Topolino e il Raggio di Atlantide

“Atlantide… io, un giorno, la troverò!” diceva Eurasia Tost dalle coste di Rodi e da quel giuramento sono passati -almeno per noi lettori- più di dieci anni. E sì, tanto Atlantide aspetta, chissà dove, da millenni e dieci anni in più o in meno non fanno la differenza… ma viene comunque da chiederselo: quel giorno è finalmente arrivato?

Questo è il genere di domande che *non* avete, per fortuna, posto ad Andrea Castellan, grazie al nostro collaudato Botta&Risposta che vi ha permesso di porre dubbi e chiarimenti o chiedere retroscena e curiosità riguardo la sua ultima fatica, Il Raggio di Atlantide.

Per chi non fosse avvezzo, è d’obbligo un’occhiata ai nostri precedenti “B&R”. Come in passato abbiamo selezionato e spedito le vostre domande direttamente all’attenzione di Casty, che ha dato il suo responso dopo il finale di questa avventura.

Doverosa è l’introduzione del Castellan: OoOh, benvenuti a questo bott’ e rispost’: questa volta i monelli del Sollazz’ sono stati più pertinenti che impertinenti e quindi ho risposto volentieri, anche perchè le sapevo tutte 🙂 Iniziamo!

 Valerio, Topolino sbarazzino: Il ciclo di Atlantide nasce nel 2005 con Topolino e il Colosso di Rodi. Ma quando è stato concepito questo progetto e come si è evoluto nel tempo? Cosa è successo in questi dieci anni e cosa succederà in futuro?

Casty: Tutto parte circa dieci anni fa, subito dopo Il Dono di Xamoc, allorché proposi all’allora vicedirettore Ezio Sisto di mettere in continuity le successive avventure con Eurasia, che avrebbero avuto come fulcro la ricerca di Atlantide. Misi giù un progetto dettagliato, piacque, e si partì con Il Colosso di Rodi. Purtroppo da lì a poco accaddero un paio di cose imprevedibili: ci fu Sisto che ebbe un grave incidente e lasciò la direzione, e cambiarono pure vertici e strategie dell’azienda. Il ciclo di Atlantide non fu quindi riconfermato (ma son cose che accadono comunemente, eh!) e tutto finì in un cassetto.
Dieci anni dopo, il vento è nuovamente girato e c’è questa nuova occasione per ripartire: alcune cose del progetto originale sono cambiate (anche perché il mondo è cambiato: dieci anni fa non erano d’uso comune smartphone, google maps, ecc), ma nella sostanza l’ossatura delle avventure è la stessa che avevo progettato a quel tempo.

Portamantello: Ricollegandomi alla domanda precedente, parliamo un po’ del piano del diabolico Casty per questo ciclo. Hai già in mente il punto di arrivo di questo lungo viaggio di Eurasia? Ovvero: hai già definito il “mistero” di Atlantide e le avventure che vi ci porteranno o vai più a braccio? Anche se la continuity tra le varie avventure è abbastanza lieve, o almeno non prevaricante, possiamo aspettarci che in un futuro gran finale vedremo convergere tutti gli “elementi” delle storie passate come Trevegean, l’oricalco, l’Occhio di Fuoco ecc.? Non chiedo spoiler, ovviamente, voglio solo sapere quanto hai già definito e se, quando pensi al tuo masterplan, esplodi in risate malvagie.

Casty: Che bello, mi fa piacerissimo che ricordi Trevegean, perchè è uno dei punti delle “Miniere” che al tempo non ho potuto sviluppare (eh, me la chiusero di botto) e che, anche così, faceva comunque intuire che i “colossi” in uso ad Atlantide erano più d’uno.
Sì, il masterplan (muaa ah ah) c’è, e c’è dai tempi di Rodi, ma ovviamente molte cose sono cambiate/possono cambiare in corso d’opera: considera infine che se il ciclo piace avremo molte storie, se invece no magari chiudiamo alla prossima 🙂 Io sono pronto per qualsiasi evenienza.

Giordanduck: Sì, però… Atlantide, nelle storie di fantasia, è stata scoperta un numero infinito di volte. Cosa si può davvero ancora aggiungere a questo filone?

Casty: Eh sì, anzi addirittura i francesi a Euri gliel’han già fatta scoprire assieme a Minni(?!?!) e quindi il tema è tutt’altro che originale.
Diciamo che questo ciclo si propone di aggiungere una certa plausibilità scientifica al tutto, utilizzando un tono abbastanza “serio” (serio per Topolino, intendo), integrando anche le scoperte fatte negli ultimi anni.

Giordanduck: La tua storia si legherà a qualcuna classica della Disney?

Casty: No, non si collegherà ad alcuna storia Disney precedente, nè tantomeno ad altre continuity: troppo facile sarebbe, per esempio, chiedere l’aiuto della Macchina del Tempo di Zapotec!

Valerio: In effetti come mai Topolino, Paperino, Pippo e Fantomius trovano Atlantide tante volte ed è sempre diversa? E’ per via delle colonie? Mi puoi spiegare un po’ meglietto, come se fossi solo un coniglietto sciocco? Dai…

Casty: Eh, ma se spiego tutto poi rovino la sorpresa… 🙂
Diciamo che la grossa impresa è quella di riuscire a scrivere una serie di storie avventurose, fruibili anche singolarmente (come questa), che però alla fine, messe assieme, abbiano una loro coerenza.

cianfa88: Tra le mille ipotesi su Atlantide, come mai ha scelto proprio questa sul lago interno africano?

Casty: Per questo “reprise” di Euri, a cinque anni dall’ultima storia, volevo che per i lettori nuovi fosse ben chiaro che si tratta di una serie avventurosa, nella quale vedremo posti esotici e scopriremo monumenti e città perdute: l’Africa è da sempre il set più caratteristico per questo genere, e quindi (ri)cominciamo da qui.
Poi ovviamente ci saranno avventure in altre parti del mondo, e alcune avranno magari più un tono da thriller o da intrigo internazionale.

Topolino sbarazzino: Da quali miti di Atlantide nello specifico hai preso ispirazione per questa storia? Quali sono state le tue fonti?

Casty: Per l’intero ciclo di Atlantide ho raccolto (e tuttora raccolgo) tutto il materiale interessante che mi capita sottomano: e non cerco solo notizie mysteriose, ma anche fatti di cronaca, eventi storici ecc. che poi magari riesco a relazionare. Per questa storia in particolare lo spunto partiva da una intrigantissima immagine, che era più o meno questa:

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da lì è iniziata una ricerca che mi ha portato a sapere di Antinea, di Esperia e di tante altre cose.
Fondamentale un bellissimo articolo sul misterioso “Shamir”, che nella storia è diventato l’ “Occhio di fuoco”.
<<Lo shamir, secondo la mitologia ebraica, fu forse, quindi senza certezza per la traduzione, una sorta di “verme” leggendario che tagliava le pietre per il Santuario. Altre fonti ebraiche indicano con quel nome un mistico strumento usato da re Salomone per la costruzione del tempio, al posto degli strumenti di ferro.>>
Ecco un link, per chi vuole saperne di più.

