Ho trovato su ComicUS una lettera aperta di Bruno Concina alla Disney.
Mi sembra che metta un bel po' di carne al fuoco.
Non mi pareva una "news sul fumetto" o una discussione solo su Topolino, eventualmente i moderatori spostino in un thread apposito.
IMPORTANTE
E URGENTISSIMA
Venezia, 22 gennaio 2008
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PREGO LA GENTILISSIMA FRANCESCA FAGIOLI DI VOLER CONSEGNARE COPIA DI QUESTA LETTERA AI DOTT. ALESSANDRO BELLONI - MAURO LEPORE - VALENTINA DE POLI - VERONICA DI LISIO - MARINA MIGLIAVACCA, DATO CHE LE E-MAIL LORO INDIRIZZATE MI TORNANO REGOLARMENTE INDIETRO PER "INDIRIZZO EMAIL ERRATO"
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Venezia, 21 gennaio 2008
Carissimi,
credo di dovervi due righe di spiegazione sul perchè riceverete questa lettera e la seconda, scritta col "copia-incolla" dopo di questa.
Tutti sappiamo che "Topolino" sta attraversando una grave crisi di vendite, di immagine e di stile dei personaggi addetti a confezionarlo (non uso a caso il termine "confezionarlo").
Gli amici giornalisti ai quali questa è diretta per conoscenza mi hanno confermato di averne già avuto numerose notizie indirette da varie fonti.
Tengo a sottolineare con loro e con tutti gli altri ai quali indirizzo queste righe che NESSUNA NOTIZIA MI E' PERVENUTA DA FONTE INTERNA AL GIORNALE, MA UNICAMENTE DA FONTI ESTERNE BEN INFORMATE. MOTIVO PER IL QUALE NON VIENE INFRANTO ALCUN PATTO DI SEGRETEZZA (PERALTRO MAI SOTTOSCRITTO SU QUESTO SPECIFICO ARGOMENTO ED EVENTUALMENTE RIGUARDANTE SOLO NOTIZIE APPRESE ALL'INTERNO DEL GIORNALE) NE' MIO PERSONALE NE' DI ALCUN ALTRO, DATO CHE SI TRATTA DI DATI NORMALMENTE CONOSCIUTI E ALTRETTANTO "NORMALMENTE" TACIUTI.
Sembra esista una giacenza di Tavole disegnate da pubblicare (e nemmeno questo è un "segreto" interno alla redazione) che ha reso necessario ridurre drasticamente il lavoro assegnato ai collaboratori esterni. Che sono sempre stati molto più che "collaboratori esterni", ma la vera spina dorsale, la struttura portante del giornale. Siamo stati noi, cioè, a "fare grande" "Topolino", e sfido chiunque a dimostrare il contrario. Questo comporterebbe un minimo di lealtà da parte di chi è chiamato a confezionarlo. Un minimo di TEMPESTIVA informazione che è venuta completamente a mancare.
E' in corso una drastica riduzione del lavoro per i collaboratori esterni, molti dei quali, come me, si sono dedicati esclusivamente alla Disney e con i proventi (sordidamente tirchi) derivanti dal loro lavoro campano con le loro famiglie. Qualcuno, fiutato il vento infido, ha già trovato un secondo lavoro come CAMERIERE, altri emigrano con armi, bagagli e famiglia verso la Francia, altri ancora attendono o attendevano fedeli che la crisi si risolvesse, fedeli al loro posto: come avevo fatto io.
Poichè scrivo questa lettera a titolo personale, sarà bene dica due parole di presentazione su di me:
1) collaboratore da TRENTA ANNI E ALCUNI MESI delle riviste Disney
2) più di seicento storie scritte per le varie testate (sono forse settecento, ma voglio peccare per difetto)
3) inventore delle "storie a bivi", unica vera novità apparsa sul panorama del fumetto mondiale dalla sua prima uscita
4) inventore della serie "Macchina del tempo" (contemporaneamente ma del tutto autonomamente dall'altro inventore Giorgio Pezzin, una delle migliori penne della Disney, andatosene ormai da tempo, disgustato per il modo in cui veniva trattato)
5) inventore dei "DUCKIS", delle "MAGNIFICHE QUATTRO" e di altri personaggi ancora
6) traduttore di fumetti Disney dall'americano (periodo durato non meno di due anni)
7) conferimento della "COPERTINA D'ARGENTO" per la mia carriera di sceneggiatore disneyano (massima onorificenza che
attribuiva all'epoca la Disney), il secondo anno della creazione, subito dopo il conferimento della stessa al più grande sceneggiatore
disneyano mondiale Romano Scarpa.
Questo per fornire una breve panoramica delle mie attività presso la Disney.
Fedele alla Disney fino all'idiozia (mia), ho accettato di non avere alcun aumento di retribuzione (misera) negli ultimi cinque anni. Quello che contava era fare un lavoro ben fatto, al meglio delle mie possibilità, sia per amore dei personaggi sia per l'amore di questa azienda matrigna che non vi corrispondeva con altrettanta lealtà.
Una larga parte di noi ricorderà bene che, nella prima riunione che segnò il passaggio dalla gestione Mondadori all'assunzione in prima persona della Disney, l'allora Presidente Bertini (presente il Direttore Generale Virri) ci promise una PERCENTUALE SU OGNI SINGOLA RISTAMPA O TRADUZIONE ALL'ESTERO del lavoro da noi svolto. Esistono in vita almeno dieci persone in grado di testimoniarlo e, a richiesta precisa e netta dello scrivente sempre nel corso della stessa riunione, tale dato venne confermato.
Promessa che si rivelò poi del tutto infondata e che l'allora Presidente e Direttore Generale Umberto Virri negò, seccatissimo, fosse mai stata fatta, dandoci dei "bugiardi". Lascio a voi giudicare chi fosse "bugiardo".
.
Dopo lunghe lotte, ci venne concesso un miserabile 5% pagato a dicembre sulla quantità di lavoro svolto nel corso dell'anno. Un secondo contratto, due anni dopo, annullava anche questa concessione che sembrava quasi una carità.
