[Peyo] I Puffi

Da Lupo Alberto ad Asterix passando per Rat-Man e i Puffi con tappa nell'euromanga di derivazione barbucciana, nato in Italia e trapiantato in Francia.
  • John E Solfamì - Il Flauto a Sei Puffi
    La storia d'esordio dei Puffi non è una storia dei Puffi, ma gli esserini blu sono in realtà solo dei comprimari dei cavalieri (bardi?) medioevali in questa avventura di ampio respiro. Ero curioso di vedere la prima apparizione dei Puffi, e anche sono simili alla versione definitiva, il primo Puffo che si vede a pag.41 risulta abbastanza deforme, un po' per gli occhi piccoli, un po' per il cappelo telescopico; ma in realtà ero ancora più curioso di leggermi una storia completa di John e Solfami, che ricordavo vagamente in versione animata. Il giudizio però non è elevato come mi aspettavo, dato che la storia mi è sembrata inferiore allo standard degli altri fumetti franco-belgi importati in Italia o a quelli dei Puffi; forse Peyo se la cava meglio come disegnatore che come autore completo, o più probabilmente la profondità di significati presente nei Puffi è opera di Delporte. Il ritmo avventuroso della storia è piuttosto lento, e analizzando la struttura narrativa avvengono ben poche cose, vista la durata del fumetto, principalmente perchè alcune scene e situazioni si ripetono fin troppe volte, in primis la gag del flauto ballerino: capisco sia l'oggetto sul quale è incentrata la storia, ma da pag.12 a 15 Solfami lo usa con 7 persone (o gruppi) differenti, per capirne il suo utilizzo e prendervi familiarità.
    Qualche accenno di genialità però si vede già, e mi riferisco in particolare alla surreale lezione di puffese a pag.48.
    Un albo interessante, ma più per la sua valenza storica per la nascita dei Puffi, che per il fumetto in sè.

    Il Re Puffo
    La politica, in ogni sua aspetto, riassunta in 40 pagine, e messa su carta in modo frizzante e divertente. Questa è la potenza simbolica dei Puffi.
    E c'è davvero tutto: un'iniziale anarchia, la campagna per farsi eleggere, le promesse per farsi eleggere, i doni e gli elogi agli elettori, i comizi, i brogli elettorali, l'abuso di potere, i benefici garantiti ai sottoposti del potente, la censura, gli incontri segreti dei ribelli, l'opposizione, lo spionaggio politico e addirittura la guerra civile.
    Ripeto, tutto ciò in 40 pagine, fluidamente inserite in una storia scorrevole e piacevole a leggersi.
    Con alcune uscite di Puffo brontolone assolutamente geniale, una su tutte quella in cui afferma di odiare le onomatoee che sentiamo durante la rissa generale tra i Puffi.

    Puffosinfonia in Do
    Non so se è un caso, o se effettivamente per questi albi introduttivi si è cercato di offrire al lettore degli albi eterogenei per farsi un'idea globale della serie, ma anche in questo volume dopo la storia "sociologica" ci troviamo con un puro divertissement d'azione. Ci si concentra sulle avventure in singolo del Puffo Stonato, che cade vittima di una trappola di Gargamella per poi rimanere il puffo dal quale dipende la salvezza di tutti i suoi simili. E Gargamella inizierà a mostrare i primi accenni di auto-umiliazione, vestendo i panni della fatina Aurora.
    Storia ben ritmata, e che mantiene alla perfezione lo stile della serie, nonostante si tratti di un "uno contro uno".
    Grrodon ha scritto:Meno di sei euro per tutto questo ben di dio, impacchettato insieme. A stento trattengo le lacrime. E spero di non sbagliarmi ma il sito parrebbe confermare, che non sarà solo per questa volta ma anche per le prossime.
    Ho notato anch'io, ma se noti dimuisce il numero delle pagine di un terzo...
    Comunque la qualità mi pare buona, credo che darò ancora qualche albo di dubbio prima di decidere se proseguire o mollare la collana.
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  • E dopo il Re Puffo nutri ancora dei dubbi? Bè allora ti dico che nel prossimo c'è La Puffetta dove a venir smontata pezzo per pezzo è la donna, dopodichè toccherà al mondo dell'economia nel Puffo Finanziere e via dicendo, fino ad aver passato in rassegna tutti i più importanti fenomeni sociali. I Puffi è oro colato, c'è poco da dire.
  • Ma infatti se la qualità rimane costante a questi primi due albi, continuo...
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    Dopo che il sito della Planeta ci ha illuso facendoci credere di poter mettere le mani su due albi a 5 euri, ci ritroviamo in edicola un solo albo. Mah, delusione. Non perchè il prezzo sia disonesto, ma ci avevano fatto vedere un paradiso ancor più bello. E dal numero prossimo si passa a 6 euro, che dovrebbe essere il prezzo definitivo, spero (anche perchè se continua a crescere, io mollo)

    La Puffetta
    Quante volte abbiamo ricevuto catene di Sant'Antonio via mail, o intrattenuto conversazioni demenziali, che avevano per oggetto i Puffi, la loro probabile natura comunista, e l'ambigua figura di Puffetta, unica donna in un villaggio di uomini?
    Bè, per chi la ignorava, un dialogo contenuto nel film Donnie Darko aveva rivelato le origini della donzella azzurra, ma leggerle coi propri occhi constatando che era tutto vero, fa tutto un altro effetto. Già, perchè la cultura media non può immaginare neanche lontanamente che il puffo più femminile e aggraziato sia stato creato addirittura da Gargamella, e che inizialmente era una bruttina bisbetica.
    Un concentrato (letteralmente, considerando gli ingredienti che usa Gargamella) di tutte le qualità e i difetti della natura femminea, e nell'elencarli Peyo non si fa alcuno scrupolo, pur sollevandosi scherzosamente da ogni responsabilità. Ed è interessante osservare come appena giunta al villaggio dei Puffi, Puffetta metta in luce tutte le caratteristiche odiose del sesso femminile, dimostrando una petulanza irritate anche per i Puffi più calmi; dopo il restyling Puffetta metterà in risalto gli aspetti più apprezzati dalla popolazione maschile, ancor più pericolosi per la quiete pubblica.
    E in tutto ciò, sullo sfondo vediamo un villaggio già vivo, completamente caratterizzato; già dalle prime 2 pagine vediamo che pigrone, vanitoso, stonato, quattrocchi, golosone e burlone, sono già caratterizzati caratterialmente e graficamente in modo definitivo. E le battute geniali continuano a fioccare, in primis il pacco esplosivo con l'onomatopea "PUFF!" :D