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Topolino sbarazzino: Ci sono invece alcune di queste informazioni che non hai potuto inserire nella versione definitiva della storia?

Casty: Sì, anzi, è più la roba che è rimasta fuori che quella che effettivamente è stata inserita.
C’era per esempio un bellissimo articolo su una “Stonehenge” in Marocco, che s’incastrava a perfezione con l’argomento della storia e si ricollegava pure alle vicende delle Miniere di Fantametallo (eccola qua)

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oppure c’era tutto il discorso sulla misteriosa tribù dei Dogon e le loro inspiegabili conoscenze dell’astronomia.

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..o anche queste misteriose sculture in pieno Sahara:

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Però alla fine non puoi mettere tutto, in una singola storia: per cui …cernisco, e uso solo quello che mi serve.

Portamantello: Espandiamo un attimo quest’ultimo punto. Come si “trasforma” questa mole di informazioni dalla fase di ricerca al prodotto finito? Come riesci a trovare in fase di sceneggiatura l’equilibrio tra le info da includere e quelle invece da tagliare fuori?

Casty: Si parte dal fatto che hai una storia, UNA, da raccontare e devi quindi mettere solo e soltanto le informazioni necessarie al suo svolgimento: anzi, dove possibile, si cerca addirittura di “elidere” lasciando al lettore il compito di fare alcuni collegamenti.
Considera che su Topolino lo spazio non abbonda, e non c’è quindi la possibilità di divagare per il gusto di farlo.

Portamantello: Ma non c’è il rischio, con tutto questo testo e queste info, ci si lasci un po’ prendere la mano? Non è che poi, se l’autore si diverte troppo in fase di ricerca, finisce con l’appesantire l’avventura?

Casty: Uh, mi piace rispondere a Portamantello perché è sempre incline a …”perdere la fede”(ah ah!) e devo quindi ogni volta rassicurarlo sul fatto che (per il momento) non mi sto ancora rimbambendo… :-))
Nel merito, questa non è un’avventura “al cardiopalma” (ti ricordi, tipo, la Marea dei Secoli? Lì appunto dicesti che tutto avveniva troppo freneticamente): nel Raggio c’è un clima (all’inizio) estremamente sereno, anzi addirittura pare che i nostri se ne vadano a fare una tranquilla gita sul fiume: si parla, si scherza, ci si gode il tramonto… E’ una storia che, come si suol dire, “si prende i suoi tempi”.

Dapiz: Insomma, abbiamo capito che le tue storie sono colme di riferimenti a teorie storiche o scientifiche più o meno strampalate, ma tu fino a che punto credi a quelle più “fringe”?

Casty: Be’, l’Uomo ha -DA SEMPRE- la presunzione di essere a un punto in cui ormai sa TUTTO, e scrive enciclopedie e trattati con toni molto assertivi su questo e su quello e su quell’altro. Specialmente sulla Storia. In realtà io credo che non si finisca mai d’imparare e di scoprire, anzi, credo che abbiamo appena incominciato e suppongo che fra un paio di secoli i nostri discendenti sorrideranno vedendo come veniva raccontata la Storia oggi.

Dapiz: E c’è una qualche lettura o visione che consiglieresti a chi vuole farsi un’idea su queste tematiche?

Casty: Ehm no, non mi sento di consigliare nulla anche perchè il rischio -spessissimo- è di incappare in articoli/libri fuorvianti e sensazionalistici, che hanno l’unico scopo di far colpo sfruttando la credulità della gente. Io di solito procedo cercando info in rete su un argomento, poi ne cerco le varie versioni, da quella più strettamente scientifica fino a quella palesemente farlocca, e cerco di farmi un’opinione. Poi, ovvio, in quanto autore mysterioso prediligo la versione più fantasiosa, ma questo non significa che ci credo. Ho in programma anche una storia sulle scie chimiche, per dire :-))

Topolino sbarazzino, Capitan Amelia: Continuiamo con le ispirazioni! L’idea di Demopolis stessa, una città di scienziati con lo scopo di rivoluzionare l’urbanistica ci ha ricordato vagamente il progetto EPCOT, tra l’altro già alla base dell’idea dell’Avangard City di Darkenblot.

Casty: Si’, anche EPCOT, ma diciamo che Demopolis in fondo è l’ennesimo, eterno sogno di costruire una città “perfetta”: è un tema ricorrentissimo fin dai tempi antichi, tanto che per esempio proprio il racconto di Platone su Atlantide è considerato l’archetipo di quelli sulla “società ideale”.

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Dapiz: Anche di città tecnologicamente all’avanguardia ma nascoste agli occhi del mondo è piena la narrativa, però la collocazione africana di Demopolis mi ha fatto tornare alla mente un’altra città ipermoderna, sempre perduta ma per altre ragioni: Wondercity. Ti dice nulla?

Casty: Uh, adesso sì! Era un fumetto di qualche anno fa, di cui ho visto gli screenshots che però non ricordo di aver mai letto… Mi sembrava molto bello, in effetti.

Vii: A proposito, l’ispirazione a Demopolis è dovuta solo alla fantasia di idee e temi come quelli citati o è esistito davvero qualcosa di simile, in Africa o altrove, dopo la II Guerra Mondiale?

Casty: Che mi risulti, non è esistito nulla di simile.

The Blue Thunder: A me, invece, la città per la comunità, fondata da grandi menti e lontano dal mondo esterno, ha ricordato la fittizia Rapture della celebre trilogia di videogame Bioshock, soprattutto per le tecnologie all’avanguardia rispetto ai tempi, i metodi alternativi per immagazzinare energia, la politica etc etc. mi spingo forse troppo in la con la fantasia?

Casty: Uh no, anzi.
Mi sono imbattuto in immagini di Rapture mentre cercavo ispirazione per le architetture di una città utopica sottomarina e…ne sono rimasto fulminato. Tutto (TUTTO!) nei due Bioshock sottomarini è assolutamente geniale, dall’idea di base al design, ecc.
E quindi…

The Blue Thunder: A proposito, che il celebre Castellan ogni tanto prenda il mano il joypad? Come è il tuo rapporto con la ludicità, che al Sollazzo piace tanto?

