[John Jackson Miller] Star Wars: Una Nuova Alba
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Qui la scheda del libro sul sito dell'editore: http://edizioni.multiplayer.it/libri/st ... nuova-alba
Cosa mi è piaciuto?
I singoli personaggi: John Jackson Miller è riuscito con Star Wars: Una nuova alba a raccontare dei personaggi estremamente reali e a tutto tondo, mostrando in maniera equilibrata e allo stesso tempo efficace pensieri, paure e aspettative di tutti. Il focus è ovviamente su Kanan e Hera, e l’evoluzione dei personaggi dalle prime pagine del libro a quelle finali è notevole ma sempre credibile. Sotto questo aspetto è bello rapportare i caratteri dei protagonisti in Star Wars: Una nuova alba con quanto visto poi nella prima e nella seconda stagione di Star Wars Rebels: la coppia Kanan/Hera funziona egregiamente.
Anche andando a concentrarci sugli antagonisti la caratterizzazione è efficace. Ho trovato però resa meglio la giovane Rae Sloane (molto prima delle vicende di Aftermath) ma temo che ciò dipenda perché conosco molto di più del personaggio, soprattutto del suo futuro. Per quanto riguarda il Conte Vidian posso dire che approvo molto l’idea di un villain diverso dal solito, non un ufficiale ma un imprenditore dal misterioso passato, peccato per l’ennesimo uso del cliché del cyborg ma, nel complesso il personaggio rimane interessante e ben sviluppato.
La caratterizzazione dei singoli personaggi (state attenti: intendo proprio presi singolarmente) procede comunque in crescendo con il procedere della lettura, rendendoci molto più partecipi ai sentimenti di Kanan e degli altri protagonisti.
Lo stile di scrittura: Miller fila liscio in ogni pagina senza eccellere o stupire ma sicuramente senza annoiare, calibrando bene i vari componenti della narrazione nei singoli capitoli: i dialoghi secondo me appaiono molto televisivi, non so spiegarmi meglio, ma funzionano bene durante tutto il romanzo e soprattutto nelle scene d’azione.
Edizione e traduzione: Multiplayer.it Edizioni ha confezionato un altro prodotto solido, elegante: una bella edizione molto corposa, con copertina rigida e un’altrettanto ben fatto sovra copertina. Bene anche la traduzione, scorrevole e senza alcuna sbavatura. Non ho trovato errori di stampa.
Cosa non mi è piaciuto?
Le prime 100-150 pagine: Purtroppo proprio le prime pagine di Star Wars: Una nuova alba (e non sono poche su circa 400 pagine di libro) le ho trovate davvero noiose. Sembrava come se John Jackson Miller non avesse voglia di far iniziare la trama vera e propria del romanzo, spendendo fin troppe pagine a descrivere la vita su Gorse, l’occupazione imperiale, la vita di Kanan… Cose che sarebbero andate benissimo in quantità minore, secondo me.
I personaggi come gruppo: Nonostante i personaggi come singoli siano ben descritti e approfonditi, ognuno con il suo spazio e le sue motivazioni, trovo che il gruppo di protagonisti non funzioni bene. Le dinamiche sono impacciate, le situazioni si ripetono: il gruppo non mi ha convinto. Al contrario, tuttavia, mi ha convinto la coppia Kanan/Hera, forse perché già la conoscevo.
Il loro rapporto iniziale in Star Wars: Una nuova alba punta in una direzione diversa da quella che vediamo in Star Wars Rebels: all’inizio Kanan è banalmente interessato a Hera solo da un punto di vista fisico, allo stesso tempo Hera è sì consapevole della sua bellezza e dell’attrazione che Kanan prova per lei ma riesce sempre a mettere la missione davanti a tutto.
Inoltre Hera si dimostra sempre più interessata a Kanan come membro dell’equipaggio con l’andare avanti nel romanzo. Il poter vedere dunque il punto di inizio di questa coppia di amici, colleghi e probabilmente innamorati ha gettato nuova luce sulle puntate di Star Wars Rebels e sul finale dolceamaro della seconda stagione.
Climax mal gestito: Secondo me il climax della vicenda, che tutto sommato rimane carina e appassionante, è posto troppo lontano dalla fine: insomma i tempi di risoluzione della tensione narrativa non soni gestiti al massimo.
Se volete leggere la recensione completa: http://starwarslibricomics.it/star-wars ... -edizioni/Fondatore e Amministratore @ http://starwarslibricomics.it/
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Ho trovato Una Nuova Alba un libro scritto con un certo mestiere. Miller ci sa fare, e si vede.
