Mi è molto difficile parlare del
Porto Proibito.
Non è un caso che io ne abbia terminato la lettura già da una settimana e mezza e non avessi ancora scritto nulla al riguardo.
Mi sono trovato di fronte ad un'opera che mi colpito così tanto, e dalle caratteristiche tali, da ritrovarmi senza parole. Senza la capacità di riuscire ad esprimere quello che questo fumetto rappresenta in generale e ha rappresentato per me in particolare.
Ma è giusto provarci comunque, per rendere merito a
Teresa Radice e
Stefano Turconi e perché possa, in qualche modo, con il mio commento, comunicare a chi ancora non ha scoperto
Il Porto Proibito cosa si è perso, e che farebbe bene a rimediare al più presto.
Il Porto Proibito contiene tutto.
Cercate l'avventura? C'è, di quella pura, da romanzo per ragazzi del secolo scorso.
Cercate, nello specifico, avventure di mare? Ci sono, molte scene per gli oceani, per le isole, su splendidi velieri.
Cercate il mistero? C'è, attraversa tutto il libro e ha una risoluzione appagante.
Cercate tematiche forti? Ci sono, e ben sviluppate: vita, morte, seconde possibilità, l'importanza di vivere la propria vita al meglio, l'importanza dell'amore come rifugio e dono.
Cercate elementi soprannaturali? Ci sono, e si sposano perfettamente con le tematiche del libro e con l'aspetto più normale.
Cercate storie di vita normale? Ci sono, attraverso il bucolico villaggio in cui approda il protagonista e la sua vita alla locanda delle tre sorelle.
Cercate il sentimento? C'è, sotto forma di una narrazione di rara poesia, struggente e delicata.
Cercate personaggi memorabili? Ci sono, diversi tipi umani popolano queste pagine, dando la possibilità ad un vasto pubblico di immedesimarsi in qualcuno di loro.
Non so come, ma Teresa ha infilato moltissimi elementi in "sole" 312 pagine, e tra di essi ci ha messo anche il suo cuore. Si avverte in ogni tavola quanto questo lavoro è sentito dall'autrice, ed è tangibile la passione e la fatica che ha impiegato per scrivere una sceneggiatura del genere.
Attraverso una storia di mare, di velieri, di tradimenti e di sofferenze, Teresa inserisce inquietudini che solo delle venature di soprannaturale innestate nella quotidianità dell'Inghilterra del '700 possono provocare in modo tanto potente. Costruisce dei personaggi meravigliosi, sfaccettati e solidi, a cui ci si affeziona immediatamente e che riescono a trascinare il lettore dentro alla storia. Rebecca su tutti, sicuramente il mio personaggio preferito per il suo approccio alla vita e per la sua estrema sensibilità; Abel viene subito dopo, un protagonista che ricorda molto Jim Hawkins (e ritorna
L'Isola del Tesoro ) ma dotato di precise caratteristiche che lo rendono coraggioso e timido allo stesso tempo. Nathan è un altro gran bel personaggione per l'istinto di protezione che porta con sé, le sorelle Stevenson (in special modo la più piccola), Yasser con la sua amicizia candida e sincera e la sua saggezza pacata... un mondo intero di belle persone.
Ed è un mondo in cui voglio credere: perché andando avanti con la storia si scopre che anche in questa realtà di carta esistono i cattivi, gli infami, i traditori. Teresa si premura solo di suggerirci che le persone positive però non scarseggiano, e poi va oltre suggerendo che la vita può essere così magnanima da concedere anche delle seconde possibilità, per riparare a delle ingiustizie.
Infine, più nello specifico, mi ha conquistato il modo in cui vengono raccontate le scene d'amore: il sesso non viene schiaffato in faccia, non c'è compiacimento nel mostrarlo, ma c'è tutta la delicatezza e la poesia che un atto di dono come quello porta dentro di sé. C'è la paura iniziale, ci sono le sensazioni più belle del mondo, c'è l'abbandonarsi, l'accoglienza, la scoperta di sé e dell'altro. Il sesso mostrato nel Porto Proibito assume sempre la forma di un momento di passaggio o di presa di coscienza, e in quanto tale è sempre un momento di forte intensità emotiva che esplode nella sua fisicità, una visione che mi trova affine.
Quelle scene, e in generale tutto il resto del libro non sarebbe stato lo stesso senza l'indispensabile apporto grafico di Stefano Turconi. Stefano ha fatto un lavoro davvero enorme, la pura e semplice matita (senza china, senza colore) contribuisce in modo decisivo al feeling visivo della storia, rende ogni scena sublime e cesellata da un tratto morbido e affascinante. Echi cartooneschi - soprattutto nei volti di alcuni personaggi, che ricordano i visi visti in Viola Giramondo - si fondono con un tratto più realistico quando si tratta di rappresentare navi ed edifici. Bastano poche righe e c'è un mare stupendo, basta un disegno a tutta tavola e si viene catapultati dentro all'avventura.
Se le scene d'amore vengono rappresentate con la grande delicatezza che la sceneggiatura richiedeva, in almeno un paio di occasioni che vignette che ripetevano una sequenza passo a passo in modo da far percepire la lentezza della situazione, le scene di tempesta in mare hanno tutta la potenza che il segno grafico di Stefano è in grado di mostrare. Matite di forza diversa modulano il segno, la grafite graffia il foglio e riesce con pochi tratti a far passare un'emozione piuttosto che un'altra, con grande maestria data dall'abilità innata dell'autore ma anche dai sentimenti che animavano la sua mano, evidentemente coinvolta nella trama insieme a tutto il resto dell'artista.
Il Porto Proibito è per me una delle migliori storie che ho letto negli ultimi anni. Di più, è una delle pochissime opere che ho già voglia di rileggere una seconda volta, e addirittura uno dei rarissimi libri per cui sento proprio il bisogno di riprenderlo in mano ciclicamente, cosa finora avvenuta solo per Achille Piè Veloce di Stefano Benni e Il Canto di Natale di Charles Dickens.
Credo di poter affermare fin d'ora di aver trovato il fumetto migliore del mio 2015, che diventerà un capisaldo della mia formazione a fumetti, e che spero possa avere tanta fortuna anche presso moltissime altre persone, facendo capire le enormi potenzialità della coppia Radice/Turconi.
Onore a BAO che ha creduto e investito su questi due autori che uniscono una grande professionalità allo smisurato amore per quello che fanno e ad una sensibilità di cui ritengo abbiamo tutti molto bisogno.