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[Akira Toriyama] Dr. Slump & Arale

Inviato: lunedì 16 novembre 2009, 21:14
da Mike Haggar
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Uno scienziato che crea un robot umanoide.
Niente che non ci sia già stato raccontato, in fin dei conti.
Ma come la mettiamo se lo scienziato in questione è un simpatico scapolone di ventisei anni, sfortunatissimo e in cerca di moglie, che si guadagna da vivere creando invenzioni scalcinate, e se il robot è una ragazzina miope, vivacissima, dalla forza sovrumana, capace di sparare raggi laser dalla bocca nonché stupidissima?

Se dovessi pensare ad un manga che più degli altri incarna il significato intrinseco della parola "fumetto", oltre che quello della parola "comicità", questo sarebbe Dr. Slump & Arale di Akira Toriyama.

La trama di Dr. Slump & Arale si riassume nelle due righe di cui sopra. Non aspettiamoci qualcosa di elaborato, viaggi, colpi di scena. Ciò che ci aspetta sarà la narrazione delle avventure giornaliere dello strampalato dottore, dell'ingenua robottina e di tutta una lunghissima serie di assurdi personaggi che attorno a loro graviteranno, come il personale e gli studenti della scuola di Arale, i negozianti/barbieri/baristi/abitanti del villaggio dove vive, nonché persino bizzarri extraterrestri, robot, scienziati pazzi, creature del folklore giapponese o personaggi di manga/anime/telefilm/film occidentali del periodo, animali e dinosauri antropomorfi e persino personaggi dell'immaginario collettivo o della storia, divinità o elementi della natura ripresi in chiave comica. Sono personaggi di un'assurdità immensa, che, se si dovessero sommare, probabilmente, non farebbero un cervello solo, ma che riescono a farsi amare, e tutti, proprio per la bizzarria dei loro comportamenti e del loro aspetto esteriore.
Nessuno, al Villaggio Pinguino, è un eroe senza macchia e senza paura (nemmeno l'esperto di arti marziali, alto e avvenente, Tsun Tsukutsun). Anzi, ogni personaggio avrà le sue debolezze, i suoi vizi, e sarà ammantato da un'aria di stupidità dilagante che spesso e volentieri sfocerà nella tenerezza, che ci farà dipingere un bonario sorriso sul volto solo guardandolo, quando non saremo impegnati a riderci sopra a crepapelle.

Inutile ricercare un senso, in Dr. Slump & Arale, inutile cercare di spiegarlo razionalmente secondo le leggi della fisica e della natura.
Inutile bollarlo come "stupidaggine", perché è la scoperta dell'acqua calda. Si, Dr. Slump & Arale è una Stupidaggine con la S maiuscola, ma a noi piace per questo, perché del suo essere una stupidaggine è ben conscio, e svolge più che egregiamente il suo compito.

Le storie che lo compongono sono ad episodi autoconclusivi. Solo raramente se ne inanellano due, tre, cinque, sei per comporre una "minisaga". Nell'arco di questi episodi, possiamo trovare di tutto: le birichinate di Arale e le sue disavventure alle prese con la scuola, con i problemi della crescita o con malfattori e personaggi "cattivi", i tentativi folli ed infruttuosi del Dr. Slump di avvicinare la professoressa Midori, le strampalate invenzioni del dottore, gli scontri tra il Dr. Slump e il suo rivale, il Dr. Mashirito (unico, vero, grande "cattivo" della storia basato in tutto e per tutto su Torishima, il terribile redattore personale di Toriyama), eventi speciali come tornei sportivi creati dall’autore per far competere tra loro i suoi personaggi, altri episodi ancora ci mostrano i personaggi che ben conosciamo impegnati in realtà alternative, nel passato, nel futuro, nello spazio, nella parodia di un film poliziesco, mentre altri sono veri e propri “racconti illustrati” come quelli di un libro per i bambini.

