[Disney] Buena Vista Lab

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • LBreda ha scritto:Già. Nell'anteprima di ComicUS c'è praticamente anche Vera...
    "non dicevi così quella volta a Dallas..."


    ROOOOOOOOOTFL, anderville ;_; nostalgia tremenda...
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Stai tranquillo Elik, conoscendoti avrai di che deluderti ANCHE con questo prodotto :P
  • Elikrotupos ha scritto:se il 2 marzo non lo trovo in aedicula, mi inca**o... con l'edicolante...
    Non so esattamente come funziona, ma non credo che la data ufficiale d'uscita sia il 2 marzo. Perchè verrà presentato in anteprima a Napoli Comicon che inizierà solo 3 marzo. Quindi credo che prima del 7 sarà difficile trovarlo in edicola. Poi non so...
  • A quanto ha detto il mio edicolante, gli è arrivato ora.

    Più tardi lo prendo e vi faccio sapere qualcosa.

    Edit:
    Letto, ma mooolto rapidamente.
    I disegni (e i colori), come c'era da aspettarselo, sono decisamente stupendi. E non è facilissimo dare espressività così immediata a quei personaggi...
    La storia, come in fondo è tipico di BVLAB, è molto molto compressa.
    Non è propriamente un noir: l'argomento principale della storia non è tanto l'indagine, quanto la discriminazione razziale. A questi due argomenti si aggiunge anche quello della famiglia (non approfondisco oltre, meglio non spoilerare troppo). Tre argomenti principali quindi. E neanche banalissimi. Troppo per un volumetto (già sarebbe troppo un solo argopmento tra questi, forse).

    Sarebbe stato molto intereessante vederla come serie.

    A proposito, il fatto che questa fosse stata una proposta per una serie non viene (mi pare) neanche accennata (l'unica cosa che viene detta è che Faraci ha progettato tutto prima dell'11 settembre 2001). Il fatto che non fosse una semplice graphic novel però viene tradito dalla discreta quantità di disegni non inseriti nella storia (e non propriamente "preparatori") presentati negli editoriali.

    Ulteriori approfondimenti più tardi.

    Ri-Edit
    Rileggendomi, detto così sembra un fallimento.
    Tutt'altro, è semplicemente che ho evdenziato solo i lati negativi.
    Il fumetto si legge piuttosto bene, la maaggior parte dei personaggi sono caratterizzati abbastanza bene rispetto allo spazio ce hanno (qualche approfondimento, ovviamente, non avrebbe guastato) e un po' di umorismo in stile MM condisce il tutto.
    Direi che rispetto alla media BVLAB è da considerarsi abbastanza buono.
    Insomma, Faraci nell'Ultima Battaglia era peggiore, almeno imho.
    Lorenzo Breda
    Website | Google+ | DisneyStats | deviantART

    If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
    Hobbes, Calvin&Hobbes

    [No bit was mistreated or killed to send this message]
  • Inaspettatamente, a 5 anni esatti dalla chiusura di MM, la Disney ci regala quello che in pratica e` un "episodio-bis", e che nella mente di Faraci sarebbe probabilmente potuto essere l'inizio di una nuova serie noir.
    Perche` Jungle Town, oltre ad essere realizzato dagli autori di "Anderville", riprende lo stile e moltissime tematiche del "predecessore", e aggiunge tutte quelle che in un fumetto con Topolino o non potevano ovviamente essere accettate (morti, sesso, temi sociali), o per altri motivi non potevano esserci (famiglia). Il rischio, penserete, e` che affrontare tutto questo in una graphic-novel di 62 pagine, che non ha nemmeno avuto un seguito, possa farla sembrare sbrigativa e affollata.
    Invece, no: in "Jungle Town", Faraci dimostra tutta la sua capacita` di sceneggiatore, mostrando di essere capace di affrescare personaggi (anche secondari, come Liza) in poche battute, e rendendo onore, al contrario di quanto ha fatto in altre produzioni recenti, alla fama che si e` conquistato.

