Viviamo di traguardi, anche se spesso facciamo finta di no. Dopo la Pasqua si aspetta l’estate, poi c’è Halloween, poi il Natale. Non sono gli stessi traguardi per tutti, possono essere feste comandate, eventi, uscite, anniversari, di alcuni ce ne frega di più, di altri meno. Ma il segreto della felicità è sempre quello: protendersi verso qualcosa, raggiungerlo e poi passare alla cosa dopo. E allora può succedere che quando una pandemia ci ruba una meta come Lucca, si cerchi di correre ai ripari, negando la perdita, poi accettandola e infine cercando di compensarla in qualche modo. Ragionando su cosa sia Lucca per noi e cercando di recuperarne il principio attivo, quell’essenza, quel nucleo, per adattarlo alla situazione attuale.
Quest’anno non ce l’hanno detto subito che non ci sarebbe stata Lucca. Prima era una cosa non sicura, poi sicura, poi sicura ma senza i padiglioni, poi i campfire sparsi per l’Italia con sede principale a Lucca, poi all’ultimo momento niente Lucca se non online. La mia Lucca sarebbe stata a Padova, quindi, e così mi sono adeguato.
Questa poi era anche una Lucca più significativa di altre per il Sollazzo. Ricorrono i 15 anni della piattaforma, la cui creazione viene fatta convenzionalmente risalire proprio alla Lucca del 2005, ed è la Lucca in cui mi preparo a salutare quello che è stato il progetto principale del Sollazzo nell’ultimo lustro (2015/2020), ovvero il Fumettazzo. Ricordi, ricorrenze, simboli, piccole cose a cui attribuire grandi significati, ognuno ha il suo modo di ingannare l’attesa della morte, io faccio Lucca. E se non posso fare Lucca, la faccio lo stesso, portandomela dentro.
Quel pomeriggio di sabato 31 ottobre mi presento dunque davanti a casa di Bordy, in tenuta da fiera. A noi si unisce Davide, il terzo amico. Quello che solitamente non viaggia e che posso quindi finalmente avere qui a Lucca, ora che Lucca è a Padova. Comodissimo, questo Covid. Un passeggiata piacevole ci porta verso il centro storico, durante la quale la mia mente mi proietta immagini falsate delle cose che vedo per strada, per tranquillizzarmi e convincermi di essere a Lucca.
Poi arrivo al Campfire e il sogno finisce. Ecco, come metterla in maniera carina… il Campfire di Padova non è che una minuscola libreria. In cima alle scale dei tizi che parlano di un fumetto che non conosco e per il resto l’unica cosa che in qualche modo si ricollega alla manifestazione è l’adesivo attaccato alla porta. So che se mi prenotavo potevo avere la Bag of Lucca, con dentro delle carte e dei Funko Pop, ma direi che la cosa per me non è di alcun interesse. Io ho un gran rispetto di chi ha organizzato il Lucca Change, gente che si è sbattuta per non rinunciare all’evento, ragionando su diversi binari per poter presentare di continuo un piano B, C, D, Etc al mutar dei decreti. Ma se l’idea del Campfire è quella di essere una sorta di “avamposto”, una succursale dell’esperienza… direi che qui a Padova non ci si è riusciti. O forse non è mai stata quella l’idea, serviva solo trovare luoghi dove tenere conferenze senza che si verificassero assembramenti, e allora in quel caso bravi.
In ogni caso ora tocca andare in full negazione, e inventarmi la mia Lucca daccapo, dirigendomi verso la fumetteria più vicina.
E faccio bene, perché non appena arrivo lì trovo la coda! Come ai padiglioni! Mai avrei pensato che avrei adorato fare la fila, assaporando ogni momento di attesa. E una volta dentro, ottengo ciò che avrei ottenuto se Lucca ci fosse stata:
La Roba di Ortolani, ovvero Bedelia e il Cercatore. Perché a Leo non si dice mai di no. E’ una costante di ogni Lucca e tale rimarrà finché avrà/ò/emo vita.
Star Wars: Galaxy’s Edge miniserie a fumetti di appoggio all’attrazione di Disneyland, a cui aggiungo i numeri degli spillati mensili che ancora mi mancano. E sempre a proposito di Star Wars mentre entro nel negozio il cellulare mi avvisa della grande notizia: Panini ha rilevato la licenza di pubblicazione per i romanzi di SW e quindi a partire dall’anno prossimo si potrà godere di un piano editoriale più coeso. Una notizia che viene dalle dirette online che in questo momento si stanno tenendo a Lucca. Quindi alla fine questa soluzione di fortuna… in qualche modo sa fartici sentire in fiera.
Roba Disney ovvero il nuovo Disney D’Autore dedicato a Casty. A cui aggiungo “moralmente” i nuovi volumi delle integrali Fantagraphics/IDW dedicate ad Al Taliaferro, Don Rosa e Floyd Gottfredson. Questi volumi, forse una delle vittorie più eclatanti della gestione Bertani, saranno disponibili solo nei giorni successivi (una buona trovata per spalmare il materiale in più giornate ed evitare assembramenti) ma entreranno a comunque far parte della mia amata piramide di letture post Lucca.
Bobby Sombrero: ammetto il salto nel vuoto con questo acquisto qui, ma negli ultimi tempi mi ha incuriosito parecchio, e c’è Artibani che ne scrive l’introduzione. L’ultima volta che Artibani ha scritto un’introduzione a qualcosa che ho comprato è stato quando mi ha fatto scoprire Bone. Eh già. Quindi mi pare un atto dovuto chiudere gli occhi e lasciarmi guidare.
Giappume: eh, pure qua non mi sono risparmiato. In cima a tutto c’è Asadora di Urasawa, autore con cui ho tante, troppe pendenze. Poi c’è Dragonball Super e Full Color, che conclude la sua corsa con una piacevole sorpresa: il finale che hanno scelto di inserire è quello ritoccato per la perfect edition, di gran lunga migliore di quell’aborto dell’originale. E infine il blu ray (perché w i formati fisici!) di Weathering With You. Perché tutti bravi a celebrare Your Name, ma anche il film successivo di Shinkai non è stato niente male.
Radice e Turconi invece hanno fatto uscire il loro libro il mese prima, mentre Zerocalcare si è sdoppiato: Scheletri è uscito prima e A Babbo Morto uscirà giorni dopo. Sempre roba che odora di Lucca, ma spalmata in questo modo fa più “avvento”.
Soddisfatto, quindi. O no?
In effetti manca il games.
Rimediamo subito, dirigendoci al Disney Store, dove hanno già esposto le nuove decorazioni natalizie disneyane, un ottimo palliativo per placare la mia sete di action figure. E direi che mi va alla grande.
Alice davanti alla tana del Bianconiglio, The Child, Oswald e un Paperino tratto da Out of Scale.
Bene o male ce l’ho fatta, ho fatto “Lucca”. Al ritorno a casa mi godo il bottino, me lo impilo, lo fotografo, mi ci tuffo come un pesce baleno. E mi accorgo che è la prima volta da 15 anni a questa parte che “vivo” Halloween a Padova. Si tratta di una delle ultime sere prima del coprifuoco. I miei due compagni di viaggio mi raggiungono, accendiamo le candele, ci guardiamo un paio di episodi di Dark. E poi parte il grande evento sociale: il festino a tema horror nel villaggetto di Animal Crossing. Quest’anno la movida si fa così e vediamo di accontentarci. L’anno prossimo speriamo che Lucca changi un po’ meno.