[Spillati Disney] PKNA: Paperinik New Adventures

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • LBreda ha scritto:
    max brody ha scritto:le mitiche "cinque AF" di AF
    Che, a pensarci ora, suonano molto "stay hungry, stay foolish"
    Soprattutto Abbuffarsi di Fettuccine :P

    A proposito di follia, mi sono dimenticato l'indimenticabile PB - Paper Bat Niù Adventures! Nervoniani, capolavoro nonsense che Bramo ha già sviscerato. Chissà perchè la ricordavo come storia invernale, invece RT#2 è di Maggio (quindi si colloca fra PKNA #5 e #6). Avrei dovuto arrivarci ricordandomi di Ridi Topolino #3, numero natalizio uscito in estate ("con 6 mesi di anticipo", come recitava lo strillo :D ).
    La bi-car (ossia l'Ape)... che bei tempi :)
    Immagine
    Ottimo lavoro.
  • Ho notato che Le sorgenti della Luna è mediamente disprezzato. E' vero che è passato alla Storia come il numero con l'errore di Xadhoom e il 151°piano, ma onestamente non mi è mai sembrato un brutto numero. Ai testi c'é Cordara, per cui la sceneggiatura è una sarabanda di citazioni cinefile, costruita su dialoghi scarni; se poi una sceneggiatura così la si fa disegnare a uno come Guerrini è chiaro che il risultato è un episodio poco figo e molto naif (sarà davvero un caso se la copertina è di Celoni?). Cordara era uno sperimentatore, pertanto le sue storie vanno rivalutate e inquadrate nel contesto di turno.
    Se i tentativi di innovazione di Cordara andranno persi, quelli di Faraci (e della Ziche) diventeranno lo status quo. Angus Tales - Rumori di fondo è un po' la sintesi dell'umorismo faraciano più delirante e contiene tutti i cliché, i ribaltoni, le freddure e gli archetipi tipici di quel tipo di umorismo. Data l'influenza che quell'umorismo ha avuto su molti lettori e anche su altri autori (non solo disneyani), tutte le Angus Tales, e questo Rumori di fondo in particolare, sono degne di essere considerate Classici.
    Che altro dire di questo #9? Che gli extra sono scarsini e ridotti all'osso, e che lo sturbamento di Paperino nei confronti di Wisecube è criptico. Cosa significa, esattamente, quel "ma allora..."? Ha capito o non ha capito? Io non l'ho mai capito.

    Segue un intermezzo con Istruzioni per l'uso (Artibani/Guerrini), one pager uscita su Disney MEGAzine #29 in cui Pikappa non si allaccia le scarpe e viene compatito da un Uno di razza ariana (oppure affiliato alla temibile banda dell'Uno Bianco (che bufo! che bufo!)).

    Torniamo seri, o almeno ci proviamo. E' per me tempo di prendermi cori di insulti, fischi e pomodori. Arriviamo infatti a Trauma, che se ogni volta mi dà una sensazione, è sempre quella di essere un episodio affrettato, anche se logico (e pertanto un po' meccanico). A parte questo (o forse proprio per questo), trattasi di un episodio tecnicamente ineccepibile (il primo, dopo Evroniani, estraibile dalla serie e godibile anche come fumetto tout-court, nonostante sia disneyanissimo e sia la pietra di paragone paperinikiana), sorretto da tante battute frizzanti, da alcune belle trovate e da un Pastrovicchio da paura (e quindi perfetto per questa storia). Un disegnatore dallo stile a mio avviso unico e buono per tutte le occasioni (e questa storia di occasioni ne presenta diverse).
    Le battute frizzanti della storia lunga, comunque, seppur storiche (alcune verranno riprese in seguito, anche nell'album di figurine), non sono confrontabili con quelle della breve: Angus Tales - Senza benza è - lo dico? Massì.. - un Capolavoro del fumetto comico sotto ogni suo aspetto.
    Fra i contenuti extra, spiccano la buffa intro dedicata allo 0/1 e il Lyla Lay News con l'intervista a "Nerone", che all'epoca mi fece sghignazzare parecchio (considerati anche i due fumetti, nel suo complesso questo fu/è un numero decisamente comico, più comico che tragico).

    Segue il bistrattato Urk, un numero bizzarro di cui non ho un'opinione. E' giustamente bistrattato, i disegni iconici (per citare Grrodon) dovrebbero far pizzicare al lettore il senso di figo, ma alla lunga vedere ogni personaggio (anche la comparsa) mettersi in posa fa pizzicare un altro senso, quello del ridicolo. E anche Artibani, qui, non mi sembra al suo meglio: la disposizione delle vignette e soprattutto dei balloon rende difficoltosa la lettura. Ha preso la sistite? O forse è colpa di Ghiglione, indubbiamente più adatto alle copertine che alle sceneggiature?
    Immagine Immagine
    A proposito di copertine, quella di questo numero è famosa per citare la copertina di Nathan Never n.24, la cui trama non c'entra niente con quella di Urk.
    Forse.
    Quel numero neveriano (prima parte di una doppia) è un omaggio al fantasy, a Moebius, alla fantas(y)ia come rifugio dalla realtà. PKNA e Artibani omaggiano l'omaggio ribaltandolo, e ci raccontano di un Urk che proviene da un mondo fantasy apparentemente bello e incantato (e in cui gli Evroniani sono buoni!) ma che così non è perché l'uomo - e non l'alieno - è cattivo ovunque (e tutto il multiverso è paese). Il manicheo Urk (per il quale bene e male sono due cose distinte) si ritrova quindi in un universo non troppo diverso dal suo, ma che per lui è "cattivo" e in cui gli eroi non sono acclamati e riveriti, ma sbeffeggiati e additati come correi. In un contesto simile, l'irochese non può che trovarsi spaesato (troppo spaesato, anche per i lettori; il motivo per cui, a mio avviso, verrà utilizzato pochissimo).
    Chiaramente quando si parla di rifugio dalla realtà nella fantasia il discorso non può che includere al suo interno elementi come tempo e nostalgia (Nathan Never è il nostalgico per antonomasia). Allora mi piace pensare che non sia un caso che l'elemento scelto da Artibani per nutrire la creatura sia il tempo, e che il tutto sia raccontato sotto forma di horror (di serie b, ma è fatto apposta): cosa c'é di più orribile del tempo che non c'é più? E qui viene automatico pensare ai personaggi rapiti dalla creatura: il vecchietto (a cui viene tolto il poco tempo rimastogli), il bambino (il quale avrebbe avuto tutta la vita davanti) e persino il Boss, che non vedremo più forse perché inconsciamente si renderà conto che fingere di vivere "fuori dal tempo", in un tempo cristallizzato (Elvis), è da babbei. Se così fosse, avremmo risolto anche un problema di continuity :P .
    Inoltre è interessante notare come le vittime della creatura succhiatempo abbiano caratteristiche simili ai coolflames: rimbambimento e assenza di emozioni. Si "spengono", cioè. E pensare che nell'universo di Urk gli Evroniani portano progresso e vita! Doppia fregatura per l'irochese e perfetto compimento di quel "manuale del ribaltone" che è questo episodio, da un lato giustamente bistrattato e bistrattabile e dall'altro pieno di chiavi di lettura e curiosità. Ad esempio, Urk è una città olandese (nord europa, altro ribaltone artibaniano) che è stata un'isola fino al 1942 e poi unita forzatamente al continente (un po' come Urk personaggio è stato attratto forzatamente al nostro mondo).
    Vabbè, basta. Termino questo mio lungo sproloquio con una nota di contimuity, la Lyla che disubbidisce e getta l'esca per l'albo successivo.
    Questo, intanto, si completa con la prima PkMail tripagine, dedicata nientemeno che alla cosa più bella del mondo dopo PK, ossia le ragazze (coincidenza, oggi è l'08/03, auguri!) e con Angus Tales - Cani, altra egregia e spassosa prova del Magnifico Duo. Coincidenza nella coincidenza, anche in Cani il genere femminile svolge un ruolo importante, anche se non proprio positivo :D .

    A questo punto, una domanda sorge spontanea: dov'é finito Catenacci? Nei tre numeri succitati sparisce dal colophon. Aggiungiamoci uno Scarcella che compare solo nello Speciale e il coordinamento che passa, nel #11, da Sisto a Stenti, e abbiamo così l'idea di un PkTeam in continua mutazione, a cui va dunque riconosciuto (a posteriori) il merito di aver mantenuto per parecchio tempo, nonostante la vita frenetica di redazione, una certa stabilità.
    Questa premessa mi torna buona per collegarmi a Il mondo di PK, cinquina di tavole uscita su Disney MEGAzine n.36 e scritta e coordinata, guardacaso, da Stenti. Disegnate da Dio Sciarrone con uno stile che fa smascellare per quanto è bello, si tratta di cinque tavole collegate soltanto dalla "gag a puntate", posta sotto i cinque titoli, in cui Paperino (disegnato in maniera leggermente stilizzata) [spoiler]si traveste da PK per una festa in maschera[/spoiler]. Ognuna delle tavole fa però storia a sé. Nell'Atto I Paperinik e Uno titubano di fronte alla terribile minaccia del prodotto scaduto. L'Atto II è la famosa cazzatona lollona con l'Evron Bungee. Nell'Atto III Uno se la sghignazza (e il lettore con lui) rallentando l'ascensore in cui due imbarazzati Paperino e Angus non sanno cosa dirsi. Nell'Atto IV viene introdotto un temibile cameriere alieno, personaggio purtroppo mai più ripreso. Ciliegina sulla torta, il mitico Atto V, in cui un nervoso Razziatore cerca, e finalmente trova, [spoiler]il bagno[/spoiler].

