[WDTA] T Come Tigro...e Tutti gli Amici di Winnie the Pooh
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E' paradossale che il terzo lungometraggio dedicato al Bosco dei Cento Acri sia in realtà il primo autentico lungometraggio di Winnie the Pooh. Le Avventure di Winnie the Pooh raccoglieva infatti i tre mediometraggi classici dell'orsetto, prodotti nel decennio precedente, e Winnie the Pooh alla Ricerca di Christopher Robin era stato un prodotto televisivo, distribuito unicamente in videocassetta e quindi non cinematografico. Con T Come Tigro giunse il primo riconoscimento importante per la sottosezione della Disney Television adibita ai sequel. Per produrre il film venne stanziato un grandissimo budget, e il risultato assolutamente positivo spinse la Disney ad investirci molto più del previsto distribuendolo nei cinema e creando in questo modo attorno al film la base del rilancio definitivo di Winnie the Pooh e del suo mondo. E' bene ricordare che precedentemente i film Disney minori usciti al cinema erano stati prodotti dagli studios Movietoons, in seguito fusi con la Disney Feature Animation, con l'eccezione di Doug's 1st Movie, prodotto direttamente dalla sezione della Disney Television che si occupava delle serie televisive. Era quindi la prima volta che i Toon Studios (che a quel tempo ancora non si chamavano così) avevano l'occasione di produrre un film tutto loro, che, in virtù della sua cinematograficità, potesse distinguerli all'interno della Disney Television. Si decise in questo modo di prendere le distanze da Winnie the Pooh alla Ricerca di Christopher Robin, prodotto dalla Television quando ancora questo sottogruppo di artisti doveva ancora formarsi, e provare a dare a T Come Tigro un'impronta più personale e allo stesso tempo classicista. A Tigger Movie non ha nel titolo il nome del più celebre orsetto, bensì dell'esuberante Tigro, personaggio da tempo presente nel Bosco dei Cento Acri, ma che non aveva ancora avuto l'occasione di essere protagonista. O meglio, protagonista dichiarato, dal momento che in fin dei conti Winnie the Pooh era sempre stato un personaggio molto passivo, che spesso passava in secondo piano, di fronte ai suoi ben più attivi comprimari. Spin-off solo nel titolo quindi, dal momento che la sostanza non cambia poi molto, ma sufficiente a dare al film quell'impronta autonoma che ancor'oggi lo fa ricordare più di molti altri lungometraggi del filone.
T Come Tigro racconta gli affannosi tentativi di Tigro, desideroso di incontrare altri esseri simili a lui, di trovare la sua famiglia, che la sua mente immagina abitare un gigantesco albero genealogico. E' chiaro che pur partendo da una base concreta, il nonsense tipico delle storie di Milne finisce per vincere sulla logica. Una trama forse un po' spoglia, ma niente che una buona regia non possa tirare su. E la regia di T Come Tigro, firmata da Jun Falkenstein, è qualcosa di straordinario, piena di trovate originalissime e dotata di un senso estetico travolgente, che mostra di meritare pienamente il grande schermo verso cui il film è stato dirottato. Molte sono le trovate che riconducono al classico del '77: innanzitutto viene ripescato l'espediente metanarrativo del libro, assente in Christopher Robin. Dopo un inizio live-action ambientato nella cameretta di Christopher Robin, torna ad aprirsi il celebre libro e i personaggi tornano quindi a scorazzare all'interno delle illustrazioni e a saltare quando trovano sul loro cammino le rilegature. Le ellissi narrative vengono inoltre arricchite dallo sfogliar delle pagine e il narratore torna a far la parte del leone dopo esser stato leggermente sottoutilizzato nel film precedente. Un altro elemento di continuità con la tradizione classica sta nel ripescaggio di Kanga e Ro, e nel ruolo di coprotagonista dato a quest'ultimo, che invece era assente nel film precedente e poco presente all'interno della serie televisiva. Continua ad essere assente invece DeCastor, personaggio attivissimo nella serie televisiva ed eliminato già in Christopher Robin. Per il resto il cast è presente al gran completo, benchè Christopher appaia solo alla fine come figura rassicurante. A quanto pare alcune prove generali per questo ritorno alla tradizione erano stati fatti nel ciclo di quattro mediometraggi televisivi, dedicati alle festività, e prodotti dal 1991 al 1998, poco dopo la fine della serie televisiva.
