E finalmente riesco a recensirlo anche io.
È una recensione difficile, però. Ratatouille pare un film ottimo, e Anton Ego insegna: sono le creazioni con qualche difetto, quelle per cui chi scrive commenti può sentirsi maggiormente gratificato, inserendo negli interstizi lasciati dalle manchevolezze dell'artista la propria personalità, sotto forma di "bacchettate" verbali che, sotto sotto, non sono altro che una forma di autoconsolazione: "Caro artista", pare dire il critico deteriore, "io non sarò capace di creare come fai tu, però io riesco a capire dove tu hai sbagliato. Io so vedere più in là di te!".
Vedere più in là. Ma cosa c'è, più in là? Parlando di cinema, nella mente del critico (di professione, ma anche dello spettatore esperto che prende l'abitudine di commentare da sé i film che vede) ogni nuova opera va inserita in un'implicita gerarchia. Questo film "è meglio di", "è peggio di", "poteva essere come", "non ha quella cosa che ci sarebbe stata benissimo ma non c'era". Ci sono, insomma, dei termini di paragone, che talvolta il sedicente critico non sa nemmeno esplicitare: il più delle volte sono suggestioni, impressioni, agglomerati chimerici di tutto ciò che nel cinema "si dice", "si sa" che sia eccellente.
E fin qui, la scoperta dell'acqua calda. Veniamo a Ratatouille. Poniamo che un critico alla Ego voglia "vedere più in là" di questo film. Dovrebbe allora innanzitutto dirsi: "Qual è il modello illustre che voglio contrapporre a Ratatouille, per evidenziare cosa manca all'ultima opera di Brad Bird?"
Aneddoto personale: qualche settimana fa parlavo di cinema con una mia amica di vecchia data. Lei apprezza molto film che potrei definire "satirico-realistici", commedie di critica sociale, anche greve. A un certo punto mi fa: "Mi consiglieresti un bel film da andare a vedere al cinema"? Io, senza pensarci due volte, dico: "Il meglio che ci sia nelle sale in questo periodo è Ratatouille". Lei (che comunque sa bene quali siano i miei gusti cinematografici), sorridendo, mi ha lanciato uno sguardo pieno di... compassione? Preoccupazione per la mia salute mentale? "Ma è il film del topolino che mangia il formaggio...". "Sì", ho risposto io, "è il miglior film su un topolino che mangia il formaggio (e non solo) che abbia mai visto".
Questo è il punto. Ratatouille fa categoria a sé; e in quella eccelle. Non è certo, come diceva la mia amica, la categoria dei film sui "topolini che mangiano il formaggio" (in cui, comunque, il film di Bird conquisterebbe la palma d'eccellenza anche se fosse bello solo la metà di quanto non sia). È una commedia. È realizzata con la tecnica dell'animazione al computer, ma sostenuta da un lavoro d'artista basato sulle tecniche classiche delle più illustri scuole americane di animazione a mano. È un film d'autore. È un film con animali parlanti. È un film metacinematografico. È un film sulla buona cucina. È un film per ragazzi. È un film per adulti. È un film sentimentale.
Forse si potrebbe proseguire ancora, con l'elenco. Si è capito, dunque, che si tratta di un'opera atipica, fatta di un miscuglio inedito di tipicità: come sono, del resto, quasi tutti i singoli titoli usciti dalla Pixar sinora.
Ma allora, Ratatouille è un bel film solo perché non ha termini di paragone, perché non esiste alcun film di cui si possa dire "è migliore"? No, o almeno, no secondo il mio punto di vista. Ratatouille si merita un giudizio positivo perché riesce a bilanciare perfettamente tutti i riferimenti alle categorie filmiche che esso comprende. Non eccedendo mai. Sa essere comico, ma senza pretendere dal pubblico grasse risate. Sa sfruttare il fotorealismo che l'animazione al computer oggi può creare, ma non rinuncia alle forme stilizzate e ad una sobria recitazione da cartoon. Con tale sobria recitazione, sa far parlare gli animali senza ricorrere a stucchevoli antropomorfizzazioni. Racconta una storia che si svolge tra i fornelli, evitando che questo tema conduttore metta in ombra le relazioni tra i personaggi e le loro psicologie. Parlando di psicologie, costruisce personaggi ben definiti, e si accontenta di svelare solo i tratti del loro carattere realmente funzionali a ciò che sta venendo raccontato. Disegna una vicenda d'amore intrecciata ad una storia con una morale, evitando tuttavia tutti i trabocchetti dello sdolcinato, del melenso o del paternalistico. Commenta i discorsi critici che si fanno sul cinema, facendo diventare tale metaspunto un'elegante parte della trama, ed ammicca al processo di realizzazione del film stesso senza pedanterie (basti pensare a Remy, topo animato ma animatore al tempo stesso, quando "prende i fili" di Linguini; e il software grazie a cui i personaggi Pixar si muovono si chiama, appunto, Marionette...).
