[Disney] PKNE Fase 4: Ritorno sul Topo

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Cominciamo con la prima storia del ritorno sul Topo: una storia divisa in più atti, per cui scriverò una roba in più parti anch'io

    PK RINASCITA: TITO TRAUMATIZZA ANCORA…E (FORSE) RINASCE

    Atto 1 (In cui cominciamo a scaldarci)


    Spoiler: il miglior Tito Faraci degli ultimi (10? 20?) anni. Poi per carità, con tanti se e tanti ma, errori, problemi e problemoni, cose da correggere, but still… E ora che avete letto la versione bignami e sapete dove andrò a parare, vedete un po’ voi se sorbirvi pure il pippone successivo.

    Secondo spoiler: ci saranno molti spoiler sulla storia e non mi andava di coprirli tutti, quindi se non avete letto “PK Rinascita” su Topolino 3545, non proseguite la lettura. O se lo fate e scoprite che non torna solo quello lì ma vi spoilerate pure che torna quell’altro là, non ve la prendete con me.

    “PK E IL TESTAMENTO DI TITO” 2: THE SEQUEL

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    Commento una storia sequel con un post che a sua volta è il sequel di un articolo passato, sequel-ception insomma. L’ultima volta che ho parlato di Luca “Tito” Faraci è stato quando abbiamo avuto un’amichevole ma feroce tenzone a distanza proprio relativa a PK. Qui, per la precisione: https://www.ilsollazzo.com/articoli/app ... di-tito-2/

    Riassumendo, il celebre sceneggiatore si lamentava dell'eccesso di nostalgia verso PKNA e in questo non aveva tutti i torti, visti i presunti fan che sono i primi a trattarlo come una cosa vecchia da revival stile “Noi degli anni '90” o “Ridateci il Winner Taco”. Tito però se la prendeva un po’ anche con le nuove storie pikappiche del PKNE, ree a suo dire di celebrare il passato invece di raccontare il presente e la novità. Faraci diceva di volere un PK diverso e sosteneva che i lettori di ieri non avrebbero capito la rivoluzione di PKNA, se fosse uscito oggi. Io gli ho rigirato la provocazione insinuando il dubbio che forse erano gli autori di ieri (ma anche molte nuove leve di oggi) a non saperle più fare, rivoluzioni simili. Ho aggiunto infine che PK è soprattutto una storia da raccontare, che gli autori del PKNE almeno ci avevano provato e lo sfidavo a cimentarcisi anche lui, ritrovando gli occhi della tigre dei tempi gloriosi di, che so, Mickey Mouse Mystery Magazine. In privato ho poi potuto spiegare a Tito che per quanto mi riguarda non credo nelle “bolliture” definitive e irreversibili, al limite nei periodi di maggiore o minore ispirazione: per quanto mi riguardava la produzione di Tito Faraci conteneva già tutto ciò di cui aveva bisogno per mantenere freschezza e innovatività anche ai giorni d’oggi, e il suo passato non era apprezzato per la nostalgia ma perché aveva un qualcosa che lo stesso autore avrebbe dovuto riscoprire traendo da se stesso la giusta spinta propulsiva. Insomma, per me Tito si era un po’ perso, ma non era un dramma, calma e gesso, basta fare un po’ di mente locale, vedere dove ti ricordi che stavi l’ultima volta, ricostruisci gli ultimi movimenti, pensi un po’ a dove potresti esserti messo, e alla fine ti ritrovi, proprio dove ti eri lasciato.

    E ora Tito torna alla pugna sfornando una nuova storia di PK, quello vero, non una versione alternativa. E siccome non sono un mitomane, dubito alquanto che l’abbia fatto per reazione a quell’articolo baccagliante di due, quasi tre anni fa. Ma se invece lo avesse fatto proprio per quello, me lo facesse sapere perché così ci polemizzo di nuovo apposta: perché se in cambio tira fuori dalla testa storie di questo tenore, ben vengano i bisticci!

    MANY HAPPY RETURNS: UN REMAKE CHE FUNZIONA QUANDO PARLA D’ALTRO

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    “PK: Rinascita” è una storia…strana. Ha cose buone, cose meno buone e altre che non saprei definire, al punto che ho dovuto rileggerla varie volte per capire se certe cose mi fossero piaciute o se mi avessero lasciato l’amaro in bocca, se alcune cose fossero un’opportunità mancata o un buono spunto per il futuro. Di sicuro è una storia che non mi aspettavo e che mi ha sorpreso, da molti punti di vista.

    Partiamo dalle cose facili: disegni e colori. La premiata coppia Lorenzo Pastrovicchio/Andrea Stracchi fa un altro colpaccio. Il Paperinik di Pastro è credibile ed espressivo, il disegnatore riesce a passare con disinvoltura da momenti più delicati ed intimisti ad altri di grande dinamismo e assoluta potenza visiva. Stracchi si scatena nella colorazione ma senza strafare come in Obsidian, che era un capolavoro visivo ma faceva percepire anche l’ansia di sparare tutte le cartucce. Ora, il colorista è più rilassato, e spara solo quando deve colpire il bersaglio, un perfetto cecchino. Blam!

    E ora passiamo alla storia in sé. È un sequel-remake, ma per finta, perché in realtà segretamente parla d’altro. O forse lo è per davvero e parla d’altro solo per sbaglio o per caso. Fatto sta che questo “altro”, che sia voluto o meno, è più interessante di tutta la parte relativa al sequel-remake.

    Uh, guarda caso a Lucca è uscita una versione Deluxe di Trauma (PKNA 10), forse tornerà un personaggio di quella storia? Elvis o Nerone, immagino. Ah no, è proprio Trauma stesso. E qui consentitemi di fare un’altra polemichetta (che se tanto mi dà tanto, come dicevo, Tito se ne esce con un’altra storia piacevole per ripicca): Faraci si lamentava tanto del PKNE nostalgico e passatista, e quando ha l’occasione di tornare a scrivere PK per dare il buon esempio con qualcosa di nuovo e moderno che mi fa, Trauma 2? Ritorniamo ai greatest hits del passato? C’è da dire però che non è tutto come sembra: ambienti e personaggi ritornano un po’ perché “devono” esserci, ma il fulcro della storia non è incentrato su di loro. Per chiarirci, il rematch tra Trauma e Pikappa c’è, ma questa non è la storia DEL rematch, non so se mi spiego.