Casty: …non ho potuto fare a meno di giocarci! Io sarei potenzialmente un gamer appassionato, ma purtroppo mi manca il tempo: pensa per esempio che ho giocato solo l’anno scorso a Syberia (il primo!!!), dopo anni e anni che ce l’avevo sul desktop.
Il prossimo che vorrei fare è appunto Bioshock 3.
Negli spensierati tempi passati invece son riuscito a farmi tutti i Tomb Raider (compreso l’ultimo, il reboot) e sono (ero) poi un grande appassionato di Caesar (3 e 4).

The Blue Thunder: Ma tornando alle ispirazioni… I riferimenti a cose e persone del nostro mondo NON sono casuali? Personalmente ho trovato alcuni punti in comune tra Abelard Monk III e un noto italico cavaliere del nord…

Casty: Uh, argh, per carità, non tiriamo in ballo il Berluscon’ che poi succede come per gli Ombronauti… No, non c’è assolutamente nessun riferimento a qualcuno in particolare: anzi, io dico sempre che i riferimenti ce li vediamo NOI, ADESSO, ma tra vent’anni magari uno leggerà di Monk e dirà: “Toh, è UGUALE a XXX che governa adesso, Casty profetico ecc…” Perché in realtà è tipico di chiunque ambisca a dominare il mondo prendere il monopolio dei media: e Monk, per conto suo e delle Lepri Viola, lavora in questo senso.

Mark: Invece il nome “Monk” è ispirato all’omonimo telefilm giallo degli anni ’90 o l’omonimia è una casualità?

Casty: No, non conosco la serie di cui parli ed è quindi una coincidenza.

Jeda: Mentre leggevo la seconda parte de Il raggio di Atlantide, mi è tornato in mente il film Atlantis – L’impero Perduto: ho notato alcune somiglianze, al di là dell’argomento principale. Questa è una mia lettura personale:

Miss Wanda = Kida
Abelard Monk III = Rourke
Occhio di fuoco = Cuore di Atlantide

Anche lo svolgimento mi è sembrato simile. E’ stato un caso o… un’ispirazione?
P.S. Sono la ragazza che ti ha offerto un mochi alla fragola alla fiera di San Donà!

Casty: Ciao! 🙂
Ho visto Atlantis al tempo della sua uscita e mi è piaciuto tantissimo: in particolare la colonna sonora, assolutamente meravigliosa.
Da allora non l’ho più rivisto. Ci possono essere dei punti in comune, sicuramente, ma non sono intenzionali: nelle storie di questo genere ci sono spesso degli elementi “classici” che ricorrono.

Paperlallo: Casty, confessi: a cosa si è ispirato per il combattimento nel deserto con la dinamite?

Casty: Be’, i nostri non portano armi, e nella storia si trattava di riuscire a fermare un sommergibilone corazzato: esclusa l’ipotesi di risolvere la cosa a …mitragliate, arriva quasi spontanea l’idea di utilizzare arco, frecce e candelotti. Era comunque una scena un po’ forte, per i canoni di Topolino, e quindi ho cercato dove possibile di sdrammatizzare (per esempio, i candelotti fanno “BUM!”, onomatopea un po’ buffa e retrò): non è stata una sequenza facile da realizzare.

Valerio: Ma tutto quel ghiblume? Laputa? Conan? Mononoke? Nausicaa? I bambini nella nella foresta? Il sottomarino delle sabbie? Cosa fai, plagi? Ti ispiri? Dai, mappaci tutto il tuo pacchetto riferimenti ghiblosi, che la gente deve sapere!

Casty: Eh? Uhm, io non ci trovo dello “specifico” ghiblume (nel senso di palese plagio), in questa storia: c’è molto “spirito Ghibli” sì, ma sono appunto temi che ho a cuore da sempre. La sfida è infatti sempre quella di riuscire a trovare dei modi diversi e ugualmente appassionanti per raccontare quella che in fondo è sempre la stessa storia, ovvero la sfida tra piccoli e coraggiosi eroi e perfidi nemici dotati di grandi mezzi.
Poi, ok, io sono un grande appassionato delle storie che citi: mi piace, giusto per fare un esempio nel merito, il fatto che quando nelle storie di Miyazaki un robottone tira un raggio contro un carrarmato si vede sempre che i soldati ne escono, prima che esploda, e non muore nessuno.
Di palo in frasca, vedo poi che alcuni si “lamentano” del cliffhanger finale: be’, la storia in realtà finisce con la vignetta della lavata di capo. L’ultima pagina va vista un po’ come hai presente al cinema quando aggiungono un pezzettino dopo i titoli di coda? Oppure come nelle storie del Gott, quando nell’ultima vignetta accadeva una cosa che avrebbe portato all’avventura successiva.

Topolino sbarazzino: Oltre al mondo della fantasia, mi sembra tu abbia attinto anche da molti fatti realmente accaduti. Giusto?

Casty: Sì. La vicenda degli scienziati scomparsi è ispirata tra l’altro alla misteriosa sparizione, nel 1938, di Ettore Majorana e alla (fantasiosa?) ipotesi che fosse in possesso del Raggio della Morte.
C’è poi tutto il racconto sul Diluvio, in bilico tra leggenda e realtà, la Dama di Elche, i fiumi scomparsi del Sahara.

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Capitano Amelia: A proposito di Storia, si allude a qualche evento in particolare quando vediamo alcuni scienziati preoccupati a tal punto da decidere di tornare nelle proprie patrie?

Casty: Eh, questo me l’han già chiesto molti in privato e allora ecco la versione originale:

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. ..ah ah, no scherzooo eh!
La risposta ti sarà chiara (spero) leggendo la risposta alla domanda seguente.

Paperlallo: Facciamo un po’ di conti: considerando che il progetto Demopolis risale probabilmente agli ’20 o ’30 (anzi, qual è all’incirca la data di nascita del progetto?) e dato che in quel periodo Miss Wanda era all’incirca ventenne, bisogna quindi considerarla adesso ultracentenaria e uno dei personaggi Disney più vecchi insieme a Zio Paperone e Nonna Papera?

Casty: Nella versione originale della storia tutti gli eventi erano datati con precisione: si è però poi scelto, d’accordo con la reda, di sorvolare su questo aspetto per evitare complicazioni di sorta, anche in prospettiva di future ristampe.
A ogni modo, ecco qua: miss Wanda è del 1920, e ha quindi 96 anni, più o meno come l’inossidabile Angela Lansbury.
Considera però che ho ideato la storia circa dieci anni fa (e quindi ne avrebbe avuti 86) e che quando verrà ristampata (tipo tra dieci anni) ne avrà 106: come dico sempre, il tempo è relativo, nei fumetti.
Nel 1938 gli scienziati lasciano l’Europa e vanno in Africa.
Nel 1939 (ripeto: 1-9-3-9) accade nel mondo QUALCOSA DI MOLTO TERRIBILE che la radio annuncia con TANTI PUNTI ESCLAMATIVI TREMOLANTI che fa sì che molti tornino MOLTO TRISTI e PREOCCUPATI alle proprie patrie.
Nel 1942 arriva l’armata viola alle porte di Demopolis.

