Monster Allergy: Domulacrum

È passato un anno ormai da quando Tunuè ha riportato alla ribalta la saga di Monster Allergy. La ristampa dell’intera serie in due enormi Omnibus e l’aggiunta di un trentesimo capitolo nuovo di zecca (Il Cimitero dei Domatori) a chiosare l’opera, costituivano un’iniziativa nel complesso davvero ammirevole. Non si trattava però di una sterile operazione nostalgia: Artibani e Centomo avevano ancora qualcosa da dire in questo universo narrativo e la cosa era evidente. Il Cimitero dei Domatori infatti creava un nuovo status quo, facendo ben capire quanto materiale potesse ancora celarsi dopo la parola fine.

E adesso questo materiale è finalmente arrivato, in una nuovissima formula. L’evento editoriale dell’anno scorso era infatti una sorta di test, e i risultati devono esser stati molto positivi, da convincere il team a dare vita ad una seconda saga: Monster Allergy Evolution, pubblicata stavolta in forma di albi cartonati dalla cadenza annuale.

Questo primo episodio, Domulacrum, vede ancora Centomo e Artibani ai testi, mentre ai disegni è presente Federico Nardo, che già in passato aveva lavorato sulla serie. Il risultato è ottimo: visivamente suntoso e narrativamente sorprendente. Perché ancora una volta viene messo in pratica il principio che Artibani aveva applicato al trionfale ritorno di PK qualche anno fa: evoluzione. Da un lato è evidente che è passato del tempo, molte cose sono cambiate e indietro non si torna. Ma d’altra parte il passato non viene archiviato superficialmente: costituisce pur sempre la base su cui costruire il proprio futuro.

E’ un equilibrio delicato, e molto difficile da mantenere, ovviamente. Ecco perché ogni scelta narrativa è ponderata con attenzione: la trama dell’albo sviluppa “il seme” lasciato nel capitolo precedente, ma è comunque fortemente autoconclusiva, il rapporto tra Zick e Elena sembra immutato eppure evolve in una love story, molti personaggi ritornano in versione più matura, e qualcuno addirittura esce di scena. Perché se si vuole colpire il pubblico serve anche del coraggio, quello che ti porta a dare alla gente non quello che chiede, ma quello che non si aspetterebbe mai. Il compito del bravo narratore dopotutto è proprio questo: guidare il lettore, non inseguirlo.

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Poi c’è la polemica del prezzo, che qualche tempo fa ha dilagato sul web: Domulacrum costa infatti 14.90 denari, uno stacco netto rispetto all’epoca degli spillati economici. E’ stato detto tutto e il contrario di tutto in merito, così ecco qua i miei due centesimi:

Io penso che viviamo in un mondo sbagliato. Un mondo in cui si ritiene perfettamente accettabile spendere cinque euro per un boccale di birra il sabato sera, mentre la stessa cifra viene ritenuta sconveniente quando si parla di un volume a fumetti, un’opera di ingegno, su cui lavorano a lungo molte persone e che soprattutto è destinata a rimanere sugli scaffali delle nostre librerie, e non a “sparire” il giorno dopo. Ecco perché in linea puramente teorica, ritengo che non sia affatto moralmente sbagliato che un prodotto simile, confezionato così bene, possa costare quindici soldi. E non sarebbe sbagliato nemmeno se ne costasse venti. O venticinque. E’ tutta una questione di abitudine e cultura.

All’atto pratico però non dobbiamo scordarci di una cosa. Che sebbene per il pubblico “nuovo” un prezzo del genere sia perfettamente in linea con il mercato, per il pubblico che ha già seguito Monster Allergy in passato questo è un cambiamento drastico. Perché alla massa non importa della filosofia editoriale, di cosa ne dicono gli autori su facebook, dei prezzi in linea col mercato francese, della cartonatura, della cadenza annuale. La gente vuole solo vedere come va avanti la storia, e si accorge subito che, pur con la stessa lunghezza, i vecchi episodi costavano un tot, e quelli nuovi il quadruplo.

In ogni caso, al di là di queste turpi questioni di denaro, a nome di questo sito facciamo i complimenti e i migliori auguri allo staff della Red Whale per questo trionfale ritorno nel mondo dei mostri. I tempi sono cambiati, siamo tutti più grandi o “evoluti” rispetto a prima, eppure la voglia di seguirvi c’è ancora tutta. Dopotutto è proprio da Monster Allergy che questo sito ha preso il suo nome.