Presi i primi due numeri di questa collana:
1. Le Fantaleggende
Ovviamente questo è un must che tutti devono aver preso. Dalla Santa e Mognato mi hanno veramente coccolato l'infanzia con queste tre storie, col loro universo fantasy e la loro arguzia. Un ciclo capolavorosissimo che andava onorato quanto prima, e mi stupisco che per tutti questi anni la saga sia stata tanto negletta. Dentro c'è tutto, innanzitutto un uso mirabilissimo dell'intero cast Disneyano. Nella prima e nella seconda storia soprattutto vediamo Paperi e topi agire insieme, senza alcuna fastidiosa sensazione di forzatura, nessuna celebrazione, nessun out of character: siamo di fronte al miglior uso di un cast tanto vasto che mai si sia visto in Disney. Ognuno al suo posto, nessuno eccede, tutti divertono al loro meglio, traspare un rispetto e una comprensione dei personaggi che supera di gran lunga persino Scarpa, le cui rimpatriate tra personaggi non sembravano altrettanto naturali. Al di là di questo corretto uso abbiamo anche trame niente male, con suggestioni davvero forti, come tutta la sequenza ariostesca sulla luna, o il finale malinconico della prima storia. Peccato che la terza non sia degna della prime due, nei testi come nei disegni, ma dà comunque la paglia a molto altro fantasy Disney. Capolavoro veramente.
2. La Saga di Harlech e della Rocciafiamma
Se c'è una saga che fa rivalutare Wizards of Mickey è proprio la saga di Harlech. Leggerla, e soprattutto ricordare certi commenti del passato mi ha fatto capire quanto la memoria delle persone tenda a ricoprir di fiorellini certe schifezze lette da piccoli. Credo che Ubezio abbia veramente realizzato una brutta cosa: ben due storie di tre episodi l'una che mettono un Topolino e un Pippo più banali che mai a contatto con uno scenario più banale che mai. Magari all'epoca Tolkien era meno conosciuto e con certi vergognosi plagi poteva sperare di farla franca, ciò non toglie che la vicenda che si snoda attraverso queste due storie sia assolutamente nulla e quasi irritante per la sua assoluta mancanza di guizzi. Non si ride mai, non ci si emoziona mai, addirittura il cattivo che vorrebbe scimmiottare i vari OSCURI SIGNORI è pure mal realizzato. Un panzone che sembra un ladruncolo del porto, attorniato da dei bruttissimi sgherri rosa. Mamma mia, almeno i disegni di Ubezio rendessero il tutto più gradevole, ma niente da fare. Il suo fallimentare scimmiottamento di un certo stile francesizzante fallisce in pieno e rende tutto ancora più brutto. Serviva riproporla? Non bastava lasciarla nelle lontane memorie di quei poveretti che magari se la ricordano bella?
Poi tocca alle due storie, una più lunga e una più breve, della Rocciafiamma di Figus e Marini. Molto banalotta pure lei, esattamente come ricordavo, tuttavia a differenza di Harlech siamo di fronte ad un prodotto molto più leggibile. Sarà che il tutto è graficamente più gradevole, sarà che i Paperi a parità di banalità bucano lo schermo più dei Topi, sarà che Marini è meglio di Ubezio ma mi sono quasi divertito a leggerla. Mirabile anche che sebbene prodotte a distanza l'una dall'altra nella seconda storia si vedano elementi che erano stati seminati in modo discreto nella prima, una sorta di moderno foreshadowing che dona alla storia un senso di completezza. Oh, niente di che, però ha fatto piacere notarlo.
Rimane il fatto che a differenza dello scorso e dei prossimi due questo numero rimane sconsigliatissimo.
[Disney] Volumi One Shot
Eh già. Non c'è niente come questi esempi per dimostrare come il fantasy è stato, in questi lidi, una scappatoia per mancanza di vere idee originali.
A 'sto punto direi che è a un livello superiore anche Le disavventure di un papero vichingo (http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+2070-4). Che però dovrei andare a rileggere per valutarla bene, perché è anni che non lo faccio, quindi non prendetevela con me e poi non vi piacerà neanche un pizzico
A 'sto punto direi che è a un livello superiore anche Le disavventure di un papero vichingo (http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+2070-4). Che però dovrei andare a rileggere per valutarla bene, perché è anni che non lo faccio, quindi non prendetevela con me e poi non vi piacerà neanche un pizzico
"We Have All The Time In The World" George Lazenby (e Louis Armstrong) in Agente 007 - Al Servizio Segreto di Sua Maestà (1969)
Io persi il primo
(che contiene roba già letta, ma sob comunque)
Il secondo è noiosetto assai, ma non lo ho terminato.