    OK, MA LA STORIA COM’È?

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    Come dicevo, è una storia strana, dove alcune cose funzionano e altre meno. Per cominciare, ribadisco che è forse la storia migliore di Tito Faraci da tanti anni a questa parte. Un Tito così non lo leggevo da tempo. E sì, ci sono i soliti stilemi faraciani, ma non pesano: i dialoghi scorrono bene, l’umorismo fila, con qualche tormentone di troppo che però non irrita e non è forzato, c’è equilibrio tra azione e momenti più rilassati. I toni sono adeguati, l’azione è resa bene, sicuramente anche grazie a Pastrovicchio che è un ottimo narratore visivo e ne sa qualcosa anche lui dei giusti tempi narrativi.

    Insomma, questa storia ha qualcosa che mancava un po’ nelle ultime fasi del PKNE: il ritmo. Potete pensare qualsiasi cosa di questa storia, ma toni e ritmo li hanno azzeccati. E non è poco. Sicuramente aiuta il numero delle pagine della storia: 80, più della lunghezza di una storia media di PKNA e praticamente il doppio della foliazione del PK Fuoriserie, al punto che questa storia da sola, divisa in tre atti, occupa tre quarti dello spazio su Topolino.

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    Questo per quanto riguarda il “come”. Ma il “cosa”? La tra(u)ma della storia non è perfetta, certo: ha sbavature, forzature, salti logici, stranezze. Ma nulla di davvero bocciabile senza appello, anzi. Si respira però spesso aria di deja-vu. Il Pozzo, Trauma, persino un nuovo scontro col Castigatore…situazioni che sanno di già visto, al punto che questa storia sembra quasi un remake de “Il Marchio di Moldrock” di Francesco Artibani piuttosto che di PKNA 10. Poi per carità, le similitudini vengono evidenziate nella storia stessa, e Paperinik cita ampiamente i predoni Grozsnaz, Nebula Faraday, la precedente alleanza con Trauma, la precedente battaglia col Castigatore…oddio, alcuni dialoghi e momenti di questo tipo filano, altri un po’ meno, sembra quasi che siano “correzioni” aggiunte in un secondo momento per evitare errori di continuity. Ma anche se fosse, non sarebbe un difetto, ma anzi un qualcosa di lodevole, indice di attenzioni e cura da parte degli autori: è un segno di rispetto per i lettori, la prova che si tiene a loro.

    Qualche considerazione sparsa: l’inizio presenta un parallelismo con “Trauma”, capovolgendo la situazione: se la nave evroniana prelevava Trauma dal Pozzo lanciandolo sulla Terra per affrontare PK, stavolta è il papero mascherato ad essere prelevato dalla Terra e lanciato nel Pozzo (in una capsula persino più simile a quelle di Freezer e dei Saiyan in Dragon Ball rispetto alla storia originale!). Paperinik è inoltre tornato al vecchio costume pre-saga dei Galaxy Gate (e mi va benissimo se non verrà spiegato perché lo indossava anche nella run di Sisti sul Fuoriserie e perché ora abbia smesso: “Perché gli andava così” è un’ottima motivazione). Non solo, ma usa anche il nome “Paperinik” (“per gli amici, Pikappa”). Bastava poco, e chi l’avrebbe detto che ci voleva l’autore di Universo PK per riportare il papero al centro del villaggio (o era la chiesa?) e nel canone topolinesco? Del resto, si sa, solo Nixon potrebbe andare in Cina. Sia chiaro, Sisti e Artibani hanno difeso l’equazione “Paperino = Paperinik = Pikappa” quando nessun altro lo faceva. Ma nell’ultimo periodo, tra costumi alternativi e bando del nome vecchio, sembrava quasi che la direzione di Topolino facesse pressioni. Forse adesso si è arresa. Era ora!

    Ah, carino il design di Kora, fa molto Dottor Destino. E abbiamo di nuovo una Pi-kar. O è quella simil-PiKar apparsa ne IMdM, o in UNE, o è quella di PKNA. Boh. Insomma, torna la PiKar, torna Trauma, torna "quell'altro tipo lì", torna finalmente anche il costume "classico" di Paperinik, torna il suo nome completo aldilà del nomignolo... Insomma, manca solo Uno. E oh, se manca. Ma va bene così, forse avrebbe appesantito la storia.

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    Ultima modifica di Sommo Zotnam il sabato 11 novembre 2023, 15:11, modificato 1 volta in totale.
  • PK RINASCITA: TITO TRAUMATIZZA ANCORA…E (FORSE) RINASCE

    Atto 2 (In cui ci stupiamo per l'intimismo nascosto e in cui parliamo di quello là, spoiler)


    IL VERO TRAUMA? UN TITO INTIMO

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    Per quanto gli scontri siano belli (quanto è dinamica la battaglia iniziale: ti sembra quasi di provare dolore tu al posto di Pikappa, quando lo colpiscono ripetutamente ai reni) i momenti migliori della storia sono quelli più intimistici e riflessivi. Kilgore non sarà un personaggione memorabile che susciti particolare empatia, ma i suoi momenti di tranquillo bivacco con Paperinik funzionano e fanno il loro dovere.