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Topolino sbarazzino: A proposito! Una critichina: Wanda, da anziana, è praticamente indistinguibile dalla sua versione giovanile: giusto per il colore dei capelli.. anche questo fa parte dei segreti di Demopolis? :P

Casty: Ah ah, no, qui faccio un po’ come i jappi in cui riesci a distinguere la madre dalla figlia SOLO dal fatto che la vecchia ha una (UNA) rughetta sotto l’occhio. Comunque esistono donne che invecchiano benissimo, guarda per esempio Ann Margret, bellissima negli anni ’60(!) e ancora affascinante donna oggi, a 70 e passa anni. E’ un po’ il modello a cui mi sono ispirato per miss Wanda.

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Portamantello: Passiamo al merito della tua mitologia atlantidea. Possiamo supporre che il diluvio provocato dal frammento di Luna sia collegato non solo alla rottura degli argini del Lago Tritonide, ma anche al misterioso maremoto che s’ipotizza abbia spazzato via Atlantide e contro il quale era stata approntata la barriera di oricalco vista nelle Miniere di Fantametallo? Se si tratta di due eventi separati, quanto puoi dirci?

Casty: Sì, è lo stesso evento: il frammentone è cascato e ha provocato il maremotone (oltre al diluvione).
Attenzione però che non viene detto DOVE è cascato… 🙂
A proposito della seconda Luna, beccatevi intanto questa…

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…e pure questa:

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Portamantello, Capitano Amelia: Ma l’iconografo, esattamente, a che serviva agli abitanti di Esperia? C’è un motivo per cui si sono presi la briga di tramandare le vicissitudini di cui poi veniamo a sapere?

Casty: L’iconografo era una sorta di infopoint, anzi potremmo addirittura definirlo l’iMac degli Atlantidei: tu ci disegni col dito (vediamo anche uno scriba, là dove Antinea sta per lasciare il palazzo allagato), fai “salva”, e gli ingranaggi memorizzano il disegno. Era utile per memorizzare mappe, per l’insegnamento ai bambini o anche per caxxeggiare :-).
Gli Esperidi vi lasciano la storia della loro città perchè…sì: io abito in un paesino di 500 abitanti (di antica origine romana) e nella piazzetta c’è una sorta di bel pannello tipo l’iconografo che ne racconta tutta la storia.
Figurati se gli Esperidi, dinanzi alla più grande catastrofe dell’umanità, non mettono giù due righe… 🙂

Capitano Amelia: Eh, ma come fa l’iconografo a raccontare gli ultimi giorni di Esperia se tutti gli abitanti erano fuggiti ? Qualcuno rimasto apposta per poter tramandare la loro storia lo ha impostato?

Casty: Nella penultima vignetta di pagina 129 scorgiamo sullo sfondo uno scriba che sta probabilmente terminando di disegnare il racconto. Dopodichè Antinea indosserà galosce e mantello, lasciando l’abito regale sopra l’iconografo, dove verrà trovato da Miss Wanda (11.500 anni dopo, stoffa resistente, eh! :-))

Portamantello: Il Progetto Demopolis ricorda molto da vicino quello del Mondo Che Verrà: un pool di brillanti scienziati che collabora per un utopico futuro migliore, le cui intenzioni vengono sistematicamente distorte dagli avidi di turno. Non farò il nerdone che ti chiede se i due progetti sono in continuity (aaaaanche se tecnicamente qualche scienziato avrebbe potuto partecipare ad entrambi, dopotutto quello del Mondo nasceva “più di trent’anni fa” ed è chiaro come quello di Demopolis sia precedente… eh? eeeh?), piuttosto parlaci di come e perché questo tema “tecnologico” -come anche quello dell’ “utopia ecologica”- ti sia tanto caro e di come tu riesca a declinarlo in modo diverso in tante altre tue storie.

Casty: Questa cosa della città/società ideale mi è sempre piaciuta: l’importante è non ripetersi, e cercare di caratterizzare in modi diversi le peculiarità di queste società ideali. Nel Mondo Che Verrà si voleva cambiare (letteralmente!) il pianeta, a Robopolis l’obiettivo è sviluppare macchine al servizio dell’uomo, qui infine si mira a costituire una comunità di popoli, e la tecnologia impiegata non è poi così all’avanguardia (anzi) rispetto a quella usata comunemente nel mondo.

Portamantello: Ma se le Lepri Viola sono ovunque, hanno gli agganci e le risorse, possono permettersi corazzate ed altri gadget tecnologici… perché non smettono di cercare armi ancestrali e conquistano direttamente il mondo? :P
Seriamente: puoi dirci se hai in mente qualcosa in più sulle origini di questa organizzazione ed i suoi moventi o se intendi lasciarli nel mistero, anche per non offuscare Eurasia e le sue ricerche?

Casty: Eh, il pianone delle Lepri è molto complicato e…variegato, nel senso che ognuno dei Maestri tende innanzitutto a realizzare i propri personali interessi e tra loro non sono certo una comitiva di amiconi. Ne sapremo di più sulla Società nel corso del ciclo: intanto, per esempio, nel Raggio abbiamo scoperto che erano già attivi e potenti negli anni ’40…

Bramo: Però davvero, se le Lepri Viola hanno a disposizione capitali e tecnologie tali da finanziare spedizioni e macchinari tali, c’era davvero bisogno di trovare un antesignano del raggio laser per distruggere i satelliti? Il motivo è solo la capacità di nascondere meglio la fonte del danneggiamento, o semplicemente il piano del grande capo delle Lepri Viola mira a qualcosa di più grosso, sfruttando i “piccoli desideri” di chi si affilia a loro?

Casty: Be’, un “innocente” anellino da portarti in giro e con cui se vuoi puoi far a fette la Statua della Libertà (o ciò che più ti aggrada) senza farti notare credo faccia comodo, no?

Bramo: In che cariche è strutturata la società delle Lepri Viola? Tra sovramaestri e maestri semplici mi sono un po’ perso…

Casty: C’è il Sovramaestro delle Lepri Viola (l’1) che comanda i Maestri delle Lepri Viola (dal 2 al 10), ognuno dei quali comanda le Lepri Viola semplici. E poi ci sono un sacco di “simpatizzanti” civili…

Mister Mxyzptlk: Hai pensato fin dall’inizio le Lepri Viola con una specifica scala gerarchica con al vertice il Sovramaestro. Oppure il cattivo de Il Colosso di Rodi inizialmente doveva essere l’unico Maestro della Società?

