
Eh, il canone mariesco. Questa cosa così difficile a stabilirsi, sin dai tempi del
Lost Levels che era il Mario 2 giapponese mentre da noi tale numero se lo beccò un giochino che con Mario aveva poco a che fare (ma che col suo spirito sì!). Per non parlare di
Yoshi's Island, al giorno d'oggi retrocesso al rango di spin-off, ma a suo tempo sviluppato con tutti i crismi di una nuova avventura del filone principale. Nintendo ci ha sempre spiazzati col suo brand ammiraglio, ma arrivare a proporci come nuovo Mario canonico un platform 2d, in piena era 3d, e per giunta sequel diretto del bellissimo
New Super Mario Bros apparso su Ds (e le console portatili sono sempre state una sorta di canone inferiore per la serie), bé è stato un colpaccio. Un ritorno al passato quindi? Non esattamente, o meglio non solo. E' certamente vero che la voglia di platform 2d non si era estinta col passaggio alla terza dimensione e che quindi questa rappresenti un'operazione nostalgia di prim'ordine, ed è ovviamente vero anche che grafica, stile e buona parte del gameplay sono presi di peso dalla versione DS con minimi tocchi per adattarlo all'esperienza Wii - da notare, a questo proposito, la scossetta al Wiimote che permette a Mario di fluttuare nell'aria per un microsecondo in più, che concretizza il sogno di milioni di giocatori sull'orlo del game over, i quali spesso e volentieri messi alle spalle al muro provavano l'impluso di muovere in modo assurdo i cari vecchi joypad nella vana speranza che qualcosa potesse succedere - tuttavia Nintendo non poteva lasciarsi sfuggire l'ultima occasione di dire la sua su questo revival 2d, escogitando l'ennesima innovazione che in termini di gameplay cambia radicalmente un'esperienza di gioco altrimenti molto classica: il multiplayer. Un termine spesso estraneo al mondo dei giochi come Mario, da sempre sinonimo di single player, ma che qui acquista una valenza nuova. Non che non ci fossero stati tentativi in tal senso, anni fa, anche poco riusciti, come ad esempio il gioco Capcom
The Great Circus Mystery con Topolino e Minni che perivano non appena l'uno o l'altra andava troppo avanti nella schermata lasciando indietro il secondo giocatore, solo che qui tutto è concepito per la migliore delle rese, rendendo la schermata di gioco un allegro caos, in cui la gente coopera e si infastidisce saltandosi sulla testa in un clima di divertimento incredibile. E' possibile muovere Mario, Luigi e un paio di Toad (mettere personaggi più caratterizzati come Peach, avrebbe a detta di Nintendo interferito a livello di gameplay rendendo i livelli più adatti ad un personaggio piuttosto che un altro) all'interno di questi livelli, spesso e volentieri aumentando l'entropia: ma se questo causa un po' di disorientamento sulle brevi distanze, sulle lunga facilita non poco l'avventura visto che non appena un personaggio esaurisce le vite queste si ricaricano, a patto che ci sia almeno un giocatore ancora vivo. E' bello poter proseguire nell'avventura in tanti, sfatando il mito del multiplayer relegato solo a certe modalità, riuscendo così nell'intento di coinvolgere emotivamente il maggior numero di persone in una stessa giocata, e sapere che questo sistema ha già fatto scuola (e lo ritroviamo infatti anche in
Donkey Kong Country Returns dei Retro Studios) non può che far piacere perché significa che Nintendo ha settato un nuovo standard.

Per il resto ci si attiene moltissimo al classico, con contaminazioni. Come avveniva in
Warioland: Shake Dimension il Wiimote si tiene in orizzontale, per ricreare le sensazioni dei tempi del Nes, il sonoro salvo rari casi si rifà perfettamente a quello del prequel per Ds, con quel delizioso tema allegro e vacanziero a farla da padrone, i mondi sono otto [spoiler](più uno speciale che si sblocca dopo)[/spoiler], e riprendono alla perfezione i soliti scenari marieschi tipo la pianura, il deserto, il ghiaccio, le nuvole e via dicendo, e anche stavolta ci sono le monetone da prendere che servono a sbloccare punti di salvataggio come avveniva sul Ds, ma anche per comprarsi filmati speciali in cui si vedono espertoni fare trick pazzeschi. Un discorso a parte meritano i power up, che di solito in ogni capitolo si ricombinano con eccellenti uscite di scena e sfiziose new entry: scompaiono il Mario Gigante e il Mario Koopa del gioco Ds, ma vengono riconfermati il Minifungo rimpicciolente, ovviamente la stella e il Mario di Fuoco. Inoltre ritorna il Mario Ghiaccio direttamente da
Super Mario Galaxy (anche se stranamente non ci sarà in
Mario Galaxy 2) con la sua curiosa applicazione 2d e vengono introdotti ex-novo il Mario Elica, sfiziosissima applicazione volante, e il Mario Pinguino, strambissima via di mezzo tra il Mario di Ghiaccio e lo scomparso Mario Koopa, visto che con le sue scivolate è possibile spaccare i blocchi.
Le mappe del mondo sono ovviamente ben fatte, anche se ricordano un po' troppo quelle della versione Ds, quando si sarebbe potuto provare a renderle un po' meno scarne e più fantasiose come in
Super Mario World, ma le idee ovviamente sono presenti in quantità e possono benissimo esser rappresentate da quel livello geniale che è quello delle montagne russe sugli scheletri dei dinosauri: un ritmo indiavolato e uno scenario inquietante ma geniale al tempo stesso che non potrà non stampare un ghigno di soddisfazione davanti al giocatore che sarà capace di trovarlo (eh già, perchè è uno dei livelli segreti, da raggiungere tramite le classicissime doppie uscite).
Due ritorni eccellenti: il primo è Yoshi, che non si vedeva dai tempi di
Super Mario Sunshine (dove era più che altro una seccatura) e che sarà presente pure in
Mario Galaxy 2. Sono pochi i livelli in cui spunta, ma quando c'è è bellissimo poterlo muovere come ai vecchi tempi di
Super Mario World.
Se si esclude l'rpg
Mario e Luigi Superstar Saga possiamo dire che era dai tempi di
Super Mario World che non incontravamo i Koopalings, secondo ritorno eccellente del gioco. Shigeru Miyamoto ci fa una bella "carrambata" e rimette in scena il gruppetto di figli di Bowser (come venivano definiti ai tempi) che avevamo sconfitto in
Super Mario Bros. 3 e
World e che credevamo ormai defunti, o scanonizzati a favore di quel botolo di Bowser Jr. che si era immesso di prepotenza nella serie ai tempi di
Sunshine. Non che qui sia assente, anzi si assiste ad un'armonizzazione delle parti che ci consegna quello che forse è uno degli ideali creativi di Iwata e soci: la fusione perfetta tra classico e moderno, capace di accontentare tanto i puristi quanto le nuove leve. Non c'è da meravigliarsi che il gioco abbia venduto uno sfacelo.
