[Michael Barrier] Vita di Walt Disney: Uomo, Sognatore e Genio
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Ho da poco recuperato e affrontato la lettura di quello che molti hanno riconosciuto essere il libro più approfondito e accurato di tutti quelli che analizzano la vita di Walt. E infatti questo volume, edito in Italia da Tunuè, è davvero considerevole. Dieci capitoli che si estendono per mezzo migliaio di pagine, fitte fitte, votate alla documentazione accurata tra interviste, testimonianze, articoli e burocrazia varia, utili a tracciare un ritratto che cerca di essere il più possibile obiettivo su quella che è la figura più importante nell'entertainment del secolo scorso. Lo scopo del libro è prendere le distanze tanto da certa cattiva saggistica votata alla calunnia (e Il Principe Nero di Eliot viene letteralmente demolito), tanto dalle tendenze agiografiche che attraverso le testimonianze della figlia o di altri interni all'azienda ci sono giunte. Ci riesce?
Direi di sì.
Il ritratto che viene fatto di Walt è molto umano. Nulla gli viene tolto, umanamente parlando, luci e ombre vengono messe sullo stesso piatto della bilancia, e vincono senza dubbio le luci. Ma nessuno sconto per quanto riguarda le ombre, e cioé i lati della sua personalità più spinosi e persino ingenui. Un uomo buono emerge da queste pagine, ma a dispetto dei successi personali, non sempre capace di interfacciarsi alla realtà. Capace di dare tantissimo, ma difficile da prendere, scisso tra il bisogno di avere il controllo, e quello di mostrarsi una persona semplice e alla mano. Non a caso il libro inizia con un flashforward, e cioé un balzo avanti nel momento in cui la sua vita ebbe una svolta: il famoso sciopero dei dipendenti avvenuto nel '41. Un Walt arrabbiato, teneramente goffo, illuso di star infondendo a tutti i dipendenti la sua voglia di andare avanti, convinto di star riportando tutti alla ragione e che la sua visione fosse anche la loro. E invece no, era alla vigilia del momento di disillusione più forte della sua esistenza, che l'avrebbe cambiato per sempre, portandolo via dall'animazione, in altre direzioni, e lontano da quell'idea di squadra amichevole con connotazioni familiari che tanto sognava. Fatta questa premessa il libro riparte dall'inizio: vengono analizzati i primi anni rurali a Marceline, la sua crescita, i mille lavori fatti in adolescenza con lo stesso entusiasmo incosciente che avremmo poi visto nel primo Mickey Mouse, e la disavventura dei Laugh-O-Grams. Segue poi il trasferimento a Burbank, Alice, Oswald, l'incidente con Mintz e la creazione di Topolino, fino al culmine del suo processo pionieristico come artista: Biancaneve e i Sette Nani. E una volta tornati nel '41, al momento del suo tracollo personale, si prosegue verso la seconda metà della sua vita, quella più imprenditoriale, che riguarda il live action, i documentari, la tv, e i suoi insospettabili anni di costruttore di trenini e miniature in officina, preludio al sogno di Disneyland. E' solo quando si arriva alla fine che ritroviamo un Walt, stanco e acciaccato, ma non senza rimpianti per il suo passato da artista. Tanto contento di Disneyland, quanto nostalgico per ciò che un tempo aveva realizzato, un qualcosa che i raffinati ma freddi audio-animatronic del parco non seppero compensare. E quindi ecco l'ultimissima sua stagione creativa, quella che portò alla fondazione del CalArts e alla progettazione dell'utopistica e irrealizzabile EPCOT, summa di tutto, sfociata nel nulla. Vedere come questo gigante dell'intrattenimento sia passato dall'animare disegnetti in un garage al sognare di riprogettare da zero l'urbanistica, cercando di cambiare il volto del pianeta è veramente incredibile, affascinante e in un certo senso anche disturbante. Per cui direi che l'intento di fornirne una visione a 360° è pienamente riuscito.