    La Fame dei Puffi
    Con l'inverno, giunge la carestia, e i Puffi sono messi a dura prova, senza nulla da mangiare; senza provviste, si trovano costretti ad emigrare in cerca di cibo. Drammatica la situazione, soprattutto nella vignetta in cui i Puffi in fila camminano nella neve, con l'ultimo che volge lo sguardo al villaggio che stanno abbandonando.
    La risoluzione del problema avviene attraverso il contatto con un umano, e questo un po' mi ha stonato; forse i Puffi stanno bene dove sono, senza alcun contatto con l'esterno se non con Gargamella, gli umani sono un elemento che forse non appartiene al loro universo. (Sì, sì, lo so che tutto è nato proprio con John e Solfami)
    Ah, la battuta "NO! QUESTA E' UNA GHIANDA!" continuo a non capirla. Dovrebbe essere una sorta di tormentone, c'è un puffo tonto che non sa riconoscere le cose, o che altro? Mah.
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  • La Puffetta Una nuova critica all'universo femminile, molto piacevole da leggere se solo non ricordassi di essere una ragazza anche io... L'uomo è fortunato se ignora ancora quali ingredienti sono necessari per crearlo. Poi i maschi criticano sempre perchè le donne passano troppo tempo a pensare all'aspetto fisico, dopo aver letto questa storia bisognerebbe dar loro ragione. Credo che l'apice lo si raggiunga durante il processo: chi è il colpevole? Puffetta (la donna) o Gargamella, Grande Puffo (l'uomo)? Il mago le diede l'essenza malvagia causa di disprezzo ed il puffo la beltade causa di discordia...


    La Fame dei Puffi La laboriosa formica è sul punto di perir dinanzi al crudele inverno. Il tutto si conclude con estrema faciltà. Storia poco puffosa.
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    No, ci eravamo illusi. Niente più doppie uscite ma una normalissima periodicità quindicinale per un albo di oltre una sessantina di pagine (e non 48 come riportato sull'inattendibile sito planeta).
    Provando a riportare i piedi per terra e venendo al volume in questione c'è di nuovo da fare tanto di cappello visto che sono presenti rispettivamente la decima e la quinta storia dei Puffi. Nel prossimo volume verranno proposte le ultime tre storie rimanenti del periodo a cinque strisce per tavola, dopodichè si potrà iniziare ad assaporare l'opera in ordine cronologico. Picola nota, il font del titolo del volume è in corsivo, e a quanto pare rappresenta un unicum nell'intera serie di albi cartonati puffosi.

    La Fame dei Puffi (Delporte/Peyo-Peyo): Una delle poche storie dei Puffi in cui la collettività affronta un problema, e non si focalizza su nessuno in particolare. Non su un personaggio esterno, non su un Puffo che si distingue, c'è un semplice fenomeno, la carestia, che incombe e di cui si osservano gli effetti su una massa anonima di Puffi affamati. C'è pure lo spazio per un cenno di continuity (il puffo che ricorda di esser stato una salsiccia), vanificato però dal disordine in cui sono stati messi gli episodi di questi primissimi volumi. Per il resto La Fame dei Puffi è più una serie di scenette, alcune anche parecchio amare, che una storia compiuta, visto che anche la risoluzione avviene piuttosto rapidamente. Resta però il piacere di veder interagire i piccoli puffi con un castellano, riportando in auge le atmosfere medioevaleggianti di Johan e Solfamì.

    La Puffetta (Delporte/Peyo-Peyo): Immediatamente successiva al Re Puffo e seconda storia dei Puffi lunga ben quaranta tavole, è una vera pietra miliare della mitologia puffesca. Oltre ad introdurre un personaggio che sarebbe poi diventato una personalità ricorrente tanto nei fumetti quanto (e specialmente) nei cartoni, la storia riesce ad essere la perfetta controparte del Re Puffo nel suo riuscire a descrivere esaurientemente un fenomeno, finora estraneo al mondo Puffo: l'arrivo della donna. Una descrizione parecchio pessimista e misogina, invero, che travestita da favoletta non lascia in piedi neanche un brandello di ottimismo. Anzi, dai diciamocelo, La Puffetta massacra in toto la protagonista, e non stupisce il fatto che nel cartone animato la storia sia stata sottilmente alterata mostrandoci una Puffetta creatura di Gargamella, inizialmente malvagia e in seguito "guarita" dal Grande Puffo. La verità, si scopre in quest'albo, è ben altra, e la Puffetta rappresenta una calamità in quanto tale e non in quanto invitata del misogino Gargamella. E per quanto la nota a pié pagina voglia in tutti i modi togliersi ogni responsabilità per l'assai svilente formula per creare una donna presente nel Magicae Formulae di Gargamella, non si può fare a meno di imputare a Peyo ogni singola ingiuria presente nello storico maxi-balloon gargamelliaco. Riflessioni a parte, la storia è l'ultima del primissimo periodo puffesco, caratterizzato da vignette piccole piccole disposte a cinque strisce per pagina, da qui in poi le strisce diverranno quattro e le vignette avranno quindi maggior respiro. Ormai parecchi personaggi hanno avuto modo di spiccare tra la folla anonima e all'inizio della storia il Grande Puffo li visita tutti ad uno ad uno a partire da Vanitoso (protagonista del Centesimo Puffo), Pigrone, Quattrocchi e Burlone (creati ne I Puffi Neri), Brontolone (L'Uovo Magico) Golosone, Stonato (Puffosinfonia in Do). Nella storia appariranno inoltre Puffo Volante, Tontolone ed esordirà Puffo Poeta, che con la sua ingenuità causerà un grande danno all'intero villaggio (e non si fermerà lì come vedremo molto più avanti). Strano a dirsi, al termine della vicenda la Puffetta deciderà di abbandonare il villaggio, promettendo un ritorno molto futuro, che a quanto pare avverrà in sordina, visto che parecchie storie dopo la signorina riprenderà a comparire regolarmente, senza mai più assentarsi.

    Continuano i fastidiosi refusi tipografici, e sarebbe anche il caso che smettessero, visto che oramai mi sembrano un problema così ridicolo da non dover essere proprio un problema. Un ultima nota riguarda le traduzioni che sono sempre più vicine a quelle del cartone animato, che sarebbe anche cosa buona e giusta se non mi puzzasse terribilmente quel "che è meglio/che è peggio" presente in fondo alle frasi di Quattrocchi. Aggiunta posticcia?

    Next: L'Uovo Magico, Il Falso Puffo e Il Centesimo Puffo, tre storie da 20 tavole che completeranno questa prima fase della storia puffa.
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    E l'ordine scronologico finì. Con questo quinto (anzi quarto anche se...) volume vengono infine pubblicate le ultime tre storie dei Puffi a cinque strisce per pagina che ancora mancavano, ovvero la terza, la quarta e la sesta. Dal prossimo volume si cambia stile, e potremo gustarci le storie nel loro giusto ordine, o quantomeno nell'ordine che più si avvicina a quello cronologico.
    A differenza dei due capolavorosi mastodonti Il Re Puffo e La Puffetta, lunghe entrambe 40 tavole, le storie in questione rendono bene l'idea di quella che è la media qualitativa (piuttosto alta, direi) delle storie dei Puffi, visto che sono tutte lunghe il giusto, e cioè 20 tavole. Ed è proprio grazie a queste prime storie che si può apprezzare quel pizzico di continuity, non invasiva, ovviamente, che lega i racconti arricchendoli con questo o quel riferimento dotto.

