Topolino e l'Illusionista

La Commedia Romantica

Love Trouble è di sicuro una delle storie più interessanti dell’epopea del Mickey a strisce. Decisamente più breve rispetto alle continuity coeve, occupa a fatica tre mesi di produzione e si distingue per i suoi toni leggeri e scanzonati, valorizzati da un comparto grafico a dir poco rivoluzionario. La vicenda prende le mosse dal ritorno a casa di Topolino e Pippo, dopo l’avventura nell’isola dei dinosauri. Non si tratta del solito pretestuoso aggancio all’episodio precedente: i semi della rottura tra Mickey e Minnie erano stati sparsi già al momento della partenza, con un saluto decisamente burrascoso, solo che al lettore non erano stati dati elementi sufficienti per poterlo prendere sul serio. Inoltre, anche più avanti nella storia verrà fatto un riferimento al professor Ossivecchi, protagonista dell’avventura appena finita.

Se con una mano si cercano collegamenti al passato, con l’altra ci si proietta in uno scenario successivo, in cui l’avventura esotica avrà un ruolo via via minore, lasciando spazio ad altri generi. Qui si esplora la commedia romantica, o per essere più precisi la “commedia del rimatrimonio”, genere popolare nella Hollywood di quei tempi, grazie a film come The Philadelphia Story (1940). Come nel genere di riferimento, qui l’ambientazione è alto borghese, con i protagonisti che gravitano attorno a grandi feste, inseguono vacui status symbol e frequentano locali alla moda. A innescare questa corsa all’apparenza è l’arrivo a Topolinia dell’antipatico Bubbo Rodinì (Montmorency Rodent), nuova fiamma di Minni.

Il Terzo Gagà

Questo sgradevole ratto dai modi suadenti, caratterizzato da una certa dose di superficialità e dalla passione per la prestidigitazione, riesce in breve tempo a conquistare la topolina, insieme al resto della città “bene”, e costringe Topolino a inscenare una crudele ritorsione ai danni della nuova coppia. Sono strisce davvero insolite quelle in cui lo vediamo frequentarsi con una nuova sofisticata ragazza, coinvolgendo Bubbo e Minni in una serie di uscite a quattro a dir poco imbarazzanti e dal retrogusto velenoso. In questa nuova Topolinia del pettegolezzo tornano a far la parte del leone Orazio e Clarabella, caratterizzati con grande maestria, ma si fa spazio anche una figura che fino a quel momento non era stata altro che una comparsa: Patrizia Porcelli. La maialona viene qui aggiornata graficamente e aggiunta al cast regolare delle frequentazioni di Minni, ed è con questo design che la ritroveremo in futuro nelle storie di Romano Scarpa e Casty, seguaci della scuola gottfredsoniana.

Bubbo è il terzo personaggio che Gottfredson aggiunge alla galleria dei rivali amorosi di Topolino, dopo Felice (Mr. Slicker) e Topesio (Mortimer). Anni dopo, in un’intervista Gottfredson ammetterà che l’idea iniziale era quella di utilizzare direttamente quest’ultimo, salvo poi optare per la creazione di un nuovo personaggio pur di aggirare il problema dell’omonimia con il nipotino Tip (Morty), che nel frattempo si era ricavato uno spazio maggiore e correva il rischio di essere confuso con il rivale dello zio. In ogni caso Bubbo pur ereditando alcuni tratti da Topesio, come la forma della sua auto sportiva, non riuscirà a soppiantarlo, esaurendo in questa storia il suo arco narrativo. Sarà invece Topesio alcuni anni dopo a tornare definitivamente sulla scena, sia nei fumetti che nei cartoni animati, come rivale ufficiale ricorrente, rubacchiando a Bubbo alcune caratteristiche somatiche come il naso all’ingiù.

Animazione Mancata

Sul fronte grafico, Topolino e l’Illusionista è un vero e proprio capolavoro, e probabilmente una delle più felici espressioni artistiche del percorso di Floyd Gottfredson. Già da qualche tempo si è visto che il tratto del grande disegnatore sta acquisendo una sempre maggior rotondità, unita ad un crescente dinamismo. Questo si deve un po’ alla sua fisiologica maturazione grafica, un po’ agli input che arrivano costantemente dal reparto animazione, che in questa fase è un vero e proprio calderone ribollente di rivoluzioni tecniche. Il Topolino dei corti del periodo, come The Little Whirlwind o The Nifty Nineties, sta cambiando in modo drastico il suo modo di recitare, grazie alle intuizioni dell’animatore Ward Kimball e al nuovo design di Fred Moore. Questo Topolino alla Moore, follemente scatenato, ha ormai investito in pieno lo stile Gottfredson che almeno fino al 1943 continuerà ad esplorarne le possibilità.

Complice probabilmente anche un cambio di chine, che da qui in poi passano stabilmente da Ted Thwaites a Bill Wright, tutta la storia mostra una maggior plasticità e lascia trasparire un genuino divertimento da parte di Floyd, impegnato a rappresentare il movimento attraverso un tratto più sinuoso che mai. Sequenze come quella in cui Bubbo finge di rovesciare il contenuto di un bicchiere salvo poi recuperarlo al volo rimangono impresse e si fatica a credere possano essere state concepite per un medium statico. È autentica animazione su carta, con i personaggi messi in pose stravaganti e originali, come se si trattasse di fotogrammi chiave di un fittizio cartone animato, di cui il lettore può percepire il movimento. Pur trovando in Love Trouble il suo massimo picco grafico, gli effetti di questo rinnovato approccio al disegno si faranno sentire ancora per molti mesi, salvo trovare una repentina normalizzazione negli anni di massimo coinvolgimento bellico.

Si ringrazia Francesco Grilli per la collaborazione alla stesura di questa scheda.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

di Amedeo Badini Confalonieri - Il fumetto è sempre stato la sua grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico gli ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il suo primo campo, ma non disdegna sortite e passeggiate in territori vicini. Scrive di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per il Papersera.

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Mickey Mouse in Love Trouble
  • Anno: 1941
  • Durata:
  • Storia: ,
Nome Ruolo
Merrill De Maris Storia
Floyd Gottfredson Disegni; Storia