Il grosso budget stanziato per A Tigger Movie ne ha reso il comparto grafico qualcosa di unico. La tradizione viene omaggiata ancora una volta, ripresentando quella "matitosità" tipica del processo xerox in uso ai tempi de Le Avventure di Winnie the Pooh, fondendola armonicamente con una buona dose di computer grafica. Il risultato è ottimo, con personaggi "sporchi" che si muovono in ambienti tridimensionali e colorati meravigliosamente, dove le foglie autunnali e la neve cadono rivelando a loro volta la propria tridimensionalità. I personaggi poi sono sempre espressivi, disegnati benissimo, e animati con cura altrettanto certosina. I modelli sono fedeli (e talvolta anche superiori) a quelli del classico, pur mettendoci del proprio. Una fusione tra antico e moderno assolutamente rispettosa e visivamente appagante, quindi.
Ma se parliamo di ritorno alla tradizione non si può non citare la colonna sonora opera nientepopodimenoche dei fratelli Sherman, tornati in attività per questa specialissima occasione. I fratelli Sherman avevano firmato negli anni 60, la quasi totalità della musica Disney, per i live-action, per i parchi e ovviamente anche per l'animazione. Per questo nuovo film gli Sherman firmano ben sette canzoni: si inizia con The Wonderful Thing About Tiggers, reprise esteso della canzone di Tigro, che si sentiva nel classico, per poi proseguire col blues Someone Like Me, in cui Tigro manifesta la sua solitudine. E' presente pure una canzone sciocca, The Whoop-de-Dooper-Bounce, perfettamente in linea con le canzoni sciocche di Pooh, e il piccolo fuori programma Lull-a-Bee, in cui Winnie si riprende la scena in una sequenza citazionista di Winnie the Pooh and the Honey Tree, animata con rara maestria. C'è poi Round My Family Tree, psichedelica sequenza immaginaria in cui Tigro descrive la sua famiglia, ricca di citazioni e gag di ogni genere e con uno stile assai caricaturale e umoristico. How to Be a Tigger segna invece il momento più infantile del film, in cui i personaggi per far felice Tigro decidono di impersonare la sua famiglia, con conseguente smascheramento e crisi. Your Heart Will Lead You Home è invece la bellissima canzone dei titoli di coda, accompagnata da immagini naif che riassumono la storia del film, imitando il bellissimo stile di Shepard, l'illustratore ufficiale dei libri di Milne. Bellissimi e intensi sono anche i brani strumentali che danno al film un'atmosfera intensa di respiro ben più ampio di quel che la storia effettivamente racconta.
Con T Come Tigro si conclude la stagione più ispirata del rilancio di Winnie the Pooh. I lungometraggi che sarebbero seguiti negli anni successivi, due per il cinema e un direct-to-video, non avrebbero contenuto la stessa verve di questo prodotto.
Uscito nel 2000, in piena stagione Disney sperimentale, T Come Tigro venne in italia etichettato nella confezione della vhs come facente parte della serie dei Classici. Il perchè di questa scelta è da ricercarsi in semplici strategie commerciali, tuttavia mi piace pensare che si sia voluto omaggiare come merita questo piccolo gioiellino dell'animazione minore.
Bello, frizzante, dvertente, animato bene e pure emozionante.
Forse c'era proprio bisogno di scomodare il personaggio più simpatico e bizzarro della Foresta dei Cento Acri, rendendolo il protagonista dell'occasione, per realizzare il miglior film di Winnie the Pooh & co.