    Le differenze fra "Jungle Town" e MM, naturalmente, ci sono, e partono fin dalla storia in sè: mentre MM era fondamentalmente la storia di una città, Anderville, e degli effetti che questa città, pensata fin nei minimi dettagli, ha sul protagonista abituato a vivere nella tranquilla Topolinia, Jungle Town parte dai personaggi, e precisamente da una famiglia - i Bonnard -, seguendo la vita della quale, e in particolare di Adam, il protagonista, arriviamo a capire la società in cui vive.
    Una societa` multirazziale, quella della citta` del titolo; ma nell'idearla, Faraci ha l'ottima intuizione di non dipingerla in bianco e nero, non dividerla fra "noi e loro", non mettere una sola razza dominante e una emarginata, ma di creare, in maniera ben piu` realistica, una societa` variegata, con innumerevoli "etnie", e con una certa profondita` storica. Cosi`, nell'introduzione ci viene detto che le due maggioranze, i cani e i gatti, hanno avuto in passato dissidi, ma che ora sembrano superati e i matrimoni misti, come quello fra Adam e Marla, sono frequenti, nonostante suscitino ancora delle perplessita` (come vediamo nel caso della signora dal parrucchiere, personaggio che piu` realistico e attuale non si puo`).

    L'altra ottima intuizione di Faraci e`, pur muovendosi, nel filone principale, nel terreno delle tensioni sociali, di fotografare a Jungle Town non solo gli aspetti corrotti e negativi, ma anche quelli normali e positivi. Cosi`, a fianco dell'indagine di Adam, che tocca i lati peggiori della citta`, abbiamo anche uno spaccato di vita familiare/sentimentale felice, o almeno normale (Marla) o meno felice (Liza), nonche` qualche intermezzo positivo con le vicende di Bessy, Jacko e i suoi amici: almeno loro, dalle problematiche etniche non sembrano toccati.
    Cosi`, se l'eccessivo pessimismo, una sorta di rassegnazione nei confronti di una citta` marcia fino al midollo, pervadevano MM e, pur essendone i punti di riconoscimento, lo rendevano fin troppo difficile e opprimente, in Jungle Town Faraci raggiunge l'obiettivo di dipingere una citta` a tutto tondo, con i suoi alti e i suoi bassi.

    Come ho gia` detto, "Jungle Town", a mio parere, a livello di sceneggiatura e` impeccabile: nonostante i numerosi stacchi ed il seguire diverse linee narrative contemporaneamente non si rischia mai di perdere il filo. Faraci dimostra poi nuovamente ottime doti di caratterista: tutti i personaggi, grazie anche al supporto grafico, si comportano in maniera realistica e riescono a venire tratteggiati in poche battute. Notevole e` il fatto che questo avvenga anche con i comprimari: mi riferisco soprattutto alla signora dal parrucchiere o al "pastore tedesco" dell'appuntamento di Liza, personaggi fastidiosi o meschini che trovano una totale rispondenza nella realta`, e che proprio per questo riescono anche divertenti.
    Un appunto, poi, bisogna farlo sull'abbinamento fra animali e personaggi, sempre perfetto. Non so in verita` quanto, soprattutto fra i comprimari e i personaggi non attivi, abbia influito lo sceneggiatore e quanto il disegnatore - alcuni di questi, in ogni caso, sono geniali (penso ad esempio all'anziano rinoceronte e al sorcio mendicante).

    Sui disegni sono impossibilitato a dire piu` di tanto, perche` non potrei mai parlare male di Cavazzano. In Jungle Town esibisce un tratto piu` umoristico rispetto a quello di MM, a meta` strada fra le storie di allora e della stilizzazione, per alcuni eccessiva, dei suoi ultimi lavori - per questo collocherei la realizzazione di Jungle Town verso il 2002. In ogni caso, si adatta piu` che bene alla storia, ora alleggerendo il clima, ora supportando con l'ottima caratterizzazione "estrema". L'unica pecca, forse, e` che Jungle Town manca un po' dell'atmosfera straordinaria di Anderville, che in MM faceva gia` meta` dell'opera. Naturalmente, la cosa e` in parte voluta - come ho detto la locazione vuole essere piu` "positiva" di quella di MM - e tuttavia avrei preferito, magari, una colorazione piu` atmosferica. Non arrivare, certo, agli eccessi del predecessore, con le vignette monocromatiche marroni e il "cerchio" di colore, ma usare magari tonalita` meno vistose di quelle esibite dalla colorazione sgargiante di Jungle Town.

