[Fox/Matt Groening] I Simpson

Satira, avventura, fantascienza, commedia e ci scappa anche il musical: ben lungi dal rivolgersi al solo pubblico dei più piccoli, già da anni l'animazione televisiva occidentale sta sperimentando in lungo e in largo ottenendo sempre più consenso.
  • Mechazawa ha scritto:Senza perdersi in considerazioni sociologiche,considerazioni che a mio avviso lasciano il tempo che trovano, .
    Invece è un ottima teoria, ci sta tutto che I Simpson col passare degli anni abbino sempre cambiato comicità in linea con la società del tempo, scelta non propio felice, dato che le utlime puntate sono totalmente diverse (le gag, i tempi, tutto troppo veloce), per esempio in una puntata della decima stagione Bart e Lisa ascoltavano i Cypress Hill e altri gruppi fine anni 90, e criticavano i gusti musicali di Homer rimasti agli Anni 60, nelle puntate di oggi maneggiano I-Pod e cellulari, mentre Homer ricorda quando suonava sulla falsa riga dei Nirvana o si divertiva ascoltando la comicità spazzatura. -_-
  • Perché nessuno ha postato la news secondo la quale i Simpson sarebbero potuti finire definitivamente? Vabbé che è stata subito smentita...
    Ad ogni modo sarebbe stato meglio se l'avessero conclusa una volta per tutte.
    Le persone dimenticheranno quanto detto, quanto fatto, ma non dimenticheranno MAI come le hai fatte sentire (cit.)
  • Cartoonmania ha scritto:Perché nessuno ha postato la news secondo la quale i Simpson sarebbero potuti finire definitivamente?
    perché è una news che viene fuori ogni anno, smentita poi nel giro di una settimana col rinnovo per altre X stagioni :P
    Insomma, non ci crede più nessuno (nonostante io ci stessi cascando, per una fonte che si diceva molto più convinta del solito...)
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
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    La settimana scorsa ho appreso tramite Facebook e il sito della RW che Neil Gaiman sarebbe apparso nella più recente puntata dei Simpson, andata in onda in America proprio domenica scorsa.
    Allora l'ho recuperata: che dire, molto simpatica! The Book Job si costruisce in gran parte su un'osservazione/critica della costruzione di letteratura per young adults, che sembrano fatti tutti con lo stampino e che... forse un motivo c'è! E' un complottone!
    Perchè allora non partecipare ad un business così redditizio, a un "crimine perfetto" come lo definisce Lisa? Homer non vede motivi, e insieme a Bart mette insieme una squadra per creare il nuovo best seller. Ma chi meglio di un affermato autore di libri e fumetti fantasy come Neil Gaiman può dare una sensibile mano per portare a termine il progetto?
    Gaiman si dimostra molto autoironico, specie nel divertente finale, e per quanto la sua parte non sia preponderante nell'economia dell'episodio è stato bellissimo vederlo simpsonizzato e doppiato da lui stesso.

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    Per l'occasione, ho rivisto anche un episodio della diciannovesima stagione, Mariti e Coltelli (che beccai per caso in televisione un paio d'anni fa mentre facevo zapping a casa di Marta...), dove faceva la sua comparsa nientedimeno che Alan Moore, in compagnia di Art Spiegelman e di Dan Clowes. I tre erano ospiti della nuova fumetteria di Springfield, che fa concorrenza a quella storica di proprietà del celebre uomo dei fumetti. Nel nuovo negozio, invece, il proprietario Milo avrà un approccio diverso e vincente verso la vendita dei fumetti, ed è in quest'economia che ci sono tre autoroni invitati.
    Moore è perfetto, quando inveisce contro le multinazionali vedendo il dvd di Watchmen Babies :P
    Poi vabbè, la trama prende una strada che coi fumetti non c'entra più nulla, occupandosi di un'attività di successo di Marge e delle paranoie di Homer in un contesto molto romantico e sentito, ma questa divagazione l'ho apprezzata proprio per il modo in cui è raccontata.
    Abbastanza gratuito ed evitabile il doppiaggio italiano di Milo, ad opera di Jovanotti...
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

