L Vertighel ha scritto:Sarà che sento decantare Miyazaki in lungo e in largo come l'angelo che si erge contro il Demonio-Disney, e la sua presunta infantilità (specialmente da molti invasati del Ghibli Forum), sarà che quindi mi aspettavo fantomatiche narrazioni adulte, ma non ci ho trovato nulla di ciò, nulla più che un grazioso film adatto ad ogni tipo di utenza (e quindi sì, anche un po' infantile in certe occasioni), e che a tratti mi ha vagamente annoiato.
Miyazaki è un narratore per l'infanzia, lui si è sempre ritenuto tale e sempre dichiarato tale. Chiunque dica il contrario non conosce Miyazaki Hayao, o la sua opera. ^^;
I film di MIyazaki Hayao si rivolgono a un pubbblico che va dal bambino, al ragazzino, al ragazzo - come età. Con qualche rara eccezione.
Porco Rosso: era nato come un cortrometraggio, poi "esploso in mano" al regista, che lo definiva per questo "pericoloso" (come film).
Kaze Tachinu: che si rivolge a un pubblico un po' più adulto, direi tipicamente un pubblico di universitari, come età.
Tolti questi due, i due film "non per bambini" di Miyazaki Hayao sono l'Alpha e l'Omega, ovvero Nausicaä e Mononoke Hime. Questi due sono film 'per ragazzi', tipo scuola superiore, liceo.
Credo di aver postato anche qui stralci del 'draft' del progetto originale di Miyazaki. Majo no Takkyuubin nasce e resta un film per bambine nei primi anni dell'adolescenza. Certo che ha momenti infantili. Non ha nulla di particolarmente adulto, se accetti che parlare a delle ragazzine non significhi parlare a delle ritardate. Quindi, il discorso che ognuno ha una sua capacità, un suo talento, e che bisogna mettero in atto diventato produttivi nella società va bene per le ragazzine. Il discorso che quello che ti divertivi a fare da bambino quando poi da adulto lo fai come lavoro diventa spoetizzato e persino oneroso, al punto da non riuscire più a farlo, va bene per le ragazzine.
Temo però che ormai siamo così abiutati a una logica di pedagogia filostatunitense in cui il male e le brutture e anche semplicemente la banale difficolta della vita vadano oscurate ai bambini che dei contenuti simili, rintracciabili in tutta una tradizione di letteratura per l'infanzia europea, facciano OMG gridare a una fantasmagorica adulità del soggetto. Non è così. Non è mai stato così. E Ariel alla fine muore e diventa schiuma del mare, perché non ha neppure un'anima.