Insomma, Ratatouille è un capolavoro di medietas. Sta alla giusta distanza da tutti suoi referenti fimici, contenendo il virtuosismo e cogliendo l'essenza di ciascuno dei mondi cinematografici che evoca. E raggiungendo uno degli obiettivi più alti che l'animazione d'oggi possa raggiungere, abbagliata com'è dalle vertigini dei pixel e dai barbagli dei videoclip: raccontare senza strafare, senza andare a tutti i costi "più in là"; senza dimostrare per forza quanto si è potenti e bravi, pur essendolo.
[PIXAR # 8] Ratatouille
Neanche a farlo apposta, nell'anno che vede già alcune avvisaglie di ripresa da parte della Disney, la Pixar, che è un po' un discorso a sé, confeziona quello che è forse il suo film più intelligente, raffinato e perfetto. E pensare che il film era nato proprio come primo parto pixariano indipendente da Disney, ma evidentemente c'è poco da fare: quando due scuole artistiche sono così vicine, sono una figlia dell'altra, è inevitabile che prima o poi si torni a convergere. Ed ecco quindi quello che, a dispetto di una regia di Brad Bird decisamente sopra le righe, è forse il film Pixar più Disneyano tra quelli prodotti negli ultimi tempi. Tempi, che sebbene avessero visto in Pixar una qualità sempre impeccabile, non erano stati in grado di restituire allo spettatore i livelli di stupore e commozione di un Toy Story 2 o un Monsters & co.. Certo, c'era stato quell'Alla Ricerca di Nemo tanto sentimentale e spettacolare, che aveva incantato tutti senza però riuscire a bissare la finezza umoristica dei precedenti lavori, o Gli Incredibili che invece ci era riuscito, perdendo però un po' di mordente sul finale. C'era stato infine Cars che, sebbene tecnicamente perfetto, si era rivelato una mezza delusione un po' per tutti, apparendo come il film forse più "scolastico" uscito dagli studios. A dare uno scossone al tutto ci pensa quindi la storia del topo Remy, diverso dagli altri topi, per via della sua spiccata propensione verso i sapori. E benchè al solo leggerne la premessa si potesse pensare di ritrovarsi davanti al solito film incentrato sul solito microcosmo pseudoanimalesco col solito protagonista desideroso di distinguersi, bastò vederne il primo trailer per rendersi conto che non solo non era così, e il film prevedeva un ruolo piuttosto massiccio per un cast di esseri umani, ma che più di ogni altra cosa non voleva trattare del mondo dei topi, ma di quello ben più grande e variegato della novelle cuisine. Uno scontro tra mondi che era in realtà una maniera piuttosto furba per esprimere, in generale, un'opinione ben precisa sull'Arte e sulle contraddizioni che la contornano.
E benchè molto probabilmente possa apparire tirata per i capelli, tutta la storia di Ratatouille potrebbe riassumere la situazione interna dell'azienda, donando ad ognuno degli elementi che in questi anni vi hanno preso parte un suo ben preciso corrispettivo. E' ovviamente solo una speculazione, perchè sarebbe difficile che la Pixar, che da sempre vuole mostrare una certa autonomia, si metta a farsi gli affari della casa madre, e visto anche che si tratta di argomenti piuttosto universali potrebbero adattarsi a chissà quante altre situazioni. Eppure sarò di parte ma non riesco a non associare la figura di Gousteau a quella di Walt Disney, il grande iniziatore, convinto che chiunque può cucinare. D'altra parte sappiamo benissimo dell'avversione di Walt verso i parrucconi e della sua volontà di rivolgersi al grande pubblico, se possibile esportando la sua arte e donandola al popolo, col rischio di scandalizzare i più snob (come infatti accadde con Fantasia). Abbiamo insomma questa figura ormai mitica che risplendette in un aureo passato, messa invece a confronto con un presente di decadenza in cui la sua eredità ha perso prestigio, e in cui i suoi continuatori, potenzialmente anche molto bravi, ne riproducono lo stile scolasticamente e senza particolari guizzi di genialità. Non è difficile quindi individuare in loro gli abili animatori Disney, che in questi anni di congiuntura hanno un po' brancolato nel buio, privi di una vera guida. Guida che invece cerca di essere la figura negativa di Skinner, nelle cui idee commerciali non è difficile intravedere tutta la politica Eisneriana. Non è proprio possibile non pensare alla losca politica dei cheapquel nelle scene in cui Skinner gestisce gli affari dei cibi surgelati o infanga l'immagine di Gousteau raffigurandolo vestito da cow-boy, da eschimese, da cinese e via dicendo. E una volta assunte queste basi, la metafora non può che andare avanti con un Linguini marionettizzato da un Remy che oltre a ricordare non poco il mediometraggio Il Mio Amico Beniamino, sembrerebbe voler raffigurare proprio la Pixar, unica responsabile dei più recenti successi Disneyani, a partire dal salvataggio in corner dell'altrimenti pessima Zuppa di Linguini (I Robinson) fino alla consacrazione col piatto che - guarda caso - dà il titolo al film, quella Ratatouille, che riesce finalmente a riappacificare l'impero Disneyano con la critica, che in tutti questi anni l'aveva pesantemente snobbato come "roba da turisti".