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  • Bramo ha scritto:
    Per l'occasione, ho rivisto anche un episodio della diciannovesima stagione, Mariti e Coltelli (che beccai per caso in televisione un paio d'anni fa mentre facevo zapping a casa di Marta...), dove faceva la sua comparsa nientedimeno che Alan Moore, in compagnia di Art Spiegelman e di Dan Clowes. I tre erano ospiti della nuova fumetteria di Springfield, che fa concorrenza a quella storica di proprietà del celebre uomo dei fumetti. Nel nuovo negozio, invece, il proprietario Milo avrà un approccio diverso e vincente verso la vendita dei fumetti, ed è in quest'economia che ci sono tre autoroni invitati.
    Moore è perfetto, quando inveisce contro le multinazionali vedendo il dvd di Watchmen Babies :P
    Poi vabbè, la trama prende una strada che coi fumetti non c'entra più nulla, occupandosi di un'attività di successo di Marge e delle paranoie di Homer in un contesto molto romantico e sentito, ma questa divagazione l'ho apprezzata proprio per il modo in cui è raccontata.
    Abbastanza gratuito ed evitabile il doppiaggio italiano di Milo, ad opera di Jovanotti...
    Che I Simpson sono declinati e peggiorati con il passare degli anni è un dato di fatto, ma questa puntata, che definire orrenda è un eufenismo , lo dimostra: trama che non sta in piedi, senza contare la partecipazione insensata dei fumettisti o la storia secondaria di Marge , noiosa e poco interessante, oppure la scena dove i fumettisti prendono a pugni l' Uomo Fumetto e VOLANO -_- -_- ( cosa mi rappresenta ??!), i troppi riferimenti nerd (ah che bello quando I Simpson erano per tutti e le loro citazioni coerenti) e troppo scene volutamente demenziali. Prossimamente farò n elenco delle cose in cui lo show è peggiorato.
  • Visto il recente rinnovo della serie (fino alla 25 stagione, e forse si parla anche di una 30 !!) volevo condividere un po' di queste osservazioni circa il declino della serie :

    Una cosa su cui concordiamo tutti è che le vecchie serie dei Simpson sono inarrivabili sotto ogni punto di vista, Homer era un padre un po' tontolone, ma non un coglione alla Peter Griffin, Bart era "il Pierino degli anni '90" ora è un pre-adolescente confuso, Lisa era una ragazzina intelligente (straordinariamente intelligente per i suoi 8 anni, ma abbastanza plausibile) ora è una diciassettenne dell'ultrasinistra(se notate bene da dieci anni a questa parte Bart e Lisa hanno connotati da adolescenti, discutono come ventenni. Lisa avrebbe otto anni: da quanto non la vediamo leggere i fumetti delle gemelle babysitter investigatrici? Da quanto non pettina la sua Malibu Stacy ? E Bart, da quanto non corre con lo skateboard o gioca con Milhouse sulla casa sull'albero? Una fa incontri culturali con attivisti della sinistra americana, l'altro è in giro con ragazze o a divertirsi come farebbe un sedicenne, scrivendo su facebook e mandando twitt. Un tocco di "infanzia" in più non guasterebbe, dai. Non che prima Bart non fosse sboccato o Lisa problematica, ma almeno si comportavano da bambini.) Marge era una madre amorevole ora è una casalinga disperata al limite della schizofrenia

    La stessa Springfield era una città viva, ora è un ammasso di macchiette. Personaggi straordinari come Marvin Monroe hanno lasciato spazio a macchiette insopportabili come il ricco texano, la donna in carriera Lindsey Neagle e Cletus il bifolco allocco.

    Krusty prima era il clown dei bambini; ora è lo Star System rappresentato dai Simpson che scherzano masochisticamente su se stessi.

