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Sylvain Chomet: Appuntamento a Belleville

Inviato: venerdì 24 febbraio 2006, 18:16
da Giona
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Appuntamento a Belleville (in originale Les Triplettes de Belleville) è un film d’animazione, di coproduzione franco-belga-canadese, diretto da Sylvain Chomet. Nel 2004 gareggiò per l’Oscar come miglior film d’animazione ma dovette soccombere di fronte a Alla ricerca di Nemo. All’inizio della storia (anni ’50) c’è un bambino orfano di cui intuiremo che è chiamato Champion (ignoriamo se questo sia il suo vero, bizzarro nome o solo un soprannome) che vive alla periferia di Parigi in una casa-torre assieme alla nonna Mme Souza, immigrata in Francia dal natio Portogallo molti anni prima. Vedendolo sempre malinconico, la nonna cerca qualcosa per rimotivarlo, che però non è la musica né il dono di un cagnolino di nome Bruno. Ma l’anziana scopre che il nipote coltiva segretamente l’ammirazione per i campioni del ciclismo, così gli regala una bicicletta. Questa volta il regalo fa centro. Alcuni anni dopo (siamo nel decennio seguente) troviamo Mme Souza che allena il nipote per il successivo Tour de France. Champion vi partecipa, ma viene rapito e portato oltreoceano con altri ciclisti da due mafiosi che intendono impiegarli per scommesse clandestine. La nonnina non si dà per vinta e con Bruno insegue i rapitori fino a Belleville (che non è perciò l’omonimo quartiere di Parigi, ma piuttosto la caricatura di New York).
Lì incontra un trio di anziane cantanti di vaudeville di cui aveva visto gli spettacoli in televisione molti anni prima, le celebri “Triplettes de Belleville”, e ne ottiene la collaborazione nel tentativo di liberare Champion.
La prima cosa che colpisce in questo film è il cosiddetto character design: i tratti sono tutti fortemente caricaturali. Il naso lungo e la stempiatura di Champion ricordano quelli di Fausto Coppi (di cui conserva orgogliosamente un autografo). Di un uomo massiccio, grande e grosso si usa dire che è “un armadio”: e le guardie del corpo dei boss mafiosi hanno effettivamente le spalle squadrate che danno loro la forma di un armadio. La caricatura non si ferma alle persone, ma coinvolge anche oggetti inanimati, cosicché quasi ogni cosa visibile nel film appare come la caricatura di sé stessa. Questo però nulla toglie alla resa dei dettagli, che è sempre molto curata e precisa, insomma non “minimalista”, formando nello spettatore un’impressione ancora più grottesca.
La colonna sonora è formata in modo di gran lunga prevalente da rumori naturali e artificiali, da musiche e canzoni (non però cantate dai personaggi, come nei tipici film animati americani, tranne che nello show delle Triplettes); la parte riservata ai dialoghi è ridottissima, come avveniva nei film di Jacques Tati, al quali il regista fa due omaggi espliciti nel corso della storia. Una delle parti più belle, a mio avviso, è costituita dai sogni di Bruno, in cui il cane, che ha l’ossessione dei treni perché rimasto traumatizzato da cucciolo in un incidente con un trenino giocattolo, crede di cavalcare a grande velocità dei modelli ottocenteschi di locomotiva, realizzati in computer grafica.
In definitiva, se amate davvero il cinema d’animazione, non potete trascurare quanto di meglio ha prodotto l’Europa negli ultimi anni, che secondo me è proprio Appuntamento a Belleville.

Inviato: venerdì 24 febbraio 2006, 18:48
da Valerio
Una mia grossa lacuna che vedrò di colmare il prima possibile. Ne ho però visto alcuni pezzi a Natale su raitre, dove il film è stato relegato in quanto di nicchia, e sono rimasto davvero colpito dalla qualità delle animazioni.

Inviato: venerdì 24 febbraio 2006, 18:48
da Quackmore
La faccio breve... e sottoscrivo tutto! 8)

Inviato: venerdì 24 febbraio 2006, 21:34
da Francesco F
splendido film dall'animazione superba con sprazzi poco invasivi di digitale. Il suggestivo mutismo regna e l'impassibilità di nonna e nipote è al limite della commozione, ma compensata dall'ESUBERANZA del cane :P
cmq lo adoro perchè è francese ma ottimo, perchè parla del tour de france, perchè parlano poco, e per compensare fischiettano cantano suonano e pedalano, e soprattutto viaggiano :P

Inviato: lunedì 06 marzo 2006, 12:08
da DeborohWalker
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Questa è la meravigliosa confezione del DVD che a noi italiani non hanno concesso.