Ma al di là degli inquietanti parallelismi con la situazione attuale, direi che il film ha ben altro da offrire, a cominciare dalla regia più sopra le righe che mai si sia vista in un lungometraggio animato, e che si colloca a metà strada tra l'arguzia tipica delle serie di Matt Groening (Futurama e I Simpson, a cui lo stesso Bird ha lavorato a lungo) e la magia e il sense of wonder tipicamente Disneyani. Non c'è scena che non si autovalorizzi, con una battuta particolarmente arguta, con un particolare movimento di telecamera, con un'animazione particolarmente ricercata. Sembra che ogni singolo fotogramma sia stato tirato a lucido per avere la resa migliore di sempre, ed è un merito che non si può certo attribuire ad un preciso elemento, visto che è proprio la compartecipazione di ingredienti di livello altissimo che rende tanto appetibile quello che è forse da considerarsi l'apice massimo dell'animazione digitale. Perchè stavolta neanche la plasticosità tipica di questo tipo di animazione è presente, e sebbene la strada intrapresa per animare la figura umana sia la caricaturizzazione estrema vista ne Gli Incredibili, questa resa umoristica è mediata da un intenso gioco di luci e colori, e da una recitazione che definir realistica è dir poco. E l'effetto è grandioso in ogni scena, comunicativo al massimo, esteticamente appagante: gli improbabili nasoni vengono alleggeriti dalla mimica, dal realismo dei movimenti. E' il 3d che finalmente cessa di essere il freddo e imperfetto rimpiazzo del 2d ma una sua validissima alternativa, una tecnica finalmente equivalente e capace di di trasmettere emozioni, di dare una precisa identità stilistica ad un film, di non far rimpiangere più di tanto le aggraziate espressioni facciali tipiche dell'animazione tradizionale. E in tutto questo non si esime dal dare il suo personalissimo contributo la musica di Michael Giacchino, parigizzante al punto giusto e che a sorpresa inserisce dentro - pratica ormai inusitata! - una canzone, la dolcissima Le Festin, che come le care vecchie "canzoni della crescita" descrive il passar del tempo con toni delicati e assai sentiti.
E sebbene già si possa iniziare a parlare di Capolavoro a tre quarti del film, estasiati dalla caratterizzazione irresistibile di gente come Colette o Django, è con l'entrata in scena di Anton Ego che gli eventi precipitano e il terreno viene preparato per quello che è forse il finale più bello mai visto in un lungometraggio d'animazione. Tutto compartecipa per creare l'incanto, dal climax assolutamente impeccabile ed esaltante, che finisce per portare all'estremo il paradosso stesso del ratto in cucina, fino alla caduta di ogni ritegno, nella scena in cui un esercito di topi riesce a sopraffare addirittura l'ispettore dell'ufficio igene. Ed è proprio nel culmine dell'azione che il motivo del titolo verrà spiegato: un particolare gioco di luci, di recitazione, una rapida zoomata ed eccoci catapultati all'interno dell'intimo immaginario di Anton Ego, pronti a cambiare la nostra stessa ottica nei confronti del personaggio e seguirlo nel sentito monologo che conclude il film. Ego si fa portavoce dell'autentica morale di Ratatouille, e lo fa con il più umile mezzo a disposizione di un critico: la recensione. Spiegando il vero significato del motto di Gousteau, non una concezione sminuente dell'arte culinaria ma un invito al ricercare il genio anche nel contesto più umile, ricordando infatti che è la semplicità spesso e volentieri a stare alla base dell'opera più riuscita. Un finale tanto intelligente ed arguto, quanto ben girato, e valorizzato quindi da un sapientissimo utilizzo del mezzo cinematografico. E non finisce qui, perchè è solo dopo tutto questo che verremo veramente a conoscenza del sorprendente esito della vicenda, nei poeticissimi pochi minuti finali della pellicola che ci traghetteranno verso i bizzarri titoli di coda, vero e proprio omaggio all'animazione tradizionale.
E' difficile dopo tutto questo pensare di poter far meglio. Certo, Brad Bird, si conferma grazie a Ratatouille come il miglior regista di film animati del nuovo secolo, un'autentica rivelazione, capace di sincretizzare scuole assai distanti, fondendole in un'opera unica che probabilmente mostra la strada per il futuro dell'animazione. Non sappiamo se le sue acrobazie da istrione della regìa faranno effettivamente scuola in futuro, fattostà che al momento abbiamo finalmente avuto un primo assaggio di opera che mette finalmente d'accordo tutti, pubblico, critica, e spettatori di ogni età, sesso e nazionalità. Perchè, come insegnava Walt Disney, l'alta qualità è l'unico autentico linguaggio universale e assoluto.
E' un riferimento casuale al film che ti è scappato, o sei un genio? ^_^Grrodon ha scritto:E benchè molto probabilmente possa apparire tirata per i capelli,
Mh, non direi proprio che la recitazione è "realistica". Ci sono momenti in cui traspare un'enorme umanità nei personaggi (uomini o topi che siano, come nella scena in cui Linguini dovrebbe buttare in acqua Remy), ma altri in cui la recitazione è decisamente sopra le righe. Occhi sgranati, corpi dinoccolati, mascelle cadenti, movimenti irreali... E questo "acceleratore pigiato" a mio parere non è un difetto. E' un altro tipo di recitazione, il "realismo" non è per forza il punto più alto di un attore.Grrodon ha scritto:e da una recitazione che definir realistica è dir poco.