    Per me il declino della serie è cominciato circa 10 anni fa. Perché i Simpson sono gli anni '90, anzi, più propriamente è la fine degli anni '80: il benessere economico, l'America che torna a vedere la famiglia come un elemento su cui basarsi, piena di difetti forse, ma solare. Infatti i Simpson dei primordi erano più solari, ottimisti, il lieto fine non era il successo dei piani dei protagonisti, ma il ritorno al punto di partenza con la consapevolezza che un tetto sopra la testa e una famiglia che ti vuole bene è già molto.

    Per me le cause del crollo di qualità della serie sono:

    1)L'impossibilità di avere buone idee per così tanto tempo. Groening l'aveva capito e ha puntato tutte le sue energie su Futurama per un motivo.

    2 )Parliamoci chiaro, i Simpsons SONO i primi anni '90-ultimi anni' 80. Stona vedere Homer, Marge, Bart e Lisa che scherzano su Facebook o mandano SMS, come stonerebbe vederlo fare da un cowboy dell'800.

    3)I Simpsons si sono ispirati troppo dalle opere derivate. Homer è diventato negli anni troppo simile a Peter Griffin e la cattiveria di Bart si è tinta di note tipicamente alla Eric Cartman. I Griffin e South Park hanno potuto tirare fuori qualcosa di buono, ma sono sotto tutti i punti di vista assai inferiori: i Simpson degli anni d'oro avevano una morale, davano speranza. I Griffin (e opere derivate) e South Park invece sono frutto di una società già morta, incapace di sperare nel meglio, assolutamente priva di valori condivisi (non che non apprezzi South Park sia chiaro, anzi ne sono un grande fan).

    Del resto gli ascolti sono crollati sempre di più, dai 20 e passa milioni di media del 1995 ora siamo a 6, 6 e mezzo, negli USA. Praticamente le briciole.

