Once Upon a Studio - Il Thread dei 100 anni!

E' lo studio d'animazione più antico ma anche il più vitale. Tutto comincia da qui, e continua ancora oggi portando l'arte dell'animazione verso nuove frontiere. La mancanza di un nome riconoscibile ha portato per anni il grande pubblico a confonderne le opere con quelle delle altre filiali Disney, ma adesso tutto è cambiato. Benvenuti nel Canone Disney.
  • Once Upon a Studio è un capolavoro.
    Ancora di più se lo guardi subito dopo avere guardato, nel corso di nove lunghi mesi, l'intera produzione WDAS.
    Che dire? Pare fatto apposta per me. Ho riconosciuto tutti, ho goduto a vederli interagire in maniera improbabile. Dodger e Vanellope, Kaa e Clarabella, Kristoff con i 101 e Chernabog! Sentire Topolino dire "Kaa" e "Ralph", l'intera gag del mio amico Paperino... vabbè, ora sto a descrivere il corto, fate una cosa, guardatevelo e basta.
    Che bello che bello che bello. Auguri Walt.
    «È uno strano mondo.»
    «Facciamo in modo che non cambi.»
    (Warren Ellis, Planetary)
  • Oh che bello il forum è tornato.
    Ora posso postare anche qui le mie opinioni super articolare del tipo "bello."
    Visto il corto, wow, sapevamo già un po' cosa aspettarci (il megacrossover) ma altre scene, come quella con Topolino e Walt Disney, sono state una piacevole sorpresa.
    Visto che anche io sto seguendo le orme di Manfroze e sto cronando (rivisto Frozen da poco) ho apprezzato ancora di più riconoscere molti personaggi (tra cui alcuni poco "mainstream") e ho trovato ottime e intelligenti le varie interazioni (Paperino che si scazza per Flash, Paperone derubato da Robin Hood, Felix che ripara la macchina fotografica), mostrando che lo studio ci tiene alla sua centennale eredità e la conosce bene.
    Online ho letto che alcuni avrebbero preferito un intero lungometraggio con questa idea di fondo, io sono convinto che il formato cortometraggio sia stata la scelta giusta
  • Posto il mio apprezzamento per il corto, per il fatto che il forum sia tornato e per l'aggiornamento al compendium.
    Assurancetourix
  • Il ritorno del forum, e lo celebro nel commentare la bellezza di questo corto. Alla fine avevo le lacrime agli occhi (ma io sono uno che si commuove facilmente).

    Eccezionale, coinvolgente, famigliare. Nella foto finale, non ci sono solo i personaggi, ma ci siamo anche noi che li abbiamo amati, guardati, inseguiti e coccolati, negli ultimi 100 anni, e nei prossimi 100. Lunga vita all'animazione!
  • Corto celebrativo molto bello.
    Sono riusciti ad armonizzare bene i personaggi 2D con quelli in CGI, il tutto in un'ambientazione live action. Non tutti i personaggi 2D sono allo stesso livello, in particolare Pocahontas è probabilmente il personaggio di cui più si nota lo scarto (anche per via della statuarietà e dalla raffinatezza che ha nel suo film originale). Ottimi gli standard character invece, animati molto bene (da Eric Goldberg infatti).
    Un omaggio divertente e toccante per questi 100 anni. Peccato manchi Fratel Coniglietto che 20 anni fa poteva ancora comparire in House of Mouse ma che ormai la Company fa finta non sia mai esistito.
  • Carino, me lo sono goduto più di quanto pensassi, non avendo una conoscenza troppo approfondita dei WDAS. Ovviamente belli vari riferimenti e le interazioni tra personaggi che mai ci si sarebbe potuto immaginare, mi è piaciuto rivedere Vaiana, probabilmente la mia principessa Disney preferita, la scena con Walt mi ha toccato un po' emotivamente, e quando Topolino ha detto a Oswald "dopo di te" ero tipo EEEEEEH GET IT
  • Bellissimo "Once Upon a Studio".

    Essenzialmente è la storia di come centinaia di personaggi, provenenti dai cortometraggi e dai lungometraggi creati dai Walt Disney Animation Studios, si raccolgono per una foto ricordo in occasione dell'anniversario dei 100 anni dalla fondazione della Walt Dinsey Company. Il cortometraggio omaggia l'arte e evoca lo spirito dello studio con una formula che Walt penso avrebbero gradito. I tentativi di far interagire i personaggi dell'immaginario disneyano sono stati molteplici nei libri, nei fumetti, nei parchi tematici e in televisione. Il rischio di incorrere in accostamenti improbabili e in forzature delle caratterizzazioni è sempre stato dietro l'angolo e spesso ha portato a risultati poco convincenti, parodistici o eccessivi al limite del kitch. Questo breve film celebrativo è invece bilanciato e scorrevole. Si potrebbe dire, per fare una battuta, che è un "House of Mouse" che ce l'ha fatta.

