Agent Carter - Season 2
La
seconda stagione di Agent Carter, la serie Marvel/ABC che l'anno scorso occupò lo slot invernale della rete durante la pausa della serie Marvel televisiva principale (
Agents of S.H.I.E.L.D.), risulta nel complesso meno efficace di quanto fu la prima.
Il motivo è la trama: per quanto potenzialmente interessante, la questione della "Zero Matter", un composto proveniente da un'altra dimensione in grado di impossessarsi di corpi e capace di distruggere la nostra realtà, assume contorni in molti punti troppo fantascientifici o pseudo-horror che a mio modesto parere mi sembrano andare "oltre" rispetto a quello che era il tenore e il tono che la serie aveva mostrato lo scorso anno.
Certo, anche nella prima stagione non mancavano elementi in qualche modo appartenenti al sovrannaturale, il che è perfettamente comprensibile ricordando che siamo sempre nell'universo Marvel, ma non se ne abusava in maniera così smaccata e centrale come fatto quest'anno. Dove l'anno scorso c'erano le invenzioni avveniristiche di Howard Stark e qualche artefatto proveniente dalle linee nemiche, stavolta abbiamo un'inconoscibile materia nera che il corpo umano può assorbire. Forse un po' troppo per quella che dovrebbe essere soprattutto una serie spionistica.
Complessivamente quindi la stagione in generale ne esce un po' "sciancata", quasi priva della sua vera identità, ma combattuta in realtà, perché quell'identità la si ritrova in tutto il resto, nei dettagli, nel contesto.
In primis nell'energica protagonista: la Peggy Carter di
Hayley Atwell si riconferma come un'ottimo personaggio, una donna volitiva, che non si fa mettere i piedi in testa e determinata nella sua missione e nella sua vita. Anche quando conosce l'amore in varie situazioni e con ben due uomini diversi, riesce a gestirlo rimanendo fedele alle proprie caratteristiche e risultando decisamente credibile.
Anche la struttura dell'SSR contribuisce a fornire quel contesto ideale per l'atmosfera della serie, pure nel suo distaccamento di Los Angeles. L'ambientazione californiana è forse il secondo punto a sfavore della stagione, visto che contrappone i soleggiati panorami della costa ovest americana alla buia New York, maggiormente adatta a far da cornice a storie di genere.
Per quanto riguarda gli altri protagonisti il capo Jack Thompson ha fatto un po' troppi doppi e tripli giochi perché abbia potuto davvero capito se si è evoluto o no, mentre Sousa ha sicuramente guadagnato ulteriori punti. Sempre ottimo nel suo essere spigliato, spiritoso e degno padre del suo futuro figlio è Howard Stark, ma su tutti spicca Edwin Jarvis, il compassato inglese che fa da maggiordomo da Stark senior e che si diverte un mondo a far da compagno di avventure a Peggy.
James D'Arcy riconferma l'ottima interpretazione già dimostrata l'anno scorso e ci regala tanti altri bei momenti di "jarvitudine", confermandosi uno dei migliori personaggi di tutto il Marvel-universe. Trovo quasi un peccato che si sia voluta mostrarne la moglie, sempre avvolta nel mistero nella prima stagione, ma devo ammettere che l'attrice scelta è perfetta e il personaggio cucitole addosso ancora migliore. Quindi, a conti fatti, ne è valsa la pena.
Grazie a questi ottimi personaggi e a dei dialoghi scritti sempre con grande cura e passione, la serie vive e prospera sulle relazioni e interazioni tra gli attori in scena, sempre molto bravi, sulle singole missioni affrontate dal team di protagonisti (mai prive di gag o di momenti ben girati) e su alcune sottotrame interessanti.
Sotto questi punti di vista la seconda stagione non ha proprio nulla da invidiare alla prima. Il problema è proprio il setting californiano e soprattutto il pericolo da sventare, non privo di fascino se vogliamo ma leggermente fuori posto rispetto a quello che mi aspetto di trovare in una serie sulle spie degli anni '40 post Seconda Guerra Mondiale. Marvel o non Marvel.
La seconda stagione ha avuto ascolti molto bassi, ed è quindi a rischio la produzione di un'eventuale terza per il gennaio 2017. Credo sia un peccato, non tanto per eventuali cose rimaste in sospeso (per quanto la "scena dopo i titoli di coda" mostri effettivamente una situazione che andrebbe approfondita), quanto perché si tratta effettivamente di uno show qualitativamente molto interessante e decisamente ben fatto, che andrebbe comunque portato avanti, magari utilizzando una trama meno "fuori dai canoni".