    Ma la cosa forse più interessante della storia è un elemento che inizialmente sembra importantissimo, viene prima buttato lì e poi buttato via, passa quasi in sordina, come se l’autore stesso non abbia voluto dargli più peso del necessario. È come se non si fosse accorto di avere oro tra le mani e abbia preferito concentrarsi su altro. Insomma, Tito sembra sconvolgere il senso del…trauma di Trauma, o meglio di quello di Paperino in “Trauma”. A ben 26 anni di distanza da quella storia epocale di PKNA 10, Faraci sembra dare una nuova interpretazione all’incubo traumatizzante del piccolo, fragile papero. Che ha problemi a ricordare quel brutto incontro non solo per uno dei tanti atti di bullismo subito da paperotto e da papero adulto, ma per il fatto di non voler ammettere a se stesso che quei fumetti, zio Paperone non glieli aveva regalati affatto, e il piccolo Paperino si raccontava questa bugia, scegliendo di crederle, perché in cuor suo temeva...che lo Zione non gli volesse bene. Cioè, ragazzi, questo è potenzialmente uno dei più grandi momenti introspettivi dell’universo Disney Italia. Ed è un peccato che non sia approfondito ulteriormente, ma venga sostanzialmente dimenticato in seguito.

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    {Freno subito gli alfieri della continuity che diranno “eh, ma la Saga di Don Rosa, i capitoli 11 e 12, Paperino che non rivedeva Paperone dal calcione”…beh, come sappiamo ci sono elementi della Saga più solidi di altri, in fondo anche in Paperino Paperotto di Enna c’era Paperone. Aiutato anche dal finale dell’ultima storia di Fantomius di Gervasio possiamo immaginare che Paperone abbia temporaneamente fatto pace con la famiglia riuscendo a vedere ogni tanto perlomeno Paperino e Nonna Papera, per poi rompere di nuovo i rapporti, magari beccandosi un secondo calcione dal Paperotto, forse proprio dopo il traumino dei ricordi di Paperino. Sì, headcanon, ma indolore.}

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    Non è chiara una cosa, nel prosieguo del flashback di Paperino bullizzato, ma forse è volutamente lasciata all’interpretazione del lettore: l’apparizione di Paperone che salva Paperino dai bulletti è avvenuta davvero o no? È la cosa che fa tranquillizzare Paperino del fatto che, dopotutto, lo Zione gli vuole bene davvero? O forse è Paperino che retroattivamente cambia e “pilota” i suoi ricordi? Verso l’inizio della storia, Pikappa parla di sogni lucidi, dove si è consapevoli di stare sognando al punto da poter influenzare lo svolgimento del sogno, che è un po’ come cambiare il passato. Forse è quel che ha fatto anche qui? Ha modificato il ricordo aggiungendoci lo Zione che lo salva, ora che da adulto ha avuto più volte la consapevolezza che gli vuole bene e facendo quindi pace col passato? Forse avrei preferito che venisse maggiormente esplicitato, anche se il rischio opposto di essere troppo didascalici c’è sempre. Ma va bene così.

    È ORA DI PARLARE DELL’EVRONIANO NELLA STANZA

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    “Secondo voi, torna?” “Torna, torna!”. Ed è tornato. Quando nessuno ormai se lo aspettava più. Parlo ovviamente di lui, Gorthan, l’affascinante capo-branca evroniano, un po’ villain conquistatore un po’ antieroe onorevole, con una passione per la cultura (qualcuno ha detto “Grand’Ammiraglio Thrawn”?), apparso per la prima volta proprio in “Trauma”, ma che i Pker hanno definitivamente amato dopo il suo ritorno in “Mekkano” di Bruno Enna.

    Ecco, immagino che l’utilizzo sia di Trauma che di Gorthan in questa storia farà discutere. Ma tutto sommato non è stato fatto nessun vero danno ai personaggi, che comunque possono ancora dire molto. Ci sono problemi, certo, ma ampiamente risolvibili.

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    Cominciamo con Trauma, che avevamo lasciato come alleato nel Marchio di Moldrock e ora ritroviamo apparentemente come villain a tutti gli effetti, quasi una regressione o involuzione del personaggio. Quasi, però: la cosa ha lati positivi e negativi. Ma vediamo nello specifico. Trauma ha chiesto ai predoni Grozsnaz di farsi lasciare nuovamente nel Pozzo, stavolta non più in catene, per poter regnare nella paura. Tito cerca di renderlo nuovamente una minaccia dopo la versione “rabbonita” del MdM, peccato che anche questo Trauma faraciano manchi del carisma, dell’astuzia e del dark humor sfoggiati dal generale mutante alla sua primissima apparizione: sembra più uno scagnozzo arrabbiato di Kora, che sostanzialmente fa da main villain. Detto ciò, probabilmente Trauma sta solo aspettando il momento giusto per prendere il potere e senonaltro dimostra di avere l’intelligenza di capire che Paperinik si è fatto catturare facilmente apposta e che sta architettando qualcosa. Inoltre, diciamolo, la scena con Pikappa che dice “mi raccomando, riga dritto” a Trauma nel Marchio non era proprio il massimo. Comunque Trauma non è necessariamente diventato una macchietta o un semplice cattivone piatto: ha mantenuto la sua indipendenza al punto da non essersi unito ai superstiti evroniani, che disprezza, e sostanzialmente si fa gli affari suoi. Poi certo, se gli capita PK tra le mani lo ridurrà felicemente a frullato di papero (cit.), ma non ci vedo nulla di strano, è più coerente col suo carattere. L’altra volta, in cambio della libertà, Trauma ha risparmiato e aiutato il suo nemico, ma il favore valeva solo per quel momento, non in eterno. Ma aldilà di tutto, Trauma ora resta al Pozzo e sembra andargli bene così: nulla vieta una sua futura evoluzione in antieroe, se sarà necessario o utile. Per ora sta lì. Nessun danno.

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    Per quanto riguarda Gorthan, qui appare nelle vesti del villain segreto, ingannatore e manipolatore (spettacolare e anche abbastanza inquietante la scena con lui apparentemente caduto in disgrazia e gli Evroniani indeboliti e semi-zombie). Sì, ha una caratterizzazione più piatta, neanche cita Shakespeare o che so io. Sì, poteva essere usato meglio invece di essere il classico cattivone generico che scappa alla fine. Ma intanto…intanto c’è. Ed è riutilizzabile. È un qualcosa di epocale e a lungo atteso e pazienza se è un po’ anticlimatico, il potenziale resta intatto. Ma approfondiamo un po’.