Casty: L’idea era quella della gerarchia fin dall’inizio, ma sarebbe stato prematuro e fuori luogo esporre tutto già nella storia del Colosso. E’ anche una questione tecnica: metti che magari il Colosso faceva flop, la saga finiva lì, e io avrei perso tavole preziose per spiegare una cosa che poi non sarebbe servita.

Bramo: Perché l’uso del raggio indebolisce a tal punto Antinea? Attinge alla forza vitale di chi lo usa?

Casty: Sì, o meglio, quanta più potenza si intende produrre, maggiore è lo sforzo fisico richiesto. Con un tiro così lungo e prolungato, la povera Antinea quasi ci resta…

Portamantello: A proposito dell’Occhio di Fuoco, c’è qualche relazione tra questa tecnologia offensiva e quella difensiva dell’oricalco delle Miniere di Fantametallo? Che l’Occhio servisse anche, in qualche modo, a lavorare quel materiale altrimenti indistruttibile se non allontanato dalle leyline?

Casty: No, le due cose non sono collegate. Magari gli atlantidei lavoravano l’oricalco fuori dalle leyline, va’ssaperlo, e una volta modellato ce lo piazzavano sopra. Comunque anche l’adamantio è indistruttibile, eppure in qualche modo ci han fatto lo scheletro di Wolverine, eh… 🙂

Bramo: Un sottomarino sotto il deserto: idea spettacolare ed esaltante, ma occorre assumersene la responsabilità :P… come fa muoversi attraverso la sabbia, da dove è partito? Puoi raccontarci qualcosa di più di questo mezzo?

Casty: La trivella… trivella, appunto, e incanala la sabbia nella “bocca” del sottomarino. La sabbia viene convogliata da potenti motori diesel nel sottopancia, ad altissima pressione, ed emessa dal retro, funzionando da propulsore.
Il sottomarino era nascosto in una base Viola in Algeria, ed è costruito su progetti risalenti addirittura agli anni ’30. Si racconta che nel ’42 fosse l’arma segreta con cui le Afrika Korps intendevano vincere la guerra sul fronte nordafricano, ma fortunatamente non fu mai completato.

….uh, ehi, è tutta roba di fantasia, eh! 🙂

Andrea87: C’è mai stato un punto durante la progettazione della trama in cui hai avuto la tentazione di far unire al terzetto anche Zenobia, che di regni nascosti in Africa ne dovrebbe essere la regina? Tra l’altro la sua “storia” era basata sul romanzo avventuroso L’Atlantide del 1919, uno dei precursori del genere… insomma, chi meglio di lei?

Casty: No, è tutt’altra continuity narrativa, per cui poco ci azzeccherebbe con questo ciclo.

Mason: Ma se sono le persone come Wanda che cambiano il mondo, significa che per cambiare il mondo dobbiamo scappare nella giungla e non condividere le nostre scoperte scientifiche con nessun altro?

Casty: Eh eh, no: significa che OGNUNO, nel suo piccolo, può fare qualcosa per cambiare le cose. Mica cose epiche, eh: fare la differenziata, per esempio, o piantare un albero, o andare a votare, o …spegnere la tv.
Pensa come queste quattro semplici cose, moltiplicate per 60 milioni di persone che ci sono in Italia, potrebbero cambiare radicalmente il Paese.

Mason: Sempre seguendo lo stesso ragionamento, perché Demopolis, una città fondata da scienziati che volevano far del bene a tutta l’umanità, si tiene nascosta? Per proteggere l’Occhio? Perché hanno effettivamente scoperto tecnologie potenzialmente troppo pericolose? O è puro misantropismo causato dalle esperienze passate?

Casty: Più che nascosti, i Demopolitani se ne stanno …”per i fatti loro”, consapevoli (soprattutto miss Wanda) che Demopolis è un’utopia irrealizzabile nel mondo (“… un mondo che pare non cambiare mai, purtroppo..”). Passata con gli anni la paura per un ritorno delle Lepri, hanno comunque ancora il latente timore che qualcuno possa ricordarsi che da quelle parti è nascosto l’Occhio di Fuoco…

Andrea87: Io invece mi chiedo: la vita nell’utopia africana non è un po’ “monotona”? Capisco tutti gli intenti pedagogici, ma una società ferma agli anni ’40, che però riceve continuamente notizie dal mondo attraverso la radio… insomma, che effetto fa sui bambini di Demopolis sentire parlare di mousenet, squitter, pokemon go, ecc.?

Casty: A me sembra che quei bambini si stiano divertendo un sacco lo stesso, giocando in mezzo alla natura 🙂

Andrea 87: Che poi la “leaderessa” (illuminata, eh) non si fa problemi a tornare alla civiltà per prendere i nuovi film che piacciono a LEI…

Casty: M-ma mica prende SOLO i film con Top Cruise, eh! :-))) Sicuramente avrà preso anche qualche Pixar per i bambini, o anche qualche Guerre Stellari. Credo nessun cinepanettone, però 🙂

Andrea87: (il che implica che esistono persone nel mondo esterno che è a conoscenza dell’utopia stessa, no?),

Casty: …sì, ovviamente lì nei paraggi qualcuno lo sa ma… che gliene importa? Per i “vicini”, i demopolitani sono solo una città di gente tranquilla che se ne sta per i fatti suoi. Considera quante tribù vivono isolate nella giungla o, ancora, quante comunità vivono isolate, negli States, senza per questo essere “nascoste”…

Andrea87: …facendo quindi uno strappo alla regola, e i poveri cristi devono vivere come gli hamish? Al mio paese questa è comunque una dittatura, per quanto Miss Wanda possa essere illuminata :P

Casty: Però decidetevi :-): o ci sono “tecnologie avanzatissime”, oppure “vivono come gli hamish”:-)))
Nessuno è prigioniero, a Demopolis, anzi. Tutti sono liberi di andarsene quando vogliono e anche di tornare, se cambiano idea. A me sono sembrati TUTTI molto felici dello stile di vita che hanno SCELTO.

Dapiz: Io invece mi sono un po’ stufato di questa tecnologia rivoluzionaria per cui il mondo non è ancora pronto. Non pensi che sarebbe ora che Demopolis e tutte le altre città all’avanguardia si coalizzassero e marciassero sul mondo per imporre la legge del giusto? Viva la dittatura, se funziona!