    Non pago di ciò, la settimana successiva Stenti torna alla carica, su Disney MEGAzine #37, con ben tre paginette illustrate da Celoni. Il gioco si fa duro riprende da Terremoto la massima del "non sempre ciò che è logico è giusto" e insegna che per giocare la schedina è meglio seguire il cuore; Mossa letale è una cosa lollosa che mi fa ridere ogni volta che ci penso: merito di un grande Celoni, che fino alla fine tiene alta la suspence, e dell'alto grado di immedesimazione che il lettore, specie se impedito come il sottoscritto, prova nei confronti del fantozziano Paperinik, a cui si sono intrecciati i diti. Incubi galattici è una storiella onirica, in cui lo stile sbausciato di Celoni calza a pennello, ed è pure un tassello importante per la continuity pknaica, che viene connessa a sorpresa a quella classica topolinesca grazie alla presenza di elementi quali i nipotini e la cara, vecchia amaca da giardino.
    Immagine
    Ottimo lavoro.
  • PK Il Mito #5 - La Vendetta Perfetta

    Immagine

    Le Sorgenti della Luna, Trauma, Urk: sono questi i tre albi pikappici raccolti nel quinto numero dell'ottima ristampa del Corriere, in perfetto ordine cronologico. Io mi metto nella schiera di chi non ama particolarmente la prima storia, per quanto prosegua in modo interessante la sottotrama dell'esercito e presenti anche un paio di buoni dialoghi con Xadhoom. Non mi ha mai conquistato particolarmente, forse sarà per via dello scenario africano, o forse i disegni di Guerrini, boh. Anche Urk non la annovero tra le mia avventure preferite di PKNA, e lì forse a colpa è da attribuire al fatto che non sono mai riuscito ad affezionarmi al personaggio di Urk. Oltre che, sicuramente, a causa dei disegni -_-
    Ma Trauma... be', Trauma. Che altro dire che già non è stato detto? L'esordio di Tito Faraci sulle storie lunghe di PK non poteva che essere migliore, penso di ritenerla a tutt'oggi una delle tre migliori storie in assoluto di tutto PK e probabilmente una delle tre migliori storie di Tito che ho letto. C'è tutto: eroismo, ironia intelligente, scene mozzafiato, disegni perfetti e meravigliosi, una tematica profondo sviscerata in modo degno... tanto di cappello, davvero.
    In coda a ciascuna delle tre avventure lunghe, analogamente agli albi originali, sono presenti anche le prime 3 Angus Tales firmate da Faraci, che rimangono incredibilmente fresche e assolutamente divertenti ancora adesso. Quello stile di sceneggiatura che ricalca certa narrativa noir, con il parlare in prima persona da parte del protagonista, e il disegno di Silvia Ziche adattissimo anche per via dei colori, rendono quelle storie dei gioielli e, come dice max brody giustamente, delle pietre angolari di un certo modo di scrivere.

    Non è un caso, infatti, se i contenuti speciali del volume siano tutti dedicati a questa storia: invero sono solo due, oltre all'editoriale iniziale che parla di tutti e tre i numeri contenuti.
    Abbiamo tre interessanti pagine inedite in cui viene riportata gran parte della descrizione di Trauma scritta ai tempi di Faraci per la redazione e il disegnatore, che sicuramente ci offrono con chiarezza l'immagine che aveva in mente lo sceneggiatore; ma soprattutto in coda è presente un'articolata intervista a Faraci stesso, che ha modo di descrivere il suo avvicinamento a PK, l'atmosfera che si respirava in Disney in quegli anni, il periodo magico che stava vivendo professionalmente in quella metà degli anni '90, le potenzialità innovative per il fumetto Disney offerte da questo progetto, la genesi di Trauma, l'amore per il noir e l'hard-boiled riversato nelle Angus Tales, la complicità tra autori e lettori e cosa gli ha dato PK dal punto di vista lavorativo. Inoltre, c'è anche un bellissimo e condivisibile pensiero sullo scrivere per un certo target (scrivere per ragazzi non è una cosa che limita, ma significa semplicemente avere un pubblico in più).
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Seppur in altre faccende affaccendato, non ho dimenticato PKNA. Ho dovuto però lasciarlo in sospeso per un po', pertanto debbo ricorrere nuovamente alla maratona bisettimanale.

    PKNA #12 è un signor albo. Si parte con l'editoriale più delirante di questi primi numeri (cito: "Come? In vita vostra non avete mai visto un androide? E nemmeno un droide? E neppure un oide? Strano, perché di androidi (di droidi e di oidi) è pieno il nostro pianeta. Basta guardarsi in giro. Riconoscerli è facilissimo. E' sufficiente fissare intensamente una persona e domandarsi: sarà un droide? Se la risposta è sì, vuol dire che lo è: impossibile sbagliare."), e a questo punto sorge spontanea la domanda: chi li scriveva? Onestamente li trovavo, e li trovo, al limite della genialità. Come la posta, d'altronde, che, da questo numero in poi, finito quello che si può considerare un periodo divertente ma di rodaggio, entra definitivamente nel mito. Il restante condimento del numero è costituito da una paginetta su Time0 (il vero approfondimento arriva due numeri dopo), due extra e la cancellazione di Elena Orlandi, coordinatrice segreteria, dal colophon del PkTeam, virtualmente sostituita dai carzelloddi, qui al loro debutto. La polpa dell'albo, Seconda stesura è una di quelle storie che da ragazzino mi lasciarono meravigliato e incantato. Dopo averci messo un'interminabile ora per andare e tornare dall'edicola in centro, mi rifugiai nella tenda da campeggio allestita nel corridoio di casa e mi lessi avidamente questa sorta di fiaba tecnologica, dai disegni splendidi e in cui tutte quelle cose per cui ero all'epoca ero in fissa - come i viaggi nel tempo, i paradossi, le dimensioni parallele, i robot - si fondevano in una storia strana e spiazzante, che contribuiva a rendere ancora più figo l'universo del mio fumetto preferito.
    Oggi, che sono cinico e disilluso e, soprattutto, ho ben impiantati in testa Blade runner e la serie di Nathan Never, storie come Seconda stesura sono quelle che più mi creano preoccupazioni, essendo quelle che più corrono il rischio di farsi ritrovare (da me) invecchiate e sempliciotte. E, in effetti, la fine di Geena non mi ha coinvolto più di tanto. Ma, leggera frettolosità a parte, questa Sisti/Sciarrone scampa al pericolo e mi si ripresenta in forma e ancora piuttosto spiazzante (in particolare l'incipit è davvero ben fatto).
    Comincio a pensare che le storie sui viaggi nel tempo siano, al contrario di quello che pensavo, quelle che invecchiano meglio, proprio in virtù del loro essere inevitabilmente legate al (e contemporaneamente slegate dal) contesto. In appendice, Angus Tales - Il posto sbagliato forma, con le due Tales precedenti, una tripletta formidabile, Storia della Comicità.

    Una PkMail, come detto sopra, da sghignazzo ormai perpetuo, fa da apripista a La notte più buia, una buona storia natalizia in chiave pknaica, molto interessante a livello di sperimentazione grafica, e che, secondo muà, ha l'unico difetto di proseguire/aprire una sottotrama che non sarà mai chiusa, quella della scomparsa di Norman Bates Russel, lui sì davvero "missing". Un elemento dimenticato che fa sì che questa storia cordariana, al solito cinefila e citazionista (ancora Apocalipse now), sia generalmente vista come inutilina. Un po' lo è, mentre a non essere inutile è proprio la sparizione del buon Russel, che in fondo rimane un elemento insolito - e piuttosto "cupo" - per un fumetto Disney, su cui si può fantasticare.
    Da segnalare il Commercial Duckburg Centre, che nel numero successivo diventa il famoso Duckmall Center. Ma no, è più probabile che nella consumista Paperopoli i centri commerciali si moltiplichino come funghi.
    Gli extra praticamente non ci sono, una scheda sul vecchio Clint e un dimenticabile, in quanto forzatamente assurdo, Angus Fangus News (che avevo rimosso), che involontariamente ci fa capire che il tempo delle Tales è agli sgoccioli: Angus Tales - Il grande scoop è un'only Ziche dall'umorismo meno demenziale di quello faraciano, ma, primo comunque, divertente. E, secondo comunque, le Tales sono dei gioiellini nel loro complesso.

    A questo punto, è arrivato il momento di prosciogliere Artibani da ogni accusa. Per troppo tempo si è considerato Carpe diem, uno dei suoi lavori più famosi, un capolavoro zeppo di errori. Non è così: anche in PKNA - cosa che io non ricordavo - viene sfruttato il concetto di multiverso, o di "universo di universi", come scritto nel PkProject. Un concetto appartenente all'ambito della parascienza, la scienza soltanto ipotetica che ancora non siamo in grado di dimostrare, e spesso sfruttato da tanta fantascienza, anche a fumetti. Non essendo dimostrabile, per rappresentarlo occorrono licenze poetiche, che spesso danno vita a fraintendimenti, apparenti omissioni, parvenze di illogicità, ecc.ecc. Invece tutto è chiaro, e non mi dilungo perché l'hanno già fatto Groodon e altri pagine indietro (a dimostrazione che il passato interviene comunque su un qualche futuro, ipotetico per qualcuno e reale per qualcun altro :fire: ). Sta di fatto che Artibani e il PkTeam possono essere accusati soltanto di essersi spiegati con circonlocuzioni e perifrasi contorte, il primo nella precisazione uscita su PKNA #16, il secondo nel già citato PkProject, e pertanto di avere contribuito a generare più caos di quanto in realtà ce ne fosse.
    Premesso questo, l'episodio è ormai mitologico e si presta a poche critiche, se non a nessuna. Anche perché Barbucci, se già fa sbavare chinato dalla Migheli, colorato dalla Canepa provoca sindrome di Stendhal e pianti di gioia. Arriva Trip! - Padri e figli, peraltro, è pure divertente. Che volere di più dalla vita?

    Risposta: Motore/Azione, ossia l'apoteosi della comicità del dinamico duo, in un'esplosione di demenzialità in continuity che chiude, virtualmente, un percorso incominciato con le Angus Tales. Dopo questa storia, infatti, il duo si dividerà e proseguirà per vie diverse.
    Non c'é da dire granché su questo numero, bisogna solo leggerlo, lasciarsi distruggere la pancia dalle risate e trarne tormentoni come il sottoscritto ha fatto (e continuerà a fare) dal Febbraio '98 in poi. Il duo Faraci/Ziche, a modesto parere di chi scrive, ha fatto una gran cosa con le loro storie in combine su PKNA: ha deriso un fumetto dall'interno, facendone parte, e portandolo comunque avanti, riprendendo e aggiornando personaggi e trame, e aggiungendone di nuove/i. E questo prima di Ortolani, che a quei tempi derideva fumetti non suoi.
    Cos'altro aggiungere? Che da questo numero Cordara è incluso nel PkTeam; che, sempre da questo numero, iniziano le missioni Action Hero; che
    Grrodon ha scritto:Il fatto è che sebbene al termine di Evroniani Sam Plot fosse guarito, qui lo vediamo senza fiammella ma tutt'ora emozionalmente spento. E la stessa cosa vale per Brad Van Beck, per cui si potrebbe pensare che anche se passata, la semi-coolflamizzazione lasci comunque degli strascichi. Con Sean Leduck invece le cose sono differenti, in quanto il personaggio sembra comportarsi come sempre e le sue scempiaggini sono da imputare al carattere (nonchè allo humor del racconto). Perdipiù Uno continua a riferirsi a Sam Plot e Sean Leduck come "rari esemplari di semi-coolflame", come se i due soggetti non si fossero mai risvegliati dal loro stato catatonico. Insomma, come stanno veramente le cose?
    il destino di Van Beck, Leduck e soprattutto Plot rimane volutamente ambiguo, così da sfottere una volta di più l'ambiente dello star system e della televisione; che le due paginette su Patemi sono lol, ma c'é un errore (i due Perceval dizigoti definiti "cugini" in una colonna); infine, che Arriva Trip! - Ennesima potenza è altrettanto lol.