    L'Uovo Magico (Delporte/Peyo-Peyo): Un titolo assai più sensato del vecchio L'Uovo e i Puffi tanto letterale quanto sconclusionato. Una storia folle, caotica e a suo modo particolarissima, che si potrebbe dividere benissimo in tre tronconi, piuttosto slegati tra loro. Il primo vede gli sforzi per accaparrarsi un uovo di due puffi, uno anonimo e l'altro alla sua prima apparizione: Brontolone. Nasce qui uno dei più longevi tormentoni della serie e ne viene spiegata anche l'origine, visto che l'indole scontrosa del Puffo parrebbe dipendere da un infinitesimale residuo di veleno rimasto in lui dopo l'esplosione del polline di tuberosa avvenuta nel finale de I Puffi Neri. Si passa poi alla fase più folle, in cui l'uovo mostra tutto il suo potenziale avverando i desideri più infantili di ognuno dei Puffi, scatenando il primo vero caos sociale della storia del Villaggio. E le gag divertenti non si contano, dal proliferar di Grandi Puffi, all'ingigantimento di uno di loro, fino alla gag del puffo che va all'inferno, la più felice dell'albo. Ma è una scena che purtroppo dura relativamente poco perchè si passa poi all'epilogo che focalizza sul progettino andato a monte di un piccolo puffo desideroso di ottenere nuove uova magiche. Insomma, un gioiello di humor.

    Il Falso Puffo (Delporte/Peyo-Peyo): La seconda apparizione di Gargamella che dopo l'umiliazione ricevuta nel finale de Il Ladro di Puffi mette da parte ogni proposito avido per quello assai più gratuitamente sadico della vendetta. Una storia tutta vissuta dal suo punto di vista, e proprio per questa carica di cattivi sentimenti, vigliaccherie e sospetti. Il tutto è reso ancor più disturbante dal fatto di aver per protagonista proprio un piccolo puffo malvagio, visto che sono queste le sembianze che Gargamella assume per introdursi nel villaggio. E la storia si dipana con una meschinità dopo l'altra, dall'avvelenamento alla mensa comune fino al primo grande sabotaggio del ponte sospeso sul Fiume Puffo i cui lavori erano partiti proprio ne I Puffi Neri (e che a quanto pare non verrà ricostruito fino al Puffo Volante). E già che ci siamo si tenta pure di ribaltare il punto di vista puffoso, mostrando quanto ridicoli, ingenui o infantili possono sembrare gli atteggiamenti dei Puffi da un punto di vista disincantatamente umano. Ancora una volta nell'epilogo della storia lo stregone si ritroverà accidentalmente ad altezza puffo, per venire nobilmente umiliato dal Grande Puffo e in seguito eclissarsi per un lungo periodo, per tornare a colpire soltanto nella Puffosinfonia in Do e, a distanza, ne La Puffetta.

    Il Centesimo Puffo (Delporte/Peyo-Peyo): Esordisce qui Vanitoso, per adesso privo sia del fiorellino rosso sul cappello, sia dell'accento omosex che gli verrà conferito nel cartone animato. E' lui il responsabile della creazione del centesimo puffo, o meglio di quello che è diventato un vero e proprio puffo dopo essere stato la materializzazione di un riflesso. Viene così dato finalmente un numero ai Puffi, che vengono contati all'inizio della storia dal Grande Puffo stesso, fornendo al lettore una prima enumerazione (la seconda si avrà all'inizio de La Puffetta). Al momento sono stati creati solo Golosone, Brontolone, Quattrocchi, Pigrone, Inventore, Tontolone, Stonato e Burlone che è da questa storia in poi che verrà associato al tradizionalissimo pacco regalo esplosivo. Certo, il numero dei Puffi da questa storia in poi dovrebbe continuare a crescere e con Puffetta, Baby Puffo, Bontina, Selvaggio, Nonno e Nonna Puffa si dovrebbe portare il numero a centosei, tuttavia ancora non si sa quanti di questi personaggi celebri nel cartone animato riceveranno una canonizzazione su carta. La storia ad ogni modo riesce ad essere tanto assurda quanto affascinante ed è assai intrigante vedere come un riflesso materializzato possa agire nel mondo al di qua dello specchio, considerando anche gli impedimenti fisici che avranno modo di spezzare il sincronismo tra lui e Vanitoso. Un punto interessante è la parlata del riflesso, che in quest'edizione si limita a pronunciare le parole in ordine inverso, e invertendo le lettere soltanto nei balloon a parola singola (quando invece nell'edizione precedente ogni sua parola veniva completamente rovesciata).

    Meno refusi tipografici del solito stavolta, ma rimangono comunque assai fastidiosi e parecchio poco professionali. Addirittura il riferimento alla mosca Nené nell'Uovo Magico viene accessoriato di un rimando a I Puffi Neri in Storie Puffe #3, che altro non è che l'edizione di più di dieci anni fa di suddetta storia. Uno svarione che avrebbe potuto essere giustificabile se avessero pubblicato la storia attingendo alla fonte della precedente edizione. Ma così di sicuro non è visto che la traduzione è stata rifatta da capo.

    Next: I Puffi e L'Uccello Mostro (il fu Beccapuffi) e Un Puffo Diverso dagli Altri.
  • E qui il collezionismo e la passione per i fumetti, si mescolano con la nostalgia e i ricordi sopiti.
    Già, perchè per la prima volta dall'inizio della collana, mi sono accorto di aver letto qualcosa che era già passato sotto i miei occhi durante l'infanzia.
    Nello specifico la prima storia, di cui ricordavo il finale col gallo gigante, e la seconda, di cui rammentavo la sequenza del finto puffo che si incolla la coda e quando cerca di ballare in mezzo agli altri Puffi.
    Potere del fumetto.

    L'Uovo Magico
    Una storia divertente, dannatamente divertente. E che rivela anche le origini di Puffo Brontolone, quando nemmeno ci si aspettava che avesse delle origini.
    Assolutamente insensata la nota in calce alla prima pagina: l'unica spiegazione, è che la Planeta basi la sua nuova traduzione andando a sfogliare la vecchia edizione italiana, e per sbaglio ha copiato pure la stessa nota. Mah.

    Il Falso Puffo
    Gargamella sotto forma di Puffo. Il meccanismo di "cercare l'intruso" si era già visto nei Puffi Neri, ma viene rinnovato intelligentemente evitando le ripetizioni, anche perchè le scene in cui i Puffi si tirano la coda hanno un nonsochè di assurdo. E decisamente simpatico il mini-Gargamella, che i giapponesi definirebbero kawaii.

