The Secret of Kells
Non lasciatevi spaventare dal tipo di animazione, si tratta di un film che ha meritato la candidatura all'Oscar ricevuta nel 2010 (battuto da Up della Pixar e in concorrenza con l'altrettanto valido Coraline e la porta magica).
Da noi è ancora inedito ma non credo di poter inveire troppo contro i nostri "strateghi" delle sale cinematografiche visto che io stesso gli ho dato una chance solo perché attirato dal nome di Bruno Coulais, il compositore della colonna sonora (e autore tra l'altro anche di quella di Coraline).
Al termine della visione sono invece rimasto soddisfatto non solo dalle musiche, di cui non dubitavo, ma anche dalla storia.
Protagonista è il giovane Brendan, un ragazzino che vive nell'abbazia di Kells in Irlanda durante il IX secolo d.C. Suo zio Cellach è l'abate a capo dei monaci, costantemente preoccupato di completare la costruzione delle mura di protezione contro gli attacchi dei vichinghi. Un giorno arriva a Kells il vecchio monaco Aidan, fuggito dall'Abbazia di Iona caduta dopo una scorreria vichinga. Brendan fa amicizia con Aidan e per aiutarlo a completare un eccezionale manoscritto, si reca nella foresta per cercare delle bacche per l'inchiosto e lì incontra Aisling, una sorta di spirito-lupo che gli si presenta davanti con le sembianze di una bambina...
Contiene Spoiler
Il manoscritto in questione altro non è che Il libro di Kells, un'opera di grande importanza culturale-artistica che fu custodita davvero nell'abbazia di Kells (da cui prese il nome) in epoca medioevale. Tutta la vicenda, nonostante la presenza di elementi fantasiosi, fa riferimento a eventi storici reali.
L'abbazia di Iona, ad esempio, fu effettivamente assaltata dai vichinghi e i suoi abitanti massacrati. Così come è vero che successivamente accadde la stessa cosa a Kells nonostante le fortificazioni.
Nel film la scena della devastazione e del massacro ad opera dei vichinghi è piuttosto drammatica.
Ho letto che l'abbazia di Kells fu fondata proprio da un tale Cellach, già arcivescovo di Armagh e che la tradizione vuole il libro essere stato cominciato da quel Columba di Iona tanto mitizzato dai monaci amici di Brendan. Egli fu un monaco guerriero, poi fatto santo, vissuto dal 521 al 597. Spesso viene confuso con San Colombano (542-615) e a riprova di questo, mentre i doppiatori lo chiamano giustamente "Columba", nei sottotitoli italiani viene scritto "Colombano". Va beh, peccato veniale.
Riguardo alla realizzazione del libro, sul dove e il quando ci sono varie ipotesi da parte degli storici (di certo in una delle abbazie legate a San Columba). Gli sceneggiatori hanno quindi potuto sfruttare questa incertezza per attribuire il merito ad un Brendan ormai cresciuto alla fine del film.
La scena della copertina dorata, strappata dal guerriero vichingo, si basa su un fatto storico: Nel IX secolo infatti, in seguito al saccheggio di Kells, il manoscritto fu trafugato e poi ne furono ritrovate solo le pagine prive della preziosa rilagatura.
Fine spoiler
Infine il gatto Pangur Bán è anch'egli una citazione, questa volta letteraria, da un poemetto il cui autore è un anonimo monaco irlandese. Un migliaio di anni fa il monaco volle simpaticamente paragonare la sua attività di amanuense a quella di cacciatore di topi del suo gatto bianco di nome Pangur Bán cioè "Pangur il bianco".
Io e il mio gatto Pangur Ban
lo stesso compito eseguiam:
lui a caccia di topi lieto corre intorno
io a caccia di parole sto seduto notte e giorno.
È molto meglio di ogni onore ricevuto
con libro e penna starmene seduto;
rancor verso di me Pangur certo non ha,
e del suo semplice mestier buon uso fa.
Un topo smarrendosi finisce spesso
tra i piedi dell'eroico Pangur messo;
spesso il mio pensier si tende,
ed un significato nella sua rete prende.