Quando chiesi un aumento, dicendo che mi sarei accontentato anche di £ 3.000 "simboliche" a pagina, il responsabile dell'epoca (di cui, per discrezione, non dico il nome) mi disse che avrebbe considerato offensivo offrire "a una persona del mio valore" un tale ridicolo aumento. Evidentemente dimenticava che l'ultimo aumento era stato esattamente della stessa cifra.
Caricati di tutti i doveri: proporre e portare a termine un lavoro di ottima qualità...privati di qualsiasi diritto, se non quello di ricevere un piatto di ceramica a Natale.
Sollecitati a lavorare intensamente (basterà chiederne conferma al Direttore dell'epoca, di cui mi riservo su richiesta di fare il nome), stroncati nella produzione nei periodi di giacenze eccessive.
BENE! Comunque, il prodotto era ottimo...almeno fino a quando non ci si aggrappò ai computer, affermando ad esempio che "una storia simile era uscita negli anni '50". Si lavorava con passione e non solo per portare a casa la pagnotta...certo anche per quella. Ma più ancora per l'entusiasmo e un certo clima di simpatia che girava per la redazione.
Poi cominciarono ad apparire fatti sorprendenti.
Un mio soggetto venne approvato con DICIOTTO correzioni che lo snaturavano, svilivano, distruggevano...e che per motivi deontologici non volli fare. Lo stesso soggetto, parlandone tre mesi dopo con l'addetta alla supervisione, Dott.ssa Barbara Schwartz, passò SENZA ALCUNA CORREZIONE. Cioè, i DICIOTTO punti "fondamentali" corretti vennero tutti annullati e potei stendere la sceneggiatura come l'avevo prevista in origine.
Una storia natalizia di 36 (trentasei) pagine venne bocciata per UNA vignetta. Parlandone con la Direttrice Muci che non la ricordava, la storia la entusiasmò e ricordò di averla bocciata lei stessa PER QUELLA SINGOLA VIGNETTA. Le feci presente che una vignetta su trentasei pagine era meno di zero e che bastava cambiare quella. Approvò e la storia venne sceneggiata come l'avevo proposta, senza alcuna modifica a parte quella sciagurata vignetta.
Altri fatti? Critica di un soggetto dicendo che una cosa "era impossibile farla perchè il protocollo la impediva rigidamente". Rimandato il giornalista a una storia precedente in cui avveniva un fatto analogo ottenni come risposta...un costernato silenzio telefonico.
Ma i fatti si sprecano e per ricordarli tutti servirebbe un'enciclopedia.
E qui arriviamo al punto più divertente. Nell'assegnazione della quantità di storie realizzabili da gennaio a ottobre, vagliando la situazione dei singoli autori, a questa persona che scrive ("Copertina d'Argento", sei-settecento sceneggiature prodotte e TUTTE pubblicate meno quelle ancora giacenti), quante ne vennero assegnate? Dieci? Nove? Otto? Valutavo, data la crisi, un numero dalle cinque alle sei, anche avendo sentito altri numeri di storie assegnate a colleghi. Beh, mi fu comunicato che me ne venivano elargite DUE!
Una carità pelosa, come diciamo a Venezia, una deliberata provocazione o un insulto?
Si fosse trattato di attendere anche mesi senza lavorare, avrei potuto accettarlo. Essere trattato come l'ultima pezza da piedi, un povero vecchio cane tignoso, no.
Tuttavia possiedo un mio stile. Con la stessa gentilezza (stavo parlando con una persona educata e gentile, un amico imbarazzato per quanto mi stava dicendo e che era solo un portavoce) con cui le due storie mi venivano offerte, le rifiutai con la lettera che tra poco seguirà.
Perchè, allora, dopo il tono che spero troverete impeccabile della mia prima lettera, i toni aspri di questa? Perchè quei "signori", pronti a chiamarti quando avevano bisogno di te, non avvertirono neppure il dovere morale di una telefonata di ringraziamento per TRENTA anni di attività costante, fedele e di ottima qualità (e questo non me lo dico da me, ma lo affermarono loro nel conferimento di quella ormai famosa "Copertina d'Argento", ora sostituita da orribili topi verniciati di giallo).
I miei colleghi sceneggiatori sono sparsi per tutta Italia. Venezia, Roma, Napoli, Milano, Torino, La Spezia eccetera. Siamo una categoria disunita per necessità logistica, non certo per affiatamento e amicizia. Io dico loro: alcuni dei partecipanti a quella prima riunione ci hanno purtroppo lasciato per un mondo migliore (speriamo lo sia, almeno). Ma restiamo ancora in numero sufficiente (una quindicina) per poter testimoniare che alla prima riunione ci venne offerta una percentuale SU TUTTO IL VENDUTO IN RISTAMPA E SU TUTTE LE TRADUZIONI ALL'ESTERO. La testimonianza di ALMENO OTTO PERSONE E' VALIDA PER CONFERMARE UN CONTRATTO NON SCRITTO? E DICO OTTO PERSONE, PERCHE' SICURAMENTE QUALCUNO NON VORRA' METTERE IN PERICOLO IL SUO ORTICELLO O QUELL'OSSO CHE GLI VIENE ANCORA BENEVOLMENTE BUTTATO SOTTO IL TAVOLO E CHE SI PRECIPITA AD AZZANNARE. COSA DICE LA LEGGE IN PROPOSITO? VALE LA PAROLA DI OTTO-DIECI PERSONE CONTRO QUELLA DI DUE O FORSE DI UNA SOLA? UN CONTRATTO VERBALE, RIPETUTO E CONFERMATO SU RICHIESTA ESPLICITA DELLO SCRIVENTE, VALE QUANTO UN CONTRATTO SCRITTO O LE PAROLE SONO SOLO FLATUS VOCIS PRIVE DI SIGNIFICATO?
Odio le rivolte. Ma se mai ce ne fu una di sacrosanta, è questa. Venne mancato alla parola data, siamo stati adoperati come oggetti quando occorreva ed ora trattati con supponente degnazione...anzi NON trattati, dal momento che non siamo nemmeno degnati di una risposta.