Casty: No, no, il mondo non è pronto, e mai lo sarà. Hai visto cosa è successo a dargli in mano l’iPhone già adesso? :-))

Portamantello: Alla ricostruzione di Eurasia, Topolino esclama “Tutto torna!”. Ma a me… qualcosa non torna. Passiamo quindi ai chiarimenti vari ed eventuali!
Viene detto esplicitamente che Antinea ed il suo popolo fuggono verso est, portandosi dietro l’occhio di fuoco. Ma Wanda trova l’occhio di fuoco proprio nelle rovine di Esperia! Mi sono perso qualcosa io, te lo sei perso tu oppure è abilissimo foreshadowing di rivelazioni future?

Casty: Eeer… credo te la sia persa tu, perchè nella prima puntata si racconta appunto che l’Occhio (da Antinea) passò di mano in mano, fino A RITORNARE a Esperia (“…non trovando alcun uomo meritevole, l’ultimo possessore lo riportò al luogo d’origine”).

Andrea87: Io invece mi chiedo perché le Lepri, pur sapendo dove si trovava Demopolis, devono aspettare e sfruttare Topolino&Co. per mandarli in avanscoperta. Perché?

Casty: Ehm, no, NON LO SAPEVANO al tempo (Monk III dice “Il nonno non riuscì mai a scoprire DOVE era stato girato il filmato”) e non lo sanno adesso.
L’unica cosa che Monk III sa è che è stato girato “da qualche parte”, si presume in Africa nordoccidentale.

Andrea87: 1) hanno paura del “Raggio di Atlantide”; 2) pensano che un gruppo di esploratori senza secondi fini potrebbero avere più successo; 3) dobbiamo credere che hanno perso le coordinate del tentativo di invasione di mezzo secolo fa (cosa che spiegherebbe il gps nella telecamera)? forse un misto delle 3 spiegazioni?

Casty: In sintesi: non lo sapevano, e hanno fatto affidamento sull’abilità investigativa di Euri (e Topolino!) per scoprirlo.

Andrea87: E Topolino e amici non trovano la colonia abbastanza a culo? Il fiume Niger non è mai stato navigato interamente, ci sono miliardi di affluenti che passano per infinite grotte sotterranee… e loro beccano giusto giusto quella che li porta a destinazione?

Casty: Loro sono diretti al monte Dudentoni, che si trova NEI PRESSI di Demopolis. Sono quindi già più o meno sulla strada giusta, devono solo trovare la via per arrivarvi attraverso il dedalo di canali.

Portamantello: Ma alla fine Demopolis rimane segreta? Capisco che Monk debba restare fedele al suo alibi, ma pare un po’ strano che lasci in pace Wanda e la sua potenzialmente succosa tecnologia… oltre lo scoop per le sue reti!

Casty: Demopolis resta… per i fatti suoi. Vedo che più di qualcuno ha un po’ frainteso il senso di Demopolis, che era una città tecnologicamente all’avanguardia 70 ANNI FA, ma oggi non ha nulla di particolare: usa il fotovoltaico, l’energia idroelettrica e fa la differenziata…
Non ci sono tecnologie che possano ingolosire nessuno, men che meno le Lepri, e i grandi scienziati son tutti ehm morti.
E poi Monk credo che avrà qualche problemino con la parrucchiera da risolvere, prima… 🙂

Mason: Eh appunto, ma la “lavata di capo” è una semplice punizione o questa è l’ultima volta che la gente sentirà parlare del buon Abelard Monk III? :P

Casty: Ultima volta? 🙂 No, uno shampoo fa mica tanto male, dai…. 🙂

Paperlallo: Già che siamo in argomento, Monk mi ha un po’ ricordato il cattivo delle Miniere di Fantametallo, infatti entrambi sono dei mattacchioni che si fingono ingenui. Scelta artistica consapevole o semplicemente il primo le era cosi tanto piaciuto che ne ha voluto ricreare un altro?

Casty: Be’, il conte Zoox appariva come un grande ingenuo (e sciocco: e effettivamente lo era), con ‘sta cosa dello stuzzicadente fenicio ecc… Monk invece fa il simpaticone, ma non è certo un babbeo.

Portamantello: In effetti speravo in qualcosina in più per Monk… e per il suo maggiordomo, che come red herring era davvero poco convincente.

Casty: Eh, il red herring son dovuto andarmi a vedere che cos’è perché mica lo sapevo 🙂
Ok, hai ragione, però… attenzione: non siamo in un giallo, tant’è che nella stessa vignetta in cui Euri lo introduce, Topolino obbietta subito sulla limpidezza di Monk.
Inoltre che il Leprone era lui l’hai capito tu che sei una vecchia volpe, ma magari il lettore di otto anni che (come me) non sa che cos’è un red herring, no 🙂
Però che “l’ambiguo finanziatore” era suo nonno, non l’avevi capito subito, dai… 🙂

Mark: Io non ho capito se la storia raccontata dall’iconografo è la distruzione di Atlantide o di Esperia…

Casty: Di Esperia. Ma, come spiega anche una didascalia nella storia, è lo stesso identico evento che va a cambiare “…la geografia e la storia della civiltà”, e quindi lo stesso che colpì la colonia in Cornovaglia e …Atlantide, naturalmente.

Mister Mxyzptlk: Io avrei voluto vedere di più Demopolis e le sue meraviglie!

Casty: Anch’io!!!
…però mi rendo conto che sarebbe stato noioso per coloro a cui non interessano, e quindi ho soprasseduto. Magari farò qualche tavola di design a parte, casomai la storia uscisse su un volume dedicato 🙂

Andrea87: Uhmmm… ho trovato un paio di passaggi un po’ accelerati. Per esempio, un pezzo di storia si basa sul fatto che ne’ Miss Wanda, ne’ gli esploratori si rivelino a vicenda il finanziatore!

Casty: Sì ma ehm perché, per logica, avrebbero dovuto “rivelarselo”? Cioè, perché quando Wanda parla dell'”ambiguo finanziatore” Euri avrebbe dovuto chiedere “Come si chiamava?” Wanda non fa i nomi di NESSUNO, nel suo racconto, sarebbe stata una forzatura specificare proprio quello, secondo me.

Portamantello: Il trio di protagonisti ha davvero bisogno della lettera sul finale per rimettersi in viaggio? Perché a questo punto una capatina alla Dama della Roccia in Guinea sarebbe abbastanza logica…

Casty: Eh sì, questo è vero. Però pensa che ANCHE NELLA REALTA’ nessuno si è mai preso la briga di andare a vedere se è davvero una statuona o una bizzarria della natura…

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Portamantello: Oh, a proposito, quella lettera finale è proprio sadismo, dai!

Casty: Ah ah sì. 🙂

…no, ovviamente c’è ANCHE un motivo tecnico: io NON LO SO, già da adesso, se la prossima me la passano.
E inoltre bisogna anche vedere quale sarà il gradimento di questa storia: se siete tutti contenti, e il Topolino ha venduto, e io mi entusiasmo, si va avanti alla grande. Sennò…no.