Gli occhi posa lui contro il muro,
grande e grosso e scaltro e sicuro;
contro il muro del sapere metterò
a dura prova quel poco che so.
Il costante allenamento ha fatto
di Pangur un perfetto gatto;
notte e giorno sapienza io apprendo
in luce l'oscurità volgendo.
A proposito dell'ultimo verso: "turning darkness into light", secondo me è da qui che deriva la frase usata da Aisling nell'introduzione del film:
I've lived through many ages. I've seen suffering in the darkness. Yet I have seen beauty thrive in the most fragile of places. I have seen the book. The book that turned darkness into light.
La si può sentire anche all'inizio del trailer:
http://www.youtube.com/watch?v=tMPhHTtKZ8Q
"Aisling's Song" (Pangur Ban):
http://www.youtube.com/watch?v=zCnkanYUQMo
Il testo è un misto di gaelico e inglese, che canta:
You must go where I cannot,
Pangur Ban, Pangur Ban,
Nil sa saol seo ach ceo,
Is ni bheimid beo,
ach seal beag gearr.
Pangur Ban, Pangur Ban,
Nil sa saol seo ach ceo,
Is ni bheimid beo,
ach seal beag gearr.
e più o meno recita:
Devi andare dove io non posso
Pangur Ban, Pangur Ban
non c'è nulla in questa vita se non nebbia
e non siamo vivi
se non per un piccolo, breve incantesimo.
Pangur Ban, Pangur Ban,
non c'è nulla in questa vita se non nebbia
e non siamo vivi
se non per un piccolo, breve incantesimo.
Aggiungo che quest'anno negli States è uscito:
Designing the Secret of Kells
Casa editrice: Cartoon Saloon
Anno di pubblicazione: 2014
Autori: il regista Tom Moore e l'Art Director Ross Stewart. Prefazione di Charles Solomon. Progettato da Eloise Scherrer.
ISBN 10: 0992916305
ISBN 13: 978-0992916305
Formato: 31x22, HC, 236 pagine.
Lingua: inglese
Il volume parla della progettazione, dello sviluppo e della realizzazione del film, dal 1999 al 2009 quando è arrivato al cinema. Vi hanno lavorato oltre 200 artisti in 5 Paesi diversi.
Un'ultima nota: tra gli artsti c'è anche l'italiana Alessandra Sorrentino, illustratrice, storyboard artist e animatrice 2d:
http://www.youtube.com/watch?v=Ai0h886JCMw
La Sorrentino è l'illustratrice della serie di volumi per bambini, Leila Blue
[Cartoon Saloon] The Secret of Kells
Ooh, questo sí che è un debutto coi controfiocchi!
A tal proposito mi sono permesso di correggerti la traduzione della canzone di Aisling, comunque.
L'animazione non mi aveva spaventato affatto. L'idea di animare delle miniature mi affascina sin dai tempi in cui vidi Jurij Norštejn animare delle icone nel suo Seča pri Keržence. Ciò detto, anch'io mi ci sono buttato dopo aver visto il nome di Coulais.Pangur Ban ha scritto: Non lasciatevi spaventare dal tipo di animazione, si tratta di un film che ha meritato la candidatura all'Oscar ricevuta nel 2010 (battutto da Up della Pixar e in concorrenza con l'altrettanto valido Coraline e la porta magica).
Considerato che gli anzidetti "strateghi" ci hanno messo vent'anni per solo considerare l'ipotesi di fare arrivare Miyazaki nei nostri cinema, non mi stupisco piú di niente.Pangur Ban ha scritto: Da noi è ancora inedito ma non credo di poter inveire troppo contro i nostri "strateghi" delle sale cinematografiche visto che io stesso gli ho dato una chance solo perchè attirato dal nome di Bruno Coulais, il compositore della colonna sonora (e autore tra l'altro anche di quella di Coraline).
Al termine della visione sono invece rimasto soddisfatto non solo dalle musiche, di cui non dubitavo, ma anche dalla storia.