Mi dice una fonte bene informata che la mia precedente lettera (che leggerete tra poco) non è stata l'unica. E che è in atto una "simpatica" e ipocrita congiura del silenzio. O dello struzzo: non vedo, quindi questo non esiste. Molto carino. Per questo, ingenuamente ma non troppo, ho indirizzato la prima lettera a quindici persone: pensavo che fosse difficile far sparire quindici lettere. Accipicchia, come sono ingenuo! Per questo, meno ingenuamente, ne informo adesso anche la stampa. Il "muro di gomma" è destinato a crollare, finalmente. Vediamo un po' se finalmente saremo giudicati degni di almeno un rigo di risposta o di una telefonata.
Una buona scusa? La direttrice di "Topolino", Valentina de Poli era a casa influenzata. Giustissimo e me ne dispiace. Tuttavia il giornale viene pubblicato ugualmente. Esistono altre figure che lo mandano avanti. Come mai NESSUNO di costoro ha sentito il bisogno di rispondere con una telefonata o una riga di email alla mia lettera?
Era una lettera gentile, che NIENTE chiedeva e non muoveva ALCUNA LAMENTELA. Vedere che nemmeno la cortesia, la gentilezza, l'umana comprensione contano minimamente, mi ha indotto a scrivere questa, che spero sia abbastanza dura per risvegliare qualcuno.
Ecco, comunque, copia della prima lettera da me indirizzata a QUINDICI persone della Disney. Dal Direttore Generale Publishing al Direttore Divisione Periodici, alla Direttrice (che purtroppo mi dicono influenzata e alla quale faccio i più sinceri auguri), al Vicedirettore, a due Caporedattori, a due Caposervizio e a giornalisti vari. O forse in Via Sandri c'era un'epidemia generale d'influenza da "gommite" (= muro di gomma)?
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LA PRIMA LETTERA
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IMPORTANTE
Venezia, 17 dicembre 2008
Cara Valentina,
ho parlato oggi con Stefano Petruccelli. Come sempre è stato gentilissimo: è una persona che stimo molto, oltre che per la sua educazione e intelligenza, anche per la sua serietà professionale.
Stefano mi ha detto che, da oggi a tutto ottobre, mi sono state assegnate due storie. Sinceramente, mi sono messo a ridere al telefono.
Capisco chiaramente che ormai a "Topolino" si nutre poca stima di me. Un grande disegnatore Disney (non faccio il nome per correttezza) ha detto una volta parlando di un altro grandissimo disegnatore (Romano Scarpa): "Non si può restare maestri per tutta la vita".
Parole sante.
Ti prego di credermi, quando ti dico che ti scrivo con l'affetto e la sincerità di sempre. Io ti voglio bene fin da quando eri quasi una bambina in segreteria e ti hanno rubato la borsetta in Sardegna, ricordi? Ci siamo stretti tutti attorno a te, solidali, ed Elisa è andata a comprarti una borsa nuova.
NO, non ti preoccupare, puoi leggere serenamente, in questa lettera non ti chiedo niente: anzi, regalo.
Vedi, cara Valentina, io sono un guerriero e sono abituato a battermi con le armi che mi trovo in mano. Fossi un giocatore di carte (non lo sono, per fortuna), giocherei con quelle che mi danno e seguendo le regole del gioco. Se le regole non mi andassero, mica pretenderei di cambiarle a mio favore: mi alzerei dal tavolo e me ne andrei, semplicemente.
Quindi non nutro assolutamente nessun rancore (che sarebbe ridicolo), ma solo sincera amicizia e comprensione per te e il tuo difficile ruolo.
Io, alla Disney, sono stato per un lungo periodo una Superstar (lasciamo perdere, per una volta, la falsa modestia). Non ti faccio un elenco del premio, delle mie invenzioni, dei personaggi nuovi, di storie che appaiono sulle antologie scolastiche...di tutto.
Però, buttare un osso guasto a un cane che attende mendicando sotto il tavolo di un banchetto, con due pezzetti di nervo attaccati... beh, non è il mio ruolo e nel mio carattere.
Forse avrete pensato: "Questo poveraccio ha lavorato per trent'anni e mezzo per noi, diamogli una caramella!". O forse, più sottilmente: "Quando vede l'offerta offensiva che gli facciamo, se ne va per conto proprio!". O forse, a calcoli fatti, restavano solamente due storie per me?
Comunque, mi dispiace, ma non posso accettare. Sai, siamo lontani da Milano (252 km per l'esattezza) ma tra noi le notizie corrono e so quante storie sono state assegnate ad alcuni miei colleghi. Indubbiamente varranno più di me.
Ma non era forse più dignitoso da parte vostra (scusami, non vi sto giudicando, esprimo solo una considerazione) dirmi che non servo più, come avete fatto con Lino Gorlero?
Vedi, cara Valentina, io sono povero: ho due paia di scarpe, due jeans (uno estivo e uno invernale, ma pulitissimi, li lavo molto spesso) e un paio di vestiti che non mi vanno più bene perchè sono ingrassato. Però mi chiamo Bruno Concina. E nessun Concina, almeno fino ad oggi, ha mai chiesto o accettato la carità. Forse io sarò il primo. C'è sempre una prima volta.
Non mi sembra il caso che io venga da te a Milano a supplicare, a mostrarti le bollette del gas, ad avere malori (come capitò qualche anno fa a un mio collega). Cosa potremmo dirci su questi punti? Certo, avrei piacere di vederti e salutarti di persona...ma il biglietto per Milano costa ormai più di quanto io possa permettermi di spendere. Smetterò di fumare, non comprerò più quotidiani, insomma spero che in qualche modo un panino e due fettine di mortadella non mi mancheranno.
Con la stessa gentilezza con cui Stefano mi ha offerto le due storie, le rimetto nelle tue mani. Penso che i miei ex colleghi saranno felici di avere un po' di lavoro in più.
Non è che mi si offrano molte alternative al lavoro con voi, lo sai bene. Ma non posso, per decoro personale, accettare un'offerta simile.