    Con due capisaldi come Carpe diem e Motore/Azione, termina un primo periodo aureo per PKNA. Tutte le basi e le premesse necessarie sono ormai state poste, i personaggi sono autonomi e ci si può permettere quindi di divagare e approfondire sentimenti, relazioni, umori, lasciando un po' in disparte le supertrame. Come quasi sempre accade quando si guarda nell'abisso dell'anima, l'abisso guarda in alto ed emerge, irrorando tutto e tutti con il suo gelido caos (la cosa dell'abisso è ©F.Nietzsche, quella del gelido caos è una ©cosa_che_mi_è_venuta_al_momento).

    Ecco, dunque, che la copertina di Manutenzione straordinaria è di Barbucci (e Monteduro), ma sembra quasi di Limido. I testi del fumetto sono invece di Sisti, ma sembrano quasi di Artibani. Forse a causa dei disegni di Pastrovicchio, che, comunque, sono chinati da Gian Marco Villa e non sembrano sempre di Pastrovicchio. Nulla è quello che sembra in questo numero, fra cadute che non sono tali, minacce usate come giocattoli, eventi casuali che paiono complotti e identità confuse con altre. L'episodio stesso cos'é? E' comico? E' drammatico? E' entrambi? Opto per la terza. O per la quarta:
    Morgan Fairfax ha scritto:E' così che manutenzione straordinaria ci fa scendere nei recessi di un edificio di 150 piani (+ 1) nel modo più conforme possibile alla natura di PKNA, fumetto post-moderno per eccellenza.
    Lo fa con ironia. Anzi, con iper-ironia, mettendo alla berlina la maestosità di hangar pieni di armi di distruzione di massa, evitando l'effetto "accidenti quant'è grande e pericoloso quel coso", evidenziando la sostanziale follia di Ducklair senza intimorirci mai più di tanto.
    Voce ironica e disincatata (dunque propriamente post-moderna) non è solo quella di PK (su questo ci torneremo molte volte, per ora limitatevi a rileggere lo speciale estivo "SUPER") ma anche quella di Angus Fangus che "vede tutto e non capisce niente", interpreta quel che osserva alla luce di schemi decodificatori dall'intrinseca comicità e decostruisce quel che vede nel modo più schietto e pungente possibile (un armamentario come quello di Everett, "giustamente", non può non servire a conquistare il mondo e la sua prima preoccupazione sono i fondi neri e le contabilità segrete del geniale magnate).
    è postmoderno (Angus si comporta esattamente come i "diabolici" del Pendolo di Foucault).
    Ma vada per la quinta: è un signor episodio. E Arriva Trip! - Ultimo minuto com'é? E' ottima come le due brevi precedenti? Sì? E allora perché mi piace meno di quelle due?

    Le certezze crollano. Su Disney MEGAzine #58 la Pikar è verde e ha gli spuntoni e spiattella Pikappa sul muro. Uno è un'intelligenza vivente, ma non sa lavare i vestiti. (Accade in L'auto del futuro e in Mossa a sorpresa, entrambe a firma Artibani/Guerrini, aka le ultime storielle pikappiche per DM).

    Il relativismo regna sovrano. Xadhoom sbrocca, la Flagstarr odia X-Files, Uno dimentica di avere avuto ospiti a casa solo pochi numeri prima e la gente si lava nelle cabine telefoniche. E la copertina del Pastro non è colorata da Monteduro, ma dai ragazzi di Massimo Carrier.
    In tutto questo marasma, due sole certezze. Prima, la preview del numero precedente ("Contro la feccia extraterrestre") è da brividi. Seconda, anche Stella cadente è da brividi, non foss'altro (qui non sono d'accordo né con Grrodon né con Vertighel) per i disegni di un Mottura assolutamente perfetto per una storia sporca e cattiva come questa.

    Per chiudere il post con un climax diretto verso la dannazione torno un attimo al passato:
    Grrodon ha scritto:In chiusura c'è Ultimo Minuto (Artibani/Barbucci), terzo e ultimo episodio della miniserie Arriva Trip! che propone deliziosamente un inedito modo di viaggiare nel tempo. Quello che fa tornare indietro le lancette dell'orologio, come se si trattasse del nastro di una videocassetta. In questo modo non c'è il rischio di incontrare sé stessi e non serve dover tornare al presente visto che si tratta di pochi minuti. Affascinante come cosa, ma siamo sicuri che Artibani al momento della creazione ci abbia pensato e che non sia un altro svarione in stile Carpe Diem?
    Azzardo l'ipotesi dello svarione, più che altro perché questo modo di viaggiare nel tempo cozza con quanto visto in Ennesima potenza, dove millemila Trip si incontrano fisicamente (anzi, si menano proprio) e non si sostituiscono all'istante (come invece succede in Quantum leap).
    Magari si può ipotizzare che in Ultimo minuto di volta in volta Trip imponga al sé stesso passato di dargli il cambio (col sé stesso passato che, di volta in volta, prosegue la sua vita in un'altra linea temporale). In fondo la sceneggiatura, dal ritmo piuttosto veloce, non ci mostra tutto, ma lascia sottinteso appunto per creare l'effetto "rewind".
    Ultima modifica di max brody il mercoledì 28 marzo 2012, 11:29, modificato 1 volta in totale.
    Immagine
    Ottimo lavoro.
  • PK Il Mito # 6 (Ho Sposato la Notte) - 7 (Distanze Siderali)

    Immagine Immagine

    Il sesto volume della ristampa pikappica contiene un concentrato di qualità incredibile. Seconda Stesura e Carpe Diem sono infatti tra le migliori avventure di tutte e tre le serie di PK, entrambe legate a crono-pasticci ed entrambe scritte divinamente e disegnate in maniera magistrale. Lodi sperticate a Sisti/Sciarrone e ad Artibani/Barbucci, davvero. La Notte più Buia, invece, non mi ha mai entusiasmato troppo, nonostante la citazia al Dark Knight Returns di Miller nella compagna femminile di Paperinik. Le due Angus Tales e la prima Arriva Trip! sono poi dei veri gioiellini di comicità e sperimentazione grafica che rimangono ancor oggi attuali e fresche. Faraci, Artibani, Ziche, Barbucci... mani abili in un periodo di fermento creativo potevano dar vita a cose del genere.
    Per quanto riguarda i contenuti speciali, invece, sono un po' meno soddisfatto: bella l'introduzione, anche se ormai si è impostata più come sommario discorsivo che altro, e in coda al volume è anche interessate trovare la riproposizione di un articolo di Sisti dove descriveva Time 0. Però non è inedito. Infine c'è l'intervista a Marco Ghiglione, che come tutte le interviste di questa collana ha sempre ottimi dietro le quinte da proporre, e in questo caso pure molti disegni inediti per la fase di studio della serie.
    Ma nient'altro.

    Molto meglio, da questo punto di vista, i contenuti speciali del settimo volume. Si parte con la pubblicazione dell'intero soggetto originale di Urk inviato via fax da Artibani alla redazione nel lontano 1997, che è sicuramente una chicca intrigante per i pker più accaniti. A seguire la descrizione del personaggio di Xadhoom secondo il PKTeam, con delineate le fasi salienti della sua vita all'interno della serie (onesto e apprezzabile il "warning" antispoiler a inizio articolo), ricco di schizzi e bozzetti di Sciarrone, Santillo, Intini, e infine l'intervista a Silvia Ziche che è una delle più interessanti tra quelle proposte finora. La Ziche argomenta molto bene le sue scelte lavorative, le sue preferenze, il feeling con Faraci, la sue origini dalla satira, la sua esperienza con le Angus Tales, e soprattutto traccia un quadro molto dettagliato e condivisibile sull'animazione Disney che devo ricordarmi di far avere a Grrodon in qualche modo perchè penso gradirebbe.
    Poi ci sono le storie, ovviamente: gli ultimi due Arriva Trip! (divertentissimi!) e poi vere e proprio perle come Motore/Azione di Tito e Silvia, Manutenzione Straordinaria di Sisti e Pastrovicchio e Stella Cadente di Sisti e Mottura. Se la prima del filotto è negli annali come una delle storie più spassose di tutto PK, che senza rinunciare comunque all'avventura riesce a sfornare un concentrato di ironia e comicità inarrestabile, la seconda riacquista una patina più seria con un'esplorazione della Ducklair Tower e dell'animo di uno di personaggi più misteriosi tra i comprimari della serie. La terza la ricordo soprattutto per le ottime matite di Mottura, che regala tavole meravigliose, ma anche la storia aveva un suo perchè tra citazioni ad X-Files e un'ulteriore analisi del personaggio di Xadhoom.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Il periodo di incertezza del mensile, in bilico fra la cupezza delle storie e la esorcizzante demenzialità delle rubriche, prosegue con Antico futuro. Un albo che io ricordavo scritto da Artibani (a confondermi è sempre stata la quasi contemporanea Pippo e i cavalieri alati, altra forcelloniana fantasy) e che invece è del redattore Cordara. Un albo che, messo dove lì dove è messo, ci sta benissimo. Incertezza e smarrimento dominano in tutto l'episodio, fra un universo fantasy messo tanto per mettercelo (non per niente è un concentrato di topos e cliché: a quelli segnalati da Grrodon aggiunto i MOEBIanti) e una Lyla stranamente stronza (e che infatti non è Lyla). Lo stesso universo alternativo è dipinto come un guazzabuglio di civiltà, razze, usi e costumi; un universo caotico in cui, paradossalmente, a portare ordine e pace è... un "cattivo"! Se non è metanarrativa, questa, sparatemi.
    Il Forcelloni di quegli anni mi piace, anche se lo preferisco chinato da sé (si è mai chinato da sé?). Idem per il Pastrovicchio del numero successivo. Causa chine altrui, alcuni loro primi piani sono un po' sbilenchi.
    Che altro dire? La copertina del Masta è stupenda, c'è una bella infornata di foto heroiche, lo spot agli extrarredi pknaici allegati a Rocchetta, e, in appendice, Starring the great Burton La Valle - Techno gorilloidi mutanti del pianeta Zontar scritta da un Salvagnini che poco c'azzecca con PKNA e disegnata da un Mottura che oggi adoro.

