[Martin Scorsese] The Departed

Una cartella dedicata a quel grande magico calderone che è il cinema e al fascino magnetico che lo schermo gigante continua ad esercitare ancora oggi.
  • non ce l'avevo visto questo livello metacinematografico, anzi mi limitavo a vederci un prodotto commerciale, "di genere" come si suol dire, ma ovviamente risultato delle esperienze precedenti di Scorsese (e della sua conoscenza della storia del cinema) e di quel mostro di Jack Nicholson.
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Elikrotupos ha scritto:non ce l'avevo visto questo livello metacinematografico, anzi mi limitavo a vederci un prodotto commerciale, "di genere" come si suol dire
    Lì è il bello secondo me!
    E' talmente di genere che finisce per diventare una parodia del genere stesso. Alla faccia di Hollywood.
  • Premetto che non sono un appasionato di cinema nè che mi ha mai interessato approfondire le mie conoscenza in materia.
    Sono solo un tipo che vede i film e basta.
    Questo è stato l'unico film di Scorsese che ho visto (TAXI DRIVER non l'ho visto tutto) e prima di questo regista avevo solo sentito parlare e non sapevo cosa avesse fatto per diventare famoso.
    Sarò breve:

    THE DEPARTED è per me un ottimo film a livello di trama e di personaggi, Costigan e Costello sono entrati nel mio immaginario personale.
    Ottima la tematica delle scelte morali che viene qui trattata e delle intenzioni personali su cui si basano.

    Sinceramente non ci ho visto nulla di parodico
  • Ho sempre adorato Scorsese e questo è diventato uno dei miei film preferiti.