Gli stessi sottotitolatori l'hanno poi riconosciuto, ma ormai avevano fatto. Considerato il mazzo che si fanno ogni volta per proporre cose che altrimenti ci sogneremmo, direi che non possiamo certo lamentarci, infatti.Pangur Ban ha scritto: Ho letto che l'abbazia di Kells fu fondata proprio da un tale Cellach, già arcivescovo di Armagh e che la tradizione vuole il libro essere stato cominciato da quel Columba d Iona tanto mitizzato dai monaci amici di Brendan. Egli fu un monaco guerriero, poi fatto santo, vissuto dal 521 al 597. Spesso viene confuso con San Colombano (542-615) e a riprova di questo, mentre i doppiatori lo chiamano giustamente "Columba", nei sottotitoli italiani viene scritto "Colombano". Va beh, peccato veniale.
A tal proposito mi sono permesso di correggerti la traduzione della canzone di Aisling, comunque.
Una recensione davvero curiosa,lo ammetto. Prima o poi lo devo vedere questo film.
E vedi mo' che ne hai già convinto uno?
Aggiungo che, i casi della vita, nel 2010 uscí anche uno degli audio della Big Finish sull'Ottavo Dottore, The Book of Kells, in cui il Dottore di McGann rivede il Monaco dell'episodio The Time Meddler, dei tempi di Hartnell. Poi libro a parte la storia non c'entra una mazza col film d'animazione, ma era giusto segnalarlo.
Aggiungo che, i casi della vita, nel 2010 uscí anche uno degli audio della Big Finish sull'Ottavo Dottore, The Book of Kells, in cui il Dottore di McGann rivede il Monaco dell'episodio The Time Meddler, dei tempi di Hartnell. Poi libro a parte la storia non c'entra una mazza col film d'animazione, ma era giusto segnalarlo.
Il film penso sia ben sceneggiato e recitato. Superato l'impatto iniziale con l'animazione inconsueta, prende abbastanza.
Ci sono voluti vent'anni, un po' di Oscar e Orsi dorati, più l'eco degli apprezzamenti in Paesi come la Francia per sdoganare (un po') i film Ghibli. The Secret of Kells invece come lungometraggio animato appartiene alla stessa specie de L'Illusionista ma un po' perchè, a differenza di quest'ultimo, bisognava fare la fatica di doppiarlo, un po' perchè già all'estero aveva incassato poco, nessuno deve esserserla sentita di distribuirlo in Italia. E poi la storia, il tipo di disegno, tutto così lontano dal comune cartone cinematografico comico-ipercitazionista...
Era spacciato in partenza!
Giusto, così è più scorrevole.Zangief ha scritto:A tal proposito mi sono permesso di correggerti la traduzione della canzone di Aisling, comunque.
Ci sono voluti vent'anni, un po' di Oscar e Orsi dorati, più l'eco degli apprezzamenti in Paesi come la Francia per sdoganare (un po') i film Ghibli. The Secret of Kells invece come lungometraggio animato appartiene alla stessa specie de L'Illusionista ma un po' perchè, a differenza di quest'ultimo, bisognava fare la fatica di doppiarlo, un po' perchè già all'estero aveva incassato poco, nessuno deve esserserla sentita di distribuirlo in Italia. E poi la storia, il tipo di disegno, tutto così lontano dal comune cartone cinematografico comico-ipercitazionista...
Era spacciato in partenza!
Eccomi qua, un'altra adepta. Ero molto incuriosita da Song of The Sea e dopo aver letto i commenti entusiastici qui sul precedente film di Moore, mi sono decisa a recuperarlo.
Che dire, l'ho trovato bellissimo davvero! Lo stile piatto, con l'assenza di prospettiva tipica del medioevo, ma ricco di dettagli degli sfondi mi ha rapita, così come la caratterizzazione dei personaggi, che con pochi tratti riescono ad essere invece molto espressivi. La recitazione e i movimenti poi hanno una fluidità accattivante e comunicativa.