Valerio: Già, passiamo in scioltezza ad argomenti più squisitamente tecnici. Oh, ma questo comparto grafico così diverso? Così… fiammante? E queste recitazioni “guizzanti” che ricordavo dal Mondo Che Verrà e che in storie tipo Gli Ombronauti avevo visto appannarsi? Scelta precisa dovuta alla storia stessa? Voglia di sperimentare di più? E quei colori così bulli? Con le ombrette stilose? Quale santo dobbiamo ringraziare?

Casty: Semplicemente, a QUESTA storia serviva QUESTO tipo di disegno. Vedrai che già dalla prossima ritorno alle puccettosità e ai disegnini semplici semplici. Idem per i colori, a me stan benissimo quelli normali perchè di solito per fare Minni che tira un secchio a Topesio non è che servano paesaggi dettagliati e colorati in simil3D. Riguardo l'”appannamento” di cui parlavi prima, è lì invece che vedi gli esperimenti: si prova un diverso tipo di segno, o un tipo di inchiostrazione più sottile, o un modo diverso di far recitare i personaggi. Non sempre gli esperimenti riescono, ma si trae comunque insegnamento su cosa è meglio fare o non fare.

Giordanduck: A proposito di colori, chi è che colora le tue storie? Perché, insomma, girando pagina e andando anche alle altre storie del settimanale lo stacco si sente, lì i colori sono molto più piatti.

Casty: Anche qui, di norma su Topolino c’è la colorazione “normale” a tinte piatte, poi c’è quella “media” con un po’ di ombre e infine c’è quella “top”, che solitamente è riservata alle storie “top”, appunto, con un feeling moderno come per esempio Pk, DD ecc.

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Le mie storie hanno un’impronta piuttosto classica e di solito non necessitano di virtuosismi coloristici, per cui mi sta benissimo la colorazione normale. In questo caso però, come ne L’Impero, il colore giocava una grossa parte nel ricreare le giuste atmosfere e quindi ho partecipato alla colorazione di buona parte delle tavole.

Giordanduck: E che ci dici delle chine, invece? La storia l’hai inchiostrata ancora tu come L’Impero Sottozero? Il tratto sembra essere migliorato ancora di più di prima, ed è minuzioso nei dettaglini piccoli proprio come l’Impero. Mi piace.

Casty: Grazie 🙂
Di norma io inchiostro sempre tutti i volti, i personaggi molto piccoli e le vignette a cui tengo particolarmente, per esempio quelle con paesaggi o macchinari strani. Buona parte del lavoro è comunque affidata a Miky Mazzon.

Fabio Gianello: Ma perchè Eusasia ha la testa di Topolino e il corpo goffo di Pippo?
Non c’era proprio modo di farla più caratterizzata, e magari un pizzico più sensuale?

Casty: C’è pur sempre spazio su Deviantart, facci pure una tua proposta grafica lì, dai… 🙂

Fabio Gianello: Dopotutto è una parodia di Lara Croft, non di Pippi Calzelunghe. Ci sono vignette in primo piano, in cui non si distingue il topo dalla …. “archeologa”, se non per le ciglia.

Casty: Ma pensa, dicono lo stesso di Paperino/Paperina/Paperone, se non per le ciglia o le basette… :-))

Mason: Bellissimi i balloon “spontanei” con la forma irregolare e la calligrafia di Casty al posto del font classico della rivista; qui li hai usati solo per dialoghi particolari come urli o voci in lontananza, ma potresti (e vorresti) realizzare una storia dove tutti i balloon usano questo stile?

Casty: Mi piacerebbe, ma sarebbe un lavoraccio e inoltre, per quelle che sono le direttive riguardo i testi, sarebbe impossibile: i balloon servono vuoti (viene fatto il lettering al computer) per agevolare il lettering nelle versioni straniere e, soprattutto, per consentire eventuali correzioni del testo da fare al volo.

Mason: L’ultima metà è piena di scene di azione su larga scala come raramente se ne vedono sul Topo. Hai avuto problemi particolari nel rappresentare queste scene?

Casty: Intendi graficamente? Sì, rappresentare scene di battaglie/duelli ecc su Topolino è sempre molto difficile, perchè si deve trovare il giusto equilibrio tra ciò che puoi e ciò che non devi far vedere. In questo caso le varie minacce sono piuttosto grosse (rovine che crollano, lava incandescente, il sommergibilone con mitragliatori e cannone), per cui si cerca sempre di sdrammatizzare con delle battute o di alternare i momenti drammatici con inquadrature che alleggeriscano la tensione.

Topolino Sbarazzino: Come mai la scelta di sostituire il “voi” con un più colloquiale “tu”? L’hai già citato in parte nell’intervista, ma magari puoi essere più approfondito. :P

Casty: Eh, Topolino e Eurasia sono persone molto educate: lui ha rispetto per i titoli di lei (che, ricordiamolo, è una professoressa plurilaureata) e lei ha rispetto per …l’età, soprattutto 🙂
Personalmente, io apprezzo l’uso del “lei” (che in Topolino diventa, appunto, “voi”): quando conobbi Cavazzano, per esempio, mi presentai dicendo “Sono lieto di conoscerLa, sig. Cavazzano” mica “Ehilà Giorgione come butta?”. Poi, ok, magari si passa al tu, però ecco, un po’ di formalità all’inizio non guasta.

Mason: Il ciclo di Atlantide è ancora in pieno sviluppo ed Eurasia ne è la co-protagonista. Parliamo un po’ di lei. Pensi di espandere il suo personaggio nei capitoli futuri o di lasciarla come semplice alleata di turno di Topolino e Pippo?

Casty: Come anticipavo da altre parti, l’idea è di fare una serie avventurosa, ma sicuramente ci saranno degli episodi più thriller, o altri magari più buffi, così come potranno esserci puntate più introspettive, in cui chissà, magari Euri si innamora 🙂 (…non di Indiana Pipps, però, eh!) E’ un personaggio che piace molto anche alla ragazze, per cui… vedremo!

Mister Mxyzptlk: Che fine ha fatto lo zio di Eurasia? Capisco che sia sparito dalle scene per evitare di appesantire la storia per i lettori più giovani o chi semplicemente non aveva letto la prima storia. Ma in-world dove potrebbe essere finito?

Casty: Be’, Euri si è emancipata dopo la primissima avventura, e zio Geordie è guarito. Per cui ora Euri vive da sola, in una casetta nuova (che riempirà di animaletti) e lo zio vive nella vecchia casa.

Mister Mxyzptlk: Prima di fare l’avventuriera di cosa si occupava Eurasia? Studiava? Insegnava? Era già ricercatrice? Se non ricordo male nella prima storia diceva di essere alla sua prima spedizione.