(che contiene roba già letta, ma sob comunque)
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Lorenzo Breda
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Con mia somma vergogna, non ho preso nessuno dei due (autorizzo chi volesse a schifarmi).
Però me le ricordo, perché da ragazzino m'era presa la fissa del fantasy disneyano e le adoravo tutte (anche Lo scettro del tempo e La corona di pietra).
Sì, adoravo anche Ubezio. Con quei colori anni '80 tutti sbiaditi, che conferivano quell'aria di cupezza alla storia e mi facevano piacere le sue storie, soprattutto il ciclo di Harlech. E' vero, la trama non era un granché, e forse è stato un bene che non abbia comprato l'albo, avrei ridimensionato il ricordo (mi è già capitato con altre storie di Ubezio). Idem per la Rocciafiamma, ho dei ricordi troppo belli di quando avevo nerdizzato i miei amici/compagni di giochi/compagni di scuola e si giocava ad interpretare le storie disney, soprattutto fantasy e soprattutto la rocciafiamma. Io preferivo l'Argaar, ma un mio amico s'era fissato con la Rocciafiamma, gli piaceva tantissimo e l'aveva fatta piacere anche a me. Che poi non è male, in sé: inizia come una storia di Cimino e dal fulmine verde in poi diventa l'Argaar coi paperi, per poi finire come una storia di Cimino. Tant'é che i primi tempi credevo fosse di Cimino (che niubbo)
Sulle Fantaleggende c'é poco da dire, e l'ha già fatto Grrodon: sono ottime tutte, per me anche la terza, di cui lessi avidamente la 2° puntata durante l'ennesima gita scolastica a milano, la trovata delle slot machine m'é sempre parsa una intelligente parodia di Aladdin, anzi parodia neanche tanto, e siccome amo il cartone animato amo anche il fumetto. In Re Paperon e il tesoro delle tre chiavi c'é il depistaggio su Paperoga, poi sostituito da Paperino (che dà un senso di casualità e quindi di naturalezza alla storia); e proprio lui e la miglior Paperetta di sempre sono i veri protagonisti della trilogia, e il finale del Genio del cannolo, che vede entrambi realizzare i propri sogni fregandosene dei pareri altrui e credendo in sé stessi, mi ha sempre vagamente commosso.
Ser Topolino e la cavalcava dei cavalieri inesistenti (che per fortuna ho ancora su un numero dei classici) è il poema epico disneyano per eccellenza (assieme alla tetralogia dell'argaar).
La Mognato ci sapeva proprio fare
(e così mi sono prodotto nel numero della "recensione/commento senza aver comprato l'albo" )
Però me le ricordo, perché da ragazzino m'era presa la fissa del fantasy disneyano e le adoravo tutte (anche Lo scettro del tempo e La corona di pietra).
Sì, adoravo anche Ubezio. Con quei colori anni '80 tutti sbiaditi, che conferivano quell'aria di cupezza alla storia e mi facevano piacere le sue storie, soprattutto il ciclo di Harlech. E' vero, la trama non era un granché, e forse è stato un bene che non abbia comprato l'albo, avrei ridimensionato il ricordo (mi è già capitato con altre storie di Ubezio). Idem per la Rocciafiamma, ho dei ricordi troppo belli di quando avevo nerdizzato i miei amici/compagni di giochi/compagni di scuola e si giocava ad interpretare le storie disney, soprattutto fantasy e soprattutto la rocciafiamma. Io preferivo l'Argaar, ma un mio amico s'era fissato con la Rocciafiamma, gli piaceva tantissimo e l'aveva fatta piacere anche a me. Che poi non è male, in sé: inizia come una storia di Cimino e dal fulmine verde in poi diventa l'Argaar coi paperi, per poi finire come una storia di Cimino. Tant'é che i primi tempi credevo fosse di Cimino (che niubbo)
Sulle Fantaleggende c'é poco da dire, e l'ha già fatto Grrodon: sono ottime tutte, per me anche la terza, di cui lessi avidamente la 2° puntata durante l'ennesima gita scolastica a milano, la trovata delle slot machine m'é sempre parsa una intelligente parodia di Aladdin, anzi parodia neanche tanto, e siccome amo il cartone animato amo anche il fumetto. In Re Paperon e il tesoro delle tre chiavi c'é il depistaggio su Paperoga, poi sostituito da Paperino (che dà un senso di casualità e quindi di naturalezza alla storia); e proprio lui e la miglior Paperetta di sempre sono i veri protagonisti della trilogia, e il finale del Genio del cannolo, che vede entrambi realizzare i propri sogni fregandosene dei pareri altrui e credendo in sé stessi, mi ha sempre vagamente commosso.
