PK – Gli Argini del Tempo

argini_del_tempo_opening

La pubblicazione delle quattro puntate di Gli Argini del Tempo su Topolino #3102, #3103, #3104 e #3105 rappresenta un evento importante per la nostra community, che sta seguendo con grande interesse la rinascita pikappica esplosa lo scorso anno.

Trattandosi di una storia così importante per la produzione topolinesca e più in particolare per questa fase delle avventure targate PK, non potevamo esimerci dal varare un “botta e risposta” con gli autori dell’avventura!

Quella dei “botta e risposta” in occasione di storie Disney in più puntate è ormai una tradizione per La Tana del Sollazzo, che vede tra i precedenti proprio Potere e Potenza, motore di questa rinascita.

Alessandro Sisti e Claudio Sciarrone hanno accettato con grinta e simpatia di rispondere settimanalmente alle domande, ai dubbi e alle curiosità che gli utenti del Sollazzo hanno posto loro dopo aver letto ciascun episodio della storia. Quesiti su svolte della trama, soluzioni narrative, ispirazioni varie, soluzioni grafiche, evoluzione dell’estetica di Lyla, elementi inerenti al nuovo macro-ciclo narrativo etc. potranno qui trovare dimora.

Siamo lieti di presentarvi le loro risposte, e cogliamo l’occasione per ringraziarli della disponibilità.

argini_del_tempo_cover1lyla

FearTear: In Le Parti e Il Tutto (anche questo scritto da te) nella parte ambientata nel presente Lyla viene a conoscenza di Uno ed entra addirittura nel piano segreto della Ducklair Tower, ma in questa prima parte de Gli Argini del Tempo Lyla e PK si comportano come se quegli avvenimenti non fossero mai avvenuti (si riferiscono ad Uno come al “socio misterioso” invece di chiamarlo per nome). Come mai?

Alessandro: Ho dato questa impressione? Non è così, PK si riferisce a Uno in modo allusivo e non troppo esplicito solo perché l’ha sempre fatto, come se dicesse «non posso più contare su “tu sai chi”», e anche se gli risponde sullo stesso tono, Lyla sa perfettamente di cosa lui parli e dove recuperare quanto gli occorre. Tant’è che di sua iniziativa conduce PK alla Ducklair Tower e riconfigura la pulsantiera dell’ascensore per raggiungere il piano segreto, senza che il papero mascherato le fornisca istruzioni in proposito.

Valerio: Ci sveli il “dietro le quinte” degli Argini del Tempo? La storia ricorda per certi versi un’altra tua vecchia avventura, Topolino e la Deriva U-Cronica. Ne hai avvertito l’influenza mentre la scrivevi? E come mai hai scelto di procedere in maniera così “verticale”, rispetto a quanto avevi invece fatto con Solo un Po’ di Paura, secondo numero di Pk2?

Alessandro: La possibilità di manipolare le linee temporali per generare trame intricate è uno dei miei giochi preferiti ed è possibile che ciò accomuni gli Argini alla Deriva U-Cronica e forse anche a Topolino e lo strappo cronospaziale, o a PK – Seconda Stesura e ad altre mie storie sul tema. Non posso dire d’aver sentito l’influenza di qualcuna di esse mentre lavoravo a questa, è solamente che alla tastiera ci sono sempre io, sempre con le mie predilezioni e le mie speculazioni.
Quanto all’approccio “verticale” che ho adottato… mi scuso, ma non sono certo di capire bene cosa intendi. Se vuoi gentilmente spiegarmelo, ti risponderò la prossima volta.

Valerio: Come mai questa seconda storia ha una foliazione minore, rispetto alla precedente? Era Potere e Potenza l’eccezione oppure questa terza serie di PK non avrà un formato fisso?

Alessandro: Buona la seconda. Finché PK sarà ospite di Topolino, la narrazione non è vincolata a un preciso numero di pagine come inevitabilmente avveniva nella testata dedicata. Di conseguenza la foliazione complessiva de Gli Argini del Tempo è inferiore a quella di Potere e Potenza solo perché mi è stata sufficiente a raccontare quello che volevo.

Valerio: In Potere e Potenza la microcontrazione è stata risolta, benché a causa di un evento avvenuto in un futuro ora scongiurato. La cosa ha però avuto un effetto permanente nella timeline. Puoi spiegarci cosa è successo di preciso nel frattempo dal punto di vista della Tempolizia? In Tempo al Tempo sembrava che sarebbe stata presto smantellata, mentre in PK2 Lyla e Tyrrel risultavano prigionieri del nostro secolo e “disoccupati”. Ci manca ancora un tassello?

Alessandro: Non manca soltanto a voi. Riparliamone fra qualche riunione, quando con i miei venerabili colleghi avremo focalizzato a che punto è la Storia – quella con la maiuscola – di PK. In ogni caso, ristabilita la possibilità di viaggiare nel tempo, anche la Tempolizia è tornata operativa al 100%, così come tutta la cronocriminalità più o meno organizzata.

Valerio: Nella storia Paperino non fa uso della nuova tuta, né interagisce con il sostituto di Uno, preferendo ricorrere al vecchio scudo extransformer. Come si incastra tutto questo con la presenza dello Scudo nella sede dell’Agenzia, rilevata in Codice Olimpo? Puoi fare chiarezza nei limiti del possibile (leggi: evitando spoiler 😛 )?

Alessandro: Questo è un interrogativo che va scomposto in tre parti. Cominciamo dall’affermazione “nella storia Paperino non fa uso della nuova tuta”. Risposta: “aspetta a dirlo”. Poi “né interagisce con il sostituto di Uno”. Come puoi esserne certo, avendo letto solo la prima puntata? Però ti avverto, forse sto un pochino anticipando, ma è altrettanto probabile che stia mentendo.
Per finire “come si incastra tutto questo con la presenza dello Scudo nella sede dell’Agenzia, rilevata in Codice Olimpo”? Ah, se lo sapessi! Credo che l’unico ad avere nei propri archivi tutte le informazioni (riservate e classificate) a riguardo sia il mio stimato collega Francesco Artibani, che forse prima o poi le rivelerà al mondo. Insieme al contenuto d’un certo hangar dell’Area 51 e all’ubicazione della tana del mostro di Loch Ness.

argini_del_tempo_cover1pk

Vii: Quando Paperinik e Lyla arrivano alla biblioteca di Paperopoli, chiedono volumi di storia del XXIII secolo. Ma non erano andati avanti nel tempo solo di pochi decenni? Inoltre, sembrava che la frattura temporale fosse stata scatenata nel nostro ventunesimo secolo, un po’ di decine di anni dopo il nostro 2015. Anche il bibliotecario che da giovane ha visto Paperinik sembrerebbe corrispondere…

Alessandro: Ops! Errorino di lettering, capitano anche nelle migliori redazioni. In realtà nella mia sceneggiatura c’è scritto XXI secolo e in effetti la Paperopoli alternativa in cui Lyla e PK si danno alla lettura in biblioteca, secondo i miei calcoli è più o meno a metà dei prossimi anni Novanta.

Bramo, max brody e RedLas: Viene detto che Lyla ha passato questi anni come inviata all’estero di 00 Channel: come mai si è allontanata da Paperopoli, e cosa le è successo tra PK2 e oggi?

Alessandro: Domandona! Nel senso che per raccontare tutto ciò che ha fatto Lyla in tanti anni ci vorrebbe una storia… e non è escluso che prima o poi io la scriva. Per quanto ne so – e sempre che futuri sviluppi non mi contraddicano – Lyla ha girato il mondo, specialmente i “punti caldi”, ed è stata più volte in Medio Oriente, come s’intuisce dalla sua tenuta nella prima vignetta della seconda tavola, dove ha il capo avvolto in una pashmina com’era abitudine di tutte le giornaliste occidentali in quelle zone. Ha temporaneamente lasciato Paperopoli perché – banalmente – nel suo mestiere un incarico da inviato rappresenta un salto di carriera non indifferente, tanto da farle avere al ritorno un programma tutto suo… ma anche perché le aree critiche dove quell’attività l’ha portata erano nevralgiche per la Storia del nostro secolo e di conseguenza la Tempolizia aveva interesse a monitorare sul campo il corretto flusso degli eventi.

Bramo, max brody e RedLas: L’incontro di Lyla e PK, nel parcheggio degli studi televisivi, non sembra affatto quello di due persone che non si incontrano da 13 anni (quindi dalla fine di PK2), come invece è sembrato quello con il Razziatore, all’inizio di Potere e Potenza. È vero che la nostra androide preferita è rimasta all’estero per un po’ di tempo (quanto?), ma non si potrebbe supporre che, in tutti questi anni, lei e Paperino/PK abbiano comunque avuto modo di mantenersi in contatto?

Alessandro: Lo si potrebbe supporre, ma se lo chiedete a me, non l’hanno fatto. Lei non ha mai perso di vista le notizie da Paperopoli – specie quelle riconducibili a Paperinik – e lui l’ha guardata al TG. Non più di questo. Il loro incontro non sembra quello di due persone che non si vedono da tanto tempo? Mh. Soltanto perché non avete potuto sentire con che voce a pagina 18 lui le dice “Ciao, Lyla! È bello rivederti!” e come lei gli risponde “Ciao, Pikappa”. Vi assicuro che dentro c’era tutto quello che non s’erano raccontati nel frattempo.

Bramo: Su quali teorie ti sei basato per scrivere questa sceneggiatura?

Alessandro: Sulla teoria della gravità quantistica a loop, che al momento è una delle più accreditate e congrue per quanto concerne la natura fondamentale dello spaziotempo. Che detto così – me ne rendo conto – non chiarisce un bel niente riguardo a cosa aspettarsi da Gli Argini del Tempo. D’altra parte se ne spiegassi di più (quantomeno a proposito degli aspetti che ho utilizzato), capiresti subito cos’è successo al futuro di Lyla. Magari potremo tornarci in seguito.

Bramo: Se si pensa al futuro come qualcosa che si costruisce a seconda delle azioni di innumerevoli individui nel corso di ogni momento… il fatto che esistano milioni di futuri possibili è già una realtà. Potremmo dire che il XXIII secolo visitato da Pikappa in PKNA sia sempre stato solo uno dei futuri possibili. Come si incastra questa riflessione con il tuo intreccio? E soprattutto ha senso farla o si tratta di un volo pindarico inutile?

Alessandro: Che esistano milioni di futuri possibili è secondo me una realtà non solo filosofica e speculativa, ma anche fisica. In più, se esportiamo all’infinitamente grande di questo universo le regole fondanti dell’infinitamente piccolo, sembra addirittura credibile che, dato un determinato futuro, i percorsi che lo concretizzano siano infiniti… e che la Storia, per raggiungerlo, li attraversi potenzialmente tutti! Perlomeno fino a che uno di essi non diventa “quello vero” a discapito degli altri, o almeno è così che è sempre andata finora. E questo, se lo guardi in filigrana, è uno spoiler bello e buono!
Che il XXIII secolo visitato da PK non sia che una delle alternative è sicuramente vero, esattamente come il nostro presente è solamente uno di quelli che sarebbero stati possibili. Nondimeno, chi vive in quel XXIII secolo ci è affezionato e preferisce conservarlo com’è. A questo serve la Tempolizia.