Sylvain Chomet è un'artista.
Dopo una carriera costruita nelle bande dessinèe, decide di tentare il passaggio all'animazione, affascinato dai cortometraggi "Creature Comforts" della Aardman.
Realizza un cortometraggio (La vieille dame et le pigeons) nominato all'Oscar.
Dopo questo esperimento, si mette al tavolo ed inizia a dedicarsi, con un gruppo di ottimi disegnatori, a quella che lui ritiene l'opera d'arte migliore che riuscirà a creare: Les triplettes de Belleville. Ci vorranno cinque anni, ma varrà la pena aspettare.
Sulla trama non mi soffermo più di tanto essendo già stata descritta a sufficienza da Giona, passando a sviscerare tutti gli altri aspetti del film.
Innanzitutto non è un film d'animazione per bambini. Non sto parlando di gag "adult-oriented" o citazioni di film che non possono essere apprezzate da un pubblico giovane; è proprio la struttura e lo stile ad essere rivolto ad un target un po' più adulto.
Il disegno è assolutamente originale, con un tratto pulito alla TinTin, ma al contempo estremamente ricco di linee e di dettagli. In qualche occasione si possono notare tecniche differenti: ci sono momenti che ricalcano le animazioni anni '30, pochi elementi come navi ed automobili realizzati al computer (e in modo assolutamente non intrusivo, il tutto si fonde alla perfezione con il disegno 2d) e addirittura qualche filmato in live action, dove si vede addirittura Tati (che sicuramente ha ispirato non poco certi aspetti dell'opera). Il character design di ogni singolo personaggio è eccessivo, ultra-caricaturale: il regista non voleva correre il rischio che lo spettatore provasse un'immedesimazione con qualcuno dei protagonisti, ed estremizza ogni caratteristica fisica, così da descrivere a prima vista le caratteristiche dei personaggi.
Ma a caratterizzare il film più di ogni altra cosa è la quasi totale assenza di dialoghi; ma nonostante in tutto il lungometraggio ci siano solamente un paio di battute parlate, l'aspetto sonoro riveste un'importanza colossale nel ricreare l'atmosfera cercata da Chomet. Suoni, rumori, musica jazz contribuiscono a dar vita all'ambientazione francese nella quale vivono i protagonisti, e lo stesso avviene per la trasferta americana. Il brano principale del film è una fantastica canzone realizzata suonando oggetti come frigoriferi, ruote di biciclette e via dicendo, regalando allo spettatore una melodia nostalgica, effettuata con una tecnica simile a quella degli Stomp; la bellezza di questo "The Triplets of Belleville" è valso una candidatura all'Oscar come Miglior Canzone.
Un umorismo surreale, in certi casi minimalista in altri giocato proprio sulle esagerazioni, con un risultato poetico: non si può non sorridere di fronte all'ironia di scene come la vecchia Madame Souza che attraversa l'oceano in pedalò per salvare il nipote, il trio di cantanti che vanno a pesca di rane lanciando granate in uno stagno, il cane che abbaia puntualmente al treno che passa di fianco a casa...
La cultura francese ed americana viene rappresentata attraverso stereotipi che si collegano idealmente al tratto grafico caricaturale: i francesi mangiano ranocchi, gli americani sono ciccioni mangia-hamburger, Statua della Libertà compresa.
La nostalgia e un sapore malinconico sono il filo conduttore del film, che fa ridere sì, ma attraverso umorismo grottesco. L'eccessiva magrezza del protagonista, la fatica che si sente nelle scene del Tour de France, l'enorme dedizione della nonnina per il suo adorato nipotino, lo spirito di sacrificio spesso disilluso, infondono una sensazione deprimente, nello stesso momento in cui le gag fanno ridere.

Gran bel film, forse l'unico che per qualche mese è riuscito ad attirare l'attenzione dei media italiani sui film d'animazione come qualcosa rivolto anche ad un pubblico adulto, ma purtroppo perle come queste non si vedono tanto spesso. Ma Appuntamento a Belleville esiste, e va visto. Imperdibile.
Standing Ovation a Annecy, delusione alla notte degli Oscar.

http://www.lestriplettesdebelleville.com/

Re: Sylvain Chomet: Appuntamento a Belleville

Inviato: mercoledì 25 agosto 2010, 18:08
da Valerio
Ho colmato la lacuna. Stupendo, davvero.
Laytonissimo.

