Pokemon Snap è un piccolo gioiellino poco conosciuto e poco compreso risalente all'epoca '64. E', in un certo senso, insieme alla modalità adventure di Pokemon Stadium ciò che più va vicino al sogno proibito di qualunque giocatore di Pokemon: un safari fotografico in cui incontrare i Pokemon immersi nel loro habitat naturale, osservandoli e interagendo con loro. Altri spin-off della serie principale sono stati più fortunati e, pur meno meritevoli, hanno proliferato, mentre gli aspiranti naturalisti sono stati costretti ad accontentarsi di un "abbozzato", com'è stato definito, primo capitolo. La ragione è da ricercarsi in quelli che ora, col senno di poi, si possono considerare pregi, ma quando il gioco è uscito sono stati criticati come pesanti limitazioni, ossia il ridotto numero di stage, il movimento su binari e i pochi mostri presenti - circa un terzo del serraglio (originale, ovviamente). A colpo d'occhio non si può non storcere il naso, ma scendendo più nel dettaglio si può notare come questi paletti abbiano permesso agli sviluppatori di raggiungere un livello di dettaglio e di "naturalismo" davvero sorprendente.
In sostanza il gioco è molto semplice: una volta selezionato il percorso il giocatore si ritrova a muoversi lungo i suddetti binari e, quando capita di scorgere un Pokemon può fotografarlo, oppure interagire mediante esche o palle puzzolenti o suonando un flauto per ottenere una posa migliore. Alla fine del percorso bisogna scegliere una foto per ciascun Pokemon per sottoporla al giudizio del Professor Oak, che assegnerà un punteggio al nostro lavoro. Una volta fotografati tutti i Pokemon il gioco può dirsi concluso.
E qui viene il bello. Innanzitutto sì, i Pokemon sono pochi, ma sono realizzati davvero ottimamente, con una cura nel dettaglio e nelle animazioni che rende difficile ricordare che sono solo pupazzi poligonali animati. Ciascun Pokemon ha un suo proprio comportamento e reagisce in maniera differente a ciascuno dei possibili stimoli; inoltre è possibile usare questi oggetti per spingere i Pokemon ad interagire tra loro, con esiti a volte molto buffi, e dal momento che alcuni Pokemon possono interagire in maniera diversa con altre creature o con elementi dello sfondo e che alcuni mostri compaiono in più percorso riuscire ad ottenere una foto per ciascuna delle possibili pose di un singolo mostro non è un'impresa da poco. Non è neanche necessario, dal momento che, come dicevo, è sufficiente fotografarli una sola volta per finire il gioco, ma le recensioni del Professor Oak alla fine di ogni percorso e la voglia di scoprire ogni possibile reazione delle creature rappresentano un incentivo sufficiente per cercare di ottenere la posa migliore possibile. E la sfida non è affatto facile, e vi porterà a ripetere ogni percorso più e più volte, senza mai che la frustrazione si faccia vedere. I percorsi infatti sono molto brevi e molto vari tra loro, e anche quando si scende in campo con lo scopo di ottenere una sola specifica foto - spesso infatti per concentrarsi su un dato Pokemon è necessario tralasciarne altri che ha intorno - ci si ritrova a fotografare qualunque cosa si muova per il solo piacere di farlo. Gli oggetti, inoltre, si sbloccano gradualmente, rendendo necessario ripetere il percorso più volte in un backtracking molto piacevole e molto simile a quanto succede in titoli più "importanti" quali Legend of Zelda. Graficamente alcune ambientazioni mostrano il peso degli anni (il vulcano è molto spoglio) ma compensano ampiamente con l'atmosfera e una volta entrati nel meccanismo la sensazione sarà quella di prendere parte ad un dark ride di un parco a tema.
Il gioco è stato rilasciato tempo fa sulla virtual console del Wii. In questa edizione è possibile condividere le foto dei Pokemon in bacheca, il che rappresenta anche un'incentivo in più a tentare la posa più ricercata. In definitiva a parer mio un titolo da possedere sia per gli amanti dei Pokemon sia per chi vuole provare un gioco diverso dal solito, costruito attorno all''elemento fotografico/safaristico, concetto vincente ma poco sfruttato in ambito videoludico, spesso presente come sidequest ma raramente come scopo principale del giocatore.
Ma io non l'avevo già recensito questo gioco?