Quello che offre è un "pasto completo", infatti.
I personaggi sono validi. A parte i già conosciuti Kanan e Hera, ho trovato molto buona la caratterizzazione di Scully e Zaluna. Ma soprattutto l'idea alla base del cattivo, "l'aziendalista" Vidian, non un semplice cyborg potentissimo ma la proiezione aberrante del concetto stesso di efficienza e ottimizzazione. Bello e disturbante al punto giusto. Ottimo anche lo scenario, originale e caratterizzato, tra la luna mineraria e il pianeta immerso in una sera eterna.
La dinamica e il succedersi degli eventi ricordano un po' Aftermath, devo dire. Tutto avviene in un breve lasso di tempo e (per buona parte) nello stesso pianeta. Questa unità di luogo e di tempo non mi fa impazzire, preferivo un approccio più sul genere Tarkin e Lost Stars, ma siamo ben lungi dall'essere claustrofobici.
Quello che forse mi ha deluso un po' è che si sarebbe potuto fare ben di più quanto a interconnessioni con il resto del Canone, cosa che invece Tarkin fa egregiamente (al prezzo di una componente verticale molto brutta). Il libro svolge il ruolo di prequel di Rebels, raccontandoci un po' di passato di Kanan e Hera, ma tralasciando del tutto Zeb e Sabine il cui ingresso nell'equipaggio viene invece rimandato a chissà quale futuro libro. Molto buoni invece i riferimenti al periodo padawan di Kanan, ben allacciati a quanto si vede nella coeva serie a fumetti, e la presenza di Rae Sloane che esordisce qui, benché noi italiani l'abbiamo invece conosciuta proprio in Aftermath. Credo sia da qui che parte l'idea di mostrarci il "lato perbene" dell'impero, idea che esploderà poi in Lost Stars.
Quello che offre è un "pasto completo", infatti.
I personaggi sono validi. A parte i già conosciuti Kanan e Hera, ho trovato molto buona la caratterizzazione di Scully e Zaluna. Ma soprattutto l'idea alla base del cattivo, "l'aziendalista" Vidian, non un semplice cyborg potentissimo ma la proiezione aberrante del concetto stesso di efficienza e ottimizzazione. Bello e disturbante al punto giusto. Ottimo anche lo scenario, originale e caratterizzato, tra la luna mineraria e il pianeta immerso in una sera eterna.
La dinamica e il succedersi degli eventi ricordano un po' Aftermath, devo dire. Tutto avviene in un breve lasso di tempo e (per buona parte) nello stesso pianeta. Questa unità di luogo e di tempo non mi fa impazzire, preferivo un approccio più sul genere Tarkin e Lost Stars, ma siamo ben lungi dall'essere claustrofobici.
Quello che forse mi ha deluso un po' è che si sarebbe potuto fare ben di più quanto a interconnessioni con il resto del Canone, cosa che invece Tarkin fa egregiamente (al prezzo di una componente verticale molto brutta). Il libro svolge il ruolo di prequel di Rebels, raccontandoci un po' di passato di Kanan e Hera, ma tralasciando del tutto Zeb e Sabine il cui ingresso nell'equipaggio viene invece rimandato a chissà quale futuro libro. Molto buoni invece i riferimenti al periodo padawan di Kanan, ben allacciati a quanto si vede nella coeva serie a fumetti, e la presenza di Rae Sloane che esordisce qui, benché noi italiani l'abbiamo invece conosciuta proprio in Aftermath. Credo sia da qui che parte l'idea di mostrarci il "lato perbene" dell'impero, idea che esploderà poi in Lost Stars.
D'accordo un po' con tutti e due, alla fine senza infamia e senza lode. L'autore sa scrivere, tutto scorre bene, i personaggi sono interessanti, il primo incontro tra Kanan e Hera ma manca veramente quel qualcosa in più o quella scintilla che lo faccia emergere dalla sufficienza.
Assurancetourix
Anch'io ho trovato le prime 100 pagine estremamente noiose: le vicende si spostavano da personaggio in personaggio, e non si riusciva a capire infatti la trama principale. Inoltre il gruppetto dei protagonisti non mi sembrava che funzionasse molto insieme ma presi singolarmente, i vari Kanan, Hera, sono stati caratterizzati molto bene. Anche il cattivo di turno, il conte Vidian, non riusicva a trasmettermi granché e mi sembrava forse troppo stereotipato (meglio l'ufficiale Sloane come "villain"). Comunque libro tutto sommato positivo, scritto in modo scorrevole e facilmente leggibile.