Re: Sylvain Chomet: Appuntamento a Belleville

Inviato: domenica 03 aprile 2011, 17:28
da Ludwig Tapfermann
L'ho visto ieri sera per la prima volta, e devo ammettere una cosa: non mi è piaciuto.
È eccellente esercizio di stile, il disegno è meraviglioso e precisissimo dal primo all'ultimo fotogramma, l'idea è originale, il tutto è immerso in un'atmosfera grottesca e surreale, i personaggi sono caratterizzati (fisicamente) benissimo, ma... c'è un ma. Non c'è approfondimento psicologico dei personaggi, il tutto avviene senza una precisa logica, come se il regista avesse voluto "stupire" con un film d'animazione estremamente raffinato ma al contempo piatto e poco profondo. Al di là dell'innegabile bellezza "estetica" l'ho trovato piatto e vuoto, "arte per arte" nel senso peggiore del termine... e non parlo del fatto che è noioso, tutt'altro! È una gioia per gli occhi da vedere, ma... la mente? Il cuore? Ho avuto l'impressione di guardare un grande quadro colorato di cui non capivo nulla, e di bearmi solo delle belle macchie di colore.

Re: Sylvain Chomet: Appuntamento a Belleville

Inviato: domenica 03 aprile 2011, 18:04
da DeborohWalker
Secondo me Appuntamento a Belleville è pieno di emozione.
Il modo in cui è espressa è sicuramente diversa dal solito, è fatta di silenzi, di sguardi e anche di gesti assurdi. In certi momenti l'emozione arriva anche sotto forma di non-sense, o di atteggiamenti assurdi (ad esempio il modo in cui viene trasmessa la tenacia del protagonista) però a me arriva eccome.

Se hai mai visto dei film di Jacques Tati, credo proprio che Chomet abbia voluto sfruttare un mood simile.

Re: Sylvain Chomet: Appuntamento a Belleville

Inviato: lunedì 04 aprile 2011, 02:20
da Ludwig Tapfermann
DeborohWalker ha scritto:Secondo me Appuntamento a Belleville è pieno di emozione.
Il modo in cui è espressa è sicuramente diversa dal solito, è fatta di silenzi, di sguardi e anche di gesti assurdi. In certi momenti l'emozione arriva anche sotto forma di non-sense, o di atteggiamenti assurdi (ad esempio il modo in cui viene trasmessa la tenacia del protagonista) però a me arriva eccome.

Se hai mai visto dei film di Jacques Tati, credo proprio che Chomet abbia voluto sfruttare un mood simile.
Di Tati non ho visto nulla... ma c'entra per caso con la sceneggiatura dell'Illusionista (2010)?

In ogni caso, non posso negare che lo sforzo e l'impegno nella realizzazione si vedono, eccome! Da un punto di vista tecnico questo film è un vero e proprio gioiello, ma, nonostante oggi mi sia forzato di rivederlo, continua a lasciarmi perplesso... L'assurdo mi sembra un pò fine a se stesso, non lo trovo funzionale alla buona riuscita del film, e anche l'aspetto grottesco spesso si rivela solo un essere grottesco che si ferma alla forma buffa, è come sei personaggi non esistessero al di là della forma (eccezion fatta per il cane).

Re: Sylvain Chomet: Appuntamento a Belleville

Inviato: lunedì 04 aprile 2011, 02:58
da DeborohWalker
Ludwig Tapfermann ha scritto:Di Tati non ho visto nulla... ma c'entra per caso con la sceneggiatura dell'Illusionista (2010)?
Sì, è tratto da una sceneggiatura di Tati che non realizzò mai.
Comunque consiglio sempre la visione de "Le vacanze di Monsieur Hulot" per innamorarsi di Tati: a mio parere c'è quel tipo di personaggio strampalato e all'apparenza poco emotivo che in realtà trasmette molto. Gli sono molto debitori sia Chomet che (anche se il risultato sembra essere agli antipodi) Rowan Atkinson per il suo Mr.Bean.

