Suzume e la Ricetta Shinkai

Ho apprezzato molto Suzume, il nuovo film di Makoto Shinkai. Fa idealmente parte della tripletta di lavori iniziata con il pluriosannato Your Name e proseguita con il meno conosciuto Weathering with You, ovvero il periodo “maturo” di Shinkai, caratterizzato da uno spiccato romanticismo, una sfumatura post-apocalittica e soprattutto l’immancabile colonna sonora dei Radwimps.

La ricetta funziona per la terza volta e il risultato è delizioso. Non si raggiunge il livello di ispirazione di Your Name e nemmeno la varietà di situazioni di Weathering, ma il film ha qualcosa da dire e soprattutto da mostrare. Mi riferisco soprattutto a quei deliziosi momenti con la seggiolina a tre gambe che prende vita, con virtuosismi rari in questo tipo di cinema d’animazione. Anche stavolta ci ritroviamo di fronte a un film diviso in due, che dopo il giro di boa di metà cambia dinamiche e prende in contropiede le spettatore, facendolo passare da quella che sembrava una magica avventura “in solitaria” a un road movie familiare sagace e introspettivo.

E’ anche il suo film più ghibliano. C’è una citazione esplicita ai Sospiri del Mio Cuore, e una canzone di Kiki viene presa di peso e inserita nella storia. E c’è lo stesso approccio al fantastico, trattato come straniante e bizzarro e soprattutto narrato allo stesso modo di certi film di Miyazaki: personaggi che non si sa come e perché di punto in bianco paiono accettare situazioni assurde e una meccanica della magia esposta in modo confuso e non troppo coerente. Ma è il Giappone, baby, e certe cose ormai ho imparato che fanno parte del pacchetto. Un pacchetto che, film dopo film, Shinkai non smette di saper rendere accattivante.

Suzume no tojimari – La porta sui ricordi di Makoto Shinkai – Dimensione  Fumetto