Basterebbe già questa grandissima varietà di storie, questo caleidoscopio di bizzarri personaggi, a permettere a Dr. Slump & Arale di assurgere all'Olimpo dei capolavori del fumetto giapponese, ma vogliamo andare oltre, e vogliamo parlare non soltanto del "cosa" Dr. Slump & Arale racconta, ma anche del "come".
Lo stile di disegno, che subisce una notevolissima evoluzione nel corso dei volumi, trasformandosi da un tratto più anni '70 a quello, più definito e moderno, della prima serie di Dragon Ball, è quanto di meglio potessimo chiedere ad un fumetto umoristico: grandi faccioni tondi, occhioni strabuzzati, bocche aperte all'inverosimile, sputacchi, dentoni aguzzi, goccioloni, salivazione, sguardi sarcastici, personaggi che si appallottolano, vengono schiacciati, cambiano la loro statura e il loro grado di fascino a seconda della situazione, che sfondano le divisioni tra le vignette o passano col rosso perché tanto il fumetto è in bianco e nero e non riescono a distinguere i colori del semaforo, enormi sorrisi, corpi tozzi e piccoli di statura o spropositamene grandi. Uno stile che, negli anni '80, ispirava simpatia e tenerezza anche soltanto a guardarlo, e che queste stesse sensazioni continua a ispirarle ai lettori di oggi, nonostante gli anni sulle spalle e il cambiamento dei gusti dei lettori in fatto di grafica o di umorismo. Sfondi, oggetti e macchinari, poi, sono dettagliatissimi (l'autore è appassionato di meccanica e modellismo, quindi ci mette il cuore nel disegnarli), e la composizione della tavola è pulita e sapiente.

Qua si ride, e tanto, e sarà davvero impossibile non farlo, davanti a questi personaggi così assurdi e imprevedibili nella loro idiozia, alla presa in giro del "duro" mondo degli adulti (vedere i vari criminali, rapinatori, gangster, killer, mafiosi, spadaccini ridicolizzati da questa bimba così piccola eppure così forte sia fisicamente sia nel suo essere così pura, ingenua e innocente) e della pop culture giapponese e americana del periodo (vedere le varie parodie di Gundam, Star Trek, Ultraman, Godzilla, Wingman, Guerre Stellari, Indiana Jones, Blues Brothers, Astroboy, Tron, Ghostbusters, E.T. presenti nel fumetto). In fondo, chi si è fatto incantare dal primo Dragon Ball sa bene quanto Toriyama può essere geniale come comico, e qua il suo umorismo raggiunge i massimi livelli, ma l'autore, di tanto in tanto, ci regalerà anche piccole perle di delicata poesia, soffusi racconti educativi per i lettori più giovani che non mancheranno di far scendere qualche ingenua lacrimuccia anche a noi lettori più grandi.

La comicità e la demenziale genialità di quest'opera, poi, traspare anche dall'introdurre come personaggi anche lo stesso autore, che farà spesso e volentieri capolino nella storia sotto forma di caricatura in forma umana, di uccello, di robottino a molla, e assieme a lui faranno delle occasionali comparsate anche la sua fidanzata (poi moglie), i suoi assistenti, i suoi amici, il suo redattore, i suoi animali domestici, tutti ovviamente presi in giro dai personaggi regolari. Questo miscuglio di realtà e finzione rende il tutto ancora più folle e demenziale, parole che spesso e volentieri sfociano nel geniale.