E adesso che la parte commerciale è terminata, posso finalmente dirti che ti voglio bene. Tuo
Bruno
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Ritengo fosse una lettera cortese e, più che cortese, addirittura gentile per una persona che si vede presa per i fondelli e che, DOPO TRENT'ANNI di attività si vede frustrata, umiliata, presa in giro da un'offerta inaccettabile da qualsiasi punto di vista. Era talmente compromettente darle una risposta? Era così pericoloso, tanto da far temere di rischiare la scrivania? O si aspettava il ritorno della direttrice (mi dicono influenzata) per sollevare il telefono e chiamarmi? Ho TRE telefoni: casa, studio, cellulare. Sono reperibile in qualsiasi ora del giorno e della notte. Non si chiedeva nulla di più di un gesto cortese, davanti a un rifiuto necessariamente indispensabile per non abbassarmi al rango di chi mi faceva una simile proposta che oserei definire "oscena".
Ed è tutto. Stavolta non aspetto risposte: non mi interessano. Tuttavia ritengo che sia indispensabile che noi, sceneggiatori e disegnatori, tutti uniti, ci coalizziamo in un unico gruppo per ottenere quanto ci spetta di diritto per promessa formale. Le famose percentuali su ristampe e traduzioni, prima affermate solennemente e poi negate con un motto di stizza, sufficienza, arroganza dal Presidente e Direttore Generale Dott. Umberto Virri.
Cordiali saluti.
E, a differenza di altre persone, dato che non possiedo scrivanie dalle quali temo mi si si voglia staccare a forza, mi firmo
Bruno Concina
Telefoni
casa ... (omissis nella versione web per privacy)
studio ... (omissis nella versione web per privacy)
cell ... (omissis nella versione web per privacy)
I miei numeri di telefono dovrebbero essere tanto conosciuti da non doverli segnare, ma con gente che ha la memoria corta è sempre bene riscriverli.
Lettera di Bruno Concina alla Disney
Attualmente Comicus è out... è pura fantasia pensare che l'abbiano "oscurato" in qualche modo, per evitare il diffondersi dello "scoop"?
Su AfNews è ancora in bella vista...Pacuvio ha scritto:
Attualmente Comicus è out... è pura fantasia pensare che l'abbiano "oscurato" in qualche modo, per evitare il diffondersi dello "scoop"?
Wow! Poi me la rileggerò con calma, ma... accidenti! Ha ragione da vendere per le 2 storie offerte, e anche se le cose stanno veramente così in merito alla questione delle percentuali sulle ristampe.
E credo proprio che ci troviamo di fronte ad una vera e propria bomba...
Volevo postarla io ma vedo che mi hanno già preceduto.
Commenti: che altro c'è da dire, la lettera parla chiaro e ci mostra quanto marcio c'è dietro e quale trattamento è riservato a chi si fa un mazzo così per tutta una vita dando tanto al mondo Disney...
Commenti: che altro c'è da dire, la lettera parla chiaro e ci mostra quanto marcio c'è dietro e quale trattamento è riservato a chi si fa un mazzo così per tutta una vita dando tanto al mondo Disney...
Uhm, Concina ha indubbiamente ragione sul fatto che uno come lui, con tutto ciò che ha dato in questi anni alla Disney (e al fumetto italiano in generale) non può e non deve essere trattato in questo modo.
E' già decisamente ridicolo, e comprendo in pieno il suo disappunto, il modo in cui è stato trattato. Ma il non rispondere ad una sua lettera è pazzesco.
Tutta la questione della completa mancanza di diritti sulle opere da parte degli autori Disney si sapeva, ma effettivamente vedersela spiattellata così davanti fa un notevole effetto.
Detto questo, però, mi interesserebbe analizzare meglio la situazione. Che la Disney volesse svuotare un po' il materiale accumulato nei cassetti, mi sembra sia una cosa che già ci era nota. Ma quanto sono profondi questi cassetti? E la Disney ha intenzione di tornare a far lavorare Autori esterni?
Insomma, io ero quasi convinto di sì. Ma se tutti hanno ricevuto il trattamento di Concina, dubito lo possano fare.
Vorrei sentire due parole dalla DIsney.
E' già decisamente ridicolo, e comprendo in pieno il suo disappunto, il modo in cui è stato trattato. Ma il non rispondere ad una sua lettera è pazzesco.
Tutta la questione della completa mancanza di diritti sulle opere da parte degli autori Disney si sapeva, ma effettivamente vedersela spiattellata così davanti fa un notevole effetto.
Detto questo, però, mi interesserebbe analizzare meglio la situazione. Che la Disney volesse svuotare un po' il materiale accumulato nei cassetti, mi sembra sia una cosa che già ci era nota. Ma quanto sono profondi questi cassetti? E la Disney ha intenzione di tornare a far lavorare Autori esterni?
Insomma, io ero quasi convinto di sì. Ma se tutti hanno ricevuto il trattamento di Concina, dubito lo possano fare.
Vorrei sentire due parole dalla DIsney.
Lorenzo Breda
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If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
Hobbes, Calvin&Hobbes
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LPSO ha scritto:Volevo postarla io ma vedo che mi hanno già preceduto.
Commenti: che altro c'è da dire, la lettera parla chiaro e ci mostra quanto marcio c'è dietro e quale trattamento è riservato a chi si fa un mazzo così per tutta una vita dando tanto al mondo Disney...
Intervengo nella discussione nella speranza di fermare il poderoso giramento di palle che certi commenti mi stanno procurando. Potrei dire semplicemente che è utile parlare solo delle cose che si conoscono, in modo da non fare figure di guano, ma mi limiterò a rispondere solo a questo bel tomo dicendogli che se c'è qualcosa di marcio, quel qualcosa sta dentro la tua testa. Prima di dire scemenze prova a contare fino a duecentotrentasei Dopodiché, stattene zitto comunque.
Fausto
Hai fatto bene a rispondermi in questi termini perchè mi hai fatto rendere conto quanto limitante è il mio commento, il "marcio" che c'è dietro è riferito solo ai responsabili dell'accaduto, certo non sono così superficiale da dire "Disney è cacca", però ci tenevo a dire quel che pensavo, ma ho precisato grazie alla "strigliata" che mi hai fatto, che mi ha fatto veramente piacere devo dire (visto che me l'ha fatta uno degli autori che preferisco!! Come testimonia una mia recente "opera" http://img247.imageshack.us/img247/5820/scraps8zl7.jpg), altro che duecentotrentasei, dovrei contare mooooolto di più...Fausto ha scritto:LPSO ha scritto:Volevo postarla io ma vedo che mi hanno già preceduto.