Ser Topolino e la cavalcava dei cavalieri inesistenti (che per fortuna ho ancora su un numero dei classici) è il poema epico disneyano per eccellenza (assieme alla tetralogia dell'argaar).
La Mognato ci sapeva proprio fare
(e così mi sono prodotto nel numero della "recensione/commento senza aver comprato l'albo" )
Ottimo lavoro.
Sob. Il primo non lo ho trovato, non sanno neanche che è. Il secondo lo trovai a Firenze.Grrodon ha scritto:Perso il primo e preso il secondo? M...ma sei uno schifo di Breda...
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Disney Fantasy # 3 - La Saga della Spada di Ghiaccio
Ho approfittato ben volentieri di questa nuova edizione per rileggere la saga della Spada di Ghiaccio.
Non penso sia necessario dire più di tanto in merito, con la fama che si porta sulle spalle quest'opera del prode Massimo De Vita.
Per quanto riguarda l'edizione in sè, non posso che spendermi in lodi: la copertina ha come protagonista Pippo e voglio credere che non sia un caso, il volume non si danneggia facilmente come il primo della collana, e tutte le storie hanno anche la tavola iniziale dei secondi tempi di ogni storia. Quindi questo volumetto diventa un ottimo contenitore per la saga devitiana, a cui mancherebbe solo un paio di articoli introduttivi (tipo quelli del numero dei Classici del Fumetto di Repubblica Serie Oro) per essere considerata l'edizione definitiva del ciclo fantasy più celebre e IMHO migliore nei fumetti disneyani.
Per quanto riguarda la qualità delle storie, è indiscutibile. La Spada di Ghiaccio è un gioiellino, storia di largo respiro che si prende tre tempi per completarsi e per dar modo al lettore di godere quanto più possibile dell'ambientazione e dei personaggi nuovi introdotti quali Yor, Boz, Gunni Helm ecc. Inoltre ne guadagna anche l'epicità del racconto, che raggiunge alte vette.
Il Tornero dell'Argaar è un ottimo sequel della storia, dove i nostri devono concorrere nella gara del titolo per ottenere un oggetto che dovrebbe salvare Ululand. Significativo il messaggio pro-tradizione che traspare pesantemente e che si riflette anche nel finale [spoiler]non lieto[/spoiler].
Il Ritorno del Principe delle Nebbie ha un incipit particolare rispetto alle prime due storie, che ho apprezzato mettendo in scena anche Pluto. L'avventura in questo caso è più concitata e riporta in gioco in modo forse un po' forzato il villain della prima avventura. La storia è comunque bellissima, anche notando alcune idee divertentissime (il quiz del vecchio della montagna, lol) e osservando come lo stile di disegno di De Vita sia entrato in una nuova fase rispetto a soli due anni prima.
Infine abbiamo La Bella Addormentata nel Cosmo, il capitolo più anomalo, che arriva quasi 10 anni dopo e in collaborazione con Fabio Michelini. Con tutto questo lasso di tempo, la differenza di disegno si nota ancora di più, e ritengo infatti che questa sia la storia disegnata meglio del ciclo, anche se il tratto dell'autore era sempre molto carino anche prima ritengo che l'apice venga raggiunto qui e in genere negli anni '90-2000.
Narrativamente non ritengo questa avventure inferiore alle precedenti: certo è più atipica per l'inserimento della componente spaziale, e sicuramente il riportare ancora il Principe delle Nebbie come minaccia (anche se stavolta più che altro in senso lato ed etereo) non è originalissima come cosa, tanto che lo fa notare lo stesso Pippo! Ecco, le scene metafumettistiche mi sembrano un merito della storia, sono giusto due ma mi sono piaciute moltissimo.
Ma ripeto, in generale la storia rimane molto bella, anche se l'impressione è che sia un'operazione nostalgia per far tornare De Vita e i lettore affezionati alle atomosfere di Ululand per un altro Natale.
Ho approfittato ben volentieri di questa nuova edizione per rileggere la saga della Spada di Ghiaccio.
Non penso sia necessario dire più di tanto in merito, con la fama che si porta sulle spalle quest'opera del prode Massimo De Vita.