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    Gorthan è un personaggio complicatissimo da usare, tant’è che nessuno lo ha più toccato dopo Mekkano (salvo qualche apparizione-flashback di un periodo in cui era…un personaggio meno complicato, durante la caduta di Xerba). Questo perché si rischia sempre di scontentare almeno parte del fandom e perché comunque ha molti lati sottili e contraddittori, che rendono facile cadere in banalizzazioni. Gorthan è il mostro spietato che ha manipolato Xado portando alla fine della vecchia Xerba (nell’occasione era pure uno dei comandanti delle forze di invasione), è lo scienziato pazzo con cui la sua creatura Trauma ha forse dei conti in sospeso, lo stratega e condottiero, ma è anche il raffinato Evroniano di cultura, curioso e affascinato dai popoli che conquista, l’amante dell’arte e della letteratura, brillante, intelligente, sarcastico, con spiccata personalità, talvolta sleale talvolta onorevole. Infine per un certo periodo, temporaneamente, cambia, ed è anche il reietto, colui che prova dolore e pietà e disobbedisce agli ordini, fuggiasco, infettato dalla cultura terrestre che ama e invidia fino ad “ammalarsi” di “coscienza”, nemico-amico di Paperinik fino a tornare malvagio (per via della scossa da energia emozionale non depurata che lo “cura” dal possedere una coscienza e dal provare emozioni e sentimenti) proprio un secondo prima di essere spedito forzatamente nello spazio.

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    Cosa è quindi Gorthan? Amico, alleato, acerrimo nemico, capo dei cattivi, antieroe? Ultimo dei romantici? Un altro tipo che si fa semplicemente gli affari suoi? L’idolo delle fanfiction? Non stupisce quindi che tutti avessero paura (ma senza potenza) di usarlo o non sapessero bene quale fosse il suo status (ancora fuggiasco o perdonato dall’impero? Bloccato dentro Mekkano o libero? Cyborg o evroniano? Il Saggio-tra-noi nel finale della Trilogia di Xadhoom? Ancora malvagio o ha ripreso ad ammalarsi di coscienza?).

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    Ed ora lo ritroviamo “tornato libero, per quel che vale” e a capo del suo personale gruppo di Evroniani. Non è davvero in contraddizione con ciò che sapevamo del personaggio, che alla fine di Mekkano era tornato malvagio (la vera domanda è: rimarrà tale? Chissà!). Quanto al perché sia libero, ci sono tante possibilità: potrebbe semplicemente essere scappato approfittando della caduta di Evron o potrebbe aver convinto i suoi superiori di essere guarito dalla sua “malattia” di “bontà” (che poi è vero, magari avranno pure fatto dei test per verificarlo). Poi nel flashback di Mekkano sembra che Gorthan abbia bisticciato con Zotnam, che era a capo della spedizione terrestre: forse a perdonarlo è stato invece l’Imperatore in persona, che dal poco che ho visto mi sembra meno rigido e conservatore del Sommo…del resto, se non si è fatto problemi a impiegare un non-evroniano come Xari contro Xadhoom nella Trilogia di quest'ultima, deve essere abbastanza di vedute aperte, del tipo “basta che funzioni, l’importante è il risultato”. Ed essendo assodato che è Gorthan colui che ha catturato Xari presentandolo all’Imperatore, immagino abbia deciso di premiarlo facendolo diventare il nuovo capobranca centrale di Evron con un “presidential pardon” incluso…quindi sì, Gorthan potrebbe essere il Saggio-fra-noi, dopotutto. Ci sono incongruenze? Ni, ne parlo più avanti, in un atto successivo.

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    Insomma, dopo questo divagare, andiamo al punto: Faraci non avrà forse usato Gorthan nel modo più pulito, perfetto e delicato possibile. Ma intanto ha avuto il coraggio di riprendere il personaggio e buttarlo nella mischia (altro caso di “Nixon goes to China?”). A volte è bene abbandonare tabù, timori reverenziali, prudenza e manti di sacralità, con un po’ di sana incoscienza: e così adesso la situazione di Gorthan si è finalmente sbloccata. Intanto sta lì, è riutilizzabile ed ha uno status sufficientemente generico da non causare problemi. Cattivo bidimensionale o antieroe complesso, starà agli sceneggiatori decidere. Ma intanto bentornate, treccine!

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    Ultima modifica di Sommo Zotnam il domenica 12 novembre 2023, 00:34, modificato 2 volte in totale.
  • PK RINASCITA: TITO TRAUMATIZZA ANCORA…E (FORSE) RINASCE

    Atto 3 (In cui faccio un pippone nerd che potete saltare e passare direttamente al prossimo e ultimo atto)


    ALTRI PROBLEMI E POSSIBILI SOLUZIONI…E ALTRI SPUNTI FUTURI

    Insomma, anche quando non convincono del tutto, Gorthan e Trauma sono usati in maniera tutto sommato indolore. Nessun danno vero o permanente, ma anzi molto potenziale, volendo usarlo.

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    Piuttosto, a dare un po’ più grattacapi è in realtà proprio l’espediente che fa da motore della trama, sia a livello di motivazioni che di McGuffin. Ma anche qui, nulla che non si possa risolvere. Per cominciare, può lasciare inizialmente un po’ interdetti che Paperinik agisca… per rivitalizzare l’Impero Evroniano? Sarebbe un po’ come far tornare i nazisti al potere. Però contestualizziamo la cosa: Paperinik non è un eroe sanguinario, prova pietà anche per i nemici. E questo Gorthan lo sa. Forse li vuole sconfitti, ma non annientati. Un conto è abbattere il nemico in battaglia, un altro è salvare vite. Per quanto ne sa lui, li sta solo aiutando a sopravvivere quel tanto che basta da avere un’esistenza decente. Aggiungiamo un’altra cosa: Paperinik ha conosciuto un Gorthan ben diverso in Mekkano, ha dei buoni ricordi di lui, o almeno di com’era prima di tornare malvagio. E l’alieno sfrutta cinicamente proprio questa fiducia che si era guadagnato in quella storia. Ok, non so se gli autori si ricordassero davvero questa cosa, ma che sia un riferimento pensato e voluto o un caso involontario, fila comunque e questo è l’importante.