    Il Centesimo Puffo
    Meno gradevole questa storia, che per qualche pagina mi è pure parsa ripetitiva, giocando sulla gag del Puffo specchio, ma opo un po' abbiamo capito come vanno le cose. Poco chiaro anche il ritorno del centesimo puffo nello specchio, divenendo così normale...
    Fantastica invece la gag finale di Burlone.
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    E in mostruoso ritardo, il sesto volume dei Puffi Planeta è arrivato, e con esso l'esordio delle storie a quattro strisce.
    Ora, non so se sia dovuto al cambio di impostazione della tavola, ma questo è anche l'albo che finora mi ha soddisfatto meno. Spero sia un caso isolato.

    I Puffi e l'uccello mostro
    Storia fiacca. Un uccello (geneticamente modificato dai Puffi, involontariamente) diventa grande, grosso e famelico. Attaccherà il villaggio dei Puffi, in alcune sequenze d'azione non granchè coinvolgenti... E per sconfiggerlo ci sarà bisogno dell'aiuto della cicogna, che non si capisce bene da dove spunti; lo scontro tra i due pennuti in realtà mi è parso avere un'atmosfera poco puffesca, ricordandomi più un combattimento tra Articuno e Ho-Oh...
    Inoltre alcune battute nella storia risultano un po' forzate, una su tutte: "l'uccello ti ha attaccato? Proprio come la pianta!" a cui segue l'intuizione delle origini del malvagio volatile.
    E tra l'altro, in una serie che finora ha regalato trame con una profonda morale, e acute metafore della società, ora ci propone una creatura che viene maltratta sì, ma dalla stessa società che l'ha resa malvagia... insomma, i Puffi colpevoli ed incoerenti? Nah, non ci siamo.
    Ho però apprezzato il modo di trattare Quattrocchi, con martelli e proteste da parte degli altri Puffi, che mi ha ricordato i bisticci tra il fabbro, il pescivendolo e il bardo nel villaggio di Asterix.

    Un puffo diverso dagli altri
    Un Puffo, controsenso dei controsensi, decide di vivere al di fuori del Villaggio dei Puffi, spinto dalla sua voglia di girare il mondo. Idea interessante, peccato che il tutto sia "solo" un espediente per far giungere Gargamella tra le case a funghetto. La storia tutto sommato risulta gradevole, ma a mio parere vengono sprecate le potenzialità di un Puffo desideroso di vivere al di fuori di una società ideale per lui.
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    Iniziano qui le storie dei Puffi a quattro strisce e in ordine strettamente cronologico, con la storia del Beccapuffi, che per renderlo più simile al cartone è stato qui tradotto Uccello Mostro. E iniziano ad infittirsi anche i misteri legati ai credits delle storie, che fin qui avevano visto il nome di Ivan Delporte ai testi e Peyo ai disegni. O almeno così si presume, visto che i volumi precedenti specificavano solo che i testi erano di Delport E Peyo, dando per scontato che i disegni fossero solo di Peyo. Cosa che parrebbe essere falsa, almeno a sentire Fabrizio Mazzotta sul forum di Comicus (sì, proprio lui, lo storico doppiatore di Tontolone, Krusty il Clown, Mignolo e una sfilza di altre macchiette), che si scopre intendersi non poco di fumetto francese e sostiene che per Peyo si intenda "lo studio di Peyo" e che i disegni di, ad esempio, L'Uovo Magico siano di un tale Gos. Gos che già qui salta fuori come uno degli autori della storia del Beccapuffi. La dicitura stavolta reca "Disegni e Testi di Peyo e Gos" senza specificare se intenda che i disegni sono di Peyo e i testi di Gos oppure che sia Peyo che Gos abbiano collaborato ad entrambe le fasi di lavorazione della storia. Un po' di chiarezza trovo non avrebbe guastato, quantomeno per evitarci un malditesta.
    Quello che è sicuro è che forse questo è il volume più debole rispetto a quelli visti finora, visto che contiene due storie che per quanto gradevoli rinunciano a fare satira, come invece facevano Il Re Puffo e La Puffetta, proponendo invece delle semplici avventure puffose. Ed è questo, più di tanti altri credits nebulosi l'elemento che potrebbe far individuare uno stile diverso rispetto alle prime folli e sagaci storie.

    I Puffi e l'Uccello Mostro (Peyo-Gos/Peyo-Gos): Queste ritraduzioni iniziano a scocciare. Il Cracucaa era sempre stato il Beccapuffi nei fumetti italiani, sin dalla notte dei tempi. Uccello Mostro era appunto il titolo che veniva dato nel relativo episodio del cartone, e francamente inizio a chiedermi che senso ha cambiarlo quando ormai tutti hanno dato per assodato il termine Beccapuffi. Un po' come sostituire il Puffissimo con il Re Puffo, mah. Ci mancava solo che I Puffi Neri venisse tradotto Puffi Color Viola e poi eravamo a posto. A parte questo, I Puffi e il Beccapuffi è sempre stata una storia caruccia, sicuramente con un suo perchè (vedere i Puffi impegnati in una situazione in stile Jurassic Park è alquanto affascinante), anche se per forza di cose meno bella in confronto agli altri due colossi di 40 tavole che oltre che a intrattenere sapevano dire la propria su alcuni fatti della nostra società. A parte questo, si apprezzano nella storia le atmosfere medioevaleggianti, il senso di terrore incombente e alcune felicissime battute (Quattrocchi sparato via, il tormentone delle braghette e soprattutto il fatto che i Puffi hanno il puffo!). Senza contare l'attenzione data alla continuity tirando in ballo il filtro rimpicciolente di Gargamella e la maggior ariosità delle vignette all'interno delle quali il tratto di Peyo (o dei suoi collaboratori) si evolve. Un elemento da notare: dopo i ripetuti sabotaggi al ponte i Puffi in questa storia decidono di ricostruirlo, stavolta non più sospeso, ma un modello più stabile e complesso...che però non avrà vita lunga visto che per l'ennesima volta verrà distrutto.