Tra un capitolo e l'altro, poi, si continua a ridere. L'autore inserisce delle pagine extra dove è possibile trovare di tutto e di più: schede dei personaggi, pin up, giochi enigmistici, test, classifiche dei personaggi o delle invenzioni più amate dai lettori, divertissement di carta da ritagliare come maschere dei personaggi, buoni per appuntamenti romantici col dottore o per farsi tagliare i capelli dal barbiere del villaggio, fukuwarai, custodie per audiocassette e, non ultimi, i numerosi angoli dedicati agli strabordanti discorsi dell'autore, in forma scritta se non addirittura in piccoli fumetti di una pagina, che ci narreranno di vicende personali dell'autore, di storie di quando era "un moccioso", dei posti che visita, dei diverbi con il redattore, di cosa lo ha ispirato nella creazione dei personaggi, della realizzazione della serie animata, della bella vita che fa con gli assistenti, del fidanzamento con la futura moglie, dei film che vede, della sua casa, di come lavora, del picnic con lo staff della serie animata, di cosa lo ha portato a diventare mangaka, dei suoi animali domestici, delle malattie che prende e del periodo di convalescenza, della nascita dei suoi nipotini, del rapporto con i genitori, degli errori di colorazione o continuity che si è lasciato sfuggire durante la stesura del manga, e chi più ne ha più ne metta, spesso e volentieri corredando il tutto con strisce a fumetti o con fotografie reali riprese dai suoi album.
Durante la lettura, ci sentiamo così immersi in quella delirante atmosfera bucolica da grande fiera dell'assurdo, dove potremo conoscere tanti amici simpaticissimi e persino l'autore stesso non avrà più segreti per noi e ci verrà spontaneo considerarlo non come "il sommo maestro" ma come un allegro compagno di bagordi.
Dr. Slump & Arale è un'opera importantissima, che sintetizza alla perfezione la tradizione dei fumetti umoristici, occidentali o giapponesi che siano, e che risulta, malgrado la sua delirante aria di nonsense, un'opera innegabilmente umana, vissuta da personaggi con cui entriamo subito in sintonia e che, alla fine della fiera, considereremo come amici un po' bizzarri ma di buon cuore con cui aver vissuto un'esperienza divertente, più che come meri disegni su carta.

L'edizione Star Comics segue il trend degli anni in cui venne proposta, spezzettando i 18 tankobon che compongono l'opera in volumetti più sottili, ma la cosa non infastidisce affatto, anche perché, all'interno, troviamo uno dei migliori adattamenti italiani mai realizzati per un fumetto giapponese: si è riusciti a trovare un compromesso tra la "giapponesità" di molte situazioni e di molti giochi di parole e l' "occidentalità" dei lettori che avrebbero fruito dell'opera, tra l'atmosfera anni '80 che pervade l'opera e il mondo della seconda metà degli anni '90 che la recepì in Italia. Tutte le onomatopee sono state adattate e rese, seguendo il trend di tanti "Gasp!", "Gulp!", "Kaboom!" che noi occidentali siamo abituati a vedere nei nostri Asterix o nei nostri Topolino, in maniera comicissima, contribuendo a creare una carica comica non indifferente e un maggior coinvolgimento del lettore (certi sfaticati editori odierni che non si curano di adattarle, prendano esempio). Si è scelto di far parlare alcuni personaggi in dialetto, si è idealmente spostato il setting della storia negli anni '90, si sono aggiunti parecchi riferimenti alla nostra pop culture italiana e internazionale del periodo, ma la cosa non stona affatto con quanto presentano le vicende originali, anzi aiuta il lettore italiano a immergersi completamente e a sentirsi a suo agio in questo mondo delirante.
Cito ad esempio l'episodio-musical dove i personaggi mettono in scena uno spettacolo teatrale basato sulla favola di Cenerentola e i balloon vanno letti seguendo le basi musicali di canzoni di Ligabue, 883, Marco Ferradini, Blues Brothers e sulla sigla italiana della serie animata cantata dai Rocking Horse. Diamine, se funziona! Diamine, se è geniale!

Che dire, se siete giù di morale, se volete un Signor Fumetto, beh, Dr. Slump & Arale è qua che aspetta soltanto di essere letto ed amato. Ma, attenzione, una volta cominciato, non si ritorna indietro...

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