Commenti: che altro c'è da dire, la lettera parla chiaro e ci mostra quanto marcio c'è dietro e quale trattamento è riservato a chi si fa un mazzo così per tutta una vita dando tanto al mondo Disney...
Intervengo nella discussione nella speranza di fermare il poderoso giramento di palle che certi commenti mi stanno procurando. Potrei dire semplicemente che è utile parlare solo delle cose che si conoscono, in modo da non fare figure di guano, ma mi limiterò a rispondere solo a questo bel tomo dicendogli che se c'è qualcosa di marcio, quel qualcosa sta dentro la tua testa. Prima di dire scemenze prova a contare fino a duecentotrentasei Dopodiché, stattene zitto comunque.
(E comunque per il marcio che c'è nella mia testa posso fare poco, a parte usare qualche prodotto specifico!
Posso chiederti, (nei limiti di ciò che puoi e vuoi dire, ovviamente) un commento sulla lettera di Concina, dalla tua posizione di collaboratore Disney?Fausto ha scritto: Intervengo nella discussione nella speranza di fermare il poderoso giramento di palle che certi commenti mi stanno procurando. Potrei dire semplicemente che è utile parlare solo delle cose che si conoscono...
Ci sono cose che condividi, cose che ti sembrano esagerate...?
[/quote]
Posso chiederti, (nei limiti di ciò che puoi e vuoi dire, ovviamente) un commento sulla lettera di Concina, dalla tua posizione di collaboratore Disney?
Ci sono cose che condividi, cose che ti sembrano esagerate...?[/quote]
Non credo proprio sia il caso che io commenti lo sfogo di un collega. Di un collega, peraltro, plurititolato, pluripremiato, pluriosannato. Non ne ho i titoli. Diciamo così. Posso parlare per quello che riguarda me. E ti dirò, dato che me lo chiedi, che la mia posizione di collaboratore è quella che ha, o dovrebbe avere secondo me, qualsiasi collaboratore quando il suo committente non si trova a navigare acque particolarmente tranquille e non gli può garantire la stessa quantità di lavoro: cerca di trovare qualche altra cosa da fare e spera che le acque si ri-calmino.
Facendo il collaboratore esterno praticamente da sempre e avendo lavorato per una quantità di editori e soggetti vari, mi sono trovato diverse volte dentro situazioni di difficoltà da parte del mio datore di lavoro. Alcune volte sono stato allontanato per ragioni che ho ritenuto ingiuste, altre volte perché me lo meritavo. Recentemente un importante canale televisivo via satellite mi ha proposto un contrattone per una serie. La bozza prevedeva sessanta episodi. Abbiamo fatto solo il pilota, me lo hanno pagato dopodiché non si sono più fatti sentire.
Che piaccia o non piaccia, la vita del free lance è questa. Nessuna garanzia e nessun riconoscimento. Finché ti fanno lavorare, lavori. Se non ti danno più da lavorare, la cosa migliore da fare è chiedersi che cosa diavolo sia successo. E poi, nel caso, spedire lettere aperte. Ecco, questo io non lo avrei mai fatto. Ma, ovviamente, si tratta di sensibilità personale.
Le altre valutazioni preferisco non renderle pubbliche, per rispetto anche nei confronti delle difficiltà personali di ciascuno.
Posso chiederti, (nei limiti di ciò che puoi e vuoi dire, ovviamente) un commento sulla lettera di Concina, dalla tua posizione di collaboratore Disney?
Ci sono cose che condividi, cose che ti sembrano esagerate...?[/quote]
Non credo proprio sia il caso che io commenti lo sfogo di un collega. Di un collega, peraltro, plurititolato, pluripremiato, pluriosannato. Non ne ho i titoli. Diciamo così. Posso parlare per quello che riguarda me. E ti dirò, dato che me lo chiedi, che la mia posizione di collaboratore è quella che ha, o dovrebbe avere secondo me, qualsiasi collaboratore quando il suo committente non si trova a navigare acque particolarmente tranquille e non gli può garantire la stessa quantità di lavoro: cerca di trovare qualche altra cosa da fare e spera che le acque si ri-calmino.
Facendo il collaboratore esterno praticamente da sempre e avendo lavorato per una quantità di editori e soggetti vari, mi sono trovato diverse volte dentro situazioni di difficoltà da parte del mio datore di lavoro. Alcune volte sono stato allontanato per ragioni che ho ritenuto ingiuste, altre volte perché me lo meritavo. Recentemente un importante canale televisivo via satellite mi ha proposto un contrattone per una serie. La bozza prevedeva sessanta episodi. Abbiamo fatto solo il pilota, me lo hanno pagato dopodiché non si sono più fatti sentire.
Che piaccia o non piaccia, la vita del free lance è questa. Nessuna garanzia e nessun riconoscimento. Finché ti fanno lavorare, lavori. Se non ti danno più da lavorare, la cosa migliore da fare è chiedersi che cosa diavolo sia successo. E poi, nel caso, spedire lettere aperte. Ecco, questo io non lo avrei mai fatto. Ma, ovviamente, si tratta di sensibilità personale.
Le altre valutazioni preferisco non renderle pubbliche, per rispetto anche nei confronti delle difficiltà personali di ciascuno.
Fausto
Mh, interessante.
Provo a pensare nell'ottica di Concina.
Noi siamo giovani, e siamo immersi in un mondo in cui nel mondo del lavoro l'elasticità è la parola d'ordine, tutto è a tempo determinato, non ci sono sicurezze, e avere più cose da fare è quasi indispensabile.
Concina è un autore più vecchio stampo, si può dire che provenga da un'altra epoca. Dopo così tanti anni, forse si sentiva parte integrante della Disney, e questo sfogo è dovuto al cambiamento drastico della società (società Disney, ma anche società in generale).
Un po' è triste, magari per le persone della mia età e della tua Fausto, è più naturale adattarsi e girare pagina come se ninte fosse, all'età di Concina questi cambiamenti sono concepiti come un "tradimento" e sono più difficili da assorbire.