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    Un po’ di problemi in più li porta l’altra rivelazione principale della storia: il fatto che gli Evroniani non possano più coolflamizzare dopo “molte sconfitte”. A meno che non si riferiscano a qualche evento avvenuto dietro le quinte, immagino stiano parlando della Trilogia di Xadhoom…eh, già all’epoca me lo chiedevo: dopo quella sconfitta, avevano perso il potere di generare Coolflames in toto o no? In teoria i decoolflamizzati diventavano immuni a nuove coolflamizzazioni, ma che tale capacità venisse addirittura cancellata del tutto? Non so. In Potere & Potenza i coolflames esistono, perlomeno nel futuro scongiurato dell’imperatore Grrodon (ma anche in quello “canonico” con il Grrodon invecchiato). Quindi potrebbero aver trovato il modo di recuperare tale capacità in futuro. Ma sia in quella storia sia in altre (non ultima, “Una leggendaria notte qualunque” col Grrodon del presente) sembra che gli Evroniani possano coolflamizzare eccome, o almeno sono convinti di poterlo fare. Quello di Faraci potrebbe essere quindi un errore, ma di quelli risolvibili: semplicemente, gli Evroniani presenti su Evron durante la liberazione dei Coolfames con l’Onda di Sollievo potrebbero aver perso il potere di coolflamizzare, ma tutti gli altri no. Il gruppo di Grrodon e quello di altri superstiti evroniani (magari anche una certa Nave Madre che si trovava altrove, nella cintura di asteroidi del Sistema Solare?) potrebbero essere ancora perfettamente capaci di coolflamizzare, semplicemente perché non erano presenti durante la caduta di Evron. Se ne deduce quindi che evidentemente quel giorno si trovava lì su Evron il gruppo di Gorthan, che magari era presente proprio in veste di “Saggio tra noi”…

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    Già, perché ho letto molti sostenere che questa storia dimostra che i due fossero personaggi diversi. In realtà non è detto che Gorthan non fosse il Saggio-tra-noi (il misterioso capo-branca nell'ombra, apparentemente semi-meccanico, apparso in "Sotto un Nuovo Sole", che il PKTeam pare avesse mezzo confermato, oralmente e in via informale, essere proprio il nostro trecciuto evroniano). E questo sia perché, diciamolo, disegnatori diversi danno interpretazioni diverse, e così come Xari non era un coolflame nonostante l’aspetto in PKNA 35, così il Saggio/Gorthan potrebbe non essere stato un cyborg nonostante la “licenza poetica” di Mastantuono nel sopracitato numero 37. Inoltre, Gorthan potrebbe essersi liberato degli impianti di Mekkano (che magari facevano da esoscheletro e non sono diventati parti del suo corpo)…o semplicemente li nasconde bene. Così come l’aspetto indebolito e derelitto era un trucco, potrebbe esserlo anche l’aspetto di Gorthan alla fine della storia, magari frutto di un travestimento olografico. Avete presente Thranduil, il re degli elfi padre di Legolas, quando toglie l’incanto e mostra per pochi secondi il suo vero volto sfigurato dai draghi nella Trilogia cinematografica de Lo Hobbit di Peter Jackson? Ecco. E se davvero a perdere i poteri coolflamizzanti fossero stati solo gli Evroniani che si trovavano sul planetoide imperiale, sarebbe un indizio che confermerebbe la teoria “Gorthan = Saggio”, invece di smentirla…E poi chissà, magari l’astronave di Gorthan che vediamo in questa storia è proprio una delle navi-laboratorio (Cavaphoton e Basyleon) con cui il Saggio intendeva fuggire da Evron…almeno quella che non gli è stata soffiata dagli xerbiani!

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    Insomma, si dice che le crisi generano opportunità, ma anche gli errori apparenti ne creano parecchie, comunque. Molto intriganti dunque gli spunti per il futuro, involontari e casuali o meno, seminati in questa storia: a quanto pare ci sono grandi manovre evroniane in atto, i vampiri alieni succhiaemozioni si stanno radunando e hanno prelevato gli Evroniani superstiti nel Pozzo comandati da Karkadon e Nebula Faraday (e forse si sono anche sbarazzati di loro?), facendo terra bruciata dietro il loro passaggio. A occhio e croce parliamo di un gruppo di Evroniani più organizzati della scalcinata e improvvisata banda di Gorthan, che aveva addirittura bisogno di Pikappa per fare il lavoro sporco. Non foss’altro che (ammesso che ne fossero a conoscenza, all’epoca) avrebbero potuto approfittarne per recuperare la chiave di Kilborg. Ma evidentemente non avevano bisogno dell’antico generatore di cui parlava Gorthan (che immagino serva per “resettare alle impostazioni di fabbrica” le Evrongun e/o i serbatoi di energia emozionale vampirizzata malfunzionanti).

    Sarebbe anche bello ampliare il discorso sulle motivazioni di Gorthan: avrebbe eliminato Pikappa una volta che non gli fosse servito più o l’avrebbe risparmiato? Voleva potenziare il suo gruppo solo per tornare a conquistare? Forse, probabile. Ma chissà. Magari Gorthan potrebbe desiderare di tornare ad avere “potere e potenza” per poter affrontare ad armi pari gli altri superstiti evroniani, più potenti ed organizzati (ossia quelli menzionati precedentemente nella storia, che hanno reclutato/annesso o eliminato il gruppo di Nebula sul Pozzo). Magari comandati dal mio omonimo/omonickname… Ecco, una guerra civile evroniana, una War of Evrons/Game of Evrons per l’erede al trono imperiale (Heir to the Empire, per citare un’altra fortunata saga), magari con Porphyoloon ago della bilancia, sarebbe molto “interessante”, come direbbe Gorthan stesso…

