Però tu sai bene che quello che le immagini ci mostrano sono la sceneggiatura.Blonde ha scritto:Non lo so, non mi ha convinto fino in fondo.
Tra le cose buone ci metto: la tecnica impeccabile e l'estetica mozzafiato, l'attenzione per i dettagli (titoli di testa, titoli di coda, bianco e nero...), James Franco, l'elogio della creatività e dello spettacolo in generale e, più segnatamente, della macchina dei sogni, del cinema (ormai sta diventando una costante di molti film, ci sarebbe da farci una riflessione).
Ma la sceneggiatura è troppo fiappa. Si arena in più e più punti, non coinvolge, non racconta, non è all'altezza di quello che le immagini ci mostrano.
Insomma per me è un bel giocattolone ma un film mediocre.
E se le immagini sono meravigliose, dato che il Mondo di Oz è meraviglioso per definizione, nel senso che suscita meraviglia, allora le immagini fanno il loro dovere.
Di conseguenza la sceneggiatura non è fiappa, è come doveva essere e fa quel che doveva fare.
Una sceneggiatura che fa quel che deve fare è una ottima sceneggiatura.
Obiezione: ma una sceneggiatura è solo immagini? No, ma nel caso di Oz sì. O, meglio, nel caso di Oz le immagini e la storia sono intercambiabili. Il Mago di Oz del '39 è uno spettacolo teatrale, vaudeville quasi puro, zeppo di canzoni e di attori/marionette che giocano quasi tutto sulla mimica. Ed è uno spettacolo teatrale che è diventato uno degli esempi per definizione di cinema. Di conseguenza il prequel, fatto di questi tempi, fatto dalla Disney, non poteva che essere un elogio del cinema, e quindi dello spettacolo, e il suo protagonista non poteva che essere un istrione. Non un istrione interpretato da un attore, attenzione, bensì un istrione vero, come è Downey Jr (contattato all'inizio) e come è Franco. (E non mi dilungo sulle tre streghe, i cui ruoli giocano sagacemente con le carriere e le immagini pubbliche delle tre attrici.)
Obiezione: ma Oz non è solo metacinema, è una serie vera e propria lunga tremila libri narranti una storia. Sì, ma non conta, la continuity e i libri sono lucasate, possono divertire o meno, ma non è per quelle cose che Oz è una invenzione stupenda. Lo è per quello che rappresenta.
La fantasia, la fuga dalla realtà, un inno all'autostima e alla vita, ecc.ecc.
Rappresenta degli ideali.
Li rappresenta.
Cioè li mette in scena.
C'è un motivo se Oz è noto più per il film del '39 che per i libri.
Oz è spettacolo. Teatrale, cinematografico, musicale, sensoriale.
E' sogno.
E' esperienza.
E' vita.
E' voglia di fare.
E' istrionismo.
E' essere artisti.
E' essere prestigiatori, attori, cantanti, circensi, atleti, suonatori, danzatori, doppiatori, lettori.
E' essere maghi.
O almeno apprendisti stregoni.
Per quanto mi riguarda, questo film è perfetto.
E il fatto che sia Disney lo rende un capolavoro.
Il fatto che la Disney pian piano stia assimilando tutto il meglio da tutti i brand a lei affini la sta rendendo la salvatrice di quel che vale la pena salvare.
Tutto ciò mi delizia.
A livello sensoriale, dico. Provo piacere fisico e psichico quando ci penso.
Per cui, delle due l'una: o io sono mentalmente bacato o film è stupendo.