Bramo: Come poteva sapere il misterioso avversario il luogo e il momento in cui Lyla si sarebbe incontrata con Pikappa?

Alessandro: Ottima domanda, peccato che la risposta sveli quello che succederà nella terza puntata! Allora che faccio, te lo dico oppure no? Cercherò di non essere troppo chiaro, però chi vuole evitare il rischio-spoiler farà meglio a smettere di leggere.
Siete ancora qui?
Allora provate a pensarci: per conoscere tempo e luogo dell’incontro fra Lyla e PK il misterioso avversario doveva esserci anche lui, oppure disporre d’apparecchiature in grado di tenere sotto controllo le linee degli avvenimenti attraverso il continuum. Capito tutto?

Dapiz: Ma Camera 9?

Alessandro: Come dice il proverbio “non puoi avere tutto dalla vita, anche perché poi dove lo metti”? Prima o poi ritroveremo pure il taciturno cameraman, i personaggi che abbiamo perso di vista sono parecchi e a riportarli subito in scena questa storia sarebbe risultata un po’ affollata! Per il momento è tornata Lyla, davvero avresti preferito Camera 9?

Gumi: Perché una volta trovatisi su una linea temporale “diversa” Paperino e Lyla riescono ogni volta a tornare al punto di partenza e non finiscono invece in un passato anch’esso “alternativo”?

Alessandro: Già, perché? È il genere di questione che anche i personaggi devono porsi per venire a capo del problema. Se dopo essere finito in un avvenire che non è come dovrebbe (per cui ne deduco che qualcuno lo ha alterato), torno al mio tempo di partenza e lo ritrovo tale e quale, significa – scusa l’ovvietà, ma mi serve per costruire passo per passo il processo logico – che il futuro è cambiato, mentre il presente no. Di conseguenza il momento che ha dato inizio al cambiamento, quello che Lyla chiama “alterazione zero”, sta da qualche parte fra il mio presente e il futuro. È per questo che Lyla decide d’andarlo a cercare spostandosi in avanti nel corso del tempo a velocità ridotta.
Se invece l’alterazione zero si trovasse nel passato rispetto al mio presente di partenza, avrebbe raggiunto e modificato il mio tempo prima del futuro, per cui a me sembrerebbe tutto normale oppure, disponendo di sensori e banche dati di confronto come quelli della Tempolizia, me ne sarei accorto! Per la stessa ragione, se partendo da un presente in regola finissi in un futuro alternativo e al ritorno trovassi diverso anche il mio tempo di partenza, probabilmente non sarebbe la mia linea temporale a essere stata manipolata (tutta quanta) da qualcuno, bensì sarei io a essere capitato in una realtà parallela.
È un po’ da mal di testa, eh? Però è il tipo di ragionamenti che non puoi evitare quando ti metti a pasticciare con i viaggi nel tempo!

Gumi: Quanto ha influito Potere e Potenza nella genesi e nello sviluppo di questa avventura?

Alessandro: Non ha influito in alcun modo, se non per il fatto che Potere e Potenza è qualcosa che Pikappa ha vissuto prima de Gli Argini del Tempo e dunque occorreva tenerne conto.

Gumi: Non è un apparente controsenso che nel “futuro alternativo” dove si trovano Lyla e Paperinik non ci siano più tecnologie di questo secolo ma ci sia comunque grande facilità nel reperire libri (tra biblioteca e libreria)? È una speranza, la tua?

Alessandro: E non è un po’ incongruo anche che Paperopoli faccia apparentemente parte di un impero, o che l’aviazione sia tornata ai dirigibili? In effetti il futuro in cui Lyla e PK approdano è decisamente anomalo, l’alterazione macroscopica di cui parla lei, ma d’altronde si tratta d’una deviazione, non del domani più razionalmente prevedibile. Detto questo, può darsi che il mio averne immaginato i libri in forma cartacea sia una speranza inconscia, che però credo fondata anche per il nostro futuro reale, dato che al momento – almeno secondo le ricerche della Congress Library di Washington e delle autorità statunitensi – una carta di qualità resta il supporto più duraturo e sicuro per la conservazione dei testi, superiore a tutte le forme di digitalizzazione, microfilm e così via.

FearTear e Valerio: A cosa sta pensando Lyla nella prima vignetta di pagina 41? E a cosa stavi pensando tu, mentre la disegnavi? 😛 😉

Claudio: Che tutto sommato la vita è bella 😉

Vii: Riguardo uno dei vari futuri distopici, quello nel deserto con la sabbia e la bellicosa tribù è forse ispirato a MadMax o mi sbaglio io?

Claudio: Sì, è proprio un tributo a Mad Max Fury Road, tra l’altro fatto prima di sapere la data d’uscita del film. Al Napoli Comicon me lo sono ritrovato davanti l’auditorium prima del PK Day e c’erano in esposizione su un palco proprio le auto a cui mi sono ispirato per la vignettona in questione.

Bramo: Noto che la voragine lasciata dalla Ducklair Tower che hai rappresentato è diversa da quella che Lorenzo Pastrovicchio disegnò in Potere e Potenza: c’è qualche motivo?

Claudio: Ho immaginato che passando del tempo la municipalità c’avesse messo una pezza riempendo alla bell’e meglio quella voragine… ma vi immaginate se ci fosse caduto dentro un bambino che magari scavalcava per andar a recuperare un pallone? Ci toccava andar da Barbara d’Urso a spiegar l’accaduto e io il pomeriggio ho un sacco di cose da fare. Per cui, onde evitare…

Bramo: A cosa ti sei ispirato per rappresentare la Paperopoli steampunk delle ultime tavole?

Claudio: L’ispirazione sono stati i videogiochi della saga Bioshock e i loro personaggi, tra i quali gli enormi palombari in parata che sono un chiaro riferimento ai Big Daddy.

Bramo: Mi è piaciuta molto la tavola a pagina 37 che mostra l’evoluzione di uno scorcio di Paperopoli: hai scelto tu come immaginare i cambiamenti visivi? Come mai nell’ultima lo scenario è di abbandono?

Claudio: Per la tavola 37 c’era la chiara indicazione da parte di Alessandro, la strada è in stato di abbandono perché ormai i cittadini volano sui loro mezzi.

Bramo: Quando Lyla deve riattivare l’ascensore della Ducklair Tower utilizza delle periferiche che le spuntano dalle dita: puoi spiegarci la “natura tecnica” di quella funzione, e a cosa ti sei ispirato la sua rappresentazione grafica?

Claudio: Altro riferimento, questa volta al passato e ai tempi di PKNA… qualcuno si ricorda i droidi in collegamento radio dalla centrale operativa che si vedono all’inizio dell’anime di Ghost in the Shell?… no?… andate a ripassare…

Bramo: Come hai scelto l’abbigliamento da far indossare a Lyla? Quella che le avvolge il collo è una sciarpa?

Claudio: Ni, è più o meno un tubolare di lana di quelli già cuciti in cerchio ed elastici ed avvolgenti.

Dapiz: Ma Camera 9?

Claudio: Mah…chiamo Sisti per sapere se l’ha visto, è uscito dicendo che andava a prendere il pane e un paio di gratta e vinci… secondo me ha vinto, son passati 5 anni e non l’abbiam più visto…

argini_del_tempo_cover2

Valerio: Rimango un po’ perplesso dal personaggio del Razziatore. La mancanza del balloon seghettato e i suoi strani comportamenti potrebbero voler significare che c’è dell’altro che dobbiamo scoprire su di lui e sul suo coinvolgimento. Ma a conti fatti l’impressione che ne ho avuto è che quanto vediamo non collimi proprio al 100% con quello che pensavamo di lui dopo le ultime sue apparizioni. In Tempo al Tempo infatti vedevamo un predone che, stanco di tutto, decideva di chiudere con questo tipo di cose e cambiare vita, capendo che il suo vero futuro era di fare il papà. L’ho sempre trovata una maturazione stupenda per il personaggio, e una delle migliori chiusure in generale. In Potere e Potenza tornava in azione, comportandosi da pirata, ma date le circostanze particolari, e il fatto che il suo obiettivo era ancora una volta comprarsi la tranquillità, la sua evoluzione non veniva compromessa. L’impressione che mi ha dato rivederlo immediatamente ne Gli Argini è però quella di un normale cattivaccio da fumetto Disney, con il quale è ovviamente possibile ragionare, ma che è sempre pronto nella storia dopo a tornare ad essere il solito incorreggibile lestofante. Il rapporto tra lui e Paperino mi è sembrato quello di Carpe Diem, piuttosto che la normale evoluzione di quanto visto nella storia precedente. Mancano ancora elementi o nella tua visione il Razziatore si è effettivamente rimangiato ogni proposito?

Alessandro: Partiamo dal balloon non-seghettato, che disgraziatamente è solo un altro malaugurato incidente. Dalle scrivanie di redazione passa un’infinità di prodotti con caratteristiche e regole proprie, per cui qualche dettaglio – con un po’ di sfortuna anche importante – può andare perduto. Purtroppo poi né Claudio né io, che come diretti interessati forse ce ne saremmo accorti, abbiamo visto le tavole finalizzate prima della pubblicazione.
Venendo al Razziatore, quando l’ho creato volevo un feroce e allegro irresponsabile, refrattario a qualsiasi restrizione sociale e che nell’ignorarle oltretutto si diverte. La sua funzione era catartica.
Dopodiché i personaggi che piacciono divengono patrimonio comune e ciascuno li racconta come gli pare, ma è una libertà d’interpretazione che resta anche mia e dunque, se chiedi a me se il Razziatore ha scordato i buoni propositi di Tempo al Tempo, la risposta è sì, con gioia e senza neppure accorgersene, perché non erano nella sua natura. Intendiamoci, concordo che l’evoluzione in un quasi onesto genitore sia stata un’eccellente prova letteraria, ma la caratterizzazione originaria avrebbe giustificato semmai un percorso più difficile e meno omologante. Il mio Razziatore resta un altro, finché vedrò un senso nell’usarlo così. Poi sarà tempo per qualcosa di nuovo.

 

Valerio: Quanto al “verticalismo” di cui Alessandro mi chiede conto nella sua risposta, volevo precisare che la mia non è ovviamente un’accusa, dato che la storia in questione è veramente valida e pikappica al massimo, però quello che intendevo è il suo sembrare un tantinello più “autoconclusiva” rispetto alla precedente avventura. E nel mondo di PK questo non è mai stato un male, intendiamoci. Però è evidente che la sue due “gemelle”, Il Vento del Tempo e Solo un po’ di Paura, nel quadro generale avevano il sapore di vere e proprie prosecuzioni delle rispettive due serie. Gli eventi insomma si riallacciavano di più ai rispettivi episodi pilota, e si occupavano di farci vedere come Paperino si stava adattando al nuovo status quo. Ho avvertito una differenza d’intenti, ecco. Ho preso lucciole per lanterne?