    Il titolo non inganni: Zero assoluto è geniale, nella sua semplicità, e contiene una marea di riferimenti, elementi, personaggi, riferimenti a personaggi, riferimenti ad elementi, riferimenti a riferimenti ecc., che a un certo punto ci si perde e occorre fermarsi a fissare le stelle per fare il punto della situazione. Gli Evroniani non attaccano più direttamente: perché? Il Razziatore è un nemico o un potenziale alleato? Xadhoom è sbroccata del tutto già una volta: sarà affidabile al 100%? Lyla ha mostrato più volte di essere manipolabile: ci guarderà sempre le spalle? Urk è "uno di noi"?
    Nell'ideale seguito di Trauma, Faraci prende l'eroe, che ormai non ha più paura di aver paura, fa la conta dei suoi amici/alleati a disposizione e porta tutti ai confini dell'universo conosciuto (ai piccoli, fragili uomini, fra cui - lo vediamo nel Pioneer IV - Faraci stesso), in un viaggio che non è altro che un test. Un test per l'eroe, ma soprattutto per gli amici e gli alleati dell'eroe. Amici o alleati? Lyla supera il test: a volte fa troppo la saputa, ma è anche un'amica, ormai lo si può dire. Urk non lo supera veramente, quel test: è solo un alleato momentaneo. E Xadhoom? Chissà dov'é, a cercare quel che non può trovare. Per sua fortuna ha un paio di amici su cui contare che lo trovano per lei.
    Ma il test è valido anche per l'eroe, l'unico dei quattro (cinque, sommandone Uno a quelli citati) a provare umana paura. Dell'ignoto, del nemico, di tutto. O quasi: Paperinik è l'unico dei quattro (dei cinque, pardon) a non avere paura dell'umanità; è l'unico dei cinque che, anziché imparare ad aprirsi agli altri e fidarsi, deve imparare il contrario (zero assoluto è anche la temperatura del cuore di Urk e delle creature di ferro e silicio come Uno e Lyla). Non lo imparerà mai del tutto, fortunatamente. Ma qui il vecchio mantello tarlato prende coscienza di potersela cavare senza qualcUno che lo segua costantemente, come ai vecchi tempi. Tanto, mal che vada, ci sarà sempre qualcun altro (sarà così anche in PK2).
    Per rappresentare tutto questo, Faraci sceglie la via del genere predefinito, la fantascienza, stavolta, che fra tutti è quello che meglio si presta all'analisi dell'umanità (questi paperi ne hanno da vendere). E se non è l'inizio (quello è con Topolino e il campione terrestre e con la rivisitazione del noir con Rock Sassi, Manetta e le Angus Tales), questo numero è comunque un punto di svolta del suo percorso narrativo personale, sorta di seguito (come detto sopra) di quell'altro punto di svolta che era stato Trauma, ma, rispetto a quello, arricchito di spunti e più completo. Un percorso che lo porterà ad abbattere del tutto le distinzioni fra generi (la fantascienza, di per sé, è già un ibrido), stili e addirittura media, arrivando a disneyanizzare Dylan Dog e Martin Mystère e a mischiare PKNA e Bonelli in quell'esperimento sociologico (sul lettore) che sarà Brad Barron.
    Insomma, questo numero è un check point, una sorta di ripartenza. Una sorta di numero Zero. Zero Assoluto.
    Il quale presenta, inoltre, il debutto del sito internet (che a suo tempo riuscii a visitare velocemente una o due volte), altre foto heroiche e Starring the great Burton La Valle - Questa calma non mi piace, troppo 'topolinosa' per PKNA, nonostante gli acquerelli sbav di Mottura.
    L. Vertighel ha scritto:Capolavoro. Punto. La recensione potrebbe fermarsi qui. Non riesco a immaginare termine più adatto per classificare ciò che sto per descrivere.
    Addirittura? Evidentemente sono diventato proprio un insensibile, ma anche in questo caso non sono troppo d'accordo. Sì, Mekkano è una bella storia, divertente e toccante quel tanto che basta, e Gorthan è un gran bel personaggio, così come pure il robot del titolo, col suo font già pronto per essere doppiato da Alessandro Rossi. Ma, sarà che a me Le petit Prince piace e annoia al tempo stesso, non riesco proprio ad esaltarmi all'impazzata per questo episodio. Lo trovo un bell'episodio "medio", quasi l'archetipo del bell'episodio "medio" di PKNA, questo sì. Un bell'esercizio di stile, ecco. Sotto questo aspetto mi piace, e non poco, amando io gli esercizi di stile fatti bene. Però non mi commuove. Evidentemente sono diventato proprio un insensibile.
    Tanto insensibile che, anche se la gag del cane mi sollazza, e se Mottura blobboso mi garba parecchio, trovo la miniserie di Burton La Valle quasi fastidiosa. Starring the great Burton La Valle - La minaccia dei Sub-Paperoidi Auto-Reverse segue il copione 'topolinoso' delle due precedenti. Voi mi direte: stica del contesto, giudica la storia in sé. Eh, lo so. Ma non riesco a non percepire questa mini come fuoriposto (Mottura a parte). Mah.
    Chicche del numero: primo aumento di prezzo (lit. 3800-->lit. 4000); copertina stylosa di Sciarrone&Monteduro; editoriale culinario delirante (garzelloddi rulez); paginetta Action Hero; paginetta speciale Internet, sito ufficiali e siti ufficiosi; posta con annuncio-spot dello Speciale 0/1, "occultato per tutto questo tempo in una cella criogenica nei sotterranei della Ducklair Tower" :asd:
    Immagine
    Ottimo lavoro.
  • PK Il Mito # 8 - Profumo di Stelle

    Immagine

    Antico Futuro, Zero assoluto, Mekkano. Come dire: il fantasy che non ti aspetti (e che non ci sta), la malinconia e l'abilità faraciane e la poesia di un alieno contaminato dall'umanità.
    Se infatti nella prima avventura ristampata in questo ottavo volume abbiamo un inusuale scenario alla Signore degli Anelli, che cozza eccessivamente contro le atmosfere tipiche della serie e che non vengono aiutate da un Forcelloni che non riuscirò mai a vedere bene su PKNA, nelle successive due ecco che Paperinik vive due storie con la S maiuscola. Si riforma il duo Faraci-Pastrovicchio che aveva fatto meraviglie su Trauma e che qui, pur con una storia che non tocca quelle vette, riescono ancora una volta a toccare le corde dei sentimenti nei personaggi che muovono. Più che Paperinik, in questo caso Urk è oggetto dell'analisi, che qui viene esaltato nel suo atteggiamento anche grazie alle tavole-flashback che sono magistrali.
    Infine Mekkano è l'esordio di Bruno Enna su PK, come ci ricorda anche l'editoriale del volume, e costituisce un ottimo biglietto da visita vista la poesia che si respira nell'avventura, e l'indagine psicologica condotta su Paperinik e soprattutto su Gorthan. I disegni sperimentali di Freccero spaccano.

    I contenuti speciali del volume continuano ad essere il piatto forte dell'iniziativa, specie per chi già conosce le storie. In questo caso abbiamo ben 7 pagine in cui viene analizzata step by step la realizzazione della vignetta d'esordio di Xadhoom, partendo dal bozzetto di Sisti per arrivare ai vari studi e prove di disegnatori incaricati di rendere su carta il dirompente arrivo di uno dei comprimari più fragorosi della serie. Un contributo molto interessante e ben descritto, complimenti ai curatori, a cui fa seguito l'intervista della settimana, stavolta dedicata a Lorenzo Pastrovicchio, che poche settimane fa intervistai pure io ;) Qui Lorenzo parla molto di come fu per lui entrare nello staff di PKNA quando aveva pochissimo lavoro disneyano alle spalle e una forte influenza derivata dai comics supereroistici americani, parla del connubio con Faraci e commenta soddisfatto quanto gli abbia dato personalmente e professionalmente l'esperienza su PK, analizzando anche le differenze di lavoro quando si dedicò a "Topolino".
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • E arrivò, finalmente, il fantomatico numero 0/1, aka Speciale 98. Cominciamo dagli extra. Prima del fumetto c'é un editoriale come al solito allegorico e degno di nota, oltre ad un colophon in cui spicca l'assenza della De Poli. Dopo il fumetto (così serioso e malinconico) si scatena la demenzialità più sfrenata. Forse troppo. Nella PkMail-speciale posta telematica le risposte sono un po' più forzate e un po' meno divertenti della media. Seguono poi uno speciale souvenir e il primo PkTravel, dedicato alla Parigi ospitante il mondiale di calcio 1998. Ne viene fuori una cosa piuttosto concisa, ma spiritosa al punto da divenire, tempo dopo, rubrica semifissa della serie regolare. Il reportage sui finti souvenirs, invece, è divertente più nell'idea che nell'effettiva realizzazione. Chiude il tutto una deliziosa doppia pagina stralciata da uno dei tanti TelePaperPiù che infestano le edicole, che ci mostra le 24 ore tipo del palinsesto di Channel 00. Un'ennesima apoteosi della demenzialità pknaica.
    A pareggiare tutto questo, il fumetto si presenta particolarmente serio nonché sottilmente angosciante, al punto da colpire anche un cinico insensibile come il sottoscritto. In Zero barra uno i rimorsi di Paperino, che ha giustappena cambiato vita, sono il filo conduttore di una carrellata di storie brevi, le quali sono o gioiellini o perlomeno belle. Archie di Faraci-Mottura e I conti tornano di Enna-Ziche sono due gioiellini, anche se per motivi inversi da quelli che ci si potrebbe attendere ripensando alla carriera dei due sceneggiatori. 87 bis di Artibani-Mastantuono e Rinascita di Cordara-Forcelloni sono due belle storie, apparentemente inutili o fuori posto, ma che proprio per il senso di straniamento che le accompagna colpiscono allo sterno e forse anche più in basso (Paperoga coolflame è memorabile). Addio! è un altro gioiellino, opera di due ospiti illustri quali Marconi e Cavazzano, che chiude il cerchio degli addii. Sì, perché le cinque storie altro non sono che il saluto di Paperinik al suo vecchio mondo topolinesco, fatto di stivaletti a molla, amicume e parentame, cattivi babbei. Un addio circolare, che percorre l'intero cast della storia tipo di Paperinik pre-PKNA, partendo dalla spalla (Archimede), passando per colui che nelle storie di Martina e Pezzin fungeva spesso da casus belli (lo Zione), arrivando quindi allo stolto supercattivo di turno (Agenore Brazoff) e da qui restringendo la camera attraverso il parentame (Paperina,Paperoga,Gastone,i niponini) fino al primo piano di quella "X" che rappresenta il punto di contatto più vicino fra Paperinik e il suo vecchio, piccolo mondo. Un addio (in realtà un arrivederci), quello dato alla 313, reso particolarmente toccante da un Giorgione in stato di grazia (che per lui rappresenta la condizione standard) e dalla scelta di sfruttare al massimo il lato "cartoonesco" della vicenda, reso possibile dal particolare design del vecchio catorcio messicano.
    Una vicenda, quella di Addio!, che però crea problemi nella collocazione temporale degli avvenimenti. La storia collage di Stenti e Sciarrone, Zero barra uno, è difatti strutturata in modo tale da situarsi perfettamente fra l'ultima tavola del #0 e la prima tavola del #0/2. Tuttavia è difficile pensare che le prime quattro storielle si siano svolte nel mezzo degli avvenimenti di Evroniani, soprattutto considerando che quella del #0 è una vicenda veloce, che si dipana nel giro di un tempo cronologico relavitamente breve. Se a questo aggiungiamo che l'avvicendamento fra 313 e Pi-Kar avviene durante il #0/3, pare proprio che qualcosa non torni. Si potrebbe ovviare al tutto cercando di interpretare le cinque brevi come cinque flashforward della storia principale, ma Paperino e Uno ne parlano come di eventi già accaduti. L'alternativa è tagliare la testa al toro e considerare la storia principale come ambientata in un tempo indefinito (oppure nel tempo reale, fra #20 e #21), e la corrispondenza con la fine e l'inizio rispettivamente di Evroniani e de Il vento del tempo come pura casualità. In questo caso le cinque brevi sarebbero dei normali flashback, ma si perderebbe il fascino del flashbackone da situare nello spazio vuoto dello zerobarrauno. Questa, però, è probabilmente l'opzione più plausibile; d'altronde, come ripetuto anche nell'editoriale, lo zerobarrauno non esiste!
    [Edit dell'ultim'ora: sul Papersera Grrodon dice che non ci sono problemi di continuity perché una certa frase va intesa in un certo modo. Ad occhio dovrebbe andare.]
    Io comunque preferisco una terza chiave di lettura, versione allargata di quanto accade in Addio!, ed interpretare il tutto come un grande, romantico sogno. Che sia accaduto o meno, è tutto spazio lasciato alla fantasia.
    In regalo una specie di gioco di ruolo pieghevole e uno dei due adesivi disponibili. Io ho "poche ragazze da queste parti!", adesivo che nel mio caso si è dimostrato, negli anni, fedele portatore di verità (o di sfiga?). Lo perderò il giorno in cui traslocherò/verrò diseredato, essendo da quattordici anni appiccicato alla porta qui alla mia sinistra. Lacrimuccia preventiva.