    Trendo ispirazione Infernal Affairs, trilogia hongkonghese di Andrew Lau e Alan Mak, Martin Scorsese realizza un film sotto molti aspetti diverso dai suoi precedenti, coinvolgente e pulsante di passione cinematografica.
    The Departed è un thriller solidissimo e compatto, narrativamente carico, ricco di tensione; la sua vera forza risiede però non tanto nella storia, pur brillantemente raccontata, quanto nel grande spessore umano dei personaggi, soprattutto dell’intensissimo Billy Costigan di Leonardo Di Caprio, che provoca un coinvolgimento emotivo molto forte da parte degli spettatori.
    Forse per la prima volta nella filmografia di Scorsese (almeno della parte che ha per protagonista la criminalità) in The Departed c’è una distinzione netta tra buoni e cattivi: fin dall’inizio non ci sono dubbi per lo spettatore, ci si innamora di Billy e si parteggia per lui, odiando sempre più il suo alter ego Colin Sullivan, viscido e impenetrabile.
    Scorsese ci regala un giovane eroe tragico, non un antieroe malinconico sconfitto in partenza come Travis Bickle, ma un vero eroe con i piedi per terra, di carne e sangue, di un’umanità acutissima e lacerante resa con grande sensibilità registica e di scrittura, oltre che interpretativa. Il personaggio di Billy, fin dalla sequenza che ne mostra la vita all’interno dell’Accademia Militare, è rappresentato specularmente a quello di Colin, seppur con piccole differenze: di Colin viene mostrata l’infanzia, in un incipit molto suggestivo che fa presagire, erroneamente (come si avrà modo di capire dallo sviluppo della vicenda), un racconto dal sapore simile a Bronx di Robert De Niro; di Billy l’infanzia viene solo raccontata, peraltro in maniera brutale, tesa a metterlo in difficoltà, durante il primo colloquio con Dignam e Queenan.
    Chi è il vero protagonista? Billy probabilmente, sebbene dalle prime inquadrature sembrerebbe essere Colin; la distinzione tra i due personaggi è netta, senza “sfumature”, espressione da intendere non nel senso di caratteri banali e schematici ma in senso più alto, quasi etico: la purezza di Billy non è intaccata dalla violenza che è costretto a vivere e a commettere mentre Colin perde la sua fin da quando, bambino, si vende a Frank Costello per un sacchetto di cibo e un fumetto (e continuerà a vendersi per tutta la vita, pur non accontentandosi più di pane in cassetta e giornalini). E ciò che lega, tragicamente, l’esistenza di Billy e Colin è appunto Costello, vecchio boss in declino crudele e sanguinario. Non è certo il primo criminale che Scorsese ha raccontato eppure Costello è diverso da tutti gli altri: non ha la malinconia tragica di Sam Rothstein (Casino)né la spiritualità malata e vendicativa di Max Cady (Cape Fear) e la sua vita, per quanto ugualmente intrisa di violenta spietatezza e di squallore, non ha la statura drammatica dell’esistenza di Henry Hill (Good Fellas).
    Ed è soprattutto attraverso il personaggio di Costello che si precisa agli occhi dello spettatore il cuore agghiacciante del film, fatto di disperazione inesprimibile e cupissimo pessimismo; già dal titolo, The Departed, cioè i defunti, si sente forte e ineluttabile la presenza della morte, non solo perchè la morte arriva, feroce e indifferente, a colpire tutti i personaggi, uno ad uno, secondo un andamento perfetto e crudele che ricorda la progressione tragica di Amleto ma soprattutto perchè è come se i protagonisti fossero, fin dal loro ingresso nella storia, già morti: è già morto Billy nel momento in cui gli tolgono la sua identità e gli affidano una missione impossibile; è già morto Colin, fin da bambino, da quel giorno in cui ha venduto l’anima a Costello e soprattutto è già morto Frank Costello, il motore dell’azione, anche colui intorno al quale ruota l’intera vicenda non è altro che un cadavere sul punto di crollare a terra. E così le ombre scure che nell’incipit ne nascondono minacciosamente il volto si sciolgono, al momento della sua vera morte, nel fiotto di sangue che gli esce dalla bocca e va ad imbrattare uno squallido parcheggio. Così le reali morti dei personaggi, le loro morti fisiche, non fanno altro che sigillare e rendere definitivo un viaggio verso gli Inferi già iniziato e ineluttabilmente avviato verso la fine; le morti di The Departed sono laghi di sangue, schizzi improvvisi sui muri e sulle persone, inappellabili come le scariche di violenza di Costello e dei suoi (fra tutte, la morte di Queenan buttato giù dal tetto è così secca, crudele che né Billy né gli spettatori riescono ad assorbirla e si resta lì col giovane protagonista, inebetiti, a guardare quel cadavere insanguinato).
    Anche Boston è morta, una città che non ha cura dei suoi figli e li lascia soli a giocare una partita senza senso, a cercare di riannodare i fili di una ragnatela, quella della criminalità e della giustizia, ormai spezzata e incomprensibile. Così, certo: in The Departed ci sono i buoni e ci sono i cattivi ma perchè? E a cosa servono? È possibile che l’onestà di Billy, la sua dedizione, le sue crisi di panico, la sua paura, che rappresentano la cosa più preziosa del film, la più commovente e intensa, siano inutili? Purtroppo si e non solo perchè c’è Colin, criminale infiltrato in polizia, a remare contro e a vanificare gli sforzi di Billy, non solo perchè Costello è un informatore dell’FBI e quindi non ci sarà mai un reale interesse a procedere contro di lui da parte dei “piani alti” ma soprattutto perchè Costello è solo un fallito, un criminale invecchiato che ha esaurito il suo potere e che va avanti per inerzia. E davvero non valeva la pena di sacrificare la vita di Billy per tentare di catturarlo. Ma cosa vale davvero la pena?
    In The Departed si fa notare il contrasto evidente tra l’impianto narrativo del film, estremamente coinvolgente, le sue intense soluzione visive, cromatiche e musicali, la sua profondità di scrittura e il pessimistico vuoto di senso che soffoca il film; l’ultima opera di Scorsese è profondamente triste, persino la morte di Colin è priva del gusto, sia pure un po’ malsano, della vendetta ai danni del nemico, è solo fredda, quasi asettica, miserabile al pari di quella di Costello.
    In questa voragine spaventosa le passioni dei personaggi, positive o negative che siano, si scontrano, combattono e cercano inutilmente di fronteggiare la spietata, opaca indifferenza della vita e della morte. La stessa passione cinematografica di Scorsese si sforza di emergere dal pessimismo della messa in scena e lo fa con la consueta, suggestiva potenza; la sceneggiatura di William Monahan lavora sapientemente sul concetto di suspense, ovvero, come insegnava Hitchcock, fornire allo spettatore più informazioni di quante ne abbiamo i personaggi. Fin dall’inizio infatti chi guarda il film conosce l’identità dei due infiltrati e questo produce un senso di ansia crescente, di preoccupazione per la sorte di Billy che raggiunge il culmine in sequenze come quella della morte di Queenan o del pedinamento all’uscita dal cinema.
    The Departed è un film molto significativo nella globalità dell’opera di Scorsese: è uno sguardo gelido sul mondo che, pur nella disperazione di molti dei film precedenti, non era mai emerso con tanta forza; anche il cupissimo, notturno Bringing out the Dead era interrotto da sprazzi di colore, di bellezza persino, colta nella desolazione delle strade di New York. In The Departed c’è solo tanto sangue, versato fisicamente ed emotivamente e comunque tragicamente destinato a lasciare i corpi in un flusso tristissimo, freddo e inarrestabile.