    Se vogliamo trovare dei difetti in questa pubblicazione, potrei dire che il finale sembra un po' sbrigativo, ma puo` darsi che si tratti anche in questo caso di un tocco di realismo. Il lungo combattimento fra Topolino e Rud Kaminsky di "Anderville" e` certo storico, ma nella realta` e` ben piu` probabile una breve sparatoria come quella che conclude Jungle Town. In verita`, un problema che ho ben piu` sentito e` che la storia ha un che di incompiuto - fatto che si spiega facilmente, considerato che probabilmente questo doveva essere il numero pilota di una serie. In effetti, non sono poche le trame non pienamente concluse: dall'insoddisfazione sentimentale di Liza (anche se viene accennata una storia fra lei e Rollo) alle vicende dei ragazzi. Trame che probabilmente sarebbero state riprese in numeri successivi. Sono poco speranzoso sulla possibilita` che in futuro la serie sia presa nuovamente in considerazione; pero`, vista l'elevata qualita` di questo numero, direi che sarebbe davvero bello.
    Oannes, the Fish-Man!
    The one who taught mankind wisdom.
  • Oh, letto. Stupendo. Appena ho un attimo recenso, per adesso mi limito a:

    <Tito_Faraci> rensel! la tua rece di jungle town è STUPENDA
    <Tito_Faraci> e mo' adesso cosa scrivo, io??
    <Elikro|sanremo-oscar_time> "concordo"
  • Letto. Davvero bello. Sugli aspetti di sceneggiatura e disegno concordo pienamente con rensel.
    Certo mi ha fatto un po' impressione il linguaggio usato dai personaggi, che nel complesso sono simpatici e "dolci", quasi dei peluche, e non esitano ad usare frasi del tipo "andatevene tutti fuori dalle..." e "i maschi vogliono solo una cosa da me"...
    Complessivamente il target è adulto, niente da dire. Spero davvero che ne facciano una serie, anche se mi sembra un po' improbabile.
  • Ma ragazzi! Per caso Tito Faraci ha fatto un salto nella Sollazz Chat?! :clap:
    Mannaggia a me che non sono ancora passato da quelle parti!
    Ad ogni modo vi porto i saluti di Tito dal forum di Brad Barron:
    Tito Faraci ha scritto:Tyr, porta un saluto a tutti gli amici della "Tana del sollazzo". Ci ho fatto un giro, per curiosità, e... be', mi sono quasi commosso.
    Che dire... un mito! :adore: :adore: :adore:
    Mi son fatto portavoce del Sollazzo e ho detto a Tito che qualora voglia partecipare alla nostre sollazzevoli discussioni, noi lo aspettiamo!

    Ritornando in topic, credo di procurarmi Jungle Town questa settimana. Per il momento ho evitato di leggere spoiler, ma da quel che capisco si tratta di un piccolo capolavoro!

    EDIT: aggiungo una cosa. Ho fatto una domanda a Tito relativamente a Jungle Town e all'ipotesi di Oannes che MMMM sia stato un ripiego di JT. Questa la risposta:
    Tito Faraci ha scritto:JT è nato dopo MMM, e questa è già una risposta. Naturalmente risente dei lavori che io e Giorgio avevamo fatto assieme, su MMM e ovviamente su Topolino. E parlo del "ciclo" dedicato a Manetta, Rock Sassi e al commissariato di Topolinia.
    Tuttavia, come vedrai se vorrai prendere Jungle Town, non si tratta di un noir al 100%. Anzi, il noir è solo una delle componenti. Forse nemmeno la più importante.
    Ultima modifica di Tyrrel il lunedì 06 marzo 2006, 08:58, modificato 2 volte in totale.
  • Tyrrel ha scritto:Ma ragazzi! Per caso Tito Faraci ha fatto un salto nella Sollazz Chat?! :clap:
    No, tranquillo, ero io che appena terminata la lettura di Jungle Town mi sono infaraciato dalla contentezza ;)

    Ad ogni modo, grazie Tyrrel per aver portato i saluti di Tito, sono stati davvero graditi. Ricambiamo e gli inviamo una stretta di mano di stima, oltre che un invito a passaredi qui ogni volta che ne abbia voglia :)
  • Dr Grrodon ha scritto:
    Tyrrel ha scritto:Ma ragazzi! Per caso Tito Faraci ha fatto un salto nella Sollazz Chat?! :clap:
    No, tranquillo, ero io che appena terminata la lettura di Jungle Town mi sono infaraciato dalla contentezza ;)
    lol :P
    Tra l'altro proprio ora ho visto lo stralcio di chattata in "Chattiamo!" :P
    Dr Grrodon ha scritto: Ad ogni modo, grazie Tyrrel per aver portato i saluti di Tito, sono stati davvero graditi. Ricambiamo e gli inviamo una stretta di mano di stima, oltre che un invito a passaredi qui ogni volta che ne abbia voglia :)