    Un Puffo Diverso dagli Altri (Peyo): Se è possibile individuare per ora una suddivisione di foliazione tra le storie dei Puffi, che possono essere lunghe (40 tavole) medie (20) o brevi (8), ecco che Un Puffo Diverso dagli Altri, con le sue 17 pagine esce da ogni schema. E' anche la prima di queste storie a non presentare particolari garbugli nei credits, visto che è interamente di Peyo. Ed è una storia anche piuttosto semplice va detto, e che francamente non si abbina benissimo alla precedente che pure privilegiava l'azione. Anche qui non ci sono particolari riflessioni sociali, se non per il fatto che il protagonista è un Puffo piuttosto alienato, motivo che diventerà ricorrente già dalla prossima storia. E' una storia carina, disimpegnata, ma che sicuramente non rende giustizia al vero e proprio potenziale polemico di queste storie come invece faranno capolavori come Puffo Verde o Verde Puffo e Il Puffo Finanziere. Graficamente parlando le quattro vignette sono utilizzate in modo ancor più arioso di prima, visto che sono molto semplici, poco affollate e ricche di personaggi inquadrati da vicino. Questa fase a vignettoni ce la porteremo dietro fino al volume Storie di Puffi dove verranno inserite tutte le tavole autoconclusive di Peyo e si potrà ammirare il graduale passaggio ad una terza fase grafica ancora diversa e più "inchiostrosa" delle precedenti due.


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    E se qualcuno poteva sentirsi deluso dal precedente volume eccone uno assai valido, che presenta due storie rispettivamente di 40 e 20 tavole, che ritornano a mostrarci le idiosincrasie e le manie degli ometti blu, con un mucchio di situazioni interessantissime sia per i dialoghi che (la seconda) per l'azione. C'è comunque un appunto riguardo la periodicità. Il Beccapuffi è uscito con una settimana abbondante di ritardo in fumetteria, e con un altra settimana di ritardo nelle edicole, giungendo in contemporanea con l'uscita in fumetteria del successivo. Come si articoleranno queste uscite d'ora in poi? con una settimana di scarto tra fumetteria o edicola oppure presto le date si fonderanno?

    L'Astropuffo (Peyo): E sempre a proposito di traduzioni, è mai possibile che io possieda questa storia in ben tre diverse versioni? Ne ho una primordiale della AMZ intitolata il Cosmopuffo, quella di Storie Puffe titolata Il Puffo Astronauta e infine questa qua, che ricalca alla pari il titolo dell'episodio animato. Pure i nomi dei Puffi in versione selvaggia sono differenti nelle tre edizioni e passano da Indigeni (che tranquillamente utilizzano tale sostantivo come verbo) a Ciuffi, per poi finire con Paffi, anche questo nome mutuato dal cartone. Ciò mi indubbia, anche perchè pensavo che ormai le traduzioni definitive fossero quelle degli anni 90 e temo che questa ortodossia animata non faccia altro che creare confusione. Venendo poi alla storia,stavolta non c'è niente da lamentarsi, è veramente molto divertente la mania di questo piccolo puffo, che nel cartone - e stavolta solo lì - era tutt'uno con Puffo Sognatore. Certi suoi atteggiamenti fanatici ricordano non poco quelli del Puffo Volante o quelli del puffo che voleva allevare una gallina al termine della storia dell'uovo. Ma la cosa spassosa è la messinscena altruista e faticosa che i Puffi organizzano per fargli credere di aver realizzato il suo sogno. Tra una gag e l'altra la storia scorre via assai comicamente e si ricordano volentierissimo gli sparloni che Astronauta fa al Magno Paffo del Grande Puffo e viceversa. Simpatiche anche le prove, come quando Grande Puffo confonde Forzuto con Vanitoso e soprattutto le assurde istruzioni per viaggiare nello spazio che Grande Puffo legge all'inizio della storia. Insomma, proprio una bella storia.

    Il Puffatore di Pioggia (Peyo-Delporte-Gos/Peyo): Affascinante l'inizio col rudere, e la sua drammatica storia. Viene finalmente presentato ufficialmente Inventore, che nelle storie precedenti era sempre passato in secondo piano o aveva fatto la comparsa. Questa è un po' la sua storia, e quella del suo più grande fallimento, la cui responsabilità è equamente suddivisa tra lui, Contadino (che viene qui introdotto) e Poeta. Puffo Poeta poi non è certo nuovo a questo tipo di disastri, visto che era stato lui a farsi traviare dalla Puffetta spingendo la leva della diga che avrebbe sommerso il villaggio. Una storia a suo modo drammatica, sia pur tra una gag buffa e l'altra. E infatti le gag non sono affatto male e riescono perfettamente a fondersi con l'azione, mostrando un ritmo invidiabile: mai come in questa storia l'ennesima distruzione del ponte colpisce il lettore. Stupenda la scena con Quattrocchi che si intromette e finisce per volare via e quella in cui riesce a rifilare il suo ombrello a Grande Puffo e lui glielo spacca davanti per creare un aquilone. Ironia e sagacia si fondono quindi per creare un bellissimo climax finale e in tutto questo si intravede il cotributo di Delporte, che a questo punto è probabile sia l'autore puffoso più ironico.

    Next: L'Apprendipuffo, Trappola per Puffi, Romeo e Puffetta, un volume molto strano con una storia regolare, la prima breve puffosa e una selezione di autoconclusive riguardanti la Puffetta, che saranno quindi "assenti" nel volume dedicato a Storie di Puffi.
  • Inizio a dubitare se continuare l'acquisto o meno. E la prima avvisaglia è stato aprire l'albo e trovare all'inizio 6 pagine bianche.
    E alla fine 7.
    6+7 = 13.
    13 pagine bianche in un volume di 70.
    Mah.

    L'Astropuffo
    La prima parte della storia, mi è sembrata un po' lenta. Al punto che, sommato alla scoperta delle pagine bianche, ho davvero ipotizzato di abbandonare la serie. Insomma, sapevo dove la storia voleva andare a parare.
    Poi, nella parte "sulla Luna" tutto si rivitalizza, grazie alla farsa dei Paffi e al ritorno dell'Astropuffo in Terra natia.
    Per quanto riguarda il nome dei Paffi, non vedo come Grrodon questo male nell'incongruenza con i nomi precedenti: in fondoo un fumetto lo prendo per leggerlo più volte nel tempo, non per confrontarlo con le edizioni precedenti; se questa è la collezione definitiva, può sostituire tutto ciò che vi è stato prima, è il nome Paffi mi sembra perfetto, anche per come gioca con i verbi, creando quell'effetto di "diverso ma non troppo" che è presente nell'aspetto fisico.

    Il Puffatore di Pioggia
    Questa storia la ricordavo dalla fanciullezza. E ricordo che grazie ad essa capii perchè non aveva senso che ci fosse sempre il sole, e capii che a volte la felicità di uno può corrispondere alla felicità di altri.
    Bè, non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro.
    Vabbè, commento critico da nerd, comunque: non mi ha fatto impazzire la costruzione della macchina meterologica, con oggetti raccattati per fare scialbe gag/giochi di parole (la rosa dei venti, il tempo è denaro...), tra l'altro con oggetti fuori luogo (cosa ci fa un raggio di una bicicletta nel villaggio di Puffi?)