    Dal punto di vista tecnico è una specie di miracolo considerando come il reparto di animazione 2D sia stato saccheggiato negli anni. Oltre agli standard characters sono presenti rappresentanti sia in 2D sia in CGI di tutti lungometraggi animati canonici, di molti cortometraggi one shot, delle Silly Symphonies e dei film a scrittura mista "Mary Poppins", "Bedknobs and Broomstricks", "Pete's Dragon". Non ci sono riferimenti invece a Brer Rabbit, Brer Fox e Brer Bear da "Song of the South" probabilmente per tutte le controversie che questo film si porta dietro, sebbene i medesimi personaggi continuino a popolare i parchi anche nelle recenti parate per il centenario.

    L'assenza del celeberrimo Roger Rabbit e la presenza del pressocchè sconosciuto bimbo sperduto di "Back to Neverland" (1989), un corto per i parchi tematici che, seppure ispirato a "Peter Pan", ufficialmente non fu nemmeno animato dallo studio, merita una riflessione. E' possibile che il mancato utilizzo di Roger Rabbit sia semplicemente legato ad uno storico problema di licenze sull'uso del personaggio. Ma si potrebbe speculare su un'altra ragione. Sul finire degli anni '80 è vero che "Who Framed Roger Rabbit" rappresentò un punto di svolta per il rilancio e la celebrazione della Golden Age dell'animazione. Forse però non è corretto sostenere che quel progetto coincise con il rilancio dell'animazione disney. Il progetto era nato dagli artisti disney tra le mura dell'Animation Building di Burbank. Con l'arrivo di Michael Einser, il controllo del progetto fu assunto dalla nuova dirigenza che prese alcune decisioni, tra cui coinvolgere Spielberg per la produzione e la Industrial Light and Magic per gli effetti speciali. La supervisione dell'animazione fu affidata all'inglese Richard Williams, maestro dell'animazione indipendente, che certo non era espressione diretta della tradizione dello studio Disney. Il progetto sicuramente fece bene agli artisti Disney coinvolti, ma scegliere di affidarlo a Williams sembrava sottintendere una convinzione della dirigenza, che più o meno potrebbe suonare così: "da soli non potete farcela". Non dimentichiamo che nel frattempo il reparto di animazione era stato smantellato e trasferito dallo storico stabile di Burbank, liberato per far posto all'amministrazione, ad un anonimo capannone in Glendale. Il reparto fu in quegli anni ribattezzato Walt Disney Feature Animation, che designava niente più e niente meno che la "divisione della Walt Disney Company adibita a produrre i Film Animati". Gli animatori in quegli anni lottarono per riaffermarsi. Se non ce l'avessero fatta il reparto di animazione sarebbe stato chiuso. Superarono la crisi grazie alla passione, all'orgoglio, alla creatività, ma sono convinto anche grazie all'amore per uno studio il cui fascino li aveva condotti a scegliere il loro percorso artistico e la loro professione. Ad un certo punto la dirigenza si convinse non solo ad investire nel reparto di animazione, ma ad espanderlo creando una succursale in Florida con annessa attrazione visitabile dagli ospiti del parco a tema Disney-MGM Studios. Ecco che per l'occasione fu realizzato il cortometraggio sui segreti dell'animazione "Back To Neverland". In questo breve film il ritorno all'isola-che-non-c'è del titolo è una metafora del ritorno alla grande animazione del passato. Il protagonista è appunto un inedito "bimbo sperduto" con la voce di Robin Williams. Quest'ultimo nel corto compare anche in carne ed ossa, vestito con una camicia hawaiana e un berretto a forma di testa di Goofy. Il Genio, anch'esso interpretato da Robin Williams, nel finale di "Aladdin" avrebbe indossato per qualche secondo la stessa camicia e lo stesso cappello, in ricordo dell'interpretazione di tre anni prima, evidentemente cara agli animatori. Dunque il "bimbo sperduto" è rappresentativo di un importante momento di svolta nella storia dei Walt Disney Animation Studios, più di quanto non sia stato Roger Rabbit.