    Il pubblico sembra essersi stancato, e francamente direi che è cosi. Putroppo in America vogliono andare ancora avanti, perchè si sa, finchè la vacca da latte continua a mungerla.
    Ultima modifica di Don Homer il mercoledì 02 ottobre 2013, 23:03, modificato 2 volte in totale.
  • Quoto abbastanza, aggiungendo che (non vedo la serie da anni ormai) fra gli errori più grossi c'è stato il voler continuare così a lungo senza far crescere i protagonisti, cosa che ha reso sempre meno credibili le personalità, e il fatto di aver voluto tenere la famiglia sempre sulla scena. Lasciarli un po' da parte per esplorare davvero il resto di Springfield, ma in modo serio, avrebbe dato alla serie una longevità maggiore.
  • e il fatto di aver voluto tenere la famiglia sempre sulla scena. Lasciarli un po' da parte per esplorare davvero il resto di Springfield, ma in modo serio, avrebbe dato alla serie una longevità maggiore.
    Non è totalmente esatto, infatti uno dei motivi del declino della serie è che con gli anni si è concentrata troppo sui personaggi secondari. Avendo usato la famiglia in ogni modo possibile e immaginabile, si sono concentrati su gli altri personaggi (Quante puntate abbiamo avuto su Boe ? Quante su Flanders ? Quante su Burns ?). Finiti anche questi hanno incominciato a incentrarsi su personaggi quaternari come Cletus o il sovrintendente Chalmers. Propio come aveva detto l'episodio dell'11 stagione "Dietro la Risata", all'inizio erano in cinque, poi in centinaia, poi in migliaglia. Non che sia un problema, ci sono molte puntate incentrate su Flanders e Burns molto belle, ma sinceramente quando si fanno puntate su Gil il fallito uno inizia a farsi delle domande.
  • E invece secondo me è stato un bene. Solo che appunto, se cerchi di tirare in ballo la famiglia anche in episodi del genere l'effetto sarà forzato e pessimo. Io avrei retitolato la serie Springfield e mi sarei davvero incentrato su tutti quei personaggi, prendendoli uno per uno, costruendo archi narrativi indipendenti per ognuno di loro. Una stagione di una ventina di episodi con solo quattro e cinque dedicati ai Simpson e il resto ad altri personaggi avrebbe giovato alla serie. Certo trasformarla in un'epopea urbana sarebbe stato snaturamento del concetto iniziale, ma sempre meglio che consumarla in questo modo.
  • Valerio ha scritto:E invece secondo me è stato un bene. Solo che appunto, se cerchi di tirare in ballo la famiglia anche in episodi del genere l'effetto sarà forzato e pessimo. Io avrei retitolato la serie Springfield e mi sarei davvero incentrato su tutti quei personaggi, prendendoli uno per uno, costruendo archi narrativi indipendenti per ognuno di loro. Una stagione di una ventina di episodi con solo quattro e cinque dedicati ai Simpson e il resto ad altri personaggi avrebbe giovato alla serie. Certo trasformarla in un'epopea urbana sarebbe stato snaturamento del concetto iniziale, ma sempre meglio che consumarla in questo modo.
    Si, ma cosi può andare bene con South Park, I Simpson inizialmente nascono appunto come la raffigurazione di una tipica famiglia di fine anni 80 inizio anni 90, e infatti se noti i primi episodi si incentrano sulla famiglia, il resto dei personaggi non è ancora perfettamente caratterizzato come lo sarà in futuro propio per questo motivo. Non dico che la serie non avrebbe dovuto incentrarsi sui personaggi secondari, ho gia specificato che alcune delle puntate migliori sono incentrate su Burns o su Flanders, ma seriamente, vedere puntate su Gil o su Chalmers (o peggio la gattara) non è proprio il massimo. Ci manca che mettano Arnie Pie come protasgonista è siamo al colmo.
    Ultima modifica di Don Homer il martedì 04 giugno 2013, 18:25, modificato 1 volta in totale.
  • Don Homer ha scritto:L'impossibilità di avere buone idee per così tanto tempo.
    A me sentire 'sta storia "è impossibile avere buone idee per così tanto tempo" mi infastidisce sempre.
    Perché se
    Poi qui siamo in un forum Disney, vai a dire a Valerio che dopo così tanti anni non riescono più a tirare fuori storie decenti su Topolino e ti sbrana (giustamente, dato che ci sono Casty, Faraci, Vitaliano e compagnia bella). Lo stesso si può dire ad esempio per Dottor Who, va' che è alla sua trentunesima serie e Moffat scrive delle Signore Trame. E guarda caso ho preso esempi più o meno senza tempo, con lo stesso status quo, o autoconclusivi, come i Simpson.
    E allora il punto qual è? Il punto sono le storie, o più nello specifico, gli autori.
    Perché servono quelli per far andare avanti una serie; magari all'inizio possono funzionare "solo" i personaggi per un po', una volta costruiti a dovere, poi però bisogna saperli sfruttare al meglio, rinnovarli, e magari anche adeguarli al diverso contesto storico/sociale.
    Gli Autori con la A maiuscola del periodo d'oro dei Simpson guarda caso si sono reinventati e hanno scalato l'olimpo dell'animazione, riuscendo a sfornare gioiellini come Ratatouille o Ralph Spaccatutto, non so tra 15 anni quanti degli autori attualmente al servizio dei gialli riusciranno a creare opere altrettanto riuscite.
    Vale lo stesso per "i fumetti Bonelli": uff, che noia, stanno perdendo smalto, poi però le storie dei Signori Autori fanno rumore e sono di gran qualità.
    Io tiro sempre fuori l'esempio di Cattivik: il fumetto è uno degli schemi più limitati e ripetitivi che esistano (vedi Diabolik), ma andate a vedere che perle di genialità e originalità riuscivano a tirare fuori autori del calibro di Casty o Bonfatti...