La tigre rimbalzella continua a combinare disastri ovunque, ma continua a soffrire la mancanza di suoi simili, raggiungendo però un punto di non ritorno, nel quale è costretta ad accantonare il suo buonumore per far spazio a una profonda malinconia. Ed è su questo nuovo aspetto di Tigro che è incentrato il film; per assrdo, sono tutti gli altri personaggi del cast a fare più ridere in questa occasione, dal tentativo di rimuovere il masso dalla casa di Hi-ho fino alla riunione di famiglia di fittizi Tigri. Fantastica, dal punto di vista tecnico e del climax narrativo, la scena in cui Tigro e Ro risalgono la cascata usando la "mossa speciale", trasformandosi in due veri e propri supereroi.
E anche le canzoni sono migliorate nettamente, a partire dall'inaspettato blues di Tigro, fino alla delirante canzone visionaria e allo spensierato manuale di istruzioni per diventare un Tigro.
Un paio di elementi mi sono risultati un po' fuori luogo: il primo è la scena di Pooh con le api, piuttosto slegata dal resto della trama, e che mi aveva addirittura fatto sospettare che il film si sarebbe trasformato in una struttura ad episodi. E poi Christopher Robin: c'era realmente bisogno del suo ritorno nella foresta dei Cento Acri, in una storia dove non aveva alcun ruolo? Forse la sua presenza da' una maggiore importanza al film, come avviene con i cameo di attori famosi? Bah, l'ho trovato di troppo, infilato con la forza, giusto perchè doveva esserci.
Una piccola pecca risiede anche nel doppiatore italiano di Tigro, che mi pare sia cambiato dal primo film e da Alla ricerca di Christopher Robin, e non ha lo stesso fascino.
Forse c'era proprio bisogno di scomodare il personaggio più simpatico e bizzarro della Foresta dei Cento Acri, rendendolo il protagonista dell'occasione, per realizzare il miglior film di Winnie the Pooh & co.
La tigre rimbalzella continua a combinare disastri ovunque, ma continua a soffrire la mancanza di suoi simili, raggiungendo però un punto di non ritorno, nel quale è costretta ad accantonare il suo buonumore per far spazio a una profonda malinconia. Ed è su questo nuovo aspetto di Tigro che è incentrato il film; per assrdo, sono tutti gli altri personaggi del cast a fare più ridere in questa occasione, dal tentativo di rimuovere il masso dalla casa di Hi-ho fino alla riunione di famiglia di fittizi Tigri. Fantastica, dal punto di vista tecnico e del climax narrativo, la scena in cui Tigro e Ro risalgono la cascata usando la "mossa speciale", trasformandosi in due veri e propri supereroi.
E anche le canzoni sono migliorate nettamente, a partire dall'inaspettato blues di Tigro, fino alla delirante canzone visionaria e allo spensierato manuale di istruzioni per diventare un Tigro.
Un paio di elementi mi sono risultati un po' fuori luogo: il primo è la scena di Pooh con le api, piuttosto slegata dal resto della trama, e che mi aveva addirittura fatto sospettare che il film si sarebbe trasformato in una struttura ad episodi. E poi Christopher Robin: c'era realmente bisogno del suo ritorno nella foresta dei Cento Acri, in una storia dove non aveva alcun ruolo? Forse la sua presenza da' una maggiore importanza al film, come avviene con i cameo di attori famosi? Bah, l'ho trovato di troppo, infilato con la forza, giusto perchè doveva esserci.
Una piccola pecca risiede anche nel doppiatore italiano di Tigro, che mi pare sia cambiato dal primo film e da Alla ricerca di Christopher Robin, e non ha lo stesso fascino.
T come Tigro era in teoria il film che avrei dovuto preferire al Classico di Pooh, avendo per protagonista quell’irresitibile comprimario che è Tigro. Tigro è da sempre il mio personaggio preferito del Bosco dei 100 Acri (Pooh è subito dopo) fin da quando da piccolo era fan della serie animata televisiva. Invece continuo a preferire il primo film. Sebbene questo sequel sia sicuramente all’altezza de Le Avvenure di Winnie the Pooh.
Intanto è molto rispettoso dell’originale: si recupera la Xerox, e quoto Grrodon nel dire che l’effetto di questa tecnica mista a CG è affascinante. E inoltre tornano pure gli Sherman a musicare.