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    So di essere entrato in un campo molto fanfictionoso con discussioni oziose, ma è per ribadire quanto tutto sia aperto, un terreno fertile: Gorthan da solo può essere davvero sviluppato in tanti modi diversi, anche se personalmente spero sempre in una sua “ricaduta” futura nella “coscienza” stile tossicodipendente che si fa una nuova dose di cultura terrestre perché non resiste alla curiosità, magari sceneggiato da Enna! Che siano Faraci, Sisti, Enna, Sciarrone, Pastrovicchio, Vacca (beh, è un Pker…) o altri a prendere in mano PK sul Topo, il futuro promette bene, quindi. E sì, spero torni anche il Sistone nazionale, perché stavolta siamo noi lettori ad avere un credito da riscuotere, non solo una certa Creditrice xerbiana che non riesce a trovare pace nel veder pubblicata la sua storia…
    Ultima modifica di Sommo Zotnam il sabato 11 novembre 2023, 16:27, modificato 1 volta in totale.
  • PK RINASCITA: TITO TRAUMATIZZA ANCORA…E (FORSE) RINASCE

    Atto 4 (Epilogo, in cui saluto Tito e gli altri PK-autori, facendo loro un appello)


    CONSIGLI NON RICHIESTI, PER TITO E PER TUTTI

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    Intanto non posso esimermi dal fare i complimenti a Tito Faraci: bravo Tito, e se te lo dico io che ti ho criticato in passato, devi crederci! :P

    Faccio però solo qualche appunto: per cominciare, lo status quo evroniano al momento non è troppo chiaro. Io ho fatto le mie elucubrazioni qua sopra e potrei anche averci preso, però alcune cose vanno chiarite ed esplicitate. Le mie teorie potrebbero essere pure valide e basarsi su indizi veri o presunti, ma di teorie di un fan si trattano, non tanto diverse da fan-fiction, e di certo un “per me è così” non può sostituirsi alla spiegazione dell’autore. Ed ecco, penso che diverse cose andrebbero spiegate “in-story”. Se il mio escamotage per far quadrare il tutto vi ha convinto, attingetene pure a piene mani, non chiederò royalties ma sarò contento di aver aiutato a rendere più coeso e coerente il tutto. Però il lavoro di chiarire e dare delucidazioni, togliere mal di testa, mettere ordine e fare pulizia e chiarezza sta a voi! :D

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    L’altro appunto che volevo fare, che mi preme forse ancor di più, riguarda un discorso generale, pur partendo da un caso specifico. Penso ad esempio a Trauma che torna villain: immagino che Faraci abbia pensato “l’ho creato io, per me è sempre stato un personaggio negativo e mi serve in quel ruolo, quindi lo riporto alla caratterizzazione originaria”. Ok, come ho detto prima non è un vero problema e non è una vera incoerenza. Ed è una scelta legittima. Ma è la spia di un qualcosa, un segnale. Non è un problema di Faraci, ma di PK in generale, una cosa che può capitare quando più autori mettono le mani sugli stessi personaggi, ognuno con la sua idea personale di come quel personaggio debba essere e come debba pensare.

    È un discorso che ha riguardato anche lo stesso Sisti, per dire. Ne “Gli Argini del Tempo” ad esempio aveva ripreso il Razziatore riportandolo “back to the basics” al suo ruolo di criminale e nemico. E non ci sarebbe nulla di male, se non fosse che nel frattempo il Razziatore si era evoluto, diventando addirittura padre, non un vero eroe ma un saltuario alleato, un antieroe, un nemicoamico alla Catwoman (se Catwoman fosse un grosso rapace cyborg e maschio). Sisti l’ha giustificata inizialmente restando fermo sulla sua posizione e spiegando che, per lui, il Razziatore era un personaggio gioiosamente irresponsabile e almeno quando lo avrebbe scritto lui sarebbe rimasto tale. Poi ha smussato la sua posizione, già nel finale degli Argini il Razziadilegno mostra lati positivi o comunque meno irredimibili. Anche lì, tutto spiegabile e “arginabile” (eheh) e in effetti è stato fatto. Nelle successive apparizioni del Razzia-by-Sisti, ci siamo avvicinati di più alla versione del personaggio che avevamo imparato a conoscere, in una sorta di punto d’incontro tra la filosofia sistica e quella artibanica sul personaggio. Che ora ha quindi entrambi i lati, inguaribile irresponsabile per natura ma capace di fare il maturo quando la situazione lo richiede. Insomma, rischiava di diventare più piatto e invece è diventato ancora più complesso o comunque sfaccettato di prima, seguendo quello che è da sempre un mio motto personale, “una cosa non esclude l’altra”.

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    Tornando a Trauma, sicuramente la sua precedente evoluzione era un po’ improvvisa e goffa, Artibani lo aveva fatto diventare quasi buono così, de botto, senza senso (o quasi). Ma anche le evoluzioni erronee possono essere indirizzate nella direzione giusta. Insomma, l’importante è evitare di fare come nella recente Trilogia Sequel di Star Wars, dove ogni capitolo sconfessava il precedente invece di integrare ciò che non andava benissimo. Nei casi concreti su PK, quel che bisogna scongiurare è il rischio di fare “ah, io quel personaggio l’avevo creato così, il resto l’ho skippato”. Magari è un mettere le mani avanti e non vorrei sembrare un uomo di poca fede, perché sia Sisti col Razziatore che Faraci con Trauma non hanno distrutto o ignorato tutto ciò che non era “loro”, insomma parliamo di professionisti, non di autori capricciosi. Ma conosco bene quella tentazione e quel rischio e ci tenevo a precisare. Se vi sembrerà eccessivo e non necessario, amen.

    Lo disse anche Valerio “Grrodon” Paccagnella (giuro che non sono il suo ghost writer e non mi ha messo lui le parole in bocca), su un articolo del Sollazzo dedicato proprio al Marchio di Moldrock dove tornò Trauma per la prima volta: a teatro, se un attore si impappina, il collega bravo non sottolinea l’errore né lo ignora (cosa che spesso evidenzia ancor di più l’errore, piuttosto che nasconderlo), ma ingloba la gaffe dell’amico nello spettacolo, improvvisando e, nel migliore dei casi, riuscendo a creare l’illusione che fosse tutto voluto e previsto.