    Ricordo mentre mi guardavo i contenuti extra dei cofanetti DVD delle prime stagioni dei Simpson, più volte raccontavano che per ogni stagione venivano proposte un sacco di trame, così poi da fare una selezione delle più meritevoli che valeva la pena cominciare a sviluppare.
    E ogni proposta che passava questa fase veniva poi rielaborata, corretta, aggiustata... Sarà ancora in voga questo principio?
    Secondo me no.
    E perchè? Perché di solito quando un brand diventa di successo ci si adagia sugli allori. All'inizio si ha il pepe al culo, i Simpson sono un cartone animato fuori dagli schemi che deve sgomitare per farsi notare, e allora via a sudare quattro camicie per sfruttarne tutto il potenziale e dimostrare cosa può valere.
    Quando poi i Simpson sono "una sicurezza", tutti li conoscono, gli ascolti sono alle stelle, ci sono magliette e gadget ovunque, per molte persone diventano "un'abitudine", ecco che la produzione pensa che sia sufficiente questo per andare avanti. E pensa che si possa continuare a guadagnare con uno sforzo minore. E il risultato è questo, sulla lunga distanza, anche lo spettatore meno esperto si rende conto del declino qualitativo, e un po' alla volta abbandona la serie.
    Oppure la continuano a seguire per inerzia, perché ormai quella fascia oraria è tradizione guardare i Simpson. Ed evidentemente per molti è così, altrimenti la serie non andrebbe ancora avanti.
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  • Ma se gli autoroni hanno dato poi il meglio altrove significa che cmq anche un contesto limitante com'è quello dei Simpson non aiuta a dare loro il meglio. Lo dice anche Ortolani: c'è un momento in cui un personaggio ha detto tutto quello che doveva dire e allora dovrebbe concludere la sua corsa e andare in pensione. Il setting dei Simpson così come lo conosciamo ha detto tutto, per cui o ti fermi e li pensioni, o evolvi questo setting in un qualcosa d'altro, che richiami ciò che era senza però esserlo più. E una proposta è quella che ho fatto io.
  • Bè, sì, c'è anche da dire che gli autoroni si sono dedicati a qualcosa di più personale: un conto è essere al servizio di qualcosa che per la maggior parte delle persone porta solo la firma di Matt Groening, un conto è sviluppare ex-novo personaggi e universi narrativi da zero.
    Un po' come avviene per molti autori Marvel o DC (Frank Miller, Mark Millar, Todd McFarlane, Alan Moore, ecc.) che arrivati a un certo punto decidono di creare qualcosa senza più sottostare a nessun altro.

    Per quando riguarda il setting dei Simpson, concordo a metà. Sì, di sicuro non è dei più aperti che esistano... ma alla fine che differenza ha con Topolinia/Paperopoli? Eppure il mondo Disney a fumetti campa da ben più di 30 stagioni.
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  • La differenza è che i Simpson dovrebbero fare satira e scimmiottare un contesto urbano, reale e credibile. Dovrebbe essere una sitcom, ma una volta che hai mandato Homer nello spazio ti rendi conto che questi limiti ti stanno stretti. E allora esageri, trolli, ti inventi cose sempre più improbabili, tipo che Skinner non è Skinner (si vede che già avevo da ridire mille stagioni fa? :P). E infatti di recente la qualità è scesa proprio con il diffondersi dello stile Griffin: maggior cinismo, assurdità, può succedere tutto e il suo contrario, i personaggi si sputtananno senza problemi, senza punti fermi. Io non ci credo più, personalmente.