    Riferirò senz'altro! :)
  • Tyrrel ha scritto: EDIT: aggiungo una cosa. Ho fatto una domanda a Tito relativamente a Jungle Town e all'ipotesi di Oannes che MMMM sia stato un ripiego di JT.
    Oh, in ogni caso una volta letto Jungle Town mi e` sembrato chiaro che sia stato scritto dopo, la mia era una tesi a priori...
    Oannes, the Fish-Man!
    The one who taught mankind wisdom.
  • La rivoluzione degli anni novanta ha avuto tra i suoi protagonisti tale Luca faraci, in arte Tito, che a suon di ironia ha saputo smontare pezzo per pezzo ogni singolo stereotipo legato al mondo Disney tradizionale a suon di trame disincantate e assai ironiche. Senza dubbio un autore versatile, che però ha dato il suo meglio proprio ritrovandosi a che fare con i funny animals disneyani. Purtroppo però sappiamo tutti com'è andata, e all'arrivo del nuovo millennio questa vena si è progressivamente esaurita, l'autore, come molti suoi colleghi, è progressivamente scomparso dalle pagine del Topolino settimanale, per dedicarsi ad altri progetti, mentre piano piano le stesse riviste Disney di nuova generazione che lui stesso aveva contribuito a plasmare venivano chiuse e sistematicamente rimpiazzate da testate a target basso. A quasi un lustro di distanza dalla fine di questo periodo d'oro, la generazione che tanto si era appassionata a vicende e tormentoni di questo modo "adulto" di fare disney ha ormai rivolto le sue attenzioni fumettistiche altrove, appassionandosi al mondo dei comics americani, ai manga, o alle nuove produzioni italofrancesi. Eppure ecco che nell'anno del decennale del fumetto che ha dato inizio a tutto questo, la Disney ci chiama a raccolta, decidendo di riproporre in salsa autoconclusiva un progetto di serie appartenente a quel meraviglioso periodo. Dopo un manga e due collaborazioni internazionali, questo quarto numero del Buena Vista Lab ci presenta una storia tutta italiana, che altro non è che il primo (e unico) numero di Jungle Town, un allegorica e politically uncorrect, parodia della nostra società a metà strada tra La Fattoria degli Animali e Maus. Per non parlare degli autori poi. Il Faraci delle grandi occasioni ritorna in grande stile, nonchè in coppia con un Cavazzano più sintetico che mai, dopo che insieme avevano firmato il ciclo di Manetta e Rock Sassi e soprattutto il capolavoro Anderville, a cui questo fumetto deve molto. Gli elementi che avvicinano Jungle Town al filone a cui appartengono sia PKNA che MM infatti ci sono tutti: target alto, storia lunga sessantadue tavole e soprattutto un mondo di animali antropomorfi, concetto intorno al quale gira l'intera opera.
    Perchè infatti la cosa più geniale di questo spaccato di civiltà è che i personaggi sono perfettamente coscienti della loro natura di animali e si comportano come se le proprie speci di appartenenza fossero "razze". E il razzismo è il tema fondamentale, da cui tutto prende le mosse. L'omicidio di un Topo, che avviene all'inizio di questo nonsolonoir, fornisce il pretesto che porterà i due agenti protagonisti della storia a indagare in un mondo fatto di xenofobia, agitatori mediatici e rivendicazioni terroristiche attuate da minoranze. Il tutto valorizzato dal tratto squisitamente "buonista" di Cavazzano, che con un abile gioco di contrasti ne valorizza e dissimula l'importanza dei contenuti. Può capitare quindi di sentire innocue porcelline parlare di Sesso e buffi Ratti procedere barbaramente a pestaggi e ad uccisioni di Iene. Notevolissimo il modo in cui Faraci ha inserito accanto alla detective story tutta una serie di sottotrame riguardanti gli aspetti più disparati della vita della metropoli, riuscendo a racchiudere il tutto nell'arco di una giornata. E sebbene il giallo non sia chissà cosa - e in un certo momento diventi leggermente confuso - si capisce che non è questo ciò a cui la storia punta, ma a darci una visione d'insieme del nostro mondo pur non rinunciando a lanciare un messaggio di tolleranza per niente retorico e banale.
    Un acquisto non solo caldamente consigliato ma addirittura obbligato per chiunque abbia partecipato come lettore o come autore alla rivoluzione degli anni novanta e ne conservi un buon ricordo. Resta solo da sperare che questa non sia solo un'operazione nostalgia fine a sé stessa ma preluda alla rinascita di un Disney con le Palle, sia attraverso il recupero di questo progetto che ancora molto avrebbe da dare, sia con la creazione di una nuova serie Disney, che possa giungere in soccorso di una nuova generazione di lettori, che senza la quale probabilmente finirebbe per distaccarsi per sempre dal magico mondo Disney.
  • Cos'altro aggiungere alle 2 belle e complete analisi di Rensel e Grrodon? Poco, in verità. Dirò che il numero mi è piaciuto. Molto. E che l'idea di fondo è assolutamente geniale.
    Alla base di JT c'é MM e il ciclo faraciano di Topolino e il commisariato di Topolinia (e credo un pò anche Pkna). Ma per assurdo, se ne distacca completamente. Leggendo le varie antemprime, JT viene spacciato per un noir. Ma del noir ha poco è niente. E' solo una scusa, un pretesto per far vedere la società di Jungle Town, una società di animali antropomorfi che rispecchia, con ironia e veridicità, la nostra. La cosa impressionante è che nonostante sia stato scritto prima del 11 settmbre 2001, JT rispecchia più la società di oggi che quella di 5/6 anni fa.
    Il soggetto è ottimo, la sceneggiatura è molto buona. i disegni favolosi. Anche se all'inizio può suonare strano vedere che con i disegni di Cavazzano si ripropone senza censure la nostra società, con tanto di "parolacce" e richiami sessuali; questo, oltre al tratto del Maestro, è dovuto anche ai colori di Luca Bertelé, molto belli. Ma alla fine ci si fa l'abitudine, e tutto sommato ci sta benissimo.
    In un confronto tra MM e Jungle Town, si capisce quanto il primo sia un noir e quanto l'altro no. E anche le colorazioni differenti ci fanno capire la differenza: cupa, misteriosa, enigmatica e pericolosa Anderville, solare, caotica e divertente Jungle Town (e aggiungerei anche più "reale").
    Alla fine però, sono rimasto con l'amaro in bocca. Perché il quarto volume della collana Buena Vista Lab è il numero zero di una serie, una serie che non ci sarà. Fosse il primo albo di una serie, sarebbe perfetto: presenta il mondo, i personaggi, i comprimari, le tematiche e la città. Perfetto. E anche il finale rimanda molto ad un prossimo episodio.
    Non è così, purtroppo ma ci rimane in mano un ottimo fumetto, corredato come al solito di ottime rubriche.
    L'auspicio è quello di Grrodon: non operazione nostalgia, ma una base dalla quale partire, visto anche il momento di apparente pausa di riflessione che la Disney sta prendendosi. Jungle Town è la continuazione del discorso iniziato il 14 marzo del 1996 con Pkna #0 (e bruscamente interroto con la chiusura di Pk2, ad eccezione di Monster Allergy, che comunque se ne discosta in parte per iniziarne uno nuovo); speriamo che non sia stato uno scorcio di passato glorioso che è venuto a salutarci, ma che sia l'avvio di un futuro che su quel passato deve avere le sue origini.
  • Non potevi esprimere con parole migliori le sensazioni di un povero Piker.
    Quel che posso dire io è: spargete la voce, e fatelo acquistare a più gente che potete. A buon intenditor ;)
  • Già, i dolori di un giovane (e insoddisfatto) piker... ovviamente il consiglio verràa seguito! ;)
  • Una news che potrà piacere ai più. Benchè in Disney TUTTO stia chiudendo a quanto pare proprio la testata che si dava per spacciata non chiude. Buena Vista Lab infatti sta per uscire con la graphic novel Century West. Ne ho visto la pubblicità sfogliando a scrocco Zio Paperone.
  • Oh, un paio di mesetti fa lo lessi, ma mi dimenticai di commentare qui sul Sollazzo.
    Grrodon ha scritto: Non avendo mai visto una sola puntata di Alias...