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    Ecco la chiave: se c’è stato un incidente di percorso vero o presunto lo si trasforma in un qualcosa di bello, in una possibilità in più. Se, che ne so, un Trauma o Razziatore o Gorthan “buono” non funziona, si lavori di più su questo fatto, fino a renderlo più convincente, o si trovi un punto d’incontro accettabile, non si torni indietro.

    Insomma, sarebbe meglio che i personaggi avessero un’evoluzione organica senza che si sentisse troppo il passaggio di mano da un autore all’altro. Il lettore ha bisogno di una narrazione seriale organica, non di opinioni sconnesse e contrastanti su un fenomeno di 30 anni fa. Perché ognuno ha la sua visione personale, ma in un fumetto seriale bisogna tenere conto di tutto, anche ciò che non ci piace e non ci convince del tutto, anche ciò che ci sembra “sbagliato “, conciliando le varie voci. Potrebbe venire fuori qualcosa di schizofrenico, ma più verosimilmente verrà fuori qualcosa di più reale e credibile.

    Nonostante le riserve, comunque, questo Tito Faraci Remake (o Sequel?) è uno sceneggiatore che mi sento di promuovere. E resisterò alla tentazione di chiedere a lui e Artibani di riportarci ad Anderville da Jan Clayton e Gloria Gump perché nonostante tutto sono realista. Anche se sto iniziando timidamente a credere che tutto sia possibile.

    Quindi mi raccomando, Tito, vedi di rigare drit…Noooo non dovevo dirlo NOOOOO FERMOOOOO PIETÀÀÀÀ!

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  • E IL FUTURO? DAL POSSIBILE PK DI SCIARRONE AL RESTO

    E ora, dopo il pippone sul PK di Faraci, vediamo di farne un altro su cosa sperare e aspettarci da questo ritorno sul Topo.

    Come ho già scritto, è un ritorno che il direttore Bertani avrebbe preferito evitare, ma che ha accettato pur di salvare il personaggio. A questo punto direi che tocca farsene una ragione invece di evocare irrealistici nuovi spillati mensili. La formula "prima facciamo una storia a puntate su Topolino e poi la raccogliamo in volume" mi sembra sinceramente l'ideale, tutto sommato indolore per la Panini Disney a livello di spese, ricavi e perdite.

    Anche per gli sceneggiatori mi sembra la soluzione ideale: abbiamo visto che già la storia autoconclusiva di Faraci, con 80 pagine a disposizione, "respirasse" molto di più delle storielle perennemente col turbo del Fuoriserie, con quasi lo spazio quasi dimezzato rispetto a "PK: Rinascita".

    Ma cosa ci facciamo, con questo PK su Topolino tornato allo status della prima fase del PKNE? Lo dico sottovoce per non turbare nessuno, ma io spererei che si procedesse verso la cosa più simile ad una conclusione delle vicende pikappiche.

    Perché io PK l'ho sempre concepita come una saga. E una saga che si rispetti, prima o poi deve concludersi. Come Bone di Jeff Smith. Come Rat-Man di Leo Ortolani, della cui lezione bisogna fare tesoro: si è dilungato, si è preso i suoi tempi, da 100 numeri previsti inizialmente è arrivato a 122, ogni tanto lavorerà su progetti ratmaniani derivativi/paralleli...ma ha chiuso praticamente tutto, e ora la sua saga può essere fruita e valutata come corpus unico, con un inizio e una fine, con serenità. Prendiamo esempio.

    Con PK, che non è uno shonen manga, non è così facile, me ne rendo conto. La saga è stata sospesa frettolosamente nel 2002, nel frattempo è tornato Paperinik su Topolino (all'epoca era sparito dal Topo per tutta la durata di PKNA, cosa che rendeva anche più integrabile PK nell'universo Disney Italia "canonico"). E negli ultimi anni dal 2019 in poi? Abbiamo avuto parallelamente il Paperinik del Topo e PK sul Fuoriserie, che non comunicavano tra loro, non si citano (un Red Duckan namedroppato sul Fuoriserie o un Angus nelle storie di Gervasio, per fare due esempi scemi, quanto avrebbero fatto bene a rendere tutto più credibile). E abbiamo un Paperino un po' schizofrenico che a volte decide che preferisce gli stivaletti a molla e a volte l'Extransformer così a caso, come se non potesse usare entrambi anche per le minacce minori (come il finire in una buca profonda per una trappola di Cuordipietra, per non parlare di minacce maggiori come il Darkenblot e il Pianeta Ramingo!). Si è creato insomma questo amalgama confuso che avrebbe forse avuto più senso dopo un finale pikappico.

    Ora, sia chiaro, non deve essere necessariamente una fine-fine. Però le strade maestre sono due, entrambe fondamentali: 1) integrare maggiormente PK come parte del mondo Disney italiano e non relegarlo ad una versione alternativa come un Wizard of Mickey qualunque 2) chiudere, se non PK in toto, perlomeno le trame principali rimaste in sospeso. Dopodiché si potrà anche aprire qualcosa di nuovo, se ci saranno idee e voglia. Oppure alternare nuovo e vecchio, ma sempre nell'ottica di una closure di quanto necessita da tempo di una conclusione.

    E penso davvero che Topolino sia la sede adatta dove proseguire PK, con storie a puntate che si prendano i loro tempi e poi vengano ristampate in volume, proprio come gli inizi del PKNE. Ci sarà chi obietterà che i lettori occasionali del Topo potrebbero non cogliere i riferimenti e finire disorientati ma, siamo seri, in un settimanale pieno di storie a puntate addirittura in più "stagioni" separate da mesi di attesa (Evaporati e Isole della Cometa solo per fare gli esempi più recenti), serie che crossoverano con altre come Area 15, trame complesse e lunghe come quella della Bella Addormentata, riferimenti alla Saga di Paperone di Don Rosa (addirittura facendo casini con due diverse Dawson in leggera contraddizione tra loro) e addirittura riferimenti a storie del passato (Le Lettere Ipnotiche) impossibili da capire se non si è letto Topolino 959 (!) del 1974 (!!!), volete farmi credere che è davvero PK il problema? Che è davvero così fuori posto sul Topo attuale? Suvvia.

