PEPPE4OKI ha scritto:Salve a tutti mi chiamo Giuseppe Quattrocchi, sono un giovane disegnatore.
ho seguito con attenzione le ultime vicende che hanno portato a questa polemica, eppur essendo un giovane spesso maleducato e irrispettoso, rimango incredulo e sconcertato davanti ad una reazione così aggressiva e diffamante come quella del signor Vitaliano, che per altro non conosco e che non posso giudicare come persona(me ne guarderei bene).
Vorrei citare lo stesso ricordando che essendo padre di 2 figli nonchè un grande professionista, come tale dovrebbe avere più rispetto per un "collega" che a torto o a ragione si trova alle spalle una carriera di successi e riconoscimenti lunga trenta anni e che ha portato il topolino, insieme ad altri grandi autori, ad essere quello che è, e quello per cui guadagnate così tanto.
Premetto di non conoscere assolutamente il signor Concina e di non avere alcun interesse nel criticare le idee di un altra persona, soprattutto un professionista come Vitaliano, ma credo che mentre ci si impegna per montare su questo teatrino di scarica barile si perde di vista un punto a mio parere fondamentale: l' etica e il cuore della gente qualunque lavoro essa svolga...il signor Concina è stato scaricato come un cane a prescindere dai possibili errori o esagerazioni portati dalla sua reazione, l' atteggiamento della Disney è effettivamente conosciuto da tanto tempo e si sa che chi entra li dentro è loro schiavo, e finalmente qualcuno colpito in prima persona ha deciso di non rimanere inerme.
Un ultimo appunto: come fa il signor Vitaliano a dire che dobbiamo accettare questo lavoro per quello che è? Se solo dal 2005 è stato a malapena riconosciuto come tale?? Se tutto è ancora da costruire e se ormai è voce di popolo che in Italia i diritti dei fumettusti neanche esistono?? Forse per sviare l'attenzione al vero problema al cui tutto si riduce..tagli/soldi!
Spero di non aver offeso nessuno,ma il fumetto italiano è in ginocchio e qui ancora si litiga tra colleghi per far arricchire una multinazionale.
sign.Concina ha tutta la mia solidarieta.
Caro giovane disegnatore Giuseppe Quattrocchi,
mi permetto di rispondere a quelle parti della tua lettera nelle quali mi tiri in ballo. Avrei volentieri evitato, ma a quanto pare me lo merito. Del resto, potevo starmene anch'io zitto e buono e far esporre a ciascuno il proprio punto di vista senza stare lì a polemizzare. Be', ormai quel ch'è fatto è fatto. Adesso, tuttavia, mi pare che le posizioni siano un po' più chiare. Adesso si capisce molto meglio di che cosa si stava parlando, no? Salta finalmente fuori la reale natura della Grande Battaglia! Alè. Meglio tardi che mai.
Caro Quattrocchi, dicevo. Te li sei letti bene i post che ho scritto (qui e altrove)? Sei sicuro che ci fosse qualcosa di "diffamante" in quello che ho scritto? Conosci il significato della parola "diffamante"? Secondo te dare del
servitore a qualcuno che espone il proprio punto di vista (sbagliato o giusto, condivisibile oppure no) è un'azione diffamante, rispettosa o (faccio per dire) "simpatica"? Se la risposta non ti viene subito, facciamo così: fatti dare del servitore da qualcuno e vediamo che effetto ti fa.
Secondo te, il punto di tutta questa vicenda è (ti cito) "l'etica e il cuore della gente qualunque lavoro essa svolga". Figurati se "cuore" e "etica" non sono concetti importanti anche per me. Il punto è che qui non si parlava di questo, o, almeno, non principalmente di questo. Si parlava sostanzialmente di tre problemi:
1. Quantità di lavoro commissionato da un editore a un autore.
2. Riconoscimento dei diritti d'autore.
3. Riconoscimento dei diritti di ristampa.
Quello che penso sui tre punti l'ho già scritto. Se ti va di andare a rileggere, rileggi. Detto ciò, però, permettimi un consiglio, visto che sei un giovane disegnatore. Quando firmi un contratto di lavoro, lascia perdere per un momento il cuore e concentrati su quello che su quel contratto c'è scritto. Se c'è scritto qualcosa che non ti convince, dillo chiaramente. Se un qualche dirigente ti ha promesso diritti sulle ristampe del tuo lavoro, prendilo alla lettera e fagli mettere nero su bianco, immediatamente. E' un tuo diritto. Se, viceversa, ritieni che tirare in ballo una promessa verbale possa nuocere al tuo lavoro (per esempio: potrebbero farti lavorare di meno…) allora cerca di essere sincero con te stesso e ammetti che non ti conviene. Dopodiché, se vuoi, firma lo stesso. Altrimenti, prendi la porta e vai. Se, al contrario, vuoi far rispettare un impegno verbale (e questo, secondo me, sarebbe l'atteggiamento più chiaro, più corretto, più condivisibile) allora fa' la tua battaglia. Molti tuoi colleghi, negli anni a venire, te ne sarebbero grati. Se, però, quella battaglia non hai avuto le palle per farla, dammi retta, dimenticatene. Farai più bella figura.
Questo, caro giovane disegnatore Quattrocchi, è quello che succede nel mondo degli adulti. Altrove ho scritto della vita dei free-lance. Se hai voglia e tempo, rileggi. Se non ti fidi di quello che ho scritto io, prova a chiedere a qualche altro collega. Se trovi qualcuno che ti dice cose diverse da quelle che affermo io, fammelo conoscere. Ho due figli, entrambi alle superiori, e non mi dispiacerebbe affatto se scoprissi che il mio lavoro può rendere di più di quanto finora mi ha reso. Potrei mandarli all'università con qualche preoccupazione in meno e pensare a uno straccio di pensione anche per me. Pensione che, finora, mi pare assai improbabile che io possa ottenere. Ovviamente, ti auguro di cuore di arrivare alla mia età avendo fatto rispettare tutti i tuoi diritti e avendo al tempo stesso guadagnato una carrettata di soldi. Anche se questo vorrà dire che una qualche multinazionale ha guadagnato a sua volta una betoniera di soldi con il tuo lavoro. Contraddizioni del capitalismo e del libero mercato…
Saluti.