Che bello, un
Topolino interamente dedicato al Natale. Credo che fossero anni che non capitava, limitandosi ad inserire una/due storie a tema e una copertina festosa, mentre invece in questo 2014 si decide di celebrare la Festa più bella dell'anno con un numero speciale, completamente a tema, dalla cover (splendida, sia per il disegno di Giorgio Cavazzano che fa un lavoro eccellente e sia per gli effetti speciali sbrilluccicosi) alle storie per toccare le rubriche e le one-pages.
La qualità dei racconti non è purtroppo sempre al top, ma perlomeno personalmente premio questo intento natalizio
Topolino e l'Albero di Holly è stupenda, la migliore del numero. Pietro Zemelo è quasi un esordiente del "Topo", finora di suo abbiamo visto solo due brevi nella norma, ma qui ci regala una storia davvero ispirata. Certo, non c'è una vera e propria trama o un obiettivo particolare da raggiungere che dia alla storia la sua direzione... ma non se ne sente affatto il bisogno! Topolino e Pippo vengono fortuitamente trasportati indietro nel tempo da un congegno trovato nella soffitta dello spilungone, e finisco nel Natale del 1914 dove fanno amicizia con Holly, una bimba dolce e simpatica. Procedono avanti nel tempo a salti, ritrovando la ragazzina ormai cresciuta e diventando così un elemento costante del Natale della donna, accompagnandola per tutta la sua vita. Oltre a ricordare vagamente il plot del
Christmas Carol del
Doctor Who (special natalizio del 2010), è anche una bella metafora sul fatto che questi personaggi accompagnino il lettore e appassionato per tutta un'esistenza, se lo vuole, diventando amici fedeli e preziosi.
Trovo che la retorica buonista sia qui assente, e ci sia invece tanta bella poesia natalizia, a tratti commovente.
Ottimi Giuseppe Zironi alle matite, che sfoggia un tratto leggermente diverso da quello usato in passato coi Topi ma che posso dire riuscito, soprattutto negli sfondi dettagliati e nel character design di Holly nelle varie età: molto bello anche il suo Topolino e particolare il muso di Pippo.
Bruno Enna prende in mano il suo Paperotto e crea una storia molto simpatica:
Paperino Paperotto e il Natale Sbarbato parla di crisi economica come può venire percepita dai bambini (una "scusa" per giustificare il rapimento di Babbo Natale!
) e come sempre racconta dell'astruso piano che Paperino mette in piedi con i suoi amici credendo di aver individuato il vecchio barba bianca e cercando di liberarlo. Il finale, che inizialmente segue il canovaccio tipico di queste avventure, si rivela poi leggermente sorprendente, con un tocco alla Enna
Stefano Intini alle matite offre un bel contraltare al tutto, trasmettendo l'atmosfera giocosa della trama.
Le altre due storie non eguagliano la qualità finora espressa.
Dinamite Bla Vicebabbo Ufficiale è sostanzialmente una storia classica col buzzurro protagonista, come Fausto Vitaliano ne ha già scritte. È poi viziata da quell'andamento disilluso e cinico che già individuavo nelle recenti storie dell'autore, che con il barbuto inquilino del Cucuzzolo del Misantropo esce ancora più facilmente allo scoperto. Il continuo riferimento pseudo-metafumettistico con la gag ripetuta degli alieni priva di credibilità l'impianto della storia, e l'atteggiamento di Paperino e Paperoga non migliora la situazione, trasmettendo la sensazione che i due recitino stancamente una parte. L'inserimento forzoso e gratuito di Bum Bum Ghigno, quasi solo per omaggiare Corrado Mastantuono che disegna la storia, rende la storia ancora più debole, così come il Babbo Natale acido ritratto dallo sceneggiatore.
Non è una storia illeggibile, ma può risultare indigesta nel suo andamento; sono invece molto buoni i disegni del Masta, plastici e armoniosi.
Chiude l'albo
Victorian Ladies - Minni e le Ricchezze che Contano, scritta da Matteo Venerus e disegnata da Donald Soffritti. Anche qui trovo che la scrittura risulti poco ispirata, andando a pescare molto dal personaggio di Ebenezer Scrooge per crearne una versione poco distante dall'originale e che poco aggiunge a quel tipo di trama. Lo sviluppo del soggetto, col sabotaggio dell'attività dell'antenata di Minni e la figura dell'alter ego di Topolino, povero boscaiolo che rimane incastrato nelle accuse, non può non risultare indigesta a chi ha visto queste soluzioni narrative più e più volte, portando stancamente a termine la storia con una morale non troppo incisiva.
Il numero si completa con i
Cinepanettoncini di Massimo Marconi e Massimo De Vita, simpatiche one-pages a tema natalizio che non spiccano molto come qualità delle gag, a parte un paio di casi riusciti, ma che in generale si fanno leggere con piacere. De Vita è sempre ottimo con i Topi, ma il suo nuovo ritorno coi Paperi denota tutta la mancanza di abitudine nel disegnarli, offrendo delle vignette in cui Paperino e Paperone non brillano proprio di grande smalto grafico.
Plaudo all'iniziativa del numero natalizio, quindi: le storie contenute attraversano alti e bassi, ma è comunque una lettura che sotto l'albero può allietare le giornate di Feste