    Spero comunque che non si vada verso una parabola discendente, gli ultimi due numeri non erano all'altezza dei precedenti.
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  • DeborohWalker ha scritto:Inizio a dubitare se continuare l'acquisto o meno. E la prima avvisaglia è stato aprire l'albo e trovare all'inizio 6 pagine bianche.
    E alla fine 7.
    6+7 = 13.
    13 pagine bianche in un volume di 70.
    Mah.
    Bravo, è così che si ragiona. Calcolando le foliazioni, anzichè l'effettiva essenza del prodotto.
    Se segui una cronologica di volumi fiappi ne potrai trovare, probabilmente succederà persino con Barks, per quanto la cosa possa sembrare impossibile. Ad ogni modo non ci vedo niente di così fiappo in questo volume, semplicemente hai avvertito uno stacco col precedente e adesso stai sul chi vive per qualsiasi cosa. Per quanto riguarda le pagine bianche, da me sono solo verso la fine, avrai tu una copia difettosa, e comunque anche fosse, chissene sinceramente.
    Riguardo all'andamento qualitativo della serie, il prossimo numero non dovrebbe scostarsi troppo da questi due appena usciti. Il successivo è invece la raccolta delle autoconclusive sui Puffi, e con quello ancora successivo si avrà un'altra storia sulla falsariga di quelle satiriche che avevi tanto apprezzato.
    Per il resto da' retta a me, è un bellissimo fumetto coi suoi alti e i suoi bassi, te lo rovini e basta con queste paranoie da calcolatore.
  • Bè, allora sarò sfigato io.
    Mi dispiace perchè avere un albo con 6 pagine bianche all'inizio, e 7 alla fine "me lo sporcano".
    Cioè, piuttosto non mettetele, a costo di non mantenere il numero di pagine originali.
    Appurato che è un fallato mio, mi incacchio col Grande Demone Celeste, e taccio.
    E per le storie medito, de gustibus.
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    Ah, ecco un numero strano. Che riesce ad essere, a seconda del lettore, un numero molto poco interessante o un numero interessante assai, visto che mette in mostra l'universo puffo nelle sue tre forme, presentandoci una lunga, la prima breve e una storia fittizia, composta da dieci tavole autoconclusive, che si presume saranno quindi assenti dal prossimo volume che le dovrebbe raccogliere tutte. Inoltre è presente un breve trattatello di due facciate, firmato dal tale German Munoz Jimenez, sulla vita di Peyo e la fama raggiunta dai Puffi. Trattatello non esente dai soliti refusi tipici della Planeta ma che nel finale si preoccupa di ammonire i lettori a non perdere di vista la vera essenza del fumetto, che a causa del grande sfruttamento commerciale del marchio potrebbe andare perduta.

    L'Apprendipuffo (Peyo): Bellina, poco più e non certo una delle migliori. Storie satiriche come Puffo Verde o Verde Puffo e Il Puffo Finanziere sono di là da venire, tuttavia simpatica e narrativamente gradevole. Questa lunga del solo Peyo si inscrive alla perfezione in questo secondo periodo stilistico, caratterizzato dalle solite macrovignettone ariose. Il topos è lo stesso utilizzato da un po' di tempo a questa parte e cioè quella del Puffo diverso, che ha un sogno e via dicendo. A differenza dell'Astropuffo però, dove la trama prendeva una piega che ci portava dritti dritti verso un altro topos puffoso, quello della grande farsa (che vedremo anche ne La Zuppa di Puffi), qui si rimane ancorati più alle dinamiche gargamellesche di Un Puffo Diverso dagli Altri. Divertentissima in tutto questo la gag dell'obbedienza, specie quando l'Apprendista Puffo si rivolge con fare spiccio e sgarbato al Grande Puffo, credendolo in suo potere.

    Trappola per Puffi (Peyo-Gos/Peyo-Gos): Non si capisce affatto chi sia ai testi e chi sia ai disegni, di questa prima breve da otto tavole. Ma è un po' un problema dell'intera serie, visto che a volte i credits sono scritti a mo' di firma, altre volte nella pagina che introduce la storia, altre volte ancora nel colophon e magari pure in contraddizione tra loro. Questa prima breve puffosa viene collocata qua per comodità ma sarebbe invece stata realizzata prima de I Puffi e l'Uccello Mostro. Niente di che, è una breve la cui maggior attrattiva sta nel vedere i vari metodi con cui Gargamella cattura i Puffi e le stupende vignette in notturna delle ultime pagine. Non stupisce inoltre perchè nel cartone si sia semplificato il motivo per cui Gargamella vuole i Puffi (mangiarseli), visto che pure nel fumetto è parecchio variabile: si passa dalla pietra filosofale alla pura vendetta, fino alla schiavizzazione della storia in questione. Ad ogni modo le brevi dei puffi che incontreremo in questa serie di cartonati saranno piuttosto esigue: ne troveremo una nel volume Le Puffolimpiadi, e un terzetto in appendice a Il Puffo Bambino. Ne rimangono fuori un buon numero, che a suo tempo vennero pubblicate nella rivista Mondo Puffo, che si contrapponeva ai classici contenuti di Storie Puffe, proprio per questo suo proporre il lato meno nobile e adulto della produzione puffa. Tuttavia ad una selezione di questo materiale saranno dedicati i due volumi di brevi L'Aeropuffo e Lo Strano Risveglio del Puffo Pigrone, selezione fatta con criteri ignoti.

    Romeo e Puffetta (Delporte-Peyo/Peyo): Non una vera e propria storia, bensì un assaggio di ciò che vedremo nel prossimo volume, quelle tavole autoconclusive a loro tempo celebri come le Puff...Pufferie. Il fatto che la Puffetta sia stata reintrodotta come personaggio fisso nella serie dopo che al termine della sua storia se n'era andata dal villaggio era stato finora passato sotto silenzio, e il fatto che questa reintroduzione sia avvenuta proprio nelle autoconclusive deve esser stato decisivo per poterla reinserire silenziosamente nelle dinamiche della serie. Ma a rendere più morbido questo "salto" di continuity è una paginetta con sette righe di testo che all'inizio di Romeo e Puffetta si occupa di rassicurare il lettore dicendo che la Puffetta ogni tanto torna al villaggio e non è cambiata. La selezione presenta una decina di Pufferie (più precisamente le tavole 10-11-12-13-24-30-31-48-49-56) non necessariamente in ordine cronologico. E in effetti nelle varie riproposizioni della storia, la scaletta è spesso stata variata rimescolando l'ordine delle pagine, con notevole danno per le tavole 48 e 49, collegate tra loro. Va premesso che le Pufferie sono veramente ottime, simpatiche e divertenti, cariche di quella verve dissacrante tipica dei testi di Delporte. Memorabili la tavola sul matrimonio e quella sul puffo suicida. L'unica nota stonata è pensare che nel prossimo numero queste tavole mancheranno, mentre sarebbe stato bello potersele gustare nel giusto ordine per assistere gradualmente al passaggio dalla seconda alla terza fase stilistica di Peyo.