    Del #21 c'é poco da dire. E per me è una buona occasione per quotare i recensori passati e tributare loro doveroso omaggio (finora ho preferito quotare o citare solo se in disaccordo, onde evitare di ripetere cose già dette).
    Grrodon ha scritto:
    Tyrannik (Artibani/Ferraris), il peggior modo per chiudere in bellezza il progetto Pk-reloaded,
    [..]
    Tyrannik non è un bel modo di chiudere la serie, dato il suo essere un numero non eccezionale. Il problema non è certo Artibani, ma Ferraris responsabile di un comparto grafico da denuncia, con tanto di personaggi di peluche (orrenda la sua Mary Ann coi guanti gialli).
    Che perdipiù scompaiono da una vignetta all'altra, errore che sarà celebrato in qualche rubrica successiva. Ma non è l'unico: nella tavola 37 due balloon sono invertiti, e onestamente l'errore mi sembra più di un confuso Ferraris che del letterista.
    Bramo ha scritto: I disegni di Andrea Ferraris sono un discorso a parte: li ho sempre apprezzati nel loro essere atipici e anticonvenzionali rispetto ad altri disegnatori di “Topolino”, ma vederli su PK mi ha stupito non poco. Non li trovo adatti a questo formato o a questa dimensione, non mi sembra si sposino bene con il progetto PK. Ma probabilmente è solo un’impressione mia.
    Non solo tua. Più che altro, in questo numero dà l'impressione di essere piuttosto distratto, come se dovesse ancora trovare la quadra (per dirla in politichese).
    Forse non si trovava a suo agio con l'ambientazione tecnologicosa, perché su X-Mickey (da quel che ricordo vagamente) non mi sembrerà fuori posto.
    Detto questo, a parte il contesto che fa molto "Caccia a Ottobre Rosso", solo a me sembra che Tyrannic contenga vaghi riferimenti al Titanic cameroniano che nel '98 era moda recente? A parte i nomi/titoli piuttosto simili, l'incipit col batiscafo e la scoperta sottomarina ricorda quello del film, così come l'idea dell'evasione di Fairfax rimanda all'"evasione" di Rose/Kate Winslet dalla madre e dal fidanzato ufficiale, mentre il finale, con Spair e Fairfax che sprofondano negli abissi permettendo a Paperinik di sopravvivere, non riesce a non ricordarmi la famosa scena di Di Caprio che si inabissa salvando la Winslet. Sfottò di Artibani o mie allucinazioni ottiche?
    Grrodon ha scritto:
    In appendice c'è la quarta e ultima storiella della miniserie Starring the Great Burton La Valle, Prigionieri degli Psico-Funghi Mutronici (Salvagnini/Mottura) che si assesta sui non eccelsi livelli delle precedenti.
    Bramo ha scritto: Per Starring The Great Burton La Valle – Prigionieri degli Psico-Funghi Mutronici (Salvagnini/Mottura) vale il discorso fatto per i precedenti episodi: situazioni che vorrebbero essere divertenti ma non lo sono come vorrebbero, e per quanto stavolta il colpo di scena finale fosse meno intuibile la storiella non decolla. Peccato perché Salvagnini sa scrivere storie molto divertenti.
    E qui, una volta tanto, quoto e basta.

    Senza troppe chiacchiere arriviamo dunque al famoso Frammenti d'autunno. E qui mi si pone un problema ontologico, perché l'aver letto tanto Nathan Never e varia altra fantascienza mi sta sminuendo le storie di Enna. Anche questa è un'ottima storia, portatrice di riflessioni come di sana avventura, eppure anche questa mi si ferma lì. Non mi scappa la parola "capolavoro", ma c'é da dire che è una parola che sto cercando di usare il meno possibile, solo se proprio mi esplodono il cuore e il cervello. Il fatto che tutti gridino al capolavoro su storie che a me viene da considerare "solo" ottime, però, mi sta creando non poco imbarazzo.
    Vedi alla voce Evron non è un capolavoro, ma non è nemmeno una storia divertente e basta. Allora dico che è un gioiellino, sperando di cavarmela.

    Ed è a questo punto che si colloca l'album di figu, già pubblicizzato nel numero qui sopra. Un album di figu che io, misero tapino, non ho nemmeno completo. Tristezza. Vabbé, mi consolo con i testi, che mi sembrano scritti da una donna (De Poli? Che sia sparita dal colophon per lavorare all'album?).
    Ah, io per le figu 1 e 66 ho seguito la numerazione, così mi ritrovo Due nella sezione di Uno e Uno in quella di Due. Filologo del menga.

    p.s.: è qui che parte Pkers, giusto?


    postilla:
    Grrodon ha scritto: L'editoriale del numero 21:

    cari pkers, l'avventura di pk reloaded finisce qui, ma non pensate di esservi liberati di noi.
    Molto presto, molto prima di quanto crediate, il vostro super papero preferito tornerà in edicola per raccontarvi le sue battaglie con vampiri alieni succhiaemozioni e minacciosi cronauti dal cuore d'oro, ma anche per dirvi parecchie altre cosette che vi piaceranno e vi incuriosiranno. Cose che non avete mai visto prima... e vi garantiamo che ce ne sono tante.
    Ci siamo divertiti e ci divertiremo ancora, dunque.
    Salutiamoci qui, con le parole di un famoso poeta: Potere e Potenza!


    Non è finita qui.
    Però. A leggerlo oggi, sembra che stessero preparando Pk-Il mito già un lustro fa.
    Grrodon ha scritto: ci rimangono i ricordi, e domani 14 Marzo, a 11 anni di distanza da quel giorno potremo ritrovarci tutti, Pker vecchi e nuovi, stringerci forte e frignare come si deve.
    Chi l'avrebbe detto che a 5 anni di distanza da quegli 11 anni di distanza (quindi a 16 anni di distanza dal primo 14 Marzo pikappiano) avremmo avuto qualche motivo per gioire di un PK a modo suo ancora vivo!
    Immagine
    Ottimo lavoro.
  • Non è che vada intesa quella frase in un altro modo, sul Papersera l'hanno spiegato. Nei volumi hanno diffuso la storia com'era prima delle correzioni dell'ultimo secondo che operarono all'epoca della sua uscita. E quelle correzioni vennero fatte proprio per togliere ogni dubbio sulla collocazione temporale della storiella. Per cui, sì, si svolge tutto tra Evroniani e Il Vento del Tempo.
  • PK Il Mito # 9 - Stagione senza confini

    Immagine

    Il nono volume della ristampa pikappica presenta 2 albi ottimoni e uno un po' meno.
    Quello "un po' meno" è Tyrannic, che a fronte di una sceneggiatura nemmeno bruttissima di Artibani, è una storia che non è mai riuscita a coinvolgermi; colpa, forse, dei disegni meno adatti allo stile di PK che si potevano immaginare, quelli del pur bravo Andrea Ferraris, che se sul "Topo" faceva cose ottime non ha trovato la sua dimensione in una serie come questa. Peccato.
    Per il resto, però, lo Speciale '98 è uno dei migliori, e basta la sola idea di rendere una trollatona come quella del numero Zero/1 di PKNA un albo fisica ed esistente. A questo si aggiunge un ottimo pool di autori che magnificamente cuciono insieme delle brevi storielle che ben si inseriscono tra Evroniani e Il Vento del Tempo.
    Infine ci si può solo togliere il cappello di fronte a una delle migliori storie pikappiche e disneyane in assoluto, quel capolavoro a firma di Bruno Enna con i disegni superlativi di Claudio Sciarrone che risponde al nome di Frammenti d'Autunno: solo il titolo della storia evoca la poesia di cui sarà permeata l'avventura, in cui Enna sviluppa i semi lanciati in Mekkano per sperimentare come i sentimenti (umanissimi) dei protagonisti della serie possano essere lo spunto ideale per farli agire. L'ottima fusione tra questa attenzione al sentimento, una tematica di natura fortemente filosofica e un umorismo intelligente e frizzante rendono questo gioiello un attestato perfetto di cosa si poteva fare su quelle pagine.

