Topolino e il Mistero delle Collane

Topomistery

Con Topolino e il Mistero delle Collane arriviamo all’ultimo grande giallo dell’epoca Gottfredson, quella in cui l’autore non si dedica solo al disegno ma supervisiona attentamente anche soggetti e sceneggiature. Questa fase è agli sgoccioli: molto presto la guerra sconvolgerà le dinamiche produttive della striscia, portando all’arrivo di Bill Walsh come soggettista. È curioso notare come il mistero e la caccia ai malviventi abbiano da sempre fatto parte della vita di Mickey, ma che solo verso la fine della gestione Floyd si sia delineato quello scenario fatto di visite al commissariato e di collaborazione stretta con la polizia che costituisce oggi lo status quo basilare dei gialli di Topolino.

Gottfredson ci arriva per gradi, inserendo prima Manetta ne La Banda dei Piombatori, aggiungendo Basettoni ne Il Mistero di Macchia Nera e infine normalizzando l’allegra dinamica del commissariato proprio in questa storia. L’artista narra con calore il rapporto quasi paterno tra Topolino e il commissario, e non risparmia a Manetta la sua consueta dose di magre figure. La dinamica è avviata e ci si sente quasi “a casa”, tuttavia i cambiamenti imminenti non permetteranno a Floyd di sfruttare adeguatamente il suo teatrino poliziesco, lasciando questo onore ai successori della scuola fumettistica italiana.

Il Giallo Fulminante

La storia si dipana in poco più di tre mesi e porta nuovamente Topolino a indagare su un ciclo di furti di gioielli ai danni della nobiltà nella quale Minni ha deciso di farsi strada. Siamo di fronte all’archetipo narrativo a cui si rifarà mezza produzione mistery disneyana degli anni a venire, ma a differenza della sue numerose spente imitazioni, il giallo di Gottfredson e De Maris dimostra una freschezza invidiabile, e una verve umoristica addirittura anomala. La storia inizia subito con una striscia esplosiva in cui Pippo trova Minni morta sugli scalini del suo portico. In quella successiva tutto finisce in burletta, ma intanto è stato dato uno scossone notevole al lettore, imprimendo agli eventi un ritmo incalzante.

La surreale entrata in scena dei ricchi zii di Minni scatena nella provinciale Topolinia una gara a chi realizza il ricevimento più sfarzoso, dando modo agli autori di iniziare a costruire un giallo che si articolerà su un tempo decisamente lungo, festa dopo festa. Sebbene la dinamica base sia ripetitiva e abbia punti di contatto con la storia di Giuseppe Tubi, il piglio narrativo è decisamente esuberante, e l’attenzione del lettore viene stimolata di continuo con gag e stramberie, mentre Topolino si spreme le meningi per capire come basti un semplice blackout per impadronirsi dei gioielli delle dame.

Pippodivergenze

La storia entra nel vivo quando il villain verrà identificato come lo Splendente (The Gleam), introducendo difatto il concetto di ipnosi e sfruttando pienamente il suo potenziale comico. Le scene in cui vediamo Topolino e Manetta saltellare per le sale da ballo credendo di essere animali si fanno ricordare molto volentieri per il loro umorismo e per l’evoluzione felice del tratto di Gottfredson, qui in una delle ultime espressioni della sua fase guizzante anni 40, prima della normalizzazione che lo porterà verso una progressiva sintesi. E al di là della comicità, rimane decisamente impressa la maestria con cui Floyd fa recitare Topolino, mostrandocelo in preda a momenti di incontrollabile euforia o ridotto a uno straccio nelle sequenze in cui progressivamente inizia a sospettare di Minni.

Infine, il colpo di coda: la soluzione sarà affidata a Pippo, l’altra grande star della storia, e l’unico a poter avere la meglio sul nemico grazie alla sua naturale immunità dall’ipnosi. La sequenza in cui lo vediamo arrestare lo Splendente come se nulla fosse, nel pieno del suo scetticismo nei confronti dell’occulto è a dir poco maestosa, tanto per i testi affilati quanto per il livello comunicativo dei disegni. Dal Mistero delle Collane i fumettisti del futuro non erediteranno solo le dinamiche poliziesche ma anche questa specifica interpretazione di Goofy, che nelle storie del ciclo di Nocciola o nella saga della Spada di Ghiaccio mostrerà a tutti l’immenso potenziale comico del suo ingenuo scetticismo.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

di Amedeo Badini Confalonieri - Il fumetto è sempre stato la sua grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico gli ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il suo primo campo, ma non disdegna sortite e passeggiate in territori vicini. Scrive di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per il Papersera.

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Mickey Mouse in The Jewel Robbery
  • Anno: 1942
  • Durata:
  • Storia: ,
Nome Ruolo
Merrill De Maris Storia
Floyd Gottfredson Disegni; Storia