    Next: Storie di Puffi, volume interamente dedicato a queste gustosissime tavole autoconclusive.
  • Mah. Come dice il Grrodone, dopo quattro volumi che ho letteralmente adorato, ora mi trovo in un affossamento puffesco in cui non mi piace più nulla. Ne uscirò mai, o il livello sarà sempre questo?


    Sulle storie dell'ottavo volume, poco da dire. L'apprendipuffo è una storiella semplice, sarebbe un buon "contorno", ma come storia su cui si fonda questo albo, non ci siamo.
    La trappola per Puffi è una sequela di inganni di Gargamella, sfruttando le debolezze di ogni Puffo: mi è parsa inutile, ce ne fosse una che mi abbia fatto ridere.
    Poi arriva una raccolta tematica di autoconclusive legate al tema Puffetta/Puffi in calore... Per lo più bruttine, ma sono decisamente divertenti le due sul matrimonio.

    Ciò che mi ha stupito negativamente sono i disegni: passi l'Apprendipuffo, che ha solo qualche faccia deforme qua e là, e alcune vignette più spoglie del solito, ma si arriva, in Romeo & Puffetta, a livelli imbarazzanti, con tavole (come pag.51 e 52) che sembrano disegnate da un ragazzino che ha ricalcato il tutto da una tavola originale.
    Ah, mi sono innamorato del bruco che il Puffo cerca di regalare a Puffetta spacciandolo per pelliccia, è tenerissimo :D
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    Storie di Puffi (Delporte-Peyo/Peyo) dovrebbe raccogliere integralmente tutte le autoconclusive dei Puffi. Così in realtà non è, quindi diciamo che ne raccoglie la maggior parte. Sfogliando il volume infatti, e andando a guardare nel numeretto in basso a destra in ogni tavola ci si accorge che spesso e volentieri la numerazione non viene rispettata (la tavola 6 e la 7 ad esempio sono immotivatamente invertite) e inoltre sono presenti diversi buchi. Le tavole 10-11-12-13-24-30-31-48-49-56 ad esempio sono assenti, perchè già parte di Romeo e Puffetta, quindi non mi sono preoccupato. Mi ha preoccupato parecchio di più vedere che ne mancavano ben altre 26, un bucone ingiustificabile. Che però è stato giustificato dalla constatazione che nel volume La Zuppa di Puffi dovrebbero esserne incluse 13. Ne rimarrebbero fuori altre 13, un totale che guarda caso equivale al numero di tavole di cui è composta la misteriosa Jeux Olympschtroumpfs, storiella sconosciuta presentata in appendice al prossimo numero, Puffo Verde o Verde Puffo. Che ci sia una storiella olimpionica dei Puffi oltre a quella ben più famosa che dovrebbe dare il titolo al volume Le Puffolimpiadi infatti sarebbe strano, ed è molto più facile credere che questa storiella sia, come Romeo e Puffetta, una selezione di autoconclusive. Ipotesi avvalorata dal fatto che nella vecchia edizione che avevo dei Puffi, Storie Puffe, molte delle tavole qui assenti fossero presenti e trattassero tematiche...sportive. Tranquillizzato sugli intenti completistici della collana Planeta mi sono accinto a leggere questo gradevolissimo quanto atipico volume, ritrovando parecchio dell'ironia di Delporte, nelle gag di cui sono protagonisti i Puffi. Gag semplici, non necessariamente dallo humor esplosivo, ma un concentrato di gradevolissimi bozzetti e pillole di vita Puffa. Da notare poi l'apparizione in ben due tavole dell'Astropuffo, le cui apparizioni si pensava si limitassero alla storia a lui dedicata. Poco divertenti, per forza di cose, le due tavole dedicate al Puffo Poeta, poiché presentano giochi di parole e rime aventi senso in francese ma purtroppo per noi intraducibili. Certo in più che un caso, si sarebbe potuto ovviare al problema con una traduzione un pelino più libera e fantasiosa, ma come testimoniato dagli assurdi titoletti in cima ad ogni tavola, le traduzioni Planeta non si discostano dal letterale, a scapito della sensatezza. Mi ha inoltre stupito trovare nel mucchio ben tre tavole che nella precedente edizione, Storie Puffe, erano state saltate, e cioè la 16 (forse proprio in virtù della sua intraducibilità) la 38 e la 39. Infine si nota come il personaggio del Puffo Freddoloso, per adesso assente nelle storie lunghe, abbia avuto proprio in queste tavole la sua ascesa tra i personaggi fissi del fumetto. Infine una nota stilistica: data la natura antologica di questo volume, è possibile notare il graduale passaggio dalla seconda fase stilistica di Peyo, quella dei vignettoni mezzi vuoti, a quella assai più affollata e "inchiostrosa" che avremo modo di conoscere nei prossimi tre volumi.

    Next: Puffo Verde o Verde Puffo, la succosissima storia dove viene sollevata la questione della lingua, dividendo la popolazione in Puffi del Nord e Puffi del Sud. E in qui entreremo nella terza fase della produzione puffa.
  • Continuo ad essere combattuto. Cioè no, in realtà non c'è molto che mi piaccia. Però boh, una serie che mi ha catturato in modo così sconvolgente, e poi si infippisce di botto... non riesco tuttora a capacitarmene.

    Comunque poco da dire su quest'albo, ho trovato il livello medio un po' bassino, con la maggior parte delle tavole noiose, con alcune che sono la mmessa su carta di alcune barzellette stra-sconosciute -_-
    Certo, alcune mi hanno strappato un sorriso, quella natalizia mi è piaciuta tanto, ma per un intero volume, è un po' pochino.
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  • Astropuffo: premettendo che conoscevo già la vicenda a causa del cartone poco puffoso, mi è piaciuto ritrovarla nella sua versione originale. La trovata dei Paffi è davvero simpatica. Apprendipuffo: molto carina anche questa, niente di particolare. Il punto forte di quest'albo per me è la raccolta di autoconclusive sulla puffetta, da leggere e rileggere. Storie di Puffi: anche se preferisco in generale le storie lunghe, questo albo pieno di autoconclusive è veramente grazioso, ogni tavola può essere consumata come una piacevole pillola giornaliera (la mia curiosità non me l'ha permesso). Si potrebbe ridere solo per gli incomprensibili titoli... Mi è piaciuta particolarmente la n.1.

    Le vicende puffose dovrebbero piacere per la loro semplicità; sì, il picco raggiunto con La Puffetta ed Il Re Puffo non si è più visto, ma non vedo perchè non si dovrebbe completare una così valida collana.
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    Ecco il numero con cui si entra ufficialmente nella terza fase stilistica dei Puffi, caratterizzata da un chinaggio particolarmente artistico, che fa tanto fumetto francese. Una fase lunga tre albi, che presumo (le Puffolimpiadi non l'ho mai letto) sapranno restituire un certo piacere di lettura, tipico dei primi volumi della serie. Viene inoltre portata avanti la pubblicazione delle tavole mancanti da Storie di Puffi che vengono qui montate in una storiella artificiale posta in appendice.