    E, per completezza, qualche nota pure su Infernal Affairs:
    I personaggi sono caratterizzati in maniera diversa: il boss Sam non è violento e agghiacciante come Costello e soprattutto Lau non è viscido e spietato come Colin. In Infernal Affairs ho visto più una riflessione su quanto sia difficile distinguere i buoni dai cattivi; in The Departed i ruoli sono più netti ma inutili, il film è molto pessimista e mostra come tutti i sacrifici di Billy, il panico che ha provato non servano a niente. Poi The Departed già dal titolo mette più l'accento sulla morte, come avvenimento estremo che rende inutile la vita, sia che la si viva da "buoni" che da "cattivi".. invece Infernal Affairs è più concentrato sulla difficoltà di vivere e di distinguere il bene dal male.
    Bella anche la colonna sonora (i titoli di testa sono magnifici, sia visivamente che musicalmente), solo un po' sdolcinata nei momenti romantici.. ma quasi sempre potente.
    I do not fit. I know that.
  • camera9 ha scritto:Questo è stato l'unico film di Scorsese che ho visto e prima di questo regista avevo solo sentito parlare e non sapevo cosa avesse fatto per diventare famoso.
    Sarò breve:

    THE DEPARTED è per me un ottimo film a livello di trama e di personaggi, Costigan e Costello sono entrati nel mio immaginario personale.
    Ottima la tematica delle scelte morali che viene qui trattata e delle intenzioni personali su cui si basano.
    Quoto Camera 9. Anch'io, esattamente come lui, non avevo mai visto prima un film di Martin Scorsese, e ho visto questo su suggerimento della mia migliore amica che ne era entusiasta.
    E anch'io ne sono stato entusiasta. Un film fatto veramente molto bene, ben orchestrato, i tre protagonisti molto ben caratterizzati.
    La trama è intricata quanto basta per piacere a me. E' un gangster-movie, ma non solo. E' una storia drammatica, ma non solo. E' grande capacità narrativa, ma non solo.
    E' tutto questo e altro ancora, è grande cinema.
    Ci si immedesima in entrambi i protagonisti, che per praticamente tutto il film non si incontrano mai e sono iganri dell'identità della'ltro. Ci si immedesima in Di Caprio (qui in un'intepretazione magistrale) ma anche in Matt Damon. Si vive passo passo con loro man mano che la storia va avanti e noi facciamo empatia, sappiamo che essendo entrambi infiltrati possono essere scoperti da un momento all'altro. E facciamo empatia apsettando di vedere, con ansia vera, se, quando e cme questo succederà, e come si evolvono gli avvenimenti.
    Ma per quanto riescano a rendere bene la loro parte Damon e Di Caprio, non c'è niente da fare, per me il migliore in scena è stato senza ombra di dubbio Jack Nicholson. Un Frank Costello credibilissimo, diverso dall'immagine stereotipata del classico boss mafioso e al contempo bravo a delineare la personalità di un personaggio come Costello.
    Il film scorre inesorabile come la vita, portando i protagonisiti ad affrontare il loro destino fino all'inevitabile conclusione delle loro vite disordinate e maledette, e da eroi maledetti celebrano la motivazione più effereta del titolo del film.
    Molto molto bello.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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