    Quanto al chi vorrei ritrovare sul Topo, sarei curioso di vedere Sciarrone e Pastrovicchio cimentarsi nuovamente su PK ma stavolta come autori completi (testi e disegni), come anche Celoni che già ha dato prova (al netto di alcune ingenuità ed errori) sul Destino di Paperone post-Lenticchie di Babilonia...ovviamente non lasciati del tutto da soli, ma sotto la supervisione di un Sisti saldamente al timone.

    Sciarrone, ad esempio, ha confermato alla conferenza pikappica di Lucca Comics 2023 che avrebbe un'idea per PK, specificando di non avere l'arroganza di fare tutto da solo senza tener conto del passato, e che addirittura vorrebbe affrontare il tema di questi mondi, topolinesco e pikappico, apparentemente inconciliabili. Un PK con Fantomius by Sciarrone? Non si sa, ma ho già l'acquolina in bocca, a prescindere.

    E Faraci? Ha dato una buona prova in questo "Rinascita", aldilà di alcuni problemini risolvibili, per cui, se volesse realizzare qualcos'altro, è il benvenuto. A patto che - e questo vale per tutti gli autori - abbia voglia lui per primo di raccontare qualcosa di pikappico. PK non deve essere un compitino o una forzatura, bisogna ritrovare il gusto di divertircisi, a scriverlo, prima ancora che a leggerlo.

    Mi piacerebbe inoltre vedere un ritorno di Artibani e soprattutto di Bruno Enna. Quest'ultimo in particolare non solo per proseguire alcune trame (Enna ha contribuito a molte delle trame principali di PKNA e le conosce in maniera esperta più di quanto molti sospettino...sì, pure quella di Gorthan :P), ma anche per restituire ai pker i famosi "feels" che tra azione frenetica e poche pagine si erano un po' perse, nel PKNE. Perché PK era fatto di tanti toni, tanti stili diversi che si compensavano tra loro...e penso che anche a Sisti farebbe bene non essere costretto a farsi carico sulle sue sole spalle di mille trame, generi e registri narrativi. Non una sostituzione, ma un affiancamento.

    Sì, perché Sisti lo vogliamo, ovvio. Prima che il Fuoriserie venisse concepito immagino avesse messo in conto di proseguire la trama di Xadhoom su Topolino (e quindi in volume). Beh, ora potrà farlo, non penso cambi molto rispetto ai suoi piani iniziali. Con storie più lunghe o a puntate potrà trovare il giusto tono. E dare alla nostra Xerbiana la conclusione che si merita. Spero che venga affiancato da disegnatori in gamba, però: basta penalizzarlo o "punirlo" con Mazzarello ecc. Sisti merita uno Sciarrone o un Pastrovicchio, o perlomeno qualcuno su quegli stessi livelli. Mi chiedo se uno Stefano Zanchi si troverebbe a suo agio con PK...

    Quanto alle trame da chiudere, beh, non pretendo che mi diano una risposta sul fato di Norman Bates Russel o Xarion (anche se lo vorrei, e non penso sarebbe troppo faticoso narrarlo), così come non mi aspetto un ritorno di Fenimore Cook, Abraham Lincoln Wisecube, Birgit Q e Anymore Boring, Lyonard D'Aq e il gruppo del Duckmall (ma gradirei, ovvio). Ma di sicuro le grandi trame almeno meriterebbero una chiusura.

    Intanto Xadhoom, che si porta appresso la trama dei Rettificatori. Poi ci sarebbe Eldos Eidolon, la cui storia Sisti ci ricorda di voler scrivere ad ogni occasione disponibile (e non vedo l'ora di leggerla!). Queste le due principali e imprescindibili. Sul resto se ne può discutere.

    E poi? Le trame degli En'tomek, della Soave Signora, di Garundar e Troglo (Grrodon?) e di Dunia Voyda sono già concluse o in via di probabile conclusione sul Fuoriserie. Resta Axel Alpha a piede libero, che potrebbe restare un finale aperto in maniera indolore o unirsi ad altre trame "futuristiche" (Eldos, ad esempio, ma anche Tyrrel, trama che comunque sembra essere stata chiusa ma non si sa mai).

    E poi c'è la spora di Porphyoloon, che si potrebbe collegare alla grande trama evroniana (Gorthan è già tornato in partita, e chissà se qualcun altro degli Evroniani dispersi e dal fato ambiguo e incerto sin dalla prima serie non faccia la sua ricomparsa...). Magari per chiuderla una volta per tutte, o quasi.

    Dal canto mio, mi piacerebbe anche una storia più "urbana" o "internazionale", che abbia a che fare con Fenimore Cook, Belgravia o chi per loro. Una di quelle storie dove Artibani eccelleva e dove potrebbero essere valorizzati ottimi comprimari come Mary Ann Flagstarr e suo fratello Ziggy, Angus Fangus e Camera 9. Chissà. Il futuro è aperto.

    È sempre così con Pikappa: ogni volta che sembra di stare per morire, si rialza. Piccolo papero ostinato. Sarà per questo che gli vogliamo così bene.
  • Letto Rinascita e mi è sembrata una buona storia.
    L'unica cosa che non mi è chiara è perché sia uscita ora con la run di Sisti ancora in corso, facendo confondere i poveri pkers che chiedono ancora l'ordine di lettura.
    E non sono sicuro di alcune cose sulla continuity e se gli elementi visti qui saranno considerati in futuro.
    Il ritorno di Trauma sarebbe stato ottimo, se solo non fosse già tornato.
    L'ambientazione mi ha ricordato un nuovo eroe, con Pk disperso che deve farsi nuovi amici in un ambiente ostile, ma sviluppato 100 volte meglio, e sicuramente il fatto di essere un luogo già conosciuto nella lore di Pk lo rende in partenza più intrigante.
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