Per quanto riguarda l'edizione in sè, non posso che spendermi in lodi: la copertina ha come protagonista Pippo e voglio credere che non sia un caso, il volume non si danneggia facilmente come il primo della collana, e tutte le storie hanno anche la tavola iniziale dei secondi tempi di ogni storia. Quindi questo volumetto diventa un ottimo contenitore per la saga devitiana, a cui mancherebbe solo un paio di articoli introduttivi (tipo quelli del numero dei Classici del Fumetto di Repubblica Serie Oro) per essere considerata l'edizione definitiva del ciclo fantasy più celebre e IMHO migliore nei fumetti disneyani.
Per quanto riguarda la qualità delle storie, è indiscutibile. La Spada di Ghiaccio è un gioiellino, storia di largo respiro che si prende tre tempi per completarsi e per dar modo al lettore di godere quanto più possibile dell'ambientazione e dei personaggi nuovi introdotti quali Yor, Boz, Gunni Helm ecc. Inoltre ne guadagna anche l'epicità del racconto, che raggiunge alte vette.
Il Tornero dell'Argaar è un ottimo sequel della storia, dove i nostri devono concorrere nella gara del titolo per ottenere un oggetto che dovrebbe salvare Ululand. Significativo il messaggio pro-tradizione che traspare pesantemente e che si riflette anche nel finale [spoiler]non lieto[/spoiler].
Il Ritorno del Principe delle Nebbie ha un incipit particolare rispetto alle prime due storie, che ho apprezzato mettendo in scena anche Pluto. L'avventura in questo caso è più concitata e riporta in gioco in modo forse un po' forzato il villain della prima avventura. La storia è comunque bellissima, anche notando alcune idee divertentissime (il quiz del vecchio della montagna, lol) e osservando come lo stile di disegno di De Vita sia entrato in una nuova fase rispetto a soli due anni prima.
Infine abbiamo La Bella Addormentata nel Cosmo, il capitolo più anomalo, che arriva quasi 10 anni dopo e in collaborazione con Fabio Michelini. Con tutto questo lasso di tempo, la differenza di disegno si nota ancora di più, e ritengo infatti che questa sia la storia disegnata meglio del ciclo, anche se il tratto dell'autore era sempre molto carino anche prima ritengo che l'apice venga raggiunto qui e in genere negli anni '90-2000.
Narrativamente non ritengo questa avventure inferiore alle precedenti: certo è più atipica per l'inserimento della componente spaziale, e sicuramente il riportare ancora il Principe delle Nebbie come minaccia (anche se stavolta più che altro in senso lato ed etereo) non è originalissima come cosa, tanto che lo fa notare lo stesso Pippo! Ecco, le scene metafumettistiche mi sembrano un merito della storia, sono giusto due ma mi sono piaciute moltissimo.
Ma ripeto, in generale la storia rimane molto bella, anche se l'impressione è che sia un'operazione nostalgia per far tornare De Vita e i lettore affezionati alle atomosfere di Ululand per un altro Natale.
Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...
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A me no. Le ho trovate forzatissime. Cioé, se venivano messe lì tanto per ridere mi stavano pure bene, ma il punto è che influiscono in modo esagerato sulla storia. Vabbé, solo la secondaBramo ha scritto:Disney Fantasy # 3 - La Saga della Spada di Ghiaccio
Ecco, le scene metafumettistiche mi sembrano un merito della storia, sono giusto due ma mi sono piaciute moltissimo.
Le persone dimenticheranno quanto detto, quanto fatto, ma non dimenticheranno MAI come le hai fatte sentire (cit.)
Pubblicità dal Topo n°2970:
Forse era prevedibile, ma sta di fatto che come auspicato da molti avremo questo gioiellino...
L'unica nota dolente è la data così precoce di uscita, mannaggia... sta uscendo IL MONDO in un mese!
Forse era prevedibile, ma sta di fatto che come auspicato da molti avremo questo gioiellino...
L'unica nota dolente è la data così precoce di uscita, mannaggia... sta uscendo IL MONDO in un mese!
Quoto, ma anche solo questa è un must-have
La mia gallery su Deviant Art (casomai a qualcuno interessi =^__^=)
Viaggi e Tesori di Paperon de' Paperoni - Il Mondo Fantastico di Rodolfo Cimino
Ve lo ricordate il Vita e Dollari che a Lucca 2007 aveva fatto conoscere al mondo il meglio del meglio della produzione Barksiana, in attesa della collana integrale del Corriere? Per omaggiare Cimino, a questa Lucca hanno realizzato questo bel volumetto che segue in tutto e per tutto la consistenza e il formato del precedente. E' da avere, assolutamente, perché analizza benissimo Cimino con i suoi articoli introduttivi, ed è pieno di storie molto buone. L'editoriale iniziale che pone l'accento sul fatto che i paperi di Cimino sono buoni, è capace di inumidire l'occhio anche dei più insensibili.
