Quando leggo frasi come quella di Pacuvio mi rendo che molto probabilmente Disney, quello vecchio, non è stato mai veramente compreso da nessuno.
Perchè Biancaneve è un personaggio banale e stereotipato, mica colpa sua, intendiamoci, ma è una sorta di bozza, di esperimento, il primo personaggio umano pseudorealistico della storia dell'animazione. Il vero cuore del film sono i nani, non Biancaneve, è lì che si è incentrata tutta l'arte, l'abilità di rendere "tridimensionali" le personalità di quelle che prima dell'avvento del lungometraggio sarebbero rimaste macchiette, caricature buffe. E Brontolo, specie nell'ultima scena in cui piange, è l'esponente, il simbolo di tutto questo, il nano riuscito meglio. Guardate il
minuto 0:33, porca miseria. Echeccavolo, chi pensa che il Disney di una volta siano grandi fiabe, principesse, immaginine stucchevoli e zucchero e miele dovrebbe capire che lo spirito Disney nasce da ben altro, Disney è
satira,
ironia,
demenzialità. La deriva principesca non è stata che una declinazione di tutto questo, spesso utilizzata come cornice per ripresentare questi elementi graffianti (e non cito solo i nani di Biancaneve, ma le sottotrame domestiche e regali in Cenerentola, le fate della Bella Addormentata, Sebastian nella Sirenetta, gli oggetti nella Bella e la Bestia), e spesso travisata nel sentir comune al punto di farla percepire come simbolo stesso di Disney.
Ecco, ho sono spiegato perché nella mia firma c'è Brontolo e non Biancaneve, Sebastian e non Ariel e via dicendo.