Insomma, a tutti piace Jack Sparrow, ma non lo definirei realistico.
Ratatouille secondo me evolve l'equilibrio tra realismo e cartoon che finora aveva negli Incredibili il suo esponente più alto.
Diciamo che certe esagerazioni sono irrinunciabili se non vuoi cadere nel live action animato (che imho è un male, ma solo imho mi par di capire). Per il resto noto che da un po' di tempo a questa parte (periodo Lilo e Stitch direi) l'animazione ha iniziato a prendere spunto da certi atteggiamenti, certe mosse, certi tic reali che prima non erano ancora stati codificati. Ed in Ratatouille devo dire che la codifica è continuata, raggiungendo la perfezione. Adesso abbiamo un repertorio di movimenti, di espressioni, di recitazioni sicuramente più vasto di quello che avevamo un tempo. E probabilmente è l'unico lato dove potremo sempre progredire, senza timori di essere arrivati al limite del possibile.
P.S. riguardo ai capelli...la seconda
P.S. riguardo ai capelli...la seconda
A più di 2 mesi dall'uscita nelle sale, solo ieri ho avuto modo di andare a vederlo (ringraziando il nuovo multisala aperto di recente nel cagliaritano e che ancora sta proiettando il film). Ebbene...
OH MIO DIO!
Non ho parole! E' uno dei film più belli che io abbia mai visto, se non IL più bello!
Un film semplicemente splendido, dall'inizio alla fine, un'animazione sublime, una regia strepitosa, una storia fantastica. Un film che mi ha riempito di emozioni, appagante. Per 1 ora e mezzo non sono stato incollato allo schermo, ma sono stato trasportato nella Parigi di Remy e di Linguini, nel fantastico mondo del ristorante Gusteau.
Emozioni e sensazioni che sono le stesse che ha provato anche la mia dolce metà, segno che qui non si tratta di gusti ma della straordinaria alchimia (soggetto, animazioni, dialoghi, musiche...) di questo capolavoro.
Alla fine della proiezione la voglia di rivederlo era tanta, tantissima!
Un giudizio critico e tecnico? In questo momento non so darlo, e in fondo non è importante. Quel che conta veramente è quello che questo film mi ha dato. Grazie Pixar e grazie Disney, vi adoro.
OH MIO DIO!
Non ho parole! E' uno dei film più belli che io abbia mai visto, se non IL più bello!
Un film semplicemente splendido, dall'inizio alla fine, un'animazione sublime, una regia strepitosa, una storia fantastica. Un film che mi ha riempito di emozioni, appagante. Per 1 ora e mezzo non sono stato incollato allo schermo, ma sono stato trasportato nella Parigi di Remy e di Linguini, nel fantastico mondo del ristorante Gusteau.
Emozioni e sensazioni che sono le stesse che ha provato anche la mia dolce metà, segno che qui non si tratta di gusti ma della straordinaria alchimia (soggetto, animazioni, dialoghi, musiche...) di questo capolavoro.
Alla fine della proiezione la voglia di rivederlo era tanta, tantissima!
Un giudizio critico e tecnico? In questo momento non so darlo, e in fondo non è importante. Quel che conta veramente è quello che questo film mi ha dato. Grazie Pixar e grazie Disney, vi adoro.
Tempo di grandi notizione. Avete una ragazza? Perfetto, la Buena Vista Home Entertainment ha il regalo perfetto da farle a san Valentino! Il 13 febbraio 2008 arriva in Italia il dvd di Ratatouille in confezione metallica e... DOPPIO DISCO (ed è l'unica opzione disponibile, o meglio, o doppiodisco semplice o doppiodisco metallica)! Nota Bene: in America è venduta solo la monodisco. Un disco bonus (interessante) era venduto come esclusiva di una catena di supermercati.
Anteprima (edizione tedesca):
Contenuti speciali:
Anteprima (edizione tedesca):
Contenuti speciali:
- Il tuo amico topo (notare la traduzione...)
- Stu - Anche un alieno può sbagliare
- Ottimo cibo e film
- Scene eliminate:
- Da Gusteau
- Incontriamo Gusteau
- Il primo giorno
- Colpaccio/Fantasia - Easter eggs
- Cortometraggio: Costruendo Parigi
- Profilo dei personaggi
- Dietro le quinte (secondo l'edizione tedesca, è la raccolta dei podcast promozionali)
- Incredibile ma commestibile
- Ottimo cibo e film
- La volontà
- Il tributo a Dan Lee
- Il tuo amico topo
- Stu - Anche un alieno può sbagliare
- Gioco interattivo: Il gioco del gourmet
- Briefing animazione
- Scene eliminate
- Cortometraggi
- Riprese eliminate RIP
- I contenuti di Cine- Explore
- Easter eggs
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
sono affranto dal fatto che il Disney Forum lo sapesse dal 23 dicembre...
EDIT: Peggio! Dal 14 dicembre!
