<EDITATO GIUGNO 2014>
Tra i tanti nuovi trend videoludici che la Playstation 1 diede alla luce, nella seconda metà degli anni '90, vi fu la nascita del genere survival horror.
L'avventura spaventevole, va detto, non era una completa novità. Il punta-e-clicca Clock Tower per SNES e il primo, lovecraftiano episodio di Alone In The Dark per DOS e 3DO figurano come illustri antenati del genere.
Poi arrivò Resident Evil, che con i suoi "Survival horror adventure" e "There are disturbing images in this game" aveva aperto la strada ad un gaio mondo di mostri, paesaggi disturbanti, enigmi, e i poveri malcapitati costretti ad affrontarli. L'influenza di questo gioco è innegabile, si pensi a serie come Parasite Eve.
Nel 1999, la Konami, e il suo appositamente fondato Team Silent, disse la sua sull'allora nuovo genere,
creando un capolavoro che diventerà non meno influente del cugino targato Capcom.
Il segreto del successo di Silent Hill sono le atmosfere e lo storyline.
Un sacco di generi videogiocosi provarono e provano tutt'oggi a reinventarsi lavorando sulla narrazione, ma in questo caso il cambiamento, che è stato praticamente immediato e quindi conta più come una evoluzione, era necessario.
Il survival horror è, ovviamente, composto di una parte surivival e di una horror:
il survival è un tipo di gameplay, che vede un protagonista con scarse risorse/equipaggiamento cercare di sopravvivere in ambienti ostili, ricchi di trappole letali, nemici in grado di sopraffarlo facilmente, ostacoli da superare con l'uso creativo di ciò che lo circonda e via discorrendo;
l'horror è una tematica, il termine che raggruppa quelle opere che riescono a infondere paura o inquietudine nel fruitore, e non basta certo affidarsi ai soliti cliché per essere classificati come tali.
Il grande adempimento di Silent Hill non è stato tanto essere un buon gioco survival (cosa che comunque è), bensì l'essere pioniere dell'horror nei videogiochi, l'horror vero.
Il gioco inizia con un FMV, che andava tanto di moda allora, ma un FMV coi fiocchi.
Già da questa premessa musicale, cortesia del bravissimo compositore dell gioco, Akira Yamaoka, si capisce che Silent Hill cerca di essere qualcosina di più di un gioco di zombie. Voglio dire, confrontatelo con la tamarrissima intro di RE1.
Quindi, qual è la storia del gioco? Niente di più semplice: Harry Mason, professione scrittore (kingkingkingstephenkingkingking) stava portando sua figlia in vacanza nella città lagunare di Silent Hill, quando, a pochi metri dalla città, sbanda e si risveglia in una ghost town nebbiosa e lugubre piena di strade interrotte e strani animali alquanto bellicosi, quel che è peggio, senza sua figlia.
Quindi, per ritrovarla, procederà ad ribaltare ogni sasso del paesino, a sventrare le orrende creature soprannaturali che gli si pareranno davanti, e nei ritagli di tempo ad indagare sul passato della città, che per quanto conferisca un barlume di realismo alla storia, non toglie comunque quella sensazione di mistero che accompagna tutto il gioco.
La città è suddivisa in tre aree, ed ogni area contiene un edificio (una scuola, un ospedale, ecc.) da esplorare più a fondo che funge praticamente da dungeon.
Alla fine si tratta di una lunga ricerca, un NPC (si, ne troverete e dovrete anche stare attenti a come li trattate) o un indizio vi indirizza verso un certo posto e voi vi date da fare per raggiugerlo superando burroni e porte chiuse.
Tutto si basa sull'esplorazione: la x è il tasto che premerete di più, dato che serve ad esaminare tutto ciò che vi circonda, ed è facile farsi sfuggire un appunto interessante o una porta aperta in mezzo a cento chiuse.
Il personaggio si muove con un sistema a "carro armato", SU per andare avanti, GIU per indietreggiare, DESTRA/SINISTRA per "virare", e inoltre è possibile accelerare (correre) con la pressione di un tasto; il resto dei comandi è per guardarsi intorno, interagire e attaccare con il vostro arsenale di armi improvvisate (il glorioso tubo d'acciaio) o pistole, le cui munizioni sono limitate e non vanno sprecate.
La città di Silent Hill all'inizio appare "solamente" abbandonata, ma tutto si fa' più complicato con l'Otherworld: entrerete in questa dimensione alternativa durante l'esplorazione dei sopramenzionati edifici/dungeon, e già scriverlo qui è spoileroso, perché la sensazione provata dopo essere entrati nella prima volta nella scuola alternativa è impagabile;
nell'Otherworld, Silent Hill si mostra per quello che è, trasformandosi da un familiare spazio suburbano ad una dimensione da incubo, lasciandovi intrappolati in buii complessi di ruggine e sangue, popolati da creature che spesso non potete evitare, a causa degli spazi claustrofobicamente stretti, e ricchi di altre mille sorprese che non sto qui a svelare.
Per avanzare in questi luoghi agghiaccianti dovete fare ricorso, oltre che alle armi, ai tre gadget fondamentali che trovate all'inizio del gioco: la mappa per orientarvi, la torcia per vedere al buio (peccato che vi renda visibili ai mostri) e la radio che avvisa dei nemici in vicinanza. Dovrete anche cercare e usare spesso gli oggetti curativi, perché ogni attacco nemico rischia di lasciarvi mezzi morti.
I livelli sono ben suddivisi tra l'esplorazione, la lotta con i mostri (ogni dungeon contiene un boss) e diversi puzzle, oltre ad un paio di sidequest che influiranno sul finale che otterrete.
Il gioco fonde i classici dell'horror americano (again, Stephen King), spesso omaggiati con scritte sui muri o gli stessi nomi delle strade, al più disturbante stile giapponese, e in mezzo pone una storia che ben si diluisce nelle sessioni di gioco, lasciandovi con una certa curiosità sulle sorti dei personaggi.
C'è anche un piccolo incentivo alla rigiocabilità: se alla fine del gioco scegliete l'opzione New Fear, potrete riaffrontare l'avventura, stavolta piena di easter egg che includono armi segrete (tipo una PISTOLA LASER ) e un nuovo finale un po' particolare da sbloccare (anche un po' troppo nascosto per essere trovato senza guida).
Un bellissimo classico, che potrebbe ben appassionare chi ha giocato titoli simili come Eternal Darkness.
[Konami] Silent Hill
Per i giochi che tengono il piede in due o più scarpe, per le esclusive Microsoft, Sony e PC e per il nuovo orizzonte indie.
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