomeno non ancora, ma non credo che nemmeno ad opera conclusa potrò dirlo. Quel che è certo è anche che sono opere molto diverse tra di loro, quindi un paragone tra i due fumetti solo perché condividono l'autore non è neanche molto opportuno.
Valerio ha scritto:Cosa non mi ha convinto? In primis, non mi aspettavo che l'avrei mai detto, ma...i disegni. Avevo da sempre acclamato Bone per come era riuscito a mischiare tratto comico e realistico, eppure negli ultimi volumi qualcosa ogni tanto mi stonava, anatomie deformi, pose un po' pupazzettose che rovinavano un po' alcune figure umane. Niente di grave, almeno così credevo. Questo primo volume di RASL mostra che lo stile di Smith si è evoluto da allora...e tutto in quella direzione. I personaggi non sono mai a modello, sembrano sempre deformarsi, a volte in modo quasi imbarazzante e questo non mi sento di perdonarlo. Non all'uomo che è sempre stato capace di convincermi con due pennellate.
Sì, lo stile che Smith sfoggia in
RASL è sicuramente più particolare rispetto a quello delle figure umane di
Bone. C'è da dire che lì il bello era il confronto e la differenza netta tra i Bone, che avevano l'aspetto di funny animals, e gli umani che, pur con tratto tendente al cartoon, erano comunque realistici e accurati, Thorn in testa. Qui, avendo solo umani, e ovviamente considerando anche l'evoluzione grafica che l'autore ha attraversato, cambiano le carte in tavola e quello che abbiamo, a mio parere, è invece un ibrido tra i due stili, funny e realistico. La sintesi ottenuta ha i suoi alti e bassi, che riconosco anch'io, ma dovendo dare un giudizio complessivo direi che esco soddisfatto dall'apparato grafico che Jeff Smith sfoggia in questo volume. Al netto di alcune figure riuscite meno bene, in generale ho apprezzato, complice anche il gioco tra bianco e nero che dice Valerio, che effettivamente è magistrale a livello comunicativo.
Valerio ha scritto:In secondo luogo ho qualche riserva anche sulla storia che per adesso ha imbastito. E' chiaro che l'obiettivo di Smith è riempire il tutto di mistero, usando la narrazione frammentaria, i flashback, le allusioni. Solo che non sono certo che sia riuscito nell'obiettivo. Almeno non al 100%. Perché secondo me non è stato molto chiaro sul funzionamento di una cosa che il fumetto crede di aver già spiegato, cioé il funzionamento della faglia. Cosa sarebbe? Il buco attraverso cui lui fugge tra le realtà? Il meccanismo che usa per creare questo buco? E poi una volta uscito dalla nostra realtà in genere dove si reca? Mi sembra ovvio che la meta non sia una realtà parallela, visto che quando in questo volume gli capita lui se ne stupisce con disappunto. Quindi sbuca sulla nostra stessa realtà? Entra dentro la dimensione-hub, ci rimane un po' finché non si quietano le acque per poi tornare? Non sono certo che questi dubbi siano voluti. Casomai il fumetto spinge a chiederti cose sul passato di RASL, sulle sue due donne, sull'organizzazione che gli dà la caccia, sulla metafora del sassolino e sul flashback/flashforward con lui nel deserto con cui tutto si apre. Però anche qui, vedo troppa carne al fuoco e disposta in modo un po' difficoltoso a seguirsi.
Ecco, se sui disegni potevo condividere qualche perplessità, nella trama invece proprio no, per quanto mi riguarda. Certo, ci sono molte cose ancora non chiare, ma per quanto mi riguarda sono quelle che è normale che ancora non lo siano, per come l'autore ha deciso di costruire la trama. Il mistero in una storia di fantascienza e che parla di viaggi tra le dimensioni, gestito con questo tipo di narrazione, è qualcosa capace di toccare le mie corde di lettore in modo particolare, e forse è anche per questo che non riscontro particolari problemi nella sceneggiatura.
Provo a rispondere al dubbio relativo alle faglie, per come l'ho inteso io: attraverso il dispositivo che indossa, Rasl apre una faglia, che è una specie di buco tra le varie dimensioni parallele, un passaggio tra di esse. È
Fringe, insomma.
Facciamo l'esempio del furto del Picasso. Uno interessato al quadro si rivolge a Rasl perché glielo procuri. Rasl sfrutta la faglia per andare in una dimensione parallela, dove questo non è custodito in un museo ultra-protetto ma in casa di un privato (è un'ipotesi di cui non sono sicuro, questa: potrebbe anche essere che il Picasso di un'altra dimensione abbia realizzato quadri che nella nostra non ha dipinto, e quindi il committente del furto mira a sfoggiare un inedito al mondo). Quel che è certo è che quando vediamo Rasl rubare, è in un'altra dimensione, visto che quando più avanti Anni ammira il quadro dice "Un Picasso parallelo?" e Rasl risponde "Già".
Non c'entra il fatto che si stupisca di esserci finito quando è nel bar. Il punto è che lui pensava di essere tornato nella sua realtà dopo il furto, invece scopre che ha fatto un errore ed è finito in una terza realtà, e questo l'ha inquietato molto, specie perché poi è finito in una specie di trappola. Scampato il pericolo, è riuscito anche grazie alla meditazione a tornare nella realtà corretta.
La faglia quindi a mio parere è semplicemente un varco attraverso il quale uno può passare (con l'ausilio di questo teletrasporti che lui e gli altri stanno costruendo nei flashback) per arrivare in altre dimensioni dove, come
Fringe e pacchi di altri letteratura fantascientifica insegnano, uno può sfruttare le varie, piccole differenze a proprio vantaggio. Come rubare, ovviamente.
Insomma, io sono soddisfatto praticamente senza riserve di questo volume 1 della serie, e sono impaziente di avere tra le mani il secondo, la cui data d'uscita è abbastanza vicina