EDIT: Peggio! Dal 14 dicembre!
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
Elikrotupos ha scritto:Avete una ragazza?
MA LOL! Una cosa decisamente strana...Elikrotupos ha scritto:o doppiodisco semplice o doppiodisco metallica
Lorenzo Breda
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If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
Hobbes, Calvin&Hobbes
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Brutte notizie per Ratatouille in vista degli Oscar. Già ai Golden Globes ha acciuffato solo una nomination (quella ovvia come miglior film d'animazione), adesso arrivano le nomination di categoria dove non era utopico sperare nella presenza di Ratatouille.
- La Cinema Audio Society ha comunicato le nomination per il suo premio che consegna ogni anno ai migliori mixer del suono. Niente Ratatouille.
- Il sindacato degli sceneggiatori, quello in sciopero, non ha rinunciato ai suoi premi annuali per i migliori sceneggiatori dell'anno. Fra questi non c'è traccia di Brad Bird, mentre invece ci sono i diretti concorrenti di Ratatouille, ovvero Juno e Michael Clayton
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
Sarebbe un peccato se questo vero e proprio gioiello d'animazione fosse defraudato da un Oscar almeno! E' un passo in avanti rispetto a "Finding Nemo", che l'aveva vinto come milgior film d'animanzionme!
Effettivamente non mi apsettavo molto da questo nuovo film Disney-Pixar, avendo un po' trascurato la produzione di questo binomio a partire dalla splendido Alla Ricerca di Nemo... (ho recuperato Gli Incredibili solo il 25 dicembre dalla prima TV di Rai 1, e mi è piaciuto il battesimo Pixeriano di Bird) e quando l'ho visto non avevo molte aspettative, nonostante tutte le impressioni spesso entusiatiche lette un po' ovunque... invece dopo la prima mezz'ora ha iniziato a stupirmi davvero!!!
Se l'inizio mi è sembrato abbastanza banale e senza niente di eccezionale da dire, conl'unico pregio della voce narrante di Remy che si raccontava (espediente che mi ha ricordato le FOllie Dell'Imperatore), ecco che da quando i topi fuggono dalla loro colonia e con la comparsa di Gusteau come proiezione di conscienza di Remy il fim ha iniziato una fase di crescita spaventosa... tematiche adulte e mai scontate, due protagonisti di spessore come Remy e Linguini, animazione fatta molto molto bene, davvero, sempre più curata rispetto al film precedente, trama molto ben fatta e significativa...
E nonostante quanto letto su alcuni post del Papersera, io vedo che in questo film non è vero che il protagonista è Ego... i protagonsiti sono tutti i personaggi principali, perchè tutti hanno qualcosa da dire e - ebbene sì - cambiano! Remy alla fine del film non è uguale all'inizio, perchè oltre al fatto che ora la colonia vive sopra al nuovo ristorante, il suo Io interiore è cambiato: all'inizio non sapeva chi era, era spaesato, aveva un dono e non sapeva farlo fruttare nell'ambiente in cui era, non sapeva se era più uomo o più topo... alla fine riesce a conciliare le due identità, e trova una pace interiore in cui si sente realizzato, come il Donnie Darko dell'omonima pellicola (anche se lui in maniera totalemten diversa, ovviamente) e come il Jim dell Pianeta del Tesoro...
Linguini anche cambia, trova l'amore con Colette, trova il successo che gli era negato per il suo atteggiamento goffo, e trova più sicurezza in se stesso... inoltre impara davvero cosa vuol dire che "tutti possono cucinare" --> così come lo capisce Ego, anche lui protagonsita e che anche lui certo cambia ma non è l'unico, personaggio che sicuramente è il più sfaccettato con quell'aria di morto vivente che ci ricorda un Ade incupito di molto, che è il primo personaggio che vediamo nle film (nel televisore, dove contesta Gusteau) e ci fa credere che sarà il cattivo, ma che poi ha invece una maturazione in cui rinasce e muta... Colette perde molte delle sue barriere difensive che aveva innalzato per resistere ad un mondo di uomini e cede all'amore per Linguini... il padre di Remy cambia, perchè alla fine accetta e capisce lo spirito del filgio... il capo chef cambia, perchè perde tutto il suo "regno" per colpa di un topo...
Tutto il film è intriso di cambiamento per tutti, e di speranza, e di abbattimento die pregiudizi, e di ricerca della propria identità a tutti i costi, e il non sentirsi mai capiti... tante tematiche ben cucinate insieme che formano una trama meravigliosa e ben fluida (tranne in un paio di punti centrali...) supportata da un'animazione veramente fantastica...
sugli spledidi titoli di coda stile retrò sono rimasto incantato a ripensare a tutta la vicenda, e questo è segno che mi ha colpito... e tanto... quindi il voto che gli do è 9 secco. Ah, bella anche la recensione finale di Ego, conclusione giustissima al film.
Tutto quello che ho scritto, manco a dirlo, è IMHO! E dovrebero leggerselo quelli che fanno le nomination all'Oscar...