    Il mondo Disney pure ha i suoi bei problemi, e infatti in quest'epoca di schemi narrativi obsoleti e ripetuti spiccano proprio gli autori che stanno provando a cambiare le cose, rielaborarle per ottenere qualcosa di nuovo. Però di limiti ne hai meno, i personaggi vivono vere avventure e possono misurarsi con una gamma di situazioni immensa. Ed è ovviamente il motivo per cui sostengo il maggior potenziale di Futurama, rispetto ai Simpson. Permette di sguinzagliare la fantasia senza limite alcuno.
  • Che poi è inutile fare paragone con i fumetti: i fumetti possono andare avanti per anni (non parliamo di quelli della Bonelli poi): una serie animata tecnicamente no, specie una che ha finito le ideee da anni, poi il fatto che abbiano completamente finito le idee è lampante dai, nel corso di 24 anni di vita hanno praticamente usato tutte le trame inimagginabili, e visto che non ne hanno più hanno incominciato a copiare vecchi episodi (magari cambiando solo alcune cose) e a concentrarsi su personaggi che prima non avrebbero mai considerato..... come ho gia specificato, il problema è che I Simpson sono troppo legati al contesto in cui sono stati creati (famiglia di classe medio borghese di fine anni 80 inizio anni 90) è che messi in un contesto dove oramai dominano cartoni come I Griffin (e i suoi derivati) e South Park, risultano irrimediabilmente snaturati. Tempo fà mi ricordo che in una discussione che feci saltò fuori il discorso che I Simpson sono peggiorati propio per rispecchiare la nostra società moderna, il che potrà anche essere vero, ma è una cosa positiva ?
    Per quando riguarda il setting dei Simpson, concordo a metà. Sì, di sicuro non è dei più aperti che esistano... ma alla fine che differenza ha con Topolinia/Paperopoli? Eppure il mondo Disney a fumetti campa da ben più di 30 stagioni.
    Il guaio è che gli autori del mondo Disney non devono pagare doppiatori e sceneggiatori....basti pensare al casino nato per un semplice abbassamento di stipendio, pensa se uno dei doppiatori principali morisse..... I Simpson poi nascono come cartone REALISTICO tralasciando le eccezioni da cartone animato o le puntate di Halloween, e quindi le storie devono avere un contesto verosimile. Ovviamente anche questa regola è stata infranta per colpa dei Griffin.....
  • Valerio ha scritto: ti inventi cose sempre più improbabili, tipo che Skinner non è Skinner (si vede che già avevo da ridire mille stagioni fa? :P).
    E la cosa divertente è che lo avevano pure fatto notare nell'episodio "Dietro la Risata" stagione 11 :D . Mi pare che la frase completa fosse "finirono per girare in teatri di second'ordine, con trame insulse"(e viene mostrato lo spezzone).
  • Ci stavo pensando giusto l'altro giorno, quando ho visto l'episodio di Natale 2011: ma [spoiler]il futuro con Lisa e Bart adulti[/spoiler] non l'avevo già visto in altre puntate? Direi di sì. Io non sono mai stato un fan hardcore ma soft, ho sempre visto I Simpson con enorme piacere ma quando capitava. Perchè, in fondo, anche saltando qua e là mi rendevo conto di perdermi poco o nulla in termini di comprensione. La retrospettivona cronologica è una delle cose da fare prima di morire, però non è che ci sia questa enorme continuity, nella serie, tant'è che come Valerio la considero una sit-com. E per quanto possano durare, quasi tutte le sit-com a 4-5 stagioni sono già stanche, magari proseguono, ma vederle arrivare a 25 anni (la mia età!) fresche e pimpanti è pura utopia. Detto questo, io non so come siano gli autori attuali ma tendo a fidarmi di Groening; in ogni caso, a mio avviso basterebbe ridimensionare la produzione, chiudere la serie animata (che deve per forza andare in onda ed essere composta da tot episodi di tot durata) e sfruttare il brand in altri modi, con lungometraggi, corti, mediometraggi, parodie, eccetera (il film ha avuto un buon successo, mi pare). Che poi quando ho parlato con gente non nerd ma fedele spettatrice dei Simpsons questa mi ha sempre detto di preferire gli episodi slapstick, o assurdoidi (cose tipo Dio, Grattachecca e Fighetto, La paura fa 90) a quelli più standard con la famiglia, ecc. E' vero che il nucleo originario era dato da questi ultimi ma non sono così sicuro che siano stati quelli ad eccitare il pubblico di massa.