Alessandro: Assolutamente no. Non capivo la domanda perché cercavo d’applicare la verticalità alle singole puntate (che non ne hanno, o ben poca), anziché alla narrazione nella sua interezza. Pur riprendendo gli elementi di continuity stabiliti da Potere e Potenza e inserendo alcune tracce da recuperare in seguito, ho reso Gli Argini del Tempo relativamente verticale e autoconclusa per la semplice ragione che al momento non abbiamo una vera macrotrama orizzontale.
In effetti, con due storie all’anno e i futuri sviluppi subordinati all’apprezzamento del pubblico, a tracciarla risulterebbe più simile a uno di quei piani quinquennali (regolarmente mancati) della vecchia Unione Sovietica che a un normale storyline di serie! Al presente chi sceneggia ha perciò due opzioni: focalizzare sulla compiutezza interna della singola storia, o decidere arbitrariamente un futuro a lungo termine, imponendone le regole a chi scriverà in seguito o lasciando che s’arrangi con quello che resta. Ma questa seconda scelta non è nelle mie corde, per evidenti ragioni di rispetto dell’altrui professionalità.

max brody: Sono andato a rileggere Paperinik e i Conti con le Realtà, uscita su Paperinik Appgrade. Il fatto che anche quella trama si occupi di universi/spazitempi che collassano e si sovrappongono (con tanto di spiegazione alla lavagna di Archimede), e che anche in quella storia vi sia (almeno) un Razziatore, predone “vecchio stile”, con il balloon standard (anziché personalizzato), che non si raccapezza della situazione, e anche il fatto che lo sceneggiatore sia lo stesso de Gli argini del Tempo, è solo un caso o…?

Alessandro: Già, anche in Paperinik e i Conti con le Realtà il Razziatore aveva il balloon “liscio”. Me ne scuso, per quanto non sia nella mia responsabilità.
Quanto ai temi, non sono casuali. Come dicevo la volta scorsa, davanti alla tastiera ci sono sempre io, con le mie fissazioni che forse un buon analista ricondurrebbe al desiderio – per nulla inconscio – di cambiare il passato. Fissazioni che la tua domanda mi fa temere stiano diventando ripetitive. È così? Cercherò di smettere…

Jurambalco: In Potere e Potenza ogni puntata riusciva a concludere un evento, presentando una trama verticale abbastanza completa, e a generare hype grazie alla trama orizzontale dei 4 episodi.
Gli Argini del Tempo invece pare proprio non seguire questo canovaccio, tipico dei serial, e così ci ritroviamo una bella storia servita in maniera non proprio ottimale, che credo si potrà apprezzare maggiormente letta tutta d’un fiato.
La mia domanda è quindi: come hai lavorato sulla sceneggiatura, sapendo di doverla suddividere in 4 episodi? Hai lanciato uno sguardo alla narrativa seriale televisiva?

Alessandro: Quella della serialità televisiva, specie riferita ad alcuni prodotti recenti (in Italia reperibili in rete), è una modalità di scrittura che non perdo di vista, anche se più per la sua declinazione transmediale che per l’applicazione al fumetto, che data la diversità dei linguaggi finora non ha dato risultati degni d’attenzione. Alcune regole, è vero, sono comuni, ma con la suddivisione de Gli Argini del Tempo ho comunque tentato una strada diversa.
Attualmente la regola (per tutti i media) è quella di scrivere ogni capitolo d’una storia in più parti in forma d’episodio, quanto più possibile verticale e autonomamente gratificante, per venire incontro a quella che – sostengono le statistiche – è l’ormai ridotta capacità d’attenzione-memorizzazione del pubblico.
Qui però sapevo che avrei avuto a che fare con un lettorato attento e motivato, per cui ho optato per una verticalità minima e una soluzione non a episodi, bensì a puntate. Una scelta forse azzardata e che – a quanto me ne scrivi – non ho sviluppato come sarebbe stato conveniente. Me ne dispiaccio, si cerca di confezionare il racconto al meglio, però non sempre ci si riesce. Non è una scusante nei riguardi di chi acquista e legge, ma quantomeno ti assicuro che tengo in considerazione ogni critica e provo a farne buon uso la volta seguente.

L. Vertighel: Visto che hai dichiarato l’errore di lettering nel primo episodio, sarà possibile correggerlo nella futura, eventuale quanto probabile, edizione cartonata?

Alessandro: Lo spero! Come minimo t’assicuro che chiederò che venga fatto e farò presente anche il problema dei balloon del Razziatore, anche se su quelli ho il dubbio che sia meno facile intervenire…

RedLas: Posto che credo di aver afferrato la situazione in cui il “fiume” del tempo si è ridotto, il dubbio che mi rimane è uno solo. Ho sempre pensato che Time 0, essendo localizzato in un “luogo” (o “non-luogo”) fuori dallo spaziotempo e quindi immune agli stravolgimenti dello stesso, potesse essere sempre e comunque raggiunto dai Tempoliziotti, tramite “coordinate” speciali, da qualsiasi luogo e tempo in cui si trovassero. Quindi, perché in questa storia non sembra così? Quali sarebbero le due possibilità sulla locazione di Time 0 che menziona Lyla, una volta compreso il ruolo fondamentale dell’asse di incidenza?

Alessandro: Ecco, è arrivato il momento della risposta complicata e stavolta lo è parecchio. Chi prosegue oltre questo punto senza avere nel cassetto qualcosa per il mal di testa lo fa a suo rischio e pericolo.
Dopodiché, che ci siate ancora tutti o che sia rimasto solo RedLas, dirò che anch’io immagino Time 0 in un “non-spazio / non-tempo” identificato da coordinate uniche. È per questo che non potendo contattarla, Lyla vede come sola possibilità quella che la base sia stata distrutta.
Eppure anche Time 0 sta in una bolla – autogenerata – d’universo, altrimenti nel non-spazio / non-tempo non potrebbe esistere, e il suo “microverso locale” è per forza duale, trattandosi d’una replica del nostro. Ammette perciò la reciprocità, per cui il suo essere “dov’è” si contrappone a “dove non è”. Quest’ultimo è un ovunque indeterminato fino a che non lo si definisce, dopodiché le probabilità collassano, riducendosi alle due di cui sopra. Quindi, riguardo alla variazione dell’asse d’incidenza, conoscendo le coordinate d’una posizione va da sé che quelle dell’altra sono diametralmente opposte, visto che sono soltanto due e il resto è non-esistenza.
Chiaramente l’ubicazione alternativa è puramente ipotetica: la base della Tempolizia è dov’è, non dove non è, per cui il non-luogo dove non è resta inesistente. Supponiamo però che l’evento che ha diramato il futuro in un multitempo dove ogni potenzialità è vera raggiunga Time 0, rendendo pure lì reali tutte le (due) posizioni. A questo punto diventa possibile spostare dall’una all’altra Time 0, che diviene inaccessibile.
Mi sembrava che come struttura funzionasse, perciò l’ho adoperata… senza illustrare nella storia l’intera faccenda, altrimenti sì che sarebbe diventata uno spiegone infinito!

RedLas: All’inizio di Tempo al Tempo (PKNA #43, di Bruno Enna e Graziano Barbaro), Lyla afferma di non poter ricevere “l’apporto energocronale giornaliero” che la mantiene attiva, in quanto ha perso il contatto con Time 0. Ora, sia in questa storia che, soprattutto, per tutto l’arco di tempo che intercorre tra PKNA e, perlomeno, gli eventi di Potere e Potenza (quindi anche durante PK2), i contatti con Time 0 sono saltati, per diversi motivi, in modo perdurante. Quindi, come ha fatto Lyla a sopravvivere? So che la storia sopracitata non è tua, ma riesci a fornirci una spiegazione?

Alessandro: I droidi della Tempolizia vengono prodotti per un’attività di lungo termine, probabilmente – considerando quanto sono sofisticati – superiore alla loro “ferma” in un determinato arco storico. Dunque è lecito pensare che periodicamente ricevano degli aggiornamenti e questo in particolare mi sembra essenziale, perché sarebbe poco pratico che una sentinella dotata d’intelligenza indipendente e costruita per operare autonomamente rischi di spegnersi se perde la connessione con il quartier generale! Pertanto, terminata la necessità narrativa per cui all’amico Bruno serviva che Lyla dipendesse da una ricarica quotidiana, i tecnici della Tempolizia si sono affrettati a effettuarle un upgrade funzionale. Ti convince?

Bramo: Puoi dirci qualcosa di più sull’Ablatron? Come funziona?

Alessandro: Ti ringrazio per la domanda, perché anche se non dovevo spiegarlo nella storia, non ho potuto evitare di rifletterci. Mi occorreva qualcosa capace di neutralizzare un droide della Tempolizia impazzito (per cos’altro tenere un Ablatron a Time 0, se no?), tanto potente che il comando non ne ha mai permesso l’uscita dalla base extratemporale. Ora, come probabilmente sai, alcuni astrofisici ipotizzano che le leggi della fisica siano locali, ossia che funzionino come le conosciamo in questa parte dell’universo, mentre altrove potrebbero essere diverse. Se è possibile teorizzarlo scientificamente, cioè non come puro esercizio d’immaginazione, dev’esserlo anche lavorarci sperimentalmente e – nel XXIII secolo – arrivare a realizzare un apparecchio che entro un campo circoscritto produca un’ablazione delle leggi fisiche, in mancanza delle quali non è possibile alcun funzionamento. Un Ablatron, appunto.

Bramo: Con quale arma il tempoliziotto ha colpito il Razziatore? Che conseguenze provoca?

Alessandro: È un cinetizzatore di campo, un congegno abbastanza potente da stendere un ricercato grande e grosso o abbattere un caseggiato (a seconda di com’è regolato), senza ridurlo in quark sparsi ovunque, che fanno disordine. Funziona replicando le energie che tengono insieme la materia (però in assenza della relativa massa) e proiettandole sul bersaglio, come una mazzata composta dalla sola cinetica e senza mazza. Le conseguenze mi sembrano immaginabili e la potenza della scarica usata dal tempoliziotto era elevata, ma il Razziatore è un ragazzone robusto.
Per inciso, non è che per ogni oggetto che appare in scena io abbia un progettino dettagliato. Quest’idea l’ho confezionata su misura per la tua domanda e ammetto d’averne rubato il principio di funzionamento da una spiegazione – mi pare fosse di Asimov – su come si costruisce un campo di forza: si prende la forza che tiene unita la materia e si leva la materia. M’è sempre piaciuta.

Bramo: Quando il Razziatore suggerisce a Lyla di variare l’asse di incidenza spaziotemporale, le dà lo spunto per farle capire la storia del multiverso e del fatto di dover scegliere la direzione del futuro in cui si vuole andare: ma come fa Lyla a capire quale direzione ha preso il Razziatore, per seguirlo e trovarsi nella stessa Paperopoli del futuro tra le tante ora esistenti?

Alessandro: Mettendo da parte la traccia tachionica che il Razziatore lascia dietro di sé, che di rado è possibile seguire, in questo specifico, prima di svanire, nel momento in cui predispone il bracciale per variare l’asse d’incidenza il cronopirata dice espressamente a Lyla “Guarda e impara”. Dopodiché esegue tanto la regolazione che la partenza in modo che possa capire cos’ha fatto e imitarlo. Noi e Pikappa invece stiamo a guardare senza vedere nulla, ma tanto poi penserà Lyla a spiegarci cos’è successo.

