Disney Manga #11: Tim Burton's The Nightmare Before Christmas (Jun Asuka)
Toh, cosa si rivede. Il volume meno appetibile della serie finora, visto che oltre a proporre la solita trasposizione né carne né pesce, tratta materiale già apparso nella serie Buena Vista Lab. Si poteva senza dubbio posticiparne l'uscita, anche perchè come strenna natalizia un doppione non ci sta affatto bene. Ad ogni modo è tutto come me lo ricordavo, meno una cosa: il fumetto che nell'edizione del Buena Vista Lab era stato rimontato è adesso nel suo formato originale. E confrontando le due edizioni si scopre che il rimontaggio altro non era che uno "specchiamento" dell'intero prodotto che era stato appunto ribaltato da destra a sinistra. Ad ogni modo a suo tempo avevo scritto:
Grrodon dei tempi andati ha scritto:
Per poter valutare un prodotto come questo bisogna tener conto di vari fattori.
Innanzitutto è un numero del Lab e come tale già guadagna punti. Trovo infatti irresistibile l'idea che una testata possa ospitare al suo interno soggetti originali, storie ispirate a contesti già noti e, come in questo caso, una trasposizione a fumetti di un celebre film d'animazione degli anni 90.
Nightmare Before Christmas uscì nel 1993, distribuito da una Disney timorosa di legare il proprio marchio a un prodotto così insolito. Il film infatti non era animato tradizionalmente e la computer grafica sarebbe arrivata nei cinema solo tre anni dopo con Toy Story; si trattava infatti di Stop Motion, ovvero animazione a passo uno. Le tematiche poi erano quelle care a Burton, un miscuglio di macabra follia e romantica malinconia amalgamate insieme da una poderosa colonna sonora, opera di Danny Elfman, che contava più di una decina di canzoni.Un prodotto del tutto originale che alla fine venne distribuito indirettamente sotto il marchio Touchstone.
Benchè tutto questo accadesse più di dieci anni fa, il successo del film fu tale che il merchandising a lui legato non cessò mai, anzi si è impennato proprio in questo periodo con l'uscita de La Sposa Cadavere, seconda volta di Burton nel mondo dell'animazione.
Il fumetto contenuto in questo volume, ben più lungo dei suoi due predecessori, ne è la fedelissima trasposizione e questo è il secondo aspetto da prendere in considerazione.
Il volume si discosta dalle trasposizioni frettolose e poco curate, come quelle che negli anni 90 apparivano in due puntate sulle pagine di Topolino, e parzialmente dimostra di poter essere un prodotto fruibile anche da chi il film non l'ha visto. Parzialmente però, perchè c'è una netta divisione tra prima e seconda metà che gioca a vantaggio della seconda: le scene umoristiche coi personaggi di contorno, concentrate soprattutto nella parte iniziale, risultano non poco sacrificate a favore dei personaggi primari e delle loro emozioni, a cui vengono - gustamente - dedicate molte più vignette.
Il terzo aspetto da prendere in considerazione è che questa trasposizione è un manga. é stata infatti realizzata in giappone nel 2004, anche se le vignette sono state rimontate con una disposizione all'occidentale nell'edizione italiana, per renderle maggiormente fruibili per il vasto pubblico. Si spiega dunque il perchè certe scene d'azione, in cui i giapponesi con le loro linee cinetiche hanno sempre primeggiato, appaiano "dilatate" e realizzate meglio. Sarebbe stata tuttavia preferita un'interpretazione più libera nelle scene musicali. é irritante infatti vedere come certi balloon riportino pari pari il testo delle canzoni di Elfman: tutto questo non fa che rendere meno naturale, e paradossalmente meno cinematografica, la lettura. Penso che i molti numeri musicali avrebbero dovuto essere risceneggiati, magari con un taglio narrativo piuttosto diverso, ovviare all'inconveniente non sarebbe stato molto difficile. Per quanto riguarda invece la qualità della carta, non ci si può lamentare: è infatti un tipo di carta molto più adatto alla non-colorazione manga, ricca di retini e tonalità di grigio, e penso che dal prossimo numero si tornerà alla carta di sempre.
Infine l'ultimo aspetto da tenere in considerazione è che l'autrice è una ragazza molto legata al genere shojo e questo si riflette nella caratterizzazone di Sally.
è quasi una reinterpretazione del film in chiave femminile, spesso infatti le didascalie indugiano sui pensieri di Sally e la sceneggiatura appena lei entra in scena diventa più rilassata. I disegni di Jun Asuka di conseguenza rendono maggior giustizia ai due protagonisti, con una certa attenzione all'espressività di lei, le cui cuciture sembrano esser diventate un naturale prolungamento della linea della bocca. Attenzione che invece sembra esser stata negata ai mostriciattoli, assai trascurati come tutto l'aspetto comico.
L'unica "infedeltà"che segnalo è la posticipazione di una scena, che, trasformata in un flashback, è stata spostata nel finale.
La copertina non mi è affatto dispiaciuta, e le rubriche non fanno che confermare l'alta qualità di questa serie che, sebbene alla sua terza uscita abbia offerto un prodotto controverso che non a tutti potrà piacere, continua IMHo ad assestarsi su livelli più che buoni.
Da notare il fatto, piuttosto triste, che da quando questa serie è iniziata sono stati pubblicati SOLO adattamenti, di film, di videogiochi, di altri fumetti, come se non esistessero Disney Manga con un proprio motivo di essere (ma se nei prossimi mesi a smentirci arriverà Kirara Princess, forse è meglio rimanere agli adattamenti).
Infine una cosa abbastanza rotfl, cioè che nell'articolo introduttivo a tema Halloween, quando vengono enumerate le Witch per citarne la storia d'esordio, viene bellamente dimenticata Taranee.
Disney Manga #12: Pirati dei Caraibi 1 (Mikio Tachibana)
Toh, quoto quanto dice Haggar, questo è forse il fumetto migliore della serie. Quello più leggibile, almeno. Trattasi di quattro volumetti che adatteranno il secondo e il terzo film della serie (eh già il primo è stato lisciato tanto in Giappone quanto in Italia, visto che anche a noi manca il relativo adattamento) con due tankobon ciascuno. Ovviamente una scelta simile rende il tutto decompresso al massimo, e in una storia incasinata come quella di Jack Sparrow e soci, questo è un toccasana. A prima vista i disegni sembrano orripilanti, ma una volta abituati iniziano a piacere, e si rivelano alquanto somiglianti ai corrispettivi in carne ed ossa e soprattutto EFFICACI. Perchè questo si può dire di tale adattamento: non sembra un adattamento. Ed è il miglior complimento che si possa fare ad un adattamento. Se la versione nostrana, a fronte di un comparto grafico da urlo aveva una sceneggiatura scritta da Ambrosio, che risolveva il tutto per mezzo di didascalie, qui tutto dall'umorismo alle scene d'azione viene più che degnamente adattato al medium fumetto, senza sfigurare. E per la prima volta nella storia di questa serie, anche l'umorismo giappo non sembra messo a sproposito e fuori luogo (come in Kingdom Hearts) ma ci sta benissimo, e impreziosisce il tutto, rendendolo molto divertente. Apprezzabile anche la prima parte del glossario piratesco, posto in appendice. Insomma, ci aspettano quattro mesi piacevoli, finalmente.