Effettivamente non mi apsettavo molto da questo nuovo film Disney-Pixar, avendo un po' trascurato la produzione di questo binomio a partire dalla splendido Alla Ricerca di Nemo... (ho recuperato Gli Incredibili solo il 25 dicembre dalla prima TV di Rai 1, e mi è piaciuto il battesimo Pixeriano di Bird) e quando l'ho visto non avevo molte aspettative, nonostante tutte le impressioni spesso entusiatiche lette un po' ovunque... invece dopo la prima mezz'ora ha iniziato a stupirmi davvero!!!
Se l'inizio mi è sembrato abbastanza banale e senza niente di eccezionale da dire, conl'unico pregio della voce narrante di Remy che si raccontava (espediente che mi ha ricordato le FOllie Dell'Imperatore), ecco che da quando i topi fuggono dalla loro colonia e con la comparsa di Gusteau come proiezione di conscienza di Remy il fim ha iniziato una fase di crescita spaventosa... tematiche adulte e mai scontate, due protagonisti di spessore come Remy e Linguini, animazione fatta molto molto bene, davvero, sempre più curata rispetto al film precedente, trama molto ben fatta e significativa...
E nonostante quanto letto su alcuni post del Papersera, io vedo che in questo film non è vero che il protagonista è Ego... i protagonsiti sono tutti i personaggi principali, perchè tutti hanno qualcosa da dire e - ebbene sì - cambiano! Remy alla fine del film non è uguale all'inizio, perchè oltre al fatto che ora la colonia vive sopra al nuovo ristorante, il suo Io interiore è cambiato: all'inizio non sapeva chi era, era spaesato, aveva un dono e non sapeva farlo fruttare nell'ambiente in cui era, non sapeva se era più uomo o più topo... alla fine riesce a conciliare le due identità, e trova una pace interiore in cui si sente realizzato, come il Donnie Darko dell'omonima pellicola (anche se lui in maniera totalemten diversa, ovviamente) e come il Jim dell Pianeta del Tesoro...
Linguini anche cambia, trova l'amore con Colette, trova il successo che gli era negato per il suo atteggiamento goffo, e trova più sicurezza in se stesso... inoltre impara davvero cosa vuol dire che "tutti possono cucinare" --> così come lo capisce Ego, anche lui protagonsita e che anche lui certo cambia ma non è l'unico, personaggio che sicuramente è il più sfaccettato con quell'aria di morto vivente che ci ricorda un Ade incupito di molto, che è il primo personaggio che vediamo nle film (nel televisore, dove contesta Gusteau) e ci fa credere che sarà il cattivo, ma che poi ha invece una maturazione in cui rinasce e muta... Colette perde molte delle sue barriere difensive che aveva innalzato per resistere ad un mondo di uomini e cede all'amore per Linguini... il padre di Remy cambia, perchè alla fine accetta e capisce lo spirito del filgio... il capo chef cambia, perchè perde tutto il suo "regno" per colpa di un topo...
Tutto il film è intriso di cambiamento per tutti, e di speranza, e di abbattimento die pregiudizi, e di ricerca della propria identità a tutti i costi, e il non sentirsi mai capiti... tante tematiche ben cucinate insieme che formano una trama meravigliosa e ben fluida (tranne in un paio di punti centrali...) supportata da un'animazione veramente fantastica...
sugli spledidi titoli di coda stile retrò sono rimasto incantato a ripensare a tutta la vicenda, e questo è segno che mi ha colpito... e tanto... quindi il voto che gli do è 9 secco. Ah, bella anche la recensione finale di Ego, conclusione giustissima al film.
Tutto quello che ho scritto, manco a dirlo, è IMHO! E dovrebero leggerselo quelli che fanno le nomination all'Oscar...
Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...
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Arrivano le nomination anche dell'associazione dei montatori americani, la American Cinema Editors, ovvero gli Eddie Awards. Qui i film sono divisi fra drammatici e commedie, quindi fra queste ultime un posticino per Ratatouille c'è! Questo comunque è poco indicativo in previsione degli Oscar, perchè nella categoria dei film drammatici ci sono cinque filmissimi (e un paio sono anche fra le commedie), che probabilmente sorpasseranno il povero Remy per la statuetta più ambita. Ratatouille è in gara contro Pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo, Hairspray, Juno e Sweeney Todd.
Da segnalare che nella categoria del miglior montaggio di un documentario è nominato The Pixar story, di Leslie Iwerks, mentre nella categoria degli episodi televisivi c'è il finale della terza stagione di Lost "Attraverso lo specchio".
I vincitori verranno annunciati il 17 febbraio.
Da segnalare che nella categoria del miglior montaggio di un documentario è nominato The Pixar story, di Leslie Iwerks, mentre nella categoria degli episodi televisivi c'è il finale della terza stagione di Lost "Attraverso lo specchio".
I vincitori verranno annunciati il 17 febbraio.
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
E abbiamo anche le nomination del sindacato degli scenografi, l'Art Directors Guild, la quale premia tre categorie per i lungometraggi: Film d'epoca, Film fantasy e Film contemporeney. Ratatouille ha agguantato una nomination fra i film fantasy! Da segnalare poi Sweeney Todd fra i film d'epoca, con le scenografie di Dante Ferretti.