Crunch3002003: Ci spieghi un po’ meglio la questione dell’asse d’incidenza temporale e della direzione in un viaggio temporale? Grazie 🙂

Alessandro: Come spiega Lyla a Pikappa, per raggiungere una destinazione non ti basta sapere a quale distanza si trova, devi conoscere la direzione. Di solito per i viaggi nel tempo non è così, se desideri arrivare alla stessa data di oggi nel prossimo anno, scegli la distanza (appunto un anno) e vai diritto. La tua destinazione è esattamente davanti a te e l’asse del tuo viaggio è perpendicolare a quel punto nel futuro come un raggio laser. Se però i futuri diventano quasi infiniti, addossati gli uni agli altri e magari pure in movimento mentre si espandono e si moltiplicano, colpire il bersaglio non è più così facile! Devi prendere la mira, ovvero angolare l’asse d’incidenza della linea ideale che ti collega al punto d’arrivo: tre secoli avanti, due centimetri a sinistra e un pelino in alto… Altrimenti finisci nel futuro sbagliato. È abbastanza chiaro?

GeneraleZargon: Se il Razziatore sa bene come muoversi tra i vari presenti passati e futuri alternativi perché incontrare Pikappa e Lyla, spiegargli tutto e poi cercare di eliminarli? Non bastava, citando lo stesso Razziatore del Giorno del Sole Freddo, accontentarsi di scorrazzare tra tutte le alternative con infinite dimensioni a disposizione?

Alessandro: Assolutamente sì, le possibilità di trovarseli fra i piedi erano infinitesimali. Eppure è andato a cercarli e ha provato a farli fuori, in modo anche abbastanza complesso e faticoso. Cosa se ne deduce? Quantomeno che il suo scopo specifico era eliminare Lyla e Pikappa e che questo non aveva a che vedere con la libertà – che già possedeva – di scorrazzare. Il perché lo leggerai nel prossimo episodio.

Alecs Endriu: Mi voglio togliere un sassolino che ho nella scarpa dai tempi di Speed Loop, per chiedere a Claudio Sciarrone come è stato il passaggio dal lavoro “tradizionale” (matita e china) a tavoletta grafica & co. Da quello che ho capito hai interamente digitalizzato il processo, dall’impostazione degli storyboard fino alla lineart finale (ho capito bene?).

Claudio: Sì, hai capito benissimo.

Alecs Endriu: Come mai questo passo, dopo tutto lo sbattimento di aver impostato per una vita il lavoro in un certo modo (A3, matite, gomma pane…)? È stato un processo lungo riabituare la mano ad una sensibilità diversa (che a me la tavoletta grafica mi da la sensazione di aumentare a x15 il mio livello di Parkinson), o ci hai messo poco?

Claudio: È stato graduale: ho cominciato con il pulire degli scarabocchi scansionati e dargli una sporcata di colore o ombreggiature per presentazioni o ricerche. Diversi sketch di Speed Loop che si vedono sul volume erano ritoccati in quella maniera.

Alecs Endriu: Hai fatto “tutto in casa”, o hai preferito seguire un qualche corso?

Claudio: Totalmente da autodidatta, e con i consigli che ci scambiavamo con amici e colleghi in Accademia Disney o via Skype.

Alecs Endriu: Col senno di poi, pensi che ne sia valsa la pena? Hai notato una maggiore rapidità in questo modo di lavorare (n. tavole/giorno)?

Claudio: Non si tratta di velocità ma di possibilità. Per esempio, tutto un lavoro di post produzione e di effetti è possibile realizzarlo solo digitalmente e prima del passaggio al colore.
Ombre, raggi laser, fumi, esplosioni o nuvole, invece di disegnarle e demandare al colorista, sono elementi coreografici che posso gestire su livelli separati e con pennelli o effetti digitali più realistici (qualcuno si ricorda Raceworld?)
Inoltre non devo più sgommare le tavole o usare il bianchetto, sciacquare i pennelli o diluire la china, tagliare i fogli o sperare che non mi rubino la borsa mentre vado in redazione a consegnare.
Tecnicamente, invece, lavorando i fondali su un livello e i personaggi e le onomatopee su un altro, mi riservo fino all’ultimo cambiamenti e ripensamenti.

Alecs Endriu: Grazie 🙂

Claudio: Prego 😉

Bramo: A cosa ti sei ispirato per rappresentare le scene di pagg. 17-21, che appaiono molto suggestive grazie al mix tra impalcature sopraelevate, cielo plumbeo e dirigibili in avvicinamento?

Claudio: Bella domanda, me lo sto chiedendo anch’io! Cioè, penso di ricordare delle basi sopraelevate per dirigibili… ma non ricordo dove mi sembra di averle viste.
Quello che avevo in testa era la scena sul “tetto” del dirigibile in Rocketeer, ma come evocazione non l’ho nemmeno riguardata perché in studio non ho trovato il dvd, però mi aveva colpito da ragazzino e ho cercato di evocare quel ricordo.

Bramo: Perché il tempoliziotto appare vestito con un saio quando si presenta ai protagonisti?

Claudio: Dovrebbe essere una sorta di travestimento, come si vede nelle altre epoche da lui frequentate (in quella alla Mad Max o in quella alla Bioshock).

Bramo: Come hai scelto il modo di rappresentare il tempoliziotto “catturato” dal raggio dell’Ablatron, una delle scene più epiche dell’episodio?

Claudio: Avendo già sperimentato quell’effetto di luminescenza (in quel caso il raggio è disegnato con il bianco e una proprietà di bagliore data al livello), ho cercato di esaltarne la spettacolarità con le pose del personaggio.

Bramo: Ho notato una certa predisposizione a vignette orizzontali e strette che superano i limiti della griglia: da dove proviene, e con quale scopo, questa scelta stilistica?

Claudio: Mi sono detto che l’unico modo per rappresentare tutto era avere più spazio, mi son guardato intorno e tutto il bianco che normalmente circonda le vignette era lì che mi aspettava… le doppie le faccio allargate ormai anche nelle storie “normali” di Topolino, è il mio personalissimo modo di evolvere la gabbia del settimanale Disney. Con il digitale, poi, posso realizzare dei file con tutta l’abbondanza che voglio e prevedere dove sarà il taglio della carta.

Bramo: Com’è stato tornare a disegnare il Razziatore dopo tanti anni (copertina di PK Giant a parte)?

Claudio: L’ho messo leggermente più in forma e ho cercato di rendere il mantello più frastagliato e “vivo”: ho pensato poi che volando in maniera così disinvolta avrebbe potuto sostenere una conversazione anche stando in piedi sul cornicione di un palazzo, ed ecco perché quando sono sul deposito di Zio Paperone lui sta là sopra in tutta naturalezza.

argini_del_tempo_cover3

Andrea87: Per quanto riguarda il carattere del Razziatore, non potrebbe trattarsi semplicemente di una sua versione proveniente da un tempo precedente il suo “ravvedimento”?

Alessandro: Tutto può essere, ma occorre fare attenzione, perché un eccesso di complicazioni temporali rende la trama ingovernabile. Il Razziatore non potrebbe invece avere semplicemente le sue ragioni per comportarsi in un determinato modo, come pure per aver accettato un incarico dall’Organizzazione, con cui nel corso del tempo i suoi rapporti sono stati abbastanza controversi e altalenanti? Ragioni che potremmo scoprire in un futuro, anche a lungo termine com’è sempre stato uso di PK, ma che al momento non incidono sullo scenario. È il “principio dell’iceberg” predicato da Hemingway, se mi consentite di rifarmi a modelli illustri, secondo il quale sette ottavi di qualsiasi storia sono sempre sommersi e invisibili.

ISH: Volevo innanzitutto dire che mi è piaciuta tanto la teoria sulla cronoesondazione che è alla base degli Argini del Tempo, tuttavia tale spiegazione non è discordante con quanto abbiamo visto in Antico Futuro (PKNA #18) e nella sottotrama di Urk? In fondo in quelle storie vi erano comunque delle realtà alternative, cosa che invece in questa storia sembra essere possibile solo a seguito della cronoesondazione.

Alessandro: Sarebbe discordante se una possibilità negasse le altre, però Gli Argini si basa su un accadimento che non doveva verificarsi (e mi fa piacere che tu abbia apprezzato l’ipotesi; anch’io, quando ho scoperto che poteva avere dei fondamenti, ne sono stato preso), ma che non contraddice né limita nessun fenomeno differente. Il fatto che a causa della cronoesondazione tutti i futuri potenziali siano compresenti nella stessa linea temporale della medesima realtà non contrasta con le teorie “classiche” sfruttate nelle storie che citi e in altre ancora. Resta ugualmente ammissibile che esistano infinite linee temporali separate e parallele, ciascuna con una propria realtà alternativa che per chi ci vive è l’unica vera… senza dimenticare che in quelle dove si viaggia nel tempo è sempre possibile che qualcuno manipoli la cronocontinuità per alterare il futuro! Un paradiso d’opportunità per chi inventa storie, anche se a pensarci bene, è un’incredibile fortuna se ogni mattina allo specchio vediamo sempre i noi stessi di ieri circondati da un mondo che nella notte non è diventato qualcosa di completamente diverso!

ISH, GeneraleZargon, Jurambalco, LBreda, Dapiz: Come mai i capi dell’Organizzazione sono così differenti nell’aspetto da quelli di PKNA (vedi Carpe Diem)? E sopratutto come hanno fatto a evadere dato che in Tempo al Tempo erano stati catturati e il cartello criminale smantellato dalla stessa Tempolizia?
Si tratta forse di un’Organizzazione alternativa di un’altra dimensione, o semplicemente sono i “nuovi capi” del cartello criminale già visto in PKNA? Però Pikappa sembra riconoscerli, e addirittura chiede “ma non dovrebbero essere in tre?” Questo, peraltro, porta a chiederti anche: c’è un motivo specifico, e quale, per cui a capo dell’Organizzazione debba esserci un triumvirato, e perché debbano essere proprio loro a comporlo?
Puoi fornire qualche spiegazione in merito?

