Salve, mi chiamo Valerio Paccagnella e sono il papà del Sollazzo. Non ne sono l’unico genitore, va detto: nel corso degli anni il Sollazzo ha avuto altri padri, molti zii, dei cugini e pure qualche madre. Di mio posso sicuramente affermare che il Sollazzo è un po’ il mio horcrux, un modo elegante e un po’ nerd di dire che nel concepirlo ci ho messo l’anima. Pure un po’ troppa anima, considerato che sono arrivato a fare anche alcuni dolorosi sacrifici per portare avanti un sito che è anche un forum, che è anche una chat, che è anche una community, che è anche un Compendium, che al mercato mio padre comprò. Tutto questo preambolo per dire che stavolta l’Osservatorio lo scrivo eccezionalmente io, e non i soliti Bramo o Dapiz. Dopotutto, giunti al decennale della Tana del Sollazzo, è a me che tocca indire la celebrazione. E quale modo migliore di celebrarlo che parlare del ritorno di Monster Allergy?
Dieci anni fa questo bizzarro fumetto fece parlare un bel po’ di sé: si trattava del primo progetto della Red Whale, società messa in piedi da un gruppetto di autori molto speciali. Venne pubblicato qui in Italia dalla Disney, andandosi a collocare in quella stessa scia di fumetti spillati di nuova generazione che la casa del Topo aveva inaugurato con PKNA e che era proseguita con MM e Witch. Monster Allergy quindi aveva una cornice Disney ma non lo era per davvero, e questo permetteva agli autori una libertà creativa notevole. E in quel periodo lì, di libertà creativa ce n’era davvero bisogno, va detto. La rivoluzione spillata stava infatti andando incontro ad una brutta fine e Monster Allergy rappresentava un afflato di ossigeno non indifferente. Dopo ventinove mesi però il fumetto chiuse i battenti, per riaprirli solo oggi con uno specialissimo trentesimo numero. Le teste sceneggianti dietro l’operazione sono quelle originali, ovvero Centomo e Artibani, la famiglia delle meraviglie. L’operazione è molto filologica e pure onesta: la storia è acquistabile come albo a sé, o all’interno dell’edizione Omnibus edita da Tunué. Leggerla ha fatto scaturire in me una valanga di emozioni, che ho avuto modo di trascrivere nel mio consueto resoconto lucchese, di cui vi riporto uno stralcio:
Il viaggio per la fiera è lungo, ma ad allietarlo c’è il numero finale di Monster Allergy, firmato da quel diavolaccio di Artibani, ancora una volta in coppia con la moglie Katja, proprio come ai vecchi tempi. Con quel fumetto ho un rapporto molto speciale, dato che all’epoca fu una vera ventata di aria fresca, un “nipote” della rivoluzione pknaica, che diede per giunta il nome a quella che è la mia attività online da 10 anni. Poi chiuse, nemmeno troppo bene devo dire, e mi ci arrabbiai. E adesso che siamo nell’epoca del “tutto torna”, rieccolo per un ultimo (?) saluto. E mi rituffo quindi in quel mondo pazzesco, messo in piedi da due autori pazzeschi e pazzescamente privo di paletti e limiti che invece attanagliavano i prodotti realizzati direttamente da Disney. Me lo bevo e quello che noto è che il modus operandi di Artibani (e famiglia) è il migliore di tutti. Quell’uomo prende i fumetti, ne carpisce l’essenza, poi intuisce cosa è giusto ereditare dal passato e cosa invece ha senso cambiare per adeguarsi al futuro e ne produce dei seguiti ideali, che soddisfano, stupiscono e fanno del bene al mercato fumettistico. L’operazione fatta con questo albo è analoga quindi a quella fatta con Pk l’anno scorso. Solo che è ancora più esplicita. Artibani e Centomo ci parlano tramite le pagine di questo fumetto e ci spiegano come funziona la vita, e quindi come ha senso e sarebbe sano funzionasse anche l’editoria. È un fumetto sulla crescita, sulla nostalgia per l’infanzia, e sulla voglia di affrontare il futuro. È un fumetto su quel difficilissimo bilancio che noi tutti siamo chiamati a fare ad un certo punto della nostra vita, quando ci rendiamo conto che per andare avanti è necessario cambiare delle cose… mantenendone costanti delle altre. Evolvere in un solco, quindi senza essere cariatidi, né essere banderuole. Io sono in un momento della mia vita particolare, in cui tutto questo lo sto vivendo sulla mia pelle e quindi forse in questa storia ci leggo anche più del lecito. Ma dopotutto va bene così, il compito della narrativa è lasciarti qualcosa.
Se avrete avuto la pazienza di leggere per intero il pippone capirete anche perché abbiamo scelto proprio Monster Allergy come portabandiera di questo decennale. Il nome “La Tana del Sollazzo” viene proprio dalle storielline brevi in appendice a quelle principali, sceneggiate da Erica Centomo, la sorella di Katja. Insomma, ecco chi ci ha battezzati. E se vogliamo andare ancora più a fondo in questa analisi della storia sollazza cosa troviamo? Troviamo PK, il grande big bang creativo che sconvolse l’editoria disneyana negli anni 90. Nel 2005 decisi di aprire il Sollazzo proprio per portare avanti lo spirito Pker che temevo potesse finire disperso. E a chi dobbiamo buona parte di Pk, compreso il suo recente trionfale ritorno? Ancora ad Artibani! Sempre in mezzo, come i templari! Un caso? Noi del Sollazzo crediamo di no.
Ma come funzionano le celebrazioni per questo decennale? Funzionano così: celebreremo a lungo, dato che lunga è stata la gestazione del Sollazzo. Il progetto venne dolorosamente incubato per tutta la primavera/estate del 2005, per avere il suo traumatico inizio in occasione della Lucca di quell’anno. I lavori di costruzione durarono fino a dicembre e per le festività natalizie il Sollazzo conobbe la sua inaugurazione. Sarà dunque una festa dilatata nel tempo, che vi invito ad alimentare mandandoci omaggi e testimonianze. Ci sono già arrivati disegni e dediche da amici del Sollazzo, mentre la nostra Daria per l’occasione ha fatto una torta e il banner con i personaggi che potete ammirare in questi giorni di festa. Per l’occasione abbiamo aperto un thread. Se insieme a noi avete fatto un tratto di strada in questi dieci anni, se quello che pubblichiamo vi è piaciuto, se vi riconoscete nelle nostre politiche editoriali, allora venite a farci gli auguri, magari usando proprio quel thread e raccontando quella che è stata la vostra storia, il vostro rapporto col Sollazzo. Abbiamo fatto una cosa simile anche in occasione del numero 3000 di Topolino e del ritorno di PK, ma questa volta siete davvero invitati tutti a scrivere qualcosina, anche i più pigracci, anche quelli timidi, anche quelli che diranno che lo fanno dopo e poi se lo scorderanno. Perché ognuno di voi è stato un pezzettino di Sollazzo in questi dieci anni. Dai, fate in modo che non manchi davvero nessuno, cosicché nelle future notti piovose potremo rileggerci tutto il topic, come si fa con un bell’album dei ricordi. Un album completo, eh. Auguri Sollazzo, ma sopratutto auguri ai sollazzieri!!