    Veniamo alla trama. Posso capire quanti ne siano rimasti delusi. Niente più che una puntata di un telefilm.
    Ecco, si vede che non hai mai visto ALIAS. Questo fumetto è decisamente inferiore ad una puntata del telefilm. E molto.
    Gli elementi della serie sono gli stessi, e vengono usati. Male.
    Grrodon ha scritto:Ma alcuni elementi hanno destato non poco il mio interesse: l'ambiguità della figura di Sloane, e soprattutto l'idea del quasi-cadavere usato come vasca da bagno per il siero di Rambaldi. Anche la figura di Rambaldi, una specie di Leonardo da Vinci onnipotente trovo che sia una bella idea. é difficile esprimere un giudizio esauriente trattandosi di qualcosa di più che un fumetto. Non si sa bene quali idee attribuire all'albo in sè e cosa ricondurre ai meriti della serie.
    Quasi tutti sono elementi della serie. L'unico è il "quasi-cadavere" usato come siero di Rambaldi, che infatti io ho trovato decisamente fuori luogo... E tra l'altro sfrutta malamente un personaggio estremamente affascinante, che era morta in una delle scene migliori della serie, ma riportandola in vita, gli autori sminuiscono notevolmente la sua scomparsa.
    Ho adorato la sceneggiatura, assai cinematografica. Più che logico aspettarsi questo da uno sceneggiatore che è anche uno dei collaboratori della serie.
    Bè no. Ci si aspettava molto di più.
    Vabbè, sto diventando ripetitivo...

