Perché un film tratto da un libro sia veramente bello, è necessario (ma, purtroppo, non sufficiente) che il libro sia un capolavoro. Un ponte per Terabithia, di Katherine Paterson, non fa eccezione.
Non mi piace parlare di un libro confrontandolo con un film basato su di esso, ma qui è quasi inevitabile dato che il film è la perfetta traduzione del libro al cinema (ed è peggiore solo per i limiti imposti dal mezzo cinematografico). Inoltre, avendo già discusso sul libro, è pratico parlare delle differenze.
I personaggi del libro sono più caratterizzati (e forse anche più belli) di quelli cinematografici, e questo aiuta ad immaginare molto di più tutto quello che invece non viene descritto minimamente (Terabithia, in particolare).
L'autrice riesce a giocare benissimo con la suddivisione in capitoli [spoiler]ad esempio preparando anche con giochi retorici l'atmosfera di tensione prima della morte di Leslie, che giunge comunque decisamente inaspettata, alla fine di un capitolo dal titolo insospettabile[/spoiler]
La narrazione è scorrevole e permette di concentrare tutti gli sforzi sulla fantasia. (maledetta scuola e maledetta maturità, non ci ho mai messo così tanto a leggere un libro così scorrevole).
Il punto di maggiore commozione, a differenza del film, si trova imho nella fine, che ha molto più significato nel libro (non che nel film sia diversa, ma nel libro è descritta molto meglio).
Insomma, un ottimo libro. E, appena ho più tempo, varrebbe la pena leggerlo in inglese.
PS
Odio quando sono costretto a comprare un libro che ha per sovracopertina la locandina di un film. E odio ancora di più quando anche la copertina si basa sulla locandina.