Questo non ne fa un libro perfetto, va detto. In alcuni passaggi Barrier si lascia andare a giudizi sulle opere alquanto personali, benché spesso condivisibili. Un esempio è la disamina di Cenerentola, del quale vengono messe in luce alcune pecche, dovute alla sua natura di film realizzato col pilota automatico, senza i guizzi che Walt aveva personalmente inserito nelle precedenti pellicole. E' tutto vero, ovviamente, tuttavia si ha come l'impressione che altri giudizi di merito, come quelli impietosi verso l'ultima regia di Walt, la Silly Symphony The Golden Touch, o persino certi aspetti di Mary Poppins, con cui il Barrier non è proprio tenerissimo, siano stati dati in maniera un po' gratuita, in un modo che trascende i compiti del lucido ed obiettivo biografo che lo scrittore vorrebbe essere.
Dubito però che quando si prendono in esame fenomeni del genere sia semplice rimanere obiettivi su tutta la linea. Anche perché uno studio tanto approfondito e accurato, è per forza di cose figlio della passione bruciante che rende irrefrenabile il desiderio di dire la propria in modo accalorato su qualcosa. Insomma non si scappa. Quel che è certo è che il tomo in questione non viene inficiato da ciò, e per il momento è sicuramente il meglio sulla piazza. Un libro che qualsiasi appassionato Disney dovrebbe aver letto almeno una volta nella vita.
Sono a metà circa di questa bellissima biografia su Walt, e non posso che ritenermi soddisfatto, oltre che stupito del fatto che questo 3d sia rimasto così desolatamente vuoto, visto che per l'accuratezza e, per quel che mi par di capire, l'obiettività delle vicende narrate ci troviamo di fronte a un documento di gran rilevanza.
Approfondirò una volta concluso.
Approfondirò una volta concluso.
For now I've lost everything,
I give to you my soul.
The meaning of all that I believed before
escapes me in this world of none.
I miss you more
(Genesis, Afterglow)
I give to you my soul.
The meaning of all that I believed before
escapes me in this world of none.
I miss you more
(Genesis, Afterglow)
Sul "ricco" ho davvero pochi dubbi, c'è una tale profusione di dettagli che definirei talvolta esagerata. Tuttavia la lettura non ne risente, restando sempre bella scorrevole.
L'impressione è che sia anche equilibrato, anzi, sembra quasi che Barrier abbia voluto calcare un po' la mano sui lati negativi per bilanciare quelli positivi, come a dire "Ehi, guardate che quest'uomo era un vero figo, ma tranquilli, aveva anche lui i suoi difetti, e ora vi faccio vedere".
L'impressione è che sia anche equilibrato, anzi, sembra quasi che Barrier abbia voluto calcare un po' la mano sui lati negativi per bilanciare quelli positivi, come a dire "Ehi, guardate che quest'uomo era un vero figo, ma tranquilli, aveva anche lui i suoi difetti, e ora vi faccio vedere".
For now I've lost everything,
I give to you my soul.
The meaning of all that I believed before
escapes me in this world of none.
I miss you more
(Genesis, Afterglow)
I give to you my soul.
The meaning of all that I believed before
escapes me in this world of none.
I miss you more
(Genesis, Afterglow)
Ed è un bene che lo faccia. La prima parola del sottotitolo è UOMO, con tutte le luci e le ombre che tale accezione ha per chiunque. Ma almeno non si scende nell'idolatria o nel complottismo.L Vertighel ha scritto:L'impressione è che sia anche equilibrato, anzi, sembra quasi che Barrier abbia voluto calcare un po' la mano sui lati negativi per bilanciare quelli positivi, come a dire "Ehi, guardate che quest'uomo era un vero figo, ma tranquilli, aveva anche lui i suoi difetti, e ora vi faccio vedere".
Rimane a tutt'oggi l'unica biografia che io abbia letto su Disney, e credo lo rimarrà a lungo: non perché ho paura di leggerne altre, ma perché mi ritengo ampiamente sazio già con questa.