Ora, però, voglio dire... Ratatouille non è fantasy, qui si considera ancora la tecnica per il genere. Il loro ragionamento ovviamente è: c'è dell'arte scenografica anche nei lavori fantasy, le cui scenografie spesso sono aiutate dal computer. Questo non significa che tutto il lavoro scenografico fatto al computer sia fantasy. Insomma, Ratatouille è contemporaneo (categoria nella quale ovviamente non sarebbe mai riuscito a essere nominato, ma il fatto rimane). L'eccellenza nella sceneggiatura di Ratatouille sta nella cucina del ristorante, nell'appartamento di Linguini, in Parigi... e non mi sembrano ambientazioni "fantasy"...
Poi passiamo ai VES Awards, della Visual Effects Society, che premiano gli effetti speciali. Ratatouille spopola, raccogliendo quattro nomination nelle categorie: Migliori effetti speciali "non protagonisti" (ovvero, in un film che non è basato tutto sugli effetti speciali, per i quali c'è una categoria a parte, quella più importante), miglior personaggio animato in un film d'animazione (Colette), e due nomination fra i migliori effetti in un film d'animazione (la scena delle rapide, nelle fogne, e il cibo).
Ad ogni modo, Ratatouille non sarà nominato per gli effetti speciali agli Oscar, poiché anche se era nelle 15 prenomination, non è nelle 7 selezionate da cui si otterranno le tre nomination finali.
Da segnalare poi che in una importante categoria, quella del miglior effetto speciale singolo, c'è un film d'animazione ma non è Ratatouille, è Surf's up per le scene del surfing dentro l'onda a tubo. Mentre nella categoria del miglior personaggio animato in un film live action, c'è PIP lo scoiattolino di Come d'incanto.
Ora, però, voglio dire... Ratatouille non è fantasy, qui si considera ancora la tecnica per il genere. Il loro ragionamento ovviamente è: c'è dell'arte scenografica anche nei lavori fantasy, le cui scenografie spesso sono aiutate dal computer. Questo non significa che tutto il lavoro scenografico fatto al computer sia fantasy. Insomma, Ratatouille è contemporaneo (categoria nella quale ovviamente non sarebbe mai riuscito a essere nominato, ma il fatto rimane). L'eccellenza nella sceneggiatura di Ratatouille sta nella cucina del ristorante, nell'appartamento di Linguini, in Parigi... e non mi sembrano ambientazioni "fantasy"...
Poi passiamo ai VES Awards, della Visual Effects Society, che premiano gli effetti speciali. Ratatouille spopola, raccogliendo quattro nomination nelle categorie: Migliori effetti speciali "non protagonisti" (ovvero, in un film che non è basato tutto sugli effetti speciali, per i quali c'è una categoria a parte, quella più importante), miglior personaggio animato in un film d'animazione (Colette), e due nomination fra i migliori effetti in un film d'animazione (la scena delle rapide, nelle fogne, e il cibo).
Ad ogni modo, Ratatouille non sarà nominato per gli effetti speciali agli Oscar, poiché anche se era nelle 15 prenomination, non è nelle 7 selezionate da cui si otterranno le tre nomination finali.
Da segnalare poi che in una importante categoria, quella del miglior effetto speciale singolo, c'è un film d'animazione ma non è Ratatouille, è Surf's up per le scene del surfing dentro l'onda a tubo. Mentre nella categoria del miglior personaggio animato in un film live action, c'è PIP lo scoiattolino di Come d'incanto.
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
Era da tanto che un film d'animazione moderno non mi sorprendeva così.
Ormai, di film in 3D ne escono talmente tanti che uno si confonde, e mi trovo a vederne meno della metà di quelli che escono.
Eppure, quando uscii dalla sala, avvertii chiaramente che "Ratatouille" aveva qualcosa di diverso dagli altri millemila film scadenti che ormai infestano i cinema.
"Ratatouille" aveva una cura maniacale per ogni particolare, una storia priva di punti deboli, dove ogni personaggio ha un suo perchè, i momenti comici e i momenti seri sono perfettamente bilanciati, e la storia è tutt'altro che infantile.
"Una lezione su come fare un buon cartone animato attuale". Fu questo che pensai di "Ratatouille" e che riferii agli amici che mi avevano chiesto un parere al riguardo.
Aspetterò che esca in dvd per farlo mio, perchè merita davvero tanto.
E naturalmente, se c'è un film d'animazione che merita l'Oscar quest'anno, beh, questo è indubbiamente "Ratatouille".
Promosso a pieni voti!
Ormai, di film in 3D ne escono talmente tanti che uno si confonde, e mi trovo a vederne meno della metà di quelli che escono.
Eppure, quando uscii dalla sala, avvertii chiaramente che "Ratatouille" aveva qualcosa di diverso dagli altri millemila film scadenti che ormai infestano i cinema.
"Ratatouille" aveva una cura maniacale per ogni particolare, una storia priva di punti deboli, dove ogni personaggio ha un suo perchè, i momenti comici e i momenti seri sono perfettamente bilanciati, e la storia è tutt'altro che infantile.