C'è un unico problema, però. Il titolo non rispecchia il contenuto, ma proprio per niente. Di Cimino sono tre i filoni che si ricordano principalmente: Reginella, I Racconti Intorno al Fuoco, e le cacce al tesoro di Zio Paperone. Dal momento che dei primi due se ne occupano i Tesori Disney, ci si aspettava che questo volume proponesse un excursus, un best of di questo terzo e più corposo filone. E invece non è così: il volume è ben fatto e assolutamente esauriente nel suo analizzare la carriera di Cimino passo passo, senza dimenticare nessuno dei topos che l'hanno fatto grande. Solo che preferisce raccontarci tutto ciò attraverso storie più atipiche, particolari, appartenenti a sfaccettature minori del suo operato. Insomma di storie che veramente parlino di viaggioni di Paperone abbiamo solo Paperon de' Paperoni Visir di Papatoa, disegnata da Scarpa, Zio Paperone e il Serpente Monetario di Gatto e Zio Paperone e i Tapirlonghi Fiutatori di Cavazzano. Le altre storie sono di tutt'altro genere, e intitolate a Paperino: Paperino e la Pentola Genuina e Paperino e la Slitta di Babbo Natale rispettivamente di Cavazzano e Bordini sono due bellissime favole, che ben rappresentano il lato magico e affabulatorio di Rodolfo, mentre invece Paperino e il Treno Scomparso by De Vita e Paperino e l'Orso del Klondyke by Carpi sono veramente troppo arcaiche, e non rappresentano molto l'autore se non a livello puramente documentativo. Chiude incomprensibilmente il volume Paperino e il Roditorinco Nordico, una scaramuccia col vicino disegnata dalla Ziche che non è rappresentativa di nulla, quando si sarebbe potuto mettere una delle ultime di Cimino disegnata da Cavazzano (Carliseppe, la Perfetta Letizia, quella degli Husky). Insomma un volume sicuramente perfettibile, ma da avere almeno per un buon 70%.
Ve lo ricordate il Vita e Dollari che a Lucca 2007 aveva fatto conoscere al mondo il meglio del meglio della produzione Barksiana, in attesa della collana integrale del Corriere? Per omaggiare Cimino, a questa Lucca hanno realizzato questo bel volumetto che segue in tutto e per tutto la consistenza e il formato del precedente. E' da avere, assolutamente, perché analizza benissimo Cimino con i suoi articoli introduttivi, ed è pieno di storie molto buone. L'editoriale iniziale che pone l'accento sul fatto che i paperi di Cimino sono buoni, è capace di inumidire l'occhio anche dei più insensibili.
C'è un unico problema, però. Il titolo non rispecchia il contenuto, ma proprio per niente. Di Cimino sono tre i filoni che si ricordano principalmente: Reginella, I Racconti Intorno al Fuoco, e le cacce al tesoro di Zio Paperone. Dal momento che dei primi due se ne occupano i Tesori Disney, ci si aspettava che questo volume proponesse un excursus, un best of di questo terzo e più corposo filone. E invece non è così: il volume è ben fatto e assolutamente esauriente nel suo analizzare la carriera di Cimino passo passo, senza dimenticare nessuno dei topos che l'hanno fatto grande. Solo che preferisce raccontarci tutto ciò attraverso storie più atipiche, particolari, appartenenti a sfaccettature minori del suo operato. Insomma di storie che veramente parlino di viaggioni di Paperone abbiamo solo Paperon de' Paperoni Visir di Papatoa, disegnata da Scarpa, Zio Paperone e il Serpente Monetario di Gatto e Zio Paperone e i Tapirlonghi Fiutatori di Cavazzano. Le altre storie sono di tutt'altro genere, e intitolate a Paperino: Paperino e la Pentola Genuina e Paperino e la Slitta di Babbo Natale rispettivamente di Cavazzano e Bordini sono due bellissime favole, che ben rappresentano il lato magico e affabulatorio di Rodolfo, mentre invece Paperino e il Treno Scomparso by De Vita e Paperino e l'Orso del Klondyke by Carpi sono veramente troppo arcaiche, e non rappresentano molto l'autore se non a livello puramente documentativo. Chiude incomprensibilmente il volume Paperino e il Roditorinco Nordico, una scaramuccia col vicino disegnata dalla Ziche che non è rappresentativa di nulla, quando si sarebbe potuto mettere una delle ultime di Cimino disegnata da Cavazzano (Carliseppe, la Perfetta Letizia, quella degli Husky). Insomma un volume sicuramente perfettibile, ma da avere almeno per un buon 70%.