Casty: Euri fa tuttora la professoressa, ha tante lauree, insegna, tiene corsi, lavora al Museo. Fino al suo esordio topolinico era comunque una sorta di “topo di biblioteca”, anche se poi scopriamo quasi subito che è molto atletica, fortissima e portata per gli sport. La sua ingenuità deriva anche dal fatto che ha sempre studiato molto la Storia e poco le… cattiverie umane.

Mason: Sempre parlando di Eurasia, non hai paura che disegnandola con i capelli slegati i bambini si confondano e vedano due personaggi diversi?

Casty: Mah, in fondo è lo stesso meccanismo di “Clark Kent/Superman” (o Paperino/PK) per cui non credo ci sia questo rischio. Nelle session che faccio ogni tanto per le fiere vedo che Euri piace molto con i capelli sciolti, specialmente alle ragazze, per cui …non credo sia un problema.

Portamantello: Chiudiamo il capitolo sulla Tost con l a domanda che tiene i lettori con il fiato sospeso da più di dieci anni. Ebbene: che bestia è Eurasia? E dove ha le orecchie?

Casty: E’ una topolina, e tiene le orecchie “stirate” sotto i capelli 🙂 Uh, e non ha neanche la coda, eh!

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manfroze: Pensavate qui ci fosse una domanda seria ed invece ci sono io, manfroze!, ad aprire l’immancabile parentesi buffacchiotta. Il tema ovviamente sarà l’iniziativa editoriale principale e fondante di questi due numeri di Topolino: le gommine.
Topolino n. 3177, gommina di PLUTO
Hai mai valutato l’uso di Pluto in queste avventure? Se sì, c’è un motivo specifico per cui non l’hai usato? È un personaggio che credo sia complicato utilizzare nel fumetto, essendo legato perlopiù all’animazione. Nel caso tu lo abbia usato in qualche avventura che non ho letto chiedo umilmente venia.

Casty: No, Pluto non è previsto in queste avventure: è un personaggio che non può fare la comparsa, ha bisogno di spazio per funzionare, e di solito lo uso in storie che prevedano un bel ruolo per lui. L’ho già usato parecchie volte in storie anche importanti come Il mondo di Tutor e L’isola di Quandomai, per esempio.

manfroze: Topolino n. 3177, gommina di PAPERINO
Evitando il banale “perché non scrivi storie di paperi?”, passo a: hai mai scritto soggetti o sceneggiature coi paperi? O pensato dettagliatamente a storie potenziali?

Casty: Ne ho fatte due (una e due), finora, entrambe su richiesta della redazione.

manfroze: Cosa ne pensi in generale di PK? Ti è mai passato per la testa, magari anche per scherzo, di fare qualcosa legato a PK ? Da una parte non sembra davvero nelle tue corde ma dall’altra l’idea di una convergenza simile mi affascina.

Casty: Ne penso… bene, nel senso che trovo le storie ben strutturate e interessanti dal punto di vista tecnico. Poi, ok, io non sono appassionato di quel genere di fantascienza, però quando mi capita le leggo volentieri.
Scriverne una? No, hai ragione, è una cosa troppo distante dal mio modo di scrivere.

Portamantello: Ma Monk III si toglie gli occhiali subito prima di usare l’occhio di fuoco per mancare meglio i bersagli? :P

Casty: Ah ah sì.
…vabbe’, se li toglie come a dire “Mo’ so bitter birds per tutti”…

Portamantello: Ma è più forte il Raggio di Atlantide di Casty o il Raggio Nero di Moldrock? :P

Casty: Sono forti uguali e tutti e due più forti della Cosa 🙂

The Blue Thunder: *Ahem* tornando seri e concentrandoci sull’autore, prima di fine anno, quali altre tue storie potremmo leggere sul topo? Saranno disegnate da te, o appalterai nuovamente la matita a Faccini? Mi sembra che il terzo atto di Darkenblot (con la preziosa collaborazione di Pastrovicchio) sia ancora lontano dai nostri radar.

Casty: Di mio/mio ci sarà la puccettosissima storia di Natale che farà intenerire tutte le vecchie pellacce inaridite del Sollazzo.
Il nuovo ciclo di Darkenblot è invece bell’è pronto da un pezzo, e credo che si stia studiando il periodo migliore per farlo uscire dandogli il giusto risalto. Si tratta di un ciclo di storie piuttosto articolato (e lungo), non è un semplice “parte terza”.

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Valerio: Già, Darkenblot! con la cosa del “prologo” lungone di DB 3 molti sul web sono rimasti confusi. Ci fai una scaletta per il post-atlantide, su questa ed altre castyate?

Casty: Come già detto, c’è la storia di Natale, che è una storia in cui succedono solo cose buone e belle e quindi non è per voi (del Sollazzo, intendo).
Poi c’è tutto il ciclo(ne) di Darkenblot, che però se vi spiego PERCHE’ è strutturato così vi (e mi) rovino la sorpresa.
Anzi, già dire che c’è la sorpresa rovina la sorpresa :-))
Quindi diciamo solo che c’è pronto, nell’ordine, un Darkenblot 2.1 + una sorpresa + Darkenblot III NEMESIS. A ciò seguirà, a seconda dell’accoglienza e delle direttive, un’altra SORPRESA che però è ancora da fare.
Qui un’immaginina tratta dalle prime bozze del progetto:

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Topolino sbarazzino, Andrea87 e un po’ chiunque: Quando uscirà la prossima storia atlantidea? Ci farai aspettare di nuovo cinque anni? Hai già un’idea di quante storie comporranno il ciclo? E invece del ciclo di Atomino che puoi dirci? Quando vedremo la Città Senza Cielo?

Casty: Nell’ordine:
Quanto prima 🙂
No, meno 🙂
Tre? Sei? Dieci? Dipende da tanti fattori, voi …piacetevela, comprate il Topolin’ invece di scaricarlo aumma aumma, e ci saranno tante altre avventure 🙂
Che finisce con la prossima.
Quanto prima anche lei, ma non credo entro l’anno prossimo.

cianfa88: Chiudiamo con eventi di un futuro più imminente. Lucca incombe, ci dici come è avvenuta la scelta delle storie e delle tavole per la mostra a te dedicata?

Casty:: D’accordo con gli organizzatori abbiamo deciso di fare una sorta di “greatest hits” che comprendesse tutto l’arco della mia carriera Disney. Ci sono quindi anche tavole di Cavazzano, De Vita, Faccini e Pastrovicchio, e c’è pure Bonfatti. Ho scelto personalmente le storie. Ci dovrebbe essere anche un sacco di materiale di preparazione, per cui credo che alla fine sia venuto fuori qualcosa di davvero completo e interessante.

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