    Comunque io non ho apprezzato nemmeno i disegni nè la colorazione.
    Quindi mi duole per questo esperimento italiano che riprende una serie da me amata, ma proprio non è stato fatto centro.
  • Immagine
    Sarà in edicola tra pochi giorni, per la precisione il 22 settembre, ma già ora AfNews gli dedica un articolo, e sembra promettere bene:

    "Mentre è ormai ufficiale la notizia che la rivista Zio Paperone (eccellenza di qualità tra le produzioni Disney in Italia) passa da mensile a bimestrale (promettendo in cambio, agli affezionati ed esigenti lettori, storie rare dall'Italia e dall'estero, nuove rubriche speciali, giochi vintage per la gioia dei collezionisti, avventure in latino e mirabilia varia), la Disney Publishing Worldwide continua la serie di Graphic Novel targate Buena Vista (l'ultima delle quali abbiamo parlato nella nostra afNewsWebTV era la bella Jungle Town di Faraci e Cavazzano). Stavolta (il 22 settembre 2006) tocca al quinto volume, Century West di Howard Chaykin (formato 19x25 B, 80 pagine a colori per €6,90). Produzione completamente "born in the USA" (Howard Chaykin, classe 1950, è un disegnatore nordamericano, infatti, che ha lavorato per American Flagg!, Black Kiss, Batman, American Century, iniziando come assistende di Gil Kane e Wallace Wood). "Ambientata agli inizi del Novecento", così Buena Vista descrive il libro, "Century Wets porta sulla carta la fase crepuscolare del West americano, un periodo durante il quale la frontiera e le sue leggende cominciano a cedere il passo ai tempo moderni, così come i cavalli vengono sostituiti dalle automobili. Nella città di Century Texas arriva una piccola compagnia di attori intenzionata a girare un film. Sulle loro tracce vi sono però alcuni uomini dell'agenzia Pinkerton, per qualche misterioso motivo intenzionati a bloccare le riprese. Gli agenti piombano sul posto con la delicatezza di un elefante, suscitando le ire dei rangers locali e del loro capitano. È l'inizio di una lunga sfida tra le due parti, mentre sullo sfondo si muovono un'affascinante attrice, il Ku Klux Klan, pistoleri irrequieti e altri personaggi poco raccomandabili. Una miriade di spunti narrativi destinati a convergere nel gran finale..." Il fumetto occupa 64 tavole, a colori, seguite da un corposo redazionale sul "mondo" di Century West, con commenti dell'autore stesso sulle varie fasi della lavorazione e un sacco di immagini, stampe d'epoca e disegni preparatori, come potrete vedere voi stessi, sfogliandolo in edicola prima dell'acquisto."
  • Mh, una sorta di Ken Parker.

    Non fa per me.
  • Torna a “Fumetto Disney”