Provo a pensare nell'ottica di Concina.
Noi siamo giovani, e siamo immersi in un mondo in cui nel mondo del lavoro l'elasticità è la parola d'ordine, tutto è a tempo determinato, non ci sono sicurezze, e avere più cose da fare è quasi indispensabile.
Concina è un autore più vecchio stampo, si può dire che provenga da un'altra epoca. Dopo così tanti anni, forse si sentiva parte integrante della Disney, e questo sfogo è dovuto al cambiamento drastico della società (società Disney, ma anche società in generale).
Un po' è triste, magari per le persone della mia età e della tua Fausto, è più naturale adattarsi e girare pagina come se ninte fosse, all'età di Concina questi cambiamenti sono concepiti come un "tradimento" e sono più difficili da assorbire.
Ultima modifica di DeborohWalker il martedì 22 gennaio 2008, 21:37, modificato 1 volta in totale.
...per curiosità, "l'allora Presidente e Direttore Generale Umberto Virri" che ha dato del "bugiardo" a chi ripeteva le sue stesse parole, che fine ha fatto?
p.s. ce ne fosse gente che parla in faccia come Concina! <---
p.s. ce ne fosse gente che parla in faccia come Concina! <---
E' proprio in seguito a questo ragionamento che mi è venuto da dire "quanto marcio c'è dietro", perchè come minimo un riconoscimento a chi ha fatto tanto era dovuto.DeborohWalker ha scritto:Mh, interessante.
Provo a pensare nell'ottica di Concina.
Noi siamo giovani, e siamo immersi in un mondo in cui nel mondo del lavoro l'elasticità è la parola d'ordine, tutto è a tempo determinato, non ci sono sicurezze, e avere più cose da fare è quasi indispensabile.
Concina è un autore più vecchio stampo, si può dire che provenga da un'altra epoca. Dopo così tanti anni, forse si sentiva parte integrante della Disney, e questo sfogo è dovuto al cambiamento drastico della società (società Disney, ma anche società in generale).
Un po' è triste, magari per le persone della mia età e della tua Fausto, è più naturale adattarsi e girare pagina come se ninte fosse, all'età di Concina questi cambiamenti sono concepiti come un "tradimento" e sono più difficili da assorbire.
Ovviamente il termine "marcio" è forte, ma IMHO calza a penello nei confronti delle persone che hanno portato all'allontanamento di certi autori, a casi come questo di Concina che molto probabilmente stanno nell'ombra, al naufragare di certi progetti, a volte anche sul nascere (e tra questi ci metto pure Speed Loop in cui credevo tanto).
So che queste persone sono giustificabili (in parte, eh!) perchè ragionano "in termini di mercato", e che la cosa migliore sia cercarsi delle alternative in attesa di "tempi migliori", e potrebbero portare a pensare che ormai il "TOPO" è in balia del marketing, e che ormai è solo un prodotto edulcorato per bambini.
Ma non sono d'accordo, faccio parte dello "zoccolo duro" dei fan, cresciuto con le storie dei maestri "d'epoca", di autori come Concina, di PKNA, che è convinto che stiamo giungendo a una fase positiva, voglio dare fiducia alla De Poli, a rivelazioni come il nostro Fausto, Casty, Enrico Faccini e tanti altri.
Solo un paio di considerazioni finali, poi chiudo.
La prima è che mi fa piacere che qualcuno tra voi mi pensi come un giovane fringuello con un grande futuro davanti a sé. Purtroppo non è così. I miei anni ce li ho tutti e i concetti di flessibilità-precariato li ho dovuti imparare. Dal punto di vista anagrafico, io sarei ancora della generazione del posto fisso (che non ho mai avuto, peraltro).
La seconda e ultima considerazione è che bisognerebbe cercare di essere tutti (noi che scriviamo o disegniamo e voi che leggete) un po' più obiettivi e toglierci questo brutto vizio, tutto italiano, di dover sempre cercare qualcuno a cui dare la colpa di quello che ci è capitato. ("Se non c'era la guerra a quest'ora stavo nel Kansas City" si lamentava Alberto Sordi tanti anni fa). A me fa arrabbiare il vizio di dover sempre trovare il "marcio" o il colpevole o la causa. Le cause sono sempre tante e il più delle volte tra i colpevoli ci siamo anche noi. Sarà banale, ma è così.
Ora, scusate, ma vado a dormire. E' stata una giornata dura.
Saluti a tutti.
La prima è che mi fa piacere che qualcuno tra voi mi pensi come un giovane fringuello con un grande futuro davanti a sé. Purtroppo non è così. I miei anni ce li ho tutti e i concetti di flessibilità-precariato li ho dovuti imparare. Dal punto di vista anagrafico, io sarei ancora della generazione del posto fisso (che non ho mai avuto, peraltro).
La seconda e ultima considerazione è che bisognerebbe cercare di essere tutti (noi che scriviamo o disegniamo e voi che leggete) un po' più obiettivi e toglierci questo brutto vizio, tutto italiano, di dover sempre cercare qualcuno a cui dare la colpa di quello che ci è capitato. ("Se non c'era la guerra a quest'ora stavo nel Kansas City" si lamentava Alberto Sordi tanti anni fa). A me fa arrabbiare il vizio di dover sempre trovare il "marcio" o il colpevole o la causa. Le cause sono sempre tante e il più delle volte tra i colpevoli ci siamo anche noi. Sarà banale, ma è così.
Ora, scusate, ma vado a dormire. E' stata una giornata dura.
Saluti a tutti.
Fausto
No, lo soFausto ha scritto:La prima è che mi fa piacere che qualcuno tra voi mi pensi come un giovane fringuello con un grande futuro davanti a sé.
Solo che noi ventenni siamo la generazione che sapeva da subito di entrare nel mondo del precariato, voi siete la generazione che ha iniziato a lavorare e appena introdotta ha visto rivoluzionarsi il tutto e ha dovuto adattarsi; Bruno Concina ha 75 anni, quindi ha avuto una carriera, l'ha sviluppata, si è stabilito, e ormai nella "fase discendente" si è visto sballottare. E' lì la differenza, forse non ha neanche più la voglia e le forze per rimettersi in gioco, ripartire da zero.