Alessandro: Sono lieto di vedere che tutti avete già intuito qualche risposta, per la vostra capacità deduttiva, ma spero anche perché m’è riuscito di far passare qualche traccia in proposito. È questo che intendevo quando – non ricordo più in quale intervista – ho detto che i pkers di lungo corso avrebbero riscontrato qualche cambiamento ai vertici. L’Organizzazione è quella che conosciamo, non un suo clone dimensionale. L’idea (un po’ pessimista, se volete) è che sradicare integralmente una struttura così ampia e ramificata sia praticamente impossibile: ne resteranno sempre dei nuclei capaci di riaggregarsi, anche se magari non con la stessa efficacia. Infatti forse qualcuno ha notato che l’Organizzazione che incontriamo stavolta non sembra la macchina perfetta d’un tempo. Alcuni degli accoliti sono quello che c’era per completare i ranghi e anche così restano carenze d’organico!
I suoi apici sono nuovi al comando (è presumibile che i precedenti stiano in quello stesso carcere cronostatico che vediamo e di certo sarebbero stati gli ultimi a venire liberati) e sì, c’è una ragione per cui formano ancora un triumvirato. Dovendo ricostituire la compagine era infatti necessario domandarsi perché in precedenza avesse una determinata architettura. La risposta più credibile è che una “cupola” con un numero dispari di detentori del potere garantisce l’efficienza decisionale (due opinioni, eventualmente divergenti, e un “ago della bilancia”) nonché una minima democrazia (seppure banditesca, come quella delle navi pirata) rispetto all’uomo solo al comando. Ne deriva che un simile equilibrio sia un valore nelle tradizioni dell’Organizzazione, perciò acquista senso che anche le caratteristiche di ciascun triumviro siano obbligate: un maschio, una femmina e un cyborg, affinché ogni affiliato abbia un proprio rappresentante. A questo punto avrei sentito anche il bisogno d’un droide, però in passato abbiamo visto che i capi sono tre e non quattro (pari!), così come sappiamo che il XXIII secolo soffre d’una certa discriminazione verso le intelligenze artificiali.
PK non riconosce i capi in quanto individui, bensì come ruoli, anche per il loro comportamento. È a conoscenza di questa regola del triumvirato, perché nel momento in cui l’abbiamo definita (Claudio Sciarrone è stato mio complice e l’ha rivestita di forme particolarmente attraenti, specie per quanto concerne la componente femminile) m’è sembrato interessante che ne fosse al corrente, poiché porta a chiedersi quando l’abbia scoperta. Credo d’aver già detto che mi sono lasciato alcuni fili narrativi sospesi, apparentemente secondari, ma che possono dare adito a intere storie.
Sempre che abbia l’opportunità di raccontarle, poiché adesso che ho rivelato uno dei canoni più sacri e segreti dell’Organizzazione, mi toccherà vivere sotto copertura.

crunch30002003: Quando Lyla libera i prigionieri e viene riconosciuta con la scansione oculare è un caso che il sistema di riconoscimento dica “agente droide in servizio attivo” e non “agente Lyla in servizio attivo”? A buon intenditor 😉

Alessandro: Temo che la risposta sia più banale di quella che un buon intenditor può aver letto fra le righe. Il sistema, che non è particolarmente sofisticato e si limita a decidere se attivare l’allarme oppure no, riconosce in Lyla un utente autorizzato a richiedere l’apertura della cella e nient’altro.

Giordanduck: Vedendo che il Razziatore si comporta in modo diverso dal solito ma omologo ai suoi inizi ho pensato che, viaggiando nel tempo, quello che appare qua potrebbe non aver vissuto almeno mezzo PKNA.
A questo punto ho pensato che ci potesse essere una sorta di “consiglio dei Razziatori” in cui si radunano tutte le età del Razziatore per decidere sul da farsi.
Ho pensato bene?

Alessandro: Hai pensato bene nella misura in cui è un’ipotesi suggestiva, anche se un consiglio costituito da una molteplicità di repliche d’un individualista parossistico rischia di diventare più inconcludente d’una riunione di condominio. Personalmente direi che l’Organizzazione, dovendo convocare un/il Razziatore, contatti quello che ritiene appartenere al presente soggettivo del proprio continuum. Dopodiché, oltretutto nel marasma del multitempo, chissà chi hanno pescato…

Vii: Una domanda per Sisti: ma Time ø non si scriveva con lo 0 barrato ø? O mi sbaglio io? Sì, lo ammetto, questa è una domanda da vero nerd 😛

Alessandro: Non tanto da vero nerd, quanto secondo me una domanda che rivela come ormai siamo tutti imprintati dalle norme d’una cultura brandizzata. Time 0 si scrive così e non cosà perché quello è il suo marchio registrato, se lo zero non è barrato o se – non sia mai – scrivessi Time Zero, magari non parlerei dell’originale bensì d’un concorrente! Anzi, per sicurezza dovrei scrivere Time Ø © ®, così si evita ogni equivoco. Oppure, finché c’è un solo Time 0 e non si rischiano ambiguità, considerato che quello che credo stia a cuore a tutti è ottenere un certo “effetto di realtà”, perché non ammettere che venga indicato in più d’un modo, come succede di ciò che esiste realmente?

Dapiz, Bramo: Se all’esterno di Time 0 non c’è nemmeno il vuoto, perché quando Pikappa va a recuperare l’ipernodo cammina tra nebbia e nuvole? Esattamente, come si definirebbe lo spazio attorno a Time 0, a quali leggi fisiche è soggetto?

Alessandro: Nebbia e nuvole del non-spazio sono un’invenzione grafica per tentare di dare una connotazione a quel “nemmeno il vuoto” che in effetti non era possibile rappresentare. Qualcosa di simile era stato fatto in Seconda Stesura, anche se a stretto rigore non avremmo potuto lasciare neppure il bianco della pagina non stampata, che è pur sempre spazio vuoto! Per attribuirgli una razionalizzazione, possiamo ipotizzare che si tratti di un’illusione percettiva, poiché i sensi – nostri e di Pikappa – non sono in grado d’accettare d’essere circondati dalla non-esistenza. Lo spazio attorno a Time 0 non c’è, per cui non ha leggi fisiche. C’è invece un campo di stabilizzazione (la bolla che avvolge la base), che agevola il funzionamento delle tute nonché quello del generatore d’universo locale che permette a Time 0 di esistere.

RedLas: Di come sia possibile un sistema di collegamento di Time 0 ad un punto fisso nel vuoto si è parlato spesso, ma finalmente ci hai fornito uno sguardo ravvicinato al cuore di questo sistema, l’ipernodo. Da parte mia, credo di aver capito (nella logica di un fumetto, sia chiaro) il suo funzionamento: non è semplicemente un “gancio” fisso nel vuoto per qualche oscura o non ben definita ragione, quanto piuttosto un punto reso fermo proprio per il fatto di essere “assicurato” e immobile in molteplici piani dimensionali contemporaneamente. Da ciò ne consegue che il “fulcro d’ingaggio” visto in Il giorno che Verrà (PKNA #33, di Francesco Artibani e Stefano Turconi) non sia “l’ancora” in sé, ma semplicemente la “catena” che collega Time 0 all’ipernodo (situato a sua volta vicino al fulcro atemporale). L’ho capita giusta?

Alessandro: Giustissima!!! Al massimo definirei il fulcro d’ingaggio (che se non ricordo male veniva citato anche in occasioni precedenti a Il giorno che Verrà), più come il gancio appartenente alla struttura di Time 0 che come una “catena”, che dà l’idea di qualcosa che ha una sua lunghezza. È un gancio fissato all’ipernodo, che appunto in quanto “iper” è una sorta di pilone conficcato nei molteplici piani dimensionali che ancorano la base. Marginalmente, permettimi di ringraziarti per la specifica “nella logica di un fumetto”, che ci aiuta a ricordare come la nostra sia pur sempre fantascienza, non scienza. Altrimenti saremmo tutti premi Nobel per la fisica!

RedLas: La tuta in fibre nanoelettriche vista in Potere e Potenza è tornata in questo terzo episodio, alla faccia del solito gruppetto di pkers che per questo ed altri motivi lamentavano la mancanza di collegamenti con la storia di Artibani e Pastrovicchio.
Dunque, Alessandro, è stato difficile scegliere di utilizzare questa tuta e riuscire a gestirla, dato che l’avevamo lasciata sostanzialmente già quasi scarica nella storia precedente? Voglio dire, si è capito che senza la Ducklair Tower la suddetta tuta non ha modo di essere ricaricata, e dopo la “scampagnata” nel vuoto da parte di Pikappa si è capito che per quanto riguarda l’energia si sta grattando il fondo del barile, e probabilmente ciò invaliderà il suo utilizzo in futuro. È così, oppure una soluzione, in fondo, voi autori l’avete già pensata e discussa?

Alessandro: È così, e decidere d’utilizzare la tuta nanoelettrica era nondimeno obbligatorio, poiché per quanto quasi scarica è una risorsa di cui Pikappa dispone e sarebbe stato assurdo che non vi ricorresse in un frangente in cui rappresenta l’unica speranza. Ed è normale che chi l’aveva apprezzata in Potere e Potenza desiderasse rivederla in scena, ma la sceneggiatura era già stata scritta (molto prima) e si trattava solo d’avere un po’ di pazienza. Quanto al futuro, anche se la vedremo ridursi ai minimi termini, i lettori tuta nanoelettrica-addicted non disperino: Francesco Artibani, che l’ha inventata, sa già che farne.

Jurambalco: Ho notato che, a livello di punteggiatura, in Gli Argini del Tempo abbondano i punti esclamativi, come da prassi per la storie di Topolino, mentre in PK ci fu un’apertura verso il punto fermo. C’è un motivo particolare verso questa riduzione del punto fermo in questa nuova storia pikappica oppure semplicemente “serviva meno”?

Alessandro: I motivi sono parecchi, tutti riconducibili (qui come in PKNA) a una sperimentazione linguistica e stilistica di cui sono – come si dice – in fase di redemption. Per cui, al di là del dato oggettivo che i lettori meticolosi come Jurambalco hanno rilevato, che effetto vi ha fatto? Preferivate la ricorrenza del punto fermo? È irrilevante, oppure l’alternanza di punteggiatura vi ha dato impressioni e tempi di lettura differenti?

Bramo: Come funziona una “tuta a tempo soggettivo”? Come riesce a permettere ad un soggetto di muoversi in uno spazio del genere?

Alessandro: È sostanzialmente un ripetitore che incorpora chi la indossa nell’area di spaziotempo locale della base. Pensando a quanta energia debba richiedere, sembrava eccessivo supporre che ciascuna tuta creasse a sua volta un proprio micro-universo individuale. Chi porta la tuta diviene in pratica un elemento aggiuntivo della struttura di Time 0 e anche qualora se ne distacchi – supponiamo con un salto – la continuità non s’interrompe grazie al campo di stabilizzazione menzionato prima, che ha funzione di conduttore.

Bramo: Qual è l’esatta funzione dell’ipernodo? È un elemento presente in natura o è stato costruito da qualcuno?

Alessandro: La sua funzione, come dicevo più sopra nella risposta a RedLas, è quella d’un chiodo piantato nel muro delle realtà dimensionali, che si trovano al di là del nulla integrale dov’è nascosto Time 0. È stato “costruito”, anche se il termine a mio parere non rende l’idea della sua natura, che dovrebbe essere quasi intangibile e metafisica. Il principio (ci sto ancora lavorando) è correlato ai modelli di risonanza fra le particelle elementari e giuro che non sto supercazzolando, se vai a dare un’occhiata scoprirai che si tratta d’una faccenda affascinante! A questo punto – e dopo che avrete letto l’ultima puntata degli Argini – se fra noi c’è (come sospetto) qualche fisico o matematico, si chiederà “ma allora il Sisti è un loopista o uno stringhista”? La risposta è “tutt’e due, a seconda di quello che mi conviene per la storia”.

Bramo: Come ha fatto l’Organizzazione ad arrivare a Time 0? Ha sfruttato la cronoesaondazione? Se sì, come questa è stata utile per trovare il comando della Tempolizia ed entrarci dentro?