La storia, poi, è molto simpatica, con Tigro che vuole cercare la sua famiglia. Il fascino di tale trama non è IMHO da cercare tanto nelle situazioni in sé, anche se parte da esse. Scene come Pooh e i suoi amici che scrivono la finta lettera dei parenti di Tigro, o gli animali tutti camuffati da Tigro sono senza dubbio originali e divertenti, ma la tristezza che trasmettono è profonda: da una parte Tigro come specchio dell’escluso dalla società, del paria, che se un tempo faceva motivo di vanto che di Tigro c’era solo lui ora sente il bisogno di un suo simile. Dall’altra ci sono gli amici, che sanno di sbagliare imbrogliando, pur a fin di bene, l’amico, ma perseverano nel loro errore senza immaginare che i danni che ne possono derivare rischiano di essere profondi. Inoltre, al dramma di essere costretti a un certo punto a portare fino alle estreme conseguenze la loro balla si accompagna la vicenda di Ro, l’abitante del Bosco che più di ogni altro è affine a Tigro e che cerca di farglielo capire, ma che viene continuamente ignorato dal suo idolo.
Un’atmosfera pesante e che offre spunti di riflessione, immancabilmente di più di come poteva fare il Classico ispirato ai racconti breve di Milne (dove comunque già i valori dell’amicizia e del legame del bambino con i suoi giocattoli-simbolo dell’infanzia è forte), ma per quanto mi abbiano fatto apprezzare il film lo metto sotto al primo lungometraggio dell’orsetto sciocco.
Capitolo DVD. Poco o nulla da dire dell’edizione del decimo anniversario, comprata da Minnie, se non per il video musicale con l’ottima canzone presente nel film.
Ora non penso di vedermi anche i prossimi film di Pooh, anche se non si sa mai, ma penso già ora di essere entrato nel giusto ordine di idee per godermi la prossima primavera il ritorno sul grande schermo dell'orsetto sciocco e di tutta la banda.
Intanto è molto rispettoso dell’originale: si recupera la Xerox, e quoto Grrodon nel dire che l’effetto di questa tecnica mista a CG è affascinante. E inoltre tornano pure gli Sherman a musicare.
La storia, poi, è molto simpatica, con Tigro che vuole cercare la sua famiglia. Il fascino di tale trama non è IMHO da cercare tanto nelle situazioni in sé, anche se parte da esse. Scene come Pooh e i suoi amici che scrivono la finta lettera dei parenti di Tigro, o gli animali tutti camuffati da Tigro sono senza dubbio originali e divertenti, ma la tristezza che trasmettono è profonda: da una parte Tigro come specchio dell’escluso dalla società, del paria, che se un tempo faceva motivo di vanto che di Tigro c’era solo lui ora sente il bisogno di un suo simile. Dall’altra ci sono gli amici, che sanno di sbagliare imbrogliando, pur a fin di bene, l’amico, ma perseverano nel loro errore senza immaginare che i danni che ne possono derivare rischiano di essere profondi. Inoltre, al dramma di essere costretti a un certo punto a portare fino alle estreme conseguenze la loro balla si accompagna la vicenda di Ro, l’abitante del Bosco che più di ogni altro è affine a Tigro e che cerca di farglielo capire, ma che viene continuamente ignorato dal suo idolo.
Un’atmosfera pesante e che offre spunti di riflessione, immancabilmente di più di come poteva fare il Classico ispirato ai racconti breve di Milne (dove comunque già i valori dell’amicizia e del legame del bambino con i suoi giocattoli-simbolo dell’infanzia è forte), ma per quanto mi abbiano fatto apprezzare il film lo metto sotto al primo lungometraggio dell’orsetto sciocco.
Capitolo DVD. Poco o nulla da dire dell’edizione del decimo anniversario, comprata da Minnie, se non per il video musicale con l’ottima canzone presente nel film.
Ora non penso di vedermi anche i prossimi film di Pooh, anche se non si sa mai, ma penso già ora di essere entrato nel giusto ordine di idee per godermi la prossima primavera il ritorno sul grande schermo dell'orsetto sciocco e di tutta la banda.
Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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