La storia non è da meno, avvincente e ricca di significati secondo me. La lotta tra luce ed oscurità, evidenziata dai colori delle scene (e dei personaggi), l'ho interpretata come un elogio della conoscenza e della cultura che è l'unico modo per sconfiggere la violenza e il male del mondo.
Consigliatissimo davvero da parte mia
Che dire, l'ho trovato bellissimo davvero! Lo stile piatto, con l'assenza di prospettiva tipica del medioevo, ma ricco di dettagli degli sfondi mi ha rapita, così come la caratterizzazione dei personaggi, che con pochi tratti riescono ad essere invece molto espressivi. La recitazione e i movimenti poi hanno una fluidità accattivante e comunicativa.
La storia non è da meno, avvincente e ricca di significati secondo me. La lotta tra luce ed oscurità, evidenziata dai colori delle scene (e dei personaggi), l'ho interpretata come un elogio della conoscenza e della cultura che è l'unico modo per sconfiggere la violenza e il male del mondo.
Consigliatissimo davvero da parte mia
Visto!
E ne sono ammirato ed estasiato. Una magnificenza che parte dagli occhi per arrivare alla testa e, infine, colpire dritto al cuore.
Insomma, un gran bel film, sicuramente consigliato e sicuramente da rivedere alla prima occasione.
E ne sono ammirato ed estasiato. Una magnificenza che parte dagli occhi per arrivare alla testa e, infine, colpire dritto al cuore.
- Gli occhi. La resa estetica di questa pellicola è una... resa estatica, direi! A cominciare dagli sfondi, particolareggiati e quasi miniati, per arrivare ai personaggi, che nella loro figura già incarnano perfettamente il loro carattere e i propri attributi. L'esempio più lampante è chiaramente l'Abate, zio del protagonista, che con la sua figura assurdamente allampanata e magrissima rende perfettamente l'idea austera del suo ruolo... non a caso, quando verso la fine del film emergerà il suo lato più umano, anche la figura piegata dall'età sarà rappresentata in modo più morbido.
Nota di merito infine per Aidan, che nella barba e nell'aspetto delle mani mi ha ricordato molto Preston B. Whitmore di Atlantis, e il cui aspetto è senz'altro adatto a quello di saggio mentore.
Altro personaggio che spicca è Aisling che, tanto in versione umana quanto in forma di lupo, sa essere aggraziata e misteriosa. Cioè, io di questo frame mi sono innamorato:
Molto bella la stilizzazione generale, che si acutizza con intelligenza in alcuni momenti topici; a tal proposito, il drammatico momento dell'invasione vichinga nell'abbazia di Kells è resa in modo tanto duro quanto quasi sussurrato dalle immagini, dove tutto viene comunicato solo dalle silhouette e dal rosso diffuso
L'animazione poi è armonica e fluida, ed è un piacere da ammirare. - La testa. Il significato che Daria attribuisce a The Secret of Kells ce lo vedo anch'io. Anche senza sapere dell'esistenza storica del libro, di cui vengo a conoscenza grazie all'interessante post introduttivo di Pangur Ban, la "morale" che ho visto nella pellicola è proprio quella dell'importanza del sapere, della diffusione della conoscenza (tramite quindi anche i libri e la scrittura) contro il male e la barbarie. E il fatto che per poter vergare il Libro serva avere un cristallo appartenuto ad un'entità che è Male puro aumenta ulteriormente il simbolismo.
- Il cuore. Al di là di momenti commoventi come l'Abate ferito e la conquista dell'abbazia, è l'atmosfera generale dell'opera ad avermi toccato nei miei sentimenti, ad avermi coinvolto ed emozionato: nella ostinata curiosità del protagonista, nelle contorte emozioni di Aisling, nei sentimenti dell'Abate per il nipote, con il quale è duro solo per un eccessivo senso di protezione, e in tanti piccoli tocchi, non ultima la commovente canzone di quando Pangur Ban si trasforma in spirito per rubare la chiave.
Insomma, un gran bel film, sicuramente consigliato e sicuramente da rivedere alla prima occasione.
Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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