Dracula di Bram Topker
Sembra ieri che su "Topolino" venivano pubblicate le due puntate di questa stor... ehi, ma era ieri!
Scherzi a parte, è un segno importante quello che ha visto dopo pochi mesi la pubblicazione "a solo" e in formato prestigioso della capolavorosa storia di Bruno Enna e Fabio Celoni, con i colori di Mirka Andolfo. Rende il "caso Novecento" meno atipico, e fa comprendere che in redazione sanno benissimo che nella produzione recente e attuale ci sono anche altre storie che vanno ben oltre la media, ne sfondano il tetto e arrivano nelle vette della graphic novel, fumetti validi anche per il lettore che solitamente non segue Disney, che apprezzerà grazie all'ottimo lavoro di veri professionisti e artisti, come in questo caso sono stati Enna e Celoni.
Sulla storia mi sono già sperticato in lodi sul topic topolinesco, inutile ribadire quindi i pregi che la sceneggiatura di un ispiratissimo Bruno Enna che, al solito, bilancia ottimamente pathos e ironia, e i disegni fantastici per il loro essere inquietanti e affascinanti di Fabio Celoni, offrono alla storia nel suo complesso.
Spendo però due soddisfatte parole per l'edizione: il grande formato rende giustizia alle tavole di Celoni, il cui disegni qui finalmente "respira" pienamente: non è un problema della gabbia topolinesca, ma proprio del formato, dell'altezza della pagina, che qui viene risolto offrendo alla storia lo spazio ottimale. E' infatti un peccato pensare che fra pochi giorni invece la graphic novel sul secondo capitolo di Epic Mickey sarà costretta nel formato del settimanale invece di poter usufruire di un'edizione come questa.
Bella la copertina, con tanto di alette con mini-introduzione della De Poli e le biografie dei 3 autori coinvolti: a tal proposito, ho apprezzato aver dato grande importanza al terzetto nei contenuti speciali del volume, dove parlano loro stessi in prima persona sottoforma di diario (per restare in tema ) offrendo aneddoti interessanti e riflessioni che, in una normale intervista, magari sarebbero stati inevitabilmente filtrati.
Un volume consigliato, quindi, per valorizzare una storia che merita di svettare rispetto al mare magnum della produzione ospitata su "Topolino", indispensabile per l'opera di diffusione che persone come Grrodon, me e altri incessantemente portano avanti.
Sembra ieri che su "Topolino" venivano pubblicate le due puntate di questa stor... ehi, ma era ieri!
Scherzi a parte, è un segno importante quello che ha visto dopo pochi mesi la pubblicazione "a solo" e in formato prestigioso della capolavorosa storia di Bruno Enna e Fabio Celoni, con i colori di Mirka Andolfo. Rende il "caso Novecento" meno atipico, e fa comprendere che in redazione sanno benissimo che nella produzione recente e attuale ci sono anche altre storie che vanno ben oltre la media, ne sfondano il tetto e arrivano nelle vette della graphic novel, fumetti validi anche per il lettore che solitamente non segue Disney, che apprezzerà grazie all'ottimo lavoro di veri professionisti e artisti, come in questo caso sono stati Enna e Celoni.
Sulla storia mi sono già sperticato in lodi sul topic topolinesco, inutile ribadire quindi i pregi che la sceneggiatura di un ispiratissimo Bruno Enna che, al solito, bilancia ottimamente pathos e ironia, e i disegni fantastici per il loro essere inquietanti e affascinanti di Fabio Celoni, offrono alla storia nel suo complesso.
Spendo però due soddisfatte parole per l'edizione: il grande formato rende giustizia alle tavole di Celoni, il cui disegni qui finalmente "respira" pienamente: non è un problema della gabbia topolinesca, ma proprio del formato, dell'altezza della pagina, che qui viene risolto offrendo alla storia lo spazio ottimale. E' infatti un peccato pensare che fra pochi giorni invece la graphic novel sul secondo capitolo di Epic Mickey sarà costretta nel formato del settimanale invece di poter usufruire di un'edizione come questa.
Bella la copertina, con tanto di alette con mini-introduzione della De Poli e le biografie dei 3 autori coinvolti: a tal proposito, ho apprezzato aver dato grande importanza al terzetto nei contenuti speciali del volume, dove parlano loro stessi in prima persona sottoforma di diario (per restare in tema ) offrendo aneddoti interessanti e riflessioni che, in una normale intervista, magari sarebbero stati inevitabilmente filtrati.
