[Scrittura Mista] I Racconti dello Zio Tom

E' lo studio d'animazione più antico ma anche il più vitale. Tutto comincia da qui, e continua ancora oggi portando l'arte dell'animazione verso nuove frontiere. La mancanza di un nome riconoscibile ha portato per anni il grande pubblico a confonderne le opere con quelle delle altre filiali Disney, ma adesso tutto è cambiato. Benvenuti nel Canone Disney.
  • Siamo più o meno tutti d'accordo che la decisione di non far vedere più questo film sia sbagliata, non c'è bisogno di lanciarsi in paralleli assurdi e tirare fuori la solita nauseante storia del padrone buono e dello schiavo felice.
    Assurancetourix
  • cianfa88 ha scritto: domenica 05 novembre 2023, 16:46 ... la solita nauseante storia del padrone buono e dello schiavo felice.
    che è quello che hanno messo nella "Principessa e il ranocchio".

    Nei "Racconti dello zio Tom" l'unica cosa 'storica' che manca, sono le frustate ai "Boveri ne*ri" a beneficio di telecamera, tutto il resto è accuratissimo.
    Ma non è quello che Disney voleva rappresentare, e negarlo fa il gioco dei revisionisti che vogliono nascondere la polvere sotto il tappeto, celando un film innocentissimo e valido.
    La mia gallery su Deviant Art (casomai a qualcuno interessi =^__^=)
  • È da ormai circa 40 anni che "I racconti dello Zio Tom" (ovvero "Song Of The South") non può più vedere la luce in nessun modo. Le accuse di razzismo mosse contro questo film del 1946 hanno portato al veto su ogni forma di distribuzione, e c'è poca speranza che venga un giorno rimesso in circolazione per lo meno nel mondo anglosassone.
    Eppure questo film è un pezzo di storia per almeno due motivi. Il primo è la cosiddetta "Double V Campaign", un'operazione di propaganda statunitense che durante la Seconda guerra mondiale mirava a ottenere un appoggio egemonico (e quindi anche da parte della comunità afroamericana) allo sforzo bellico degli USA (la V sta per "Victory"), ma anche a una "doppia vittoria", una interna agli USA (contro il razzismo) e la seconda esterna (contro il fascismo). Il film uscì nei cinema a guerra conclusa, ma quello della Double V Campaign fu il clima in cui venne concepito e prodotto. E vinse ben due premi Oscar, uno per la miglior canzone e un Oscar onorario a James Baskett. Il primo a essere assegnato a un attore maschio afrodiscendente.
    Il secondo motivo è che "Song Of The South" fa parte del cosiddetto "Canone Disney", che tira le fila di tutte le produzioni cinematografiche che hanno visto il coinvolgimento dei Walt Disney Animation Studios, il cuore pulsante del progetto artistico di Walt Disney. Significa che questo film, a livello di catalogazione, ha la stessa dignità di "Mary Poppins", per capirci. Un pezzo da novanta che non deve assolutamente mancare sullo scaffale del collezionista.
    Eppure... Manca! E manca sullo scaffale di pressoché tutti i collezionisti del mondo! Perché il film è stato bannato negli anni '80 in seguito a una furiosa campagna legale e completamente obliterato, lasciando un intollerabile spazio vuoto nella libreria di milioni di appassionati o anche solo amanti dei WDAS che desiderino un repertorio completo.
    Ed ecco che succede il miracolo. E succede in Italia. Non si sa come, non si sa quando, non si sa perché, la Sinister Film, di casa Cecchi Gori, non solo torna in possesso del film in ben DUE versioni rimasterizzate, ma anche di una caterva di contenuti speciali e documentaristici, e perfino di un saggio stampato riguardante il film, incluso nella confezione. La tiratura è limitata a 500 copie. L'occasione, manco a dirlo, è assolutamente imperdibile. Perché si può essere d'accordo o meno sulle accuse di razzismo, ma storia del cinema è e rimane. E non posso che consigliare a tutti i miei contatti che siano appassionati di cinema, di animazione, di disneyanità in generale, di accattarlo il prima possibile. Perché le copie sono solo 500 e gli appassionati migliaia solo in Italia. È la corsa degli spermatozoi. Ho tirato un sospiro di sollievo quando sono riuscita ad assicurarmene una copia.
    Che dire. L'impossibile che diventa possibile e continua a sembrare impossibile anche quando ce l'hai davanti agli occhi.
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