    Non è un caso che l'intervista a fine volume sia fatta proprio a Enna: in essa lo sceneggiatore conferma proprio questa sua visione dei personaggi disneyani in generale, e di PK in particolare, in cui le loro emozioni siano ottimo materiale su cui lavorare per scrivere storie. Racconta del suo grande amore per la fantascienza classica, riversato in molte storie pikappiche (e, aggiungerei io, nella saga di Paperino Paperotto dello scorso anno), del rapporto con i disegnatori, della differenza tra storie lunghe e storie brevi. Una serie di domande che generano risposte molto interessanti e che testimoniano la passione dell'autore per quanto realizzato in quegli anni.
    Oltre all'intervista, la parte dedicata ai contenuti speciali si compone di tanto ghiotto materiale! Un articolo di 6 pagine in cui si mostrano gli sviluppi della pi-kar attraverso le idee del PK-Team e i bozzetti di Sciarrone, Ghiglione e Mastantuono che cercavano di trasformare in aspetto grafico le proposte sull'auto di Pikappa.
    Poi, il progetto scritto da Cordara su come avrebbe dovuto essere realizzato lo Speciale '98 e infine i soggetti originali di Faraci, Cordara e del PK-Team per le loro storie apparse in Missing.
    Insomma, tanta roba davvero interessante per i fan, un volume questo che sa unire alcuni dei migliori albi con materiale extra realmente ricco.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Grrodon ha scritto:Non è che vada intesa quella frase in un altro modo, sul Papersera l'hanno spiegato. Nei volumi hanno diffuso la storia com'era prima delle correzioni dell'ultimo secondo che operarono all'epoca della sua uscita. E quelle correzioni vennero fatte proprio per togliere ogni dubbio sulla collocazione temporale della storiella. Per cui, sì, si svolge tutto tra Evroniani e Il Vento del Tempo.
    Beh, quella frase (che, in effetti, mi sapeva un pochino di posticcio) giustifica Addio!, per il resto continua a sembrarmi improbabile che le altre quattro si siano svolte tutte durante Evroniani. Comunque sto cavillando, lo speciale è bello e ha senso anche così com'é.
    Immagine
    Ottimo lavoro.
  • Durante Evroniani? No, ti sbagli. Se anche la prima e l'ultima tavola sembrino congiungere le due storie, è passato parecchio tempo. interpreta la prima tavola come un ricordo o un effetto di montaggio. E' molto più semplice riconsiderare il significato di una tavola che dell'intero albo.
  • Grrodon ha scritto:Durante Evroniani? No, ti sbagli. Se anche la prima e l'ultima tavola sembrino congiungere le due storie, è passato parecchio tempo. interpreta la prima tavola come un ricordo o un effetto di montaggio. E' molto più semplice riconsiderare il significato di una tavola che dell'intero albo.
    Uhm, sì, ci sto. Soprattutto perché quel "ripartire da zero" della prima tavola permette al mio commento di Zero assoluto di non essere del tutto campato in aria :P


    E ora passiamo ai nuovi numeri. (Commento scritto giorni fa e non pubblicato causa riassunto Nathan Never)

    Vuoto di memoria è un (ennesimo) numero a cui sono affezionato. A differenza di altri numeri a cui sono affezionato, però, non ho dovuto rivalutarlo al ribasso. Anzi, lo metto tranquillamente fra i miei tre numeri preferiti fra quelli riletti finora e fra i miei preferiti tout court di tutta la serie. Perché? Perché i dialoghi sono perfetti e mi fanno ridere. E dialoghi e battute perfette, che fanno ridere, sono gli elementi che imho hanno fatto di PKNA un mito, assieme a certe tavole costruite con perizia (di cui Guerrini è maestro) inserite in sceneggiature fluide e scorrevoli. Tutti gli altri ingredienti imho vengono dopo.
    Vedi alla voce Evron, come detto, è una mini gioiellino (o gioiellina?) e quanto mi fa rimpiangere Lavoradori (che questa mini la colora soltanto, ma lo fa benissimo).
    max brody ha scritto:p.s.: è qui che parte Pkers, giusto?
    Sbagliato, è qui che parte.
    A causa del mio pigro conservatorismo, della bella abitudine di andare in edicola ogni 20 del mese, nonché del già costoso abbonamento al Topo, non mi sono mai abbonato a PKNA, sicché non ho mai ricevuto Pkers e mi sono limitato a sbavare sulle cartoline che di tanto in tanto venivano inserite negli albi.
    Ringrazio quindi la buonanima del PkHack che ha fotografato il primo numero e mi ha dato l'opportunità di dare un'occhiata ad almeno uno di questi fascicoletti, che poi fascicoletti non sono, dato che sono due fogli spillati e otto pagine in totale, con più illustrazioni (anzi, negativi) che scritte. Scritte comunque interessanti: per fortuna il polipone faraciano non è mai comparso (col senno di poi sarebbe stata un'inutile alanmoorata). Lol, poi, per lo spoilerone artibaniano riguardo all''abitante segreto dei sotterranei della DT. Il resto prevede un pizzico di posta (ironica da parte dei lettori e seria da parte della redazione) e qualche minipreview di Angus, che fa capire come, al #23, il #29 (e forse pure il #26) fosse ancora da sceneggiare.

    Ed ecco dunque Crepuscolo, numero che a suo tempo mi fece penare parecchio. Uscì dalle mie parti con circa due settimane di ritardo, ed io, avendolo prenotato a quella che era allora la mia edicola di fiducia, mi trovai costretto a non poterlo cercare altrove. Furono due settimane di ansiogena attesa, al termine delle quali l'hype venutosi a creare nel mio cervellino decenne svanì in un sol colpo dopo la lettura dell'albo, come se qualcuno avesse tirato la catena e tutto il pkerume che aveva pervaso la mia materia grigia per più di due anni fosse scolato all'improvviso in qualche recondito pertugio. Tradotto vuol dire che, in quel freddo autunno del 1998, Crepuscolo mi deluse e fu la mia prima grossa delusione pikappica. Talmente grossa che non comprai il successivo #25, ma lo recuperai tempo dopo.
    Ma perché mi deluse? Boh! Il fumetto è un bel fumetto fantasyentifico, non particolarmente ambizioso, ma ben fatto. I disegni sono un po' sghimbesci a livello anatomico, ma ci stanno. Quel che non mi piacque allora fu la precoce fine del filone Urkiano (ché tanto, segnalatore o non segnalatore, s'era capito che non sarebbe mai tornato, anche se da lì e per qualche mesetto continuai a nutrire speranza), non tanto per il personaggio (e i suoi comprimari) in sé, quanto per la fine stessa del filone. Fu il primo sentore di chiusura, di fine di un'epoca. In minima parte sarebbe stato così, in massima parte no. In fondo le iniziative collaterali fioccavano, a partire da una posta deliziosamente sarcastica (e che introduceva il tormentone dei trichechi), passando per l'album Panini e Pkers e arrivando al cameo evroniano in Super, segmento di Topolino e il giorno più lungo uscito sul celebrativo TL#2243. PKNA sarebbe stato ancora mito per un bel po'. Arrivato a metà del suo percorso, però, si trovava nel bel mezzo di un periodo di transizione. Vedi alla voce Evron, con la sua geniale sarabanda di proverbi, chiudeva l'era dell'assurdo (le mini successive, a parte le Trip strips, sarebbero state più tradizionali) e svaniva con la storia fantasma del #25.

    #25 su cui c'é davvero ben poco da commentare. Dopo cinque copertine sciarroniane ritorna Mastantuono. In apertura, la posta vede l'esordio dell'angolo della poesia e contiene la prima menzione del PkOne in b/n. In chiusura, specialone Action Hero e specialino Xmas. Fine. Riguardo al fumetto si può quotare Bramo e chiuderla lì. Al più si può aggiungere che il Faraci di questi numeri, dopo la "catarsi" di Zero assoluto, è ormai in pieno periodo sperimentale. Sia Vuoto di memoria, sia Fuoco incrociato, sia la successiva Il tempo fugge, mostrano il medesimo plot inserito nei tre filoni principali della serie (filone "urbano", filone evroniano, filone crononauta) e nelle rispettive ambientazioni. Ecco quindi Paperinik, una spalla scanzonata con cui scambiare battute, un gruppetto di coprotagonisti che scambiano battute con Paperinik e spalla, un cattivo che sta allo scherzo, una piccola riflessione sul potere, un rovescio di prospettive. Dopotutto siamo a cavallo di anno, l'esordio bonelliano di Tito è dietro l'angolo.
    Immagine
    Ottimo lavoro.
  • PK Il Mito # 10 - Anima Digitale

    Immagine

    Con questo volume iniziano le storie che ricordo meno, quelle che ho letto solo una o due volte e che per me diventa quindi un piacere rileggerle approfittando di questa nuova edizione.
    Due Faraci e un Artibani, peraltro, sono un sommario che fa saltare di gioia uno come me, che ai tempi in cui ancora non avevo internet e mi recavo in edicola di mese in mese a comprare i PK2 e i Frittole mi fiondavo a vedere l'autore e gioivo se vedevo che si trattava di uno dei due.
    Certo che però Vuoto di Memoria non è una delle prove migliori di Tito, per quanto la storia abbia ottime potenzialità: proprio queste (Fenimore Cook, il virus su scala mondiale...) alzano il livello della storia, insieme alle splendide battute tra Pikappa e Angus che rendono comunque il prodotto di pregevole fattura. Ma l'intreccio viene sciolto forse un po' troppo velocemente e con poco pathos, e unitamente ai disegni di Francesco Guerrini non rende l'avventura una delle più memorabili.
    Guerrini peraltro è anche protagonista dell'intervista a fine volume, nella quale osserva lui stesso che le critiche al suo tratto su PKNA non mancarono ai tempi. Ma afferma di essersi sempre impegnato nel progetto, di apprezzare molto l'impostazione propria della serie, cita più volte Carpi e anche altri Maestri come Scarpa e Cavazzano, la bellezza del lavoro di gruppo con il PKTeam. Interessante è poi la concezione carpiana ricordata da Guerrini, in cui il disegno deve far emergere lo spirito del personaggio, e anche le differenze tra Paperinik e PK.