Alessandro: Sì, ha sfruttato la cronoesondazione, che è stata tanto violenta da spingere un’onda di spaziotempo nel non-spazio / non-tempo di Time 0. Nella linea del continuum questa s’è depositata, appunto come l’acqua portata da un’alluvione, creando il multitempo, mentre nella non-esistenza attorno alla base s’è estinta (vogliamo dire che è evaporata, continuando la metafora idrica?), tuttavia ormai le navicelle appositamente concepite dall’Organizzazione avevano raggiunto il Quartier Generale della Tempolizia e collegandosi alle camere di compensazione come quella da cui esce PK, i cronobanditi hanno potuto invaderla senza neppure il bisogno delle tute a tempo soggettivo… anche se poi hanno preso tutte quelle che hanno trovato, giusto per precauzione.

Bramo: Tra Lost, Ritorno al Futuro e Doctor Who, non ricordo più quale concezione del viaggio nel tempo – e dei cambiamenti che si possono effettuare sul futuro tornando nel passato – abbracciasse PK o, nella fattispecie, abbracciassi tu. L’interrogativo nasce quando vediamo il momento della partenza del cameraman-droidi e del Razziatore: per l’Organizzazione – e più in generale per la tua concezione della materia – il tempo può essere riscritto, posta la possibilità di viaggiare all’indietro? Altrimenti dovrebbero sapere che, se in quel momento si trovano costretti a correrei ai ripari con addirittura due piani, vuol dire che i piani stessi sono stati inefficaci: paradosso? Oppure è una cosa valida in questa particolare situazione di esondazione temporale, con tutti i possibili futuri esistenti contemporaneamente?

Alessandro: Mi sono attenuto alla concezione più semplice, che è poi quella tradizionale usata da film come Timecop, dal ciclo di Terminator o da quello di Ritorno al Futuro, cioè che il tempo ha una linea di relazioni causa-effetto che determinano gli eventi e tornando nel passato ad alterare i nessi causali si modifica il futuro. Ne consegue che quando scegli un segmento del passato sul quale intervenire lo tratti come se fosse un presente (e in effetti è così, perché mentre ti trovi lì lo vivi come tale e le tue azioni portano conseguenze come avviene nel presente) e perciò, come nel presente, ciò che fai può avere i risultati auspicati, come pure fallire. Non è un paradosso (non hai già fallito) e neppure una contingenza speciale legata alla cronoesondazione, quindi non è una cattiva idea munirsi anche di un piano B.
Per concludere, permettetemi di ringraziare Valerio per il suo intervento a proposito del Razziatore. Chi scrive si sforza di capire cosa possano desiderare i lettori che hanno “messo su casa” nella continuity, ma intuirlo è più complicato quando contrasta con ciò che si vorrebbe personalmente e anche chi manifesta il proprio disaccordo non sempre lo motiva in maniera altrettanto organica e costruttiva, fornendo concreti strumenti di scelta. Scambi d’opinione di questo genere sono allora fondamentali per capire in che direzione andare, però purtroppo sono occasioni altrettanto rare e difficili da creare. Fortunatamente si verificano in casi come quello di questo Botta-e-Risposta!

Andrea87: La copertina di questo terzo episodio (Topolino #3104) presenta la Ducklair Tower sullo sfondo ancora al suo posto… copertina generica (magari pensata prima della storia vera e propria), dimenticanza o questione da spoiler?

Claudio: No, nessuna dimenticanza, semplicemente comparendo nelle pagine della storia l’ho re-introdotta nello skyline per dar un senso di ritorno al passato.

Andrea87: In ogni caso COMPLIMENTI per queste stupende tavole!

Claudio: Grazie!

GeneraleZargon: Le tute dei tempoliziotti sono più tecnologiche rispetto a quelle viste in PKNA. È semplicemente un modo alternativo che hai usato per disegnarle oppure sono il frutto di un miglioramento tecnico effettivo nell’equipaggiamento della tempolizia voluto da Sisti?

Claudio: Questa rivisitazione passa dal mio cervello alle mani quasi senza volerlo, son cresciuto in questi anni con suggestioni che vanno dalla saga di Halo a Tron Legacy (qualcuno si ricorda forse la mia storia prequel?).
In ogni caso, come per altri dettagli, è la crescita stilistica a evolvere certe cose. Comunque nella forma resta la stessa: è come esser passati dalle vhs al blu-ray.

Jurambalco: Come ti sei approcciato alla rappresentazione grafica dei tre capi dell’Organizzazione? Che riferimenti erano indicati nella sceneggiatura di Alessandro al riguardo? Hai riguardato l’aspetto della triade al comando vista in Carpe Diem?

Claudio: Non era indicato un vero e proprio riferimento, come per altri dettagli abbiamo semplicemente pensato ad avvicendamenti nel tempo di ruoli o personaggi. Inizialmente si era pensato così, quando poi ci si è resi conto che potevano anche esser rappresentati i primi a comparire in Carpe Diem, la frittata era già fatta: ci son piaciuti talmente tanto che alla fine abbiamo optato per l’ipotesi dell’avvicendamento / evoluzione.

crunch30002003: Domanda scherzosa: cosa hai pensato della micro-censura sulla cover del n. 3104?

Claudio: Sinceramente non me ne sono accorto, pur avendo il giornale tra le mani fin da qualche giorno prima della distribuzione… diciamo che la mia vita ha altre priorità e capisco le esigenze editoriali.

Dapiz: Quando si è deciso di riportare in scena Lyla si è per caso provato un qualche aggiornamento di look così com’era stato per la nuova tuta di Pikappa in Potere e Potenza o non si è mai pensato di rinunciare alla sua apprezzata acconciatura?

Claudio: La silhouette di un personaggio è sacra. Capitasse per un motivo specifico, per esempio per un travestimento o per una ragione precisa, si potrebbe anche fare, altrimenti potrebbe diventare difficile identificare un personaggio con un cambio di look del genere. Pensate solo all’approdo di Lyla in copertina di Topolino che è già in sé un evento, se avesse avuto anche una pettinatura differente sarebbe stato difficile capire chi fosse.

RedLas: La tuta in fibre nanoelettriche vista in Potere e Potenza è tornata in questo terzo episodio, alla faccia del solito gruppetto di pkers che per questo ed altri motivi lamentavano la mancanza di collegamenti con la storia di Artibani e Pastrovicchio. Claudio, come hai affrontato la rappresentazione della suddetta tuta, ideata originariamente da Pastrovicchio? Per esempio, le scariche energetiche rosse che emana di continuo sembrerebbero una tua “personalizzazione” grafica rispetto alla tuta disegnata da Pastro, molto più “tranquilla” (si fa per dire) elettricamente parlando. Giusto? 🙂

Claudio: Sì ho voluto darle dei segni vitali, visto che in alcune mie tavole accompagna Paperinik piuttosto che dirigerlo; avendola quindi attiva mi è sembrato ragionevole che “vibrasse” di energia costantemente.

Bramo: Da dove deriva l’estetica del giubbottino indossato da Lyla in questo episodio?

Claudio: Assomiglia vagamente ad un giubbotto antiproiettile e soprattutto ha dei riferimenti precisi a Blondie di Sucker Punch, mettendo sul dorso i caricatori (e in questo caso anche la pistola).

Bramo: A che cosa ti sei ispirato per disegnare le vedute e le varie parti di Time 0?

Claudio: Non c’è un vero e proprio riferimento, alle volte lascio che la fantasia si faccia guidare dalla sceneggiatura: servivano corridoi e portoni più o meno accessibili, da quelle osservazioni le suggestioni che sono affiorate leggendo la sceneggiatura son state messe nero su bianco (anzi no, il livello della china è trasparente, digitalmente parlando è come inchiostrare sul vetro di una finestra).

Bramo: Quando Pikappa va a recuperare l’ipernodo si muove in uno spazio di nulla assoluto: è stato difficile capire come disegnare lo scenario in cui si muove il personaggio, considerate le proprietà così particolari del luogo?

Claudio: Non è stato semplice ma neanche terribilmente complicato. Come un bambino a scuola, se stai attento quando spiega la maestra metà del lavoro è fatto: la sceneggiatura, come libro di testo, è molto rassicurante e c’è tutto quello che ci deve essere, grazie Alessandro (Sisti)!

Bramo: Parliamo di dressing code da cattivi: che ragionamenti stanno alla base degli abiti indossati dai capi dell’Organizzazione?

Claudio: Come nelle più classiche delle vicende disneyane, ma con un pizzico di 2015 e oltre, tra Mad Max Fury Road e Maleficent, tra estremo oriente, lattice alla Quinto Elemento ma post apocalittico.

argini_del_tempo_cover4

Capitano Amelia: Quando Lyla descrive l’ipernodo accenna al fatto che esiste in diversi piani di realtà ma in nessuno completamente: questa sua descrizione può essere paragonata al paradosso del gatto nella scatola in cui l’animale è contemporaneamente vivo e morto nello stesso tempo? Questa spiegazione di Lyla vale soltanto in questa situazione in cui i futuri sono tutti reali? Se no, visto che nell’universo di PK può esistere soltanto un unico futuro (per quanto mutabile), come si concilia la proprietà dell’ipernodo di esistere in “molteplici piani di realtà” se vi è un unica realtà?

Alessandro: No, stavolta il gatto di Schrödinger non c’entra e neppure l’esondazione temporale. I piani sono quelli di realtà diverse non quanto a una linea alternativa degli eventi, bensì per il maggior numero di dimensioni. In effetti potremmo considerarle una sola che comprende anche la nostra, così come della nostra fa parte quella bidimensionale, e dovrebbero fornire un discreto ancoraggio. Tutto ciò è inevitabilmente supportato da una delle solite teorie, ma preferirei risparmiarti l’ennesimo spiegone, visto che oltretutto finora Time 0 era sempre rimasto al suo posto anche senza approfondimenti teorici. Se t’interessa fartene un’idea evitando d’impegolarti nella geometria differenziale multidimensionale, puoi leggere quel libro delizioso che è Flatlandia di Abbot. Anzi, se già non l’hai letto mi permetto di consigliartelo in ogni caso.

Giordanduck, FearTear, Bramo: Che ci faceva Angus in Nuova Zelanda, se in Potere e Potenza era nella 00Channel e non gli hanno accettato la domanda di dimissioni?
O meglio: Cos’è successo in Paperinik e i Conti con le Realtà? Si è sdoppiato Angus?

Valerio: La trasferta neozelandese di Angus avveniva… nella Macchina del Fangus, scritta qualche mese fa sempre da Sisti per Paperinik Appgrade, e collocata quindi nella dimensione parallela di Universo PK (in cui lui lavorava al Papersera). La possibilità di confondere i lettori è a questo punto da calcolare: si tratta di un tentativo di conciliare i due universi narrativi? Insistere su quella strada cercando di salvare capra e cavoli non è forse una scelta sconsigliabile, in nome di quella semplicità e chiarezza che in questo momento storico per la serie pikappica ritengo siano importanti da difendere?

