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[Enix] Dragon Quest IV: Le Cronache dei Prescelti (e Remake)

Inviato: lunedì 15 dicembre 2008, 21:32
da Mike Haggar
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La saga di Dragon Quest è sempre stata amatissima dai giapponesi, sin dagli esordi, nel lontano 1986, sul Nes.
Nata da una azzeccatissima collaborazione tra il soggettista Yuji Horii, il compositore della colonna sonora Koichi Sugiyama e il character designer Akira Toriyama (che i più conosceranno sicuramente come colui che ha dato i natali a Dr. Slump & Arale e Dragon Ball).
Nel corso dei ventidue anni che ci separano dall'uscita del primo titolo della serie, Dragon Quest ha continuato a mietere enormi successi e ad oggi conta otto capitoli ufficiali (più un nono in uscita la prossima primavera), diversi spin off e remake apparsi per Super Nintendo, Gameboy, Gameboy Color, Gameboy Advance, Playstation, Playstation 2, Wii e Nintendo Ds, romanzi, manga e serie animate e parecchio merchandising.
Con l'uscita per Nintendo Ds del remake del quarto episodio della serie (il cui originale uscì nel 1990 per Nes), Dragon Quest IV: Le cronache dei prescelti, si inaugura una stagione particolarmente fortunata per il portatile NIntendo dotato di due schermi: è da poco uscito in Giappone, infatti, il remake del quinto episodio della serie, Dragon Quest V: La sposa celeste, e sono in dirittura d'arrivo o in preparazione anche il remake del sesto, Dragon Quest VI: La terra delle illusioni e l'attesissimo nono capitolo ufficiale, Dragon Quest IX: I guardiani del cielo.
Assieme al quinto e al sesto episodio, Dragon Quest IV costituisce la cosiddetta Trilogia di Zenithia, forse la parte più suggestiva della saga intera, ed è uno dei capitoli più celebri e carismatici della serie.
Il mondo sta nuovamente per essere gettato nel caos, poichè il malvagio Signore degli Inferi sta per risorgere a nuova vita e le sue orde di creature orribili e feroci infestano le terre minacciando la pace dei loro abitanti.
Una visione di speranza, tuttavia, appare alle genti: quella del leggendario eroe che porrà fine all'oscuro dominio del male, che si trova da qualche parte nel mondo, ancora ignaro della sua divina missione.
L'aspetto fisico, il nome e le generalità di questo prode guerriero spetterà a noi deciderle all'inizio della partita, ma il vero e proprio protagonista si farà attendere, dato che lo incontreremo soltanto nell'ultimo dei cinque capitoli di cui il gioco si compone.
Nel frattempo, impareremo a conoscere tutta una serie di simpatici personaggi che attorno alla figura di questo mitico eroe cominceranno a muoversi e che saranno, prima o poi, destinati ad incrociare con il suo i propri destini.
Il valoroso e composto cavaliere Galiardo De' Guglielmi (Ryan, in originale), membro della guardia reale del castello di Burlandia, che, incaricato dal suo re di risolvere uno strano caso riguardante alcuni bambini scomparsi, verrà poi personalmente in contatto con la leggenda dell'eroe.
La allegra e mascolina Alena, giovane principessa del regno di Zamovska che rifugge le sue nobili origini e, contravvenendo alle disposizioni del severo e protettivo padre, scappa dal castello assieme all'impacciato chierico Kiryl (Cristo, in originale), suo amico d'infanzia, e al vecchio mago Boris (in originale Burai), suo tutore, per mettersi alla prova come esperta di arti marziali in un torneo organizzato da uno dei regni più influenti del mondo che rivelerà però oscuri segreti.
Il goffo Baldo (Torneco), paffuto e gioviale commesso di un'armeria, con un figliolo che lo ammira e una moglie che lo vorrebbe più dal pugno fermo, che, lasciato il suo villaggio natale per perseguire il sogno di aprire un proprio negozio e diventare il migliore mercante d'armi del mondo, apprende la leggenda di un misterioso regno e di una miracolosa arma.
La chiaroveggente Myra (Minea) e la sua gemella, la ballerina Maya (Manya), che lasciano il loro paese per cercare vendetta e svelare il mistero che si cela dietro la morte del loro padre, un esperto alchimista assassinato in circostanze misteriose, scoprendo che dietro a quel tragico evento si nascondono fatti che stanno sconvolgendo il mondo intero.
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Quando le vite di questi personaggi si incroceranno con quella di un ragazzino cresciuto in uno sperduto villaggio nascosto tra i monti e recentemente distrutto dalle armate dei mostri, che cercavano il presunto eroe della leggenda per ucciderlo, comincerà la più grande delle avventure.