"Una lezione su come fare un buon cartone animato attuale". Fu questo che pensai di "Ratatouille" e che riferii agli amici che mi avevano chiesto un parere al riguardo.
Aspetterò che esca in dvd per farlo mio, perchè merita davvero tanto.
E naturalmente, se c'è un film d'animazione che merita l'Oscar quest'anno, beh, questo è indubbiamente "Ratatouille".
Promosso a pieni voti!
Perchè pirati si nasce, e all'arrembaggio si va, con la bandiera che sventola, per dire "siamo qua!".
Ratatouille vince il Golden Globe come miglior film d'animazione. Vabè, ovvio.
Gli altri premi qui.
Appuntamento al 22 gennaio per le nomination agli Oscar.
Gli altri premi qui.
Appuntamento al 22 gennaio per le nomination agli Oscar.
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno. In tema di premi di settore, anche il sindacato dei produttori cinematografici americani, la Producers Guild of America ha comunicato le sue nomination. Avendo una categoria dedicata ai migliori produttori di film d'animazione, ovviamente Ratatouille è in pole position.
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
Nomination come miglior film d'animazione per Ratatouille agli oscar britannici, i BAFTA.
Mentre come miglior cortometraggio d'animazione (inglese, ovviamente) è nominato (e favorito) The Pierce sisters, di Luis Cook, cortometraggio della Aardman.
Mentre come miglior cortometraggio d'animazione (inglese, ovviamente) è nominato (e favorito) The Pierce sisters, di Luis Cook, cortometraggio della Aardman.
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
Ratatouille, nel campo dell'animazione, continua la sua marcia trionfale verso gli Oscar vincendo il PGA Awards come miglior film d'animazione. La PGA è la Producers Guild of America, sindacato dei produttori cinematografici.
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
Sul sito Animation Art Conservation c'è un lungo, dettagliato e interessante "making of" testuale su Ratatouille, in tutti gli aspetti della sua produzione (scenografie, luci, cibo, personaggi, regia, ecc...).
Intanto, così per perder tempo, ricapitolo i premi vinti da Ratatouille o in cui è solo (o ancora per poco) nominato:
Accademie (generaliste e specializzate)
Intanto, così per perder tempo, ricapitolo i premi vinti da Ratatouille o in cui è solo (o ancora per poco) nominato:
Accademie (generaliste e specializzate)
- Academy Awards - 1 vittoria (su 5 nomination)
film d'animazione (nomination: sceneggiatura originale, colonna sonora, sound editing e sound mixing) - Annie Awards - 9 vittorie (su 13 nomination)
film d'animazione, regia, sceneggiatura, colonna sonora, scenografia, storyboard, animazione dei personaggi, character design, doppiaggio (nominattion: 2x effetti animati, 2x doppiaggio) - Satellite Awards - 2 vittorie (su 3 nomination)
miglior film d'animazione, miglior dvd per ragazzi (nomination: miglior colonna sonora) - Golden Globes - 1 vittoria
film d'animazione - BAFTA - 1 vittoria
film d'animazione - Grammy Awards - 1 vittoria
colonna sonora - World Soundtrack Award - 1 nomination
canzone originale
- VES Awards - 3 vittorie (su 4 nomination)
effetti speciali (film non basati su effetti speciali), personaggio animato (animazione), effetti (animazione) (nomination: effetti (animazione)) - PGA Award - 1 vittoria
produzione di film d'animazione - Golden Reel Award - 1 vittoria
montaggio del suono in un film d'animazione - ADG Award - 1 nomination
scenografia (fantasy) - Eddie Awards - 1 nomination
montaggio (commedia/musical)
- National Board of Review - 1 vittoria
film d'animazione - Los Angeles - 1 vittoria
film d'animazione - Boston - 1 vittoria
sceneggiatura - Chicago - 1 vittoria (su 2 nomination)
film d'animazione (nomination: sceneggiatura) - South-east - 1 vittoria
film d'animazione - Critics choice - 1 vittoria
film d'animazione - varie altre associazioni di critici
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
Ratatouille non ha vinto i WGA Awards, anche perchè non era nemmeno nominato, in compenso ha vinto la sua principale concorrente agli Oscar, Juno, e questo non prelude a niente di buono...
In compenso negli altri premi in cui gareggiava Ratatouille ha fatto il suo porco dovere: 9 Annie Awards su 10 categorie in cui era nominato, e BAFTA come miglior film d'animazione.
Stanotte inoltre verranno consegnati i VES Awards, dove Ratatouille ha 4 nomination a parimerito con Surf's up.
In compenso negli altri premi in cui gareggiava Ratatouille ha fatto il suo porco dovere: 9 Annie Awards su 10 categorie in cui era nominato, e BAFTA come miglior film d'animazione.
Stanotte inoltre verranno consegnati i VES Awards, dove Ratatouille ha 4 nomination a parimerito con Surf's up.
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
Oh, ma questo era ovvio. Ratatouille è stato scritto da Brad Bird, e l a WGA è nemica giurata dei registi (e dei produttori) che scrivono sceneggiature.Elikrotupos ha scritto:Ratatouille non ha vinto i WGA Awards, anche perchè non era nemmeno nominato