[Morten Tyldum] The Imitation Game

Una cartella dedicata a quel grande magico calderone che è il cinema e al fascino magnetico che lo schermo gigante continua ad esercitare ancora oggi.
  • Visto ieri.
    The Imitation Game è un buon film, che si basa su una storia d'effetto già di partenza e che offre molti spunti per essere romanzata, cosa che puntualmente la sceneggiatura fa. Trovo che sia molto lontano dall'etichetta di "capolavoro", e anche le 8 candidature agli Oscar mi paiono esagerate per un film sicuramente godibile e anche ben fatto, ma che ogni tanto inciampa in qualche ruffianeria di troppo e che si basa quasi completamente sul protagonista, un Alan Turing senz'altro affascinante ma reso in modo meno ispirato di quanto pensassi da Benedict Cumberbatch. Rimane uno dei miei attori di riferimenti degli anni recenti, ma trovo che questa sua performance sia riuscita solo in parte a restituire al pubblico un personaggio memorabile o accattivante. In sintesi: tra i due sociopatici che ha interpretato, preferisco mille volte Sherlock nell'omonima serie BBC, dove trovo che la sua recitazione sia una spanna sopra.
    L'attore è abile, quindi non si pensi che Cumberbatch abbia fatto schifo, anzi ha fornito un'interpretazione di tutto rispetto che si configura come efficace e piacevole, ma le mie aspettative erano alte. Non è da escludere, comunque, che anche il doppiaggio possa aver fatto la sua parte nello smorzare la riuscita complessiva del personaggio.
    Molto buono Charles Dance come burbero generale in capo, mentre la sempre stupenda Keira Knightley fa una parte che, teoricamente da co-protagonista o protagonista femminile, appare invece molto meno di quanto mi aspettassi e senza avere un ruolo realmente di primo piano o pienamente giustificato.

    La storia è affascinante ma, come dicevo, è pur sempre una sceneggiatura non originale. La vita di Turing è interessante di per sé, e il film si basa poi su una biografia. Quanto di nuovo è stato inserito qua, tanto da darne il merito allo sceneggiatore? Probabilmente la scelta dei 3 piani temporali che si alternano nella narrazione, che è una delle cose che ho maggiormente apprezzato. I momenti in cui sbirciare nell'infanzia scolastica del protagonista, per esempio, sono scelti con sapienza e sensatezza, e anche l'alternanza tra il presente - a guerra finita - e il passato durante il conflitto, cuore della pellicola, è ben gestita, anche perché sono sempre stacchi in grado di aggiungere cose significative sulla personalità di Turing.

    L'ultima mezz'ora è quella più intensa, senza dubbio, dove tanto la tensione narrativa quanto l'interpretazione di Cumberbatch subiscono un'impennata qualitativa: da quando Turing scopre il modo di far funzionare la sua macchina in avanti tutto ne guadagna, infatti, e la triste parabola finale per il personaggio costituisce un momento di forte intensità emotiva, di cui occorre dar merito anche al regista.
    Spiace per la scelta - che pare quasi obbligata, per i film biografici - di utilizzare negli ultimi secondi le scritte riepilogative su quanto succederà da lì a poco al protagonista, che per me resta sempre un modo troppo didascalico di concludere film del genere ma che pare non offra alternative.

    Insomma, soddisfatto per metà, con qualche riserva. Con qualche accorgimento il film poteva essere migliore, nello stato delle cose siamo invece di fronte ad un prodotto buono, a tratti molto buono, che riesce ad essere effettivamente un bell'omaggio ad una persona così importante per la Storia ma che comunque si attesta di poco sopra la sufficienza.

    PS: in ogni caso, adesso mi è venuta ancora più voglia di recuperarmi Enigma di Tuono Pettinato ;) (qui una ricca analisi)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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