    Francesco Artibani, che aveva fatto esordire Urk nelle storie lunghe, si occupa del suo commiato in Crepuscolo, una storia che sembra seguire quel trend fantasy poco fortunato inaugurato da Antico Futuro. Non a caso i disegni sono ancora in mano a Marco Forcelloni, che però qui se la cava decisamente meglio rispetto alle sue prove precedenti, piacendomi qui decisamente molto. Anche la storia è apprezzabile, devo dire, l'epica dello svolgimento è sicuramente ben strutturata e la trama è decisamente avvincente e non forzata.

    Infine chiude il volume Fuoco Incrociato, che è effettivamente una storia molto migliore di quanto ci si potrebbe aspettare, ingiustamente poco celebrata. L'accoppiata Faraci/Pastro non delude neanche stavolta regalandoci prima di tutto un Paperinik ottimo, una delle caratterizzazioni migliori e più calzanti con il tono della serie. E' un Pikappa che vuole vederci chiaro nella situazione in cui si è trovato, prima di agire con la forza bruta: vuole capire e usare il cervello, prima di agire in modo strategico: è la quint'essenza del personaggio, in sostanza.
    L'intreccio ideato da Faraci non è meno strategico di Paperinik, del resto: l'inizio col robottone, il personaggio di Victor Darko e lo staterello nordeuropeo, il vecchio generale evroniano e i prigionieri, la descrizione delle razze aliene tra il serio e il faceto, i dialoghi sferzanti del miglior Faraci, e le ottime tavole di un Pastro in formissima rendono l'avventura un piccolo gioiello.

    I contenuti speciali del volume, oltre alla già citata intervista a Guerrini, si compongono di ben 15 pagine in cui vengono descritti gli studi del PKTeam verso un gioco di carte collezioniabili e giocabili ispirate a PKNA, progetto che poi naufragò ma del quale sono rimaste le riflessioni, le regole e le caratteristiche che qui vengono riportate; una testimonianza di grande interesse, perché mostra con chiarezza gli intenti crossmediali del progetto PK e l'attenzione verso settori di successo come le carte Magic.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Per Il tempo fugge tengo buono quanto scritto per il numero precedente. Siamo a cavallo di anno, l'esordio bonelliano di Tito è dietro l'angolo e pertanto riecco un altro numero che esplora i generi, stavolta metanarrativizzando il filone televisivo già parodizzato da Faraci in Motore/Azione. L'editoriale p(o)kerista del numero spiega benissimo il fumetto, pertanto passo subito agli extra. 5Y - Sale quanto basta è un gioiellino che apre una mini gioiellina facendo uso di disegni gioiellini e testi altrettanto gioiellini. Se le mini, come dicevo qualche post fa, diventano ora meno demenziali, a distribuire la dose mensile di assurdità pikappiana ci pensa Bertoni, che debutta con un viaggio per il globo alla ricerca dei quattro elementi. Bertoni che, per l'occasione, si sdoppia in due redattori diversi (quello in più è uno dei due Cordara..?).

    Plutz, grabbaga plutz e cysssa! Forse è lui! Nel colophon del #27 Cordara 'un c'é più! Peggio per lui, è l'ora del mitico I mastini dell'universo, il famoso omaggione a Battagl...pardon, Guerre Stellari, con tanto di camei e maxischermi (anche se titolo e open page ingannano e ricordano più roba tipo I dominatori dell'universo). Neopard, Sciarrone e il dialetto del sergente QuintoCannone i punti di forza di un numero semplice semplice...mente di culto. In appendice, 5Y - Indice d'ascolto è un po' meno gioiellino della precedente, ma sempre gioiellino è. In appendice all'appendice, lancio dell'Action#3 e test errorifico pikappiano.

    Ah, ecco dov'é finito, anzi, dove sono finiti i Cordara: fanno lo spot all'Action#3! Spots a profusione, in questo numero, da PK-Strettamente riservato alle Pk-pins al PkPB (questi due già pubblicizzati nel numero prima, in verità), passando per il murales pikappiano e la strissia dell'Omino Bufo; è qui che viene pubblicata e non nel #47. Ricordavo male. E defaillans mnemoniche hanno accompagnato anche la mia rilettura di Metamorfosi, che ricordavo come una bellisima storia, e che invece è una bellissima storia ma dalla conclusione un po' affrettata. Indimenticabili gli occhibelli di Occhibelli, dimenticabili gli Evron-Rangarr, che infatti avevo dimenticato e che - sempre che non mi sia dimenticato qualcosa - dimenticherà anche il PkTeam. Lode ad esso per non aver dimenticato il "progetto Abominio", comunque. Penitenza a me per aver dimenticato lo sceneggiatore della storia, quel bravo Enna che fra poco debutterà con la sua prima testata regolare, la bonelliana Saguaro. Ricordavo invece il disegnatore, il bravissimo Palazzi; non ricordavo il suo chinatore, quel Villa che purtroppo storpia qualche vignetta. Quanto agli extra, ricordavo alla perfezione il test xadhoomiano che prologizza idealmente la trilogia dedicata alla xerbiana, e ben salda nella mia memoria era pure 5Y - L'albero di Jacob, terzo gioiellino consecutivo di Frank A. De Bannis e Mustang Tone.

    p.s.: effettivamente si percepisce un diverso taglio nelle risposte fra la PkMail del #25 e quella del #26. A pelle preferivo Vitali (per par condicio dico che Sorrisi mi fa cagare anche con la nuova direzione).
    Immagine
    Ottimo lavoro.
  • PK Il Mito # 11 - Un Sottile Sentimento

    Immagine

    Continua la fase centrale dall'avventura editoriale di PKNA, fase della produzione della serie in cui si era ormai creato così bene il nuovo status quo per Paperinik da potersi permettere un filotto di avventure che si potevano basare su uno stadard set già consolidato e offrire quindi avventure "standard" che andavano dal molto buone all'ottimo.
    Questo volume ne è un esempio perfetto, dal momento che ospite una storia come Il Tempo Fugge, relativamente alla quale nell'introduzione al volume della ristampa si afferma essere una storia "tappabuchi", pronta per essere usata in qualunque momento perché inseribile in ogni punto della continuity pikappica. Scritta dal Tito nazionale e disegnata da un pool di disegnatori che poi sarebbero rimasti di casa su PK (Gula, Migheli, Urbano, Barbaro, Tosolini, Turconi), la storia tratta di un viaggio temporale "a tappe" intrapreso da Pikappa e Lyla sulle tracce di due cronopirati. Anche se, in effetti, il finale apre ad una nuova interpretazione, che sfocia in una riflessione inattesa sulla dignità dell'arte.
    All'avventura è dedicato anche uno dei contrenuti speciali in fondo al volume, che visualizza le prove di disegno e i bozzetti realizzati per arrivare alle versioni definitive dei due criminali temporali. Come altri articoli analoghi nei volumi precedenti, anche questo è molto interessante grazie ai testi che descrivono l'evoluzione degli studi, accompagnati dagli schizzi stessi.

    I Mastini dell'Universo, come dice giustamente max qui sopra, è un cult: Neopard e il suo sergente dalla parlata di Broni sono due personaggi difficilmente dimenticabili, opera di un Sisto in stato di grazia capace di scrivere un'ottima avventura di fantascienza pura, che strizza l'occhio anche esplicitamente a Star Wars e che è comunque capace di sottolineare una volta di più la continuità con le avventure Disney classiche. Un vero e proprio gioiellino impreziosito dagli ottimi disegni sciarroniani.

    Chiude il poetico Bruno Enna, che con Metamorfosi sa emozionare come ha già dimostrato di saper fare su queste pagine, sviluppando ulteriormente la complessa rete di energia e sentimenti che costituisce l'anima di Xadhoom, vera protagonista dell'avventura. I disegni di Palazzi non mi convincono molto, e invero il tratto dell'artista non è mai riuscito a scaldarmi troppo nemmeno nelle sue prove successive. Se la cava comunque bene con personaggi come Angus o come Xadhoom stessa, specie nella metamorfosi che attraversa e che dà il titolo all'albo.

    Le tre brevi che corredano le avventure lunghe sono i primi tre episodi di 5Y, deliziosa serie scritta da Artibani e disegnata da uno dei migliori Mastantuono a memoria di Bramo: le storie sono delicate, divertenti, simpatiche nella narrazione piena di idee di Artibani, che sa centrare al meglio alcune "stranezze" degli esseri umani del ventesimo secolo, e sono disegnate in modo divino da Corrado che sa infondere alle atmosfere uno stile tutto suo.

    Come contenuti speciali, oltre a quello già citato relativo alla storia che apre l'undicesimo numero della collana, abbiamo l'intervista della settimana: è di scena Corrado Mastatuono, che parla di Incubi dal Fondo, storia-pilot di PK scritta da Pezzin che Mastantuono disegnò per un po' di tavole, prima che fosse sospesa perché troppo da Paperinik e troppo poco pikappica. Oltre a ciò, il disegnatore affronta anche il tema delle ispirazioni al design dell'animazione, che veniva indicato come uno dei criteri da tenere come riferimento, delle sperimentazioni grafiche e dei loro limiti, delle inquadrature, della differenza tra una storia di PK e una per "Topolino" e tra le storie lunghe e quella brevi su PKNA, focalizzandosi ovviamente sul ricordo di 5Y.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • PK Il Mito # 12 - Epidemia Futura

    Immagine

    Nel pieno della serie, quello che vediamo è un Paperinik in forma smagliante. Ormai perfettamente a suo agio in questo tipo di storie fantascientifiche e dai pericoli meno scontati, non esita a buttarsi a capofitto nelle situazioni, spesso e volentieri non aspettando che i guai lo cerchino, ma addirittura facendo lui la prima mossa.
    Lo vediamo chiaramente in Virus (Cordara/Freccero) e in Beato Angelico (Catenacci/L. Pastrovicchio), la prima e la terza storia presentate nel dodicesimo volume della ristampa cronologica di PKNA: in entrambe le avventure Pikappa orchestra un piano in prima persona e grazie alle dritte di Uno, per dare la direzione voluta a una spinosa situazione. Nel primo caso, per cercare di chiarire i vari sotterfugi della sottotrama che vede coinvolti Evroniani ed esercito statunitense, in Beato Angelico per incastrare un tizio senza scrupoli.
    Le due storie, peraltro, sono scritte veramente bene, lasciando riflessioni importanti sul potere e l'abuso derivati dalla conoscenza e presentando intrecci mai banali, che sfruttano l'ambiguità per procedere in modo interessante nella narrazione.
    Degna di nota è comunque anche Fase Due (Sisti/Barbaro), che come suggerisce il titolo vede il ritorno di un temibile nemico di Uno e Pikappa: il mixarlo, ancora una volta, con gli Evroniani dà ancora un risultato senza ombra di dubbio riuscito e una trama avvincente.
    Andrea Freccero, Graziano Barbaro e Lorenzo Pastrovicchio, da parte loro, con stili profondamente diversi l'uno dall'altro realizzano i disegni delle suddette storie, contribuendo molto all'atmosfera ambigua che le permea con tavole sempre avveniristiche e dalle soluzioni grafiche sempre interessanti.