Bè, su questo concordo.Fausto ha scritto:La seconda e ultima considerazione è che bisognerebbe cercare di essere tutti un po' più obiettivi e toglierci questo brutto vizio, tutto italiano, di dover sempre cercare qualcuno a cui dare la colpa di quello che ci è capitato.
Io non ho dato la "colpa" alla Disney, altrimenti potremmo dire che la colpa di questi cambiamenti è della crisi delle vendite, e quindi la colpa è dei bambini che non leggono più come una volta, e quindi i genitori che non sanno più come crescere i loro figli, e si stava meglio quando si stava peggio, e blablabla.
Però la lettera mi sembra un'interessante esempio di cosa può passare uno sceneggiatore, delle difficoltà che deve affrontare. Poi, come dice giustamente Fausto, siamo grandi e vaccinati, e bisogna sapersi rimboccare le maniche.
Ah, comunque grazie per le risposte e la disponibilità ^_^
Per il fatto di dare la colpa a qualcuno, tipico difetto italiano, mi sa che mi ci ritrovo perfettamente, vuoi per il furore giovanile, vuoi per l'ottusaggine mia e quella tipica di quelli della mia età, ma riconosco che Fausto ha perfettamente ragione, quindi ritratto la mia tesi e riconosco che le cause sono molte e un povero mortale come me non è in grado di individuarle (non tutte almeno), che altro devo dire, continuo a sperare perchè è nella mia indole e sono molto dispiaciuto per Concina che si è trovato in tali frangenti sfortunati, e spero che la situazione migliori per entrambe "le parti in causa".
Ah, Fausto grazie per la disponibilità e la "santa pazienza" (cito eriadan) che mostri in seguito a questi interventi "focosi" !
Ah, Fausto grazie per la disponibilità e la "santa pazienza" (cito eriadan) che mostri in seguito a questi interventi "focosi" !
Diciamo che, in generale, condivido ciò che dice VItaliano. Ma credo che io, al posto di Concina, con la sua esperienza, avrei più o meno fatto lo stesso.
Detto questo, confido nella Disney, e nella De Poli.
E ribadisco la cosa:
Detto questo, confido nella Disney, e nella De Poli.
E ribadisco la cosa:
LBreda ha scritto:Vorrei sentire due parole dalla DIsney.
Lorenzo Breda
Website | Google+ | DisneyStats | deviantART
If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
Hobbes, Calvin&Hobbes
[No bit was mistreated or killed to send this message]
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Fausto ha scritto: la mia posizione di collaboratore è quella che ha, o dovrebbe avere secondo me, qualsiasi collaboratore quando il suo committente non si trova a navigare acque particolarmente tranquille e non gli può garantire la stessa quantità di lavoro: cerca di trovare qualche altra cosa da fare e spera che le acque si ri-calmino.
Secondo me in un lavoro come questo è importante diversificarsi e avere collaborazioni con quanti più committenti sia possibile. Forse se Concina avesse variato il suo lavoro collaborando con più editori, questa situazione non l'avrebbe intaccato in tale maniera (fermo restando che lo ferisca e consideri offensivo il fatto che dopo 30 anni di collaborazione gli vengano richieste 2 sole storie).DeborohWalker ha scritto: Concina è un autore più vecchio stampo, si può dire che provenga da un'altra epoca. Dopo così tanti anni, forse si sentiva parte integrante della Disney, e questo sfogo è dovuto al cambiamento drastico della società (società Disney, ma anche società in generale).
Un po' è triste, magari per le persone della mia età e della tua Fausto, è più naturale adattarsi e girare pagina come se ninte fosse, all'età di Concina questi cambiamenti sono concepiti come un "tradimento" e sono più difficili da assorbire.
Il punto è: può un autore di vecchio stampo come Concina re-inventarsi ed adattarsi a nuove collaborazioni come fanno nuove generazioni di autori? Certo, potrebbe. E anzi, io credo che uno come lui potrebbe riuscire benissimo. La questione è:
Alla fine, voglia o no, si troverà costretto a fare per forza qualcosa, visto che un lavoro come questo non ti garantisce di certo di ritirarti in pensione.DeborohWalker ha scritto: Bruno Concina ha 75 anni, quindi ha avuto una carriera, l'ha sviluppata, si è stabilito, e ormai nella "fase discendente" si è visto sballottare. E' lì la differenza, forse non ha neanche più la voglia e le forze per rimettersi in gioco, ripartire da zero.
Si, questo è pazzesco. E lo è a prescindere che si tratti della Disney e di Concina.LBreda ha scritto:Uhm, Concina ha indubbiamente ragione sul fatto che uno come lui, con tutto ciò che ha dato in questi anni alla Disney (e al fumetto italiano in generale) non può e non deve essere trattato in questo modo.
E' già decisamente ridicolo, e comprendo in pieno il suo disappunto, il modo in cui è stato trattato. Ma il non rispondere ad una sua lettera è pazzesco.
Nel caso specifico, ritengo che per uno che ha collaborato per 30 anni, scrivendo anche capitoli importanti della storia del fumetto Disney, dovesse essere trattato con maggior considerazione (sarebbe stato sicuramente meglio dirgli che non volevano più sue storie, anziché richiedergliene due, imho).
Più o meno anch'io, tranne che avrei evitato di rendere pubblica la lettera indirizzata alla De Poli. Quella è stata realizzata per essere personale. La seconda invece è chiaramente realizzata per essere una lettera "aperta".LBreda ha scritto:Diciamo che, in generale, condivido ciò che dice VItaliano. Ma credo che io, al posto di Concina, con la sua esperienza, avrei più o meno fatto lo stesso.
Su questo non ci piove. Da quello che ho letto, la De Poli ha le idee chiare, e soprattutto ha passione per quello che fa e per la Disney. I segnali positivi ci sono, non resta che incrociare le dita...LBreda ha scritto:Detto questo, confido nella Disney, e nella De Poli.
Auspico anch'io una risposta da parte della Disney, visto che è la prima volta (che io ricordi) che un collaboratore compie un gesto di questo tipo.LBreda ha scritto:E ribadisco la cosa:LBreda ha scritto:Vorrei sentire due parole dalla DIsney.