Un volume consigliato, quindi, per valorizzare una storia che merita di svettare rispetto al mare magnum della produzione ospitata su "Topolino", indispensabile per l'opera di diffusione che persone come Grrodon, me e altri incessantemente portano avanti.
Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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Letto pure io. E porca miseria, direi che su formato grosso rende. Continuo a non ritenermi fan dalla scelta di mettere le barbabietole, non per chissà quali motivi etici, ma perché trovo che il parallelismo funzioni male. Non si capisce come la cosa sia stata traslata nel mondo vegetale, in che senso Clarabella diventa una barbabietola, come mai non si comporti come Dracula, una volta infettata. Insomma non l'ho trovato un surrogato parimenti efficace del vampirismo, ma forse sarò io a non aver capito qualcosa. Ma per il resto confermo ad una seconda rilettura che il resto funziona, e di brutto, a livello grafico e anche umoristico. E i diari degli autori sono stati una sorpresa graditissima, anche perché sia Enna che Celoni fanno dei ragionamenti su come imbastire del buon fumetto Disney che rimangono davvero impressi. Si parla di morte e altri tabù e si spiega in che modo fare slalom tra i paletti. Insomma, si chiude il volume e ciò che rimane è l'amore per il buon fumetto Disney.
Questa cosa me la "rimproverava" anche un mio amico cui a suo tempo prestai i due numeri del "Topo" dove comparve la storia.Valerio ha scritto:Continuo a non ritenermi fan dalla scelta di mettere le barbabietole, non per chissà quali motivi etici, ma perché trovo che il parallelismo funzioni male. Non si capisce come la cosa sia stata traslata nel mondo vegetale, in che senso Clarabella diventa una barbabietola, come mai non si comporti come Dracula, una volta infettata. Insomma non l'ho trovato un surrogato parimenti efficace del vampirismo, ma forse sarò io a non aver capito qualcosa.
In realtà, per quanto la spiegazione non sia proprio chiarissima o lineare e forse non fili proprio del tutto liscia, Enna ce la dà per bocca di Pippo Van Helsing:
In Europa orientale, mostri come lui essere chiamati Nonpiantatu. Essi vivere sottoterra, come barbabietole viventi!
Loro si nutre di forza vitale, trasformando altre creature in ortaggi, ja?
Insomma, Dracula vive sottoterra come una barbabietola, e per sopravvivere si nutre di energia vitale di giovani fanciulle, che ottiene trasformandole in barbabietole (per una sorta di "scambio" di caratteristiche tra vittima e carnefice) tramite morsi alle orecchie e induzioni ipnotica (ok, questa è una mia licenza-cazzata poetica) dovuta al ripetere incessantemente alla vittima ricette a base di barbabietole.Conte, però, non avere bisogno di far trangugiare piatti alle sue vittime, per trasformarle in barbabietole, ja? A tale mostro, basta sussurrare le sue orripilanti ricette! E, mentre fa ciò, egli mordicchiare padiglioni auricolari!
Quotone, stesse cose che ho pensato io leggendo i diariValerio ha scritto:E i diari degli autori sono stati una sorpresa graditissima, anche perché sia Enna che Celoni fanno dei ragionamenti su come imbastire del buon fumetto Disney che rimangono davvero impressi. Si parla di morte e altri tabù e si spiega in che modo fare slalom tra i paletti. Insomma, si chiude il volume e ciò che rimane è l'amore per il buon fumetto Disney.
Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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Il fatto è che il vampirismo non funziona proprio così. A parte che Clarabella non diventa una barbabietola, checché ne dicano, ma anche se fosse, mancherebbe l'elemento contagio. Insomma, non ho trovato la cosa troppo ben spiegata, né mi è parso ben riuscito il parallelismo/rimpiazzo, né a livello logico, né a livello umoristico. Umoristicamente preferisco i cactus nonsense della Ziche in Rivondosa, ad esempio. E non sono l'unico a cui questa cosa è stonata.
Ma con questo non voglio dire che questo incida più di tanto in quella che metto senza dubbio sul podio delle storie dell'anno. A differenza di un Pezzin a cui questo elemento bastò a bocciare la storia intera, a me stona e basta, senza drammi.
Ma con questo non voglio dire che questo incida più di tanto in quella che metto senza dubbio sul podio delle storie dell'anno. A differenza di un Pezzin a cui questo elemento bastò a bocciare la storia intera, a me stona e basta, senza drammi.