Re: Sylvain Chomet: Appuntamento a Belleville

Inviato: mercoledì 06 aprile 2011, 18:54
da Ludwig Tapfermann
DeborohWalker ha scritto:
Ludwig Tapfermann ha scritto:Di Tati non ho visto nulla... ma c'entra per caso con la sceneggiatura dell'Illusionista (2010)?
Sì, è tratto da una sceneggiatura di Tati che non realizzò mai.
Comunque consiglio sempre la visione de "Le vacanze di Monsieur Hulot" per innamorarsi di Tati: a mio parere c'è quel tipo di personaggio strampalato e all'apparenza poco emotivo che in realtà trasmette molto. Gli sono molto debitori sia Chomet che (anche se il risultato sembra essere agli antipodi) Rowan Atkinson per il suo Mr.Bean.
Grazie per le risposte :)
Cercherò di reperire quello che mi hai consigliato!

Re: Sylvain Chomet: Appuntamento a Belleville

Inviato: mercoledì 27 febbraio 2013, 15:19
da Bramo
Con un ritardo imperdonabile di circa 10 anni dall'uscita di questo film, finalmente l'ho recuperato.
Meraviglioso davvero. Destabilizzante l'inizio, con le scene tratte dalla trasmissione televisiva realizzate con lo stile più adatto possibile. Da lì ci si immerge nella storia, e lo stile d'animazione si attesta su quello che assumerà per il resto della pellicola: un'animazione davvero spettacolare, disegni che fanno della caricatura la propria bandiera e la portano avanti con piena coscienza. Ci sono virtuosismi grafici (lol il cameriere "gommoso", ma anche le guardie del corpo-armadio e tante altre finezze del genere) veramente eccellenti, e tutto al servizio di una storia strana, imprevedibile ma apprezzabile.
Concordo con Deboroh sulle sensazioni che il film trasmette: la malinconia è sicuramente la cosa principale che mi è arrivata, attraverso i silenzi, la colonna sonora e certi sguardi. Le tre anziane sono perfette, lol, e così il cane Bruno. Ma la palma d'oro però va a Madame Souza, che è la protagonista "a tradimento", visto che all'inizio ero convinto che il personaggio principale fosse il figlio ciclista, mentre sarà proprio la stramba signora a dominare la scena e ad avere una missione da compiere.

Un film che rimane in costante equilibrio tra ironia, malinconia e senso del grottesco, riuscendo a connettere tutte queste sensazioni tramite uno stile di disegno veramente suggestivo e ammaliante e un'animazione eccellente.

Re: Sylvain Chomet: Appuntamento a Belleville

Inviato: mercoledì 03 aprile 2013, 13:42
da Daria
Bramo ha scritto: Un film che rimane in costante equilibrio tra ironia, malinconia e senso del grottesco, riuscendo a connettere tutte queste sensazioni tramite uno stile di disegno veramente suggestivo e ammaliante e un'animazione eccellente.
Anch'io ho recuperato il film solo di recente e devo dire che questa tua frase riassume perfettamente il mio pensiero!

Ho amato Les Triplettes!

Oltre agli evidenti omaggi a Tati, avete notato quelli a Walt Disney e Topolino? Nella sequenza iniziale, ma anche nell'omino meccanico che aggiusta la macchina dei ciclisti alla fine, che ha anche una foto con topolino a Disneyland!

Poi mi è sembrato di avere notato le fattezze di topolino dentro il gabinetto dell'appartamento delle Triplettes, ma forse sono l'unica ad averlo visto XD

Re: [Sylvain Chomet] Appuntamento a Belleville

Inviato: mercoledì 21 maggio 2014, 13:55
da DeborohWalker

Re: [Sylvain Chomet] Appuntamento a Belleville

Inviato: mercoledì 21 maggio 2014, 14:33
da Valerio
Oh.

Re: [Sylvain Chomet] Appuntamento a Belleville

Inviato: giovedì 22 maggio 2014, 00:29
da Daria
Leggere ciò dopo l'osservatorio su prequel, sequel eccetera è paradossale, però oh, sarebbe veramente bello!

Re: [Sylvain Chomet] Appuntamento a Belleville

Inviato: giovedì 22 maggio 2014, 08:57
da LBreda
Vabbè, ma altro livello, proprio.

Re: [Sylvain Chomet] Appuntamento a Belleville

Inviato: giovedì 22 maggio 2014, 09:31
da brigo
DeborohWalker ha scritto:UAO.
La parte sull'uso più massiccio di CGI mi ha fatto venire un coccolone. Però 'sto film lo voglio!