E' una trama in realtà molto semplice, ma vissuta da personaggi dal carisma eccezionale (i quali sono comparsi anche in altri media o in altri episodi, dato il loro successo, ad esempio c'è una serie di fumetti di cinque volumi dedicata ad Alena e compagni, e Torneco è protagonista di una serie spin off in tre episodi), che riusciranno a coinvolgerci nelle loro vicende (che, a dispetto della linearissima trama di base, saranno comunque piene zeppe di colpi di scena). La divisione in capitoli ci permetterà di familiarizzare con i futuri membri del nostro gruppo, di conoscere il loro background, il loro carattere, le loro aspirazioni e attitudini e le loro caratteristiche in fase di combattimento, nonchè di cominciare a farli crescere e ottenere esperienza e nuove tecniche o incantesimi, cosa che ci sarà molto utile nel corso dell'avventura.
Ci muoveremo in un mondo vasto e fiabesco, abitato da personaggi simpaticissimi e da creature mostruose a cui il monster design di Toriyama dà comunque un aspetto buffo e divertente, e per molte di loro ci troveremo a provare simpatia e tenerezza più che orrore o timore (vedi ad esempio i celeberrimi Slime o i vari mostri simili a mammiferi come tigri, orsi o rinoceronti).
Anche se gli abitanti dei villaggi, dei regni e dei paesi che visiteremo lungo il nostro viaggio saranno sempre i soliti tre o quattro tipi predefiniti, ogni posto in cui metteremo piede sarà sensibilmente diverso dagli altri, per l'aspetto esteriore e per le attitudini e la lingua degli abitanti. Nella versione italiana del gioco, poi, il tutto è mille volte più divertente grazie alla localizzazione, che ha donato ai vari posti un linguaggio basato su maccheronici dialetti italiani o linguaggi stranieri. Ad esempio abbiamo il regno dove parlano in francese maccheronico, quello dove parlano in russo come Ivan Drago, quello veneziano, quello napoletano, quello siciliano, quello toscano...
Scoppieremo a ridere come pazzi anche solo a sentire parlare i personaggi che incontreremo (e figurarsi poi i personaggi del nostro party!)!
Dragon Quest IV è il più classico dei giochi di ruolo, in cui l'elemento innovativo risiede quasi unicamente nella suddivisione in capitoli (e nei combattimenti in soggettiva, ma questa è una caratteristica della saga tutta e non solo di questo episodio). Per il resto, ecco tutti i classici elementi a cui i giochi di ruolo giapponesi ci abituano da anni: visuale isometrica, personaggi dal passato tragico e suddivisi in classi ben precise (cosa molto utile per differenziare i personaggi fisicamente donando loro differente carisma e per dare ad ognuno un proprio stile di affrontare le battaglie), combattimenti casuali, incantesimi con vari gradi di potenza (purtroppo con nomi completamente cambiati rispetto agli originali ed estremamente banali nella nostra versione, ma è un problema che non preguidica la bellezza del gioco). Nonostante la sua estrema semplicità e immediatezza, si rivela un gioco capace di appassionare chiunque con la sua trama scorrevole, i suoi personaggi buffi ed estremamene umani, le sue bizzarre e divertenti creature e il suo mondo fiabesco tutto da scoprire.
Cominceremo a giocarci e non ce ne staccheremo più, affezionandoci ai personaggi e dispiacendoci quando saranno uccisi in combattimento e ce li dovremo portare appresso dentro delle bare fino a giungere alla chiesa più vicina dove potranno essere resuscitati (previa lauto compenso al sacerdote, però!), ma anche godendoci ogni singolo livello di esperienza che guadagneranno, ogni singolo aumento delle loro statistiche.
E' la grande avventura, la classica epica fantasy, quella che abbiamo imparato a conoscere leggendo i romanzi o i due manga basati sulla serie che sono giunti in Italia anni fa (l'eccelso La grande avventura di Dai e il pregevole L'emblema di Roto), che ci chiama nuovamente a sè, per farci sognare epiche vicende fatte di draghi, stregoni, re e regine, principi e principesse, dame e cavalieri.
Un titolo dal gameplay datato, dato che risale al 1990, ma che rinasce a nuova vita impreziosito di una bellissima grafica che mescola sapientamente 2D e 3D (e che sfrutta in maniera geniale lo schermo superiore del Ds) e che promette di regalarci una delle esperienze più intense, coinvolgenti e spassose della nostra esistenza di videogiocatori.
Contando che Dragon Quest IV è solo la punta dell'iceberg di un progetto che vedrà sempre più Slime comparire sul portatile Nintendo in futuro, io direi di non lasciarselo sfuggire...
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