Un paio di frasi per commentare questa vicenda.
Sicuramente sono cose che si sapevano già, in gran parte. Le modalità di lavoro dei collaboratori esterni (sceneggiaotri/disengatori) si sapevano, si sapeva che è un lavoro a tempo indeterminato. Questa lettera aperta apre gli occhi una volta di più su questa vita, che spesso noi dimentichiamo. Noi lettori, intendo.
Molti di quelli che leggono fumetti e che sono sollazzatori o paperseriani aspirerebbero un giorno a far sognare altri giovani lettori come ad oggi hanno fatto i Grandi del fumetto Disney muovendo Paperi e Topi. Ma qualcuno già disse sul Papersera che è quasi impossibile fare delle sceneggiature il prprio sostentamenti di vita. Che è quello che mi dicono anche quando dico che vorrei fare lo scrittore professionista.
Ora, certo Bruno Concina - colonna portante delle sceneggiature Disney, che ha avuto e ha molti meriti in questo campo, che dalle sue sceneggiature dimostra di essere persone intelligente - sapeva come andavano le cose. Con o senza tirare in ballo la vituperata crisi del fumetto.
Forse però non si aspettava un decurtamento di lavoro tanto drastico. Forse si apsettava più xomprensione, più rispetto, di più. Quel di più non gli è stato dato. Allora ha dimostrato ancora intelligenza scrivendo la prima lettera, per cercare di capire i perchè che lui non vedeva.
Qui l'errore della Disney, che non ha risposto. Qui il gesto drastico di Concina della lettera aperta. Appena l'ho letta ho pensato anc'io che fosse una bomba, forse invece non lo sarà. Semplicemente ribadisce un modus operandi già noto, più o meno, e di certo ci fa simpatizzare per Concina assurto a simbolo di molti altri come lui, lui a maggior ragione perchè in Dinsey da anni e anni. Ma non credo che la Disney soffra di questo. La cassa di risonanza di questa lettera sarà limitata agli amanti del fumetto, farà pensare un po' male della Disney perchè non risponde a una mail cortese di chi non è il primo venuto, ma niente di più. Che la De Poli risponda o no alla nuova lettera, il risultato porobabilemnte non cambierà.
E in fondo, un tempo si diceva che i poeti erano poveri. Oggi lo sono anche gli sceneggiatori Disney.
Di certo c'è tutta la mia stima e la mia solidarietà a Concina, uomo che mi sembra ormai disilluso vesro l'azienda che sforna i personaggi che lui tanto ama.
Ah, no, no,scusate, chi sfornma quei personaggi sono gli autori, non l'azienda. Be', ma allora c'è in programma uno sciopero come quello degli sceneggiatori delle serie TV USA? Forse sì, forse no...
Per Concina, gli auguro ovviamenti tutto il bene possibile per il suo avvenire, sperando che possa superare questo momento di frustrazione e incazzatura.
Per la situazione... mah, incasinata, ma non diversa da quella di altri lavorui diversissimi. Purtroppo. Chiamatela flessibilità o precariato, ma è così.
Sicuramente sono cose che si sapevano già, in gran parte. Le modalità di lavoro dei collaboratori esterni (sceneggiaotri/disengatori) si sapevano, si sapeva che è un lavoro a tempo indeterminato. Questa lettera aperta apre gli occhi una volta di più su questa vita, che spesso noi dimentichiamo. Noi lettori, intendo.
Molti di quelli che leggono fumetti e che sono sollazzatori o paperseriani aspirerebbero un giorno a far sognare altri giovani lettori come ad oggi hanno fatto i Grandi del fumetto Disney muovendo Paperi e Topi. Ma qualcuno già disse sul Papersera che è quasi impossibile fare delle sceneggiature il prprio sostentamenti di vita. Che è quello che mi dicono anche quando dico che vorrei fare lo scrittore professionista.
Ora, certo Bruno Concina - colonna portante delle sceneggiature Disney, che ha avuto e ha molti meriti in questo campo, che dalle sue sceneggiature dimostra di essere persone intelligente - sapeva come andavano le cose. Con o senza tirare in ballo la vituperata crisi del fumetto.
Forse però non si aspettava un decurtamento di lavoro tanto drastico. Forse si apsettava più xomprensione, più rispetto, di più. Quel di più non gli è stato dato. Allora ha dimostrato ancora intelligenza scrivendo la prima lettera, per cercare di capire i perchè che lui non vedeva.
Qui l'errore della Disney, che non ha risposto. Qui il gesto drastico di Concina della lettera aperta. Appena l'ho letta ho pensato anc'io che fosse una bomba, forse invece non lo sarà. Semplicemente ribadisce un modus operandi già noto, più o meno, e di certo ci fa simpatizzare per Concina assurto a simbolo di molti altri come lui, lui a maggior ragione perchè in Dinsey da anni e anni. Ma non credo che la Disney soffra di questo. La cassa di risonanza di questa lettera sarà limitata agli amanti del fumetto, farà pensare un po' male della Disney perchè non risponde a una mail cortese di chi non è il primo venuto, ma niente di più. Che la De Poli risponda o no alla nuova lettera, il risultato porobabilemnte non cambierà.
E in fondo, un tempo si diceva che i poeti erano poveri. Oggi lo sono anche gli sceneggiatori Disney.
Di certo c'è tutta la mia stima e la mia solidarietà a Concina, uomo che mi sembra ormai disilluso vesro l'azienda che sforna i personaggi che lui tanto ama.
Ah, no, no,scusate, chi sfornma quei personaggi sono gli autori, non l'azienda. Be', ma allora c'è in programma uno sciopero come quello degli sceneggiatori delle serie TV USA? Forse sì, forse no...
Per Concina, gli auguro ovviamenti tutto il bene possibile per il suo avvenire, sperando che possa superare questo momento di frustrazione e incazzatura.
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Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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Una piccola riflessione a posteriori sulla vicenda ce la dà afnews, che pubblica questo breve articolo... interessante la vignetta "solidale" fatta da Zamberlan (che io nella mia ignoranza non conosco... )
Comunque... buona lettura...
http://www.afnews.info/public/afnews/ne ... 18472,.htm
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