Alessandro: Per la verità non mi ponevo piani così articolati. L’idea di base era che nel tempo trascorso dalla conclusione di Potere e Potenza Angus avrebbe potuto benissimo accettare un altro contratto nella sua terra d’origine – dov’è credibile che abbia ancora qualche conoscenza – restandoci quanto basta a rendersi insopportabile, per poi tornare con un secondo incarico che al bisogno gli dia più libertà d’azione rispetto a quella che può avere in un network dove ormai, fra Ziggy come superiore e Lyla in una posizione di prestigio, la sua vecchia polemica nei confronti di Pikappa potrebbe non essere gradita. L’analogia con la Macchina del Fangus ovviamente non è fortuita, ma neppure intende imporre una sorta di ricomposizione: semmai tenta d’offrire a ciascuno un appiglio per il proprio immaginario, poiché i lettori, nella loro totalità, a proposito dei due (o più?) universi narrativi nutrono opinioni disparate, tutte ugualmente meritevoli di gratificazione.

Andrea87: Alla fine della storia, il flusso temporale è tornato come era in precedenza o è cambiato ulteriormente e i nostri hanno solo “aggiustato” l’esondazione riducendo le infinite realtà in una sola, ma nuova e inedita (cioè un futuro tutto nuovo da scrivere!)?

Alessandro: Impedendo l’esondazione la linea temporale è tornata com’era, con un singolo futuro che è quello che conoscevamo, poiché non sono intervenute nuove alterazioni a cambiarlo. Fa eccezione Time 0, dato che stavolta l’essere esterna al flusso del tempo, anziché preservarla dagli eventi fa sì che la base della Tempolizia subisca le conseguenze di quanto è successo nel suo continuum separato.

Andrea87: La realtà “esondata” di infiniti e coesistenti realtà alternative ammetteva anche infiniti Paperinik (e tutti gli altri personaggi) contemporaneamente? O ne esisteva comunque una versione sola?

Alessandro: A stretto rigore ammetteva anche infiniti Pikappa, che tuttavia non hanno incrociato quello della nostra linea narrativa. Per fortuna l’infinito è abbastanza capiente.

time0_spaziotempo

Andrea87, GeneraleZargon, Bramo: Come cambia Time 0 senza più l’ipernodo che lo tiene perennemente agganciato fuori dallo spazio-tempo? Dov’è finita di preciso, non si trova più fuori dal tempo? Cambia qualcosa per la Tempolizia? Oppure dato che la cronoesondazione è stata evitata non è successo nulla di tutto quello che abbiamo visto e quindi la base è rimasta nel nulla senza tempo?

RedLas: Ah, mi aggiungo alla coda di altri che hanno fatto una domanda simile, ma aggiungo un dettaglio:
Alessandro, alla fine della storia si afferma che la cronocontinuità è stata ristabilita. Ciò farebbe supporre che tutto sia tornato alla normalità, ma il destino di Time 0 non è chiaro: il “ritorno alla normalità” dovuto al ristabilirsi del normale scorrere del “fiume del tempo” può effettivamente applicarsi anche a Time 0, il quale è situato in un non-luogo fuori dal suddetto “fiume”? Se, come suppongo, la risposta è no, la base della tempolizia si trova ancora alla deriva? E la sala contenente il registro degli eventi storici, prima inalterabili perché al sicuro vicino al fulcro atemporale, sono da definirsi ancora attendibili in seguito allo sconfinamento nello spaziotempo reale?
Se invece la risposta è sì… Com’è possibile, visti gli assunti sopracitati? Cosa sarebbe successo precisamente, l’ipernodo sarebbe ritornato in qualche modo al suo posto in seguito ad un megaparadosso temporale?

Alessandro: A domanda multipla risposta multipla, comunque cercherò di contenermi, perché dopo la sintesi efficacissima che Mason ha saputo fare delle mie risposte precedenti m’è venuto il dubbio d’essere un tantino verboso.
Allora: sganciato dall’ipernodo, Time 0 è finito nell’universo reale, nel quale spazio e tempo sono come li conosciamo. Presumibilmente è nel 23° secolo e da qualche parte nel sistema solare, in quanto quella è l’epoca in cui è stato costruito e possiamo immaginare che una simile struttura non sia stata assemblata su una superficie planetria. Allestirla nel vuoto e trasferirla nel non-luogo dov’è situata era tecnicamente più funzionale. Nonostante la cronoesondazione sia stata evitata, ciò che è capitato a Time 0 non è stato cancellato dal ristabilirsi del flusso temporale corretto, poiché – come dicevo ad Andrea87 – se di solito la base è al sicuro dai cambiamenti della storia perché quello che la altera non ha effetto lì, per la stessa ragione le soluzioni che ripristinano la linea del tempo non annullano i deterioramenti che Time 0 subisce fuori di essa. Le conseguenze per la Tempolizia sono che finché non verrà sintetizzato un nuovo ipernodo per ricollocare il quartier generale fuori dallo spaziotempo, il registro degli eventi storici, le cassette di sicurezza atemporali e tutto il resto saranno vulnerabili da eventuali attacchi. D’altra parte non è la prima volta che la Tempolizia si trova nella necessità di riparare la propria centrale e se io dirigessi il Ministero dello Spaziotempo, d’un meta-oggetto critico come l’ipernodo terrei senz’altro di riserva un “pezzo di ricambio”. Non sono stato tanto succinto, eh? Portate pazienza.

FearTear: Come e quando ha fatto Lyla a scoprire le coordinate esatte di data e luogo in cui sarebbe partita l’esondazione?

Alessandro: Gliele ha mostrate il cronocomandante nel terzo episodio, pag. 24, vignette 1 e 2. In effetti lo strumento che le riporta non si nota un granché nell’inquadratura, però Lyla lo ha visto bene.

FearTear: Perché Lyla ha voluto prelevare a tutti costi l’ipernodo, se nemmeno era sicura di cosa avesse causato l’esondazione? (a pag. 21 Lyla si rende pure conto che alla fine sarebbe bastato ritoccare il macchinario).

Alessandro: Perché s’aspettava che all’origine del fenomeno ci fosse qualcosa di molto più impegnativo da contrastare.

Feartear: Perché Lyla non ha manomesso subito quella dannata macchina, invece di raccontare un sacco di frottole allo scienziato (che tra l’altro aveva capito subito fosse il Razziatore travestito)?

RedLas: Lyla non avrebbe potuto, conoscendo luogo e ora precisi dell’evento scatenante della cronoesondazione, fare un sopralluogo preventivo per valutare la situazione, prima di compiere un gesto tanto avventato come mandare alla deriva Time 0 solo per ottenere l’ipernodo, che forse non le sarebbe neppure servito? Che poi non siamo nemmeno tanto distanti dalla realtà, visto che, se non fosse stato per il Razziatore e l’ingenuità dei nostri due protagonisti, sarebbe davvero bastato manomettere la macchina (o direttamente distruggerla) per evitare lo scatenarsi dell’anomalia.

Alessandro: Lyla non ha fatto in tempo a manomettere la macchina. Distruggerla sarebbe stato più rapido, ma dato che si trattava d’intervenire su un accadimento “storicizzato”, da brava tempoliziotta ha optato per una soluzione di basso profilo. Dopodiché, compreso che il falso scienziato era in realtà il Razziatore, non si trattava più solo d’impedire l’attivazione della macchina, ma anche di bloccare il cronopirata. Poteva compiere un sopralluogo preventivo? Forse, invece ha preferito passare subito all’azione, per la stessa percezione d’urgenza e pericolosità della situazione per cui ha portato con sé l’ipernodo, ritenendolo una risposta sicuramente definitiva a qualunque cosa dovesse affrontare, nonché per la collaborazione negata dal cronocomandante, che l’ha spinta a credere di dover fare da sola e di doversi attrezzare al meglio. È stata davvero un’ingenuità? Può essere, nel caso mea culpa.

FearTear: Come fa Pikappa a sapere che l’Organizzazione voleva distruggere Time 0 (pag. 38, seconda vignetta) se quando lo hanno detto (pag. 12, seconda vignetta) lui non era presente?

Alessandro: Non lo sa né lo indovina. Si limita a sostenerlo, ritenendolo credibile come alternativa alla resa da parte dell’Organizzazione. Quello che gli interessa è respingere le accuse per togliersi dai pasticci.

FearTear: Pur sapendo che Time 0 è alla deriva, e pur sapendo che sono stati loro a causarne la deriva rubando l’ipernodo, Pikappa e Lyla preferiscono dare più importanza all’incompetenza del cronocomandante (pagg. 38 e 39)?
Perché, poi? Cos’avrebbe fatto di tanto incompetente e tanto grave? L’esondazione non poteva prevederla, così come non poteva prevedere l’assalto dell’Organizzazione! Quelli che ne escono come i peggiori, e mi dispiace dirlo, sono proprio PK e Lyla!
Con questo mi riferisco a quando i due tempoliziotti chiedono a PK e Lyla di venire con loro perché sospettano che abbiano rubato l’Ipernodo (giustamente) … e PK, invece di prendersi le sue responsabilità e ammettere di aver commesso l’infrazione (infrazione grave, da come i tempoliziotti ne parlano), svia la colpa sull’Organizzazione e dirotta l’argomento della discussione sul cronocomandante.
Sarebbe come se un bambino rompe un vaso prezioso, la mamma lo sgrida, ma il bambino risponde “Perché proprio io? Perché non può essere stato il cane? E comunque non sarebbe successo se tu non avessi comprato il vaso e non l’avessi messo proprio lì in bilico” e la mamma se ne lava le mani.

tempolizia

Alessandro: Quando una domanda non riguarda i fatti (più o meno immaginari), ma una loro interpretazione soggettiva, temo che nessuna risposta fornisca un chiarimento adeguato. Dal mio punto di vista il cronocomandante ha agito come il sergente d’una squadra di commandos, illudendosi di risolvere tutto con un’adeguata potenza di fuoco e senza alcun pensiero strategico, tanto da non ascoltare chi sulla situazione aveva più informazioni di lui. Roba da corte marziale. Lyla – che tutto sommato ubbidisce a una programmazione – si sarebbe anche assunta le sue “responsabilità”, viceversa PK ha messo a confronto quanto ha fatto (e con successo, a prescindere dall’aver causato a Time 0 un danno del quale peraltro lui non è responsabile) con ciò che sarebbe avvenuto aspettando la reazione del cronocomandante e ha deciso che non gli andava d’assumersi una colpa. L’alternativa era quella di protestare “È stata Lyla, io non c’entro”, ma per riprendere invece la tua metafora, è come se un bambino rompesse un vaso prezioso allo scopo di salvare la vita alla nonna (riuscendoci anche se non sarebbe stato necessario rompere il vaso), dopodiché la mamma – in attesa della quale la nonna sarebbe ampiamente defunta – lo sgrida, ma il bambino la invita con filiale devozione a tornare sul divano a guardarsi “Patemi” e a smetterla di rompere. Secondo me esistono buone speranze che un bambino così cresca bene, nondimeno prendo atto che ci sono lettori che possono pensarla come te e ne terrò conto.

