Titolo:
Addio, e Grazie per Tutto il Pesce
Titolo originale:
So Long, and Thanks For All the Fish
Autore:
Douglas Adams
Traduttore: Laura Serra
Anno: 1984
Pagine: 208
Prezzo: 9.00 euro
Editore: Mondadori (collana Piccola Biblioteca Oscar)
Quarto romanzo della serie "
Guida Galattica per gli Autostoppisti" di Douglas Adams.
E personalmente l'ho trovato migliore del precedente, il quale come accennavo nel topic relativo pur piacendomi mi era parso inferiore rispetto ai primi due.
Addio, e Grazie per Tutto il Pesce è fondamentalmente un libro diverso dai precedenti tre. Non si svolge chissà dove nello spazio, e non ha a che fare con gravi minacce interstellari. E' sostanzialmente un libro sull'amore, e su altri misteri.
In breve, Arthur Dent tramite autostop ha lasciato il placido pianete Krikkit ed è tornato sulla Terra. Ma il nostro pianeta non era stato distrutto? E' quello che si chiede Arthur, e questo è il principale mistero del romanzo.
Romanzo che per la maggior parte delle sue 150 pagine si focalizza proprio sul nostro Dent, e anche qui si differenzia dai primi 3 volumi che era corali. Certo, ogni tanto vediamo Ford Prefect, ma solo in pochi e risicati capitoli, e anche Zaphod e Trillian vengono liquidati rapidamente con un paio di accenni di Ford.
Il cuore del libro si concentra invece sul grande amore sbocciato tra Arthur e Fenchurch, ragazza di cui si innamora al primo sguardo e che risulterà essere la tipa che ha capito tutto del mondo e dell'universo nella prima pagina di
Guida Galattica per gli Autostoppisti, l'unica che oltre a Dent senta che questa cosa che la Terra esista ancora suona stonata.
Alla fine sarà l'incontro che i due innamorati hanno con uno strano eremita, che si fa chiamare Wonko l'Equilibrato, a disvelare loro cosa è successo veramente, tramite una boccia per i pesci di cui tutti e tre i personaggi sono in possesso.
Adams costruisce una storia forse meno di fantascienza delle precedenti, se non per qualche riferimento generale e qualche ricordo delle passate avventure... la sua scrittura ironica colpisce stavolta il sentimento dell'amore, senza sbeffeggiarlo troppo ma analizzandolo simpaticamente, con piglio divertito, nelle sue strane componenti.
Oltre a questo tratteggia momenti divertenti come quello del Dio della Pioggia, o come la tipa che vende biglietti della lotteria a uno scocciatissimo Arthur, o le riflessioni che Adams ipotizza i lettori facciano sulla vita sessuale del protagonista!
E non mancano accenni di continuity, ovviamente: il messaggio dei delfini che spiega la verità sulla Terra che ha ritrovato Arthur, Fenchurch che si pensava fosse solo una battuta nella prima pagina del primo libro, e l'Ultimo Messaggio di Dio al Creato, la cui ubicazione era stata rivelata ad Arthur alla fine dello scorso libro e che scopriamo anche noi insieme al protagonista e alla sua ragazza alla fine del libro: un messaggio, ovviamente, spiazzante come tutte le grandi verità universali che Douglas Adams dispensa in questa sua saga, e che pur divertendo per l'assurdità non manca di far riflettere anche un pochino.
Un libro diverso dai precedenti, dunque, che pur non superando in qualità i primi due (IMHO) è migliore del precedente, prendendo una svolta interessante nel modo di concepire questa saga.
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