    Proprio Freccero è protagonista dell'intervista della settimana: come sempre, è bello ripercorrere con la memoria dell'autore i primi passi di PKNA, gli aneddoti personali e quanto quell'esperienza ha lasciato il segno. In particolare qui emergono le preziose lezioni del mentore Carpi nella struttura della tavola, anche così fuori dai canoni come era in PK, si lascia intuire che il grande Maestro non fosse molto entusiasta di PK, ci si sofferma sulle possibilità rivoluzionarie dal punto di vista del disegno, sui personaggi che Andrea amava ritrarre di più, come Uno e Gorthan, sullo splendido clima delle riunioni del PK Team, e sostanzialmente su come era lavorare su un progetto del genere.
    L'altro contenuto speciale è dedicato alle prove di disegno di Guerrini per Vuoto di Memoria, presente nel volume precedente.

    Per quanto riguarda le ottime storie brevi, andiamo dalle ultime due della serie 5Y di Artibani e Mastantuono alla prima di Io Sono Xadhoom, di Faraci e Celoni: se nel primo caso ritroviamo ancora Lyla alle prese con le stranezze da umani di fine '900, in un mix vincente tra l'ottima ironia analitica di Artibani e gli ottimi disegni di Corrado Mastantuono, nel secondo abbiamo un tripudio di colori e forme e arte che esplode nelle fenomenali tavole di un Fabio Celoni eccessivo fino al sublime, che accompagna in modo egregia la sceneggiatura introspettiva di Tito Faraci.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Revoluciòn in casa PKNA! Il PkTeam si trasforma in una semplice Redazione e rimescola i propri redattori. "Monteduro (grafica)" viene depennato, mentre Vitali e Sisto vengono promossi di grado: ora i due sono rispettivamente caporedattore centrale e caporedattore sceneggiature. Stenti passa dal grado "coordinatore" ad un più specifico "caposervizio sceneggiature". Per la Schwartz invece ciccia, ma le vengono affiancati Gabriella Valera e uno Scarcella non più Missing (ripescato dall'omonimo speciale).
    Come ogni rivoluzione, anche questa porta seco un poco di disordine: la copertina è di Narciso, ma viene attribuita a Mastantuono. Si vede che il nuovo editing, firmato Epierre, è stato colto alla sprovvista. Anche il fumetto, Virus, risente del tranbusto. Come rivela lo stesso Cordara in Pkers#3, il soggetto originale è stato rimaneggiato almeno quindici volte, e il rapporto di parentela fra Ziggy e Mary Ann inserito posticciamente solo alla fine. Virus, comunque, rimane un buon numero di passaggio, con tanto X-Files e tante ottime splash pages di Freccero (che il chinatore Milano fortunatamente non deturpa). Da parte mia, devo dire che le sceneggiature di Cordara sono forse le più adulte della serie, piene di minacce... serie (pardon), armi, cinismo, governi ombra e via dicendo.
    A stemperare l'orwelliana cappa che aleggia su tutta la vicenda arriva il quarto gioiellino della serie 5Y, 5Y - Strettamente personale, storiella dai risvolti geniali per il Pker più assiduo (il tormentone dei criceti risolve l'atavico enigma dell'identità di Lyla mai scoperta da nessuno) ma apprezzabile anche come fumetto tout court.

    Tornando a Pkers#3, segnalo il debutto di Pichers, striscia (credo) artibaniana, il cui #1 svela il contenuto del livello 72 del Dept.51: [spoiler]un astolfiano cumulo di ombrelli smarriti[/spoiler]. Su PKHack non vi sono altre "scans" (in realtà foto tagliuzzate), sicchè di questa fanzine non saprò più nulla. Vedrò di recuperarla in qualche modo (se qualcuno ce l'ha doppia e non è avido, mi contatti pure).

    Ed è a questo punto che parte MMMM. Non costandomi troppa fatica, mi rileggo pure il PKNA di Topolino e lo commento nell'apposito topic.
    Ed è sempre a questo punto che mi permetto una divagazione. Tante sono le cose in comune fra la DisneyItalia di quegli anni e Martin Mystère. Un esempio è il tormentone degli errori scovati nei fumetti, uno dei tanti tormentoni pknappiani, che è anche uno dei tormentoni del Martin Mystère degli anni '90 (anche se, non essendo le rubriche di MM demenziali, lì è meno esplicito). E l'analogia fra gli acronimi MM e MMMM è casuale, ma lo è solo fino a un certo punto: la molteplicità di generi affrontata da redazione e autori disneyani in quegli anni, molteplicità di cui il "Mystery Magazine" è solo una delle tante espressioni, è un elemento condiviso con la (e forse ispirato dalla) serie di Castelli. Certo, quel che Martin Mystère (personaggio) prende sul serio, Pk (personaggio) lo sfotte, ma al tempo stesso gli autori pknappiani omaggiano quel che sfottono (Virus prende abbastanza sul serio X-Files, cioè la versione USA di MM), così come Castelli ha reso il suo personaggio talmente eclettico da permettergli di affrontare (nel 2001, a PKNA concluso) anche un "mystero" assurdo come quello dei nani di gesso (MM#234/235), nell'unica prova mysteriana dei due autori-ponte (fra Disney e Bonelli) Faraci e Artibani, prova che, in sostanza, si rivela essere una parodia della parodia e un omaggio all'originale presentata come parodia dell'originale nell'originale.

    Inizia, quindi, la Fase due di PKNA. Ok, in realtà è la fase tre, se non la quattro, ma diciamo che l'avvento del secondo periodo d'oro, quello delle ennelogie, è alle porte. Si può comunque considerare questo #30 come un 3° numero 0, dato che è qui che si ha il rilancio degli Evroniani in vista della trilogy. La presenza di Due nei loro banchi di memoria si può infatti sfruttare come spiegazione a metà per lo stallo protrattosi nei tanti numeri precedenti (l'altra metà della spiegazione è l'accordo con l'esercito, saltato nel #29).
    Quando uscì, questo numero mi esaltò moltissimo. A causa della mia passione per i character minori, bramavo Due dall'estate di due anni prima, e ritrovarmelo (finalmente) a manipolare gli Evroniani fu una nerdata come poche avevo provato fino ad allora. Oggi ritrovo un albo semplice, condito da diversi errori, ma comunque piacevole: il quintuplo gioco fra Uno, Due e gli Evroniani funziona, e sia Sisti che Barbaro (chinato dalla Baggio), pur presentandosi senza particolare appeal, sono efficaci e funzionali a quanto vogliono raccontare e, con le mille citazioni nascoste nei nomi evroniani, mostrano di non prendersi troppo sul serio. Inoltre, la copertina di Narciso, col suo concept errato ma d'effetto, è imho una delle migliori della serie.
    Tutto questo ha in appendice due paginette di Action#3, una posta in cui Vitaliano ingrana e la nonna di Mottura rimugina, e 5Y - Ossigeno, che chiude la mini gioiellino col quinto gioiellino su cinque. En plein riuscito per Artibani&Mastantuono. Probabilmente per apprezzare appieno 5Y occorre conoscere le fondamenta di PKNA, ma le sue storie sono comunque la dimostrazione che anche con poche pagine a disposizione e idee semplicissime si possono costruire piccole chicche.
    [3° #0, Uno, Due, Fase Due, Numero TREnta, DOPPIO gioco che in realtà è TRIPLO, Pk+Uno+Due+Evroniani=QUATTRO protagonisti, CINQUE storie di 5Y...
    ...se PKNA fosse Fringe tutto questo lo chiameremmo easter eggs :P ]


    Beato Angelico è una storia balzana, essendo la trasposizione a fumetti (in versione dark) del contemporaneo trambusto redazionale di PKNA. Da questo numero Vitali è vicedirettore, carica più stabile e formalmente incisiva di quella ricevuta solo due mesi prima; d'altronde sta per avvicinarsi la fine dell'era Cavaglione, e, fra un passaggio di carte e l'altro, occorre qualcuno che diriga la baracca. Un redattore unofficial, Catenacci, ne approfitta per scrivere una storia in cui una sua corposa caricatura (Mitchell) è invischiato in una vicenda redazionale zeppa di doppi giochi. Metafore o meno, i due Pastri illustrano tutto con iconismi ed effetti scenici a volontà, con il secondo Pastro che ammorbidisce il primo, in una sorta di anticipazione del gottfredsonstyle del duo, stile che man mano si farà sempre più esplicito.
    Virtuosismi grafici che compensano una trama debole? Mah, direi più virtuosismi grafici che arricchiscono una trama semplice. Di sicuro è così per Io sono Xadhoom! - Linea piatta, primo episodio di una mini che da ragazzino mi fece venire il mal di testa e che oggi adoro. La faraciana mini si colloca all'interno dell'operazione di rinascimento xadhoomiano partita mesi prima con Enna e che qui coinvolge anche la storia di Catenacci. Assieme al test sulla xerbiana (in questo numero sono pubblicate le risposte) il tutto è finalizzato a pompare il personaggio in vista della Trilogy ormai prossima a venire.
    Coincidenza per coincidenza, il vortice di lavatrice che previewa il #32 simula ulteriormente la frenetica attività redazionale del periodo.
    Bramo ha scritto:Nel pieno della serie, quello che vediamo è un Paperinik in forma smagliante.
    Sul personaggio quoto. Sulla testata un po' meno.
    Mi sembra un PKNA che, sommovimentata la gerarchia editoriale, comincia a ponderare la chiusura. Forse per via di un calo di vendite? Il mazzo di Pkarte allegato ai ##32 e 33 (già regalato dal Topo tempo prima) è una giacenza da smaltire o un tentativo di attrarre lettori con gadgets e cotillon (o entrambe le alternative)?
    Immagine
    Ottimo lavoro.
  • Mi sembra un PKNA che, sommovimentata la gerarchia editoriale, comincia a ponderare la chiusura. Forse per via di un calo di vendite?
    Si il calo si ebbe più o meno in questo periodo, tant'è che fra una manciata di numeri inizieranno a metterei i punti fermi alle sottotrame, a cominciare da razziatore e xadhoom.
  • Torna a “Fumetto Disney”