Portamantello: Agganciandomi alla domanda precedente, vorrei spostare l’interrogativo dal piano morale a quello narrativo. Il problema è che la faccenda della legalità del dinamico duo viene sbolognata in modo veloce, ma si trattava di una componente narrativa presentata già dal secondo episodio (con quel tempoliziotto su cui si è speso un po’ di tempo ma che poi è finito nel nulla) e che, viste le conseguenze in-world, avrebbe meritato qualche conseguenza od almeno qualche sviluppo più elaborato. Avevi inizialmente in mente di dedicare più tempo all’aspetto “Tempolizia vs. Paperinik”, ti sei ripromesso di approfondire le conseguenze di questi eventi nei rapporti tra le due parti in future storie oppure era semplicemente un elemento funzionale a quei passaggi degli Argini del Tempo e basta?

Alessandro: Avevo e ho tuttora in mente (se ne avrò l’occasione) d’approfondire i rapporti Tempolizia-PK, nonché di riportare in scena il tempoliziotto del secondo episodio che qui fa solo un’apparizione marginale, perché a mio avviso Pikappa si trova da sempre – e si troverà – in situazioni in cui ogni volta deve rileggere i propri presupposti e decidere cos’è importante, laddove la Tempolizia non può che diventare più dogmatica e integralista. I suoi rappresentanti non hanno semplicemente delle leggi di cui garantire l’osservanza: hanno in custodia la Verità della Storia (con le maiuscole), che non deve cambiare. Non è una visione sbagliata, nondimeno una struttura di pensiero tanto rigida non può che diventare fragile ed essere messa ancora e più profondamente in crisi.

FearTear: Nelle prime tavole del quarto episodio l’Organizzazione viene sconfitta sostanzialmente grazie a uno scossone e degli scatoloni gli cadono in testa mettendoli KO: come mai questa soluzione narrativa, forse un po’ troppo rapida considerando il calibro dei cattivi in questione?

Alessandro: Veramente voleva essere un vero e proprio terremoto, che rovescia e sconvolge Time 0 facendone crollare i pesanti macchinari (cfr. “gli scatoloni”), con esiti che sono peggiori per l’Organizzazione, confinata nell’ambiente relativamente ristretto della sala degli Eoni, che non per i tempoliziotti, i quali oltretutto si trovano in uno scenario che conoscono bene e riescono a riprendersi per primi.

Valerio, Bramo: Non ho ben capito quale fosse in fin dei conti il senso delle azioni del Razziatore. Se non sbaglio è stato assunto dall’Organizzazione per accertarsi che la crono-esondazione andasse a buon fine. Ma qual era il suo scopo effettivo? In questo mix tra bontà e cattiveria temo di aver perso completamente il bandolo della matassa. Il suo status quo sembra essersi effettivamente resettato e questo non sembra proprio lo stesso Razziatore che mesi fa ha aiutato PK a sconfiggere gli Evroniani.

Alessandro: Il suo incarico era d’impedire che Lyla e PK fermassero la cronoesondazione. Ha tentato di farlo, però a un certo punto è stato chiaro che non poteva portare a termine la missione ed è tornato a comportarsi secondo scelte autonome. Ammetto che mi sfugge in cosa il suo status quo vi sembri resettato, considerando come anche in Potere e Potenza prima agisce da alleato, poi s’impadronisce del biogeneratore e infine ci ripensa, il tutto sempre a propria esclusiva discrezione. Anche a una rilettura abbastanza attenta, questa è l’impressione che ne ho avuto. O stavolta è a me che sfugge qualcosa? Pur mettendo da parte la mia personale visione del nostro cronopirata, credo sia proprio vero che – se posso ancora citare Mason – il Razziatore fa il cavolo che gli pare.

angus_fangus_nz

Portamantello: Hai già risposto sulla sovrapposizione di tematiche fra questa storia e Paperinik e i Conti con le Realtà. Ora, facendo miei i dubbi anche di altri utenti, vado più nel dettaglio: visto che, da una risposta data su questi lidi, mi è parso di capire che Gli Argini del Tempo sia stata scritta PRIMA di Potere e Potenza (ho capito giusto?), e visto che Angus a fine storia torna dalla Nuova Zelanda e guarda caso lì era finito alla fine della Macchina del Fangus, è possibile che la trama degli Argini fosse stata in un primo momento pensata per essere pubblicata su Paperinik Appgrade e per inserirsi e/o chiudere il tuo ciclo di storie pikappike ivi pubblicato? Se sì, quali sono stati i cambiamenti maggiori apportati alla storia, a parte gli ovvi riferimenti a Potere e Potenza come tuta e Ducklair Tower? Se no, c’è comunque una qualche continuità logica che lega le due storie o sono solo frutto delle – per usare un termine tuo, eh! 😛 – tue fissazioni?

Alessandro: Non esattamente PRIMA: quando ho scritto Gli Argini del Tempo, di Potere e Potenza avevo letto un soggetto, altrimenti dove avrei preso la tuta nanoelettrica? Allora m’è parso che bastasse a capire in quale direzione andava la storia di Francesco e se così non era non posso che dolermene, anche se non ne sono del tutto persuaso. La mia era destinata fin dall’inizio a Topolino, dunque non ha subito particolari cambiamenti se non qualche richiesta di piccole modifiche o d’inserimenti, come spesso capita a qualsiasi sceneggiatura. Fra gli Argini e i Conti con le Realtà non c’è una continuità intenzionale, per quanto sia possibile che le mie fissazioni – sei liberissimo di definirle così, ci mancherebbe, ma ti ringrazio per la cortesia nel sottolineare che l’ho fatto io per primo – abbiano influito su entrambe.

RedLas: Il Razziatore che vediamo nelle vesti di finanziatore di Hogg è stato mandato dopo la fuga di Lyla e Paperinik da Time 0 con l’ipernodo (e quindi dopo averli incontrati nel secondo episodio), per fermarli e assicurarsi personalmente dell’avvio della macchina, oppure è sempre stato lui, fin dall’inizio, a causare la cronoesondazione attivando la suddetta?
Sinceramente io ho delle perplessità per entrambe le ipotesi: nel primo caso (nel quale si dovrebbe constatare che, in origine, la cronoesondazione fosse stata causata per errore dallo stesso Hogg in seguito al collaudo della sua invenzione), non vedo quando i capi dell’Organizzazione possano aver avuto modo di contattare il Razziatore e di spedirlo a fermare il Pikappero e la tempoliziotta, in mezzo alla confusione della battaglia in corso; nel secondo caso mi verrebbe da chiedere come l’Organizzazione avesse potuto venire a conoscenza della macchina di Hogg e delle sue impensabili “potenzialità” prima ancora che entrasse in funzione, dato che nemmeno la tempolizia sospettava nulla. Inoltre, sempre per quanto riguarda quest’ultimo caso, dovremmo supporre che il Razziatore incontrato dai due protagonisti nello scantinato di Hogg sia una versione “passata” dello stesso, che ancora non ha mai vissuto gli eventi del secondo episodio?
(Non faccio domande sul fatto che, in ogni caso, tutto ciò dovrebbe causare un enorme paradosso temporale, perché in questi anni si è capito che nel mondo pikappico la logica temporale è, appunto, logica fino ad un certo punto :D).

Alessandro: Per come l’ho pensata io, la successione degli avvenimenti è quella che segue: Hogg (nel passato “originale”) attiva la sua macchina, che inizia a generare lo spaziotempo in eccesso. Il fiume del tempo non straripa subito, deve raggiungere una soglia critica e poi comincia a espandersi in modo progressivo, formando un delta come una piena. Per questo quando Lyla e Pikappa avanzano a velocità ridotta verso il futuro non incontrano alterazioni fino alla fine del 21° secolo, qualche decennio più tardi. Per contro, dal 23° secolo l’Organizzazione rileva per prima l’avvicinarsi della cronoesondazione e ne localizza l’origine, ma appurare cosa l’abbia prodotta è secondario rispetto all’impellenza di sfruttare l’onda temporale in arrivo e conquistare Time 0. Lyla e PK arrivano alla base e vengono scoperti: a questo punto l’Organizzazione decide di fermarli prima che scendano in campo e invia i falsi cameraman e – qualora falliscano – il Razziatore con l’Ablatron e tutte le informazioni in loro possesso sulla cronoesondazione. Il Razziatore quindi entra in gioco in seguito all’inizio del fenomeno, che non ha causato lui, e precedentemente all’incontro nella seconda puntata. L’Organizzazione non lo convoca nella confusione della battaglia, bensì appena prima: solo dopo la sua partenza i capi apprendono della fuga dei tempoliziotti. Il Razziatore attira Lyla e PK nella sua trappola, tuttavia viene sconfitto. Perciò riparte verso la fonte della cronoesondazione, ne scopre la ragione e cerca di portare via Hogg e la macchina prima che anche Lyla e PK giungano lì. Non sa se abbiano o meno le coordinate, però è irrilevante, potrebbero scoprirle. Hogg recalcitra, per cui il Razziatore decide di metterlo fuori combattimento e attivare la macchina, ma trova Lyla e PK e succede quello che succede. Mi pare funzioni e auspico d’essere riuscito a dissipare le tue perplessità.
Alessandro: Questo era il nostro ultimo Botta-e-Risposta e tengo a ringraziarvi tutti, per le preziose opinioni a proposito della punteggiatura (certo che ho letto i vostri interventi e non solo a tale riguardo! In gran parte li ho anche copiati e salvati) e per tutto questo irripetibile scambio di pareri e commenti. Negli anni quello di Pikappa è diventato un universo condiviso, che appartiene a chi lo legge non meno che a chi l’ha scritto. La condivisione è l’unico modo per dargli un futuro da cui tutti si possa essere appagati. Quindi grazie di cuore e – mi auguro – a una prossima volta.

Bramo: Disegnare un buco nero, istruzioni per l’uso 😛
Più nello specifico: in che modo hai deciso come rappresentare l’interno del buco nero creatosi nel climax del quarto episodio? Da dove deriva la scelta di deformare il corpo dei personaggi e di mostrare addirittura più Paperinik contemporaneamente? Hai guardato alla realizzazione estetica di alcuni film in particolare, ti sei basato su alcune descrizioni scientifiche o hai seguito suggerimenti di Sisti?

Claudio: Una buona parte deriva dalle descrizioni del buon Alessandro, poi grazie a qualche documentario e ad Interstellar di Chrisopher Nolan ho avuto le ultime suggestioni.

Bramo: Non solo lì, ma soprattutto nelle ultime tavole per mostrare lo sbigottimento sul volto di Pikappa hai utilizzato alcune soluzioni grafiche avvicinabili all’estetica manga, influenza già avvertibile ai tempi di PKNA. Come mai questa contaminazione grafica? Quando è sensata, secondo te?

Claudio: Non c’è una vera volontà, è del tutto involontario, si uniscono le suggestioni dell’intrattenimento che mi ha nutrito e mi nutre, oggi come allora.
Domani forse le influenze saranno altre: il mio non è scimmiottamento ma naturale evoluzione o rivoluzione, non è un viaggio univoco ma una galassia di “cose emozionanti”.
Il bimbo interiore è onnivoro e continua a darmi suggerimenti diversi giorno per giorno, la prossima storia di Topolino sarà una cosa totalmente diversa, quella dopo ancora e così via verso l’infinito e oltre ; )