Topolino nella Seconda Guerra Mondiale

Il Primo Kolossal Walshiano

Nel 1943 lo sceneggiatore Bill Walsh inizia la sua partnership con Floyd Gottfredson, ereditando da lui la piena responsabilità del comparto narrativo della striscia di Mickey Mouse. Se prima Floyd manteneva comunque il controllo della serie scrivendo i soggetti per i suoi sceneggiatori Ted Osborne e Merril De Maris, d’ora in avanti si occuperà solo del disegno. E così, dopo la prova generale nel brevissimo thriller The Nazi Submarine, Bill Walsh è pronto a impegnarsi in un lungo arco narrativo della durata di tre mesi, come quelli che venivano realizzati fino a qualche anno prima.

Con questa Mickey Mouse on a Secret Mission si ritorna quindi alla grande avventura, e Walsh fa di tutto per richiamare almeno nella forma gli snodi narrativi dei grandi classici degli anni ruggenti. Topolino, in cerca di gloria, viene infatti reclutato in maniera decisamente brusca dal governo americano, sia pur sotto mentite spoglie. Gli agenti che lo prelevano fingono di parlare in tedesco, come ad avvertire il lettore che il nemico può celarsi dappertutto. L’idea, che lo stesso Walsh aveva appena utilizzato anche in The Nazi Submarine, richiama l’elettrizzante sequenza della tortura che apriva Topolino Agente della Polizia Segreta. Altra usanza delle storie di quegli anni, che viene qui ripescata, è il porre Topolino a confronto con un nuovo pezzo grosso, qui l’ingegnere aeronautico Douglas, aumentando quindi il numero dei suoi agganci tra le alte sfere.

Nostalgia Ruggente

Sembra di essere tornati ai tempi delle avventure per conto del Capitano Setter, e infatti il motivo dell’arruolamento di Topolino sta nel fargli provare un velivolo innovativo, il Pipistrello, che autoproduce il proprio carburante in un’applicazione positiva dell’energia atomica. A contendere l’avveniristica invenzione all’esercito americano è ovviamente la Germania, che attraverso un Pietro Gambadilegno più immorale che mai ha iniziato a schierare le proprie pedine su suolo americano. Vedere la nemesi di Topolino lavorare fianco a fianco con i nazisti potrebbe lasciare interdetti, ma non sarà l’ultima volta che Walsh scriverà cose del genere, e infatti qualche anno dopo ci regalerà un Pietro simpatizzante staliniano. L’uso che viene fatto tuttavia del personaggio è magistrale, e non si contano i momenti in cui il vecchio Pietro si rende protagonista di sequenze notevoli, come quando teme di essere giustiziato dal suo complice (dentro un cinema) e persino dallo stesso Mickey.

Floyd Gottfredson dal canto suo si dimostra più ispirato che mai. Se il suo tratto nei cicli precedenti sembrava essersi ormai irrimediabilmente avviato verso quella sintesi e quell’estetica un po’ rigida anni 50, ecco che qui lo vediamo tornare indietro. Personaggi espressivi, forme accattivanti, linee tondeggianti, un tale tripudio che la zuffa tra Mickey e Pete a bordo del Pipistrello sembra guardare ai fasti del Mistero dell’Uomo Nuvola. E non si possono non citare le sequenze aeree in cui vediamo Topolino viaggiare per il mondo in un battibaleno, osservando la Germania in fiamme o la Torre Eiffel con la bandiera nazista. Un tale accento sull’aviazione bellica è del resto perfettamente compatibile con la poetica dello studio, come dimostra il film Victory Through Air Power che proprio Walt porta sullo schermo in quello stesso anno.

Il Bizzarro in Agguato

Eppure la restaurazione è tale fino a un certo punto. Walsh è un autore profondamente diverso: caustico, disilluso, inquieto e incline a spararle grosse pur di dare ritmo alla sua narrazione. E la sua bizzarria a volte sarà tenuta sotto controllo, a volte no. Fra le sequenze più felici è impossibile non citare l’addestramento iniziale, ricco di prove assurde e persino di test psicologici sull’avversione verso Hitler. E le trovate visive sono davvero un’infinità, dalla mucca robotica che serve come ingresso, all’uccellino che fa da indicatore di pressione per l’aereo, fino al lanciatore di pomodori ad altissima precisione. Anche le scenette in cui le diverse proiezioni del subconscio o dell’angelo custode parlano a Topolino e Pietro rientrano appieno in quel gusto per il surreale che Walsh spargerà sempre a piene mani.

L’anima puramente satirica della storia risplende nelle sequenze ambientate in Germania, come quando vediamo Topolino notare cosa ci cela sotto la pomposa propaganda tedesca: il finto banchetto con attori professionisti, oppure i tronfi palazzi degli alti comandi, con una vignetta orizzontale che mostra un enorme spazio verticale. E persino il latente filoamericanismo degli stessi tedeschi, che non disdegnano di intrattenersi con musica e cinema americano, ha un suo perché. Ma è proprio una volta giunti a destinazione che la storia mostra qualche limite, con un finale tanto spettacolare quanto facilone: Topolino con due voletti mette KO la Germania, scoperchiando la dimora del Fuhrer e nel giro di poche strisce i nazisti vengono messi in castigo come bambini. Ma da qui in avanti la costruzione e l’esecuzione delle trame mostreranno spesso delle falle, finendo sacrificate sull’altare della trovata umoristica di turno. Le due facce della medaglia di un autore vulcanico.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

di Amedeo Badini Confalonieri - Il fumetto è sempre stato la sua grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico gli ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il suo primo campo, ma non disdegna sortite e passeggiate in territori vicini. Scrive di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per il Papersera.

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Mickey Mouse On a Secret Mission
  • Anno: 1943
  • Durata:
  • Storia:
Nome Ruolo
Floyd Gottfredson Disegni
Bill Walsh Storia