Comprato allo stand Disney di Lucca, ho trovato solo negli ultimi giorni il tempo per leggere questo bel volume.Valerio ha scritto:Viaggi e Tesori di Paperon de' Paperoni - Il Mondo Fantastico di Rodolfo Cimino
Perché è bello, davvero. Certo, le obiezioni che sono state fatte sulla poca presenza di Paperone, a cui il libro è intitolato, ci stanno tutte, ed effettivamente spiace perché così il "gemello" dell'ottimo Vita e Dollari del 2007 sarebbe stato tale non solo nel formato e nella costruzione del titolo ma anche nei contenuti.
Ma a parte questo, io ho trovato un volume che raccoglie i disegnatori più significativi che nel corso dei decenni hanno lavorato sui testi di Cimino, e in più anche le principali tematiche e filoni che lo sceneggiatore ha esplorato in vari modi. Questo excursus completo viene compiuto attraverso storie che non sono le più note dell'autore, ma che in compenso offrono al lettore tanto casuale quanto esperto proposte meno banali e dalle quali comunque non manca la qualità e i motivi di interesse. Chiaramente in un volume celebrativo avrebbero avuto loro senso di esistere le storie più famose e conosciute, ma visto il trend che si è voluto tenere sono più che soddisfatto di questo prodotto per il quale l'unica scelta poco felice è stata quella dell'ultima storia, con una Ziche ancora acerba e un'avventura non così rilevante.
Un unico neo che, a mio parere, non intacca una proposta che rende giustizia a quel che ha fatto Cimino per tutti noi lettori e che si arricchisce con i contributi di Boschi e Becattini, i quali scrivono quelli che sono, tra gli ultimi scritti, i loro articoli di critica più riusciti.
Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...
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I primi effetti della linea editoriale Panini dedicata agli one-shot iniziano a farsi sentire, e non si poteva iniziare meglio se non col proporre la terza delle mitiche "saghe mediatiche" di Silvia Ziche, che prima d'ora non aveva mai avuto la fortuna di essere raccolta in volume!
Valorizzare il patrimonio fumettistico Disneyano con questo tipo di accorgimenti e finezze, per poter avere tanti bei volumi tematici è sicuramente una mossa vincente e da cui traspare tanto amore per il fumetto Disney. Brava Panini!
Figo!
Ma in 384 pagine ci sta "solo" Il Grande Splash, o c'è spazio anche per un'altra saga della Ziche... Non ci dobbiamo accontentare di qualche storiellina riempitivo, vero?
Possiamo sperare di avere un volume only-Ziche, che faccia il paio col suo Disney d'Autore?
Ma in 384 pagine ci sta "solo" Il Grande Splash, o c'è spazio anche per un'altra saga della Ziche... Non ci dobbiamo accontentare di qualche storiellina riempitivo, vero?
Possiamo sperare di avere un volume only-Ziche, che faccia il paio col suo Disney d'Autore?
Non credo. Se escludiamo due brevi in PKNA e MM, l'unica Ziche completa esistente consiste in:
Papernovela
Topokolossal
Il Grande Splash
Paperina di Rivondosa
Topolino e la Rapina del Millennio
che sono le saghe "mediatiche" grosse.
Successivamente ha fatto storie a puntate e storie singole assai più brevi che dovrebbero essere:
Topolino e la Crociera Nera
Eta Beta e il Ricatto Pesante
Topolino e la saga burocratica
Zio Paperone e la Bontà Natalizia
3000 metri sopra il cielo di Paperopoli
Tutte di una, massimo due o tre episodi.
Considerando che le saghe grosse, sono state tutte raccolte (anche la Rapina mi pareva) e che due di esse si svolgono cronologicamente prima del Grande Splash non penso proprio saranno contenute. Al massimo si può sperare in qualcuna di quelle più brevi. O in qualche storia solo disegnata dalla Ziche come le varie di Marco Bosco "Paperi...(inserire aggettivo)".
Papernovela
Topokolossal
Il Grande Splash
Paperina di Rivondosa
Topolino e la Rapina del Millennio
che sono le saghe "mediatiche" grosse.
Successivamente ha fatto storie a puntate e storie singole assai più brevi che dovrebbero essere:
Topolino e la Crociera Nera
Eta Beta e il Ricatto Pesante
Topolino e la saga burocratica
Zio Paperone e la Bontà Natalizia
3000 metri sopra il cielo di Paperopoli
Tutte di una, massimo due o tre episodi.
Considerando che le saghe grosse, sono state tutte raccolte (anche la Rapina mi pareva) e che due di esse si svolgono cronologicamente prima del Grande Splash non penso proprio saranno contenute. Al massimo si può sperare in qualcuna di quelle più brevi. O in qualche storia solo disegnata dalla Ziche come le varie di Marco Bosco "Paperi...(inserire aggettivo)".