    Comunque non penso che
    Don Homer ha scritto:2 )Parliamoci chiaro, i Simpsons SONO i primi anni '90-ultimi anni' 80. Stona vedere Homer, Marge, Bart e Lisa che scherzano su Facebook o mandano SMS, come stonerebbe vederlo fare da un cowboy dell'800.
    il contesto cronologico sia un fattore che incide più di tanto sul calo, nè qualitativo (nel suddetto episodio di Natale 2011 viene preso in giro [spoiler]Google[/spoiler], in maniera se vogliamo un po' banalotta, ma la cosa non mi è dispiaciuta) nè commerciale, anzi penso che se vuole sopravvivere un brand deve "vivere" il suo tempo.
    Alla fine secondo me è solo questione di eccessi: di abitudine e di produzione. Ogni anno sappiamo che arriverà una ventina di puntate dei Simpson, e sappiamo già grosso modo come saranno. Manca la sorpresa, e secondo me con la struttura telefilmica, non essendo I Simpson un telefilm, continuerà a mancare.
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    Ottimo lavoro.
  • max brody ha scritto:La retrospettivona cronologica è una delle cose da fare prima di morire
    Nel senso che sorbirsi quasi 30 stagioni per forza di cose ti ammazza?
  • ma il futuro con Lisa e Bart adulti non l'avevo già visto in altre puntate?
    Guarda, l'avranno usato più o meno 3-4 volte, ovviamente la migliore è la prima, "Il matrimonio di Lisa".
    Detto questo, io non so come siano gli autori attuali ma tendo a fidarmi di Groening
    Groening non fa più nulla, si limita ad incassare gli assegni........io ho perso ogni fiducia negli autori attuali dopo la puntata "Lisa viene a paroloni crociati": assurda, senza trama, senza storia, senza niente....
    gli episodi slapstick, o assurdoidi (cose tipo Dio, Grattachecca e Fighetto, La paura fa 90) a quelli più standard con la famiglia, ecc. E' vero che il nucleo originario era dato da questi ultimi ma non sono così sicuro che siano stati quelli ad eccitare il pubblico di massa.
    Posso capire la paura fa novanta, ma Dio e Grattachecca e Fighetto sonno sempre stati importanti componenti de I Simpson sin dai primordi...(che poi non sono assurdame: Dio appare nei sogni o nelle visioni, Grattachecca e Fighetto in televisione)
    il contesto cronologico sia un fattore che incide più di tanto sul calo, nè qualitativo (nel suddetto episodio di Natale 2011 viene preso in giro Google, in maniera se vogliamo un po' banalotta, ma la cosa non mi è dispiaciuta) nè commerciale, anzi penso che se vuole sopravvivere un brand deve "vivere" il suo tempo.
    Non I Simpson, cosi come i Flinstones o i Jetson parodizzavano la società anni 60., quella de I Simpson gli anni 90, se propio vogliamo una famiglia moderna ci sono I Griffin, poi non so te, ma vedere Simpson e amici che scherzano su cellulari, i-phone e diavolerie varie non mi piace per nulla, anzi a mio parere snaturano il tutto..... come ho gia scritto
    : il benessere economico, l'America che torna a vedere la famiglia come un elemento su cui basarsi, piena di difetti forse, ma solare. Infatti i Simpson dei primordi erano più solari, ottimisti, il lieto fine non era il successo dei piani dei protagonisti, ma il ritorno al punto di partenza con la consapevolezza che un tetto sopra la testa e una famiglia che ti vuole bene è già molto.
    era propio questo a rendere la serie speciale.
    Alla fine secondo me è solo questione di eccessi: di abitudine e di produzione. Ogni anno sappiamo che arriverà una ventina di puntate dei Simpson, e sappiamo già grosso modo come saranno. Manca la sorpresa, e secondo me con la struttura telefilmica, non essendo I Simpson un telefilm, continuerà a mancare.
    Insomma, ultimamente ci sono stati dei problemi e sicuramente cìè ne saranno altri......
    Ultima modifica di Don Homer il sabato 29 dicembre 2012, 21:52, modificato 3 volte in totale.
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