    L'omaggio a Robin Williams in "Once Upon a Studio", non è l'unico riferimento alle cosiddette Disney Legends. Sono mostrate foto in bianco e nero sulle pareti ritraenti artisti che hanno reso grande lo studio. Burny Mattinson, che vediamo di spalle nei panni di se stesso all'inizio del cortometraggio e che purtroppo è venuto a mancare poco dopo le riprese, è affettuosamente ricordato nella dedica che chiude i titoli di coda. Tale dedica è meritatissima perchè Mattinson è colui che nel 1983 dirigendo "Mickey's Christmas Carol" riportò Mickey e tutti i personaggi classici sul grande schermo, sbloccando una situazione di stallo durata 20 anni, durante la quale gli stessi personaggi erano stati usati solo in cortometraggi didattici o in brevi comparse televisive. Prevedibile, ma eccellente, l'uso di "Feed the Birds" nella breve scena in cui Mickey ringrazia Walt: il brano, eseguito per l'occasione da Richard Sherman proprio sul pianoforte originale di Walt Disney restaurato e attualmente custodito nel suo ufficio, non smetterá mai di commuovere. Geniale e inclusiva la battuta "Dopo di te!" che Mickey rivolge a Oswald. L'importanza di due ingredienti immancabili della filmografia disneyana, la magia e la musica, sono ribaditi dall'irrinunciabile esecuzione corale di "When You Wish Upon a Star" da parte delle centinaia di personaggi che si raccolgono davanti allo studio per la foto ricordo finale.

    Detto questo forse si può chiudere un occhio sulle imperfezioni delle animazioni meno riuscite: Snow White meritava una maggiore attenzione al disegno, Pocahontas non sembra avere lo stesso fascino della ragazza concepita da Glen Keane, Jiminy Cricket è animato con qualche licenza stilistica. Tali imperfezioni sono forse il segno che questo piccolo gioiello non deve essere considerato un punto di arrivo, ma il tentativo di proiettarsi verso il futuro con la promessa di dare nuova linfa ad un'arte che non merita di essere dimenticata.
  • Premettendo di non essere un grande esperto di animazione (ho comunque riconosciuto tutti i personaggi, o quasi), ho davvero apprezzato questo corto e, anzi, mi sono pure commosso. Non so se sia una reazione "stupida", ma vedere certi personaggi così lontani e diversi interagire tra di loro. Figli di epoche, di tecniche e di produzioni con forse poco in comune (a parte, ovviamente, lo Spirito Disney che gli autori e gli animatori dei WDAS si tramandano di generazione in generazione, almeno questo è ciò che ho capito leggendo Grrodon), erano tutti lì e si conoscevano e si parlavano come se si conoscessero da tempo. Nonostante siano stati concepiti e proposti in modalità differenti. Non so a voi, ma questo incontro, questa amicizia tra tutti loro mi ha lasciato qualcosa. Li ho percepiti come "persone" vere, non come le mascotte dei film Disney.
    Vi aspetto sull'Eco del Mondo! :ciao:
  • Avete detto tutto voi, che peraltro avete più competenza e chiavi di lettura di me, in materia. Avevo detto qualcosa anch'io ma mi si è cancellato il post e sarò molto più breve.

    Poteva essere un semplice compitino, una pubblicità autocelebrativa citazionista, invece è un prodotto dal quale traspare passione, impegno e amore, il cui unico difetto è di durare troppo poco (aldilà del fatto che ognuno ha i suoi personaggi preferiti e avrebbe voluto che venisse dato loro più spazio - nel mio caso, Basil e soci).

    Rassicurante sapere che negli Studios, anche in questo periodo, ci sia perlomeno un gruppo di persone con la volontà e le capacità di valorizzare le sue I.P., anche quelle più classiche, anche quelle di cui recentemente sembravano quasi vergognarsi.

    Commovente il saluto di Mickey alla foto di Walt, emozionante vedere cose come, che so, Mirabel di Encanto e Scat il gatto jazzista degli Aristogatti che suonano insieme. Soprattutto perché...sembra così spontaneo, normale, naturale. Tutti i personaggi non sono solo figurine appiccicate lì per presenziare e fare numero, ma vengono rispettate le loro caratteristiche, le loro personalità, le loro movenze, la loro recitazione.
    Ma la cosa più bella non è solo questa. Ma è soprattutto il vedere come le recitazioni di personaggi bidimensionali dell'epoca xerox anni '70/'80 e personaggi 3D del 2022 si sposino e mescolino così bene tra loro. È il perfetto testamento di quanto i WDAS a prescindere dal passaggio del tempo e dell'evoluzione stilistica e dagli esperimenti più o meno riusciti abbiano sempre mantenuto intatto quel loro ingrediente segreto, quella fluidità, quella naturalezza nei movimenti e nel recitato, quella sorta di anima o afflato vitale che rende credibili e vivi i personaggi. Quella che il Grrodoni nel Fumettazzo spiegava con la sua parabola (lol) della "scimmia di papà", che mi fa sempre molto ridere ma che resta un esempio azzeccato.

    E a tal proposito trovo molto appropriato, una felice coincidenza diciamo, che il ritorno del Forum del Sollazzo coincida proprio col Centenario dei Walt Disney Animation Studios e con l'uscita del corto "Once Upon A Studio". Che possa essere di buon auspicio!
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