    Puffo Verde o Verde Puffo (Peyo-Delporte/Peyo): E rieccolo il caro vecchio Delporte, che viene accreditato nella pagina introduttiva in modo piuttosto originale e perfettamente in linea con il succo della storia. Succo che, come spesso accade quando c'è il suo zampino, sa un bel po' di satira. Dopo aver conosciuto il SESSO e la POLITICA ecco quindi il RAZZISMO. I Puffi per una questione linguistica (stabilire se la parola Puffo nelle parole composte vada davanti o in fondo) dividono il villaggio in due parti e fanno scoppiare una guerra tra i Puffi del Nord e quelli del Sud. Già il presupposto di base è geniale, a questo poi si aggiunge una realizzazione in puro stile Delporte in cui gli eventi vengono raccontati tramite piccoli esempi/gag che riguardano la comunità di Puffi. Comunità in perfetto equilibrio tra il suo essere composta da Puffi ormai noti, e Puffi ancora anonimi di nome "Puffo" (che si prestano così bene a rappresentare l'individuo). Insomma, gag a catinelle e senso dell'assurdo in dosi massicce per una storia che non fa rimpiangere poi troppo capolavori come Il Re Puffo o La Puffetta. Interessante in tutto questo l'iniziare della storia in medias res, con un afflitto Grande Puffo che si reca inspiegabilmente a casa di Gargamella, che finora era sempre stato estraneo alle dinamiche puramente satiriche delle storie di Delporte, e il suo impiego nella storia, a dir poco azzeccato. Notevole, poi in un paio di gag, il fatto che venga nominata Puffetta, per la prima volta in una storia lunga, dai tempi del suo abbandono. La sua presenza, come vedremo nelle tavole, sarà soltanto saltuaria almeno fino alla breve Il Giardino dei Puffi, dove, in accordo con quanto si vedeva in quel periodo sugli schermi televisivi, la Puffetta sarà nuovamente trapiantata nel Villaggio come abitante fisso.

    Giochi Puffolimpici (Peyo-Delporte/Peyo): Come per Romeo e Puffetta, trattasi di una raccolta tematica di tavole autoconclusive (che stavolta hanno anche titolo e disegnetto introduttivo) a tema sportivo. Sono contenute le tavole 18-20-21-22-25-27-29-51-52-58-63-72-64, che mancavano infatti nel volume precedente. Sette di loro parlano di tiro con l'arco mentre due di queste (la 21 e la 22) erano rimaste inedite dalle edizioni degli anni 90. Gradevoli, specie in veste di appendice, e sicuramente un buon modo di concludere in allegria un volume a dir poco ottimo.


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    Inaspettatamente disponibile al Cartoomics con una settimana di anticipo, questo volume porta finalmente a termine la pubblicazione delle tavole autoconclusive, presenta un nuovo personaggio che avrà un largo, larghissimo uso, nella serie tv e presenta inchiostrazioni ancor più interessanti del volume precedente.

    La Zuppa di Puffo (Peyo): Ecco un'altra bella storia. Differente da Puffo Verde o Verde Puffo in quanto non satirica, ma non meno interessante nel suo allinearsi perfettamente al secondo grande topos puffesco, ovvero la farsa. Come nell' Astropuffo, altra grande finzione puffesca, viene messo in scena un truffone, stavolta ai danni di Buegrasso, gigante che avrà qui la sua unica apparizione nei fumetti, ma che verrà ripreso nei cartoni più e più volte, affiancandolo addirittura ad una gigantessa sua innamorata, Vacca Grassa. Divertente, molto ma molto divertente, la storia è un susseguirsi di gag in cui i Puffi inventano panzane per salvare la pelle dalla fame di un Buegrasso, convinto da Gargamella ad assaggiare la famosa Zuppa di Puffi. La paradossale e grezza bonarietà di Buegrasso, mista alla furbizia dei Puffi e alla demenzialità delle scene con Gargamella, stavolta più in balia degli eventi del solito strappano ben più di un sorriso, in quella che è una storia unicamente basata sull'equivoco e l'inganno. Mitico il teatrino finale con un Gargamella impotentissimo ridotto a uno straccio e i Puffi che con l'aria da bulletti lo punzecchiano di continuo. E graficamente parlando l'effetto delle inchiostrature è da sbavo. i refusi Planeta iniziano a diminuire drasticamente, anche se si nota con disappunto Puffo Freddoloso diventare Frettoloso. Infine gradevolissimo il cenno di continuity, quando Cuoco nomina il Cavapuffi-Puffatappi.

    Pufferie (Peyo-Delporte/Peyo): Con la pubblicazione delle gag 44-57-79-80-81-82-83-85-86-87 si conclude la carrellata di autoconclusive puffe. Si conclude in linea del tutto teorica, visto che ahimè, pare rimarranno per sempre fuori la tavola 53 e la tavola tripla 84, mai pubblicate sui cartonati francesi. Il perchè di questa cosa mi sfugge, e sarebbe cosa carina che qualcuno scansionasse le due Pufferie mancanti, per amor di completezza. Quanto alla raccolta ivi contenuta, si nota che non si è cercato stavolta di riunirle in un montaggio fittizio (e infatti le Pufferie non vengono nemmeno segnalate in copertina), e soprattutto che l'ultima, l'87, è una vera e propria storiella di quattro tavole, con una sua trama. Rimasta inedita dall'edizione degli anni 90, questa particolarissima Pufferia fa finalmente chiarezza sulla presenza della Puffetta al villaggio. La gag è caruccia e non è niente di che, ma è interessante capire finalmente che la Puffetta altro non è che una presenza saltuaria, che non abita nel villaggio e che solo ogni tanto viene a trovare i Puffi. Ecco spiegato il motivo della sua presenza all'interno delle tavole, ma non delle storie lunghe. Ma è ovviamente solo un fase, e molto presto lo status quo ufficiale la annovererà tra i Puffi fissi. Oltre a questa Pufferia quadrupla, sono presenti altri tre inediti, la 79, la 57 e la 80, le altre si erano tutte già viste all'interno di Storie Puffe. Molto particolare quest'ultima, forse la migliore del set, insieme alla 85, in cui c'è una geniale rivisitazione della vicenda dei Puffi Neri, confermando il fatto che I Puffi mantengano la memoria storica delle loro precedenti avventure.

    Next: Un volume molto particolare visto che raccoglie Le Puffolimpiadi, un'incognita per me, l'unica lunga rimasta inedita dalla precedente edizione, Pasqua Puffante (di quattro tavole) e Il Giardino dei Puffi, seconda breve di 8 tavole della storia Puffa.
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