Tra i temi ricorrenti delle opere di Hideo Yamamoto spicca la mente umana e le sue deviazioni, da quelle sessuali a quelle criminose: questo è evidente nelle sue opere più famose,
Ichi the Killer (la cui pubblicazione in Italia è stata da poco confermata dalla Panini!) e, appunto,
Homunculus.
Susume Nakoshi era un uomo ricco e di successo: donne, soldi, un buon lavoro, non gli mancava proprio nulla. Eppure da qualche tempo vive in una vecchia auto, a metà tra un hotel di lusso che era solito frequentare e un parco popolato da numerosi senzatetto. La sua esistenza trascorre tra questi due poli opposti, che lui frequenta senza appartenere veramente ad uno dei due: le ragioni di questo suo stile di vita sono un mistero, visto che Nakoshi è anche uno sfacciato bugiardo compulsivo.
Un giorno, il giovane e facoltoso aspirante medico Manabu Ito lo avvicina e, notate le sue condizioni di indigenza, gli offre la ghiotta somma di 700,000 yen per sottoporsi alla pratica medica della trapanazione: aprire letteralmente un bel buco nel cranio di Nakoshi, con lo scopo di verificare le dicerie che vogliono questa operazione come forte incentivo allo sviluppo di un misterioso "sesto senso". Inizialmente restio, Nakoshi accetta: e subita l'operazione si ritrova con la straordinaria facoltà di poter osservare gli homuculi, ovvero manifestazioni fisiche di distorsioni e traumi del subconscio umano. Iniziano così le disavventure di Nakoshi, in uno studio della psiche umana che intraprenderà involontariamente nella sua disperata ricerca di risposte riguardanti la definizione del suo vero io, oltre le definizioni e gli schemi imposti dalla società delle apparenze.
Per quanto rischi più volte di sforare in una metafora troppo distante dal significato che vuole trasmettere e nonostante la chiave di lettura sia spesso implicita e lasciata alla discrezione del lettore, questo seinen offre un'interessante disanima sulla varietà dell'animo umano, a partire da problemi volgari o carnali per arrivare a dilemmi decisamente più alti, passando per traumi, scheggiature e distorsioni della psiche che tutti, consapevoli o meno, ci portiamo dietro. Nel risolvere problemi e incubi altrui, il protagonista inizia ad interrogarsi anche riguardo ai suoi personali scheletri nell'armadio, in un crescendo di visionarietà che raggiungerà vette quasi psichedeliche al limte della pazzia. Nonostante alcune tematiche possano sembrare a prima vista banali nelle premesse per diventare incomprensibili nell'esposizione, è evidente la grande preparazione dell'autore (che ha persino vissuto per un certo periodo come senzatetto per immedisimarsi) e la storia è gestita magistralmente tra spunti di riflessione e critiche alla società ed alle perversioni umane, che tuttavia non sforano mai nella retorica o nel moralismo, ma che invece puntano inevitabilmente ad un finale deliziosamente anticlimatico e assolutamente amorale, simbolo forse deprimente ma non meno affascinante della condizione d'impotenza dell'uomo nel comprendere la sua stessa natura e le ragioni fondanti dei suoi schemi comportamentali, del suo relazionarsi, "malato" anche nelle piccole cose, con sè stesso e con gli altri.
15 volumi e vi portate a casa il (non)senso della vita.